Esperienza reale Confessioni di un Cuckold in divenire

Vero, diciamo che se una coppia non è unita e non ha una grande intesa buttarsi in questo mondo può portare conseguenze negative e pericolose…
Ho visto coppie apparentemente unite, finire malissimo, purtroppo il rischio che il sesso si trasformi in qualcosa di più c'è. La mente delle persone non si può controllare, è il rischio del gioco, d'altronde no?
 
Ho visto coppie apparentemente unite, finire malissimo, purtroppo il rischio che il sesso si trasformi in qualcosa di più c'è. La mente delle persone non si può controllare, è il rischio del gioco, d'altronde no?
Vero fa parte del gioco, comunque credo che vadano messe una serie di regole
 
Ho visto coppie apparentemente unite, finire malissimo, purtroppo il rischio che il sesso si trasformi in qualcosa di più c'è. La mente delle persone non si può controllare, è il rischio del gioco, d'altronde no?

Certo può capitare anche se io in tanti anni ho visto scoppiare solo due coppie (tra l’altro scambisti solo tra coppie e non con singoli).
Dalla mia esperienza dico che il rischio è molto basso, ma può capitare
 
Riposondo alle opzioni più scelte
6 Quando ho capito di essere cuck (o almeno di volerlo diventare)

Tutto è iniziato in modo molto semplice. Stavamo parlando del più e del meno quando Laura mi racconta che una coppia che conosce aveva avuto un’esperienza a tre. Mi dice che l’amica era uscita da quella cosa un po’ “segnata”, non in senso negativo, ma proprio cambiata, come se quell’esperienza le avesse lasciato qualcosa dentro.

Da lì siamo finiti a parlare di relazioni. Di monogamia. E ci siamo detti qualcosa che, forse, avevamo sempre pensato ma mai ammesso: che l’idea della coppia chiusa fosse più una costruzione culturale che una scelta naturale. Che forse le relazioni non monogame potessero avere qualcosa in più, una libertà che non significa meno amore, ma forse anche più fiducia, più verità.

Quel discorso ha piantato un seme nella mia testa. Anzi, più che un seme, una miccia. Perché da quel momento ho cominciato a ripensare ad alcune cose che fino a poco prima mi facevano solo ingelosire. Tipo quel famoso episodio che vi ho accennato, quando lei mi aveva detto che, mentre facevamo sexting, le avevo ricordato quel tipo della discoteca. Prima mi aveva mandato in crisi. Ora… mi eccitava.

Ho iniziato a pensarci, a immaginare. E ogni volta che lo facevo, mi eccitavo sempre di più. Iniziavo a segarmi ripensando a lei con un altro, a quello che poteva provare, a quello che potevo provare io nel saperlo.
Poi sono finito nei forum. Ho letto racconti. Testimonianze. Ho scoperto che esisteva un mondo intero attorno a tutto questo. E io… mi sentivo sempre più parte di quel mondo
 
Riposondo alle opzioni più scelte
6 Quando ho capito di essere cuck (o almeno di volerlo diventare)

Tutto è iniziato in modo molto semplice. Stavamo parlando del più e del meno quando Laura mi racconta che una coppia che conosce aveva avuto un’esperienza a tre. Mi dice che l’amica era uscita da quella cosa un po’ “segnata”, non in senso negativo, ma proprio cambiata, come se quell’esperienza le avesse lasciato qualcosa dentro.

Da lì siamo finiti a parlare di relazioni. Di monogamia. E ci siamo detti qualcosa che, forse, avevamo sempre pensato ma mai ammesso: che l’idea della coppia chiusa fosse più una costruzione culturale che una scelta naturale. Che forse le relazioni non monogame potessero avere qualcosa in più, una libertà che non significa meno amore, ma forse anche più fiducia, più verità.

Quel discorso ha piantato un seme nella mia testa. Anzi, più che un seme, una miccia. Perché da quel momento ho cominciato a ripensare ad alcune cose che fino a poco prima mi facevano solo ingelosire. Tipo quel famoso episodio che vi ho accennato, quando lei mi aveva detto che, mentre facevamo sexting, le avevo ricordato quel tipo della discoteca. Prima mi aveva mandato in crisi. Ora… mi eccitava.

Ho iniziato a pensarci, a immaginare. E ogni volta che lo facevo, mi eccitavo sempre di più. Iniziavo a segarmi ripensando a lei con un altro, a quello che poteva provare, a quello che potevo provare io nel saperlo.
Poi sono finito nei forum. Ho letto racconti. Testimonianze. Ho scoperto che esisteva un mondo intero attorno a tutto questo. E io… mi sentivo sempre più parte di quel mondo
Percorso abbastanza classico ma non per questo banale.
Interessante però che a iniziare l’argomento sia stata lei: chissà se l’ha fatto così per caso e senza pensarci troppo o se l’ha fatto apposta perchè l’idea e il racconto dell’amica l’avevano fatta fantasticare
 
7 i primi passi
La prima volta che ne abbiamo parlato è stato al telefono. Non viviamo nella stessa città, quindi spesso ci sentiamo in videochiamata. Quella sera il discorso, partito come al solito tra chiacchiere leggere, ha iniziato a prendere una piega diversa, più intima, più audace. Sentivo il cuore accelerare mentre le confessavo quello che da tempo mi girava nella testa: “Non mi dispiacerebbe vederti scopare con un altro.”

Silenzio. Un attimo. Lei ci resta, certo, ma non si chiude. Anzi, inclina la testa, come a voler entrare nella mia fantasia. E comincia a ragionarci su. Parliamo, ci ascoltiamo, ci studiamo. Fino a quando si distende sul letto, mi guarda nello schermo e dice, con un sorriso malizioso: “Ti capisco… e forse non è così impossibile.”

Non potete capire la mia reazione. Appena abbiamo chiuso la chiamata, l’eccitazione era fuori controllo. Mi sono masturbato come un dannato, più e più volte, con l’immagine di lei che gode con un altro. E quella notte non ho chiuso occhio. Mi giravo nel letto, duro, in preda all’idea che la mia ragazza potesse essere presa, le sue labbra socchiuse dal piacere, il suo corpo che si abbandona sotto colpi che non sono i miei… ma che io desidero vedere.

Quella prima conversazione ha acceso qualcosa. Era l’inizio di un’apertura, di un’esplorazione. Qualche giorno dopo, eravamo nel letto. Eravamo già eccitati, pronti a farlo, quando lei riprende il discorso, ma stavolta lo fa giocando. “E se ci fosse un terzo qui con noi?” sussurra, guardandomi mentre si sfila lentamente le mutandine.


Le vado dietro subito, il mio corpo vibra, la mia mente esplode. “Un terzo?” le chiedo, accarezzandole le cosce calde. “Chi?”
E lei, con voce roca: “Magari uno nero… uno come quel tipo che abbiamo incontrato in vacanza.” Me lo ricordo bene: fisico scolpito, pelle liscia e scura, sorriso irresistibile. Un vero toro.

La sua fantasia si mescola alla mia. Iniziamo a scopare con quella visione in testa. Ogni sua ansimata sembrava dire: “Sto pensando a lui.” E io, dentro di lei, l’amavo ancora di più per questo. Quella notte, dopo averla riempita, mi sono eccitato ancora. L’idea non mi lasciava: volevo vederla davvero così, voglio sentirla gridare mentre la guardo godere come mai prima
 
Percorso abbastanza classico ma non per questo banale.
Interessante però che a iniziare l’argomento sia stata lei: chissà se l’ha fatto così per caso e senza pensarci troppo o se l’ha fatto apposta perchè l’idea e il racconto dell’amica l’avevano fatta fantasticare
Sai che non ci avevo pensato
 
7 i primi passi
La prima volta che ne abbiamo parlato è stato al telefono. Non viviamo nella stessa città, quindi spesso ci sentiamo in videochiamata. Quella sera il discorso, partito come al solito tra chiacchiere leggere, ha iniziato a prendere una piega diversa, più intima, più audace. Sentivo il cuore accelerare mentre le confessavo quello che da tempo mi girava nella testa: “Non mi dispiacerebbe vederti scopare con un altro.”

Silenzio. Un attimo. Lei ci resta, certo, ma non si chiude. Anzi, inclina la testa, come a voler entrare nella mia fantasia. E comincia a ragionarci su. Parliamo, ci ascoltiamo, ci studiamo. Fino a quando si distende sul letto, mi guarda nello schermo e dice, con un sorriso malizioso: “Ti capisco… e forse non è così impossibile.”

Non potete capire la mia reazione. Appena abbiamo chiuso la chiamata, l’eccitazione era fuori controllo. Mi sono masturbato come un dannato, più e più volte, con l’immagine di lei che gode con un altro. E quella notte non ho chiuso occhio. Mi giravo nel letto, duro, in preda all’idea che la mia ragazza potesse essere presa, le sue labbra socchiuse dal piacere, il suo corpo che si abbandona sotto colpi che non sono i miei… ma che io desidero vedere.

Quella prima conversazione ha acceso qualcosa. Era l’inizio di un’apertura, di un’esplorazione. Qualche giorno dopo, eravamo nel letto. Eravamo già eccitati, pronti a farlo, quando lei riprende il discorso, ma stavolta lo fa giocando. “E se ci fosse un terzo qui con noi?” sussurra, guardandomi mentre si sfila lentamente le mutandine.


Le vado dietro subito, il mio corpo vibra, la mia mente esplode. “Un terzo?” le chiedo, accarezzandole le cosce calde. “Chi?”
E lei, con voce roca: “Magari uno nero… uno come quel tipo che abbiamo incontrato in vacanza.” Me lo ricordo bene: fisico scolpito, pelle liscia e scura, sorriso irresistibile. Un vero toro.

La sua fantasia si mescola alla mia. Iniziamo a scopare con quella visione in testa. Ogni sua ansimata sembrava dire: “Sto pensando a lui.” E io, dentro di lei, l’amavo ancora di più per questo. Quella notte, dopo averla riempita, mi sono eccitato ancora. L’idea non mi lasciava: volevo vederla davvero così, voglio sentirla gridare mentre la guardo godere come mai prima
Una precisazione la prima volta che ne abbiamo parlato era nel senso di una apertura di coppia
 
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