Sono un cornuto

giusbor

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Sono sempre stato un uomo innamorato e mediamente geloso, e non avevo mai sospettato che dentro di me si annidasse lo spirito di un cuckold. Non sapevo neppure che cosa volesse dire….
Ma la storia che sto per raccontarvi cambiò drasticamente il mio orizzonte e i miei desideri.
Tutto cominciò quando la donna che era mia moglie da tre anni, Valeria, 28 anni, cambiò lavoro.
Venne assunta in un’azienda ed era entusiasta del nuovo ruolo. Mi parlava delle colleghe simpatiche e del suo capo, una persona eccezionale che aveva puntato su di lei per farla crescere.
Io lo incontrai un giorno e non mi preoccupai più di tanto, poiché il manager non mi sembrava particolarmente bello, secondo i miei canoni, e inoltre era molto basso, rispetto a Valeria. Inoltre mi fidavo ciecamente della mia adorata moglie.
Quindi non ebbi nulla in contrario quando lei mi chiese di poter andare ad una convention per tre giorni a Roma insieme al suo capo, che voleva presentarla a persone importanti. Durante il week end mi chiamò spesso per raccontarmi, tranne l’ultima sera in cui, mi disse aveva un dopocena con dei capoccia e controvoglia avrebbe dovuto partecipare.
Al suo ritorno pareva tutto normale e ancora una volta non ci feci caso. Qualche giorno dopo Valeria cominciò a essere diversa con me, e mi disse che c’era qualcosa che non andava tra noi, la passione si era spenta. Io le chiesi spiegazioni e lei mi disse che non sapeva descrivere quello che provava, ma aveva bisogno di riflettere.
Una nostra amica, Sonia, partiva per 20 giorni e lasciava la sua casa al primo piano vuota, chiese a Valeria se poteva andare ogni tanto ad annaffiare le piante. Lei prese la palla la balzo e le chiese di poter dormire a casa sua per qualche giorno in modo da poter riflettere su di noi…
Così la sera seguente mi annunciò che sarebbe andata qualche giorno a casa di Sonia. Io subii passivamente questa sua decisione, anche perché nei giorni dopo il viaggio a Roma, Valeria era uscita la sera un paio di volte per cene con persone importanti che Michele, il suo capo; le voleva presentare. Dal momento che aveva espresso quel disagio nei miei confronti, invece, io ero molto più attento ai suoi spostamenti, la accompagnavo spesso in giro, e questo le creava nervosismo perché diceva che ero “troppo appiccicoso”. La realtà è che mi sembrava smaniare per qualcosa, e si placò solo la sera che si trasferì da Sonia.
La sera che si trasferì mi chiamo al telefono dicendomi quanto era strano trovarsi lì da sola e per la prima volta la sentii un po’ perplessa della sua scelta. La mattina dopo la chiamai per sentire come andava e le dissi che volevo passare in serata da lei per parlare, ma lei mi disse che quella sera sarebbe uscita con un amica alle otto.
La cosa mi sembrò molto strana, e quella sera mi appostai sotto casa di Sonia per vedere dove andava e con chi. Attesi per due ore con visuale sul portone ma non vidi Valeria uscire, le luci erano accese e la vidi anche lavare i piatti in cucina.
Pensai che avesse cambiato idea e me ne stavo per andare quando all’improvviso vidi una macchina di grossa cilindrata parcheggiare sotto il portone. Scese Michele, lo riconobbi subito, con in mano una bottiglia suono al campanello della casa dove dormiva mia moglie…erano le 22. Balzai fuori dalla macchina col cuore in gola e mi portai come un pazzo sotto le finestre dell’appartamento.
La strada era buia e deserta e arrampicandomi su un tubo avevo la visuale, tra le stecche della tapparella abbassata, sulla camera da letto. Vedevo la camera buia e la luce che filtrava dalla cucina. Non sapevo esattamente a che punto fosse arrivata la loro confidenza e per un attimo ebbi quasi paura che restassero in cucina tutto il tempo. Sentivo Valeria ridere eccitata, e la voce bassa del suo amante che parlava con tono seducente.
Poi d’improvviso la luce della camera si accese e vidi Valeria entrare in camera. “Vieni Michele, questa è la camera dove dormo, ti piace?” Non potei fare a meno di notare che dall’ultima volta che ero stato lì la camera sembrava essere stata preparata per un’occasione speciale: candele, luci basse e sul cuscino, adagiata ad arte, una guepiere di raso nero da vera troia. Senza dire una parola Valeria si girò verso di lui e gli buttò le braccia al collo, si guardarono per un istante negli occhi, il mio respiro si fermò.
Poi mia moglie si avvicinò alla sua bocca e si strinsero in un bacio appassionato ed eccitato. La cosa quindi era già avanti, vedevo la lingua di Valeria roteare lasciva nella bocca del suo amante che la stringeva spingendola contro il bacino, probabilmente infoiato. La vista mi si annebbiò, ma non potevo far altro che guardare.
Valeria si staccò un istante e con un gesto da vera troia si sbottonò la camicetta leggera continuando a guardare il suo bull con occhi di fuoco. Lui non si fece pregare e scostò il reggiseno di raso liberando le tenere tettine del mio amore, morbide e dall’areola larga e rosa. Ci si avventò con la lingua mentre Valeria si lasciò scappare un gemito, i suoi capezzoli cominciarono a corrugarsi mentre con un gesto molto naturale lei cominciò a fregare col palmo della mano la patta gonfia del suo capo. Lui restituì il gesto infilando una mano sotto la sua gonna e cominciando a massaggiarle la fica da sopra le mutande. Valeria ebbe un sussulto e, ritirandosi dal suo tocco, con un movimento sensuale che voleva dire che non era ancora il momento, scivolò in ginocchio davanti a lui.
Con lentezza e pregustando il momento slacciò piano la cintura di coccodrillo del manager, poi sbottonò la patta e fece calare i pantaloni al ginocchio. Con la mano delicata, ornata per l’occasione da unghie rosso fuoco, scostò l’elastico degli slip liberando un cazzo già abbastanza gonfio, un cazzo di dimensioni enormi, pesante e carnoso. Lo guardò come se si trattasse di un capolavoro e lentamente fece arretrare la pelle del glande scoprendo una cappella larga e rossa che cominciava a gonfiarsi.
Non potevo credere che quella che vedevo fosse mia moglie, la mia Valeria, che di solito toccava il mio modesto cazzetto con fare giocoso, mentre ora sembrava una sacerdotessa intenta a celebrare un importante rito.
Avvicinò il viso al cazzo pulsante e scappellato, come a volerne percepire l’odore e all’improvviso spalancò la bocca circondando la cappella con le labbra, non senza un certo sforzo. L’uomo chiuse gli occhi e spinse il bacino avanti mentre lei provava a far entrare in bocca quella proboscide d’elefante. “Mi piace il tuo sesso, troppo grande per me” disse con un tono da troia che sa l’effetto che una simile lusinga provoca in un uomo, e cominciò a muovere la lingua nella bocca intorno alla cappella, andando contemporaneamente su e giù con la testa. Il capo cominciò a gemere e a dire parole sconce, a chiamarla splendida puttana e a dirle quanto lo faceva godere con la sua bocca da troia. Valeria a quel punto con una mano cominciò ad accarezzare le palle di Michele, mentre con l’altra manina si scostò le mutandine cominciando ad accarezzarsi la fichetta probabilmente già fradicia. Il gesto fece partire l’amante, che cominciò a muovere il bacino avanti e indietro, facendo uscire dalla bocca di Valeria il suo cazzo, lo guardai per la prima volta in completa erezione. Era almeno tre volte il mio, con l’asta grossa e la cappella ancora più grossa, pieno di vene blu gonfie e nodoso, Valeria mi aveva confessato che le piaceva il cazzo nodoso, e spesso giocava con un cazzo di gomma, più grosso del mio ma non grosso quanto questo.
Se lo rimise a fatica in bocca e cominciò a succhiare sempre più veloce, gemendo con la mano nelle mutandine. Poi spostò l’altra mano verso il culo del suo stallone e cominciò a giocare con il suo buco del culo. Michele accelerò i movimenti e gridò mentre Valeria lo stimolava in tutti i modi, ad un tratto Valeria sembrò avere un conato: il primo schizzo di seme le era arrivato in gola, istintivamente si ritrasse e io vidi il viso di mia moglie che veniva coperto dagli schizzi di sborra dell’amante infoiato, una sborrata eterna, sulla bocca, sui capelli e sul petto nudo della mia dolce mogliettina. Lei gemeva e sorrideva lusingata da quel trattamento, e all’ennesimo schizzo sulla faccia si sentì tanto troia che venne tremando, in ginocchio davanti al suo stallone, con un lungo e profondo grido di piacere animale.
Svuotato il suo carico, il cazzone si sgonfiò, mentre lei, come una puttana, ripuliva con la lingua ogni traccia di piacere dal cazzo e dalle sue mani.
Quando con la lingua raccolse dall’anulare sinistro lo sperma che si era insinuato sotto la nostra fede nuziale decisi che non volevo più vedere altro. Mi sedetti sotto la finestra col cuore in gola e pensai che, malgrado il dolore, avrei voluto vedere altro…..
 

lothar69

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mi auguro per te che si tratti di un racconto di fantasia, altrimenti al tuo posto recapiterei alla cara mogliettina un po' di buste della spesa con le sue cose rimaste a casa, insieme ad un biglietto " Mentre tu ti schiarisci le idee col tuo capo, io mi sono schiarito bene le mie..............Ciao"
 

rud1985

Lo Svangamaroni
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Il racconto mi ha fatto arrapare, ed è strano che mi faccia questo effetto un racconto, quindi sei stato bravo per questo.
Direi che, se fosse vero, hai descritto particolari forse un po' difficili da vedere attraverso uno spiraglio in una persiana, ma li hai raccontati in maniera molto dettagliata e piacevole da leggere.
Il capo della tua donna non è un "bull", ma te si, sei un bel cornuto.
 
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giusbor

giusbor

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Un racconto è un racconto, non un articolo di cronaca....diciamo che Non è di pura fantasia...ma è la MIA fantasia! Comunque se piace vado avanti...
 
OP
giusbor

giusbor

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Feci passare un tempo ragionevolmente lungo per dare il tempo alle cose di succedere e poi scavalcai il cancelletto del giardino.
Come per una premonizione la porta della cucina era aperta, strisciando furtivamente mi introdussi nell'appartamento, vidi subito sul tavolo le chiavi dell'auto di grossa cilindrata e la bottiglia di vino aperta. Cercando di superare il rumore del sangue nelle tempie mi misi in ascolto: erano ancora in camera da letto, sentivo rumori, dalla cucina mi avvicinai all'ingresso da lì, sporgendomi, avevo la visuale sulla camera da letto.
La prima cosa che vidi furono le gambe di Michele, ancora con le scarpe e con i pantaloni di marca calati fino al ginocchio, sentivo ansimare, e avvicinandomi di più udii anche un osceno sciabordìo, mi sporsi ancora e vidi piedi nudi di Valeria sulle spalle di Michele, il sedere nudo si muoveva avanti e indietro con ritmo lento, pensavo che il cuore mi scoppiasse ma mentre guardavo, il cazzo mi si cominciò gonfiare nelle mutande.
Il mio sguardo fu subito catturato dal punto di contatto, la fica di mia moglie che conoscevo benissimo sembrava trasformata, da tanto era stesa e dilatata dall'enorme palo di carne che la stava pompando. Il cazzo di Michele entrava e usciva in tutta la sua lunghezza era gonfio, largo e nodoso e completamente zuppo degli umori vaginali di Valeria.
Quella troia di mia moglie si stava facendo scopare dal suo capo e sembrava godere in un modo completamente nuovo, ansimava, gemeva e succhiava come una pazza la lingua che suo amante le offriva, e mentre colpi di cazzo la squassavano diceva porcate che mai le avevo sentito dire neanche per scherzo: ”Chiavami Michele, sfondami la fica! Per tutta la vita ho sognato di godere con un cazzo simile dentro. Fottimi, spingi forte, fammelo sentire nella pancia! Lo senti come te lo stringo?”
E lo stringeva veramente con tutta la forza, potevo vedere le grandi labbra che pulsavano attorno all’asta che le affondava nel ventre, mentre il culo, sollevato dal letto, pulsava a ritmo del suo piacere percorso da un osceno rivolo biancastro che colava dalla sua fica fradicia e arrossata.
Senza neppure accorgermene mi cominciai a masturbare, li davanti a me crollava il mio sogno di una mogliettina innamorata e fedele, davanti a me c’era una troia innamorata di un altro uomo, più potente e dotato di me e io, cornuto, godevo del suo piacere.
Cominciai a guardarla nei dettagli, aveva gli occhi chiusi, le narici dilatate e la bocca aperta con un rivolo di saliva che colava tra i gemiti, saliva sua e del suo toro che continuava a stantuffarla con la lingua, con le braccia lo avvinghiava con una passione a me sconosciuta e mentre i loro corpi bagnati si staccavano brevemente riuscii a vedere i capezzoli di Valeria, erano piccoli e duri come mai li avevo fatti diventare, due chiodi pulsanti, specchio del piacere enorme che stava provando. Tutta la sua pelle era accapponata e attraversata da brividi mentre le gambe, piegate sulle spalle di Michele, che era abbastanza basso cercavano di attirarlo sempre più a se.
Ad un certo punto il suo amante accelerò le spinte e i gemiti di Valeria cominciarono a diventare imbarazzanti. Respirava pesantemente e ripeteva come in trance “scopami, scopami, scopami così”. Nel contempo si portò la mano sul clitoride e cominciò a masturbarsi come una pazza, si vedeva che aveva la necessità fisica di venire, di scaricare in contrazioni tutta la tensione erotica accumulata.
Michele, continuando a tenere il ritmo dei colpi del suo enorme cazzo passò il dito tozzo tra gi umori colanti dalla fica di mia moglie e lentamente ma inesorabilmente la penetrò nel buchetto del culo, che subito cominciò a pulsare attorno al suo dito. Valeria inarcò la schiena con un grido gutturale e si offrì sconcia e abbandonata a quell’attacco alla sua carne. Cominciò a gridare mentre le prime ondate di un orgasmo travolgente cominciava a squassarla: “Scopami più forte, scopami amore! Sto per venire, sto per avere l'orgasmo più forte della mia vita, e voglio sentirti sborrare, voglio sentirti che chi svuoti dentro di me! Adesso amore! Vieni! Vieni dentro di meeee! Oooohhh! Sto godendoooooo.”
Il cazzo gonfio di Michele la colpiva ormai nell’utero martoriato quando con orrore vidi che il culo dell’amante cominciava a contrarsi per l’orgasmo, pensai che non avrebbe osato tanto con la sua amante, e invece gridò mentre cominciava a scaricare bordate di seme caldo nella fica impazzita di Valeria che pulsava liberando un orgasmo che mai avevo immaginato potesse avere. “Michele, amore, ti sento sborrareeeeee! Vengoooo riempimiiii! Ti amooo voglio un figlio da questo tuo cazzooooo!” Valeria scossa dal piacere allargò le gambe per far aderire il corpo del suo stallone completamente sul suo e rimase così tremando per il piacere con il cazzone piantato nella fica colante umori e seme.
Dopo qualche istante l’uomo si girò sulla schiena uscendo da lei con un rumore di bottiglia stappata, Valeria allora si girò a quattro zampe, la faccia vicino al cazzo di Michele e sollevando il pesante pezzo di carne molle cominciò a leccarlo per pulirlo dal seme. Vedevo mia moglie che tirava indietro la pelle della cappella nel tentativo di raggiungere gocce di sperma rimaste sulla cornice del cazzone e leccarle come fossero una prelibatezza, mentre a pochi metri da me mostrava la fica completamente aperta e allargata.
Io guardavo mia moglie che spompinava Michele, guardavo, masturbandomi, la sua fica oscenamente aperta quando all’improvviso un rivolo di sborra denso e pesante uscì dalle labbra della sua vulva colando oscenamente tra i suoi peli fradici.
A quel punto, vedendo il mio amore sporcata dal seme del suo amante e forse ingravidata in quel modo così osceno non resistetti e schizzai nella mano fiotti e fiotti di seme che avrei destinato a lei.
Appena sborrato mi nascosi nel cortile e rimasi li per almeno un ora immaginando le effusioni dei due amanti, finchè la porta sbattè segnalando un uscita. Sbirciai dal cortile e vidi Valeria che saliva in macchina con l’amante per andare probabilmente a bere qualcosa. Mi introdussi di nuovo in casa dalla porta aperta sul cortiletto e entrai nella camera da letto.
Il letto era rimasto disfatto, per terra un paio dei suoi slip che conoscevo bene, erano quelli che indossava quella sera, li presi e li avvicinai al viso, il tassello era inzuppato di umore, segno che durante il breve petting fatto da vestita, Valeria era già oscenamente eccitata dal suo amante. Portai il tassello alle labbra e riconobbi il sapore incontaminato della fica di mia moglie. Il cazzo mi si indurì di nuovo pulsando.
Mi avvicinai al letto e guardai le lenzuola. Dove prima era appoggiato il culetto della mia amata c’era un enorme chiazza bagnata, umori vaginali di Valeria e sperma di Michele inzuppavano il lenzuolo di un liquido denso e viscido che aveva l’odore acre del sesso.
Mi inginocchiai con il cazzo ormai nudo in mano e affondai la faccia nel odore dei loro sessi, per poi alzarmi un istante dopo e indirizzare i fiotti del mio seme proprio sui resti del festino al quale non ero stato invitato.
 

rud1985

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Come per una premonizione la porta della cucina era aperta, strisciando furtivamente mi introdussi nell'appartamento, vidi subito sul tavolo le chiavi dell'auto di grossa cilindrata e la bottiglia di vino aperta. Cercando di superare il rumore del sangue nelle tempie mi misi in ascolto: erano ancora in camera da letto, sentivo rumori, dalla cucina mi avvicinai all'ingresso da lì, sporgendomi, avevo la visuale sulla camera da letto.
La prima cosa che vidi furono le gambe di Michele, ancora con le scarpe e con i pantaloni di marca calati fino al ginocchio, sentivo ansimare, e avvicinandomi di più udii anche un osceno sciabordìo, mi sporsi ancora e vidi piedi nudi di Valeria sulle spalle di Michele, il sedere nudo si muoveva avanti e indietro con ritmo lento, pensavo che il cuore mi scoppiasse ma mentre guardavo, il cazzo mi si cominciò gonfiare nelle mutande.
Il mio sguardo fu subito catturato dal punto di contatto, la fica di mia moglie che conoscevo benissimo sembrava trasformata, da tanto era stesa e dilatata dall'enorme palo di carne che la stava pompando. Il cazzo di Michele entrava e usciva in tutta la sua lunghezza era gonfio, largo e nodoso e completamente zuppo degli umori vaginali di Valeria.
Quella troia di mia moglie si stava facendo scopare dal suo capo e sembrava godere in un modo completamente nuovo, ansimava, gemeva e succhiava come una pazza la lingua che suo amante le offriva, e mentre colpi di cazzo la squassavano diceva porcate che mai le avevo sentito dire neanche per scherzo: ”Chiavami Michele, sfondami la fica! Per tutta la vita ho sognato di godere con un cazzo simile dentro. Fottimi, spingi forte, fammelo sentire nella pancia! Lo senti come te lo stringo?”
E lo stringeva veramente con tutta la forza, potevo vedere le grandi labbra che pulsavano attorno all’asta che le affondava nel ventre, mentre il culo, sollevato dal letto, pulsava a ritmo del suo piacere percorso da un osceno rivolo biancastro che colava dalla sua fica fradicia e arrossata.
Senza neppure accorgermene mi cominciai a masturbare, li davanti a me crollava il mio sogno di una mogliettina innamorata e fedele, davanti a me c’era una troia innamorata di un altro uomo, più potente e dotato di me e io, cornuto, godevo del suo piacere.
Cominciai a guardarla nei dettagli, aveva gli occhi chiusi, le narici dilatate e la bocca aperta con un rivolo di saliva che colava tra i gemiti, saliva sua e del suo toro che continuava a stantuffarla con la lingua, con le braccia lo avvinghiava con una passione a me sconosciuta e mentre i loro corpi bagnati si staccavano brevemente riuscii a vedere i capezzoli di Valeria, erano piccoli e duri come mai li avevo fatti diventare, due chiodi pulsanti, specchio del piacere enorme che stava provando. Tutta la sua pelle era accapponata e attraversata da brividi mentre le gambe, piegate sulle spalle di Michele, che era abbastanza basso cercavano di attirarlo sempre più a se.
Ad un certo punto il suo amante accelerò le spinte e i gemiti di Valeria cominciarono a diventare imbarazzanti. Respirava pesantemente e ripeteva come in trance “scopami, scopami, scopami così”. Nel contempo si portò la mano sul clitoride e cominciò a masturbarsi come una pazza, si vedeva che aveva la necessità fisica di venire, di scaricare in contrazioni tutta la tensione erotica accumulata.
Michele, continuando a tenere il ritmo dei colpi del suo enorme cazzo passò il dito tozzo tra gi umori colanti dalla fica di mia moglie e lentamente ma inesorabilmente la penetrò nel buchetto del culo, che subito cominciò a pulsare attorno al suo dito. Valeria inarcò la schiena con un grido gutturale e si offrì sconcia e abbandonata a quell’attacco alla sua carne. Cominciò a gridare mentre le prime ondate di un orgasmo travolgente cominciava a squassarla: “Scopami più forte, scopami amore! Sto per venire, sto per avere l'orgasmo più forte della mia vita, e voglio sentirti sborrare, voglio sentirti che chi svuoti dentro di me! Adesso amore! Vieni! Vieni dentro di meeee! Oooohhh! Sto godendoooooo.”
Il cazzo gonfio di Michele la colpiva ormai nell’utero martoriato quando con orrore vidi che il culo dell’amante cominciava a contrarsi per l’orgasmo, pensai che non avrebbe osato tanto con la sua amante, e invece gridò mentre cominciava a scaricare bordate di seme caldo nella fica impazzita di Valeria che pulsava liberando un orgasmo che mai avevo immaginato potesse avere. “Michele, amore, ti sento sborrareeeeee! Vengoooo riempimiiii! Ti amooo voglio un figlio da questo tuo cazzooooo!” Valeria scossa dal piacere allargò le gambe per far aderire il corpo del suo stallone completamente sul suo e rimase così tremando per il piacere con il cazzone piantato nella fica colante umori e seme.
Dopo qualche istante l’uomo si girò sulla schiena uscendo da lei con un rumore di bottiglia stappata, Valeria allora si girò a quattro zampe, la faccia vicino al cazzo di Michele e sollevando il pesante pezzo di carne molle cominciò a leccarlo per pulirlo dal seme. Vedevo mia moglie che tirava indietro la pelle della cappella nel tentativo di raggiungere gocce di sperma rimaste sulla cornice del cazzone e leccarle come fossero una prelibatezza, mentre a pochi metri da me mostrava la fica completamente aperta e allargata.
Io guardavo mia moglie che spompinava Michele, guardavo, masturbandomi, la sua fica oscenamente aperta quando all’improvviso un rivolo di sborra denso e pesante uscì dalle labbra della sua vulva colando oscenamente tra i suoi peli fradici.
A quel punto, vedendo il mio amore sporcata dal seme del suo amante e forse ingravidata in quel modo così osceno non resistetti e schizzai nella mano fiotti e fiotti di seme che avrei destinato a lei.
Appena sborrato mi nascosi nel cortile e rimasi li per almeno un ora immaginando le effusioni dei due amanti, finchè la porta sbattè segnalando un uscita. Sbirciai dal cortile e vidi Valeria che saliva in macchina con l’amante per andare probabilmente a bere qualcosa. Mi introdussi di nuovo in casa dalla porta aperta sul cortiletto e entrai nella camera da letto.
Il letto era rimasto disfatto, per terra un paio dei suoi slip che conoscevo bene, erano quelli che indossava quella sera, li presi e li avvicinai al viso, il tassello era inzuppato di umore, segno che durante il breve petting fatto da vestita, Valeria era già oscenamente eccitata dal suo amante. Portai il tassello alle labbra e riconobbi il sapore incontaminato della fica di mia moglie. Il cazzo mi si indurì di nuovo pulsando.
Mi avvicinai al letto e guardai le lenzuola. Dove prima era appoggiato il culetto della mia amata c’era un enorme chiazza bagnata, umori vaginali di Valeria e sperma di Michele inzuppavano il lenzuolo di un liquido denso e viscido che aveva l’odore acre del sesso.
Mi inginocchiai con il cazzo ormai nudo in mano e affondai la faccia nel odore dei loro sessi, per poi alzarmi un istante dopo e indirizzare i fiotti del mio seme proprio sui resti del festino al quale non ero stato invitato.

Molto bello ed eccitante.
Noto che usi con una frequenza esagerata la parola "oscena", anche per descrivere cose che ti eccitano.
C'è un motivo dietro a questa scelta?
 
OP
giusbor

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Quando scrivo un racconto lo faccio sempre mentre sono eccitato e mi eccito sempre di più....interessante la ripetizione della parola...si vede che nel contesto il concetto mi eccitava! Grazie dell'attenzione e delle critiche positive!!
Molto bello ed eccitante.
Noto che usi con una frequenza esagerata la parola "oscena", anche per descrivere cose che ti eccitano.
C'è un motivo dietro a questa scelta?
 
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La relazione con il capo andò avanti per qualche mese, ma lei nel frattempo era tornata a vivere a casa con me, e a sentire lei sembrava tutto risolto, tra noi non c’erano più rapporti, però, è lei dormiva nello studio, per capire, diceva. Ma io che ormai sapevo tutto immaginavo che ogni sua uscita straordinaria serviva per godere insieme al suo stallone. Lei ormai si era fatta furba e non riuscivo più a coglierla in flagrante, la cosa mi faceva impazzire, non tanto di gelosia, quanto per la voglia di riprovare quella sensazione incredibile e sconvolgente che avevo provato vedendola scopare con un altro uomo. Desideravo fortemente che questo accadesse e non potendo più spiarla usavo altri sotterfugi per sfogare la mia voglia. Ormai sapevo quando lei usciva per incontrare lui, e poiché mia moglie mi negava in quel periodo ogni intimità, mi trovavo costretto a sbirciare dal buco della serratura del bagno appena lei tornava a casa per scoprire quali slip indossava, in seguito, quando andava a dormire, mi intrufolavo in bagno per frugare tra i panni sporchi alla ricerca dello slip indossato per l’incontro clandestino. Ogni volta puntualmente lo trovavo zuppo di umore acre e salato, segno dei molti orgasmi sopportati, e a volte con tracce di seme, a riprova che si faceva anche sborrare dentro dal suo capo. Le avevo inoltre infilato un miniregistratore mp3 in un angolo scucito della fodera della borsa recuperandolo poi la sera. E più di una volta mi ero masturbato mentre succhiavo il suo slip bagnato ascoltandola nel registratore gemere e gridare scopata dal suo amante. In quelle occasioni gli orgasmi per me erano dirompenti, quasi dolorosi, con schizzi che arrivavano perfino sui capelli, a mia memoria le sborrate più liberatorie della mia vita. La storia col capo finì e il nostro rapporto tornò ad essere normale, ricominciammo a fare l’amore e lei mi chiese anche di perdonare se ero stata assente in passato e che non aveva mai smesso di amarmi. Anche se non mi confessò il tradimento. Ma per me ormai qualcosa era cambiato, non riuscivo più a desiderarla così, semplicemente come mia donna. Il sesso tra noi era abbastanza ordinario, finchè non imparai a immaginare, mentre facevamo l’amore, lei mentre si faceva scopare dal suo amante. La prima volta che provai il cazzo mi diventò improvvisamente di marmo e Valeria lancio un piccolo grido sentendolo, io pensai a che genere di cazzo aveva potuto accogliere e il solo pensiero mi fece sborrare dentro di lei fiotti e fiotti di seme caldo, scatenando in lei l’orgasmo. Quando non mi bastò più immaginarla in questo modo, cominciai a cercare in rete, cercavo qualcosa. E scoprii che c’era un mondo che girava intorno alla pratica di mostrare la propria moglie….da lì le cose cambiarono di nuovo.
 

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