Eva blackhell

raccontaci...
ci ritrovammo in un maniero nel padovano.
io avevo già preso possesso della stanza, il letto a baldacchino, il broccato ovunque e quest'aria di decadenza avvolgevano il posto più della nebbia che era scesa con l'imbrunire.
I fanali della sua utilitaria apparvero all'ora concordata di fronte al cancello. All'ora concordata.
La proprietaria si affacciò sorpresa e io dalla camera superiore la rassicurai e le fecci cenno di farla entrare.
Il rumore dei tacchi sul lungo corridoio di marmo ticchettò sempre più forte e puntuale, presagio del suo imminente ingresso. Non appena entrata, era impossibile non estrarre il cazzo e segarsi piano.
Vestita da scolaretta, le calze parigine tirate su fino alle cosce, lo sguardo innocente eppure scabroso. Il basco alla francese messo sulla tre quarti.
Si sedette senza che io parlassi, aprii solo leggermente il braccio dal lato della poltrona.
Lì le chiesi se gradiva l'amarone, lei ridendo "anche troppo": accavallò le gambe lentamente e platealmente e notai che aveva delle mutande trasparenti.
Passammo la mezz'ora successiva a chiacchierari di film horror, dopo di che mi chiese cosa volevo fare e io le dissi "io voglio farti tutto".
Mi fece notare che non si era lavata la fica, pensando fosse il mio feticismo.
Le chiesi per chi mi avesse preso e le ordinai di farsi un bidet.
Apparve confusa, al che mi inginocchiai e avanzai carponi davanti alle sue cosce e alzai lo sguardo "il piscio lo devo sentire forte nel sauvignon, più gentilmente in una passera".
La presi per mano e le feci io stesso il bidet.
L'acqua scorreva e il sangue anche.
Quando terminai mi sbottonai i pantaloni ed estrassi finalmente la nerchia, avevo l'espressione di un tagliagole e con una voce che dovevo aver trovato in una caverna le intimai di trascinarmi al letto.
Lei ubbidì quasi ipnotizzata da quella verga che si era eretta senza preavviso ma in maniera che non ammetteva repliche.
Rimasi con le brache calate mentre lei messa a sfinge mi perlustrava l'asta e il glande con la lingua, infine alle palle, poi al perineo. Avida.
Quando ne ebbi abbastanza, erano passati 20 minuti di affondi, il vino bevuto tratteneva la sborra che cercava di arrampicarsi fuori di me.
Le leccai il buco del culo e la fica come fossi stato un restauratore dentro la cappella sistina, con riverenza, rispetto e gusto.
Speravo che il mio cazzo scemasse e invece continuava a venire su a scatti come la prora di una nave che vuole frangere i flutti.
E come una nave che cerca il porto, così feci appena in tempo a mettermi il guanto prima di cominciare a solcarle lo spacco che aveva in mezzo alle gambe: rosso acceso, caldo, avvolgente, quasi asfittico.
Stavo andando bene, e lei sembrò gradire, ma commisi l'errore di portarmi il suo piede alla bocca, lei fece lo stesso: ci ritrovammo a limonare lo stesso piede, le lingue che si intrecciavano fra le dita.
Più che un'eiaculazione, il mio fu un decollo, che tuttavia durò tanto, e mi vuotò completamente dell'empietà che quel corpo suscitava.
 
ci ritrovammo in un maniero nel padovano.
io avevo già preso possesso della stanza, il letto a baldacchino, il broccato ovunque e quest'aria di decadenza avvolgevano il posto più della nebbia che era scesa con l'imbrunire.
I fanali della sua utilitaria apparvero all'ora concordata di fronte al cancello. All'ora concordata.
La proprietaria si affacciò sorpresa e io dalla camera superiore la rassicurai e le fecci cenno di farla entrare.
Il rumore dei tacchi sul lungo corridoio di marmo ticchettò sempre più forte e puntuale, presagio del suo imminente ingresso. Non appena entrata, era impossibile non estrarre il cazzo e segarsi piano.
Vestita da scolaretta, le calze parigine tirate su fino alle cosce, lo sguardo innocente eppure scabroso. Il basco alla francese messo sulla tre quarti.
Si sedette senza che io parlassi, aprii solo leggermente il braccio dal lato della poltrona.
Lì le chiesi se gradiva l'amarone, lei ridendo "anche troppo": accavallò le gambe lentamente e platealmente e notai che aveva delle mutande trasparenti.
Passammo la mezz'ora successiva a chiacchierari di film horror, dopo di che mi chiese cosa volevo fare e io le dissi "io voglio farti tutto".
Mi fece notare che non si era lavata la fica, pensando fosse il mio feticismo.
Le chiesi per chi mi avesse preso e le ordinai di farsi un bidet.
Apparve confusa, al che mi inginocchiai e avanzai carponi davanti alle sue cosce e alzai lo sguardo "il piscio lo devo sentire forte nel sauvignon, più gentilmente in una passera".
La presi per mano e le feci io stesso il bidet.
L'acqua scorreva e il sangue anche.
Quando terminai mi sbottonai i pantaloni ed estrassi finalmente la nerchia, avevo l'espressione di un tagliagole e con una voce che dovevo aver trovato in una caverna le intimai di trascinarmi al letto.
Lei ubbidì quasi ipnotizzata da quella verga che si era eretta senza preavviso ma in maniera che non ammetteva repliche.
Rimasi con le brache calate mentre lei messa a sfinge mi perlustrava l'asta e il glande con la lingua, infine alle palle, poi al perineo. Avida.
Quando ne ebbi abbastanza, erano passati 20 minuti di affondi, il vino bevuto tratteneva la sborra che cercava di arrampicarsi fuori di me.
Le leccai il buco del culo e la fica come fossi stato un restauratore dentro la cappella sistina, con riverenza, rispetto e gusto.
Speravo che il mio cazzo scemasse e invece continuava a venire su a scatti come la prora di una nave che vuole frangere i flutti.
E come una nave che cerca il porto, così feci appena in tempo a mettermi il guanto prima di cominciare a solcarle lo spacco che aveva in mezzo alle gambe: rosso acceso, caldo, avvolgente, quasi asfittico.
Stavo andando bene, e lei sembrò gradire, ma commisi l'errore di portarmi il suo piede alla bocca, lei fece lo stesso: ci ritrovammo a limonare lo stesso piede, le lingue che si intrecciavano fra le dita.
Più che un'eiaculazione, il mio fu un decollo, che tuttavia durò tanto, e mi vuotò completamente dell'empietà che quel corpo suscitava.
Wow! È andata davvero così o hai modificato qualcosa per il racconto?
 
Le gambe dipende dalla foto, se usi fotocamera anteriore del telefono per esempio hai l'immagine ribaltata a specchio e non realistica.
Per il resto chiedill direttamente a lei, vedrai che ti dice di si
Si beh quello che è ribaltata ok… ma che da delle fiamme su passi a tatuaggi old School fa strano
 
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