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Antonella è l'amica di sempre: ironia della sorte siamo nati lo stesso giorno, viviamo nella stessa contrada, le nostre madri amiche da un eternità , asilo insieme così come scuola elementare e media. Sempre insieme, compagna di giochi e di studi.

Con la crescita, si sa, le cose cambiano, il modo di pensare cambia. Ma soprattutto il lato fisico: da bambini si è tutti uguali. Ma affacciarsi alla pubertà è tutto un mondo nuovo.
Forse è stata molto accentuata la cosa tra me è Antonella: dato fondamentale è la diversità di sesso , del suo corpo che si stava trasformando, come il seno che cresceva giorno dopo giorno e che si notava vistosamente. Quello che si prevedeva era la sua predisposizione all' essere curvy, non proprio esagerato, piacevole alla visione. Specie tra i compagni di classe: qualcuno ci scherzava sù ma per qualcuno ci faceva più di un pensiero, di sesso ovviamente.
 
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Dal mio punto di vista, rimaneva sempre la mia amica di giochi. Anche se inconsciamente anche io la vedevo con occhi diversi ma sempre controllando l'impulso di maschietto fresco fresco.
Non partecipavo minimamente a ciò che dicevano i compagni su di lei: già gli avevano stampato il soprannome di "tettona". Un po' mi infastidiva, il parlare alle sue spalle e non avrei mai permesso di andare oltre lo scherzo innocente.
La prima volta che glielo dissi non si meraviglo' più di tanto: " lo so già"disse in quell' occasione " che mi chiamano Antonella la tettona! Ma che posso farci? Nulla. Ma l' importante che non esagerano".
"Se lo fanno, se la vedranno con me" risposi " ti difendo io"
"Lo so...che ci sei tu".
 
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Ovvio che a quella età già mi attivavo alle prime seghe, fantasticando tra ragazze di scuola o personaggi televisivi, attività quotidiana di giovane fringuello. Però quando ero con lei, non mi passava minimamente il pensiero di sfiorarla, eravamo troppo amici per desiderare oltre, almeno per me.
 
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E venne il giorno fatidico , quello che affrontammo il primo discorso riguardo al sesso.
Eravamo in bici a passeggio per la campagna e a bruciapelo mi chiese " ma tu ti masturbi?"
Io lo negai anche se non era vero
"Strano...lo fanno tutti " disse Antonella
"Boh! E tu che ne sai!"
"Così dicono le altre...boh! Ma non credo proprio che non senti nulla...di eccitante"
" Non so a cosa ti riferisci "
"Al coso... A quello mi riferisco. Dicono che cambia forma "
" Si è vero " risposi. Era inutile girarci intorno, sapevo perfettamente a cosa si riferiva. "Cambia forma e dopo un po' torna come prima " aggiunsi cercando di raggirare e di rimanere vago al discorso.
"Ma non lo hai mai visto fare? Intendo sesso tra uomo e donna" continuò Antonella al dibattito.
"In verità...si" dissi " un giorno a scuola uno ha portato una rivista porno"
"Ma veramente? E com'è "
" Facevano sesso..."
"Interessante...sono curiosa anche io di vederlo fare"
"Ma dai...su"
" Si ...lo voglio. Fai qualcosa "
"E come faccio "
"Dai...promettilo"
"Ok ...alla prima occasione lo farò"
 
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In realtà gli mentii: a casa avevo un fumetto porno ben nascosto tra le mie cose, trovato seppellito in garage tra le cose di mio padre, probabilmente dimenticato, spero, e a volte me lo segavo divinamente. Tempo qualche giorno e ci ritrovammo con il classico giretto pomeridiano in bici.
" Anto...ho trovato ciò che cerchi...di quello che abbiamo parlato l' altra volta"dissi.
"A si! E dove sta!"
"E con me...nello zainetto "
"Splendido! Fermiamoci da qualche parte e vediamo un po'!"
Così facemmo, fermandoci a ridosso di un muretto. Nel sederci, fianco a fianco, disse un po' titubante: " in realtà...so come si fa!"
"Caspita...e dimmi un po' che..."
" Non pensare male, non è come pensi"
"Spiegati meglio"
" ...e che una notte ho sentito mia madre che lo faceva con uno...".

I genitori di Antonella erano separati da un bel po' e la mamma, bella donna, ufficialmente single, viveva sola con i due figli ( Antonella e Diego, il fratello).
" Ma hai visto mentre..." dissi più che incuriosito
"Nooo!" subito mi bloccò " ho solo sentito...i rumori!"
"Rumori?"
" ... facevano un gran casino!"
" Casino? Ma forse hai capito male..."
"Macché capito male! La mamma sembrava una pazza per come gemeva... anche con parolacce!"
" Non ci credo...parolacce?". Mi stava cadendo un mito: la signora Lucia, che dice parolacce. Donna molto riservata ed educata che si trasforma in una pornostar a letto.
" Si, parolacce e non poche..."
"Tipo? " continuavo con interesse a domandare
" Tipo... Cazzo o fica e altro"
" Vabbè, ci può stare, nel contesto...credo"
" Dici? Non credo proprio! Non mi sembra tanto normale una che dice cose urlando tipo...oh Dio adoro il tuo cazzo! Credo che siano parole dette da una poco di buono.
Sentire quelle parole mi spaesarono e allo stesso tempo mi eccitarono molto, sentendo il barzotto del membro che accennava a indurirsi.
Cercai di controllarmi: " dai non parlare così di tua mamma! Sarà capitato..."
" Non penso... Non si vede con uno fisso. Posso capire che si vuole rifare una vita, ma non penso che sia il modo giusto... quello che si vede con persone diverse ".
La cosa mi interesso' parecchio, a stento riuscii a nascondere l' erezione, nonostante fossi seduto.
"Dai... vediamo sto coso che hai portato"
Ubbidiente tirai fuori il giornalino e glielo porsi.
Lo prese come se fosse una reliquia, concentrandosi già dalla copertina, seppur molto soft come immagine, aveva molto di interessante.
Alle prime vignette pornografiche partirono domande a raffica: " miseria... Ma così... enormi?" disse Antonella, ridacchiando, puntando il dito sul disegno di un cazzo gigante.
" Dai...sono disegnati. Ovvio che la realtà è diversa"
Sempre con entusiasmo fece battute di altro tipo, ad ogni vignetta, tipo" Addirittura in bocca" oppure " ho visto i gatti che lo fanno nello stesso modo" riferendosi a una vignetta raffigurante una pecorina.
MI sentivo il cazzo che mi premeva forte, cercando di distrarmi, con difficoltà. Pensai se si stesse eccitando anche lei in quel momento.
Diede altre guardate veloci al fumetto, non sembrò soddisfatta più di tanto, confermandolo subito dopo: " beh, dopotutto è un fumetto... è solo fantasia. La realtà credo che sia altro"
Affermai ciò che disse. Desideravo tornare a casa per farmi una sega, soprattutto per ciò che mi ha raccontato della madre.
" Dobbiamo trovare qualcosa di diverso, alternativo" disse Antonella rimettendosi in sella alla bici
"Cioè"
" Non so... magari una videocassetta"
"E dove la trovo"
" La trovi, la trovi. Così come hai trovato il giornaletto".
" Ok...ma è difficile."
 
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Non ebbi poche difficoltà a trovare ma ci riuscii, prendendola in prestito da un amico di scuola: avevo poco tempo a disposizione, in primis per spassarmela a segarci su e per farla visionare a Antonella.
Avvisata l' amica, ci organizzammo un pomeriggio a casa mia, dato che i miei non erano in casa.

Appena messa la VHS, classico intro e poi l'inizio delle danze: Antonella guardava impietrita e a bocca aperta lo scorrere del video tra pompini e scopate in varie posizioni. Ovvio che la cosa piacesse anche a me.
"Che fai... Ti tocchi?"disse Antonella osservandomi tastare il pacco gonfio, gesto che feci involontariamente e conseguente allo spettacolo porno.
"Scusami" risposi " smetto subito".
"Scommetto che se non ci fossi qua io ti saresti masturbato" disse ridacchiando ma sempre con l'occhio attento al video
"Probabilmente si" risposi
"Se vuoi... puoi fare"
" Non in tua presenza "
" Perché? Dopotutto io e te non abbiamo nessun segreto "
" Mi mette in disagio!"
"Dai...non fare il timidone...che non lo sei"
Continuò ad insistere e alla fine mi feci coraggio, tirandolo fuori completamente duro e teso all'insù. Antonella lo osservò ad occhi spalancati, senza dire nulla.
Evitai qualsiasi mossa, non avevo voglia di segarmi al suo fianco.
" E ora? Come si fa?" disse rompendo il ghiaccio.
" E che vuoi che faccia!"
"Fammi vedere come ti masturbi... Tanto oramai!"
Senza rispondere me lo presi in mano segandolo lentamente mentre lei osservò senza batter ciglio. Quasi d'istinto gli mesi un mano sulla schiena cercando contatto di lei ma proprio in quel momento sentimmo un auto che si parcheggia sotto casa: i miei che tornavano.
 
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Giorni dopo Antonella mi invitò a casa sua dato che la madre si stava attivando a fare la pizza al forno. Da ghiotto di pizza che sono accettati subito.
Appena vidi la signora Lucia mi rivenne in mente il discorso di Antonella sul suo conto e sinceramente non mi capacitavo neanche lontanamente.
Donna semplice, statuaria e giunonica ( Antonella aveva ripreso molto da lei fisicamente) : la mia quantità esagerata di ormoni mi misero in tilt osservandola a ogni movimento. Nonostante vestita di un grembiule casalingo, era spettacolare osservare le sue curve pericolose e pesanti.
 
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Il fatto che ogni volta capitava la circostanza di interagire con la madre di Antonella (quando ci accompagnava a scuola, le varie cene, dato che era amica di famiglia, ecc.) faceva aumentare sempre più il mio interesse e desiderio, masturbandomi quotidianamente pensando a lei, alle sue tettone e al suo tondo culo. Una volta, per scherzare, chiesi alla mia amica se usasse gli stessi reggiseno della madre: " no!" rispose " e di 2 taglie più grandi" . Già sapevo che Antonella usava la sesta, ma il pensiero di un ottava di Lucia rendeva i miei sogni sempre più porchi. Cercavo comunque di rimanere serio ed rispettoso, sia nei confronti dell' una che dell' altra. Non nego che parallelamente iniziava interesse anche verso l'amica, anch' essa dotata di prosperosità molto simili: ma cercavo comunque di rimanere fedele come amico, si fidava di me, mi credeva diverso dagli altri che sbavano per il suo corpo.
 
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Uno dei pomeriggi che si dedicava a studiare insieme a casa sua ( capitava saltuariamente), mi chiese che desiderava di vedere di nuovo il mio pisello in tiro.
" Ma dai Anto... Non mi va di farlo"
Insistette diverse volte, ma seppur con sacrificio, non cedetti alla tentazione.
"Forse perché hai bisogno di uno stimolo" bisbiglio'.
"Sicuramente...ma non da te...dai...per favore . Dai... dopotutto oltre a tua madre c'è anche tua nonna di là "
"Tranquillo...amico mio...non insisto" disse alzandosi e abbandonando la cameretta. Tornò dopo 5 minuti con due aranciate che bevemmo pensando alle cose di scuola. Procedevo al mio turno di ripetere delle nozioni del mio studio, Antonella, affacciata alla finestra ascoltava me. Ad un certo punto mi bloccò: " lasciamo perdere queste cose... Andiamo!"
"Dove"
"Seguimi e sbrigati!".
Uscimmo dalla casa dopo aver salutato la nonnina che intenta a guardare una telenovela.
" Fai silenzio ora" disse mentre percorrevamo il perimetro della casa fino ad arrivare in un grosso capanno dove ci si tenevano attrezzature agricole. Il sole era tramontato da un bel pezzo e si cominciava con fatica a capire dove mettere i piedi.
DI fianco questo capannone c' era una stalla dove lo zio di Antonella ci teneva animali da cortile. Conoscevo lo zio, marito della sorella di Lucia e proprietario di tutto quello che stava intorno: omone grosso e forzuto ma gentilissimo.
Sempre raccomandando silenzio assoluto, Antonella mi guido' fino a una finestrella nel retro della stalla: all' interno era illuminato da luce artificiale, dando per scontato che qualcuno fosse all' interno.
Rimanendo sempre all' ombra, era facile che esponendosi, la luce illuminasse noi all' esterno. Pensai subito che l' amica già sapesse cosa ci fosse là dentro, secondi dopo lo confermò: " guarda che ci sta' là dentro!" disse sottovoce, facendo spazio a me.
Mi affacciai molto lentamente, decimi di secondo dopo, senza fiato: la signora Lucia a gambe aperte su delle balle di paglia mentre si faceva trapanare da suo cognato.
"Visto che ho una madre proprio troia?" disse Antonella quasi sospirando.
 

Timido1994

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Uno dei pomeriggi che si dedicava a studiare insieme a casa sua ( capitava saltuariamente), mi chiese che desiderava di vedere di nuovo il mio pisello in tiro.
" Ma dai Anto... Non mi va di farlo"
Insistette diverse volte, ma seppur con sacrificio, non cedetti alla tentazione.
"Forse perché hai bisogno di uno stimolo" bisbiglio'.
"Sicuramente...ma non da te...dai...per favore . Dai... dopotutto oltre a tua madre c'è anche tua nonna di là "
"Tranquillo...amico mio...non insisto" disse alzandosi e abbandonando la cameretta. Tornò dopo 5 minuti con due aranciate che bevemmo pensando alle cose di scuola. Procedevo al mio turno di ripetere delle nozioni del mio studio, Antonella, affacciata alla finestra ascoltava me. Ad un certo punto mi bloccò: " lasciamo perdere queste cose... Andiamo!"
"Dove"
"Seguimi e sbrigati!".
Uscimmo dalla casa dopo aver salutato la nonnina che intenta a guardare una telenovela.
" Fai silenzio ora" disse mentre percorrevamo il perimetro della casa fino ad arrivare in un grosso capanno dove ci si tenevano attrezzature agricole. Il sole era tramontato da un bel pezzo e si cominciava con fatica a capire dove mettere i piedi.
DI fianco questo capannone c' era una stalla dove lo zio di Antonella ci teneva animali da cortile. Conoscevo lo zio, marito della sorella di Lucia e proprietario di tutto quello che stava intorno: omone grosso e forzuto ma gentilissimo.
Sempre raccomandando silenzio assoluto, Antonella mi guido' fino a una finestrella nel retro della stalla: all' interno era illuminato da luce artificiale, dando per scontato che qualcuno fosse all' interno.
Rimanendo sempre all' ombra, era facile che esponendosi, la luce illuminasse noi all' esterno. Pensai subito che l' amica già sapesse cosa ci fosse là dentro, secondi dopo lo confermò: " guarda che ci sta' là dentro!" disse sottovoce, facendo spazio a me.
Mi affacciai molto lentamente, decimi di secondo dopo, senza fiato: la signora Lucia a gambe aperte su delle balle di paglia mentre si faceva trapanare da suo cognato.
"Visto che ho una madre proprio troia?" disse Antonella quasi sospirando.
già
 
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La visione di quanto accadde lì dentro mi colpì parecchio: a parte il fatto di vedere una coppia fare sesso dal vivo, ma ciò che avevo scoperto sul conto di Lucia e di suo cognato.
Non ci trattenemmo più di tanto: al segno di Antonella di andare via, obbedii senza oppormi, malgrado il mio interesse a continuare a fare lo spione.
Dato che era ora di rientro, ne parlammo il giorno dopo:
" Ma quando hai scoperto sta' storia" chiesi all' amica.
" Una decina di giorni fa...per caso"
"Caspita...che storia! Fatico ancora a crederci. Comunque mi dispiace per te"
" Fa niente... tanto oramai. Sono contenta io invece...per te!"
" ...e perché mai!"
" E che hai visto come si fa realmente "
" Si...va be'...ma e pur sempre tua madre "
" Perché, non ti piace? Credi che mi passa inosservato il tuo modo di guardarla...non sono scema "
" Che c'entra...e una bella donna "
" Si si... Ovvio raggirare la realtà dei fatti, per te. Ovvio che ti ha eccitato e magari quando sei tornato a casa ti sei anche masturbato"
"Dai Antone'... è stata una cosa intensa...non me lo sarei mai aspettato "
" L' altra volta sono rimasta per molto tempo a guardarli, sai?"
" Addirittura... e sempre sulle balle di paglia?"
"Si. Addirittura ho visto mamma che glielo leccava...come un gelato ".
Quelle parole fecero partire l'erezione all' istante mentre lei continuò alla descrizione di quella infrattata: "...si, come quella cosa al film"
" Ahh...pompino si dice" dissi.
" Pompino si dice? A ma sinceramente fa schifo... prendere in bocca dove fate la pipì "
Non risposi nulla, distratto più che altro dalle pulsazioni del cazzo eretto nei pantaloni: stavo scoppiando.
" Poi si è seduta sullo zio e ci dondolava..."
" Ma hai visto pure che..."
"Se ti riferisci che il pisello è entrato dentro...si! Lo visto eccome! Ti eccita molto, vero? Si vede come si è gonfiato!" disse ridacchiando.
" Scusami ma è troppo "
"La prossima volta possiamo rimanere di più se ti va"
" Ma a te da fastidio, lo so. Non voglio fare cose che a te non vanno!"
" Non preoccuparti. Sinceramente la cosa ha incuriosito anche me"
" Ti eccita "
" Non lo so... forse no"
" Bè...la circostanza gioca a tuo favore. Ma obbiettivamente parlando...o è si o è no. Esempio: non hai provato niente a vedere il pene... "
" Ho visto anche il tuo. Se proprio lo vuoi sapere la risposta è no. Credo che non mi interessa...non so sono confusa "
" Credi che non sia per te? "
" E da tempo che ci penso, credo che i maschi non mi interessano. Lo dico a te che sei un amico "
" Non preoccuparti... siamo vicini...da sempre "
 
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Non diedi molto peso a ciò che Antonella mi ha confessato: anche se non fosse una top model, fisicamente era molto apprezzata da tanti: con quelle tettone sarebbe andata a colpo sicuro. Confessare la sua omosessualità lo credevo un azzardo, un pensiero temporaneo.
Tempo dopo riaffrontammo il discorso.
 
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Una domenica mattina Antonella venne da me: (ero solo in casa i miei erano fuori invitati a un ricevimento) ero da poco sceso dal letto , nonostante fossero le dieci.
Chiacchierando del più e del meno per un po', feci la domanda per quantomeno riprendere il discorso del momento.
"Allora Anto...sei ancora convinta di ciò che dicevi l'altro giorno".
"Credo di sì. I maschi non mi piacciono. Se proprio lo vuoi sapere a volte in bagno a scuola spio le altre e la cosa mi piace "
"Capisco" risposi rimanendo in silenzio per un po'"
" Che cosa non ti quadra? Non ti va l' idea che possa essere lesbica? "
"Assolutamente no... rispetto te e le tue scelte!"
"Penso che questo sia una cosa positiva. Almeno per noi due. Così possiamo frequentarci...senza fare danni"
"Ah pure questo è vero "
"Ti dispiace? "
" Non so "
" Come non sai. Pensi che prima o poi io e te avremmo fatto sesso? "
" Non lo faremo per non compromettere l'amicizia. "
"Giusto. Dimmi...ma come mi trovi, intendo come ragazza "
" Sei carina e sei corteggiata anche da altri "
" E la cosa non mi interessa e lo sai. "
" Appunto "
 
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Antonella continuò ancora a raccontare del suo segreto desiderio verso le ragazze, mostrando entusiasmo e eccitazione. Sentirla dire certe cose ovviamente eccitarono anche me, perdipiu vedendola che saltuariamente si toccava il seno o lo stringersi la mano tra le cosce, innescarono in me il desiderio di averla fisicamente: non avendo mai avuto modo di sesso reale con nessuna, con lei al mio fianco, il resistere si fece sempre più difficile .
" Che ne dici di andare a fare la spia a mia madre?"
"Anto...ma sei matta!"
" Lo so che ti piacerebbe. Dai che hai voglia...e si vede"
" Certo che mi hai fatto venire voglia...ma c'è un alternativa "
" Se l'alternativa sono io... scordatelo "
"Scherzo...su...lo sai"
"Lo so lo so... Dai andiamo a vedere che fanno quelli là "
"Perché... è con qualcuno?"
"Lo zio è fuori a lavorare i campi.. probabilmente per mezzogiorno rientra. Se siamo fortunati, li becchiamo di nuovo ".
" Sei così ottimista? Pensi che è una loro routine?"
" Si... andiamo "
Acconsentì e ci attivammo.
Ci recammo a piedi a casa sua, distante un centinaio di metri. Erano le 11.30 e la Lucia non era in casa ( a detta di Antonella era andata a messa e sarebbe tornata poco dopo mezzodì).
" Pensi che si incontreranno sempre nella stalla? L' altra volta c'era tua nonna in casa...ora no..."
" ...ma dovrei essere io! A parte che mio fratello tra un po' torna anche lui. Ovvio che si vedono là ".
Arrivati al retro di casa, una volta accertati che neanche lo zio fosse rientrato, ci intrufolammo dentro la stalla dove arieggiavano vari versi e coccodè qua e là.
" Appena sentiamo il rumore del trattore, ci nascondiamo lì" disse Antonella indicando un soppalco alto un paio di metri " lì non potranno vederci...ma senza fare rumore, mi raccomando" aggiunse.
Aspettiamo fino a mezzogiorno esatto per attivarci a nasconderci lassù: sarebbe stato un disastro se putacaso gli amanti avrebbero avuto la stessa idea di usare quel posto ( noi ragazzi azzardiamo non poco).
Minuti che passano e dello zio neanche l'ombra. Stavamo quasi per lasciare perdere e sentimmo la porta aprirsi: stavamo nascosti benissimo ( cosa che avevamo testato anticipatamente). Entrò Lucia e si guardò intorno rapidamente per poi uscire di nuovo: si capì che era in attesa del cognato. Minuti dopo il rombo di un trattore: lo zio che rientrava. Lucia di nuovo piombò dentro la stalla, lasciando la porta aperta e accomodando un telo che aveva con sé su delle balle adagiate su un lato del posto a mo' di divano,per poi sedersi aspettando a gambe incrociate. Vestiva una lunga gonna , sembrava quasi una zingara dato il colore nero, così come la camicetta.
Lo zio non tardò molto, la cosa confermò che era tutt' altro che casuale il loro clandestino incontro, perfettamente organizzato. Mi balenò l'idea del fratello in casa, in attesa del pranzo,ignaro di tutto, ma era una curiosità che tranquillamente lascia a momenti diversi da quello: il cazzo già mi pulsava alla grande.
" Cavolo... è tardissimo..." Sussurrò Lucia all' uomo mentre si alzò per avvicinarsi allo stesso. Venne chiusa la porta mentre già si attorcigliarono tra di loro, baciandosi e palpandosi.
"Dobbiamo fare presto... cazzo!" Mugolò la signora Lucia mentre lo zio si concentrava a palpare le grosse tettone ancora racchiuse dentro la camicia.
Lucia si scostò dall' uomo per sedersi di nuovo sulle balle e in automatico lo zio la seguì rimanendo in piedi dinanzi a lei e una volta toltasi la camicia e lasciarla cadere per terra, con pochi movimenti si libera le parti inferiori facendo cadere ai piedi i pantaloni sbottonati.
Il cazzo era già gonfio ma tendende verso il basso: era grosso e già si capiva. Lucia gli fece un sorriso mentre se ne impossessava con una mano, decimi di secondo dopo se lo mise in bocca.
Lo zio accompagnò con entrambi le mani appoggiate sulla testa di Lucia e con lenti movimenti di bacino, il pompino. I rumori di sciacquetti e slurp erano distinti, nonostante il baccano delle bestie che occupavano il locale.
Si dissero qualcosa che non capivo, poco dopo si staccarono, Lucia si alzò per disporsi sulle balle a gattoni: anche lo zio lo fece prendendo posto dietro di lei per alzargli la gonna e raggomitolarla dietro la schiena di lei. Lucia aveva il culo all' aria, senza intimo, belle chiappone che vedevo per la prima volta.
L' uomo rapidamente e accompagnando con la mano infilò il membro: pochi colpi leggeri ma dopo dinamicamente divento più forte e accelerato. Gemitavano entrambi sotto ogni colpo di una pecorina molto vivace. Poco dopo, anticipati da versi sempre più forti, lo zio lo tiro fuori, tenendosi il cazzo ed eruttando sperma sulle chiappe di lei.
 
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Oramai era un dato di fatto: Lucia era tutt' altro che casa e chiesa, anzi veramente maiala perdipiu' anche con il cognato.
Ovvio che io e Antonella abbandonammo il rifugio un bel po' di tempo dopo: rimasti soli fu la prima a dire qualcosa
" Ti è piaciuto lo spettacolo?"
" Continuo a non credere a tutto questo... incredibile!" risposi
" ...e non era un occasione per masturbarsi?"
" Si... infatti! Ma non sarebbe stato rispettoso nei tuoi confronti"
" Scemo...credi che mi sarei scandalizzata? Dai usciamo da qui e andiamo a pranzo. Mangi da me, giusto? Tanto i tuoi non ci sono!"
Accettai l' invito.
Entrammo in casa: Lucia era dietro i fornelli e quando si voltò disse:
" Amore, è un po' tardino per rientrare? Potevi anche anticipare tu almeno ad apparecchiare".
Antonella rispose qualcosa ma subito si attivo' per dare una mano alla madre.
Io rimasi immobile ad osservare le due: sembrava che nulla fosse successo, ognuno con i propri segreti e piccanti pensieri, di una donna che ha appena scopato in segreto con l' amante, di una ragazza che sembra divertirsi ed accettare le le morbosità della madre e del sottoscritto che si sentiva scoppiare entrambi le teste: approfittai nell' usare il bagno e scaricarmi con una sega veloce.
 
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Nonostante la sega fatta, durante il pranzo il membro non ne volle sapere di stare a nanna. La presenza di Lucia di fronte a me e ravvicinata era benzina sul fuoco, e onnipresente in mente la scena di lei a pecora, sorridente e gemente a ogni di cazzo.
La camicia che indossava, abbottonata fino a qualche centimetro dall' attaccatura dell' enorme seno, non riusciva a nascondere i vari sobbalzi o saltuarie pressioni sul petto: si notava chiaramente, dato il poco spessore di tessuto, che non avesse il reggiseno e ricordando che prima in stalla non portasse neanche le mutande, era tutt' altro che tranquillizzante per me. Desideravo molto di più di una semplice sega, quella donna mi stava facendo perdere la testa e il tutto poteva rendere anche un mucchio di guai: figurati se Lucia potesse perdere tempo con un marmocchio come me. Poteva essere troia si ma non pedofila, a parte che mi ha visto nascere e crescere.
Dopo pranzo guardammo un po' di TV e a una certa decidemmo di andare a fare un giro in bici, malgrado il mio desiderio di rimanere ancora nei paraggi di Lucia.
Appena soli, Antonella sferrò una delle sue domande a trabocchetto:
" ... Vedo chiaramente e non con stupore che la mamma ti interessa!"
" Ma che dici! Si...va bè... Con tutto quello che ho scoperto è inevitabile farci un pensierino "
" Non succederà... spero "
" Non penso proprio... figurati a me"
" Ma ti piacerebbe..." aggiunse Antonella sghignazzando.
" È una sofferenza così... non puoi capire "
" Lo capisco benissimo... anzi! Ma forse ho esagerato a esporre la cosa"
" Io sto cercando in tutto per tutto di rimanere rispettoso a te "
" Lo so... Ti ammiro tanto per questo. Credo che altri avrebbero ceduto. Mi sono meravigliata molto al fatto che hai resistito a masturbarti quando stavamo là. Sei bravissimo a controllarti"
" Non puoi immaginare con che fatica "
" ...ma potevi farlo! Tanto lo hai già fatto... almeno per un po'".
"Pazienza "
"Perché non arriviamo alla vecchia fonte? Lì ci riposiamo un po' ". Non dissi nulla e obbedii. Che tipo di riposo voleva intendere non so, ma in me il bisogno impellente di sesso mi rendeva incapace di pensare in modo serio: non nego che mi sarebbe piaciuto soddisfarmi con la mia amica del cuore.
Scendemmo giù per un viottolo sterrato che portava a una fonte. Eravamo soli e intorno solo rumori della natura. Insieme lasciammo le bici ma io fui il primo a sistemarmi su un muretto in marmo: Antonella si concentrò ai piedi di un albero di fichi per coglierne qualcuno e mangiando si avvicinò a me.
" Mangi sola?"
" Non penso proprio che tu abbia bisogno di frutta".
Sorrisi a queste parole e anche lei. Non dissi nulla, continuando ad osservarla e cominciando a trattarmi tra le gambe.
Antonella non si curò più di tanto a ciò che la mia mano facesse e io continuai a farlo per un po'.
L' erezione era perfettamente completa: non esitai a tirarlo fuori, mettendo in piena visione il ceppo, scappellandolo e facendolo dondolare lentamente in aria: Antonella lo guardo impassibile, come se fosse cosa insignificante, di poco interesse.
" Zione ce più grosso diel tuo!"
" Tuo zio non è di questo mondo" risposi ridendo e cominciando a fare su e giù con la mano.
" Ti piace farlo?"
" In mancanza d'altro..." accompagnai la risposta con un altra risata aumentando il ritmo della sega.
" ...e quando tirerà fuori quella cosa..."
" La sborra? Tra un po'..."
"Sborra...Ah si sborra". Fino ad allora non avrei scommesso un soldo di segarmi dinanzi ad Antonella e lo stavo facendo.
Non disse più niente e si avvicinò a me sedendosi a fianco: d'istinto con la mano libera gli palpai un seno. Non disse niente e continuai a farlo: nonostante sotto maglietta e reggiseno era piacevole al tatto, pieno e prorompente, anche se era la prima volta che tastavo una tetta, perdipiu' la sua.
Quando venni, zampilli multipli di sperma che in parte la colpirono: sorpresa ci si fece altre risate cercando invano di proteggersi.
 
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Da quel giorno, situazioni permettendo, Antonella mi fece compagnia durante le seghe. Non andò oltre: si faceva palpare si, soprattutto le tette. Desideravo di vederle scoperte ma non me lo concesse. Non insistetti più di tanto, era già troppo strano tutto ciò.
Altro mio desiderio ricorrente era sua madre, obbiettivo impossibile da raggiungere, rimaneva di accontentarsi di andarla a spiare mentre scopava col cognato. Non avemmo molta fortuna, purtroppo, di beccare i due amanti per un po' di tempo, ma con attenzione e pazienza capitò di nuovo..
 
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Dopo innumerevoli tentativi, infatti riuscimmo a beccare una nuova situazione.
Sempre di domenica mattina, accertate le condizioni favorevoli ( lo zio a lavoro in campagna e sta madre a partecipare alla messa domenicale e il fratello di Antonella fuori per il torneo di calcio), prendemmo posto nel rifugio adipito al sesso sfrenato ,mascherato da innocente stalla per animali, nascondendoci anticipatamente.
L' attesa era sempre emozionante e morbosa: non si sapeva se fossimo più depravati noi spioni che loro che praticavano. Il cazzo già mi premeva forte, con disinvoltura me lo tirai fuori e me lo accarezzai delicatamente.
" Che fai! Già cominci" sussurrò Antonella addirittura mettendo la mano sulla bocca.
Non risposi e mi misi più comodo distendendomi e dare più sfogo all' erezione: spazio ne era poco e i nostri corpi erano appiccicati. Continuai il massaggio al membro dedicandomi con la mano libera a palpare le chiappone di Antonella distesa a pancia in giù: se lo fece fare tranquillamente.
Sentimmo delle voci provenienti da fuori e fermai l' attività di menare. Subito dopo la porta si aprì: lo zio entra in compagnia di un altro tipo, mai visto fino a quel momento. Lasciarono la porta aperta mentre discutevano di qualcosa, probabilmente di lavoro.
Il momento che il pensiero andò alla modalità tipo " mi sa che anche questa volta non si fa nulla" entrò Lucia, salutando gli uomini e chiudendo la porta e scusandosi del ritardo. Indossava un camice casalingo e ciabatte (probabilmente dopo rientrata si andò a cambiare), non perse tempo a interagire con i due con battute anche spinte. Capii che non conosceva il nuovo tipo, dato che lo zio glielo ha presentato.
Fu proprio lo zio a iniziare le danze, prendendo Lucia da dietro e abbracciarla indirizzando le mani sulla balconata della donna, che non si oppose minimamente, anzi. Infatti poco dopo, sganciando uno ad uno i bottoni del camice, Lucia si libero' di esso, mettendo in bella mostra il suo corpo nudo: anche in quell' occasione non indossava intimo.
Fu devastante vederla completamente nuda, in prima linea le grosse tettone che spaziavano libere.
Gli uomini gradirono lo spettacolo alternandosi a palparla dappertutto: dopo poco la donna invitò i due con tono autorirario di spogliarsi.
 

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