I giorni passavano e noi ci godevamo la nostra vacanza, che ci stava piacendo tantissimo; eravamo rilassati, contenti, molto attivi a letto ma avevamo anche moltissimi momenti in cui ci ritrovavamo dolcemente e teneramente nelle nostra intimità lasciando fuori tutto il resto del mondo, anche se purtroppo il tempo passava velocemente,
Quella mattina il tempo non era bello, aveva appena fatto uno di quei temporali tropicali tipo fine del mondo ed ora a parte essere tutto bagnato c’erano ancora nuvoloni neri. Decidemmo di andare alla cittadina vicina per un giro e verso le 11 tornammo al villaggio perché stava un po’ rischiarando e volevamo provare ad andare in spiaggia anche se ancora non era bellissimo. Il giorno precedente avevamo noleggiato un quad per un giro sulle dune li al villaggio e ci avevano chiesto di lasciare i passaporti per il noleggio, poi ci eravamo dimenticati di ritirarli, per cui passammo dalla reception e li recuperammo e ci dirigemmo al bungalow per rimetterli nella cassaforte. Passammo quindi dalla camera e trovammo gli italiani che stavano vicini a noi tutti agitati perché durante il temporale era entrata acqua nel loro bungalow, ci fecero vedere e stavano aspettando gli operai per sistemare.
Dopo andammo in spiaggia ma il tempo non era bellissimo, era già più di mezzogiorno ma non faceva certo un gran caldo. Improvvisamente sentimmo chiamare “senora Ada… senora… senora” era Diego che stava correndo verso di noi con in mano qualcosa; arrivato ci consegnò il borsello dove tenevamo tutte le nostre cose Passaporti, carte, soldi , che avremmo dovuto rimettere in cassaforte ma che Diego aveva trovato sul tavolo del patio dove per sbadataggine lo avevamo lasciato forse distratti dal parlare con i vicini .
Tornammo alla camera con lui e rimettemmo tutto a posto, lo ringraziammo e gli allungammo una consistente mancia , che lui inizialmente non voleva e ci volle un bel po’ a convincerlo che ci aveva fatto un grande favore e se la meritava. Ormai si era fatto tardi ed andammo a mangiare, ma il pomeriggio visto che il tempo si era rimesso tornammo in spiaggia.
Sotto l’ombrellone la mia testa vorticava e non è difficile indovinarne il perché; forse l’occasione che aspettavo poteva essere arrivata. Presi coraggio e cominciai:
“Diego è stato molto carino e prezioso oggi, a riportarci tutto….”
Ada rispose con un mugolio di approvazione mentre era intenta a fare il suo Sudoku
“Senti Ada…” il mio tono già diceva tutto
“pensavo che questa potrebbe essere l’occasione che aspettiamo…”
Non mi fece finire interruppe quello che stava facendo e guardandomi da sotto gli occhiali da sole :
“spiegati meglio” … stava giocando con me?
“Vedi pensavo che potresti fargli tu un ringraziamento tuo particolare; è l’occasione che…..”
“secondo te da due ore a questa parte io a cosa sto pensando?” mi interruppe
Ancora una volta credevo di essere io a condurre ma Ada era già un passo avanti a me.
“Davvero?” chiesi incredulo
“ beh, cosa credi, ne abbiamo parlato mille volte…”
“e quindi cosa ne pensi?” chiesi con una certa apprensione
“ Sono allo stesso punto, la curiosità c’è ma… “ esitò, “è una cosa che mi imbarazza, so che mi vergognerei, poi Diego è un ragazzo, non so , ho timore”…
Ad ogni sua scusa cercavo di controbattere ,con le solite già viste argomentazioni che vi risparmio, ormai era una scena che avevamo già fatto ed ero abbastanza preparato.
Con tutta la dolcezza possibile cercavo di tranquillizzarla, ma non era facile
“E poi se succedesse i giorni dopo come farei a guardarlo quando lo incontriamo, non potrei dall’ imbarazzo”
“Ada questi sono gli ultimi due giorni della nostra vacanza non penso che tu lo debba incontrare spesso …”
(Questa era stata facile!)
Ada tacque dubbiosa e si mise ad osservare il mare. Dopo qualche minuto si girò verso di me. Mi venne più vicino e guardandomi negli occhi con uno sguardo dolcissimo disse
“Lasciami del tempo per riflettere ancora; sono arrabbiata con me stessa , io per prima con le mie indecisioni; sai che ti amo tantissimo e per te farei di tutto, ma ancora una parte di me non riesce ad accettarlo. Lasciami tranquilla, non voglio fare cose di cui poi potrei pentirmi ed accusarti magari inconsciamente di avermi forzato… ti prego…”
La attirai a me e la baciai dolcemente e ripetutamente sulle labbra
“amore mio, sai che ti amo infinitamente, ti ringrazio per la tua sincerità, per l’amore che rivelano le tue parole, prenditi il tempo che vuoi, decidi come ti senti di fare, non devi assolutamente sentirti forzata. Io da questo momento non ti parlerò più di questa cosa, non ti chiederò risposte, se non la affronterai più capirò che la questione si chiude qui e continueremo ad amarci e rispettarci.”
Finimmo abbracciati sotto l’ombrellone a guardare il mare, incapaci di aggiungere altro. Devo dire che sinceramente mi ero emozionato a vedere e sentire parlare Ada; quanto la amavo!
Finimmo per trascorrere tutto il pomeriggio sulla spiaggia finchè non cominciò a fare buio. Al di la di quello che ci eravamo detti c’era tensione, ognuno di noi evidentemente era assorto nei suoi non facili pensieri; immaginavo Ada che si costringeva a pensare a cosa decidere, io da parte mia nonostante le parole dette non riuscivo a distogliere dalla mente il pensiero e dentro di me si rincorrevano mille congetture.
Sul tardi andammo a fare la doccia e poi ,visto che non eravamo molto affamati decidemmo di andare al self service a mangiucchiare qualcosa. Mentre ci preparavamo girando per la camera, ogni volta che eravamo vicini ci baciavamo o indugiavamo in contatti dolci e prolungati, Evidentemente la tensione che avevamo addosso ci portava a cercare un contatto fisico quasi a volersi rincuorare l’un l’altro.
Mentre ci vestivamo non potei fare a meno di ammirare Ada, che con la stagione estiva sfoderava un corpo di tutto rispetto; era abbronzata, con uno splendido contrasto con le parti coperte dal costume, bacino e parte delle tette (poco topless, troppa gente…) che biancheggiavano nella penombra della camera. I suoi seni mentre girava nuda per la camera si muovevano armonicamente, ammiravo l’elasticità delle sue gambe ed i suoi piedini piccoli e di una sensualità unica….
Aveva messo un paio di mutandine bianche, molto ridotte, non proprio un perizoma ma comunque lasciavano scoperta buona parte del suo sedere. Aveva indossato un vestitino da mare giallo con spalline fini e con un leggero scollo a V , niente di che ma le tette che lo riempivano da sotto gli davano un suo perché; il vestito arrivava un pezzo sopra il ginocchio e in fondo aveva dei bellissimi disegni di palme coloratissimi; aveva indossato dei sandalini bassi con pietre azzurre, insomma per me era bellissima, e non riuscivo a staccarle gli occhi da dosso. Quasi con orgoglio mi fece notare che non aveva messo il reggiseno (come se non lo avessi già notato) e nonostante lo scollo del vestito non fosse molto audace i suoi capezzolini che si lasciavano più che intuire fornivano uno spettacolo niente male.
Ci dirigemmo verso il self-service abbracciati come due fidanzatini novelli; era affollato, perché tra poco sarebbe cominciata una specie di festa sulla spiaggia che prevedeva ampia partecipazione. Mangiavamo svogliatamente, quasi senza parlare, evidentemente la nostra tensione interna continuava nonostante quello che ci eravamo detti.
Ada ad un certo punto si alzò per andare in bagno e la guardai per l’ennesima volta sfilare in mezzo alla gente con un moto di compiacimento.
Si era fatto buio e la gente stava cominciando a sciamare verso la spiaggia per la festa; noi ci dirigemmo invece verso un bar che faceva un discreto caffè italiano. Ci sedemmo al bancone un po’ defilati, il bar era quasi vuoto, la festa attirava tantissima gente.
Eravamo seduti al bancone di traverso uno di fronte all’altro sugli sgabelli alti; Ada non arrivava a tenere i piedi a terra e quindi li teneva appoggiati su sulle barre in basso ; sorrideva e mi osservava era il primo sorriso che le vedevo fare dalla mattina.
“Guarda!” mi disse e con un movimento rapido allargò le gambe mostrandomi tutta la sua figa nuda, era senza mutandine
Ebbi un sussulto “ Ehmm…ma… che cazz.. ma… ma… quando te le sei tolte? (ricordavo che al bungalow le aveva messe e ricordai anche che era andata al bagno e capii. Lei mi sorrise sensualmente senza rispondere.
“
Troia” le sillabai silenziosamente con le labbra ridendo
Ada si alzò e riunì le sue mani dietro la mia testa mi venne vicino e disse a bassa voce
“volevo che tu ti godesse nel migliore dei modi questo momento”
E subito dopo prima che io parlassi aggiunse in un bisbiglio
“Ok ho deciso… lo facciamo con Diego”
Non ci fu nessun commento solo ci baciammo, un lungo bacio sulle labbra, niente di sensuale solo un lungo bacio d’amore. Restammo per un po’ così abbracciati e poi uscimmo; fatti pochi passi appena ci trovammo nella penombra cominciammo invece a baciarci ed abbracciarci in maniera quasi brutale. La tensione accumulata durante quella giornata si era sciolta, e stava lasciando il posto ad una euforia e frenesia che ci pervadeva , avevamo bisogno di scaricarci. Sentivo sotto le mie mani Ada che si stava scaldando ed eccitando, io stesso avevo addosso una frenesia incontrollabile. Avevamo bisogno di scaricarci, le maniere dolci che avevamo avuto fino a quel momento stavano lasciando il posto ad una bramosia incontenibile, avevamo bisogno di sesso selvaggio, ora, subito!
Sopra le strutture c’era una terrazza, dove la sera si godeva un po’ di fresco che era poco frequentata ma che ora con la festa in spiaggia sembrava deserta, salimmo a corsa e ci dirigemmo nell’angolo più buio.
Ada si appoggiò alla balaustra sporgendo il sedere verso di me che mi appoggiai a lei cominciando a baciarla sul collo; sentivo l’eccitazione di Ada che saliva , come la mia, sentivo la sua voce sempre più roca e sensuale, le tirai giù le spalline del vestito e le presi in mano le tette stingendo i capezzoli e lei mandò un gemito
Girò la testa lentamente verso di me e vidi solo i suoi occhi scintillanti, quasi rabbiosi
“ Mettimelo dentro!....voglio essere chiavata!”
Sapevo che quando Ada si lasciava andare a parlare così crudamente significava che era al top dell’eccitazione. Presi in mano il mio cazzo e lo appoggiai, Ada contemporaneamente spinse indietro il bacino e la penetrai con un colpo profondo; mandò un grido, io ormai ero senza controllo
“
Puttana! Le soffiai in un orecchio
Ada mandò con un mugolio
“dimmelo ancora! “
“
Puttana!”
“Ancora!...”
“
Puttana,
puttana, … sei una
puttana “
“Ancora .. ancora… ancora… non ti fermare
Eravamo fuori completamente io la spingevo con colpi decisi, lei spingeva indietro e sentivo di penetrarla profondamente; durammo pochissimo Ada cominciò a tremare mentre ansimava forte, io sentii l’orgasmo arrivare come un’onda che mi partiva dalla testa per andare a liberarsi sulla punta del cazzo e cominciai a sborrare; potevo sentire i fiotti di sperma che il mio cazzo rilasciava ritmicamente dentro Ada, la quale sentendosi riempire si lasciò sfuggire un singulto profondo e sembrò aumentare ancora di più il suo tremito. Durò un tempo che mi parve infinito e bellissimo, soprattutto Ada non smetteva di godere squassata da fremiti continui.
Dopo, calmate le pulsioni quasi bestiali rimanemmo abbracciati a scambiarci tenerezze, poi tornammo in camera. Facemmo di nuovo l’amore, questa volta in maniera dolcissima e tenera come non mai. Ne avevamo bisogno.
…(continua)…