Esperienza reale Bellafalena

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OttoRay

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Quando quel giorno ci salutammo non era scontato che ci saremmo rivisti. Era difficile soltanto pensarlo. Ero stato l’amante per qualche ora. Non potevo diventare un amante a tempo pieno. Non c’era la possibilità di frequentarsi con costanza, non era possibile rubare il tempo per un incontro in maniera continuativa come fanno gli amanti classici, che magari vivono nella stessa città o vicino. Quando salii in auto ero quasi certo che, seppur ci fossimo trovati così bene, seppur avessimo subito manifestato una certa intesa, non solo sessuale, la nostra era una storia destinata a finire. A spegnersi lentamente così come si era sviluppata. Conosciuti in chat, prima dell’incontro avevamo passato ore al telefono a raccontarci, a conoscerci senza filtri, ma adesso? Dopo essere stati insieme, dopo aver scopato, dopo che mi aveva concesso la fica, il culo e scelto la mia sborra da bere per la prima volta, le nostre telefonate che tenore avrebbero avuto? Quanti mesi sarebbero passati prima di un nuovo incontro. Non avrei aspettato un altro anno nell’attesa di una donna. La mia vita non poteva fermarsi ad aspettare che la Bellafalena si posasse di nuovo su di me. La reciproca curiosità poteva scemare. Era probabile che l’interesse che tanto ci aveva stimolato prima di incontrarci, avrebbe potuto affievolirsi e perdersi di vista poteva essere una conseguenza normalissima. In entrambi sarebbe rimasto il ricordo di un piacevolissimo incontro e di una scopata memorabile. Eravamo destinati a separarci, questo pensavo in autostrada mentre la salutavo attraverso lo specchietto retrovisore. Ma non fu così. Continuammo a sentirci. Certe volte mi telefonava con il marito a casa. Una di quelle volte mi disse che dovevamo assolutamente rivederci perché aveva una sorpresa per me che mi sarebbe piaciuta, ma non aggiunse altro. Troppo curioso, troppo pokerista per non andare a vedere il piatto. All in! Qualche settimana dopo stessa casetta al mare. Mi fa mettere seduto sul divano e mi dice di tenere gli occhi chiusi.


Eseguo.


Sento che traffica in bagno, ma io, ligio al dovere, rispetto la consegna. Occhi chiusi.


Esce.


“Quando senti la musica apri gli occhi”


Parte la canzone (Sade, “Smooth operator”) e apro gli occhi, perché sono un ragazzo ubbidiente.


Aveva preparato la coreografia di uno spogliarello (il primo di una lunga serie durante gli anni a venire - in tutti i sensi).


Cercai di resistere il più possibile ma quando era completamente nuda (solo con i tacchi) la appoggiai al muretto che divideva la cucina dal salotto… e fu la più bella inculata della mia vita (e credo anche della sua)
 

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Inculocs

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Quando quel giorno ci salutammo non era scontato che ci saremmo rivisti. Era difficile soltanto pensarlo. Ero stato l’amante per qualche ora. Non potevo diventare un amante a tempo pieno. Non c’era la possibilità di frequentarsi con costanza, non era possibile rubare il tempo per un incontro in maniera continuativa come fanno gli amanti classici, che magari vivono nella stessa città o vicino. Quando salii in auto ero quasi certo che, seppur ci fossimo trovati così bene, seppur avessimo subito manifestato una certa intesa, non solo sessuale, la nostra era una storia destinata a finire. A spegnersi lentamente così come si era sviluppata. Conosciuti in chat, prima dell’incontro avevamo passato ore al telefono a raccontarci, a conoscerci senza filtri, ma adesso? Dopo essere stati insieme, dopo aver scopato, dopo che mi aveva concesso la fica, il culo e scelto la mia sborra da bere per la prima volta, le nostre telefonate che tenore avrebbero avuto? Quanti mesi sarebbero passati prima di un nuovo incontro. Non avrei aspettato un altro anno nell’attesa di una donna. La mia vita non poteva fermarsi ad aspettare che la Bellafalena si posasse di nuovo su di me. La reciproca curiosità poteva scemare. Era probabile che l’interesse che tanto ci aveva stimolato prima di incontrarci, avrebbe potuto affievolirsi e perdersi di vista poteva essere una conseguenza normalissima. In entrambi sarebbe rimasto il ricordo di un piacevolissimo incontro e di una scopata memorabile. Eravamo destinati a separarci, questo pensavo in autostrada mentre la salutavo attraverso lo specchietto retrovisore. Ma non fu così. Continuammo a sentirci. Certe volte mi telefonava con il marito a casa. Una di quelle volte mi disse che dovevamo assolutamente rivederci perché aveva una sorpresa per me che mi sarebbe piaciuta, ma non aggiunse altro. Troppo curioso, troppo pokerista per non andare a vedere il piatto. All in! Qualche settimana dopo stessa casetta al mare. Mi fa mettere seduto sul divano e mi dice di tenere gli occhi chiusi.


Eseguo.


Sento che traffica in bagno, ma io, ligio al dovere, rispetto la consegna. Occhi chiusi.


Esce.


“Quando senti la musica apri gli occhi”


Parte la canzone (Sade, “Smooth operator”) e apro gli occhi, perché sono un ragazzo ubbidiente.


Aveva preparato la coreografia di uno spogliarello (il primo di una lunga serie durante gli anni a venire - in tutti i sensi).


Cercai di resistere il più possibile ma quando era completamente nuda (solo con i tacchi) la appoggiai al muretto che divideva la cucina dal salotto… e fu la più bella inculata della mia vita (e credo anche della sua)
Complimenti, bel racconto
 
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OttoRay

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Le affinità, la complicità, il senso di appartenenza aumentavano. La distanza, però, rimaneva la stessa e per tener viva la voglia, nell’attesa di un nuovo incontro, mi mandava delle foto per ricordarmi cosa mi aspettava quando ci saremmo rivisti.
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Se acquistava delle scarpe mi inviava delle foto per chiedermi un parere prima dell’acquisto. E una volta comprate mi spediva delle foto per farmi vedere come le stessero.
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Decise di venire a Roma per incontrarmi. Non so che scusa avesse inventato con il marito. Aveva prenotato una camera in albergo. Io rilanciai la posta. Volevo che provasse con me un’altra cosa che non aveva mai fatto e che io, invece, con la mia ultima “fidanzata” avevo sperimentato più volte con reciproco piacere. Il pissing anale. Accettò. Dietro questa pratica, l’uomo che piscia dentro il culo della partner, c’è una filosofia possessiva. È il lupo che segna il proprio territorio. Tecnicamente bisogna avere il cazzo barzotto, ma non duro, sennò è quasi impossibile riuscire a pisciare durante la penetrazione. E così diventai il lupo di Bellafalena. Quando, successivamente, ci capitava di mangiare al ristorante e lei mi invogliava a bere, sapevo che era pronta e vogliosa di essere invasa di nuovo. Una storia che è iniziata nel 2004 e che mi auguro non finisca mai. Durante questo lasso di tempo io ho avuto altre donne e lei altri uomini, ma la nostra unicità non mai è stata intaccata e, negli ultimi anni, abbiamo eletto come città per i nostri incontri: Firenze. Lì, liberi da tutti, siamo una coppia di innamorati che vivono per qualche giorno insieme e l’alchimia della nostra intesa raggiunge il traguardo più difficile: il piacere di stare insieme.
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P.S. il mio finisce qui, sperando sia stato di vostro gradimento.L’ultima foto me l’ha mandata a novembre 2020 per il mio compleanno.
 

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Le affinità, la complicità, il senso di appartenenza aumentavano. La distanza, però, rimaneva la stessa e per tener viva la voglia, nell’attesa di un nuovo incontro, mi mandava delle foto per ricordarmi cosa mi aspettava quando ci saremmo rivisti.
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Se acquistava delle scarpe mi inviava delle foto per chiedermi un parere prima dell’acquisto. E una volta comprate mi spediva delle foto per farmi vedere come le stessero.
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Decise di venire a Roma per incontrarmi. Non so che scusa avesse inventato con il marito. Aveva prenotato una camera in albergo. Io rilanciai la posta. Volevo che provasse con me un’altra cosa che non aveva mai fatto e che io, invece, con la mia ultima “fidanzata” avevo sperimentato più volte con reciproco piacere. Il pissing anale. Accettò. Dietro questa pratica, l’uomo che piscia dentro il culo della partner, c’è una filosofia possessiva. È il lupo che segna il proprio territorio. Tecnicamente bisogna avere il cazzo barzotto, ma non duro, sennò è quasi impossibile riuscire a pisciare durante la penetrazione. E così diventai il lupo di Bellafalena. Quando, successivamente, ci capitava di mangiare al ristorante e lei mi invogliava a bere, sapevo che era pronta e vogliosa di essere invasa di nuovo. Una storia che è iniziata nel 2004 e che mi auguro non finisca mai. Durante questo lasso di tempo io ho avuto altre donne e lei altri uomini, ma la nostra unicità non mai è stata intaccata e, negli ultimi anni, abbiamo eletto come città per i nostri incontri: Firenze. Lì, liberi da tutti, siamo una coppia di innamorati che vivono per qualche giorno insieme e l’alchimia della nostra intesa raggiunge il traguardo più difficile: il piacere di stare insieme.
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P.S. il mio finisce qui, sperando sia stato di vostro gradimento.L’ultima foto me l’ha mandata a novembre 2020 per il mio compleanno.
Bella storia complimenti!
Ma alla fine io marito l'ha lasciato o continua a cornificarlo all'infinito?
 

Slupettipz

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LUCANIA
Questa storia comincia nel 2004. Da poco trentottenne avevo un appuntamento, per motivi familiari, con il mio avvocato. Trovandomi in zona un paio di ore prima, decisi di passare un po’ di tempo in un internet point e feci una cosa che non avevo mai fatto prima: entrai in una chat. Non sapevo nemmeno come funzionasse (non sono mai stato particolarmente abile con queste “nuove possibilità” e all’epoca ancora meno), ma, dopo qualche tentativo, capii il procedimento. Apparve una lista di nomi che scorsi rapidamente. Quando lessi “Bellafalena” scrissi “Ciao”. Speravo che dietro quello pseudonimo si celasse una donna e con delle domande di circostanza, senza essere diretto, capii che dall’altra parte c’era una ragazza. Meno male. Non avevo nessuna voglia di chattare con un uomo. Da circa un anno era finita una mia relazione con una ragazza con la quale avevo fatto belle scopate, anale a perdifiato, pissing, incontri, scambi e gangbang. Mettevamo in pratica le nostre fantasie che spesso coincidevano. Mai stato né un cuckold, né bisex. Ho sempre partecipato attivamente con la mia come con le donne degli altri. Se c’è complicità sessuale, parità e fantasia, per me la coppia fa bene ad avere il letto aperto. I sentimenti non vengono intaccati. La nostra storia non finì per problemi di sesso, ma per ben altro. Comunque, dopo un anno, mi trovavo a chattare da subito e in modo molto amichevole con “Bellafalena”. Era divertente, spigliata e provai subito una sensazione di affinità. Ventisette anni, sposata da qualche mese, era da poco uscita dal lavoro e stava a casa da sola ed era, anche per lei, una delle prime volte in cui entrava in una chat. Scoprimmo che abitavamo a quasi 400 km di distanza, ma questo non inibì i nostri dialoghi. Nessun doppio senso, nessun triplo gioco di parole, solo il piacere di passare del tempo insieme. Poteva finire tutto lì. Non sarebbe stato inusuale, né sconveniente. Poteva essere nell’ordine naturale delle cose, invece era il primo gancio con il quale il destino decise di calamitarci. Quando stava per scadere l’ora di tempo (mi era volata) riuscii proprio negli ultimi secondi a inviarle il mio numero di cellulare, ma non facemmo in tempo a salutarci. Uscii dall’internet point. Salii in auto, accesi il motore, mi immisi sulla strada, feci qualche centinaio di metri e squillò il cellulare. “Numero sconosciuto” apparve sul display. Risposi. Una voce di donna: “Ciao. Sono “Bellafalena”.


Prima che me lo chiediate: ci saranno anche delle foto (tante), ma seguiranno il corso della storia…
Nell'inizio.
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Bel racconto, scritto bene, molto coinvolgente.
Foto spettacolari.
 

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