Esperienza reale Il ritorno di Susanna

Phicoz

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Il bello del gioco e' soprattutto la provocazione, e farle indossare la cavigliera é un modo perfetto per giocare con complicità.
Ancora una volta, mi sembra di ripercorrere il rapporto con mia moglie 🥰
 
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ci sa fare
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mi incuriosisce l'idea della chiave non è che vuole metterti una gabbia?
:eek:
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Il bello del gioco e' soprattutto la provocazione, e farle indossare la cavigliera é un modo perfetto per giocare con complicità.
Ancora una volta, mi sembra di ripercorrere il rapporto con mia moglie 🥰
Esattamente! A questo punto sono molto curioso di conoscere la vostra storia...
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29 – Istinto

Quando un amico si lascia con la sua ragazza ci sono due possibilità: la depressione, che sta a significare una serie di serate solo uomini a giocare con la Playstation e a bere birra o l’indomabile necessità di trascinare i propri amici a fare serate folli e alcoliche, alla ricerca di una nuova donna.

Tra queste due opzioni ho sempre preferito la prima a essere onesto, ma purtroppo nel periodo di cui vado a raccontarvi, entrai nella seconda casistica.

L’amico in questione divenne una sorta di pr, super informato su ogni tipo di evento. Ovviamente quelli che interessavano a lui si trovavano in discoteche o locali con musica, dove le donne avevano l’ingresso libero o venivano invitate a partecipare da qualche altro incentivo. Serata anni 90, acconciatore sul posto, kissing party e via dicendo.

Susanna non mi faceva storie d’alcun tipo e mi lasciava partecipare di buon animo. D’altronde 9 volte su 10 tornavamo a casa a bocca asciutta, senza nemmeno aver parlato con una ragazza.

La sera di cui vado a raccontarvi, andò però molto differentemente dalle mie aspettative.

Per farla breve andammo a “ballare” in una discoteca a mezz’oretta d’auto e durante la serata incrociai Stella. Ci scambiammo un breve saluto e nulla più, ma i miei amici mi furono subito addosso chiedendomi ogni genere d’informazioni. Siccome lei stava con altre due amiche, insistettero perché io andassi a parlarci e proponessi di unire i due gruppetti.

Alla terza volta che ci incrociammo nella discoteca non potei più tirarmi indietro. Chiesi a Stella se voleva bere qualcosa in compagnia e proposi di unirsi a noi.

Andò stranamente bene. Mi aspettavo d’essere rifiutato, ma quella ragazza faceva sembrare tutto molto semplice e naturale, come se fossimo due amici stretti.

Dopo aver preso qualcosa da bere al banco, ci sedemmo su dei divanetti attorno a un piccolo tavolino. Il mio amico neo single aveva prenotato quella postazione per rimorchiare, perché a detta sua faceva figo avere il tavolo riservato in discoteca.

Non commenterò quest’ultima parte. Fatto sta che le ragazze si sederono con noi, che eravamo in quattro, e la serata effettivamente ebbe una svolta più briosa.

Stella era molto carina. Come già raccontavo non aveva dei tratti a mio avviso canonicamente belli, perché le sopracciglia erano molto folte e il naso un po’ sporgente, ma nel complesso era affascinante. Aveva dei modi di fare sportivi, forse potrei dire anche mascolini, che però non toglievano nulla alla sua femminilità. Quella sera indossava un bel vestitino nero e degli stivali alti, che la slanciavano ancora di più. Mi ritrovai a fare questi pensieri mentre discutevamo affannosamente sul divanetto. La difficoltà era dovuta alla musica alta, che ci costringeva a parlarci molto da vicino. Troppo da vicino, in effetti.

I miei amici vollero fare anche qualche foto insieme e mentre il passante di turno scattava, intimandoci di stringerci, Stella si sedette in braccio a me. Fu piuttosto strano. Non me lo aspettavo. Scattate le foto lei riprese posto, come se nulla fosse accaduto.

Un amico mi batté il gomito contro il fianco blaterando una cosa del tipo “Susanna deve stare attenta eh?!”

Non diedi peso a quella stupida frase e la serata si spinse fino alle ore piccole. Abbandonata la discoteca uscimmo sul piazzale con il classico rimbombo nelle orecchie e accompagnammo le ragazze alla loro auto, parcheggiata poco distante.

Al momento dei saluti, ci scambiammo tutti un bacio sulle guance e Stella si fece vicino a me, come le amiche, per prendersi i suoi.

Invece di farlo tuttavia mi abbracciò e senza lasciarmi mi disse “grazie per la bella serata”.

Piuttosto stupito, visto che per me si era trattato di una serata piacevole ma complessivamente nella norma, risposi con un convenzionale “grazie a te”.

Così vicino potevo sentire il suo profumo e, sapete, è una bella cosa essere ancora profumati dopo una serata in discoteca. Forse era lo shampoo, non saprei dire, ma Stella sapeva un buon odore. E forse stavo pensando a questo quando lei si liberò dall’abbraccio, restandomi però comunque molto vicina.

Quasi non mi resi conto che eravamo faccia a faccia e Stella mi diede un rapido bacio sulle labbra. O forse non fu rapido. Magari erano 2 o 3 secondi. Non saprei. Il ricordo è confuso e quanto successo fu così inaspettato che se mi dicessero che è durato 3 minuti, potrei anche crederci. Scherzi a parte, la verità è che quando una bella ragazza ti bacia, l’istinto prevale e la voglia di ricambiare è automatica. Non ebbi quindi la reazione opposta, ovvero quella di tirarmi indietro o spingerla via. Invece rimasi per un attimo con le labbra incollate alle sue e poi fu lei a staccarle.

“Sono stata molto bene!”

E poi via, con le sue amiche, dandomi le spalle senza più girarsi, scivolando dentro l’auto e sparendo nel buio.
 
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30 – Litigio

“Vi siete baciati?!”

Susanna urlava e avevo davvero paura che mi avrebbe lanciato qualcosa addosso.

Successe sostanzialmente questo. Stella disse a Chiara del bacio e Chiara non perse nemmeno un secondo a riferirlo a Susanna. Anzi secondo me l’aveva fatto pure con piacere. Non che io volessi tenerle nascosta la cosa, semplicemente avrei voluto trovare il tempo e il modo giusto di dirglielo. E invece l’aveva saputo da una telefonata di Chiara e io mi ero ritrovato a subire la sua furia omicida.

Qualcuno di voi potrebbe obiettare che Susanna aveva fatto di peggio ed è vero, ma c’era una differenza con quello che c’era capitato. Eravamo insieme e avevamo condiviso le esperienze. In questo caso invece io ero passato per quello che aveva tradito la ragazza alle sue spalle, senza dirle nulla e stavo per pagarne le amare conseguenze.

“Sì ma io…”

“Hai baciato un’altra!”

“Sì, ma…”

“Hai limonato con Stella!”

“No, è stata solo una cosa da niente, a stampo, io…”

“Ah quindi è una cosa da nulla. Allora vai pure in giro a baciare le ragazze!”

“Non volevo dire questo, ma solo che…”

“E poi cos’altro è successo?”

“Niente te lo giuro!”

“E io devo crederti?”

“Certo che devi credermi!”

“Come quando ti ho chiesto com’è andata la serata e tu mi hai risposto bene amore, tutto nella norma e bla bla bla.”

“Cercavo solo il momento giusto per dirtelo.”

Seguirono un’altra lunga serie di rimproveri e battibecchi che non sto a riportarvi. Il carattere della discussione l’avete capito e la furia di Susy, beh quella vi auguro di non subirla mai.

C’era tuttavia un altro aspetto di cui mi resi conto ben presto. Ero stato vittima di una ripicca. Stella mi aveva usato per vendicarsi di Susanna, probabilmente aveva visto la possibilità di ripagarla con la stessa moneta di quello che era accaduto anni prima e l’aveva colta. Questo non lo dico solo perché fu un mio sospetto, ma perché spiegava perfettamente il perché del suo essere così estroversa nei miei confronti e trovava la prova del nove nei suoi atteggiamenti seguenti all’evento. Non mi aveva scritto e quando ci incontrammo in futuro fu decisamente fredda nei miei confronti.

Quello che non sapeva era cos’aveva scatenato. Un’altra vendetta, ma molto più temibile. Quella di Susanna nei miei confronti.
 

B2b

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30 – Litigio

“Vi siete baciati?!”

Susanna urlava e avevo davvero paura che mi avrebbe lanciato qualcosa addosso.

Successe sostanzialmente questo. Stella disse a Chiara del bacio e Chiara non perse nemmeno un secondo a riferirlo a Susanna. Anzi secondo me l’aveva fatto pure con piacere. Non che io volessi tenerle nascosta la cosa, semplicemente avrei voluto trovare il tempo e il modo giusto di dirglielo. E invece l’aveva saputo da una telefonata di Chiara e io mi ero ritrovato a subire la sua furia omicida.

Qualcuno di voi potrebbe obiettare che Susanna aveva fatto di peggio ed è vero, ma c’era una differenza con quello che c’era capitato. Eravamo insieme e avevamo condiviso le esperienze. In questo caso invece io ero passato per quello che aveva tradito la ragazza alle sue spalle, senza dirle nulla e stavo per pagarne le amare conseguenze.

“Sì ma io…”

“Hai baciato un’altra!”

“Sì, ma…”

“Hai limonato con Stella!”

“No, è stata solo una cosa da niente, a stampo, io…”

“Ah quindi è una cosa da nulla. Allora vai pure in giro a baciare le ragazze!”

“Non volevo dire questo, ma solo che…”

“E poi cos’altro è successo?”

“Niente te lo giuro!”

“E io devo crederti?”

“Certo che devi credermi!”

“Come quando ti ho chiesto com’è andata la serata e tu mi hai risposto bene amore, tutto nella norma e bla bla bla.”

“Cercavo solo il momento giusto per dirtelo.”

Seguirono un’altra lunga serie di rimproveri e battibecchi che non sto a riportarvi. Il carattere della discussione l’avete capito e la furia di Susy, beh quella vi auguro di non subirla mai.

C’era tuttavia un altro aspetto di cui mi resi conto ben presto. Ero stato vittima di una ripicca. Stella mi aveva usato per vendicarsi di Susanna, probabilmente aveva visto la possibilità di ripagarla con la stessa moneta di quello che era accaduto anni prima e l’aveva colta. Questo non lo dico solo perché fu un mio sospetto, ma perché spiegava perfettamente il perché del suo essere così estroversa nei miei confronti e trovava la prova del nove nei suoi atteggiamenti seguenti all’evento. Non mi aveva scritto e quando ci incontrammo in futuro fu decisamente fredda nei miei confronti.

Quello che non sapeva era cos’aveva scatenato. Un’altra vendetta, ma molto più temibile. Quella di Susanna nei miei confronti.
Così non vale
 
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31 – Vendetta

Era una classica serata tra amici, questa volta tranquilla, a casa di uno di loro. Nemmeno ricordo più cosa stessimo facendo quando Susanna mi mandò quel messaggio. Doveva incontrarsi con Chiara e andare al cinema a vedere non so quale film.

Aprii Whatsapp. Mi aveva inviato una foto.

Era lei seduta in auto, con inquadrato il busto. Teneva il cappottino aperto davanti e le sue tettone venivano balzate in fuori da un corpetto piuttosto stretto, con dei lacci davanti. Aveva piastrato i capelli e indossato gli stessi orecchini della notte dell’ultimo dell’anno. Un look piuttosto ricercato per una serata al cinema con Chiara. Il messaggio mi chiedeva se stava bene.

Le risposi che era favolosa ed era proprio così. Susanna sapeva che adoravo ricevere i suoi selfie quando usciva senza di me, quindi non rimuginai troppo su quanto ricevuto e proseguii la mia serata.

Passarono credo una ventina di minuti prima di avere una sua risposta. Era un’altra foto e l’anteprima del messaggio diceva: “anche lui ha apprezzato”.

Come sempre mi prese quella strana agitazione, che mescolava ansia ed eccitazione. Avevo gli amici intorno e quindi avevo paura a sbloccare il telefono e aprirla. Che foto poteva avermi mandato? Un ragazzo che l’aveva guardata? Il bigliettaio del cinema aveva fatto un apprezzamento?

Aspettai d’essere un minimo isolato e aprii la foto. Sbagliavo clamorosamente. Nella foto c’era Marco, il superdotato. Lei mi faceva l’occhiolino, scattando il selfie, e lui le dava un bacio sulla guancia. Avevo già ricevuto una foto simile in cui lei mi provocava, ma questa volta c’era un dettaglio in più che mi fece preoccupare alquanto. Erano in auto. La luce interna li illuminava debolmente e a giudicare dall’oscurità intorno a loro dovevano trovarsi in un parcheggio o comunque in un luogo isolato.

Scrissi “ma non dovevi andare al cinema con Chiara?”

“Ho cambiato idea” fu la risposta piuttosto sbrigativa.

Risposi rapidamente.

“È uno scherzo vero?”

Nessuna risposta.

I minuti trascorrevano come ore e facevo sempre più fatica a dissimulare il mio disagio. Inviai un altro messaggio.

“Susy cosa vuoi fare?”

Nessuna risposta.

L’ultimo accesso risaliva al suo precedente messaggio. Era in auto con quel Marco. Sola con il ragazzo che ci aveva provato spudoratamente con lei, quello che le aveva inviato la foto del cazzo duro e che le aveva scritto di volere un suo pompino. Lo stesso che aveva ricevuto una foto sexy da Susanna e che quindi si aspettava qualcosa. Avevamo il bloccato il suo contatto e sembrava una storia chiusa, ma ora…

Il telefono vibrò. Non guardai neanche cosa avesse scritto e dissi ai miei amici di dover andare in bagno. Una volta giunto lì, mi chiusi dentro e con le mani tremanti lessi.

“Ci sta provando”

Nessun segno di punteggiatura, nessuna emoticon. Un messaggio scritto in rapidità, come se fosse molto impegnata, se non avesse tempo.

“Gli hai ricordato che sei fidanzata?”

“Ha detto che non gli interessa”

Mi appoggiai contro il muro del bagno e rilessi tutti i messaggi, riguardai le foto. Si era vestita provocante. Aveva messo un push up per mettere ancor più in mostra le tette. Si era data appuntamento con lui, non l’aveva incontrato casualmente.

Sentii il cazzo diventarmi durissimo nei pantaloni e al contempo avevo le mani che mi tremavano. Lei lo sapeva che lui ci avrebbe provato. Era tutta una sua mossa per vendicarsi di quanto successo tra me e Stella? Ma ora cosa sarebbe successo? Si sarebbe fermata a una semplice provocazione?

“Se è per quella cosa con Stella ti ho già chiesto scusa, mi dispiace.”

Fissavo la chat in attesa spasmodica e la scorrevo su e giù rileggendo decine di volte gli stessi messaggi, immaginando cosa stesse succedendo in quell’auto. Non potevo trattenermi e tirai fuori il cazzo dai boxer. Lo stringevo in mano e lo sentivo pulsare indemoniato.

“Hei”

Sentii gli amici chiamarmi, chiedermi se stavo male e risposi che sarei uscito a breve. Ma non sapevo più cosa afre, ero in totale confusione. Rimisi il cazzo nei pantaloni e in quel momento il telefono vibrò.

“Ora non posso scrivere”

Merda. Merda, merda, merda! Perché non poteva scrivere? Cosa stava succedendo? Si stava facendo scopare da lui? O era solo un modo di tenermi sulle spine e di farmi soffrire?

“Perché?”

Non mi aspettavo più una risposta e infatti non arrivò. Uscii dal bagno e finsi con gli amici di star male. Con questa scusa tornai verso casa, sbirciando il telefono a ogni curva mentre guidavo. Poi mi venne in mente una cosa. Cambiai strada e andai verso casa di Susanna. D’altronde prima o poi sarebbe tornata. Forse l’avrei vista arrivare proprio con lui, con Marco. Ebbi anche l’idea di andare in giro per cercarli, ma non avevo idea di dove potessero essere. Guidavo lentamente e buttavo l’occhio in ogni angolo buio, in ogni parcheggio, svoltavo per delle stradine laterali alla ricerca del colpo di fortuna, ma alla fine mi diressi rassegnato verso casa sua. Mi appostai nella zona di sosta di fronte al suo domicilio e attesi. Un’attesa snervante.

Mi rispose credo un’ora dopo.

“Sto tornando”

Iniziai a scrivere un paio di messaggi e li cancellai entrambi. Scrisse ancora lei.

“Vuoi saperlo davvero?”

Che domanda pericolosa. Tre semplici parole che scaricano una responsabilità e al contempo celano una minaccia. Una domanda che contiene già una risposta, anzi una frase di senso compiuto. “Io te lo posso dire, ma la cosa potrebbe non piacerti.” Questo significava quella domanda. Ma si poteva rispondere di no? Si poteva vivere nell’oblio?

“Sì”

Ancora una foto.

Avete presente quando nei cartoni animati un personaggio si innamora e il cuore gli preme forte contro il petto quasi a voler uscire dal suo corpo? Ecco, mi sentivo così. Ma il cuore non era l’unica cosa a volermi trapassare. Era impossibile tenere il cazzo nei pantaloni da quanto tirava contro la stoffa. Dovetti farlo uscire e permettergli di respirare. Nel frattempo davanti agli occhi avevo quella foto.

Susy stava chinata sul sedile, tra le gambe di Marco. Sorrideva mentre si fotografava, forse pensando proprio alla mia reazione. Forse deridendomi. Lui aveva il cazzo fuori dai pantaloni, duro, eretto. Lei lo teneva in mano in fianco al viso, contro la guancia. Era così lungo che dalle palle al mento percorreva tutto il suo viso, forse anche di più.

Iniziai a segarmi ma dovetti fermarmi subito, perché rischiai di venire dopo pochi secondi. Mi stavo masturbando in auto, come uno sfigato, davanti a casa di Susanna. E lei era appena stata con un altro. Quasi non potevo credere a quanto vedevo. Fu come guardare la foto di un porno. La mia ragazza mi aveva inviato un selfie con il cazzo duro di un altro. Un cazzo che a quel punto come minimo aveva succhiato. Probabilmente se l’era pure scopato. Ormai era come fare due più due.

“Ci sei amore?”

Ero tornato “amore”. Non le avevo più risposto. Preso com’ero dalla foto e dalle conseguenze non avevo reagito.

“Sì”

“Sei arrabbiato?”

“Sì”

“E sei anche eccitato?”

Esitai.

“Sì”

Continuavo a masturbarmi con due dita, lentamente, fermandomi sempre dopo pochi secondi. Ero durissimo.

“Vuoi che ti racconti?”

Certo, certo che volevo. Desideravo sapere tutto, ogni dettaglio. Ma ero anche incazzato. Infuriato per la sua menzogna. Per avermi detto che usciva con Chiara e per essersi invece trovata con quel suo ex. Non ebbi il tempo di rispondere, perché un paio di fari mi illuminarono dentro l’abitacolo. Riconobbi l’auto di Susanna e misi il cazzo a fatica dentro i pantaloni in fretta e furia. La vidi parcheggiare e scesi in strada. Aprì lo sportello e scese anche lei. Non aveva più i capelli belli lisci, ma un po’ scompigliati, come se li avesse sistemati alla buona. Non c’era più traccia della scollatura e portava il cappottino chiuso davanti. Sbucavano solo le gambe coperte dalle calze e un paio di stivaletti con il tacco. Mi avvicinai verso di lei e fu sinceramente sorpresa di vedermi.

“Che cazzo ci fai qui?”

“Ti aspettavo.”

Mi guardò con aria quasi soddisfatta. O almeno ebbi questa impressione.

“Spostiamoci da qui davanti” mi disse.

Tornammo alla mia auto e ci mettemmo dal lato opposto rispetto a casa sua per evitare sguardi indiscreti. Io tacevo. Non sapevo proprio cosa dire.

“Allora, cosa vuoi?” mi disse poi freddamente.

Fu tagliente e provai a ribattere a tono.

“È la tua vendetta?”

“Può darsi.”

“Non ho fatto nulla con Stella è stato solo un bacio del cazzo.”

“E il mio un bacio al cazzo. Cambiando l’ordine degli addendi…”

“Non scherzare!” urlai.

“Cosa urli scemo, vuoi che ci sentano tutti?”

Rimasi in silenzio.

“Mi hai detto che andavi al cinema e invece sei andata a farti scopare.”

Stavo quasi per piangere, ve lo giuro. La voce mi tremava.

“Non abbiamo scopato.”

“Come no.”

“No.”

Susy si fece più vicina a me e si appoggiò al mio corpo, mentre io stavo con il sedere contro la mia auto.

“Mi hai mentito.”

“Però ti ho avvisato, o sbaglio? Ti ho mandato la foto.”

“Sì ma non eravamo d’accordo.”

“Neanche del bacio a Stella”

“Cazzo Susy è stato solo un bacio!”

“Per me non era solo un bacio! Un bacio può essere molto intimo!”

“Come un pompino?”

“Certo. Soprattutto a quella troia.”

“Perché ce l’hai con lei?”

“Perché è una puttana del cazzo. Dopo che le ho soffiato il ragazzo ha messo in giro delle cattive voci su di me.”

“Cosa?”

Sospirò.

“Che ero una troia! Che scopavo con il suo fidanzato! Che amavo bere la sborra! Contento?”

“Non me lo avevi detto.”

Rimanemmo in silenzio.

“Pace?”

“Dopo stasera? La tua è una dichiarazione di guerra!”

“Dai non dirmi che non ti è piaciuto nemmeno un po’.”

Mi mise una mano sul pacco e lo trovò ovviamente duro, iniziando a massaggiarlo.

“Scommetto che ti sei già segato mentre mi aspettavi.”

In tutta risposta distolsi lo sguardo.

“Vedi, lo sapevo.”

“Fammi vedere come hai fatto.”

“Cosa?”

“Hai capito. Fammi vedere come ti sei segato.”

Mi stava addosso, di fronte, con quella sua solita aria da porca. Io mi tiravo un po’ indietro, spaventato, soprattutto dal fatto che potesse avvicinarsi e baciarmi. Baciarmi con quella stessa bocca con cui quella sera aveva spompinato un altro.

Susy mi tirò giù la zip e poi slaccio la cintura. Mi aprì la patta e mi tirò fuori il cazzo. Svettava duro, di fronte a lei e credo che questo le desse una certa soddisfazione, che non faceva nulla per celare.

“Vediamo, dai” mi incitò nuovamente.

Come ipnotizzato iniziai a segarmi di fronte a lei, mentre mi guardava.

“Bravo… e a cosa pensavi mentre lo facevi?”

“Secondo te?” risposi ancora piuttosto scocciato.

“Forse pensavi a me chinata su quel sedile, con il cazzo di Marco in bocca.”

“Sì” ammisi semplicemente.

“E non vuoi sapere com’è andata?”

“Sì.”

“Allora continua a segarti mentre io ti racconto.”

“Va bene.”

Mi segavo lentamente e la guardavo in viso, notando uno sguardo di pura lussuria dipinto nei suoi occhi verdi.

“Appena ci siamo visti ha provato a mettermi le mani addosso, ma io l’ho respinto. Volevo giocare con lui sai. È vero che volevo vendicarmi, ma non volevo nemmeno svendermi.”

“Cos’hai fatto?”

“Gli ho detto che sono fidanzata, che quella volta che abbiamo messaggiato è stato un caso, che non si ripeterà.”

“E lui?”

“Mi ha chiesto se mi ero toccata.”

“E tu che gli hai detto?”

“Che non mi basta vedere la foto di un cazzo per eccitarmi.”

Intanto continuavo a masturbarmi, molto lentamente. Susy si era appoggiata al mio petto e guardava la mia mano fare su e giù.

“Immagino che non si sia arreso.”

“No, infatti. Abbiamo fatto una passeggiata, ma mi ha proposto quasi subito di tornare alla macchina, dicendo che era stanco. Sono salita nella sua auto, per chiacchierare e lui ha iniziato ad accarezzarmi le gambe.”

“E tu l’hai lasciato fare?”

“All’inizio no, gli spostavo la mano. Ma una volta in auto ho aperto il cappottino e quando ha visto queste non riusciva più a trattenersi.”

Susy si slacciò i bottoni davanti e mi mostro le tettone strizzate verso l’alto dal corpetto che avevo potuto apprezzare in foto. Allungai una mano per toccarle, ma lei me la spinse via.

“Oggi non puoi toccarmi! Solo guardare.”

“E perché?”

“È la tua punizione. Oggi sono di qualcun altro…”

Fermai la sega e mi accarezzai il cazzo senza muoverlo su e giù.

“Sei una stronza…”

“E siamo solo all’inizio della storia.”

“Continua allora.”

“Sentivo il telefono vibrare e sapevo che erano i tuoi messaggi. Devo dire che questa cosa mi eccitava molto. Sapere che eri in attesa, immaginando chissà cosa.”

“E a lui cos’hai detto? Mi hai mandato una foto di voi due e poi… anche quell’altra.”

“Nulla di che, una foto ricordo. Non gli ho detto che era per te. E quando mi sono fatta il selfie con il suo cazzo era eccitatissimo, deve aver pensato che sono davvero una troia…”

“E non lo sei?”

“Forse.”

“Io dico di sì.”

“E io dico che mentre facevo la troia il mio ragazzo si segava in auto da solo, sapendo di essere cornuto…”

Incassai.

“Ora fammi finire il racconto. Dopo aver visto le tette ho notato che si era eccitato. Aveva il pacco gonfio e ti assicuro che non passa inosservato. Si è accorto che lo guardavo e mi ha detto se volevo sentire quanto gli piaccio.”

“E tu l’hai toccato?”

“Sì amore, gliel’ho accarezzato da sopra i pantaloni. A quel punto lì non avevo più dubbi. Lo volevo.”

“Perché prima avevi dubbi? Sei uscita con lui, gli hai sbattuto le tette in faccia.”

“Hai ragione, forse volevo farmelo sin dall’inizio, sei contento ora?”

“Insomma…” borbottai.

“Comunque lui non ha perso tempo, si è sbottonato da solo e l’ha tirato fuori.” Alzò lo sguardo su di me e brillò di entusiasmo. “Cazzo amore era ancora più lungo di quello che ricordavo. Dal vivo è ancora meglio che in foto.”

“Continua…” aggiunse poi notando che avevo fermato la sega.

“Non ci ho capito più nulla e ho iniziato a leccarlo. Lo stringevo in mano e ne usciva almeno la metà, non come con te.”

“Stronza…” ribattei di nuovo.

“Beh è la verità. Gli ho leccato l’asta e la cappella, senza succhiarlo. L’ho fatto impazzire così per un po’ e poi ha iniziato a spingermi la nuca. Voleva che glielo prendessi in bocca.”

“E tu l’hai fatto?”

“Sì amore, certo. È stato bellissimo succhiarglielo. Avresti dovuto vedermi.”

Mi guardò il cazzo come aspettandosi che potessi venire da un momento all’altro.

“Ti ho fatto la foto e questa cosa mi ha eccitata ancora di più. Lui nemmeno mi ha toccata. A parte qualche palpata al culo. Pensava solo a farselo succhiare.”

“Che porco.”

“Non è come te che ricambi sempre amore... Voleva solo farsi spompinare e godere.”

Lo disse con un tono che sembrava farle piacere più che dispiacerle. Forse quella cosa la faceva sentire usata, troia.

“E tu sei una gran pompinara Susy!”

“Sì, lo sono. È stato bellissimo succhiarlo, sentirlo che mi riempiva la bocca. Avevo proprio voglia di ciucciare.”

“Che troia che sei.”

Con la mano mi bloccai perché le parole di Susy mi stavano trascinando verso una precoce venuta. Lei se ne accorso.

“Continua, non ti fermare. Voglio che vieni.”

“Qui?”

“Sì, qui per terra. Davanti a me.”

“Ripresi a segarmi a ritmo costante e la guardai come a chiederle tacitamente come finisse il racconto.

“Poi ho iniziato a segarlo tenendo la cappella in bocca, sempre più veloce, per farlo venire. Bravo amore segati così, vieni dai, vieni come ha fatto lui. Dopo un po’ non ce l’ha più fatta a resistere e mi ha schizzato in bocca. Ha fatto tantissima sborra amore, non hai idea.”

“Mmmh” grugnii “e tu…”

Susy si avvicinò al mio orecchio.

“Sì, l’ho bevuta tutta…”

Incapace di trattenermi oltre schizzai a terra tre, quattro, cinque fiotti di sperma, sporcandomi anche tutta la mano e gemendo rumorosamente.

“Sai amore, non pensavo che il sapore della vendetta fosse così dolce.”
 
V

Virgilio11

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31 – Vendetta

Era una classica serata tra amici, questa volta tranquilla, a casa di uno di loro. Nemmeno ricordo più cosa stessimo facendo quando Susanna mi mandò quel messaggio. Doveva incontrarsi con Chiara e andare al cinema a vedere non so quale film.

Aprii Whatsapp. Mi aveva inviato una foto.

Era lei seduta in auto, con inquadrato il busto. Teneva il cappottino aperto davanti e le sue tettone venivano balzate in fuori da un corpetto piuttosto stretto, con dei lacci davanti. Aveva piastrato i capelli e indossato gli stessi orecchini della notte dell’ultimo dell’anno. Un look piuttosto ricercato per una serata al cinema con Chiara. Il messaggio mi chiedeva se stava bene.

Le risposi che era favolosa ed era proprio così. Susanna sapeva che adoravo ricevere i suoi selfie quando usciva senza di me, quindi non rimuginai troppo su quanto ricevuto e proseguii la mia serata.

Passarono credo una ventina di minuti prima di avere una sua risposta. Era un’altra foto e l’anteprima del messaggio diceva: “anche lui ha apprezzato”.

Come sempre mi prese quella strana agitazione, che mescolava ansia ed eccitazione. Avevo gli amici intorno e quindi avevo paura a sbloccare il telefono e aprirla. Che foto poteva avermi mandato? Un ragazzo che l’aveva guardata? Il bigliettaio del cinema aveva fatto un apprezzamento?

Aspettai d’essere un minimo isolato e aprii la foto. Sbagliavo clamorosamente. Nella foto c’era Marco, il superdotato. Lei mi faceva l’occhiolino, scattando il selfie, e lui le dava un bacio sulla guancia. Avevo già ricevuto una foto simile in cui lei mi provocava, ma questa volta c’era un dettaglio in più che mi fece preoccupare alquanto. Erano in auto. La luce interna li illuminava debolmente e a giudicare dall’oscurità intorno a loro dovevano trovarsi in un parcheggio o comunque in un luogo isolato.

Scrissi “ma non dovevi andare al cinema con Chiara?”

“Ho cambiato idea” fu la risposta piuttosto sbrigativa.

Risposi rapidamente.

“È uno scherzo vero?”

Nessuna risposta.

I minuti trascorrevano come ore e facevo sempre più fatica a dissimulare il mio disagio. Inviai un altro messaggio.

“Susy cosa vuoi fare?”

Nessuna risposta.

L’ultimo accesso risaliva al suo precedente messaggio. Era in auto con quel Marco. Sola con il ragazzo che ci aveva provato spudoratamente con lei, quello che le aveva inviato la foto del cazzo duro e che le aveva scritto di volere un suo pompino. Lo stesso che aveva ricevuto una foto sexy da Susanna e che quindi si aspettava qualcosa. Avevamo il bloccato il suo contatto e sembrava una storia chiusa, ma ora…

Il telefono vibrò. Non guardai neanche cosa avesse scritto e dissi ai miei amici di dover andare in bagno. Una volta giunto lì, mi chiusi dentro e con le mani tremanti lessi.

“Ci sta provando”

Nessun segno di punteggiatura, nessuna emoticon. Un messaggio scritto in rapidità, come se fosse molto impegnata, se non avesse tempo.

“Gli hai ricordato che sei fidanzata?”

“Ha detto che non gli interessa”

Mi appoggiai contro il muro del bagno e rilessi tutti i messaggi, riguardai le foto. Si era vestita provocante. Aveva messo un push up per mettere ancor più in mostra le tette. Si era data appuntamento con lui, non l’aveva incontrato casualmente.

Sentii il cazzo diventarmi durissimo nei pantaloni e al contempo avevo le mani che mi tremavano. Lei lo sapeva che lui ci avrebbe provato. Era tutta una sua mossa per vendicarsi di quanto successo tra me e Stella? Ma ora cosa sarebbe successo? Si sarebbe fermata a una semplice provocazione?

“Se è per quella cosa con Stella ti ho già chiesto scusa, mi dispiace.”

Fissavo la chat in attesa spasmodica e la scorrevo su e giù rileggendo decine di volte gli stessi messaggi, immaginando cosa stesse succedendo in quell’auto. Non potevo trattenermi e tirai fuori il cazzo dai boxer. Lo stringevo in mano e lo sentivo pulsare indemoniato.

“Hei”

Sentii gli amici chiamarmi, chiedermi se stavo male e risposi che sarei uscito a breve. Ma non sapevo più cosa afre, ero in totale confusione. Rimisi il cazzo nei pantaloni e in quel momento il telefono vibrò.

“Ora non posso scrivere”

Merda. Merda, merda, merda! Perché non poteva scrivere? Cosa stava succedendo? Si stava facendo scopare da lui? O era solo un modo di tenermi sulle spine e di farmi soffrire?

“Perché?”

Non mi aspettavo più una risposta e infatti non arrivò. Uscii dal bagno e finsi con gli amici di star male. Con questa scusa tornai verso casa, sbirciando il telefono a ogni curva mentre guidavo. Poi mi venne in mente una cosa. Cambiai strada e andai verso casa di Susanna. D’altronde prima o poi sarebbe tornata. Forse l’avrei vista arrivare proprio con lui, con Marco. Ebbi anche l’idea di andare in giro per cercarli, ma non avevo idea di dove potessero essere. Guidavo lentamente e buttavo l’occhio in ogni angolo buio, in ogni parcheggio, svoltavo per delle stradine laterali alla ricerca del colpo di fortuna, ma alla fine mi diressi rassegnato verso casa sua. Mi appostai nella zona di sosta di fronte al suo domicilio e attesi. Un’attesa snervante.

Mi rispose credo un’ora dopo.

“Sto tornando”

Iniziai a scrivere un paio di messaggi e li cancellai entrambi. Scrisse ancora lei.

“Vuoi saperlo davvero?”

Che domanda pericolosa. Tre semplici parole che scaricano una responsabilità e al contempo celano una minaccia. Una domanda che contiene già una risposta, anzi una frase di senso compiuto. “Io te lo posso dire, ma la cosa potrebbe non piacerti.” Questo significava quella domanda. Ma si poteva rispondere di no? Si poteva vivere nell’oblio?

“Sì”

Ancora una foto.

Avete presente quando nei cartoni animati un personaggio si innamora e il cuore gli preme forte contro il petto quasi a voler uscire dal suo corpo? Ecco, mi sentivo così. Ma il cuore non era l’unica cosa a volermi trapassare. Era impossibile tenere il cazzo nei pantaloni da quanto tirava contro la stoffa. Dovetti farlo uscire e permettergli di respirare. Nel frattempo davanti agli occhi avevo quella foto.

Susy stava chinata sul sedile, tra le gambe di Marco. Sorrideva mentre si fotografava, forse pensando proprio alla mia reazione. Forse deridendomi. Lui aveva il cazzo fuori dai pantaloni, duro, eretto. Lei lo teneva in mano in fianco al viso, contro la guancia. Era così lungo che dalle palle al mento percorreva tutto il suo viso, forse anche di più.

Iniziai a segarmi ma dovetti fermarmi subito, perché rischiai di venire dopo pochi secondi. Mi stavo masturbando in auto, come uno sfigato, davanti a casa di Susanna. E lei era appena stata con un altro. Quasi non potevo credere a quanto vedevo. Fu come guardare la foto di un porno. La mia ragazza mi aveva inviato un selfie con il cazzo duro di un altro. Un cazzo che a quel punto come minimo aveva succhiato. Probabilmente se l’era pure scopato. Ormai era come fare due più due.

“Ci sei amore?”

Ero tornato “amore”. Non le avevo più risposto. Preso com’ero dalla foto e dalle conseguenze non avevo reagito.

“Sì”

“Sei arrabbiato?”

“Sì”

“E sei anche eccitato?”

Esitai.

“Sì”

Continuavo a masturbarmi con due dita, lentamente, fermandomi sempre dopo pochi secondi. Ero durissimo.

“Vuoi che ti racconti?”

Certo, certo che volevo. Desideravo sapere tutto, ogni dettaglio. Ma ero anche incazzato. Infuriato per la sua menzogna. Per avermi detto che usciva con Chiara e per essersi invece trovata con quel suo ex. Non ebbi il tempo di rispondere, perché un paio di fari mi illuminarono dentro l’abitacolo. Riconobbi l’auto di Susanna e misi il cazzo a fatica dentro i pantaloni in fretta e furia. La vidi parcheggiare e scesi in strada. Aprì lo sportello e scese anche lei. Non aveva più i capelli belli lisci, ma un po’ scompigliati, come se li avesse sistemati alla buona. Non c’era più traccia della scollatura e portava il cappottino chiuso davanti. Sbucavano solo le gambe coperte dalle calze e un paio di stivaletti con il tacco. Mi avvicinai verso di lei e fu sinceramente sorpresa di vedermi.

“Che cazzo ci fai qui?”

“Ti aspettavo.”

Mi guardò con aria quasi soddisfatta. O almeno ebbi questa impressione.

“Spostiamoci da qui davanti” mi disse.

Tornammo alla mia auto e ci mettemmo dal lato opposto rispetto a casa sua per evitare sguardi indiscreti. Io tacevo. Non sapevo proprio cosa dire.

“Allora, cosa vuoi?” mi disse poi freddamente.

Fu tagliente e provai a ribattere a tono.

“È la tua vendetta?”

“Può darsi.”

“Non ho fatto nulla con Stella è stato solo un bacio del cazzo.”

“E il mio un bacio al cazzo. Cambiando l’ordine degli addendi…”

“Non scherzare!” urlai.

“Cosa urli scemo, vuoi che ci sentano tutti?”

Rimasi in silenzio.

“Mi hai detto che andavi al cinema e invece sei andata a farti scopare.”

Stavo quasi per piangere, ve lo giuro. La voce mi tremava.

“Non abbiamo scopato.”

“Come no.”

“No.”

Susy si fece più vicina a me e si appoggiò al mio corpo, mentre io stavo con il sedere contro la mia auto.

“Mi hai mentito.”

“Però ti ho avvisato, o sbaglio? Ti ho mandato la foto.”

“Sì ma non eravamo d’accordo.”

“Neanche del bacio a Stella”

“Cazzo Susy è stato solo un bacio!”

“Per me non era solo un bacio! Un bacio può essere molto intimo!”

“Come un pompino?”

“Certo. Soprattutto a quella troia.”

“Perché ce l’hai con lei?”

“Perché è una puttana del cazzo. Dopo che le ho soffiato il ragazzo ha messo in giro delle cattive voci su di me.”

“Cosa?”

Sospirò.

“Che ero una troia! Che scopavo con il suo fidanzato! Che amavo bere la sborra! Contento?”

“Non me lo avevi detto.”

Rimanemmo in silenzio.

“Pace?”

“Dopo stasera? La tua è una dichiarazione di guerra!”

“Dai non dirmi che non ti è piaciuto nemmeno un po’.”

Mi mise una mano sul pacco e lo trovò ovviamente duro, iniziando a massaggiarlo.

“Scommetto che ti sei già segato mentre mi aspettavi.”

In tutta risposta distolsi lo sguardo.

“Vedi, lo sapevo.”

“Fammi vedere come hai fatto.”

“Cosa?”

“Hai capito. Fammi vedere come ti sei segato.”

Mi stava addosso, di fronte, con quella sua solita aria da porca. Io mi tiravo un po’ indietro, spaventato, soprattutto dal fatto che potesse avvicinarsi e baciarmi. Baciarmi con quella stessa bocca con cui quella sera aveva spompinato un altro.

Susy mi tirò giù la zip e poi slaccio la cintura. Mi aprì la patta e mi tirò fuori il cazzo. Svettava duro, di fronte a lei e credo che questo le desse una certa soddisfazione, che non faceva nulla per celare.

“Vediamo, dai” mi incitò nuovamente.

Come ipnotizzato iniziai a segarmi di fronte a lei, mentre mi guardava.

“Bravo… e a cosa pensavi mentre lo facevi?”

“Secondo te?” risposi ancora piuttosto scocciato.

“Forse pensavi a me chinata su quel sedile, con il cazzo di Marco in bocca.”

“Sì” ammisi semplicemente.

“E non vuoi sapere com’è andata?”

“Sì.”

“Allora continua a segarti mentre io ti racconto.”

“Va bene.”

Mi segavo lentamente e la guardavo in viso, notando uno sguardo di pura lussuria dipinto nei suoi occhi verdi.

“Appena ci siamo visti ha provato a mettermi le mani addosso, ma io l’ho respinto. Volevo giocare con lui sai. È vero che volevo vendicarmi, ma non volevo nemmeno svendermi.”

“Cos’hai fatto?”

“Gli ho detto che sono fidanzata, che quella volta che abbiamo messaggiato è stato un caso, che non si ripeterà.”

“E lui?”

“Mi ha chiesto se mi ero toccata.”

“E tu che gli hai detto?”

“Che non mi basta vedere la foto di un cazzo per eccitarmi.”

Intanto continuavo a masturbarmi, molto lentamente. Susy si era appoggiata al mio petto e guardava la mia mano fare su e giù.

“Immagino che non si sia arreso.”

“No, infatti. Abbiamo fatto una passeggiata, ma mi ha proposto quasi subito di tornare alla macchina, dicendo che era stanco. Sono salita nella sua auto, per chiacchierare e lui ha iniziato ad accarezzarmi le gambe.”

“E tu l’hai lasciato fare?”

“All’inizio no, gli spostavo la mano. Ma una volta in auto ho aperto il cappottino e quando ha visto queste non riusciva più a trattenersi.”

Susy si slacciò i bottoni davanti e mi mostro le tettone strizzate verso l’alto dal corpetto che avevo potuto apprezzare in foto. Allungai una mano per toccarle, ma lei me la spinse via.

“Oggi non puoi toccarmi! Solo guardare.”

“E perché?”

“È la tua punizione. Oggi sono di qualcun altro…”

Fermai la sega e mi accarezzai il cazzo senza muoverlo su e giù.

“Sei una stronza…”

“E siamo solo all’inizio della storia.”

“Continua allora.”

“Sentivo il telefono vibrare e sapevo che erano i tuoi messaggi. Devo dire che questa cosa mi eccitava molto. Sapere che eri in attesa, immaginando chissà cosa.”

“E a lui cos’hai detto? Mi hai mandato una foto di voi due e poi… anche quell’altra.”

“Nulla di che, una foto ricordo. Non gli ho detto che era per te. E quando mi sono fatta il selfie con il suo cazzo era eccitatissimo, deve aver pensato che sono davvero una troia…”

“E non lo sei?”

“Forse.”

“Io dico di sì.”

“E io dico che mentre facevo la troia il mio ragazzo si segava in auto da solo, sapendo di essere cornuto…”

Incassai.

“Ora fammi finire il racconto. Dopo aver visto le tette ho notato che si era eccitato. Aveva il pacco gonfio e ti assicuro che non passa inosservato. Si è accorto che lo guardavo e mi ha detto se volevo sentire quanto gli piaccio.”

“E tu l’hai toccato?”

“Sì amore, gliel’ho accarezzato da sopra i pantaloni. A quel punto lì non avevo più dubbi. Lo volevo.”

“Perché prima avevi dubbi? Sei uscita con lui, gli hai sbattuto le tette in faccia.”

“Hai ragione, forse volevo farmelo sin dall’inizio, sei contento ora?”

“Insomma…” borbottai.

“Comunque lui non ha perso tempo, si è sbottonato da solo e l’ha tirato fuori.” Alzò lo sguardo su di me e brillò di entusiasmo. “Cazzo amore era ancora più lungo di quello che ricordavo. Dal vivo è ancora meglio che in foto.”

“Continua…” aggiunse poi notando che avevo fermato la sega.

“Non ci ho capito più nulla e ho iniziato a leccarlo. Lo stringevo in mano e ne usciva almeno la metà, non come con te.”

“Stronza…” ribattei di nuovo.

“Beh è la verità. Gli ho leccato l’asta e la cappella, senza succhiarlo. L’ho fatto impazzire così per un po’ e poi ha iniziato a spingermi la nuca. Voleva che glielo prendessi in bocca.”

“E tu l’hai fatto?”

“Sì amore, certo. È stato bellissimo succhiarglielo. Avresti dovuto vedermi.”

Mi guardò il cazzo come aspettandosi che potessi venire da un momento all’altro.

“Ti ho fatto la foto e questa cosa mi ha eccitata ancora di più. Lui nemmeno mi ha toccata. A parte qualche palpata al culo. Pensava solo a farselo succhiare.”

“Che porco.”

“Non è come te che ricambi sempre amore... Voleva solo farsi spompinare e godere.”

Lo disse con un tono che sembrava farle piacere più che dispiacerle. Forse quella cosa la faceva sentire usata, troia.

“E tu sei una gran pompinara Susy!”

“Sì, lo sono. È stato bellissimo succhiarlo, sentirlo che mi riempiva la bocca. Avevo proprio voglia di ciucciare.”

“Che troia che sei.”

Con la mano mi bloccai perché le parole di Susy mi stavano trascinando verso una precoce venuta. Lei se ne accorso.

“Continua, non ti fermare. Voglio che vieni.”

“Qui?”

“Sì, qui per terra. Davanti a me.”

“Ripresi a segarmi a ritmo costante e la guardai come a chiederle tacitamente come finisse il racconto.

“Poi ho iniziato a segarlo tenendo la cappella in bocca, sempre più veloce, per farlo venire. Bravo amore segati così, vieni dai, vieni come ha fatto lui. Dopo un po’ non ce l’ha più fatta a resistere e mi ha schizzato in bocca. Ha fatto tantissima sborra amore, non hai idea.”

“Mmmh” grugnii “e tu…”

Susy si avvicinò al mio orecchio.

“Sì, l’ho bevuta tutta…”

Incapace di trattenermi oltre schizzai a terra tre, quattro, cinque fiotti di sperma, sporcandomi anche tutta la mano e gemendo rumorosamente.

“Sai amore, non pensavo che il sapore della vendetta fosse così dolce.”



Dai che non era proprio una vendetta direi che ti ha fatto contento...........................
 
P

Plelle

Guest
31 – Vendetta

Era una classica serata tra amici, questa volta tranquilla, a casa di uno di loro. Nemmeno ricordo più cosa stessimo facendo quando Susanna mi mandò quel messaggio. Doveva incontrarsi con Chiara e andare al cinema a vedere non so quale film.

Aprii Whatsapp. Mi aveva inviato una foto.

Era lei seduta in auto, con inquadrato il busto. Teneva il cappottino aperto davanti e le sue tettone venivano balzate in fuori da un corpetto piuttosto stretto, con dei lacci davanti. Aveva piastrato i capelli e indossato gli stessi orecchini della notte dell’ultimo dell’anno. Un look piuttosto ricercato per una serata al cinema con Chiara. Il messaggio mi chiedeva se stava bene.

Le risposi che era favolosa ed era proprio così. Susanna sapeva che adoravo ricevere i suoi selfie quando usciva senza di me, quindi non rimuginai troppo su quanto ricevuto e proseguii la mia serata.

Passarono credo una ventina di minuti prima di avere una sua risposta. Era un’altra foto e l’anteprima del messaggio diceva: “anche lui ha apprezzato”.

Come sempre mi prese quella strana agitazione, che mescolava ansia ed eccitazione. Avevo gli amici intorno e quindi avevo paura a sbloccare il telefono e aprirla. Che foto poteva avermi mandato? Un ragazzo che l’aveva guardata? Il bigliettaio del cinema aveva fatto un apprezzamento?

Aspettai d’essere un minimo isolato e aprii la foto. Sbagliavo clamorosamente. Nella foto c’era Marco, il superdotato. Lei mi faceva l’occhiolino, scattando il selfie, e lui le dava un bacio sulla guancia. Avevo già ricevuto una foto simile in cui lei mi provocava, ma questa volta c’era un dettaglio in più che mi fece preoccupare alquanto. Erano in auto. La luce interna li illuminava debolmente e a giudicare dall’oscurità intorno a loro dovevano trovarsi in un parcheggio o comunque in un luogo isolato.

Scrissi “ma non dovevi andare al cinema con Chiara?”

“Ho cambiato idea” fu la risposta piuttosto sbrigativa.

Risposi rapidamente.

“È uno scherzo vero?”

Nessuna risposta.

I minuti trascorrevano come ore e facevo sempre più fatica a dissimulare il mio disagio. Inviai un altro messaggio.

“Susy cosa vuoi fare?”

Nessuna risposta.

L’ultimo accesso risaliva al suo precedente messaggio. Era in auto con quel Marco. Sola con il ragazzo che ci aveva provato spudoratamente con lei, quello che le aveva inviato la foto del cazzo duro e che le aveva scritto di volere un suo pompino. Lo stesso che aveva ricevuto una foto sexy da Susanna e che quindi si aspettava qualcosa. Avevamo il bloccato il suo contatto e sembrava una storia chiusa, ma ora…

Il telefono vibrò. Non guardai neanche cosa avesse scritto e dissi ai miei amici di dover andare in bagno. Una volta giunto lì, mi chiusi dentro e con le mani tremanti lessi.

“Ci sta provando”

Nessun segno di punteggiatura, nessuna emoticon. Un messaggio scritto in rapidità, come se fosse molto impegnata, se non avesse tempo.

“Gli hai ricordato che sei fidanzata?”

“Ha detto che non gli interessa”

Mi appoggiai contro il muro del bagno e rilessi tutti i messaggi, riguardai le foto. Si era vestita provocante. Aveva messo un push up per mettere ancor più in mostra le tette. Si era data appuntamento con lui, non l’aveva incontrato casualmente.

Sentii il cazzo diventarmi durissimo nei pantaloni e al contempo avevo le mani che mi tremavano. Lei lo sapeva che lui ci avrebbe provato. Era tutta una sua mossa per vendicarsi di quanto successo tra me e Stella? Ma ora cosa sarebbe successo? Si sarebbe fermata a una semplice provocazione?

“Se è per quella cosa con Stella ti ho già chiesto scusa, mi dispiace.”

Fissavo la chat in attesa spasmodica e la scorrevo su e giù rileggendo decine di volte gli stessi messaggi, immaginando cosa stesse succedendo in quell’auto. Non potevo trattenermi e tirai fuori il cazzo dai boxer. Lo stringevo in mano e lo sentivo pulsare indemoniato.

“Hei”

Sentii gli amici chiamarmi, chiedermi se stavo male e risposi che sarei uscito a breve. Ma non sapevo più cosa afre, ero in totale confusione. Rimisi il cazzo nei pantaloni e in quel momento il telefono vibrò.

“Ora non posso scrivere”

Merda. Merda, merda, merda! Perché non poteva scrivere? Cosa stava succedendo? Si stava facendo scopare da lui? O era solo un modo di tenermi sulle spine e di farmi soffrire?

“Perché?”

Non mi aspettavo più una risposta e infatti non arrivò. Uscii dal bagno e finsi con gli amici di star male. Con questa scusa tornai verso casa, sbirciando il telefono a ogni curva mentre guidavo. Poi mi venne in mente una cosa. Cambiai strada e andai verso casa di Susanna. D’altronde prima o poi sarebbe tornata. Forse l’avrei vista arrivare proprio con lui, con Marco. Ebbi anche l’idea di andare in giro per cercarli, ma non avevo idea di dove potessero essere. Guidavo lentamente e buttavo l’occhio in ogni angolo buio, in ogni parcheggio, svoltavo per delle stradine laterali alla ricerca del colpo di fortuna, ma alla fine mi diressi rassegnato verso casa sua. Mi appostai nella zona di sosta di fronte al suo domicilio e attesi. Un’attesa snervante.

Mi rispose credo un’ora dopo.

“Sto tornando”

Iniziai a scrivere un paio di messaggi e li cancellai entrambi. Scrisse ancora lei.

“Vuoi saperlo davvero?”

Che domanda pericolosa. Tre semplici parole che scaricano una responsabilità e al contempo celano una minaccia. Una domanda che contiene già una risposta, anzi una frase di senso compiuto. “Io te lo posso dire, ma la cosa potrebbe non piacerti.” Questo significava quella domanda. Ma si poteva rispondere di no? Si poteva vivere nell’oblio?

“Sì”

Ancora una foto.

Avete presente quando nei cartoni animati un personaggio si innamora e il cuore gli preme forte contro il petto quasi a voler uscire dal suo corpo? Ecco, mi sentivo così. Ma il cuore non era l’unica cosa a volermi trapassare. Era impossibile tenere il cazzo nei pantaloni da quanto tirava contro la stoffa. Dovetti farlo uscire e permettergli di respirare. Nel frattempo davanti agli occhi avevo quella foto.

Susy stava chinata sul sedile, tra le gambe di Marco. Sorrideva mentre si fotografava, forse pensando proprio alla mia reazione. Forse deridendomi. Lui aveva il cazzo fuori dai pantaloni, duro, eretto. Lei lo teneva in mano in fianco al viso, contro la guancia. Era così lungo che dalle palle al mento percorreva tutto il suo viso, forse anche di più.

Iniziai a segarmi ma dovetti fermarmi subito, perché rischiai di venire dopo pochi secondi. Mi stavo masturbando in auto, come uno sfigato, davanti a casa di Susanna. E lei era appena stata con un altro. Quasi non potevo credere a quanto vedevo. Fu come guardare la foto di un porno. La mia ragazza mi aveva inviato un selfie con il cazzo duro di un altro. Un cazzo che a quel punto come minimo aveva succhiato. Probabilmente se l’era pure scopato. Ormai era come fare due più due.

“Ci sei amore?”

Ero tornato “amore”. Non le avevo più risposto. Preso com’ero dalla foto e dalle conseguenze non avevo reagito.

“Sì”

“Sei arrabbiato?”

“Sì”

“E sei anche eccitato?”

Esitai.

“Sì”

Continuavo a masturbarmi con due dita, lentamente, fermandomi sempre dopo pochi secondi. Ero durissimo.

“Vuoi che ti racconti?”

Certo, certo che volevo. Desideravo sapere tutto, ogni dettaglio. Ma ero anche incazzato. Infuriato per la sua menzogna. Per avermi detto che usciva con Chiara e per essersi invece trovata con quel suo ex. Non ebbi il tempo di rispondere, perché un paio di fari mi illuminarono dentro l’abitacolo. Riconobbi l’auto di Susanna e misi il cazzo a fatica dentro i pantaloni in fretta e furia. La vidi parcheggiare e scesi in strada. Aprì lo sportello e scese anche lei. Non aveva più i capelli belli lisci, ma un po’ scompigliati, come se li avesse sistemati alla buona. Non c’era più traccia della scollatura e portava il cappottino chiuso davanti. Sbucavano solo le gambe coperte dalle calze e un paio di stivaletti con il tacco. Mi avvicinai verso di lei e fu sinceramente sorpresa di vedermi.

“Che cazzo ci fai qui?”

“Ti aspettavo.”

Mi guardò con aria quasi soddisfatta. O almeno ebbi questa impressione.

“Spostiamoci da qui davanti” mi disse.

Tornammo alla mia auto e ci mettemmo dal lato opposto rispetto a casa sua per evitare sguardi indiscreti. Io tacevo. Non sapevo proprio cosa dire.

“Allora, cosa vuoi?” mi disse poi freddamente.

Fu tagliente e provai a ribattere a tono.

“È la tua vendetta?”

“Può darsi.”

“Non ho fatto nulla con Stella è stato solo un bacio del cazzo.”

“E il mio un bacio al cazzo. Cambiando l’ordine degli addendi…”

“Non scherzare!” urlai.

“Cosa urli scemo, vuoi che ci sentano tutti?”

Rimasi in silenzio.

“Mi hai detto che andavi al cinema e invece sei andata a farti scopare.”

Stavo quasi per piangere, ve lo giuro. La voce mi tremava.

“Non abbiamo scopato.”

“Come no.”

“No.”

Susy si fece più vicina a me e si appoggiò al mio corpo, mentre io stavo con il sedere contro la mia auto.

“Mi hai mentito.”

“Però ti ho avvisato, o sbaglio? Ti ho mandato la foto.”

“Sì ma non eravamo d’accordo.”

“Neanche del bacio a Stella”

“Cazzo Susy è stato solo un bacio!”

“Per me non era solo un bacio! Un bacio può essere molto intimo!”

“Come un pompino?”

“Certo. Soprattutto a quella troia.”

“Perché ce l’hai con lei?”

“Perché è una puttana del cazzo. Dopo che le ho soffiato il ragazzo ha messo in giro delle cattive voci su di me.”

“Cosa?”

Sospirò.

“Che ero una troia! Che scopavo con il suo fidanzato! Che amavo bere la sborra! Contento?”

“Non me lo avevi detto.”

Rimanemmo in silenzio.

“Pace?”

“Dopo stasera? La tua è una dichiarazione di guerra!”

“Dai non dirmi che non ti è piaciuto nemmeno un po’.”

Mi mise una mano sul pacco e lo trovò ovviamente duro, iniziando a massaggiarlo.

“Scommetto che ti sei già segato mentre mi aspettavi.”

In tutta risposta distolsi lo sguardo.

“Vedi, lo sapevo.”

“Fammi vedere come hai fatto.”

“Cosa?”

“Hai capito. Fammi vedere come ti sei segato.”

Mi stava addosso, di fronte, con quella sua solita aria da porca. Io mi tiravo un po’ indietro, spaventato, soprattutto dal fatto che potesse avvicinarsi e baciarmi. Baciarmi con quella stessa bocca con cui quella sera aveva spompinato un altro.

Susy mi tirò giù la zip e poi slaccio la cintura. Mi aprì la patta e mi tirò fuori il cazzo. Svettava duro, di fronte a lei e credo che questo le desse una certa soddisfazione, che non faceva nulla per celare.

“Vediamo, dai” mi incitò nuovamente.

Come ipnotizzato iniziai a segarmi di fronte a lei, mentre mi guardava.

“Bravo… e a cosa pensavi mentre lo facevi?”

“Secondo te?” risposi ancora piuttosto scocciato.

“Forse pensavi a me chinata su quel sedile, con il cazzo di Marco in bocca.”

“Sì” ammisi semplicemente.

“E non vuoi sapere com’è andata?”

“Sì.”

“Allora continua a segarti mentre io ti racconto.”

“Va bene.”

Mi segavo lentamente e la guardavo in viso, notando uno sguardo di pura lussuria dipinto nei suoi occhi verdi.

“Appena ci siamo visti ha provato a mettermi le mani addosso, ma io l’ho respinto. Volevo giocare con lui sai. È vero che volevo vendicarmi, ma non volevo nemmeno svendermi.”

“Cos’hai fatto?”

“Gli ho detto che sono fidanzata, che quella volta che abbiamo messaggiato è stato un caso, che non si ripeterà.”

“E lui?”

“Mi ha chiesto se mi ero toccata.”

“E tu che gli hai detto?”

“Che non mi basta vedere la foto di un cazzo per eccitarmi.”

Intanto continuavo a masturbarmi, molto lentamente. Susy si era appoggiata al mio petto e guardava la mia mano fare su e giù.

“Immagino che non si sia arreso.”

“No, infatti. Abbiamo fatto una passeggiata, ma mi ha proposto quasi subito di tornare alla macchina, dicendo che era stanco. Sono salita nella sua auto, per chiacchierare e lui ha iniziato ad accarezzarmi le gambe.”

“E tu l’hai lasciato fare?”

“All’inizio no, gli spostavo la mano. Ma una volta in auto ho aperto il cappottino e quando ha visto queste non riusciva più a trattenersi.”

Susy si slacciò i bottoni davanti e mi mostro le tettone strizzate verso l’alto dal corpetto che avevo potuto apprezzare in foto. Allungai una mano per toccarle, ma lei me la spinse via.

“Oggi non puoi toccarmi! Solo guardare.”

“E perché?”

“È la tua punizione. Oggi sono di qualcun altro…”

Fermai la sega e mi accarezzai il cazzo senza muoverlo su e giù.

“Sei una stronza…”

“E siamo solo all’inizio della storia.”

“Continua allora.”

“Sentivo il telefono vibrare e sapevo che erano i tuoi messaggi. Devo dire che questa cosa mi eccitava molto. Sapere che eri in attesa, immaginando chissà cosa.”

“E a lui cos’hai detto? Mi hai mandato una foto di voi due e poi… anche quell’altra.”

“Nulla di che, una foto ricordo. Non gli ho detto che era per te. E quando mi sono fatta il selfie con il suo cazzo era eccitatissimo, deve aver pensato che sono davvero una troia…”

“E non lo sei?”

“Forse.”

“Io dico di sì.”

“E io dico che mentre facevo la troia il mio ragazzo si segava in auto da solo, sapendo di essere cornuto…”

Incassai.

“Ora fammi finire il racconto. Dopo aver visto le tette ho notato che si era eccitato. Aveva il pacco gonfio e ti assicuro che non passa inosservato. Si è accorto che lo guardavo e mi ha detto se volevo sentire quanto gli piaccio.”

“E tu l’hai toccato?”

“Sì amore, gliel’ho accarezzato da sopra i pantaloni. A quel punto lì non avevo più dubbi. Lo volevo.”

“Perché prima avevi dubbi? Sei uscita con lui, gli hai sbattuto le tette in faccia.”

“Hai ragione, forse volevo farmelo sin dall’inizio, sei contento ora?”

“Insomma…” borbottai.

“Comunque lui non ha perso tempo, si è sbottonato da solo e l’ha tirato fuori.” Alzò lo sguardo su di me e brillò di entusiasmo. “Cazzo amore era ancora più lungo di quello che ricordavo. Dal vivo è ancora meglio che in foto.”

“Continua…” aggiunse poi notando che avevo fermato la sega.

“Non ci ho capito più nulla e ho iniziato a leccarlo. Lo stringevo in mano e ne usciva almeno la metà, non come con te.”

“Stronza…” ribattei di nuovo.

“Beh è la verità. Gli ho leccato l’asta e la cappella, senza succhiarlo. L’ho fatto impazzire così per un po’ e poi ha iniziato a spingermi la nuca. Voleva che glielo prendessi in bocca.”

“E tu l’hai fatto?”

“Sì amore, certo. È stato bellissimo succhiarglielo. Avresti dovuto vedermi.”

Mi guardò il cazzo come aspettandosi che potessi venire da un momento all’altro.

“Ti ho fatto la foto e questa cosa mi ha eccitata ancora di più. Lui nemmeno mi ha toccata. A parte qualche palpata al culo. Pensava solo a farselo succhiare.”

“Che porco.”

“Non è come te che ricambi sempre amore... Voleva solo farsi spompinare e godere.”

Lo disse con un tono che sembrava farle piacere più che dispiacerle. Forse quella cosa la faceva sentire usata, troia.

“E tu sei una gran pompinara Susy!”

“Sì, lo sono. È stato bellissimo succhiarlo, sentirlo che mi riempiva la bocca. Avevo proprio voglia di ciucciare.”

“Che troia che sei.”

Con la mano mi bloccai perché le parole di Susy mi stavano trascinando verso una precoce venuta. Lei se ne accorso.

“Continua, non ti fermare. Voglio che vieni.”

“Qui?”

“Sì, qui per terra. Davanti a me.”

“Ripresi a segarmi a ritmo costante e la guardai come a chiederle tacitamente come finisse il racconto.

“Poi ho iniziato a segarlo tenendo la cappella in bocca, sempre più veloce, per farlo venire. Bravo amore segati così, vieni dai, vieni come ha fatto lui. Dopo un po’ non ce l’ha più fatta a resistere e mi ha schizzato in bocca. Ha fatto tantissima sborra amore, non hai idea.”

“Mmmh” grugnii “e tu…”

Susy si avvicinò al mio orecchio.

“Sì, l’ho bevuta tutta…”

Incapace di trattenermi oltre schizzai a terra tre, quattro, cinque fiotti di sperma, sporcandomi anche tutta la mano e gemendo rumorosamente.

“Sai amore, non pensavo che il sapore della vendetta fosse così dolce.”
OOOOH :love: speravo sarebbe ritornata la stronzetta che ce lo ha fatto indurire a tutti
 

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