Lucia Dalla - Kamikaze
Il “radar psichico” di Lucio assume una dimensione ultra-corporale che ci racconta come la fusione tra corpo e anima sia dimensione ultraterrena, quasi mistica.
Ritornare al concetto che l’altro sia un Dio, come spiegava già Osho, potrebbe solo far bene in un’epoca opaca come quella di cui siamo protagonisti.
Nutrirsi solo del bene che l’altro può offrirci, godendo degli istanti che ci consentono di trascendere il reale senza il pensiero e la noia degli schemi mentali: questo e molto altre è Kamikaze.
Un brano più moderno che mai.
Lucio, anche da lassù, sei sempre qui.
È già tardi, è l’alba lo so
Anch’io apro gli occhi e ci sei, plano
So che ti piace far piano
Annuso un poco il tuo odore, sai di pane
È domenica e ho fame, prendo il casco
E parto sicuro
Io pilota e tu lassù
Una stella
La giusta rotta
Unico spazio libero
Nel mio radar psichico
Verso di te io punterò
Aspettami
Un kamikaze come me
Non torna indietro
Potenza, modernità, peso e sostanza. Quando si è dei “kamikaze” non si torna indietro, non si rinnegano le proprie azioni. La rotta è soltanto uno spazio libero, dove è l’odore a far strada, a far trovare la via.
Merda di un lunedì
Fuori di te c’è solo il vuoto, perso
Rimani tu, l’unica tu
A riparare il motore
Ridargli colore, anche se stanco
Può tornare in alto, acceso
Ma se ti spegni anche tu
Perdo quota
L’aereo trema
E se il contatto non c’è
E non funziona la cloche
Contro di te mi schianterò, mayday
Io proprio non ci sto
Di tornare al buio no
Ritrovarmi al lunedì tra paure e debiti
O atterrare un po’ più in là, mayday
Questo modo insolito di raccontare la passione ci restituisce un Eros a sé stante, con tutta la sua mancanza di logica e la voglia di far coincidere carne e spirito. “Io proprio non ci sto, di tornare al buio no”, ecco cosa canta Dalla, descrivendo bene cosa si prova quando si è persi nella dimensioni erotica, totalmente distanti dalla routine quotidiana e dai ragionamenti .
Unico spazio libero
Nel mio radar psichico
Verso te io punterò
Aspettami
Un kamikaze come me
E se il contatto non c’è
E non funziona la cloche
Contro di te mi schianterò, mayday
Io proprio non ci sto
Di tornare al buio no
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Per il tempo ed il bene che io ti ho donato
Resta solo un rimprovero lontano
Sempre attuale, impresso nel ricordo e in quella Polaroid
Che cosa ho imparato da ogni mio viaggio
Chi ho dimenticato, chi mi ha riparato
Improvvisando fede in tempi incerti
Se Dio è dove lo cerchi, allora
Destinazione mare
Ho chiuso la vita invernale
Do fiducia alla nuova stagione
Che tarda ad arrivare
Non smetto mai
Non smetto di sperare
Destinazione mare
Sei quello che conta e che vale
Passerà però rimane solo
Un’ultima stagione
Giuro l’ultima stagione
Mentre suona la canzone
Che ho scritto per curare il tuo dolore
È col tempo che s’impara a comprendere il vuoto
Quel calore da un lato del letto
Riesco a stento a rimanere fermo
Quando piove a dirotto
Che cosa mi ha insegnato
Questo lungo viaggio
Qualche maremoto, qualche anno di troppo
Improvvisando il nostro matrimonio
Che tutto il resto è viaggio, e allora
Destinazione mare
Siamo nati per causa d’amore
Che mi fa camminare
Non smetto mai
Non smetto di cercare
Destinazione mare
Sei quello che conta, che vale
Passerà però rimane solo
Un’ultima stagione
Giuro l’ultima stagione
Mentre suona la canzone
Che ho scritto per curare il tuo dolore
Che ho scritto per curare il mio dolore
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Questo singolo è un inno alla vita nuova.
Una canzone che racconta le fasi di cambiamento che attraversiamo ponendo fiducia cieca nel futuro.
“Ho chiuso la vita invernale Do fiducia alla nuova stagione”: Ferro canta di un cambiamento, di lasciarsi alle spalle un periodo meno florido, pesante, per lanciarsi in una nuova stagione, una nuova fase della vita, alla ricerca della felicità.