Esperienza reale Ci vuole pazienza...

Io1979

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Avevamo lavorato duro tutto l’anno e la necessità di staccare si faceva sentire; organizzammo per il mese di giugno una vacanza di dieci giorni che avremmo trascorso in un villaggio turistico sulla costa dello Yucatan in Messico paese che adoriamo.

Naturalmente la mia mente si mise in movimento; già all’uscita dall’agenzia dopo aver prenotato ne parlavamo contenti, Ada era entusiasta come una bambina di tornare in Messico, ed io dissi enigmaticamente, ma non troppo:

“Questa vacanza capita proprio bene, ora che abbiamo ripreso i nostri “giochini”….chissà…”

Ada mi guardò e fece uno sbuffo dalla bocca:

“Pffffhhh… sapevo che prima o poi sarebbe tornato questo tema…”

“beh…sai…” risposi facendo il vago

“senti Paolo, inutile che ci giri intorno, anch’io in questo tempo ho a volte pensato a questa cosa, e tu che mi conosci lo sai che mi vergogno al solo pensiero; finora i nostri giochini sono stati tra noi , gli altri che abbiamo coinvolto sono state figure più o meno passive che abbiamo usato per i nostri fini. ma se andassimo avanti con quello che pensi dovremmo coinvolgere un’altra persona in maniera estesa e più intima e…. io so che mi sentirei in imbarazzo totale… non so se potrei”

Capivo che Ada era come sempre razionale e sincera, ma l’unica cosa che la mia mente fissò fu “se il problema ora rimane solo la timidezza e l’eventuale impaccio… allora…

Ripetemmo un po’ i soliti discorsi già fatti in precedenza e tutto come al solito rimase lì a mezzaria, ne si ne no, forse, ma anche no, e solo se si fosse verificata un’occasione spontanea…

Già facile a dirsi e come si può creare un’occasione spontanea, naturale, in cui puoi fare in modo che tua moglie seghi o spompini un estraneo? Nonostante tutta la fantasia che ci mettessi trovavo veramente difficile anche immaginarmela, visto che appunto non siamo tipi da buttarsi in situazioni estreme tipo privè, locali particolari od altro; Ada non mi avrebbe mai seguito in un percorso del genere e anch’io non glielo avrei mai proposto. Decisi quindi di lasciare la mente libera quanto possibile ed arrivammo al momento della partenza del viaggio senza aver più accennato all’argomento.



Il villaggio era bellissimo e così la spiaggia. Il nostro bungalow era un piccolo appartamento costituito in pratica di una camera, più una piccolo disimpegno accanto comunicante con un arco a destra del quale c’era il minibagno mentre a sinistra una piccola scrivania da appoggio e dei ripiani incassati nel muro a simulare un armadio aperto; fuori c’era un piccolo patio con l’immancabile amaca messicana; all’interno della camere c’era una dolce penombra che contrastava con la luminosità esterna; avevamo avuto la fortuna (ma erano state più alcune conoscenze giuste in agenzia) che il bungalow era situato nella seconda fila dalla spiaggia, per cui praticamente scendevamo direttamente in spiaggia appena usciti dalla porta di casa.

La sistemazione ci piaceva tantissimo, la spiaggia pure, avevamo già programmato alcune gite “archeologiche”, insomma ci piaceva tutto e ci buttammo nella vacanza a capofitto dimenticando tutto il resto.

Il giorno dopo il nostro arrivo eravamo andati in spiaggia presto e verso mezzogiorno , visto il caldo, decidemmo di tornare in camera e, appena entrati trovammo il ragazzo che stava finendo le pulizie; si presentò molto cordialmente, disse di chiamarsi Diego e che era il nostro addetto al rifacimento della camera. Era un ragazzo carino sui 20-22 anni di aspetto tipico latino, pelle leggermente ambrata e parlava un Italiano quasi perfetto (a parte gli articoli che tutti gli stranieri non usano). Ci fermammo un po’ a parlare e ci spiegò molto timidamente che sapeva bene la lingua perché la sua famiglia era molto povera e lui era cresciuto in una missione di religiosi italiani e questo lo aveva alla fine favorito nel lavoro perché in quella zona gli Italiani presenti nei villaggi erano molti e per lui trovare lavoro era facile. Mentre stavamo parlando Ada si accorse che sul letto, fatta con gli asciugamani opportunamente piegati (lo fanno abitualmente nei villaggi) c’era la figura di un Elefante e rimase entusiasta come una bambina ( è un suo punto debole se voglio farla felice so che devo regalarle un animalino di peluche). Fece un sacco di complimenti a Diego per la sua bravura e lui visibilmente emozionato disse che tutte le mattine ci avrebbe fatto trovare una composizione diversa.

Ci disse inoltre che lui la sera verso le 19 aveva l’incombenza di fare un giro veloce di controllo ai bungalows passando senza fermarsi nell’eventualità ci fossero problemi o inconvenienti o se avessimo avuto qualsiasi necessità.

L’atmosfera ci eccitava, le giornate passate in spiaggia e senza pensieri alla sera ci portavano addosso un senso di euforia che si trasformava in attività sessuale intensa. I nostri “giochini” erano ripresi, ma avevamo fatto solo cose banali.

Un giorno eravamo andati con un bus da 12 posti a vedere delle rovine Maya vicino ad una spiaggia e dopo il guidatore del pulmino ci aveva portato ad una spiaggia vicina, molto piccola, Eravamo in 12 persone che si erano sparpagliate su questo fazzoletto ,alcuni facevano il bagno ma l’acqua era gelida e noi avevamo soprasseduto. Eravamo seduti su un asciugamano un po’ in disparte e vicino a noi c’era anche il guidatore del pulmino con cui avevamo parlato degli scavi . Ada aveva comprato per le vacanze alcuni costumi e oggi indossava un due pezzi color lavanda con mutandine con i laccetti laterali, e un top fatto di due coppette a triangolo con un laccio dietro ed uno legato al collo. Il guidatore non era rimasto indifferente ad Ada e soprattutto alle sue tette meravigliose che compresse nel costume sembravano spingere per uscire.

Ci eravamo accorti della cosa ed era intercorso tra noi uno sguardo complice, Ada mi fece un piccolo sorriso guardandomi da sotto gli occhiali

“stai a vedere…” mi bisbigliò

Mise le mani dietro al laccio del costume al collo, lo sciolse e come spesso fanno le donne per non avere righe aull’abbronzatura , se lo legò nuovamente dietro sulla schiena insieme all’altro laccio; sistemate in questo modo le due coppette senza la trazione del laccio in alto contengono ed aderiscono meno e si spostano un po’ ai lati dei seni; in più Ada aveva sapientemente riannodato il laccetto lasciandolo molto lento. Fatto questo si rimise sdraiata in posizione diversa più vicina al guidatore. Dopo pochi secondi buttò lì a voce alta per attirare l’attenzione ed alzandosi in ginocchio sull’asciugamano

“Che stupida sono se non mi metto la crema oggi arrostisco”

La borsa però era lontana , praticamente tra la borsa ed Ada c’era il guidatore (non era un caso Ada l’aveva spostata poco prima) , cosicchè in ginocchio sulle sue gambe a circa un metro da guidatore gli chiese se poteva passarle la borsa; lui la prese e stese il braccio verso Ada, che per arrivare a prenderla si spostò in avanti appoggiando una mano a terra; già le sue tette in questa posizione cominciarono a penzolare e spingere da dentro il costume pericolosamente. Il tocco finale lo dette Ada che consapevole di quello che stava facendo allungò il braccio destro stendendolo il più possibile per raggiungere la borsa; Le sue tette sgusciarono fuori insieme dal reggiseno con un movimento che a me fa sempre impazzire e rimasero ballonzolanti in faccia al guidatore che era pietrificato con la borsa in mano. Ada naturalmente si prese tutto il tempo possibile per ricomporsi, scusandosi e giustificandosi con un risolino. Era stato un giochino banale, un po’ stupido, ma tanto bastò per eccitarci, anche se in camera ridemmo allegramente sulla faccia che aveva fatto il guidatore.

Nei giorni successivi ci dividemmo tra la spiaggia ed alcune attività organizzate. Quando restavamo alla spiaggia del villaggio andavamo la mattina abbastanza presto e tornavamo al bungalow verso mezzogiorno perchè il caldo e il sole diventavano insopportabili; quasi sempre incrociavamo Diego che stava finendo la nostra camera ed Ada lo riempiva di complimenti per le sue creazioni con gli asciugamani che lasciava sul letto, quando una giraffa, un coccodrillo,un cane,un serpente devo dire che era veramente bravo. La sera dopo esserci sistemati e docciati passavamo qualche momento prima della cena nel patio , sull’amaca che ci litigavamo.

Quasi sempre Diego passava e si fermava a parlare con noi ed altri ospiti italiani, diceva che gli faceva piacere parlare italiano; era un ragazzo con un bel sorriso, simpatico ma, nonostante il suo lavoro a contatto con le persone molto timido ed impacciato a volte.

E’ ovvio,che ve lo dico a fare, che una mezza idea mi era venuta, ma Diego era così naif, così lontano da qualcosa di sensuale che il pensiero mi aveva soltanto sfiorato, anche se in una conversazione si era fatto sfuggire un commento di ammirazione verso Ada ma così impacciato che non gli diedi considerazione

A cena andavamo nei vari ristoranti etnici del villaggio o fuori al più vicino centro abitato.

Qui Ada metteva in atto qualche “giochino” giusto per eccitarci un po’ per la serata.

Solitamente metteva o abitini estivi corti e scollati o quei vestitini tipo maglia fine elastica che non hanno spalline ma che si reggono al di sopra del seno. Naturalmente era una lotta farglieli mettere senza reggiseno sotto; diceva che erano sconci, che si vergognava…protestava, ma alla fine cedeva. Ed era uno spettacolo, le sue tette che si muovevano ( e come si muovevano!) sotto e i suoi capezzoli che si intuivano spingere, mi davano un senso di euforia ed anche Ada alla fine si sentiva coinvolta abbandonando tutte le sue paranoie.

Durante la cena se eravamo in posizione non troppo esposta, (ma sceglievamo locali sempre non affollati e piuttosto intimi) la esortavo a farsi vedere; allora Ada se aveva il vestito di maglia tirava giù furtivamente l’orlo al di sotto delle tette liberandole e restando così finchè non arrivava qualcuno; con il vestito con le spalline c’era anche poco bisogno di lavorarci, perché le spalline tendevano a scendere da sole e bastava che Ada scrollasse un po’ le spalle che le scendevano fin quasi a mostrare i capezzoli. Tutte le sere bevevamo vino ed Ada dopo un po’ lasciava andare le sue ritrosie; vedevo dai suoi occhi lucidi quando il vino aveva fatto effetto ed allora cominciava ad allentare i suoi freni. Una sera che io ero particolarmente insistente e lei più brilla del solito avevamo fatto tardi eravamo rimasti gli unici ai tavoli , c’era un cameriere con dei baffettini che insistentemente girava intorno al nostro tavolo con aria un po’ insolente.

Dentro di me ero sempre attento a cercare di cogliere una situazione , una sfumatura che ci potesse far mettere in atto quello che io volevo e che Ada non aveva ancora accettato, ma che in ogni caso (SE) avrebbe dovuto avvenire quasi casualmente. Nella mia testa e con la poca lucidità perché anche io avevo bevuto non poco, quel cameriere insistente poteva essere un occasione?

Avevo voglia di vederle le tette un ‘ultima volta prima di andare via e lo dissi ad Ada che con un risolino, più brilla di me, prese con tutte e due le mani l’orlo del vestito di maglia e se lo tirò giù lentamente.

Nella penombra del separè le sue tette piene comparvero splendide nel loro contrasto tra la parte abbronzata e la parte ancora chiara dove si stagliava un’areola rosea con al centro un capezzolo scuro e turgido. Rimase così qualche secondo poi tirò su il vestito di nuovo.

Con la coda dell’occhio vidi alla mia destra, nell’altro separè comparire il cameriere, che non avevo notato; non so quanto ma qualcosa doveva aver visto a giudicare dal risolino furbetto che aveva stampato in faccia

Al momento di pagare il cameriere venne al nostro tavolo con fare molto sdolcinato, aveva cambiato atteggiamento ,quando Ada accennò ad alzarsi si prodigò a toglierle la sedia ed accennò un quasi baciamano e le disse (solo a lei) con tono sfacciato e guardandola negli occhi (dimenticavo, era italiano anche lui)

“spero che la signora abbia gradito, e di qualsiasi cosa avesse bisogno io sono qua” calcando sulla parola qualsiasi.

Devo dire che se avevo minimamente pensato a lui come possibile soggetto per i miei progetti, il suo comportamento mi dette fastidio, lo trovai eccessivamente volgare ed indisponente, non tanto per quello che aveva detto ma per i modi viscidi che aveva avuto e che mi è difficile far capire per scritto. Ada aveva avuto la stessa sensazione e me lo confermò non prima di avermi fatto una mezza scenata semiseria, sul fatto che le facevo fare sempre quelle figure, ma anche lei ormai brilla non si prendeva troppo sul serio e finimmo a riderne tutti e due sotto la luna sul lungomare.

…(continua)…

P.S. questo è più o meno quello che ha visto sulla spiaggia il guidatore del pulmino
Beato il guidatore. 😜
 

Simon95

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Bellissimo racconto soprattutto perché mi rivedo molto in te e rivedo mia moglie negli atteggiamenti restii della tua. Anche la mia negli anni passati ogni tanto si lasciava convincere a fare qualcosa di soft ma poi con gli anni (e i figli) abbiamo smesso del tutto e se anche provo solo a tirar fuori l'argomento si incazza di brutto
 
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kebos

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Bellissimo racconto soprattutto perché mi rivedo molto in te e rivedo mia moglie negli atteggiamenti restii della tua. Anche la mia negli anni passati ogni tanto si lasciava convincere a fare qualcosa di soft ma poi con gli anni (e i figli) abbiamo smesso del tutto e se anche provo solo a tirar fuori l'argomento si incazza di brutto
Già, allora mi capisci, per quanto lavoro c'è dietro ;), quanta pazienza e sopratutto quanta incertezza
 
OP
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kebos

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I giorni passavano e noi ci godevamo la nostra vacanza, che ci stava piacendo tantissimo; eravamo rilassati, contenti, molto attivi a letto ma avevamo anche moltissimi momenti in cui ci ritrovavamo dolcemente e teneramente nelle nostra intimità lasciando fuori tutto il resto del mondo, anche se purtroppo il tempo passava velocemente,

Quella mattina il tempo non era bello, aveva appena fatto uno di quei temporali tropicali tipo fine del mondo ed ora a parte essere tutto bagnato c’erano ancora nuvoloni neri. Decidemmo di andare alla cittadina vicina per un giro e verso le 11 tornammo al villaggio perché stava un po’ rischiarando e volevamo provare ad andare in spiaggia anche se ancora non era bellissimo. Il giorno precedente avevamo noleggiato un quad per un giro sulle dune li al villaggio e ci avevano chiesto di lasciare i passaporti per il noleggio, poi ci eravamo dimenticati di ritirarli, per cui passammo dalla reception e li recuperammo e ci dirigemmo al bungalow per rimetterli nella cassaforte. Passammo quindi dalla camera e trovammo gli italiani che stavano vicini a noi tutti agitati perché durante il temporale era entrata acqua nel loro bungalow, ci fecero vedere e stavano aspettando gli operai per sistemare.

Dopo andammo in spiaggia ma il tempo non era bellissimo, era già più di mezzogiorno ma non faceva certo un gran caldo. Improvvisamente sentimmo chiamare “senora Ada… senora… senora” era Diego che stava correndo verso di noi con in mano qualcosa; arrivato ci consegnò il borsello dove tenevamo tutte le nostre cose Passaporti, carte, soldi , che avremmo dovuto rimettere in cassaforte ma che Diego aveva trovato sul tavolo del patio dove per sbadataggine lo avevamo lasciato forse distratti dal parlare con i vicini .

Tornammo alla camera con lui e rimettemmo tutto a posto, lo ringraziammo e gli allungammo una consistente mancia , che lui inizialmente non voleva e ci volle un bel po’ a convincerlo che ci aveva fatto un grande favore e se la meritava. Ormai si era fatto tardi ed andammo a mangiare, ma il pomeriggio visto che il tempo si era rimesso tornammo in spiaggia.

Sotto l’ombrellone la mia testa vorticava e non è difficile indovinarne il perché; forse l’occasione che aspettavo poteva essere arrivata. Presi coraggio e cominciai:

“Diego è stato molto carino e prezioso oggi, a riportarci tutto….”

Ada rispose con un mugolio di approvazione mentre era intenta a fare il suo Sudoku

“Senti Ada…” il mio tono già diceva tutto

“pensavo che questa potrebbe essere l’occasione che aspettiamo…”

Non mi fece finire interruppe quello che stava facendo e guardandomi da sotto gli occhiali da sole :

“spiegati meglio” … stava giocando con me?

“Vedi pensavo che potresti fargli tu un ringraziamento tuo particolare; è l’occasione che…..”

“secondo te da due ore a questa parte io a cosa sto pensando?” mi interruppe

Ancora una volta credevo di essere io a condurre ma Ada era già un passo avanti a me.

“Davvero?” chiesi incredulo

“ beh, cosa credi, ne abbiamo parlato mille volte…”

“e quindi cosa ne pensi?” chiesi con una certa apprensione

“ Sono allo stesso punto, la curiosità c’è ma… “ esitò, “è una cosa che mi imbarazza, so che mi vergognerei, poi Diego è un ragazzo, non so , ho timore”…

Ad ogni sua scusa cercavo di controbattere ,con le solite già viste argomentazioni che vi risparmio, ormai era una scena che avevamo già fatto ed ero abbastanza preparato.

Con tutta la dolcezza possibile cercavo di tranquillizzarla, ma non era facile

“E poi se succedesse i giorni dopo come farei a guardarlo quando lo incontriamo, non potrei dall’ imbarazzo”

“Ada questi sono gli ultimi due giorni della nostra vacanza non penso che tu lo debba incontrare spesso …”

(Questa era stata facile!)

Ada tacque dubbiosa e si mise ad osservare il mare. Dopo qualche minuto si girò verso di me. Mi venne più vicino e guardandomi negli occhi con uno sguardo dolcissimo disse

“Lasciami del tempo per riflettere ancora; sono arrabbiata con me stessa , io per prima con le mie indecisioni; sai che ti amo tantissimo e per te farei di tutto, ma ancora una parte di me non riesce ad accettarlo. Lasciami tranquilla, non voglio fare cose di cui poi potrei pentirmi ed accusarti magari inconsciamente di avermi forzato… ti prego…”

La attirai a me e la baciai dolcemente e ripetutamente sulle labbra

“amore mio, sai che ti amo infinitamente, ti ringrazio per la tua sincerità, per l’amore che rivelano le tue parole, prenditi il tempo che vuoi, decidi come ti senti di fare, non devi assolutamente sentirti forzata. Io da questo momento non ti parlerò più di questa cosa, non ti chiederò risposte, se non la affronterai più capirò che la questione si chiude qui e continueremo ad amarci e rispettarci.”

Finimmo abbracciati sotto l’ombrellone a guardare il mare, incapaci di aggiungere altro. Devo dire che sinceramente mi ero emozionato a vedere e sentire parlare Ada; quanto la amavo!

Finimmo per trascorrere tutto il pomeriggio sulla spiaggia finchè non cominciò a fare buio. Al di la di quello che ci eravamo detti c’era tensione, ognuno di noi evidentemente era assorto nei suoi non facili pensieri; immaginavo Ada che si costringeva a pensare a cosa decidere, io da parte mia nonostante le parole dette non riuscivo a distogliere dalla mente il pensiero e dentro di me si rincorrevano mille congetture.

Sul tardi andammo a fare la doccia e poi ,visto che non eravamo molto affamati decidemmo di andare al self service a mangiucchiare qualcosa. Mentre ci preparavamo girando per la camera, ogni volta che eravamo vicini ci baciavamo o indugiavamo in contatti dolci e prolungati, Evidentemente la tensione che avevamo addosso ci portava a cercare un contatto fisico quasi a volersi rincuorare l’un l’altro.

Mentre ci vestivamo non potei fare a meno di ammirare Ada, che con la stagione estiva sfoderava un corpo di tutto rispetto; era abbronzata, con uno splendido contrasto con le parti coperte dal costume, bacino e parte delle tette (poco topless, troppa gente…) che biancheggiavano nella penombra della camera. I suoi seni mentre girava nuda per la camera si muovevano armonicamente, ammiravo l’elasticità delle sue gambe ed i suoi piedini piccoli e di una sensualità unica….

Aveva messo un paio di mutandine bianche, molto ridotte, non proprio un perizoma ma comunque lasciavano scoperta buona parte del suo sedere. Aveva indossato un vestitino da mare giallo con spalline fini e con un leggero scollo a V , niente di che ma le tette che lo riempivano da sotto gli davano un suo perché; il vestito arrivava un pezzo sopra il ginocchio e in fondo aveva dei bellissimi disegni di palme coloratissimi; aveva indossato dei sandalini bassi con pietre azzurre, insomma per me era bellissima, e non riuscivo a staccarle gli occhi da dosso. Quasi con orgoglio mi fece notare che non aveva messo il reggiseno (come se non lo avessi già notato) e nonostante lo scollo del vestito non fosse molto audace i suoi capezzolini che si lasciavano più che intuire fornivano uno spettacolo niente male.

Ci dirigemmo verso il self-service abbracciati come due fidanzatini novelli; era affollato, perché tra poco sarebbe cominciata una specie di festa sulla spiaggia che prevedeva ampia partecipazione. Mangiavamo svogliatamente, quasi senza parlare, evidentemente la nostra tensione interna continuava nonostante quello che ci eravamo detti.

Ada ad un certo punto si alzò per andare in bagno e la guardai per l’ennesima volta sfilare in mezzo alla gente con un moto di compiacimento.

Si era fatto buio e la gente stava cominciando a sciamare verso la spiaggia per la festa; noi ci dirigemmo invece verso un bar che faceva un discreto caffè italiano. Ci sedemmo al bancone un po’ defilati, il bar era quasi vuoto, la festa attirava tantissima gente.

Eravamo seduti al bancone di traverso uno di fronte all’altro sugli sgabelli alti; Ada non arrivava a tenere i piedi a terra e quindi li teneva appoggiati su sulle barre in basso ; sorrideva e mi osservava era il primo sorriso che le vedevo fare dalla mattina.

“Guarda!” mi disse e con un movimento rapido allargò le gambe mostrandomi tutta la sua figa nuda, era senza mutandine

Ebbi un sussulto “ Ehmm…ma… che cazz.. ma… ma… quando te le sei tolte? (ricordavo che al bungalow le aveva messe e ricordai anche che era andata al bagno e capii. Lei mi sorrise sensualmente senza rispondere.

Troia” le sillabai silenziosamente con le labbra ridendo

Ada si alzò e riunì le sue mani dietro la mia testa mi venne vicino e disse a bassa voce

“volevo che tu ti godesse nel migliore dei modi questo momento”

E subito dopo prima che io parlassi aggiunse in un bisbiglio

“Ok ho deciso… lo facciamo con Diego”

Non ci fu nessun commento solo ci baciammo, un lungo bacio sulle labbra, niente di sensuale solo un lungo bacio d’amore. Restammo per un po’ così abbracciati e poi uscimmo; fatti pochi passi appena ci trovammo nella penombra cominciammo invece a baciarci ed abbracciarci in maniera quasi brutale. La tensione accumulata durante quella giornata si era sciolta, e stava lasciando il posto ad una euforia e frenesia che ci pervadeva , avevamo bisogno di scaricarci. Sentivo sotto le mie mani Ada che si stava scaldando ed eccitando, io stesso avevo addosso una frenesia incontrollabile. Avevamo bisogno di scaricarci, le maniere dolci che avevamo avuto fino a quel momento stavano lasciando il posto ad una bramosia incontenibile, avevamo bisogno di sesso selvaggio, ora, subito!

Sopra le strutture c’era una terrazza, dove la sera si godeva un po’ di fresco che era poco frequentata ma che ora con la festa in spiaggia sembrava deserta, salimmo a corsa e ci dirigemmo nell’angolo più buio.

Ada si appoggiò alla balaustra sporgendo il sedere verso di me che mi appoggiai a lei cominciando a baciarla sul collo; sentivo l’eccitazione di Ada che saliva , come la mia, sentivo la sua voce sempre più roca e sensuale, le tirai giù le spalline del vestito e le presi in mano le tette stingendo i capezzoli e lei mandò un gemito

Girò la testa lentamente verso di me e vidi solo i suoi occhi scintillanti, quasi rabbiosi

“ Mettimelo dentro!....voglio essere chiavata!”

Sapevo che quando Ada si lasciava andare a parlare così crudamente significava che era al top dell’eccitazione. Presi in mano il mio cazzo e lo appoggiai, Ada contemporaneamente spinse indietro il bacino e la penetrai con un colpo profondo; mandò un grido, io ormai ero senza controllo

Puttana! Le soffiai in un orecchio

Ada mandò con un mugolio

“dimmelo ancora! “

Puttana!”

“Ancora!...”

Puttana, puttana, … sei una puttana

“Ancora .. ancora… ancora… non ti fermare



Eravamo fuori completamente io la spingevo con colpi decisi, lei spingeva indietro e sentivo di penetrarla profondamente; durammo pochissimo Ada cominciò a tremare mentre ansimava forte, io sentii l’orgasmo arrivare come un’onda che mi partiva dalla testa per andare a liberarsi sulla punta del cazzo e cominciai a sborrare; potevo sentire i fiotti di sperma che il mio cazzo rilasciava ritmicamente dentro Ada, la quale sentendosi riempire si lasciò sfuggire un singulto profondo e sembrò aumentare ancora di più il suo tremito. Durò un tempo che mi parve infinito e bellissimo, soprattutto Ada non smetteva di godere squassata da fremiti continui.

Dopo, calmate le pulsioni quasi bestiali rimanemmo abbracciati a scambiarci tenerezze, poi tornammo in camera. Facemmo di nuovo l’amore, questa volta in maniera dolcissima e tenera come non mai. Ne avevamo bisogno.

…(continua)…
 

Lomnc

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Ammiro molto, se non esclusivamente il vostro modo di intendere l'erotismo. Siamo quasi coetanei, leggendovi, adesso capisco le occasioni perse e me ne rammarico più per la mia arrendevolezza e soprattutto per la disparità di mentalità che ho vissuto. Qui sta la patata bollente, il poter condividere per primo una linea di pensiero erotico. Mi sento in questo meno solo a leggere di voi e di come avete negli anni mantenuto la leggerezza del gioco. Grazie
 

Io1979

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I giorni passavano e noi ci godevamo la nostra vacanza, che ci stava piacendo tantissimo; eravamo rilassati, contenti, molto attivi a letto ma avevamo anche moltissimi momenti in cui ci ritrovavamo dolcemente e teneramente nelle nostra intimità lasciando fuori tutto il resto del mondo, anche se purtroppo il tempo passava velocemente,

Quella mattina il tempo non era bello, aveva appena fatto uno di quei temporali tropicali tipo fine del mondo ed ora a parte essere tutto bagnato c’erano ancora nuvoloni neri. Decidemmo di andare alla cittadina vicina per un giro e verso le 11 tornammo al villaggio perché stava un po’ rischiarando e volevamo provare ad andare in spiaggia anche se ancora non era bellissimo. Il giorno precedente avevamo noleggiato un quad per un giro sulle dune li al villaggio e ci avevano chiesto di lasciare i passaporti per il noleggio, poi ci eravamo dimenticati di ritirarli, per cui passammo dalla reception e li recuperammo e ci dirigemmo al bungalow per rimetterli nella cassaforte. Passammo quindi dalla camera e trovammo gli italiani che stavano vicini a noi tutti agitati perché durante il temporale era entrata acqua nel loro bungalow, ci fecero vedere e stavano aspettando gli operai per sistemare.

Dopo andammo in spiaggia ma il tempo non era bellissimo, era già più di mezzogiorno ma non faceva certo un gran caldo. Improvvisamente sentimmo chiamare “senora Ada… senora… senora” era Diego che stava correndo verso di noi con in mano qualcosa; arrivato ci consegnò il borsello dove tenevamo tutte le nostre cose Passaporti, carte, soldi , che avremmo dovuto rimettere in cassaforte ma che Diego aveva trovato sul tavolo del patio dove per sbadataggine lo avevamo lasciato forse distratti dal parlare con i vicini .

Tornammo alla camera con lui e rimettemmo tutto a posto, lo ringraziammo e gli allungammo una consistente mancia , che lui inizialmente non voleva e ci volle un bel po’ a convincerlo che ci aveva fatto un grande favore e se la meritava. Ormai si era fatto tardi ed andammo a mangiare, ma il pomeriggio visto che il tempo si era rimesso tornammo in spiaggia.

Sotto l’ombrellone la mia testa vorticava e non è difficile indovinarne il perché; forse l’occasione che aspettavo poteva essere arrivata. Presi coraggio e cominciai:

“Diego è stato molto carino e prezioso oggi, a riportarci tutto….”

Ada rispose con un mugolio di approvazione mentre era intenta a fare il suo Sudoku

“Senti Ada…” il mio tono già diceva tutto

“pensavo che questa potrebbe essere l’occasione che aspettiamo…”

Non mi fece finire interruppe quello che stava facendo e guardandomi da sotto gli occhiali da sole :

“spiegati meglio” … stava giocando con me?

“Vedi pensavo che potresti fargli tu un ringraziamento tuo particolare; è l’occasione che…..”

“secondo te da due ore a questa parte io a cosa sto pensando?” mi interruppe

Ancora una volta credevo di essere io a condurre ma Ada era già un passo avanti a me.

“Davvero?” chiesi incredulo

“ beh, cosa credi, ne abbiamo parlato mille volte…”

“e quindi cosa ne pensi?” chiesi con una certa apprensione

“ Sono allo stesso punto, la curiosità c’è ma… “ esitò, “è una cosa che mi imbarazza, so che mi vergognerei, poi Diego è un ragazzo, non so , ho timore”…

Ad ogni sua scusa cercavo di controbattere ,con le solite già viste argomentazioni che vi risparmio, ormai era una scena che avevamo già fatto ed ero abbastanza preparato.

Con tutta la dolcezza possibile cercavo di tranquillizzarla, ma non era facile

“E poi se succedesse i giorni dopo come farei a guardarlo quando lo incontriamo, non potrei dall’ imbarazzo”

“Ada questi sono gli ultimi due giorni della nostra vacanza non penso che tu lo debba incontrare spesso …”

(Questa era stata facile!)

Ada tacque dubbiosa e si mise ad osservare il mare. Dopo qualche minuto si girò verso di me. Mi venne più vicino e guardandomi negli occhi con uno sguardo dolcissimo disse

“Lasciami del tempo per riflettere ancora; sono arrabbiata con me stessa , io per prima con le mie indecisioni; sai che ti amo tantissimo e per te farei di tutto, ma ancora una parte di me non riesce ad accettarlo. Lasciami tranquilla, non voglio fare cose di cui poi potrei pentirmi ed accusarti magari inconsciamente di avermi forzato… ti prego…”

La attirai a me e la baciai dolcemente e ripetutamente sulle labbra

“amore mio, sai che ti amo infinitamente, ti ringrazio per la tua sincerità, per l’amore che rivelano le tue parole, prenditi il tempo che vuoi, decidi come ti senti di fare, non devi assolutamente sentirti forzata. Io da questo momento non ti parlerò più di questa cosa, non ti chiederò risposte, se non la affronterai più capirò che la questione si chiude qui e continueremo ad amarci e rispettarci.”

Finimmo abbracciati sotto l’ombrellone a guardare il mare, incapaci di aggiungere altro. Devo dire che sinceramente mi ero emozionato a vedere e sentire parlare Ada; quanto la amavo!

Finimmo per trascorrere tutto il pomeriggio sulla spiaggia finchè non cominciò a fare buio. Al di la di quello che ci eravamo detti c’era tensione, ognuno di noi evidentemente era assorto nei suoi non facili pensieri; immaginavo Ada che si costringeva a pensare a cosa decidere, io da parte mia nonostante le parole dette non riuscivo a distogliere dalla mente il pensiero e dentro di me si rincorrevano mille congetture.

Sul tardi andammo a fare la doccia e poi ,visto che non eravamo molto affamati decidemmo di andare al self service a mangiucchiare qualcosa. Mentre ci preparavamo girando per la camera, ogni volta che eravamo vicini ci baciavamo o indugiavamo in contatti dolci e prolungati, Evidentemente la tensione che avevamo addosso ci portava a cercare un contatto fisico quasi a volersi rincuorare l’un l’altro.

Mentre ci vestivamo non potei fare a meno di ammirare Ada, che con la stagione estiva sfoderava un corpo di tutto rispetto; era abbronzata, con uno splendido contrasto con le parti coperte dal costume, bacino e parte delle tette (poco topless, troppa gente…) che biancheggiavano nella penombra della camera. I suoi seni mentre girava nuda per la camera si muovevano armonicamente, ammiravo l’elasticità delle sue gambe ed i suoi piedini piccoli e di una sensualità unica….

Aveva messo un paio di mutandine bianche, molto ridotte, non proprio un perizoma ma comunque lasciavano scoperta buona parte del suo sedere. Aveva indossato un vestitino da mare giallo con spalline fini e con un leggero scollo a V , niente di che ma le tette che lo riempivano da sotto gli davano un suo perché; il vestito arrivava un pezzo sopra il ginocchio e in fondo aveva dei bellissimi disegni di palme coloratissimi; aveva indossato dei sandalini bassi con pietre azzurre, insomma per me era bellissima, e non riuscivo a staccarle gli occhi da dosso. Quasi con orgoglio mi fece notare che non aveva messo il reggiseno (come se non lo avessi già notato) e nonostante lo scollo del vestito non fosse molto audace i suoi capezzolini che si lasciavano più che intuire fornivano uno spettacolo niente male.

Ci dirigemmo verso il self-service abbracciati come due fidanzatini novelli; era affollato, perché tra poco sarebbe cominciata una specie di festa sulla spiaggia che prevedeva ampia partecipazione. Mangiavamo svogliatamente, quasi senza parlare, evidentemente la nostra tensione interna continuava nonostante quello che ci eravamo detti.

Ada ad un certo punto si alzò per andare in bagno e la guardai per l’ennesima volta sfilare in mezzo alla gente con un moto di compiacimento.

Si era fatto buio e la gente stava cominciando a sciamare verso la spiaggia per la festa; noi ci dirigemmo invece verso un bar che faceva un discreto caffè italiano. Ci sedemmo al bancone un po’ defilati, il bar era quasi vuoto, la festa attirava tantissima gente.

Eravamo seduti al bancone di traverso uno di fronte all’altro sugli sgabelli alti; Ada non arrivava a tenere i piedi a terra e quindi li teneva appoggiati su sulle barre in basso ; sorrideva e mi osservava era il primo sorriso che le vedevo fare dalla mattina.

“Guarda!” mi disse e con un movimento rapido allargò le gambe mostrandomi tutta la sua figa nuda, era senza mutandine

Ebbi un sussulto “ Ehmm…ma… che cazz.. ma… ma… quando te le sei tolte? (ricordavo che al bungalow le aveva messe e ricordai anche che era andata al bagno e capii. Lei mi sorrise sensualmente senza rispondere.

Troia” le sillabai silenziosamente con le labbra ridendo

Ada si alzò e riunì le sue mani dietro la mia testa mi venne vicino e disse a bassa voce

“volevo che tu ti godesse nel migliore dei modi questo momento”

E subito dopo prima che io parlassi aggiunse in un bisbiglio

“Ok ho deciso… lo facciamo con Diego”

Non ci fu nessun commento solo ci baciammo, un lungo bacio sulle labbra, niente di sensuale solo un lungo bacio d’amore. Restammo per un po’ così abbracciati e poi uscimmo; fatti pochi passi appena ci trovammo nella penombra cominciammo invece a baciarci ed abbracciarci in maniera quasi brutale. La tensione accumulata durante quella giornata si era sciolta, e stava lasciando il posto ad una euforia e frenesia che ci pervadeva , avevamo bisogno di scaricarci. Sentivo sotto le mie mani Ada che si stava scaldando ed eccitando, io stesso avevo addosso una frenesia incontrollabile. Avevamo bisogno di scaricarci, le maniere dolci che avevamo avuto fino a quel momento stavano lasciando il posto ad una bramosia incontenibile, avevamo bisogno di sesso selvaggio, ora, subito!

Sopra le strutture c’era una terrazza, dove la sera si godeva un po’ di fresco che era poco frequentata ma che ora con la festa in spiaggia sembrava deserta, salimmo a corsa e ci dirigemmo nell’angolo più buio.

Ada si appoggiò alla balaustra sporgendo il sedere verso di me che mi appoggiai a lei cominciando a baciarla sul collo; sentivo l’eccitazione di Ada che saliva , come la mia, sentivo la sua voce sempre più roca e sensuale, le tirai giù le spalline del vestito e le presi in mano le tette stingendo i capezzoli e lei mandò un gemito

Girò la testa lentamente verso di me e vidi solo i suoi occhi scintillanti, quasi rabbiosi

“ Mettimelo dentro!....voglio essere chiavata!”

Sapevo che quando Ada si lasciava andare a parlare così crudamente significava che era al top dell’eccitazione. Presi in mano il mio cazzo e lo appoggiai, Ada contemporaneamente spinse indietro il bacino e la penetrai con un colpo profondo; mandò un grido, io ormai ero senza controllo

Puttana! Le soffiai in un orecchio

Ada mandò con un mugolio

“dimmelo ancora! “

Puttana!”

“Ancora!...”

Puttana, puttana, … sei una puttana

“Ancora .. ancora… ancora… non ti fermare



Eravamo fuori completamente io la spingevo con colpi decisi, lei spingeva indietro e sentivo di penetrarla profondamente; durammo pochissimo Ada cominciò a tremare mentre ansimava forte, io sentii l’orgasmo arrivare come un’onda che mi partiva dalla testa per andare a liberarsi sulla punta del cazzo e cominciai a sborrare; potevo sentire i fiotti di sperma che il mio cazzo rilasciava ritmicamente dentro Ada, la quale sentendosi riempire si lasciò sfuggire un singulto profondo e sembrò aumentare ancora di più il suo tremito. Durò un tempo che mi parve infinito e bellissimo, soprattutto Ada non smetteva di godere squassata da fremiti continui.

Dopo, calmate le pulsioni quasi bestiali rimanemmo abbracciati a scambiarci tenerezze, poi tornammo in camera. Facemmo di nuovo l’amore, questa volta in maniera dolcissima e tenera come non mai. Ne avevamo bisogno.

…(continua)…
spettacolare
 
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K

kebos

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La mattina dopo ci svegliammo presto e cominciammo ad organizzare. Avevamo pensato di fare in modo che Diego venisse da noi dopo il suo giro nel tardo pomeriggio, la scusa poteva essere che avevamo qualcosa da dargli per ringraziarlo di tutto perché noi la sera del giorno successivo saremmo partiti o qualcosa del genere. Ada naturalmente era nervosa e dubbiosa,e lo manifestava scuotendo la testa ad occhi chiusi o prendendosi la faccia tra le mani sussurrando “dio mio, ma che pazzia” o cose del genere, ma comunque riuscivo sempre a tranquillizzarla.

Rimaneva una cosa da stabilire:

“Ada visto che proporremo la cosa a Diego come un tuo ringraziamento personale, cosa hai intenzione di fargli?”

“uhhmm … penso di segarlo e di farlo venire su di me, sulle tette” rispose semplicemente

Non potevo lasciar perdere un’ occasione così e con faccia tosta rilanciai

“ E se tu gli facesse un pompino?”

“No dai non cominciamo…. non voglio”

“E dai prova!”

“Tu sei pazzo e poi cosa vuoi ancora … eh? !”

Ad Ada piaceva tantissimo farmi pompini, ed era bravissima con l’uso sapiente delle labbra della sua lingua e delle mani che usava solo per tenere ferma la base del pene con due dita o per carezzare i testicoli, infatti diceva scherzando che nei pompini le mani non vanno usate altrimenti diventano seghe; inoltre le piaceva (tantissimo anche a me)farsi venire in bocca, lasciando che parte dello sperma le colasse fuori e parte lo ingoiava.

Proprio per questo provai ad “alleggerire la cosa”

“ dai ma non proprio un pompino completo, magari glielo prendi per un po’ e poi lo finisci comunque con la mano… senza sperma in bocca ” aggiunsi in tono un po’ supplicante nel tentativo di convincerla

“ Ah e ci mancherebbe anche questo! No, no… avevamo parlato di masturbarlo non voglio correre con altre cose.”

“Ma dai pensa a quante volte lo hai fatto a me … “ mi stavo arrampicando sugli specchi disperatamente

“Appunto … a te ma questo è un altro cazzo non il tuo….”

“beh non sarà tanto diverso un cazzo è un cazzo “ stavo esagerando, era una risposta da bambino e lo sapevo ma era più forte di me

Mi guardò con aria di rimprovero

“basta Paolo, stai ricominciando ad incalzarmi e non è giusto; lasciami fare quello che mi sento di fare, in fondo mi sto già spingendo abbastanza avanti” . Il tono non ammetteva repliche

“hai ragione, ti chiedo scusa” Sapevo che mi ero lasciato trasportare e che Ada non meritava di essere incalzata così, ma sapevo anche che in fondo ai miei pensieri non so cosa avrei dato per vederla fare un pompino a Diego e ne ebbi vergogna.

La mattina verso mezzogiorno aspettai io da solo di vedere Diego e gli spiegai che avremmo voluto che passasse da noi a fine del suo giro di pomeriggio per un non precisato qualcosa da dargli visto che la nostra vacanza finiva e saremmo partiti il giorno dopo. Non so se fui abbastanza convincente, cercai di restare più sul vago possibile, alla fine Diego accettò anche se secondo me non aveva capito bene cosa gli avevo detto.

Rientrammo verso le cinque dalla spiaggia e ci apprestammo ad aspettare le circa due ore che ci separavano dall’appuntamento. Non sto nemmeno a dire quante volte Ada abbia camminato su e giù per la stanza con le mani sugli occhi e scuotendo la testa; i dubbi continuavano ad assalirla, ad un certo momento avevo addirittura avuto la sensazione che saltasse tutto. Su una cosa contavo, speravo che Ada con tutti i suoi dubbi e reticenze una volta passato il punto critico e iniziata la cosa avrebbe dedicato tutta se stessa a quel che stava facendo, e come successo per altre occasioni probabilmente sarebbe “partita” travolta dall’eccitazione

…(continua)…
 

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