la nostra prima vacanza insieme

OP
S

Scriptor

"Level 1"
Messaggi
59
Punteggio reazione
143
Punti
33
Age
34
Dedicato alla mia musa ispiratrice, Bea.

Seduto nudo su quel cuscino e sentirmi completamente distaccato dal mondo. Attimi di paura, di ansia, di preoccupazione, del cosa sarebbe successo dopo. Il corpo ormai distaccato dalla mente. Una mente annebbiata, non più lucida, non più in grado di ragionare ma solamente vedere e prendere atto. La realtà era nuda e cruda. La realtà era di Daniela, la mia fidanzata, il mio grande amore, nuda mentre Antonio, un completo sconosciuto fino a qualche ora prima, la stava palpando davanti a me. Ed io immobile ed impotente davanti a loro, annuendo alle parole di Antonio, li stavo osservando.

“Daniela è così bella che è un vero peccato vederla vestita. Una ragazza come lei deve stare nuda, come la mamma l’ha fatta. Solo un paio di tacchi possono esaltare il suo corpo, per il resto non ha bisogno di altro. Per il momento ovviamente, perché il suo corpo è totalmente pulito adesso. Oggi in acqua Daniela mi ha detto che tra le gambe aveva dei peletti e mi sembra di capire che ha eseguito al mio ordine”.

A quella parola Antonio si è fermato, non ha più parlato per qualche secondo ed ha fissato Daniela negli occhi. Anche io la stavo guardando, proprio lì tra le gambe. Totalmente rasata, liscia come non lo era mai stata prima. Daniela era rossa in viso e profondamente imbarazzata. Ha guardato Antonio, il quale con un segno della testa l’ha esortata a fare un qualcosa che ancora non sapevo. Ed hai suoi tentennamenti ho notato la sua mano sinistra stringerle il capezzolo sinistro, fino a farle aprire la bocca ed emettere un gemito di dolore.

“Mi sono depilata totalmente oggi perché me lo ha chiesto Antonio.”

Antonio, soddisfatto e compiaciuto mi ha guardato.

“Vedi Marco? Te lo dicevo che Daniela è una ragazza molto intelligente. Sa quando parlare e sa che cosa dire. A volte ha bisogno di essere stimolata un po’, ma per questo non ci sono problemi, vero Daniela?”

Con gli occhi bassi e lucidi, Daniela ha annuito alle parole di Antonio. Era irriconoscibile, la brava ragazza diligente e studiosa, con l’unica fantasia del segno del costume, sempre fedele e con un unico uomo nella sua vita, adesso era seduta nuda accanto ad un uomo maturo che le toccava il capezzolo strizzandolo.

“Daniela, fai vedere a Marco come sai camminare bene su questi tacchi. Sai Marco, Daniela questa mattina mi ha detto che su un tacco 18 non ha mai camminato, credo fosse giusto che lei provasse, giusto?”

Le domande che Antonio rivolgeva a me, in realtà, non erano poste per ottenere una risposta. Difatti rimanevo in silenzio, in attesa degli sviluppi della situazione. E così Daniela si stava alzando, non senza difficoltà per via di quei tacchi vertiginosi sui quali era alquanto difficile rimanere in equilibrio. Decoltè di vernice nere con plateau, stupende a vedere ma impossibile da portare. Daniela, nonostante le difficoltà, si era riuscita ad alzare in piedi, rimanendo ferma, sempre con il solito sguardo basso. Antonio l’ha esortata a fare qualche passo davanti e dietro, come se dovesse sfilare. Era stupenda. Nuda con quei tacchi vertiginosi. Ancheggiava quasi oscenamente, ad ogni passo il seno dondolava forte, per via dei movimenti e soprattutto del peso delle sue mammelle. Quando si è girata davanti a me, un altro forte colpo al cuore: su una natica, rossa come il fuoco, era ritratta una mano, la mano di Antonio. Mentre ero in bagno le aveva dato una pacca forte, uno schiaffo. Ed il segno era ancora vistoso e presente. Il mio sguardo esterrefatto era stato notato da Antonio. Sono sicuro che tutto ciò che chiedeva di fare a Daniela aveva uno scopo preciso.

“Seppur intelligente e brava, a volte Daniela va spronata. Questo lo sai anche tu Marco. Perché credo che anche tu sei molto timido e lo percepisco.”
Mentre mi parlava, Antonio si accarezzava sempre il suo enorme membro semieretto. Credo lo facesse volontariamente perché i miei occhi, notando il movimento, più volte si poggiavano lì, senza che io potessi controllarli. E ad Antonio non è sfuggito questo dettaglio.
Dopo aver fatto risedere Daniela vicino a lui, Antonio è tornato ad intavolare discussioni generali. Così siamo tornati a parlare della vita quotidiana, e tutti e tre, in un certo senso, per quanto surreale, ci siamo tranquillizzati un poco. L’ambiente, per quanto carico di trasgressione e tensioni di gelosia ed eccitazione, era rilassante: le luci soffuse ed il forte odore di incenso stavano contribuendo a distendere i nervi ed i muscoli del mio corpo. Tra le mie gambe, il mio sesso, era rilassato, seppur dentro di me scorrevano ormoni di eccitazioni mescolati, tuttavia, ad eccitazione. Non so che ora poteva essere della sera, sicuramente era troppo presto per andare via e troppo tardi per tornare indietro. Mentre si parlava, si continuava a stuzzicare qualcosa che Antonio e Daniela portavano sul tappeto. Io ero incapace di alzarmi, non stavo partecipando. Sono rimasto sempre seduto. Loro due invece sempre con più frequenza si recavano in cucina, dove li sentivo a volte parlottare a bassa voce, mentre preparavano il cibo. Mi è capitato anche di sentire dei silenzi sempre più lunghi, così come dei sussulti di dolore, dei “ahi” pronunciati a bassissima voce, sussurrati appunto. Non capivo da cosa dipendessero, di sicuro era Daniela che li stava emettendo, ma, ogni volta che tornava, sul suo corpo non notavo segni evidenti. I silenzi in cucina duravano sempre di più e sempre più spesso rimanevo solo sul cuscino in salone. Erano momenti di riflessione per me, momenti in cui tutti gli eventi della giornata mi scorrevano veloci davanti agli occhi, talmente veloce che non riuscivo ad acciuffarli, a fermarli, a fermarmi e ragionare. La ragione ormai non esisteva più. E proprio in uno di quei momenti lunghi, silenziosi, in cui mi sono ritrovato isolato e perso dei miei pensieri, le luci del salone si sono spente. Daniela, con una torta in mano e due candele sopra, stava camminando verso di me con Antonio dietro di lei. Stava camminando molto molto lentamente, non solo per i tacchi e per la torta in mano. Qualcosa in lei era cambiata ma l’assenza di luci non mi permetteva di capire cosa. Antonio, leggermente di lato, la esortava a camminare con una mano poggiata su una sua natica. Di nuovo ci siamo ritrovati in una situazione surreale. Daniela era diversa, gli occhi non erano più bassi ma guardavano dritto, i capelli leggermente spettinati, il volto accaldato, le labbra rosso fuoco come se fossero state stimolate. Il resto del corpo era al buio. Giunta vicino a me, si è piegata lentamente, piano, con calma, stando attenta a non far cadere la piccola torta e poggiandola davanti a me. Poggiata la torta, in una frazione di secondo è cambiato per sempre il nostro mondo. Attimi di secondo che hanno stravolto la nostra vita, che hanno cambiato tutto. La torta, quella torta, con la sua forma particolare, le candeline, che in realtà ne era una con due fiamme, e lei, Daniela, piegata in avanti con le gambe leggermente aperte. Antonio dietro di lei. La torta rappresentava la testa di un cervo maschio con il palco ben disegnato, la candelina con le due fiammelle era una mano che faceva il segno delle corna: indice e anulare avevano la fiammella in alto. Daniela, rimasta piegata, non appena ha poggiato la torta ha emesso un gemito, un gemito di piacere: Antonio, che adesso la stava reggendo per i fianchi, era entrato dentro di lei, penetrandola. La facilità con cui è entrato mi ha lasciato immaginare che in realtà già in cucina si erano accoppiati. Quei silenzi lunghi, quei sospiri, erano un chiaro segnale di un amplesso avvenuto. Ero diventato cornuto. Dopo aver poggiato la torta, Daniela, sicuramente su suggerimento di Antonio, mi ha baciato.
“Ti amo amore… mio”
Quattro parole, piene di sospiri e di gemiti. Antonio stava penetrando Daniela davanti a me, incurante di una mia reazione, o sicuramente certo che la reazione non ci sarebbe mai stata. Di fatti sono rimasto immobile, seduto sul cuscino, a fissare la torta e guardare lei che ansimava e si reggeva come meglio poteva piegata in quel modo. Sofferente ma goduriosa, accaldata per l’eccitazione. Adesso tutto era chiaro, adesso sapevo perché stavano in cucina tutto quel tempo. E come se tutte quelle sorprese non bastavano, mi sono ritrovato eccitato, fortemente eccitato. La gelosia mi percorreva tutto il corpo, l’eccitazione mi imprigionava sul cuscino immobile. Ho sentito come catene cingermi tutto il corpo, non avevo la forza e neanche più la voglia di alzarmi, di urlare, di scappare. Seduto ed in silenzio sentivo Daniela godere e gemere e poi lui, Antonio, parlare.
“Daniela guarda Marco tra le gambe. Come ti avevo detto si è eccitato, gli piace vederti con me. Vero Marco? Vero che ti piace guardare come ti rendiamo un cervo cornuto? Perché questo ora sei, o mi sbaglio?”
Parole scioccanti, dirette, che mi hanno finito di abbattere, rendendomi più un oggetto che una persona. Rendendomi incapace di tutto. Daniela, ormai totalmente presa da quella cavalcata assurda, aveva gli occhi fuori dalle orbite, era in estasi. Antonio, deciso come non mai, la sbatteva forte, non risparmiando forti pacche sui suoi glutei che la facevano trasalire ed urlare anche dal dolore. Tutto era cambiato. La nostra prima vacanza insieme era diventata ben altro. E mentre per l’ennesima volta guardavo la torta, con le candeline ormai consumare, Antonio mi invitava a riaccendere la luce soffusa. Faceva quindi distendere Daniela sul tappeto e, una volta sopra di lei, continuava l’amplesso. Ero sconvolto dalla forza e dalla foga che stava mettendo Antonio, ero sconvolto dalle dimensioni del suo enorme membro eretto e duro. Ma una volta accesa la luce, seppur fioca, ho notato che Daniela aveva una cavigliera dorata, con un piccolo ciondolo avente la forma di una mano che faceva il gesto delle corna. Nulla, però, a che vedere con la lunga collanina color oro al collo, dove il ciondolo aveva la forma fallica. Un ciondolo che, se vestita, si nascondeva in mezzo il suo enorme seno. Se nuda, metteva invece in bella mostra quel fallo vergognoso. E mentre Daniela stava godendo come non mai aveva goduto nella sua vita, senza motivo, mi sono alzato ed ho iniziato a riflettere i vari suppellettili presenti nella stanza: molti avevano la forma fallica, altri la ricordavano, alcune statuine addirittura erano di coppie che si accoppiavano. Era una casa piena di sesso, anche nelle piccole cose. Falli ovunque, statuine di uomini con falli eretti. I quadri sulle pareti erano invece donne nude stilizzate. E mentre rimanevo a bocca aperta davanti l’ennesima donna nuda stilizzata su un quadro, Antonio con tono autoritario e serio mi ha detto:
“Marco, come ti senti ad essere un cornuto?”


Per commenti, suggerimenti e domande mi potete scrivere all’indirizzo mail [email protected]
La riproduzione di questo racconto è vietata in quanto coperto da diritti d’autore e di proprietà di marcocard.
 

Pippo27

"Level 6"
Messaggi
373
Punteggio reazione
4,127
Punti
93
Dedicato alla mia musa ispiratrice, Bea.

Seduto nudo su quel cuscino e sentirmi completamente distaccato dal mondo. Attimi di paura, di ansia, di preoccupazione, del cosa sarebbe successo dopo. Il corpo ormai distaccato dalla mente. Una mente annebbiata, non più lucida, non più in grado di ragionare ma solamente vedere e prendere atto. La realtà era nuda e cruda. La realtà era di Daniela, la mia fidanzata, il mio grande amore, nuda mentre Antonio, un completo sconosciuto fino a qualche ora prima, la stava palpando davanti a me. Ed io immobile ed impotente davanti a loro, annuendo alle parole di Antonio, li stavo osservando.

“Daniela è così bella che è un vero peccato vederla vestita. Una ragazza come lei deve stare nuda, come la mamma l’ha fatta. Solo un paio di tacchi possono esaltare il suo corpo, per il resto non ha bisogno di altro. Per il momento ovviamente, perché il suo corpo è totalmente pulito adesso. Oggi in acqua Daniela mi ha detto che tra le gambe aveva dei peletti e mi sembra di capire che ha eseguito al mio ordine”.

A quella parola Antonio si è fermato, non ha più parlato per qualche secondo ed ha fissato Daniela negli occhi. Anche io la stavo guardando, proprio lì tra le gambe. Totalmente rasata, liscia come non lo era mai stata prima. Daniela era rossa in viso e profondamente imbarazzata. Ha guardato Antonio, il quale con un segno della testa l’ha esortata a fare un qualcosa che ancora non sapevo. Ed hai suoi tentennamenti ho notato la sua mano sinistra stringerle il capezzolo sinistro, fino a farle aprire la bocca ed emettere un gemito di dolore.

“Mi sono depilata totalmente oggi perché me lo ha chiesto Antonio.”

Antonio, soddisfatto e compiaciuto mi ha guardato.

“Vedi Marco? Te lo dicevo che Daniela è una ragazza molto intelligente. Sa quando parlare e sa che cosa dire. A volte ha bisogno di essere stimolata un po’, ma per questo non ci sono problemi, vero Daniela?”

Con gli occhi bassi e lucidi, Daniela ha annuito alle parole di Antonio. Era irriconoscibile, la brava ragazza diligente e studiosa, con l’unica fantasia del segno del costume, sempre fedele e con un unico uomo nella sua vita, adesso era seduta nuda accanto ad un uomo maturo che le toccava il capezzolo strizzandolo.

“Daniela, fai vedere a Marco come sai camminare bene su questi tacchi. Sai Marco, Daniela questa mattina mi ha detto che su un tacco 18 non ha mai camminato, credo fosse giusto che lei provasse, giusto?”

Le domande che Antonio rivolgeva a me, in realtà, non erano poste per ottenere una risposta. Difatti rimanevo in silenzio, in attesa degli sviluppi della situazione. E così Daniela si stava alzando, non senza difficoltà per via di quei tacchi vertiginosi sui quali era alquanto difficile rimanere in equilibrio. Decoltè di vernice nere con plateau, stupende a vedere ma impossibile da portare. Daniela, nonostante le difficoltà, si era riuscita ad alzare in piedi, rimanendo ferma, sempre con il solito sguardo basso. Antonio l’ha esortata a fare qualche passo davanti e dietro, come se dovesse sfilare. Era stupenda. Nuda con quei tacchi vertiginosi. Ancheggiava quasi oscenamente, ad ogni passo il seno dondolava forte, per via dei movimenti e soprattutto del peso delle sue mammelle. Quando si è girata davanti a me, un altro forte colpo al cuore: su una natica, rossa come il fuoco, era ritratta una mano, la mano di Antonio. Mentre ero in bagno le aveva dato una pacca forte, uno schiaffo. Ed il segno era ancora vistoso e presente. Il mio sguardo esterrefatto era stato notato da Antonio. Sono sicuro che tutto ciò che chiedeva di fare a Daniela aveva uno scopo preciso.

“Seppur intelligente e brava, a volte Daniela va spronata. Questo lo sai anche tu Marco. Perché credo che anche tu sei molto timido e lo percepisco.”
Mentre mi parlava, Antonio si accarezzava sempre il suo enorme membro semieretto. Credo lo facesse volontariamente perché i miei occhi, notando il movimento, più volte si poggiavano lì, senza che io potessi controllarli. E ad Antonio non è sfuggito questo dettaglio.
Dopo aver fatto risedere Daniela vicino a lui, Antonio è tornato ad intavolare discussioni generali. Così siamo tornati a parlare della vita quotidiana, e tutti e tre, in un certo senso, per quanto surreale, ci siamo tranquillizzati un poco. L’ambiente, per quanto carico di trasgressione e tensioni di gelosia ed eccitazione, era rilassante: le luci soffuse ed il forte odore di incenso stavano contribuendo a distendere i nervi ed i muscoli del mio corpo. Tra le mie gambe, il mio sesso, era rilassato, seppur dentro di me scorrevano ormoni di eccitazioni mescolati, tuttavia, ad eccitazione. Non so che ora poteva essere della sera, sicuramente era troppo presto per andare via e troppo tardi per tornare indietro. Mentre si parlava, si continuava a stuzzicare qualcosa che Antonio e Daniela portavano sul tappeto. Io ero incapace di alzarmi, non stavo partecipando. Sono rimasto sempre seduto. Loro due invece sempre con più frequenza si recavano in cucina, dove li sentivo a volte parlottare a bassa voce, mentre preparavano il cibo. Mi è capitato anche di sentire dei silenzi sempre più lunghi, così come dei sussulti di dolore, dei “ahi” pronunciati a bassissima voce, sussurrati appunto. Non capivo da cosa dipendessero, di sicuro era Daniela che li stava emettendo, ma, ogni volta che tornava, sul suo corpo non notavo segni evidenti. I silenzi in cucina duravano sempre di più e sempre più spesso rimanevo solo sul cuscino in salone. Erano momenti di riflessione per me, momenti in cui tutti gli eventi della giornata mi scorrevano veloci davanti agli occhi, talmente veloce che non riuscivo ad acciuffarli, a fermarli, a fermarmi e ragionare. La ragione ormai non esisteva più. E proprio in uno di quei momenti lunghi, silenziosi, in cui mi sono ritrovato isolato e perso dei miei pensieri, le luci del salone si sono spente. Daniela, con una torta in mano e due candele sopra, stava camminando verso di me con Antonio dietro di lei. Stava camminando molto molto lentamente, non solo per i tacchi e per la torta in mano. Qualcosa in lei era cambiata ma l’assenza di luci non mi permetteva di capire cosa. Antonio, leggermente di lato, la esortava a camminare con una mano poggiata su una sua natica. Di nuovo ci siamo ritrovati in una situazione surreale. Daniela era diversa, gli occhi non erano più bassi ma guardavano dritto, i capelli leggermente spettinati, il volto accaldato, le labbra rosso fuoco come se fossero state stimolate. Il resto del corpo era al buio. Giunta vicino a me, si è piegata lentamente, piano, con calma, stando attenta a non far cadere la piccola torta e poggiandola davanti a me. Poggiata la torta, in una frazione di secondo è cambiato per sempre il nostro mondo. Attimi di secondo che hanno stravolto la nostra vita, che hanno cambiato tutto. La torta, quella torta, con la sua forma particolare, le candeline, che in realtà ne era una con due fiamme, e lei, Daniela, piegata in avanti con le gambe leggermente aperte. Antonio dietro di lei. La torta rappresentava la testa di un cervo maschio con il palco ben disegnato, la candelina con le due fiammelle era una mano che faceva il segno delle corna: indice e anulare avevano la fiammella in alto. Daniela, rimasta piegata, non appena ha poggiato la torta ha emesso un gemito, un gemito di piacere: Antonio, che adesso la stava reggendo per i fianchi, era entrato dentro di lei, penetrandola. La facilità con cui è entrato mi ha lasciato immaginare che in realtà già in cucina si erano accoppiati. Quei silenzi lunghi, quei sospiri, erano un chiaro segnale di un amplesso avvenuto. Ero diventato cornuto. Dopo aver poggiato la torta, Daniela, sicuramente su suggerimento di Antonio, mi ha baciato.
“Ti amo amore… mio”
Quattro parole, piene di sospiri e di gemiti. Antonio stava penetrando Daniela davanti a me, incurante di una mia reazione, o sicuramente certo che la reazione non ci sarebbe mai stata. Di fatti sono rimasto immobile, seduto sul cuscino, a fissare la torta e guardare lei che ansimava e si reggeva come meglio poteva piegata in quel modo. Sofferente ma goduriosa, accaldata per l’eccitazione. Adesso tutto era chiaro, adesso sapevo perché stavano in cucina tutto quel tempo. E come se tutte quelle sorprese non bastavano, mi sono ritrovato eccitato, fortemente eccitato. La gelosia mi percorreva tutto il corpo, l’eccitazione mi imprigionava sul cuscino immobile. Ho sentito come catene cingermi tutto il corpo, non avevo la forza e neanche più la voglia di alzarmi, di urlare, di scappare. Seduto ed in silenzio sentivo Daniela godere e gemere e poi lui, Antonio, parlare.
“Daniela guarda Marco tra le gambe. Come ti avevo detto si è eccitato, gli piace vederti con me. Vero Marco? Vero che ti piace guardare come ti rendiamo un cervo cornuto? Perché questo ora sei, o mi sbaglio?”
Parole scioccanti, dirette, che mi hanno finito di abbattere, rendendomi più un oggetto che una persona. Rendendomi incapace di tutto. Daniela, ormai totalmente presa da quella cavalcata assurda, aveva gli occhi fuori dalle orbite, era in estasi. Antonio, deciso come non mai, la sbatteva forte, non risparmiando forti pacche sui suoi glutei che la facevano trasalire ed urlare anche dal dolore. Tutto era cambiato. La nostra prima vacanza insieme era diventata ben altro. E mentre per l’ennesima volta guardavo la torta, con le candeline ormai consumare, Antonio mi invitava a riaccendere la luce soffusa. Faceva quindi distendere Daniela sul tappeto e, una volta sopra di lei, continuava l’amplesso. Ero sconvolto dalla forza e dalla foga che stava mettendo Antonio, ero sconvolto dalle dimensioni del suo enorme membro eretto e duro. Ma una volta accesa la luce, seppur fioca, ho notato che Daniela aveva una cavigliera dorata, con un piccolo ciondolo avente la forma di una mano che faceva il gesto delle corna. Nulla, però, a che vedere con la lunga collanina color oro al collo, dove il ciondolo aveva la forma fallica. Un ciondolo che, se vestita, si nascondeva in mezzo il suo enorme seno. Se nuda, metteva invece in bella mostra quel fallo vergognoso. E mentre Daniela stava godendo come non mai aveva goduto nella sua vita, senza motivo, mi sono alzato ed ho iniziato a riflettere i vari suppellettili presenti nella stanza: molti avevano la forma fallica, altri la ricordavano, alcune statuine addirittura erano di coppie che si accoppiavano. Era una casa piena di sesso, anche nelle piccole cose. Falli ovunque, statuine di uomini con falli eretti. I quadri sulle pareti erano invece donne nude stilizzate. E mentre rimanevo a bocca aperta davanti l’ennesima donna nuda stilizzata su un quadro, Antonio con tono autoritario e serio mi ha detto:
“Marco, come ti senti ad essere un cornuto?”


Per commenti, suggerimenti e domande mi potete scrivere all’indirizzo mail [email protected]
La riproduzione di questo racconto è vietata in quanto coperto da diritti d’autore e di proprietà di marcocard.
Racconto scritto benissimo...mi ha eccitato e mi sono fatto una mezza sega..... Eccitato al pensiero di essere Antonio o Marco
 
OP
S

Scriptor

"Level 1"
Messaggi
59
Punteggio reazione
143
Punti
33
Age
34
Ho chiuso gli occhi. Sentivo una donna godere. Sentivo un uomo emettere gemiti di piacere. Sentivo il ritmo di due corpi intrecciati tra loro che facevamo l’amore. Sentivo il profumo intimo del sesso femminile godurioso. Sentivo il profumo del sesso maschile eretto. Ho aperto gli occhi. Non era una semplice donna, era la mia donna, la mia Daniela, che stava godendo con uno sconosciuto. Era oscenamente messa a pecora con il viso rivolto verso di me, il suo seno che ballava forte, i capelli racconti in una coda con un elastico. Indossava tacchi vertiginosi, la bocca era aperta e gli occhi chiusi. Il viso era totalmente sudato. E dietro di lei un uomo, uno sconosciuto di nome Antonio, che la stava scopando con forza e vigoria, le reggeva con una mano la coda dei capelli, forte e deciso, costringendola a tenere il collo alto ed all’insù. L’altra mano passava dal seno al culo, quasi sempre per darle pacche o veri e propri schiaffi. Daniela era oscena, il suo culo era totalmente rosso, il suo seno sballottava a destra e sinistra sia per i movimenti dovuti alla penetrazione che agli schiaffi sul seno che riceveva. Emetteva gemiti di dolore e di eccitazione. Eravamo nell’assurdo, lui la schiaffeggiava e lei godeva.
“Marcolino vedi che troia che hai come fidanzata? Pensavi di avere una fidanzatina casa e chiesa vero?”
Antonio, appena finito di parlare, le ha dato uno schiaffo fortissimo sul seno, provocandole un urlo di dolore e facendola piangere. La forma della sua mano è rimasta impresssa per diversi minuti sulla sua pelle con il colore rosso fuoco. L’amplesso di Daniela con Antonio è durato un’infinità. Io, nudo anche nell’orgoglio e nella dignità, senza più avere un freno inibitore, mi sono lasciato andare, distrutto dalla scena a cui stavo assistendo in prima persona. Ero incapace di reagire, incapace di bloccare Antonio, incapace di dire a Daniela di fermarsi. Vederla poi godere sotto i colpi e gli schiaffi di Antonio è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
“Ma guarda un po’ il nostro Marcolino come si è eccitato! È così piccolo e dolce…. Vieni qui vicino”
Antonio, vedendomi eccitato, mi ha fatto avvicinare a loro due, e mi ha fatto mettere dietro Daniela, dopo che lui è uscito da lei. Aveva il membro durissimo e bagnatissimo degli umori di lei, che, effettivamente, era un lago di umore e grondava di piacere.
“Avanti Marco, non essere timido, accomodati pure dentro la tua donna”
Mi ha messo una mano dietro la schiena e mi ha spinto contro di lei. Ero eccitatissimo a quel punto e non ho potuto fare altro che entrare…. Ma non la riconoscevo più. Era larga, fradicia, sentivo solo un gran calore intorno il mio membro. Le dimensioni erano troppi differenti. Daniela, presa dal piacere che le aveva provocato Antonio, continuava a muovere il bacino verso di me, convinta forte che ancora non ero dentro. Non mi sentiva più. Il tutto sotto gli occhi attentissimi di Antonio.
“Avanti Marcolino, non vedi che la tua donna ha voglia del tuo cazzo? Spingilo dentro forza!”
E dicendomi queste cose mi è arrivata una forte pacca sul culo. Ho sentito la pelle bruciare, lacerarsi alla sua manata. Un dolore lancinante che mi ha provocato un urlo di dolore e mi ha fatto crollare sulla schiena di Daniela. Avevo percepito la forza e la spregiudicatezza con la quale Antonio aveva schiaffeggiato Daniela, ma non lo avevo ancora provato sulla mia pelle. E come se non bastasse quello schiaffo anziché darmi una scossa e farmi ribellare mi aveva reso ancora più innocuo. Ho abbassato gli occhi, mi sono rimesso in posizione ed ho continuato a seguire le indicazioni di Antonio che mi diceva di entrare ed uscire. Eseguivo i movimenti sotto il suo comando. E quando ero dentro un altro forte schiaffo mi è arrivato sull’altra natica, deciso e crudo come il primo. Avevo il culo in fiamme, mi bruciava tutta la pelle.
“Marcolino forse Daniela non sente più il tuo pisellino… guarda come si muove cercando di trovarlo. Te l’ho allargata bene bene è? Spostati e segati adesso, da bravo cornuto quale sei. Perché sei un cornuto, vero Marco?”
Io, alle sue parole sono uscito fuori da Daniela e mi sono fatto da parte. Antonio, tuttavia, vedendo che non rispondevo, mi ha dato un altro forte schiaffo sul sedere, ormai rosso fuoco.
“Sei un cornuto vero Marco? Rispondi!”
Il tono con cui Antonio mi aveva posto la domanda non ammetteva più silenzi. La sua forza, la sua potenza, la sua autoritarietà era ormai evidente. Era pronto a sculacciarmi ancora se non avessi parlato. La paura è subentrata dentro di me, senza tuttavia cancellare l’eccitazione, cosa assurda in quel momento. Venivo sculacciato pesantemente da un uomo eanziché reagire ero in silenzio a subire tutto passivamente.
“Si Antonio, sono un cornuto.”
Le sue mani pensanti avevano avuto effetto. Con un filo di voce ho ammesso ciò che stavo diventando, un ragazzo cornuto e contento di vedere la propria donna nelle mani di un altro. Ma tutto ciò non è bastano ad Antonio.
“Più forte, non ho sentito!”
Un altro forte schiaffo. La pelle, ormai lacerata ed in fiamme, mi bruciava forte. Non sentivo più solo dolere, sentivo il fuoco dietro al mio sedere. Ho iniziato a lacrimare, troppo il dolore per sopportarlo in silenzio. In contrapposizione ad un’eccitazione nuova è disarmante, il mio membro era durissimo.
“Sono un cornuto”.
L’ho detto ad alta voce, liberandomi, come ad urlare contro quello che mi stava accadendo pur di essere lasciato in pace. Non avrei resistito ad un altro schiaffo. Non lo avrei più sopportato. Mi bruciava tutto, troppo. Con gli occhi non riuscivo più a vedere nulla, erano pieni di lacrime. Stavo piangendo. Piangevo per il dolore delle sculacciate, piangevo perché Antonio mi aveva reso impotente di reagire. Ma forse non era Antonio, era l’eccitazione dentro di me. Era il mio inconscio, al quale quest’irreale situazione stava piacendo talmente tanto da rendermi super eccitato.
Daniela stava osservando passivamente la scena, era girata e guardava me e Antonio con gli occhi sbarrati ma con le gambe aperte: era un lago, grondava di umori. Il suo seno era gonfio e rosso, i suoi capezzoli dilatati, duri e turgidi. I capelli spettinati, il trucco sbavato e le labbra della fica gonfie, agli occhi di un osservatore estraneo, non lasciavano dubbi sul suo stato di eccitazione e su cosa stesse facendo in quel momento. Non era più Daniela nelle mani di Antonio, eravamo io e lei adesso, una coppia che fino al giorno prima era in spiaggia a scoprire nuove sensazioni e nuove emozioni su un topless rubato. Adesso ci stavamo trovando in casa di uno sconosciuto che ci stava rendendo super eccitati in perversioni uniche. Tacitamente, io e Daniela, accettavamo tutto questo senza guardarci negli occhi, come due estranei in una stanza, legati dalla presenza di un uomo che ci stava manovrando come se fossimo marionette. Era un incubo, o forse un sogno.
“Venite qui, venite accanto a me”
Antonio si era semisdraito su un pouf più grande, con il membro oscenamente duro che puntava in alto, segno della sua potenza e del suo totale controllo della situazione. Io e Daniela ci siamo così seduti vicino a lui, su due cuscini, guardandolo, in attesa, come due discepoli che attendono.
“Dal primo momento che vi ho visti avevo capito tutto di voi. Siete una bellissima coppia, vi amate e sono sicuro che nei vostri pensieri, seppur giovani di età, avete già progetti per un futuro insieme, sposandovi e facendo figli. Ma siete ancora troppi giovani ed avete ancora tanta voglia di esplorare il mondo e fare esperienze. È chiaro anche che volete farle nel mondo della trasgressione, anche se forse non ve lo siete mai confessato e lo avete anche negato a voi stessi. Ma quale ragazza fidanzata vuole mettersi con le tette nude al sole con il premio fidanzato ed anche con altre persone sconosciute presenti se non una che vuole farsi vedere e trasgredire? E quale fidanzato permetterebbe alla propria fidanzata di farlo se non uno a cui piace che gliela guardano, anche a costo di passare per cornuto? Che poi, da questa sera, caro Marco, non passerai più per cornuto, ma sei diventato un gran bel cornutello.”
Antonio mentre parlava aveva portato la sua mano su un seno di Daniela per strizzarlo e giocare con il capezzolo.
“E tu Daniela, ti stai sentendo finalmente troia, quello che dentro di te hai sempre voluto essere ma che per educazione, rispetto verso i tuoi genitori, morale e repressioni interne ti sei sempre vergognata di esserlo. La tua voglia di cazzo è tanta, guarda come sei eccitata in questo momento. Ma da adesso, con me, potrai finalmente essere te stessa. Io vi guiderò verso la trasgressione, verso un mondo a voi ignoto fatto di perversione ed eccitazione. Io vi guiderò verso gli angoli più nascosti dell’eccitazione, quel posto che dentro il vostro subconscio esiste ma che la vostra mente vi nega. Vi guiderò verso la perversione, in cambio mi darete piacere ed un giorno mi ringrazierete. Da soli non avete il coraggio, ma con una persona che vi educa e vi guida sarete in grado di soddisfare ogni vostro desiderio, anche quelli che ignorate, ma che nel vostro subconscio sono presenti. Il fatto che questa sera siete qui, in mia presenza, nudi, è indicativo del vostro istinto remissivo nei miei confronti. Non dovete però spaventarvi, ma lasciarvi andare e farvi guidare da chi è più esperto e maturo di voi. Abbandonatevi al piacere senza avere vergogna, senza avere imbarazzi e vedrete che il vostro godimento arriverà a livelli mai raggiunti. Daniela, sei mai stata così bagnata prima di oggi? Rispondi e non avere vergogna del tuo fidanzato Marco, anche lui sarà contento di sentirtelo dire”
Daniela, imbarazzata ma eccitata, mi ha guardato negli occhi, con vergogna e piacere, incapace di non rispondere a quella domanda.
“Si è vero, sono eccitata come non mi era mai successo”
Da quella risposta ho capito che anche lei, come me, era incapace di dire di no ad Antonio.
“Adesso voglio che vi guardate negli occhi, che vi promettete amore eterno e che vi baciate, come se dovete fare l’amore. Anzi, fatelo qui, davanti a me! Baciatevi e amoreggiate!”
Il suo tono deciso non ammetteva repliche. Io e Daniela ci siamo così guardati negli occhi, ci siamo abbracciati, ci siamo baciati, lingua lingua, stringendoci l’uno all’altra. Un abbraccio forte, pieno di emozioni non dette, di pensieri repressi dentro. Ma i nostri corpi parlavano, si dicevano che qualunque cosa fosse successa noi ci saremmo stati sempre. L’amore puro tra noi sarebbe continuato ad esistere sempre, nonostante tutto e tutti. Nonostante Antonio. E mentre i nostri cuori trasmettevano emozioni, ci siamo abbandonati su quel tappeto grosso e abbiamo fatto l’amore, quello vero, fatto di sentimenti e di emozioni segrete. Antonio era presente, ci guardava, ma in quel momento siamo riusciti ad isolarci, ad essere soli, e forse questa è stata la cosa che più di tutte ha aperto le porte ad Antonio dentro la nostra coppia. Stava partecipando al nostro momento più intimo, al momento in cui due persone si amano emotivamente e carnalmente. I baci, le carezze, le coccole, io dentro di lei: AMORE PURO. E proprio mentre ormai io e lei eravamo sul punto di massimo godimento, sussurrandoci l’amore che provavamo, il piacere di essere io e lei “soli”, quando la tranquillità dell’amore aveva invaso le nostre teste, i nostri corpi ed i nostri cuori, la voce di Antonio decisa e sicura ha di nuovo spaccato l’equilibrio creato.
“Inginocchiatevi davanti a me e baciatevi”
Come due marionette abbiamo smesso di amarci. Ci siamo alzati, tremanti dal piacere ma soprattutto de quella frase netta e decisa che ci aveva appena detto. Mai avrei immaginato che qualsiasi altra persona potesse fermare l’atto più intimo, segreto e forte di una coppia. Antonio ci è riuscito con una semplice frase. Era in piedi, davanti a noi, con il membro prepotentemente dritto e duro. Era veramente enorme. Inginocchiarsi davanti a lui è stato umiliante. Era riuscito a fermarmi mentre facevo l’amore con la mia donna, senza che io opponessi resistenza. Con un semplice comando. Come se fossi un gioco con la leva on e off. Ma soprattutto Daniela, che subito in piedi, si è inginocchiata nuda davanti a lui con lo sguardo basso. Ho esitato una frazione di secondo, avevo paura di inginocchiarmi. Un suo sguardo, anzi un suo mezzo sguardo direi, mi ha costretto a terra, come se due mani pesanti mi premessero sulle spalle. Crollando a terra, ho sbattuto le ginocchia, come un cavaliere che si inginocchia e lascia cadere scudo e spada davanti il suo avversario, arrendendosi per sempre. Dentro di me sapevo quel gesto avrebbe segnato un cambiamento netto e deciso. Io e Daniela ci stavamo consegnando a lui.
“Marco e Daniela, meravigliosa coppia, domani vi amerete come oggi e come ieri. Nulla cambierà tra voi. Sarete la solita coppia che tutti conoscono, i due bravi ragazzi fidanzati che vogliono vivere il futuro insieme. Abbassate lo sguardo e promettetemelo.”
Sembrava un vero e proprio giuramento, una cerimonia assurdamente assurda! Con un filo di voce, con lo sguardo basso, lei per prima ed io subito a ruota, quasi in corso abbiamo esclamato:
“Promesso”
“Bene. Adesso alzate il vostro sguardo, noterete davanti a voi il mio cazzo duro ed enorme. Non mi basta la vostra promessa. Dovete giurarvi amore eterno davanti a me, che sarò la vostra guida ed il vostro educatore. Sorveglierò su voi e vi aiuterò nei momenti di difficoltà! Adesso baciatevi!”
Io e Daniela stavamo tremando. Il suo tono deciso era inquietante, avevamo paura. Ho chiuso gli occhi ed ho incontrato la sua bocca, ancora una volta. La testa annebbiata, senza nulla dentro. Il cuore batteva forte, quello di Daniela ancora di più. Il momento era teso, l’aria si tagliava. Abbiamo sentito lui avvicinarsi a noi, piano, con calma. Avevo paura di aprire gli occhi. Forse sapevo cosa poteva succedere ma non volevo, non volevo assolutamente. Baciavo Daniela per ripararmi, per nascondermi. Daniela baciava me con passione e amore. L’aria sempre più tesa, lui sempre più vicino. Tamente vicino che tra le nostre guance qualcosa di estremamente caldi e duro e deciso ha iniziato a farsi spazio.
“CONTINUATE A BACIARVI”
Nessuno dei due ha osato fermarsi. Non volevo crederci, piangevo quasi e mi stringevo ancora di più a lei, sperando che quanto stava succedendo non fosse vero. Ma sempre più caldo c’era tra noi, fino a quando non c’era più solo la sua bocca davanti a me. Un corpo estraneo era tra noi, tra le nostre bocche. Un corpo duro, caldo, estremamente caldo. Un profumo di maschio. Mai avvertito prima.
“BACIATEVI”
Per commenti, suggerimenti e domande mi potete scrivere all’indirizzo mail [email protected]
La riproduzione di questo racconto è vietata in quanto coperto da diritti d’autore e di proprietà di marcocard.
 

Httpbro

"Level 1"
Messaggi
55
Punteggio reazione
56
Punti
18
Age
23
Ho chiuso gli occhi. Sentivo una donna godere. Sentivo un uomo emettere gemiti di piacere. Sentivo il ritmo di due corpi intrecciati tra loro che facevamo l’amore. Sentivo il profumo intimo del sesso femminile godurioso. Sentivo il profumo del sesso maschile eretto. Ho aperto gli occhi. Non era una semplice donna, era la mia donna, la mia Daniela, che stava godendo con uno sconosciuto. Era oscenamente messa a pecora con il viso rivolto verso di me, il suo seno che ballava forte, i capelli racconti in una coda con un elastico. Indossava tacchi vertiginosi, la bocca era aperta e gli occhi chiusi. Il viso era totalmente sudato. E dietro di lei un uomo, uno sconosciuto di nome Antonio, che la stava scopando con forza e vigoria, le reggeva con una mano la coda dei capelli, forte e deciso, costringendola a tenere il collo alto ed all’insù. L’altra mano passava dal seno al culo, quasi sempre per darle pacche o veri e propri schiaffi. Daniela era oscena, il suo culo era totalmente rosso, il suo seno sballottava a destra e sinistra sia per i movimenti dovuti alla penetrazione che agli schiaffi sul seno che riceveva. Emetteva gemiti di dolore e di eccitazione. Eravamo nell’assurdo, lui la schiaffeggiava e lei godeva.
“Marcolino vedi che troia che hai come fidanzata? Pensavi di avere una fidanzatina casa e chiesa vero?”
Antonio, appena finito di parlare, le ha dato uno schiaffo fortissimo sul seno, provocandole un urlo di dolore e facendola piangere. La forma della sua mano è rimasta impresssa per diversi minuti sulla sua pelle con il colore rosso fuoco. L’amplesso di Daniela con Antonio è durato un’infinità. Io, nudo anche nell’orgoglio e nella dignità, senza più avere un freno inibitore, mi sono lasciato andare, distrutto dalla scena a cui stavo assistendo in prima persona. Ero incapace di reagire, incapace di bloccare Antonio, incapace di dire a Daniela di fermarsi. Vederla poi godere sotto i colpi e gli schiaffi di Antonio è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
“Ma guarda un po’ il nostro Marcolino come si è eccitato! È così piccolo e dolce…. Vieni qui vicino”
Antonio, vedendomi eccitato, mi ha fatto avvicinare a loro due, e mi ha fatto mettere dietro Daniela, dopo che lui è uscito da lei. Aveva il membro durissimo e bagnatissimo degli umori di lei, che, effettivamente, era un lago di umore e grondava di piacere.
“Avanti Marco, non essere timido, accomodati pure dentro la tua donna”
Mi ha messo una mano dietro la schiena e mi ha spinto contro di lei. Ero eccitatissimo a quel punto e non ho potuto fare altro che entrare…. Ma non la riconoscevo più. Era larga, fradicia, sentivo solo un gran calore intorno il mio membro. Le dimensioni erano troppi differenti. Daniela, presa dal piacere che le aveva provocato Antonio, continuava a muovere il bacino verso di me, convinta forte che ancora non ero dentro. Non mi sentiva più. Il tutto sotto gli occhi attentissimi di Antonio.
“Avanti Marcolino, non vedi che la tua donna ha voglia del tuo cazzo? Spingilo dentro forza!”
E dicendomi queste cose mi è arrivata una forte pacca sul culo. Ho sentito la pelle bruciare, lacerarsi alla sua manata. Un dolore lancinante che mi ha provocato un urlo di dolore e mi ha fatto crollare sulla schiena di Daniela. Avevo percepito la forza e la spregiudicatezza con la quale Antonio aveva schiaffeggiato Daniela, ma non lo avevo ancora provato sulla mia pelle. E come se non bastasse quello schiaffo anziché darmi una scossa e farmi ribellare mi aveva reso ancora più innocuo. Ho abbassato gli occhi, mi sono rimesso in posizione ed ho continuato a seguire le indicazioni di Antonio che mi diceva di entrare ed uscire. Eseguivo i movimenti sotto il suo comando. E quando ero dentro un altro forte schiaffo mi è arrivato sull’altra natica, deciso e crudo come il primo. Avevo il culo in fiamme, mi bruciava tutta la pelle.
“Marcolino forse Daniela non sente più il tuo pisellino… guarda come si muove cercando di trovarlo. Te l’ho allargata bene bene è? Spostati e segati adesso, da bravo cornuto quale sei. Perché sei un cornuto, vero Marco?”
Io, alle sue parole sono uscito fuori da Daniela e mi sono fatto da parte. Antonio, tuttavia, vedendo che non rispondevo, mi ha dato un altro forte schiaffo sul sedere, ormai rosso fuoco.
“Sei un cornuto vero Marco? Rispondi!”
Il tono con cui Antonio mi aveva posto la domanda non ammetteva più silenzi. La sua forza, la sua potenza, la sua autoritarietà era ormai evidente. Era pronto a sculacciarmi ancora se non avessi parlato. La paura è subentrata dentro di me, senza tuttavia cancellare l’eccitazione, cosa assurda in quel momento. Venivo sculacciato pesantemente da un uomo eanziché reagire ero in silenzio a subire tutto passivamente.
“Si Antonio, sono un cornuto.”
Le sue mani pensanti avevano avuto effetto. Con un filo di voce ho ammesso ciò che stavo diventando, un ragazzo cornuto e contento di vedere la propria donna nelle mani di un altro. Ma tutto ciò non è bastano ad Antonio.
“Più forte, non ho sentito!”
Un altro forte schiaffo. La pelle, ormai lacerata ed in fiamme, mi bruciava forte. Non sentivo più solo dolere, sentivo il fuoco dietro al mio sedere. Ho iniziato a lacrimare, troppo il dolore per sopportarlo in silenzio. In contrapposizione ad un’eccitazione nuova è disarmante, il mio membro era durissimo.
“Sono un cornuto”.
L’ho detto ad alta voce, liberandomi, come ad urlare contro quello che mi stava accadendo pur di essere lasciato in pace. Non avrei resistito ad un altro schiaffo. Non lo avrei più sopportato. Mi bruciava tutto, troppo. Con gli occhi non riuscivo più a vedere nulla, erano pieni di lacrime. Stavo piangendo. Piangevo per il dolore delle sculacciate, piangevo perché Antonio mi aveva reso impotente di reagire. Ma forse non era Antonio, era l’eccitazione dentro di me. Era il mio inconscio, al quale quest’irreale situazione stava piacendo talmente tanto da rendermi super eccitato.
Daniela stava osservando passivamente la scena, era girata e guardava me e Antonio con gli occhi sbarrati ma con le gambe aperte: era un lago, grondava di umori. Il suo seno era gonfio e rosso, i suoi capezzoli dilatati, duri e turgidi. I capelli spettinati, il trucco sbavato e le labbra della fica gonfie, agli occhi di un osservatore estraneo, non lasciavano dubbi sul suo stato di eccitazione e su cosa stesse facendo in quel momento. Non era più Daniela nelle mani di Antonio, eravamo io e lei adesso, una coppia che fino al giorno prima era in spiaggia a scoprire nuove sensazioni e nuove emozioni su un topless rubato. Adesso ci stavamo trovando in casa di uno sconosciuto che ci stava rendendo super eccitati in perversioni uniche. Tacitamente, io e Daniela, accettavamo tutto questo senza guardarci negli occhi, come due estranei in una stanza, legati dalla presenza di un uomo che ci stava manovrando come se fossimo marionette. Era un incubo, o forse un sogno.
“Venite qui, venite accanto a me”
Antonio si era semisdraito su un pouf più grande, con il membro oscenamente duro che puntava in alto, segno della sua potenza e del suo totale controllo della situazione. Io e Daniela ci siamo così seduti vicino a lui, su due cuscini, guardandolo, in attesa, come due discepoli che attendono.
“Dal primo momento che vi ho visti avevo capito tutto di voi. Siete una bellissima coppia, vi amate e sono sicuro che nei vostri pensieri, seppur giovani di età, avete già progetti per un futuro insieme, sposandovi e facendo figli. Ma siete ancora troppi giovani ed avete ancora tanta voglia di esplorare il mondo e fare esperienze. È chiaro anche che volete farle nel mondo della trasgressione, anche se forse non ve lo siete mai confessato e lo avete anche negato a voi stessi. Ma quale ragazza fidanzata vuole mettersi con le tette nude al sole con il premio fidanzato ed anche con altre persone sconosciute presenti se non una che vuole farsi vedere e trasgredire? E quale fidanzato permetterebbe alla propria fidanzata di farlo se non uno a cui piace che gliela guardano, anche a costo di passare per cornuto? Che poi, da questa sera, caro Marco, non passerai più per cornuto, ma sei diventato un gran bel cornutello.”
Antonio mentre parlava aveva portato la sua mano su un seno di Daniela per strizzarlo e giocare con il capezzolo.
“E tu Daniela, ti stai sentendo finalmente troia, quello che dentro di te hai sempre voluto essere ma che per educazione, rispetto verso i tuoi genitori, morale e repressioni interne ti sei sempre vergognata di esserlo. La tua voglia di cazzo è tanta, guarda come sei eccitata in questo momento. Ma da adesso, con me, potrai finalmente essere te stessa. Io vi guiderò verso la trasgressione, verso un mondo a voi ignoto fatto di perversione ed eccitazione. Io vi guiderò verso gli angoli più nascosti dell’eccitazione, quel posto che dentro il vostro subconscio esiste ma che la vostra mente vi nega. Vi guiderò verso la perversione, in cambio mi darete piacere ed un giorno mi ringrazierete. Da soli non avete il coraggio, ma con una persona che vi educa e vi guida sarete in grado di soddisfare ogni vostro desiderio, anche quelli che ignorate, ma che nel vostro subconscio sono presenti. Il fatto che questa sera siete qui, in mia presenza, nudi, è indicativo del vostro istinto remissivo nei miei confronti. Non dovete però spaventarvi, ma lasciarvi andare e farvi guidare da chi è più esperto e maturo di voi. Abbandonatevi al piacere senza avere vergogna, senza avere imbarazzi e vedrete che il vostro godimento arriverà a livelli mai raggiunti. Daniela, sei mai stata così bagnata prima di oggi? Rispondi e non avere vergogna del tuo fidanzato Marco, anche lui sarà contento di sentirtelo dire”
Daniela, imbarazzata ma eccitata, mi ha guardato negli occhi, con vergogna e piacere, incapace di non rispondere a quella domanda.
“Si è vero, sono eccitata come non mi era mai successo”
Da quella risposta ho capito che anche lei, come me, era incapace di dire di no ad Antonio.
“Adesso voglio che vi guardate negli occhi, che vi promettete amore eterno e che vi baciate, come se dovete fare l’amore. Anzi, fatelo qui, davanti a me! Baciatevi e amoreggiate!”
Il suo tono deciso non ammetteva repliche. Io e Daniela ci siamo così guardati negli occhi, ci siamo abbracciati, ci siamo baciati, lingua lingua, stringendoci l’uno all’altra. Un abbraccio forte, pieno di emozioni non dette, di pensieri repressi dentro. Ma i nostri corpi parlavano, si dicevano che qualunque cosa fosse successa noi ci saremmo stati sempre. L’amore puro tra noi sarebbe continuato ad esistere sempre, nonostante tutto e tutti. Nonostante Antonio. E mentre i nostri cuori trasmettevano emozioni, ci siamo abbandonati su quel tappeto grosso e abbiamo fatto l’amore, quello vero, fatto di sentimenti e di emozioni segrete. Antonio era presente, ci guardava, ma in quel momento siamo riusciti ad isolarci, ad essere soli, e forse questa è stata la cosa che più di tutte ha aperto le porte ad Antonio dentro la nostra coppia. Stava partecipando al nostro momento più intimo, al momento in cui due persone si amano emotivamente e carnalmente. I baci, le carezze, le coccole, io dentro di lei: AMORE PURO. E proprio mentre ormai io e lei eravamo sul punto di massimo godimento, sussurrandoci l’amore che provavamo, il piacere di essere io e lei “soli”, quando la tranquillità dell’amore aveva invaso le nostre teste, i nostri corpi ed i nostri cuori, la voce di Antonio decisa e sicura ha di nuovo spaccato l’equilibrio creato.
“Inginocchiatevi davanti a me e baciatevi”
Come due marionette abbiamo smesso di amarci. Ci siamo alzati, tremanti dal piacere ma soprattutto de quella frase netta e decisa che ci aveva appena detto. Mai avrei immaginato che qualsiasi altra persona potesse fermare l’atto più intimo, segreto e forte di una coppia. Antonio ci è riuscito con una semplice frase. Era in piedi, davanti a noi, con il membro prepotentemente dritto e duro. Era veramente enorme. Inginocchiarsi davanti a lui è stato umiliante. Era riuscito a fermarmi mentre facevo l’amore con la mia donna, senza che io opponessi resistenza. Con un semplice comando. Come se fossi un gioco con la leva on e off. Ma soprattutto Daniela, che subito in piedi, si è inginocchiata nuda davanti a lui con lo sguardo basso. Ho esitato una frazione di secondo, avevo paura di inginocchiarmi. Un suo sguardo, anzi un suo mezzo sguardo direi, mi ha costretto a terra, come se due mani pesanti mi premessero sulle spalle. Crollando a terra, ho sbattuto le ginocchia, come un cavaliere che si inginocchia e lascia cadere scudo e spada davanti il suo avversario, arrendendosi per sempre. Dentro di me sapevo quel gesto avrebbe segnato un cambiamento netto e deciso. Io e Daniela ci stavamo consegnando a lui.
“Marco e Daniela, meravigliosa coppia, domani vi amerete come oggi e come ieri. Nulla cambierà tra voi. Sarete la solita coppia che tutti conoscono, i due bravi ragazzi fidanzati che vogliono vivere il futuro insieme. Abbassate lo sguardo e promettetemelo.”
Sembrava un vero e proprio giuramento, una cerimonia assurdamente assurda! Con un filo di voce, con lo sguardo basso, lei per prima ed io subito a ruota, quasi in corso abbiamo esclamato:
“Promesso”
“Bene. Adesso alzate il vostro sguardo, noterete davanti a voi il mio cazzo duro ed enorme. Non mi basta la vostra promessa. Dovete giurarvi amore eterno davanti a me, che sarò la vostra guida ed il vostro educatore. Sorveglierò su voi e vi aiuterò nei momenti di difficoltà! Adesso baciatevi!”
Io e Daniela stavamo tremando. Il suo tono deciso era inquietante, avevamo paura. Ho chiuso gli occhi ed ho incontrato la sua bocca, ancora una volta. La testa annebbiata, senza nulla dentro. Il cuore batteva forte, quello di Daniela ancora di più. Il momento era teso, l’aria si tagliava. Abbiamo sentito lui avvicinarsi a noi, piano, con calma. Avevo paura di aprire gli occhi. Forse sapevo cosa poteva succedere ma non volevo, non volevo assolutamente. Baciavo Daniela per ripararmi, per nascondermi. Daniela baciava me con passione e amore. L’aria sempre più tesa, lui sempre più vicino. Tamente vicino che tra le nostre guance qualcosa di estremamente caldi e duro e deciso ha iniziato a farsi spazio.
“CONTINUATE A BACIARVI”
Nessuno dei due ha osato fermarsi. Non volevo crederci, piangevo quasi e mi stringevo ancora di più a lei, sperando che quanto stava succedendo non fosse vero. Ma sempre più caldo c’era tra noi, fino a quando non c’era più solo la sua bocca davanti a me. Un corpo estraneo era tra noi, tra le nostre bocche. Un corpo duro, caldo, estremamente caldo. Un profumo di maschio. Mai avvertito prima.
“BACIATEVI”
Per commenti, suggerimenti e domande mi potete scrivere all’indirizzo mail [email protected]
La riproduzione di questo racconto è vietata in quanto coperto da diritti d’autore e di proprietà di marcocard.
Molto eccitante e coinvolgente.. continua!
 

Top Bottom