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fsiperpipp
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Non siamo piĂą assieme da molti anni!
BRAVISSIMO il racconto piĂą eccitante letto qui,Karma...Ma lei che fine ha fatto?:dho::heart::kiss::winner:::flower::mattarell:fiufiu::tisfondo:opolo::friend::smack::torta::welcome::closed::nuke:La vacanza alle Sporadi in Chartering 3/3 Visualizza allegato 2875409 Visualizza allegato 2875412
Dopo qualche bagno e qualche pausa passata distesi al sole tornammo alla barca per pranzo . Al pomeriggio P. e Marco rimasero sul ponte , mentre io per non tradire l’impazienza evidente facevo ripetutamente bagni e nuotate, finchè salpammo per il porto di Skopelos .
Mi resi conto che l’euforia e l’eccitazione che ci trascinava a certi sfoghi durante il giorno si calmava la sera , complice gli spazi ristretti , l’affollamento e le pareti della barca che trasmettevano ogni rumore . Inoltre una delle due tedesche aveva preso di mira Marco , non sospettando la tresca a tre e finendo così per disturbarci nei momenti di intimità : l’attenzione faceva anche ingelosire P. causa quell’ egocentrica abitudine tipicamente femminile di volersi sentire sempre al centro dell’attenzione . Ora che avevamo offerto un antipasto a Marco sarebbe stato scottante per noi due che ci potesse snobbare , rifiutandosi di accettare il resto .
Quando a notte fonda andammo a letto , P. salì sopra , nella mia cuccetta , parlammo dell’accaduto senza farci sentire , e mi fece eccitare descrivendomi le impressioni che quel pene , così buffo e sproporzionato nei rapporti le dava . Mi confidò che il desiderio di provare ad essere penetrata da quell’attrezzo ricurvo la torturava dalla prima volta che l’aveva visto eretto , quando Marco le aveva spalmato l’olio in mia assenza . Dal canto mio le dissi che mi eccitava allo spasimo vederla alle prese con più di un pisello per volta , soprattutto di buone dimensioni .
L’indomani non ci allontanammo di molto , non ve n’era motivo , le spiagge vicino a Skopelos erano tutte frequentate , per di più non eravamo riusciti a scollarci di dosso le tedesche : la situazione era in fase di stallo . La sera cenammo in paese , Giros e Souvlaki con patatine , poi rientrammo in cabina : parlammo come la sera precedente , finchè ognuno tornò al proprio posto nelle cuccette . Poco dopo P. mi raggiunse , si spogliò di tutto e cominciò a baciarmi ed accarezzarmi , supratutto il pisello che ormai mi scoppiava , poi sussurrando mi chiese :
- Posso andare nella cabina di Marco? – Mi fece impazzire .
- Certo ma non tardare , poi devi tornare da me : digli che sei un mio presente per lui . -
P. aprì lentamente l’anta scorrevole , nell’ombra la vidi entrare e disporsi a cavalcioni sulle sue gambe , poi mentre parlavano sottovoce richiuse l’anta , senza fare rumore .
Potevo soltanto immaginare senza vedere nulla , la mia mente era travolta da un disordine di fantasie , passioni , gelosie e timori . Il tempo non passava mai , il silenzio , interrotto soltanto da qualche stridio , sospiro o colpo contro le pareti in legno , lo dilatava all’infinito .
Da un certo punto in poi cominciai a distinguere il respiro affannato e ritmico che ben conoscevo di P. : i mugolii continuavano per lunghi minuti per poi interrompersi seguiti da ovattati rumori di lenzuola sbattute , dello spostarsi del materasso o del cuscino , suppongo , per i cambi di posizione , e riprendervano dopo poco . Nonostante l’eccitazione mescolata ad una punta di gelosia fui vinto dal trascorrere del tempo e mi assopii .
Mi svegliò il rullio dell’anta scorrevole che P. richiuse dietro di sé : salì nella mia cuccetta e si sdraiò a fianco a me , sul viso era disegnata un’espressione di timidezza o quasi di vergogna , ma al tempo stesso traspariva un atteggiamento di appagamento tipico del dopo ; stette in silenzio .
Certamente Marco non aveva fatto i complimenti , era passata quasi un’ora , P. aveva i capelli sconvolti sul viso ed umidi sul collo e sulle spalle , il suo corpo nudo brillava grondante di sudore da capo a piedi sotto la fioca luce del porto che filtrava dall’oblò .
Con tono di rimprovero dissi :
- Quanto sei rimasta! –
Dopo un silenzio che mi faceva stare sulle spine:
- Purtroppo è venuto subito , una prima volta , avevo appena iniziato….-
- Iniziato cosa ? –
Sapeva giocare con pause , silenzi , reticenze e sottintesi che mi facevano imbestialire ed al tempo rendevano piĂą eccitante , spasmodica e maniacale la sete di veritĂ sui particolari .
- Mah….lo accarezzavo , qualche succhiata , sia che mi piace il Chupa-Chups - (era il suo modo per indicare il glande)
- E lui ? -
- Beh , naturale , toccava…….ma soprattutto mi tirava i capezzoli , è proprio un vizio il suo , a volte lo dovevo fermare , lo sai , mi piace , ma esagerava e mi faceva male , diceva che dei capezzoli così grossi non li aveva mai toccati e che prima o poi me li avrebbe staccati . Poi è venuto , così , con poco . -
Mentre raccontava accarezzavo il suo corpo umido e mi eccitavo sempre di più ; poi accese la luce della cuccetta e per dimostrare ciò che aveva detto mi mostrò i seni : con quelle chiazze violacee ed i capezzoli entrambi arrossati erano la prova evidente dei maltrattamenti .
- E poi ? -
- Ho dovuto aspettare -
- Cosa ? -
- Che gli ritornasse la voglia . E’ stato un po’ fastidioso , io ero impaziente , lui tardava a ricaricarsi nonostante le mie attenzioni e l’impegno ; e poi potrebbe essere un po’ più dolce con le meni , quando si eccita è troppo rude ed invadente . -
- Cosa vuoi dire ? -
- Che c’è modo e modo –
- Cioè ? -
- Le sue mani mi torturavano , talvolta perdevo il conto di quante dita avesse infilato dentro , penso che volesse infilare tutta la mano , può darsi che ci sia anche riuscito (probabilmente lei barava) , se mi giravo cominciava a martoriarmi i capezzoli , non c’era per me né tregua né riparo . Poi per fortuna a forza di lavoralo è tornato su…. -
Non ce la facevo piĂą , cominciai a scoparla , stesa sul fianco , con le gambe unite e piegate , dandomi la schiena : entravo ed uscivo lentamente da dietro , lentamente accentuando per punizione con piĂą o meno cattiveria i finecorsa assecondavo il livello di lussuria del resoconto . PiĂą esageravo con la violenza , piĂą andava sul pesante con i particolari .
- Ti sei fatta anche scopare ? -
Cominciò a sospirare senza rispondere , non so se fosse venuta di nuovo o non avesse più smesso .
- Si…mi ha scopata . – Intanto io acceleravo il pistone :
- Ma perché tutto questo tempo ? -
- Non veniva più , succede anche a te quando fai il bis , è stata una lotta , quando smetteva di scoparmi per riposarsi non gli davo tregua , o continuavo con la bocca o gli saltavo sopra…-
Ormai parlava a ruota libera , il suo linguaggio scollegato dalla ragione esprimeva la sua parte più torbida sospinta dagli istinti e dalla passione saltava di palo in frasca , confondendo ciò che aveva fatto in realtà con quello che avrebbe voluto :
- Dio non veniva più , e poi con quel cazzo così lungo e piegato….è diverso , non è un palo come questo , è sottile , sembra di non averlo dentro , ma quando si muove arriva e sbatte dappertutto…..scopami ! Continua ! -
Mescolava frasi senza senso con parole scurrili (scopami , chiavami , sbattimi) come sempre faceva quando la dose era stata abbondante : questa volta doppia addirittura !