Certo che tuo marito si sta perdendo la meglio @LauraTorrisi1983 con la sua bacchettonagine 🤪🤪😃😃.
Sembrava di essere l'egiziano .
Sembrava di essere l'egiziano .
Che dire... un vero piacere leggerti... impossibile non rimanere coinvolti... continua cosìMio marito è spesso fuori città per lavoro. Se oggi questa cosa capita al massimo due giorni alla settimana, qualche anno fa c’è stato un determinato periodo in cui capitava con più frequenza.
Quando decidiamo di mangiare una pizza a casa, per velocità e pigrizia, di solito ce la facciamo consegnare da una pizzeria egiziana che si trova a meno di un chilometro da casa nostra.
Di solito, è mio marito o mio figlio più grande a occuparsi di aprire la porta e pagare.
Una sera di qualche anno fa, avevo avuto una giornata di lavoro piuttosto pesante. Sapendo che avrei fatto tardi, avevo chiesto ai miei di andare a prendere i miei figli a scuola e di farli dormire a casa loro.
Decisi di ordinarmi una pizza.
Quando citofonarono, vidi che a consegnarla era venuto il titolare. Un egiziano sui 45, sempre molto gentile con me e con mio marito, sempre sorridente e cordiale ogni volta che passavamo fuori la pizzeria o che veniva a portarci le pizze personalmente. Un bel viso, carnagione olivastra, belle braccia muscolose e molto pelose, mani grandi, un po’ di pancia dovuta probabilmente alla quantità di pizze che per praticità mangerà ogni settimana.
Ero ancora vestita con gli abiti indossati per gli impegni lavorativi di quel giorno: un jeans, delle scarpe nere con tacco e una camicetta verde attillata. Senza rifletterci troppo, in modo molto istintivo, sbottonai quasi tutti i bottoni della scollatura. Sotto indossavo un completino nero di pizzo. Aprii la porta. L’egiziano mi fece un gran sorriso. Ricambiai con un sorriso dolce e solare, chiedendogli come stava e se aveva molto lavoro quella sera. Mentre parlavo, notai subito il suo sguardo cadere sulla scollatura. Posai la pizza sul tavolo e mi chinai leggermente per cercare il portafogli nella borsa, sapendo che quel gesto avrebbe reso ancora più evidente la scollatura. Con la coda dell’occhio, riuscii a scorgere il suo sguardo incuriosito e il sorriso che aveva in volto. Dopo avergli dato i soldi, lo salutai rivolgendogli il più acceso dei sorrisi e lo stesso fece lui con me.
Mi sedetti e iniziai a mangiare la pizza, ancora un po’ tremante dopo la provocazione che senza pensarci troppo avevo creato. Mangiavo e ripensavo alla scena. Al suo sguardo. Ai peli sulle sue braccia. Lasciai la pizza a metà. Andai in bagno e riempii la vasca idro massaggio. Mi spogliai velocemente buttando per aria i vestiti. Una volta immersa, iniziai a toccarmi i seni e poi a masturbarmi lentamente, aumentando sempre più il ritmo man mano che le fantasie diventavano più nitide nella mia testa. Avevo gli occhi chiusi e immaginavo. Lui che mentre ero intenta a cercare i soldi mi chiedeva se mio marito ci fosse e io che distrattamente gli rispondevo che ero sola in casa. La sua mano che chiudeva la porta alle sue spalle. Mentre alzavo lo sguardo di scatto. Spaventata e sorpresa. Lo vedevo poggiare il casco per terra e avvicinarsi a me lentamente, toccandosi il cazzo da sopra i jeans.
“Ma che diavolo fai?”
“Scommetto che me lo vuoi succhiare, vero bella signora?”
Con gli occhi chiusi, immaginavo la mia eccitazione e la paura in una situazione del genere.
“Sì...ma te lo succhio e poi sparisci. E non lo dici a nessuno. E qui non ci devi venire più a consegnare le pizze.”
“Va bene...adesso però stai zitta e succhiami le palle e poi il cazzo”.
Mi inginocchiai e mi tolsi velocemente camicia e reggiseno.
Era sempre più vicino a me. Il cazzo gli stava esplodendo da sotto ai pantaloni.
“Vieni qui...”
Si avvicinò e gli presi le mani e me le poggiai sui seni. Inizio’ a stringere con le mani forti e ruvide.
Prima con titubanza e poi così forte da far male.
Gli tolsi la cintura e gli sbottonai i jeans. Glielo tirai fuori.
Aveva un cazzo scuro, non particolarmente curato dal punto di vista igienico. Pieno di peli scuri e crespi. Iniziai a succhiargli le palle. Scure, pelose e gonfissime. Con la mano gli massaggiavo la cappella gonfia e già umida. Dopo avergliele succhiate e mordicchiate per un po’, decisi di accogliere il suo cazzo tra le labbra, dedicandomi a lui prima con le sole labbra e poi con la lingua. Lo sentivo godere e rilassarsi. Succhiavo avidamente. Dopo aver aumentato il ritmo, prese la mia nuca tra le mani, stringendo i capelli e spingendo con insistenza la mia testa. Dovetti fermarmi due volte per i conati di vomito. Ma ripreso subito. Meritava che io arrivassi fino in fondo. E così fu.. sentii la gola e le labbra innaffiate da un getto caldo denso e acidulo. Gemeva e mi diceva che ero proprio brava. Gli ripulii la cappella con la lingua e quando staccai la bocca, si avvicinò al tavolo col cazzo ancora gocciolante, apri’ il cartone delle pizze e iniziò a scappellarsi sulla pizza, facendo cadere un po’ di seme sulla pizza.
“Ora mangia la mia pizza troia”.
Scoppiai a ridere, e con la bocca ancora bagnata dal suo seme, il trucco completamente sbavato, mi avvicinai in ginocchio al tavolo e staccai con le mani il pezzo di pizza dove era venuto. Restai in ginocchio e lo mangiai golosamente guardandolo dritto negli occhi.
In quel momento, nella vasca, una scarica elettrica mi attraverso’ il corpo. Venni, urlando senza inibizioni. Venni gioiosamente, persa in una fantasia che mai avrei immaginato di poter creare.
Racconto molto eccitante e scritto bene,traspare un pò di sano esibizionismo, molto erotismo che non scade mai nel volgare,sarai sicuramente una donna molto attraente ed arrapante,complimenti e continua a stuzzicarci la fantasia con i tuoi racconti,non nego di essermi immaginato l'egiziano e mi è partita un erezione clamorosa 😜Mio marito è spesso fuori città per lavoro. Se oggi questa cosa capita al massimo due giorni alla settimana, qualche anno fa c’è stato un determinato periodo in cui capitava con più frequenza.
Quando decidiamo di mangiare una pizza a casa, per velocità e pigrizia, di solito ce la facciamo consegnare da una pizzeria egiziana che si trova a meno di un chilometro da casa nostra.
Di solito, è mio marito o mio figlio più grande a occuparsi di aprire la porta e pagare.
Una sera di qualche anno fa, avevo avuto una giornata di lavoro piuttosto pesante. Sapendo che avrei fatto tardi, avevo chiesto ai miei di andare a prendere i miei figli a scuola e di farli dormire a casa loro.
Decisi di ordinarmi una pizza.
Quando citofonarono, vidi che a consegnarla era venuto il titolare. Un egiziano sui 45, sempre molto gentile con me e con mio marito, sempre sorridente e cordiale ogni volta che passavamo fuori la pizzeria o che veniva a portarci le pizze personalmente. Un bel viso, carnagione olivastra, belle braccia muscolose e molto pelose, mani grandi, un po’ di pancia dovuta probabilmente alla quantità di pizze che per praticità mangerà ogni settimana.
Ero ancora vestita con gli abiti indossati per gli impegni lavorativi di quel giorno: un jeans, delle scarpe nere con tacco e una camicetta verde attillata. Senza rifletterci troppo, in modo molto istintivo, sbottonai quasi tutti i bottoni della scollatura. Sotto indossavo un completino nero di pizzo. Aprii la porta. L’egiziano mi fece un gran sorriso. Ricambiai con un sorriso dolce e solare, chiedendogli come stava e se aveva molto lavoro quella sera. Mentre parlavo, notai subito il suo sguardo cadere sulla scollatura. Posai la pizza sul tavolo e mi chinai leggermente per cercare il portafogli nella borsa, sapendo che quel gesto avrebbe reso ancora più evidente la scollatura. Con la coda dell’occhio, riuscii a scorgere il suo sguardo incuriosito e il sorriso che aveva in volto. Dopo avergli dato i soldi, lo salutai rivolgendogli il più acceso dei sorrisi e lo stesso fece lui con me.
Mi sedetti e iniziai a mangiare la pizza, ancora un po’ tremante dopo la provocazione che senza pensarci troppo avevo creato. Mangiavo e ripensavo alla scena. Al suo sguardo. Ai peli sulle sue braccia. Lasciai la pizza a metà. Andai in bagno e riempii la vasca idro massaggio. Mi spogliai velocemente buttando per aria i vestiti. Una volta immersa, iniziai a toccarmi i seni e poi a masturbarmi lentamente, aumentando sempre più il ritmo man mano che le fantasie diventavano più nitide nella mia testa. Avevo gli occhi chiusi e immaginavo. Lui che mentre ero intenta a cercare i soldi mi chiedeva se mio marito ci fosse e io che distrattamente gli rispondevo che ero sola in casa. La sua mano che chiudeva la porta alle sue spalle. Mentre alzavo lo sguardo di scatto. Spaventata e sorpresa. Lo vedevo poggiare il casco per terra e avvicinarsi a me lentamente, toccandosi il cazzo da sopra i jeans.
“Ma che diavolo fai?”
“Scommetto che me lo vuoi succhiare, vero bella signora?”
Con gli occhi chiusi, immaginavo la mia eccitazione e la paura in una situazione del genere.
“Sì...ma te lo succhio e poi sparisci. E non lo dici a nessuno. E qui non ci devi venire più a consegnare le pizze.”
“Va bene...adesso però stai zitta e succhiami le palle e poi il cazzo”.
Mi inginocchiai e mi tolsi velocemente camicia e reggiseno.
Era sempre più vicino a me. Il cazzo gli stava esplodendo da sotto ai pantaloni.
“Vieni qui...”
Si avvicinò e gli presi le mani e me le poggiai sui seni. Inizio’ a stringere con le mani forti e ruvide.
Prima con titubanza e poi così forte da far male.
Gli tolsi la cintura e gli sbottonai i jeans. Glielo tirai fuori.
Aveva un cazzo scuro, non particolarmente curato dal punto di vista igienico. Pieno di peli scuri e crespi. Iniziai a succhiargli le palle. Scure, pelose e gonfissime. Con la mano gli massaggiavo la cappella gonfia e già umida. Dopo avergliele succhiate e mordicchiate per un po’, decisi di accogliere il suo cazzo tra le labbra, dedicandomi a lui prima con le sole labbra e poi con la lingua. Lo sentivo godere e rilassarsi. Succhiavo avidamente. Dopo aver aumentato il ritmo, prese la mia nuca tra le mani, stringendo i capelli e spingendo con insistenza la mia testa. Dovetti fermarmi due volte per i conati di vomito. Ma ripreso subito. Meritava che io arrivassi fino in fondo. E così fu.. sentii la gola e le labbra innaffiate da un getto caldo denso e acidulo. Gemeva e mi diceva che ero proprio brava. Gli ripulii la cappella con la lingua e quando staccai la bocca, si avvicinò al tavolo col cazzo ancora gocciolante, apri’ il cartone delle pizze e iniziò a scappellarsi sulla pizza, facendo cadere un po’ di seme sulla pizza.
“Ora mangia la mia pizza troia”.
Scoppiai a ridere, e con la bocca ancora bagnata dal suo seme, il trucco completamente sbavato, mi avvicinai in ginocchio al tavolo e staccai con le mani il pezzo di pizza dove era venuto. Restai in ginocchio e lo mangiai golosamente guardandolo dritto negli occhi.
In quel momento, nella vasca, una scarica elettrica mi attraverso’ il corpo. Venni, urlando senza inibizioni. Venni gioiosamente, persa in una fantasia che mai avrei immaginato di poter creare.
Scrittore? E se fossi una scrittrice e se volessi un giudizio così tecnico verrei a pubblicare qui? Su un covo di pervertiti? No dai per cortesia...trovo il tuo commento fuori luogo, fuori contesto e di una pesantezza non consona al “luogo”. Passa altrove please, la vita è già pesante fuori di qui.ciao
letto tutto.
ecco quanto: fino a poco prima che partisse la fantasia ero piuttosto interessato. poi non so. qualcosa a mio parere - e per quel che mi riguarda - è andato storto. il registro, per esempio. il linguaggio in genere. leggendo, era come se stessi leggendo qualcosa di preconfezionato scritto da un uomo. e se per certi versi in altre circostanze sarebbe un plus, qui mi ha dato la sensazione di un disallineamento con ciò che scrivi nei commenti che mi ha sollevato alcuni interrogativi. sono arrivato alla fine e ho pensato: è un uomo, che scrive.
Inoltre, la formattazione del testo è controversa, come se tu avessi fatto un copia incolla da un testo già presente su word, e non ti fossi curata/o di ricontrollarlo dopo. la cura di un testo rispecchia la cura che quel testo ha per lo scrittore nei confronti del lettore. è come se tu avessi avuto troppa fretta di pubblicarlo. tutto questo mix di discrepanze mi ha rimandato un messaggio di sciatteria. ho letto, ho detto quel che penso. puoi anche sbattertene. sappi però una cosa: il tempo che passo a leggere, è mio e solo io decido a chi darlo. posso darlo a chiunque, e se è speso bene ne guadagno io e chi lo ha scritto. se leggo quindi qualcosa che poi mi fa sentire preso in giro per una serie di motivi ( e questo può accadere e accade anche con scrittori non necessariamente hot, quindi valuta con precisione il concetto di "presa in giro" - se può interessarti ci sono una serie di libri che ne parlano - che non ha a che fare con la persona, ma col rapporto scrittore e lettore) dicevo che quando uno scrittore inizia a scrivere, innesca un patto tra il suo brano e il lettore e dice implicitamente che il lettore si può fidare di ciò che leggerà. in questo brano non ho sentito rispettata questa relazione di fiducia tra le due parti. Ti dico questo perché noto nel tuo modo di scrivere non solo la voglia di raccontare, ma ci sento della cura, delle aspettative, la voglia di migliorare. magari sbaglio. forse sbaglio. sbaglio.
se però non sbaglio, c'è del lavoro da fare, a mio avviso.
volevo solo dirtelo.
peace & love
Sei un grande, per rispondere alla scrittrice che ci da dei pervertiti, perché non si iscrive al rotary club e va a bere il te' alle cinque e invece di scrivere la sua repressione sessuale trovi qualcuno che la ravveda sessualmente così potrà evitare noi pervertiti. Per il momento benvenuta nel club. Seee senti questa.Fuori luogo?
ma tu qui hai pubblicato.
E io ho letto, e ho detto ciò che mi ha suscitato il tuo scritto.
fine.
ma forse preferivi che ti si dicesse: cazzo che bel racconto. figo. mi ha arrapato un casino. chiami questo un covo di pervertiti, ma qui tu hai pubblicato. e qui io sto. è il tuo, a essere fuori luogo, di commento. il tuo è offensivo. il mio è un giudizio tecnico personale. se non sai accettare i giudizi che non siano leccate di culo, cara mia, il problema che mostri purtroppo è il tuo.
mi spiace, hai perso un lettore.
e se sei qui, e se pubblichi qui, è perché vuoi esser letta.
non diciamoci scemenze.
ciao cara.
Non avevo dubbi sul fatto che non avresti capito. Ovvio che se si scrive qualcosa, qui o da qualunque altra parte, lo si fa per essere letti.Fuori luogo?
ma tu qui hai pubblicato.
E io ho letto, e ho detto ciò che mi ha suscitato il tuo scritto.
fine.
ma forse preferivi che ti si dicesse: cazzo che bel racconto. figo. mi ha arrapato un casino. chiami questo un covo di pervertiti, ma qui tu hai pubblicato. e qui io sto. è il tuo, a essere fuori luogo, di commento. il tuo è offensivo. il mio è un giudizio tecnico personale. se non sai accettare i giudizi che non siano leccate di culo, cara mia, il problema che mostri purtroppo è il tuo.
mi spiace, hai perso un lettore.
e se sei qui, e se pubblichi qui, è perché vuoi esser letta.
non diciamoci scemenze.
ciao cara.
Sono iscritta anche io qui. Di conseguenza, se dico che è un covo di pervertiti e gente repressa, insoddisfatta o frustrata, non mi sto escludendo. 🙄🙄🙄🤦🏻♀️Sei un grande, per rispondere alla scrittrice che ci da dei pervertiti, perché non si iscrive al rotary club e va a bere il te' alle cinque e invece di scrivere la sua repressione sessuale trovi qualcuno che la ravveda sessualmente così potrà evitare noi pervertiti. Per il momento benvenuta nel club. Seee senti questa.
Cara Laura potrebbe anche essere un covo di pervertiti e gente repressa, insoddisfatta o frustrata o magari ce anche chi come te e come me o altri piace leggere e cercare di parlare con persone che la pensano allo stesso modo senza essere giudicati !!! Questo è il mio modesto pensiero !!Sono iscritta anche io qui. Di conseguenza, se dico che è un covo di pervertiti e gente repressa, insoddisfatta o frustrata non mi sto escludendo. 🙄🙄🙄🤦🏻♀️
«...forse sbaglio. sbaglio.Non avevo dubbi sul fatto che non avresti capito. Ovvio che se si scrive qualcosa, qui o da qualunque altra parte, lo si fa per essere letti.
Il problema è che tu hai voluto vedere delle motivazioni e delle aspirazioni letterarie che io assolutamente non ho. Hai voluto discernere sul perché più che sul contenuto. Attribuendo a uno scritto un valore che non ha la pretesa di avere. E qui nessun racconto a mio avviso ha un valore letterario. Avrei preferito un semplice “mi fa cagare”, lo avrei trovato più onesto. Non mi spaventa il giudizio, mi spaventa il modo in cui si giudica. E il tuo è semplicemente accademico, professionale, pesante, in un contesto frivolo dove si viene per rilassarsi. Ma a quanto pare, mi sa proprio che ho sbagliato posto.
Me ne farò una ragione se non leggerai eventuali miei nuovi scritti.
Il tuo tempo nessuno te l’ha chiesto. Puoi tenertelo. Stammi bene.«...forse sbaglio. sbaglio.
se però non sbaglio, c'è del lavoro da fare, a mio avviso.
volevo solo dirtelo. »
Mi chiedo cosa non ti sia chiaro di questo passaggio. Non ho la pretesa di sapere tutto, e metto in conto di sbagliarmi, quando non sono certo di qualcosa. E l'ho scritto nel primo messaggio, è nero su bianco. Per cui non ho altro da aggiungere. Ho parlato di un testo e non di te.
E l'ho fatto come faccio io. Io non sono te. Il racconto non mi ha fatto cagare. E se fosse stato così lo avrei detto ma con le dovute maniere.
Il racconto non mi ha eccitato, molto semplicemente. Ma non fa cagare. fa cagare la sua formattazione. Quella sì. È sciatta, come ti dicevo, e se vuoi farti leggere abbi il rispetto per chi ci mette gli occhi, sui tuoi racconti. Leggere una roba che ogni due righe c'ha due km di spazi non è molto bello. Per i l resto i gusti son gusti, e se è piaciuto ad altri vuol dire che altri saranno allineati con te.
Non puoi sapere cosa leggo. Qui ho letto molto. E la tua affermazione se leggiamo cosa si vede in giro, qui, è presuntuosa. Sei tu che giudichi e hai giudicato. Io mi sono limitato a un testo, e oltretutto nel mio primo messaggio c'era anche una mano tesa a darti qualche consiglio. Le scuole le ho finite da un pezzo anche io, ma le ho fatte bene, credimi. Ho letto qui molti racconti, dato che sono qui per questo. Per leggere e non per postare.
Ho risposto solo per cortesia, e perché così si chiude questo dialogo.
Non sono qui tutti per lo stesso motivo per cui sei tu, cara. Io trombo bene, e non sono represso. Mi sento sereno, e mi spiace che tu la sia poco al punto da arrivare a usare un sito come questo solo per svago, per rilassarti. Mi sento già rilassato, io. E se sono qui è per conoscere altri punti di vista. Cosa che mi pare a te non interessi.
Qui su questo sito ho conosciuto diverse ottime e interessantissime persone.
Non sono tutti frustrati come credi tu. Anzi.
Il mio commento-di accademico-non ha nulla, e questo mostra che hai poca dimestichezza con il valore accademico in un contesto come la scrittura. Nelle tue parole hai la tendenza a giudicare, e nascondi questa accusando gli altri di darti un giudizio che non vuoi. Non provarci, con me. Tieniti la tua repressione, il tuo narcisismo, e la tua isteria per altri.
Ti ho dato l mio tempo.
Finisce qui.
Buon proseguimento.
in questo luogo di pervertiti ci sei pure tu...quindi mi pare che il tuo di commento sia stato fuori luogo, diciamo una caduta di stile..Scrittore? E se fossi una scrittrice e se volessi un giudizio così tecnico verrei a pubblicare qui? Su un covo di pervertiti? No dai per cortesia...trovo il tuo commento fuori luogo, fuori contesto e di una pesantezza non consona al “luogo”. Passa altrove please, la vita è già pesante fuori di qui.