Esperienza reale LA TREMENDA VENDETTA DI MIA MOGLIE

patrulla

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Quando ho iniziato a scrivere il racconto Il bull di mia madre - per chi me lo chiede momentaneamente è fermo per volere del protagonista che è insindacabile - mi ha contattato un utente - che chiameremo Domenico - raccontandomi la sua di storia, spiegandomi che in molti versi fosse simile all’altra e mi ha chiesto di raccontarla.

Con l’ok da parte di tutti ho deciso allora di inserire alcuni elementi di questa storia nel Il bulla di mia madre - non molti a dire la verità -, ma ora che quel racconto è fermo ho pensato che questa storia meritasse di essere raccontata per intero anche perché Domenico mi ha spiegato i vari avvenimenti con una grande dovizia di particolari, mandandomi chilometrici messaggi che io ho archiviato con cura.

Una sua esplicita richiesta è quella di chiedere ai vari utenti che in qualche modo hanno vissuto cose simili di raccontare il loro accaduto, anche solo se si sono venuti a trovare in situazioni psicologiche oppure ambientali simili, perché questo racconto si concluderà con un interrogativo posto da Domenico, ma pure man mano ogni consiglio oppure esperienza è ben accetto anche se vi assicuro che la chiave finale di questa storia è veramente incredibile e potrebbe spiazzarvi completamente.

Per il resto valgono tutte le premesse dei precedenti racconti e vi rinnovo la richiesta di non mettere a rischio la privacy dei protagonisti con post fuori luogo.

Buona lettura
 
Ho scoperto questo Forum perché il mio migliore amico un pomeriggio mi ha preso da parte e mi ha detto che qualcuno aveva postato una foto di mia moglie; niente di che, vestita in maniera carina come tante altre foto che ha postato sui suoi social però di certo non volgare, ma indubbiamente la sua fisicità si nota anche senza dover essere eccessivamente sexy.

Mi chiamo Domenico e al momento in cui parte questa racconto avevo 43 anni, tre in più di mia moglie Chiara. Viviamo in una tranquilla città del centro, divenuta con il tempo abbastanza famosa perché una sua frazione che si affaccia sul mare, la città vera e propria invece è qualche chilometro più nell’entroterra, ingrandendosi è diventata una rinomata località turistica.

Sono figlio unico, i miei genitori dopo aver avuto subito un maschio hanno deciso di non avere altri figli per non dover dividere il nostro patrimonio di famiglia, cosa che ho fatto anche io quando è nato mio figlio come imposto da mia madre con il pieno appoggio di mia moglie. Del resto io sono sempre stato succube - come mio padre - di mia madre, una donna molto severa ed estremamente religiosa, diciamo d’altri tempi.

Non è stato un caso così che io mi sono subito innamorato di Chiara, persona con un carattere molto simile a quello di mia madre, anche se in fondo non avevo molte scelte. Prima però voglio dirvi che sono una persona assolutamente nella norma, non tanto alto e abbastanza magro, ho sempre avuto l’aria del bravo ragazzo: capelli biondini corti, occhi chiari e bei lineamenti, poi con l’età ho messo degli occhialini da professorino.

Di carattere sono abbastanza timido, ma amo la compagnia e con i pochi veri amici che ho l’amicizia è molto stretta e splendida, mentre mia moglie sostanzialmente non ha grandi amiche eccezion fatta per la sorella minore e le mogli dei miei amici, con cui i rapporti sono sempre stati buoni essendo persone tutte molto tranquille ed educate.

Fino al diploma la mia vita è stata sostanzialmente collegio religioso, fine settimana a casa e in chiesa ed estate in villeggiatura in una delle nostre case lungo la costa. Ero però molto felice, vivevo al riparo dal mondo crudele in una sorta di bambagia che mi faceva sentire amato e al sicuro. In più mia madre era molto attiva nel cercarmi una brava ragazza adatta a me e alla nostra famiglia, ed ero abbastanza ricercato sia perché ero un buon partito sia perché ero un ragazzo carino e piacente, anche se fisicamente abbastanza gracilino.

Inizialmente come si faceva una volta insieme alla mia famiglia passai qualche domenica pomeriggio insieme a una ragazza e alla sua famiglia, ma quando si propose anche la famiglia di Chiara mia madre optò subito per questa scelta provocando anche qualche tensione con l’altra famiglia. Roba da medioevo? Barbero non sarebbe d’accordo per l’accezione negativa del termine ahahahah, ma nel nostro ambiente funziona così.

Anche Chiara aveva diversi pretendenti, ma lei dopo che avevamo parlato per la prima volta in parrocchia mi ha sempre detto che ha avuto un colpo di fulmine, che mi ha amato fin dal primo istante. La cosa è stata sostanzialmente reciproca: oltre a essere decisamente più bella dell’altra, il suo carattere così forte che mi ricorda mia madre poi ha fatto il resto.

Ci fidanzammo, io iniziai l’università in una città vicina e il fine settimana tornavo a casa, il sabato uscivo con lei e la domenica insieme alle nostre famiglie dopo la messa. Lei poi iniziò l’università nella nostra stessa città, e quando io mi laureai subito mia madre mi trovò un posto in un’importante azienda del posto, così ci potevamo sposare.

All’università ho scoperto in qualche modo il sesso: anche se andavo in un ateneo cattolico privato molto rigido, qualche compagno di studi parlava delle sue esperienze aprendomi una sorta di mondo. Il sabato a Chiara dovevo riportarla a mezzanotte. Cenavamo con i miei amici e poi la riportavo in auto, ma prima però ci appartavamo un po’. Per i primi anni solo lunghe pomiciate, poi lei iniziò a farmi delle seghe per essere sicura che io non trovassi trastullo in altro modo.

Chiara infatti è gelosissima a livelli patologici. La ragazza che frequentavo prima non potevo neanche nominarla, figuriamoci salutarla. Se poi qualcuna osava chiacchierare con me lei subito marcava il territorio. Naturalmente niente sesso, ma io dopo i racconti dei compagni di studi le dissi se potevo toccarla anche io, così iniziammo questa sorta di masturbazione reciproca con io che la facevo godere toccandola da sopra le mutande nel modo in cui mi aveva consigliato uno dei miei amici.

Quando ci sposammo mio padre mi spiegò - molto vagamente - quello che dovevo fare e lo stesso fece la madre di Chiara. Durai così poco che dovetti rimetterlo subito dentro per sverginarla e sporcare il celebre lenzuolo che poi mia suocera mostrò a mia madre. Andammo a vivere in una villettina a schiera nella zona residenziale della città, mia moglie mi obbligava la sera quando ovulava a delle autentiche maratone del sesso anche se non andavamo oltre la missionaria.

Mi faceva venire dentro a ripetizione: io sono normo dotato, lungo poco meno di 15 cm e meno largo della media, ma lei aveva orgasmi a ripetizione anche senza toccarsi, quando si stimolava invece li aveva multipli. Del resto anche per lei il sesso era una novità. Una sera dopo le prime due venute dentro il pisello non tornava duro con la mano, così mi permisi di chiederle di provare con la bocca.

Apriti cielo. Mi urlò contro che non è una puttana, mi fece dormire nell’altra camera e il giorno dopo raccontò tutto a mia madre - con cui ha avuto sempre una sintonia quasi totale nonostante siano due caratteri così forti - che venne di persona a lavoro per farmi la ramanzina. La sera portai dei fiori per farmi perdonare, lei li prese e anche se dovevamo ancora cenare quasi li lanciò perché quella era la sera perfetta per restare incinta per i suoi calcoli e quindi dovevamo subito darci dentro.

Rimase incinta quasi subito, nacque un maschio - Gabriele - e il sesso si stoppò quando lei era incinta e per molto tempo dopo, ma ogni mattina lei mi faceva una sega appena mi suonava la sveglia e avevo l’alzabandiera. Vi giuro questo tutte le mattine per anni, quando non lo faceva era perché la sera dovevamo scopare: non usando preservativi lei faceva i calcoli al contrario, ma per sicurezza venivo in un fazzoletto. Con il tempo iniziai a durare di più e lei, raggiunto quasi subito l’orgasmo, mi iniziava a segare e mi faceva venire.

La cosa però mi iniziò a pesare, visto che mia moglie era diventata da bella ragazza un autentico milfone. Mora con dei capelli fino alle spalle e degli occhi marroni molto intensi, il naso è un po’ a patata, le guance pronunciate, il viso rotondo e le labbra sottili. Alta circa 1,70, quando l’ho conosciuta era più rotondina ma ora, grazie alla palestra in casa, ha un gran bel fisico.

All’inizio di questa storia Chiara aveva 40 anni, un make up sempre impeccabile che nasconde i piccoli “difetti” del viso, un ventre abbastanza tonico anche se non piatto, delle splendide cosce tornite e un culo favoloso, alto, grosso e ancora abbastanza sodo. Prima del parto aveva una splendida seconda abbondante, ma poi ha voluto rifarsi il seno senza esagerare: una splendida terza piena, molto morbida e naturale.

Questo perché mia moglie è una donna che non aveva mai fatto un pompino, mai scopato in una posizione diversa dal missionario - figuriamoci poi cose tipo sperma o sesso anale -, però amava sempre essere impeccabile e piacente, vestire con tacchi alti e abiti mai volgari ma comunque che evidenziavano le sue curve: spesso gonne fino al ginocchio, camicette e giacca o giubbino, oppure jeans attillati e maglioncini oppure t-shirt aderenti ma poco scollate.

Al mare i costumi erano sempre non audaci, ma comunque carini. In tanti la guardavano e sui social ha tuttora un buon seguito anche di emeriti sconosciuti, visto che spesso mette foto della vita di tutti i giorni dove è sempre molto curata, mai volgare ma comunque arrapante tanto da essere finita anche qui.

Un amico una volta riassunse il tutto perfettamente “certo che sei proprio fortunato, tua moglie è sempre più in forma, ma per sopportare lei ci vuole proprio un santo come te…”. Lei infatti è molto pesante, quasi soffocante soprattutto con nostro figlio, ma di questo vi parlerò bene dopo.Una volta mi fece una piazzata davanti a tutti gli amici perché, uscito di casa dopo di lei, avevo messo secondo lei una camicia troppo sportiva e non adatta a quella situazione, oltre a una gelosia indescrivibile.

Dal punto di vista lavorativo lei collabora con una società di traduzioni e, da sempre, lavora sostanzialmente da casa, ma capita alcune volte che debba viaggiare per alcuni giorni. Anche io delle volte sto fuori, però la buona parte dei giorni sto in sede nella nostra città. I soldi di certo non ci mancano anche perché le nostre famiglie hanno diverse proprietà. Però non ostentiamo e facciamo una vita tranquilla, forse fin troppo… CONTINUA
 
Come sempre perdonate eventuali refusi

Da tempo erano due le mie preoccupazioni: il sesso e mio figlio, con le due cose che poi in qualche modo andarono a sovrapporsi. Io - al pari di mia moglie - ho ricevuto un’educazione molto rigida e cattolica, e fin da piccolo avevo ben chiaro come mi dovevo comportare perché era così che funzionavano le cose nella mia famiglia e non potevo in alcun modo “disonorarla”. Poi c’è il credo religioso, da sempre una parte molto importante di me, mentre per Chiara - di certo credente - il suo essere così ferrea e dura è molto più legato all’apparenza che alla spiritualità.

Io non sono una persona tonta, anzi, però sul sesso di certo non posso scrivere libri. Detto della mia vita sessuale - comunque più attiva rispetto a tanti altri amici o colleghi - con i rapporti con mia moglie che sono sempre stati frequenti, ma minimali, per me la masturbazione è stata sempre una sorta di extrema ratio: solo da ragazzo all’università mi toccavo quando avevo le palle gonfie e la cosa mi dava fastidio. Diciamo una cosa più fisica che dettata dal piacere. Del resto per anni come vi ho detto Chiara appena aprivo gli occhi mi segava e mi svuotava le palle.

Questa cosa però arrivato a 43 anni iniziò a non bastarmi più, soprattutto quando ho scoperto la pornografia, per me assoluto tabù fino a poco tempo fa. Chi incrocia mia moglie per la prima volta potrebbe pensare a un bel troione da scopare, anche perché la faccia da porca non le manca. Nessuno avrebbe creduto che invece non ha mai fatto un pompino in vita sua oppure che io non l’ho mai messa a pecora per godermi quel culone.

Negli ultimi erano avvenuti alcuni episodi che avevano iniziato diciamo a turbarmi. Innanzitutto spuntarono fuori due corteggiatrici. La prima una zitella, comunque ancora piacente ma un po’ svalvolata, che frequentava la nostra parrocchia e che ogni volta mi si attaccava a parlare e sui social era sempre la prima a mettere like o commentare qualsiasi cosa postassi, anche se non sono un grande postatore.

Mia moglie ogni volta che mi si attaccava poi in privato mi cazziava, io le ripetevo che è chiaro che avesse qualche rotella fuori posto ma che ugualmente cercavo di essere cortese. Ben diversa era la situazione di una delle segretarie dell’ufficio, più giovane e carina anche se un po’ cicciottella, una volta venne a casa per portarmi dei documenti urgenti mentre mia moglie era in bagno: credendomi solo mi fece prima i complimenti per la casa, poi con fare languido e avvicinandosi un po’ disse che mia moglie era una donna fortunata in tutti i sensi.

Io sempre con garbo respinsi le sue avances e la ringraziai accompagnandola alla porta. Mia moglie che aveva sentito tutto impazzì letteralmente. Voleva che la licenziassi in tronco e ci volle parecchio che non funzionava così e poi che era una fortemente raccomandata. Da quel momento si convinse che lei volesse “rubarle” il marito, non mi fece andare a una cena aziendale dove era presente e la beccai più di una volta che odorava i miei vestiti che portavo a lavoro.

Ammetto che delle volte pensavo a come sarebbe stato farlo con un’altra, magari più porca a letto rispetto a mia moglie. Ma il tradimento era una cosa per me inconcepibile, figurati poi se si fosse venuto a sapere, mia madre mi avrebbe diseredato. Io pensieri più forti però erano di altro tipo e riguardavano i corteggiatori di mia moglie. Un caso fu eclatante. Eravamo nel nostro storico chalet dove andiamo da sempre e con mia moglie, messo un pareo, siamo andati al bar a prendere un caffè.

Il cameriere era uno nuovo, un ragazzo molto alto e magro di origine nordafricana, abbastanza bruttarello con una forte stempiatura e una vistosa cicatrice sulla fronte. Venne a prendere le ordinazioni e se la mangiava con gli occhi, poi quando ci portò i caffè aveva una vistosa ed enorme erezione, si piazzò di fianco a Chiara a parlare del caldo praticamente con il cazzo a pochi centimetri dalla faccia che arrivava a metà coscia e alzava il tessuto dei pantaloni leggeri da cameriere.

Come successo altre volte lei poi se la prese con me perché avrei dovuto dire qualcosa al ragazzo - rimbrotti simili sono capitati quando uno che stava a rifare la strada le fischiò oppure in vacanza a Roma quando un ambulante le fece apprezzamenti molto espliciti -, io invece le spiegai che non era il caso di fare piazzate e che di certo a fine stagione non avremmo lasciato una mancia per lui.

La cosa Rayan - il cameriere - la rifece altre volte oltre ad aver iniziato a seguire sui social mia moglie che comunque contraccambiò, con Chiara che all’ombrellone una volta mi disse che per lei era proprio uno stupido ad andare ogni volta in bagno a mettersi qualcosa nei pantaloni per far vedere che aveva un’erezione così sproporzionata. Le dissi invece che di certo era tutta roba sua e che era solo molto maleducato e lei “questo certamente, più che maleducato”.

Su Instagram invece quando iniziò a usare tag generici ebbe un’impennata di follower, soprattutto stranieri. Uno mezzo indiano di colpo le mandò in dm la foto del suo cazzo, facendola incazzare. Prima di bloccarlo la sera mi fece vedere la foto e quello era il secondo cazzo che lei aveva mai visto in vita sua oltre a quello naturalmente di nostro figlio quando era piccolo. “Guarda che razza di pervertito, ora lo segnalo e poi lo blocco”. Parlando lei l’inglese in modo fluente, nei suoi post spesso scriveva frasi in inglese e questo attirava molti indiani e americani.

Alcuni le scrivevano cose sconce in dm e lei alla fine decise di bloccare tutti, fare una ripulita dei follower e mettere il profilo chiuso. Tutti quei fatti per la prima volta mi fecero pensare a Chiara scopata da altri, magari che le facevano cose che con me non faceva, e la cosa più che incazzare mi faceva eccitare. Questa consapevolezza in parte mi spaventava visto che era contro alla mia morale, così la tenni segreta.

Come vi dicevo l’altre preoccupazione riguardava mia figlio. Anche lui ha seguito il mio stesso percorso scolastico, ma alla fine convinsi mia moglie a fargli fare l’ultimo nel liceo cittadino, scuola comunque molto rinomata. Questo perché lui è molto timido e insicuro, piccolino e magro come me e anche lui con dei lineamenti belli e quasi femminili, efebici si sarebbe detto in un’altra epoca.

Il problema è che in città aveva un solo amico, un nerd abbastanza tontarello ma di buona famiglia che viene nella nostra parrocchia. I miei amici hanno figli più piccoli e anche i figli della sorella di mia moglie hanno diversi anni in meno. Lui non ci ha dato mai un problema, gentilissimo e affettuosissimo, ma doveva un po’ “scafarsi”. Inoltre nel collegio dove era uno dei suoi compagni iniziava a manifestare chiari atteggiamenti omosessuali, leva che spinse mia moglie ad acconsentire alle mie richieste.

Inoltre anche se piccolino e magro è abbastanza bravo a calcio, così tramite un conoscente lo feci entrare in una squadra nonostante fosse strano inserire nel gruppo uno che a 18 anni non avesse mai fatto anche solo la scuola calcio. Gabriele così tornò fisso a casa nostra, ma una notte mia moglie mi svegliò che quasi tremava. Causa mal di pancia si era alzata senza fare rumore per andare in bagno, vedendo così nostro figlio che si stava masturbando guardando dei video porno sul suo portatile.

Lei passò la notte insonne, io quando lui andò a scuola cercai di tranquillizzarla e dissi che dovevamo vedere che tipo di cose guardasse. Così andammo a spiare la cronologia ed erano tutte cose etero - la nostra paura era che vedesse cose gay - anche molto spinte. Per la prima volta io e mia moglie ci ritrovammo di fronte a del materiale pornografico: sborrate, inculate, gang bang, tante milf, cazzi enormi bianchi e neri, non mancava nulla…

Mia moglie non voleva accettare che in fondo fosse una cosa normale per un ragazzo della sua età, forse il problema era che non si trattava di donne nude ma di scene molto estreme. Decidemmo di non affrontare con lui la cosa visto che è un ragazzo troppo sensibile e che stava vivendo diversi problemi di ambientamento in questa nuova vita. Chiara andò a parlare con mia madre che subito si mise all’opera per trovare una ragazza per il nipote, naturalmente una linda e pinta come piace a loro, non una ragazzaccia.

Non ci mise molto prima di fargli conoscere Angela, la figlia anche lei diciottenne di altri parrocchiani. Piccolina e castana, con un visino carino e rotondo un po’ stonato da un naso un po’ lungo e affilato, molto magra aveva un bel culetto sodo e pronunciato anche se il seno era praticamente inesistente. A me appariva timidissima pure lei, ma i due si piacquero subito e così si fidanzarono.

Mia moglie e mia madre erano felici di quella situazione, anche se la famiglia di Angela non era di certo del nostro rango sociale. Anche Gabriele era felice e noi lasciavamo che si vedessero abbastanza liberamente nei momenti liberi e non solo il fine settimana. C’erano però altri problemi. Era bersagliato da diversi bulli, uno nella sua squadra ma non era una cosa grave, uno invece nella sua classe e quello più pesante che lo tormentava ogni volta che lo vedeva in giro per il centro da solo, con Angela o con i suoi amici.

Ciro è un ragazzo napoletano che da un po’ di tempo viveva in città con la famiglia, avevano alcune attività insieme ad altri e per molti stavano solo riciclando i soldi della Camorra. Non tanto alto ma decisamente più muscoloso e carismatico, lo chiamava frocetto e spesso lo invitava nella sua comitiva - insieme ad Angela - per poi schernirlo umiliandolo. La cosa paradossale era che a lui piaceva quel gruppo, lo considerava fico, ma quando la madre del suo migliore amico raccontò a mia moglie della cosa - racconto del figlio - si arrabbiò tantissimo.

Con discrezione allora aggiungemmo il padre sui social chiedendo un incontro. Clemente ha qualche anno più di me, come il figlio è moro e ricciolino con la carnagione un po’ scura, bassetto e tarchiato ha sia muscoli sia un po’ di pancia. Lo invitammo a prendere un caffè e gli spiegammo la cosa chedendogli di intervenire, lui per tutta risposta ci disse che queste cose i ragazzi devono risolverla da soli e finché sono battibecchi verbali per lui non c’è niente di male.

Mentre diceva questo guardava solo Chiara che indossava un giubbino corto e un paio di jeans che evidenziavano il suo culone, il tutto con un tacco non altissimo ma comunque importante, come se io non esistessi. Quando andò via ero furioso e per la prima volta fu mia moglie che dovette fare la parte di quella che tranquillizza. “Per la prima volta credo di odiare qualcuno” le dissi mentre tornavamo a casa con lei che mi teneva sottobraccio.

A farmi innervosire poi era anche un nuovo vicino che venne ad abitare nella villetta a schiera di fianco alla nostra. Anche lui con un marcato accento del Sud, basso e panzone, pelato tranne che ai lati con dei baffi che lo facevano sembrare uscito dagli anni ‘70, se ne stava tutto il giorno in balcone a fumare sigarette che poi gettava davanti casa, inoltre parcheggiava sempre male e delle volte chiudeva la macchina di mia moglie.

Quando gli chiesi di non gettare le cicche sul vialetto neanche mi rispose e continuò a fumare per poi gettarla nel vialetto, mentre quando per l’ennesima volta praticamente chiuse la macchina di Chiara si degnò di scendere e spostarla, con mia moglie che arrabbiata perché era in ritardo che disse “la prossima volta un paio di botte dietro ed esco”, allora lui le rispose “signora dopo anche io le dò un paio di botte dietro”. La sera mi raccontò tutto e mi incazzai, ma vi anticipo che solo alla fine scoprimmo che si trattava di un collaboratore di giustizia mandato lì con una nuova identità.

In tutto questo anche io avevo iniziato a vedere siti porno e masturbarmi di nascosto. Peggio di un ragazzino scoprii un mondo, mi facevo tante seghe la notte immaginando che ci fosse mia moglie oppure conoscenti o colleghe al posto di quelle donne così depravate. Una sera mia moglie voleva guardare una serie tv, io la partita così andai con il mio pc in studio e misi skygo, iniziando però anche a farmi una sega su un video di legalporno.

Quando mia moglie mi chiamò perché mi stava squillando il cellulare semplicemente lasciai la partita a schermo intero e andai da lei: mio padre era rimasto in mezzo a una strada con la macchina guasta, così tolsi il pigiama, misi una tuta e mi recai in fretta da lui. Mia moglie andando a dormire vide il pc acceso, tolse la partita per chiuderlo e vide che quello che in contemporanea stavo guardando…

Come rincasai furiosa ma in silenzio per non svegliare Gabriele mi tirò una pantofola, dandomi del depravato. Le spiegai che era stato un momento di debolezza, ma lei insisteva che c’entrava qualcosa la mia segretaria che mi corteggiava, come se guardavo quelle cose perché volevo farle con una “donnuccia che ci prova con i mariti delle altre” e che se avessi provato a tradirla me l’avrebbe prima fatta pagare, poi mi avrebbe uccisa.

La tranquillizzai che era solo una curiosità innescata dall’aver beccato nostro figlio, le giurai che mai l’avrei tradita e che non avrei visto più quei video. Così feci, ma solo a casa visto che mi ammazzavo di seghe quando ero in trasferta, però da quel giorno lei non mi fece più le seghe al mattino “tanto non ne hai bisogno, fai da solo brutto maiale che sei”. CONTINUA...
 
Abituato a una vita molto tranquilla tutte queste cose mi agitavano non poco, in più c’erano queste fantasie e la voglia di masturbarmi che facevo fatica ad ammettere a me stesso, fino ad arrivare ad accettarle come una sorta di parte segreta di me che però stava prendendo sempre più piede. Avevo una gran voglia di masturbarmi e di fantasticare, anche perché ora che eravamo in primavera e andavamo verso la bella stagione facevo molto più caso agli sguardi verso mia moglie mentre eravamo al supermercato oppure in giro per il centro.

Una mattina però mi cadde il mondo addosso. Noi abbiamo una casa al mare che come detto è a pochi minuti di auto, pullman o scooter da dove viviamo. Io ho un mazzo sempre con me visto che spesso ci faccio un salto per portare qualcosa o fare un piccolo lavoretto. L’altro mazzo invece lo tengo in un cassetto aperto in un mobile all’ingresso. Anche questa è una villetta molto simile a casa nostra, solo che più piccola.

A due piani con un piccolo giardino, il piano terra c’è la sala con cucina a vista e un bagno, poi una scala a chioccia porta sopra dove ci sono le due camere e un altro bagno che danno su un pianerottolo che affaccia sulla sala sottostante. Casa naturalmente è più grande, con un ingresso anche sul retro, il garage e una stanza in più adibita a studio mio mentre mia moglie lavora in sala perché dice che è più soleggiato.

Una volta che andai dopo il lavoro a portare delle cose ne approfittai che avevo il portatile e mi sparai una bella sega. Vi può sembrare strano, ma questo per me rappresentava in quel momento il massimo della libertà e della trasgressione. Così ogni tanto iniziai quando lavoravo da casa a dire che andavo in ufficio, invece lavoravo dalla casa al mare dove alternavo pratiche e seghe visto che comunque mia moglie tolta l’estate ignorava quella casa.

Una mattina così parcheggiai vicino casa davanti una rosticceria dove presi il pranzo e dell’acqua, me ne andai comodo nella camera da letto sopra e pantaloni calati mi segavo lavoricchiando e ogni tanto rispondendo a qualche chiamata, con il piano che prevedeva poi di mettere tutti i rifiuti in una busta, dare una pulita e poi tornare a casa. Mentre ero con il cazzo in mano però ebbi un colpo al cuore quando sentii aprirsi la porta di casa.

La voce era di mio figlio che era in compagnia di Angela. Pensai che avevano fatto sega a scuola per venire ad amoreggiare, con Gabriele che aveva preso le chiavi dal cassetto. Mi sarei dovuto incazzare per aver marinato la scuola, ma in fondo ero felice di quella tresca anche se tremavo al pensiero che potesse scoprirmi. Senza fare rumore mi ricomposi e mi misi a origliare sul pianerottolo ben attento a non farmi scoprire.

I loro discorsi però erano strani, Angela diceva che quella era l’unica soluzione altrimenti “quelli ti menano” e mio figlio che le chiedeva “e se poi continuano?”. Io ero stupito poi sentii il rumore di un motorino, poi uno squillo di un cellulare. Gabriele allora aprì ed entrarono Ciro - il bullo - con un suo amico sempre napoletano, Giovanni, simile a lui solo che più alto.

Come mio figlio chiuse la porta Angela era già inginocchiata davanti ai due che si tirarono giù i pantaloni e offrirono i loro cazzi alla bocca della fidanzata di mio figlio: quello di Ciro normale, diciamo un po’ più grosso del mio, mentre quello di Giovanni era decisamente più lungo. Parlavano in dialetto i due ridendo ma credo avessero detto tipo che questa troia neanche i giubbini c’ha fatto togliere.

Mio figlio a testa bassa si allontanò e io ebbi paura che salisse di sopra, ma poi senza dire una parola si mise su una poltrona guardando il cellulare. “Eh no frocetto, i patti sono che devi guardare mentre facciamo godere la troietta della tua ragazza”. Lei era più che partecipe, quando la spogliarono mostrò un bel fisichetto e una fichetta pelosa e curata.

I tre si misero nel divano di fronte a mio figlio e praticamente davanti al mio punto di osservazione. Gabriele subiva in silenzio quel trattamento, Angela stava sdraiata a gambe aperte e mentre Giovanni se lo faceva succhiare Ciro, preso un tubetto di gel, le leccava la fica e le metteva delle dita nel culo.

L’intento era chiaro, ma Giovanni venne in faccia alla ragazza proprio mentre Ciro iniziò lentamente a incularla dopo aver messo un preservativo. Derideva mio figlio dicendo che non doveva temere che la fidanzatina lo sapeva bene che restava vergine, facendomi capire che forse non era la prima volta che succedeva quello. Angela gemeva e si sgrillettava, poi ancora sporca di sperma riprese il cazzo di Giovanni in bocca ancora duro.

Ciro per l’età era senza dubbio duraturo e prestante, con il culetto si abituò al suo cazzo iniziò a spingere più forte fino a portarla all’orgasmo mentre su toccava in contemporanea. Strillava di scoparla così, di sbatterla forte, poi i due ragazzi si dettero il cambio e anche Giovanni messo il condom nonostante le dimensioni riusciva ad andare forte e in profondità. Mi veniva da piangere pensando all’umiliazione subita da mio figlio, ma al tempo stesso ero anche eccitato.

Dopo circa cinque minuti di quel trattamento venne prima Ciro in faccia alla ragazza e poi Giovanni sulla sua pancia. I tre si andarono a pulire nel bagno sotto mentre a Gabriele fu ordinato di pulire “ci dovrebbe essere un po’ di cacca sul divano” gli fece Giovanni ridendo. Così prima andarono via i due ragazzi e poi, rimasti soli, Angela provava a consolare Gabriele che era scoppiato in lacrime dicendogli che sarebbero stati di parola e che avrebbero iniziato a comportarsi bene con loro, poi se ne andarono insieme.

Io ero sbigottito, mio figlio stava vivendo un incubo e dovevo fare qualcosa, però non potevo parlarne con mia moglie. La prima cosa fu che cambiai la posizione del secondo mazzo della casa al mare, così che non fosse potuto più andarci. Pensai a una sorta di investigatore privato che potesse minacciare Ciro magari ricattandolo per qualche altarino della sua famiglia.

Gabriele nel frattempo a casa era sempre lo stesso, taciturno come sempre ma comunque sorridente e gentile. Io invece ero ancora sconvolto da quello a cui avevo assistito, ma il peggio doveva ancora arrivare. Mia moglie doveva stare via tutta una giornata per una cosa di lavoro e la sera prima ci siamo fatti la nostra canonica scopata: lei solitamente geme molto soprattutto quando viene che inizia a urlare, ma quando c’è nostro figlio si tappa la bocca diventando tutta rossa, per utilizzare la mano per segarmi.

Il giorno dopo così Chiara fu la prima a uscire, poi accompagnai mio figlio a scuola e andai in ufficio. Dopo circa due ore però sul cellulare mi arrivò un allert che qualcuno aveva aperto la porta di casa, così azionai la telecamera degli ingressi e vidi due motorini fuori dall’entrata sul retro. Mi presi la mattina libera e corsi a casa, senza chiamare la vigilanza perché intuivo cosa stesse succedendo.

Quella volta però non mi dovevo nascondere, così entrai a casa parcheggiando davanti anche io sul retro cosa che non facevo quasi mai, entrando in casa senza far rumore. Di rumore invece ce ne era fin troppo in sala, proprio di fronte alla porta principale d’ingresso: mio figlio seduto immobile e la fidanzata a pecora inculata con forza da Ciro mentre un altro ragazzo glielo metteva in bocca, con Giovanni di fianco che si stava togliendo un preservativo pulendosi mentre in tutta la stanza c’era un forte tanfo di merda.

Urlai e come mi videro si rivestirono velocemente e urlai di nuovo di uscire di casa “anche te svergognata” tuonando in faccia ad Angela. In pochi secondi erano fuori e ripartirono con i motorini. Mio figlio era pallido, immobile, quasi catatonico. Mi fiondai su di lui, lo tranquillizzai e lui corse sopra in camera sua. Gli corsi dietro e in quel momento arrivò una chiamata di mia moglie a cui non risposi, non era proprio il momento.

Tremava e piangeva rannicchiava sul letto, piansi anche io e gli ripetevo che era tutto ok. Lui così trovò la forza di raccontarmi tutto, dopo che ebbi più volte giurato che mai avrei detto nulla alla madre. Mi spiegò così che lui voleva solo essere accettato da quel gruppo, considerato quello dei fighi, ma che loro lo deridevano e poi iniziarono a fare battute su Angela, fino a dire che potevano uscire insieme se la ragazza li avesse fatti divertire.

Era la quarta volta che facevano una cosa del genere, gli dissi che avrei pensato a tutto io, ma che lui doveva subito scrivere ad Angela e lasciarla in quello stesso momento. Controllai di persona che lo scrivesse - effettivamente da quel momento si sono lasciati - poi mi arrivò una telefonata di lavoro a cui dovevo rispondere, così ebbi quella lunga telefonata - nel mentre mi chiamò di nuovo mia moglie - e io parlavo mentre accarezzavo Gabriele che come un bambino si addormentò, come stremato da quell’avvenimento.

La telefonata durò quasi mezzora e, approfittando che lui dormiva, andai sotto e misi in ordine: c’erano preservativi e fazzoletti sporchi di sborra e merda ovunque, Angela nella fretta aveva dimenticato le sue mutandine e i ragazzi un piccolo dildo e il tubetto del gel che prometteva di essere il più adatto per il sesso anale. Feci arieggiare, raccolsi tutto con i guanti poi passai il mocho.

Quando mio figlio si svegliò parlammo di nuovo e gli preparai il pranzo, lui era sempre convinto di voler essere amico di quei ragazzi e cercai di farlo ragionare, ma lui niente e così dissi che avrei pensato a tutto io, anche a spiegare alla mamma il motivo della rottura con Angela. Ci abbracciammo e poi gli dissi che doveva studiare per recuperare tutta quella scuola persa, poi la sera quando tornò Chiara era intrattabile, di pessimo umore a sua detta a causa dei taxi.

In camera lei si irrigidì quando mi avvicinai, ma sorridendo le feci che volevo solo parlarle di una cosa. Lei sgranò gli occhi e si meravigliò quando le dissi della rottura tra Gabriele e Angela, inventandomi che lui si era confidato con me chiedendo suggerimento perché la ragazza c’aveva provato con Ciro, ma lui l’aveva rifiutata raccontando poi tutto a nostro figlio che bramava sempre più dalla voglia di essere amico del ragazzo. Era una balla ma serviva a far bere la cosa a Chiara, soprattutto chiudendo qui la cosa anche a livello della famiglia di lei visto che era meglio non far trapelare certe cose per non fare brutte figure.

Il mattino dopo mia moglie parlò con Gabriele dicendole che io le avevo detto tutto, che lasciarla è stata la cosa migliore e rassicurandolo che con il tempo Ciro lo avrebbe comunque accettato come amico. Stranamente Chiara era calma, io pensai che fosse tutto finito invece ero solo all’inizio di un qualcosa che mai avrei potuto immaginare in vita mia. CONTINUA…
 
Ho scoperto questo Forum perché il mio migliore amico un pomeriggio mi ha preso da parte e mi ha detto che qualcuno aveva postato una foto di mia moglie; niente di che, vestita in maniera carina come tante altre foto che ha postato sui suoi social però di certo non volgare, ma indubbiamente la sua fisicità si nota anche senza dover essere eccessivamente sexy.

Mi chiamo Domenico e al momento in cui parte questa racconto avevo 43 anni, tre in più di mia moglie Chiara. Viviamo in una tranquilla città del centro, divenuta con il tempo abbastanza famosa perché una sua frazione che si affaccia sul mare, la città vera e propria invece è qualche chilometro più nell’entroterra, ingrandendosi è diventata una rinomata località turistica.

Sono figlio unico, i miei genitori dopo aver avuto subito un maschio hanno deciso di non avere altri figli per non dover dividere il nostro patrimonio di famiglia, cosa che ho fatto anche io quando è nato mio figlio come imposto da mia madre con il pieno appoggio di mia moglie. Del resto io sono sempre stato succube - come mio padre - di mia madre, una donna molto severa ed estremamente religiosa, diciamo d’altri tempi.

Non è stato un caso così che io mi sono subito innamorato di Chiara, persona con un carattere molto simile a quello di mia madre, anche se in fondo non avevo molte scelte. Prima però voglio dirvi che sono una persona assolutamente nella norma, non tanto alto e abbastanza magro, ho sempre avuto l’aria del bravo ragazzo: capelli biondini corti, occhi chiari e bei lineamenti, poi con l’età ho messo degli occhialini da professorino.

Di carattere sono abbastanza timido, ma amo la compagnia e con i pochi veri amici che ho l’amicizia è molto stretta e splendida, mentre mia moglie sostanzialmente non ha grandi amiche eccezion fatta per la sorella minore e le mogli dei miei amici, con cui i rapporti sono sempre stati buoni essendo persone tutte molto tranquille ed educate.

Fino al diploma la mia vita è stata sostanzialmente collegio religioso, fine settimana a casa e in chiesa ed estate in villeggiatura in una delle nostre case lungo la costa. Ero però molto felice, vivevo al riparo dal mondo crudele in una sorta di bambagia che mi faceva sentire amato e al sicuro. In più mia madre era molto attiva nel cercarmi una brava ragazza adatta a me e alla nostra famiglia, ed ero abbastanza ricercato sia perché ero un buon partito sia perché ero un ragazzo carino e piacente, anche se fisicamente abbastanza gracilino.

Inizialmente come si faceva una volta insieme alla mia famiglia passai qualche domenica pomeriggio insieme a una ragazza e alla sua famiglia, ma quando si propose anche la famiglia di Chiara mia madre optò subito per questa scelta provocando anche qualche tensione con l’altra famiglia. Roba da medioevo? Barbero non sarebbe d’accordo per l’accezione negativa del termine ahahahah, ma nel nostro ambiente funziona così.

Anche Chiara aveva diversi pretendenti, ma lei dopo che avevamo parlato per la prima volta in parrocchia mi ha sempre detto che ha avuto un colpo di fulmine, che mi ha amato fin dal primo istante. La cosa è stata sostanzialmente reciproca: oltre a essere decisamente più bella dell’altra, il suo carattere così forte che mi ricorda mia madre poi ha fatto il resto.

Ci fidanzammo, io iniziai l’università in una città vicina e il fine settimana tornavo a casa, il sabato uscivo con lei e la domenica insieme alle nostre famiglie dopo la messa. Lei poi iniziò l’università nella nostra stessa città, e quando io mi laureai subito mia madre mi trovò un posto in un’importante azienda del posto, così ci potevamo sposare.

All’università ho scoperto in qualche modo il sesso: anche se andavo in un ateneo cattolico privato molto rigido, qualche compagno di studi parlava delle sue esperienze aprendomi una sorta di mondo. Il sabato a Chiara dovevo riportarla a mezzanotte. Cenavamo con i miei amici e poi la riportavo in auto, ma prima però ci appartavamo un po’. Per i primi anni solo lunghe pomiciate, poi lei iniziò a farmi delle seghe per essere sicura che io non trovassi trastullo in altro modo.

Chiara infatti è gelosissima a livelli patologici. La ragazza che frequentavo prima non potevo neanche nominarla, figuriamoci salutarla. Se poi qualcuna osava chiacchierare con me lei subito marcava il territorio. Naturalmente niente sesso, ma io dopo i racconti dei compagni di studi le dissi se potevo toccarla anche io, così iniziammo questa sorta di masturbazione reciproca con io che la facevo godere toccandola da sopra le mutande nel modo in cui mi aveva consigliato uno dei miei amici.

Quando ci sposammo mio padre mi spiegò - molto vagamente - quello che dovevo fare e lo stesso fece la madre di Chiara. Durai così poco che dovetti rimetterlo subito dentro per sverginarla e sporcare il celebre lenzuolo che poi mia suocera mostrò a mia madre. Andammo a vivere in una villettina a schiera nella zona residenziale della città, mia moglie mi obbligava la sera quando ovulava a delle autentiche maratone del sesso anche se non andavamo oltre la missionaria.

Mi faceva venire dentro a ripetizione: io sono normo dotato, lungo poco meno di 15 cm e meno largo della media, ma lei aveva orgasmi a ripetizione anche senza toccarsi, quando si stimolava invece li aveva multipli. Del resto anche per lei il sesso era una novità. Una sera dopo le prime due venute dentro il pisello non tornava duro con la mano, così mi permisi di chiederle di provare con la bocca.

Apriti cielo. Mi urlò contro che non è una puttana, mi fece dormire nell’altra camera e il giorno dopo raccontò tutto a mia madre - con cui ha avuto sempre una sintonia quasi totale nonostante siano due caratteri così forti - che venne di persona a lavoro per farmi la ramanzina. La sera portai dei fiori per farmi perdonare, lei li prese e anche se dovevamo ancora cenare quasi li lanciò perché quella era la sera perfetta per restare incinta per i suoi calcoli e quindi dovevamo subito darci dentro.

Rimase incinta quasi subito, nacque un maschio - Gabriele - e il sesso si stoppò quando lei era incinta e per molto tempo dopo, ma ogni mattina lei mi faceva una sega appena mi suonava la sveglia e avevo l’alzabandiera. Vi giuro questo tutte le mattine per anni, quando non lo faceva era perché la sera dovevamo scopare: non usando preservativi lei faceva i calcoli al contrario, ma per sicurezza venivo in un fazzoletto. Con il tempo iniziai a durare di più e lei, raggiunto quasi subito l’orgasmo, mi iniziava a segare e mi faceva venire.

La cosa però mi iniziò a pesare, visto che mia moglie era diventata da bella ragazza un autentico milfone. Mora con dei capelli fino alle spalle e degli occhi marroni molto intensi, il naso è un po’ a patata, le guance pronunciate, il viso rotondo e le labbra sottili. Alta circa 1,70, quando l’ho conosciuta era più rotondina ma ora, grazie alla palestra in casa, ha un gran bel fisico.

All’inizio di questa storia Chiara aveva 40 anni, un make up sempre impeccabile che nasconde i piccoli “difetti” del viso, un ventre abbastanza tonico anche se non piatto, delle splendide cosce tornite e un culo favoloso, alto, grosso e ancora abbastanza sodo. Prima del parto aveva una splendida seconda abbondante, ma poi ha voluto rifarsi il seno senza esagerare: una splendida terza piena, molto morbida e naturale.

Questo perché mia moglie è una donna che non aveva mai fatto un pompino, mai scopato in una posizione diversa dal missionario - figuriamoci poi cose tipo sperma o sesso anale -, però amava sempre essere impeccabile e piacente, vestire con tacchi alti e abiti mai volgari ma comunque che evidenziavano le sue curve: spesso gonne fino al ginocchio, camicette e giacca o giubbino, oppure jeans attillati e maglioncini oppure t-shirt aderenti ma poco scollate.

Al mare i costumi erano sempre non audaci, ma comunque carini. In tanti la guardavano e sui social ha tuttora un buon seguito anche di emeriti sconosciuti, visto che spesso mette foto della vita di tutti i giorni dove è sempre molto curata, mai volgare ma comunque arrapante tanto da essere finita anche qui.

Un amico una volta riassunse il tutto perfettamente “certo che sei proprio fortunato, tua moglie è sempre più in forma, ma per sopportare lei ci vuole proprio un santo come te…”. Lei infatti è molto pesante, quasi soffocante soprattutto con nostro figlio, ma di questo vi parlerò bene dopo.Una volta mi fece una piazzata davanti a tutti gli amici perché, uscito di casa dopo di lei, avevo messo secondo lei una camicia troppo sportiva e non adatta a quella situazione, oltre a una gelosia indescrivibile.

Dal punto di vista lavorativo lei collabora con una società di traduzioni e, da sempre, lavora sostanzialmente da casa, ma capita alcune volte che debba viaggiare per alcuni giorni. Anche io delle volte sto fuori, però la buona parte dei giorni sto in sede nella nostra città. I soldi di certo non ci mancano anche perché le nostre famiglie hanno diverse proprietà. Però non ostentiamo e facciamo una vita tranquilla, forse fin troppo… CONTINUA
Bella vita ma un inferno
 
Scusate eventuali errori e refusi

Dopo quella tempesta i giorni seguenti furono abbastanza tranquilli e, con il passare del tempo, tutto era tornato come prima anche se tra me e mio figlio si venne a creare un certo imbarazzo. Io così quando capitava che eravamo soli cercavo di tranquillizzarlo, ma poi capendo che anche lui stava cercando di voltare pagina iniziai a non tornare più sull’argomento e fare come se nulla fosse accaduto.

Andammo poi alcuni giorni fuori insieme per visitare la città - estera - dove avrebbe fatto l’università, con Chiara che non potette venire con noi per motivi di lavoro. Fu in quel momento che recuperammo il nostro pieno affiatamento e la cosa mi dette una grande felicità.

Naturalmente non è che potevo cancellare quello che avevo visto con un colpo di spugna, però dovevo non pensarci e così mi rifugia nella fede, dovevo smetterla di guardare porno e tornare a pensare solo alle cose veramente importanti. Il fatto che nelle settimane seguenti dovetti affrontare diverse trasferte di lavoro mi aiutò parecchio e, quando finì la scuola, Gabriele se ne andò in campagna con i nonni per preparare al meglio l’esame di stato.

In più nostro figlio sembrava aver superato ogni problema con Ciro, tanto che il bullo lo invitò al suo compleanno per la sua felicità e anche i suoi amici non gli davano più fastidio. Pure mia moglie era abbastanza tranquilla, fece qualche battutina in merito ai miei viaggi di lavoro ravvicinati ma ormai alla sua gelosia avevo fatto il callo.

Dal punto di vista sessuale i rapporti furono zero: lei come detto aveva smesso di segarmi la mattina da quando aveva beccato i porno, ma in quel periodo non prese mai l’iniziativa dandomi senza saperlo una bella mano nel mio percorso nel cercare di ritrovare una sorta di pace ed equilibrio interiore.

Un sabato mattina di giugno io ero tornato a casa la sera prima tardi da un viaggio di lavoro, trovando mia moglie che dormiva profondamente. Non la svegliai e la stessa cosa fece lei la mattina quando si svegliò di buonora per andare dalla madre e tornare a pranzo come faceva spesso. Come vado in cucina per fare colazione però invece che il suo solito biglietto dove mi diceva che era dalla madre ne trovai uno attaccato sopra un quadernino recante questa scritta “te lo avevo promesso che te l’avrei fatta pagare, leggi il quaderno e ritieniti fortunato che non ti ho strangolato nel sonno visto che per qualche strano motivo ancora continuo ad amarti”.

Potete immaginare lo stupore e lo sgomento, poi quando iniziai a leggere il quadernino ebbi la forza di farmi un caffè con mano tremante, berlo e poi seguitare a leggere su una poltrona. Dato il titolo di questo racconto potete ben immaginare cosa poteva esserci scritto in quella sorta di diario che mia moglie aveva iniziato a scrivere proprio a partire da quel fatidico giorno in cui beccai a casa mio figlio, la sua ex e i bulli.

In pratica nel quadernino mia moglie ha descritto alcuni rapporti sessuali avuti per “vendetta” da quel giorno fino in pratica al pomeriggio prima. Di tutto questo io non mi ero accorto assolutamente di nulla, anche se poi leggendo ho iniziato a ricollegare alcune cose a cui inizialmente non avevo dato molto peso.

Il motivo di questa vendetta? Una maledetto malinteso… quando beccai mio figlio a casa nostra ignorai alcune sue chiamate, in particolare l’ultima è stata effettuata davanti casa perché, dovendo tornare indietro per prendere uno scritto dimenticato, aveva notato la mia macchina. Entrata poi aveva visto tutto il bordello all’ingresso - preservativi, fazzoletti, gel, merda e mutandine - sentendomi poi parlare al telefono da sopra. Non ebbe dubbi a quel punto: approfittando di casa libera mi ero scopato e inculato la segretaria, con i porno da me visti che avvaloravano quella tesi.

Accecata dalla rabbia, rispose così a Gianmarco - un mio vecchio compagno di università, uno di quelli sessualmente attivi - che da tempo via social ci provava con lei. Mia moglie allora di colpo gli disse che aveva voglia di scopare, che io no la facevo godere e di andare il mattino dopo a casa sua che non c’era nessuno.

Ogni volta poi sottolineava “se lo dici a qualcuno ti giuro che mi uccido, mi avrai per sempre sulla coscienza e ci passerai anche i guai”, con Gianmarco che prima pensò a uno scherzo, poi annullò tutti gli impegni e quel mattino si fiondò a casa. Lei lo accolse in intimo e tacchi come una prostituta che riceve il suo cliente.

Il mio amico praticamente le saltò addosso, ma lei gli chiese di essere gentile perché non aveva mai fatto cose del genere, chiedendogli di insegnarle tutte, dal sesso orale a quello anale fornendogli preservativi e gel. Stando a quanto scritto da mia moglie, lui aveva un cazzo simile al mio, però restò duro a lungo venendo tre volte, probabilmente grazie al viagra.

Dopo avergli chiesto di lavarselo, mia moglie così fece il suo primo pompino della vita a un mio ex compagno di studi, aggiungendo che le era piaciuto molto con anche l’amante che aveva detto che era stata un’ottima alunna, soprattutto perché si prese anche la sborra in faccia e in bocca “come quelle che vedi nei video che ti piacciono tanto”.

Il sesso anale invece fu più problematico perché era tesissima, così gli disse di scoparle la fica e lei iniziò ad avere i suoi soliti orgasmi multipli e a ripetizione, tanto da meravigliare lo stesso Gianmarco. Eccitata e più rilassata, riprovarono il sesso anale e questa volta il suo culo fu sverginato per bene prima a pecora, poi alla missionaria e poi di nuovo a pecora fino a che non le sborrò sulle chiappone.

Non paga volle fargli un altro lungo pompino facendolo sborrare per la terza volta ancora in bocca. Quando lui andò via ha scritto che si è masturbata a lungo ancora sporca di sborra per quanto era eccitata, smettendola solo perché doveva sistemare tutto e fare una doccia prima che Gabriele tornasse da scuola.

In altro che in maniera abbastanza esplicita ci provava con lei sui social era il padre di Ciro, il bullo. Così mia moglie gli disse che se il figlio invitava Gabriele al suo compleanno, smetteva di tormentarlo e lo accettava nel suo gruppo, gli avrebbe fatto un pompino. L’uomo disse che andava bene, ma voleva scoparla. La follia totale.

Alla fine giunsero a questo compromesso: lui sarebbe venuto a casa per un pompino - voleva farlo dove pensava che io l’avevo tradita -, poi se il figlio faceva quanto richiesto aveva la parola che lei si sarebbe fatta scopare. Quando lui si presentò a casa senza troppi preamboli gli sparò subito un pompino con sborrata in bocca, ma a Chiara piaceva quel cazzo - simile a quello di Gianmarco ma un po’ più largo - così gliene fece un altro: era tentata di farsi ugualmente scopare, però alla fine decise di stare ai patti.

La scopata fu solo rimandata e anche lui la scopò sia davanti sia dietro per un’oretta, ma prima approfittando del viaggio mio e di nostro figlio invitò Gianmarco addirittura a restare a dormire a casa, scopando come ricci tutta la notte e buona parte della mattina seguente. Sia lui sia il padre di Ciro le dissero che lo sapevano che era una gran porca e io un gran cornuto, che tutti lo pensavano. A me però sconvolse soprattutto il fatto che non solo ci scopò con Gianmarco, ma anche ci dormì insieme, il massimo dell’intimità.

A quel punto Chiara voleva farmi trovare il quaderno, però ci fu un imprevisto nel suo piano. Il nostro vicino - il panzone del sud - le disse chiaramente che aveva visto il via vai di uomini quando io non c’ero e che voleva godere anche lui per mantenere il silenzio. Mia moglie lo descrisse come puzzolente e con un cazzo piccolo, fortuna sua che si accontentò di un paio di pompini.

Visto che io le comunicai un nuovo viaggio, allora lei volle approfittarne per scoparsi di nuovo Gianmarco a casa, con quello stronzo che mi chiamò mentre ero in treno e stavo tornando: mi chiedeva dove toccassi per capire se potevamo berci una birra insieme, in verità voleva sapere solo se poteva continuare a scopare e inculare mia moglie nel nostro letto mentre lei ridacchiava.

Inutile dirvi quanto fossi sconvolto, però mentre immobile attendevo il rientro di mia moglie rilessi ancora e ancora quelle pagine, iniziando anche a eccitarmi. Quando lei rientrò subito si scagliò contro di me, urlandomi contro che verme fossi stato a tradirla e che tutto quello era stato solo colpa mia.

Trovai la forza per urlare anche io di stare zitta per un cazzo di minuto in vita sua e ascoltare bene: le dissi allora come erano andate veramente le cose, terminando con un “se non ci credi chiedi a tuo figlio stupida che non sei altro”. Lei ebbe un mancamento e, quando si riprese, scoppiò in lacrime.

Paradossalmente fui io a “consolare” lei che era disperata, un momento guardò la finestra come a volersi buttare e poi si guardò attorno come a cercare qualcosa con cui farsi male. Vi giuro che non dormii diverse notti nel timore che potesse fare un insano gesto. Mi chiese perdono mille e mille volte, cercavo di tranquillizzarla nonostante ero io quello che doveva essere compatito.

Entrò in una fase quasi di depressione, specie ogni volta che incrociava uno dei suoi amanti: il ciccione fortunatamente fu trasferito, gli altri due li bloccò però il padre di Ciro delle volte lo vedemmo in giro senza che lui comunque dicesse niente. Arrivò poi la pandemia che ci compattò, ma anche vedere nostro figlio ormai pienamente sulla propria strada aiutò le cose.

Io per molto tempo sono stato combattuto su cosa fare, poi durante la pandemia iniziai a fare leva sul sesso prendendola di sorpresa: per la prima volta mi feci intraprendente e quasi autoritario, dicendole di succhiarmi il cazzo cosa che lei fece tra lo stupito e l’eccitato e le sborrai anche in faccia. Passammo così buona parte della pandemia a recuperare il tempo perduto, senza mai tirare in ballo le sue scopate.

Ora lei è sempre più bella, vivendo da soli almeno tre/quattro volte al mese mi scrive mentre sono a lavoro che è in calore, io allora prendo la pasticchetta e passiamo la sera a scopare in ogni modo. Io l’ho subito perdonata per quello che ha fatto, anche perché ogni volta che scopiamo ripenso a lei con gli amanti, senza però dirlo, ma magari un giorno troverò il coraggio e il modo di dirle che mi piacerebbe questa volta assistere… FINE
 
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