Esperienza reale Tante amicizie, tanto sole, pochi pudori

Deddy11

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Peccato, non mi ricordo piu' niente😂
Finalmente sono riuscito a consegnarvi la prima parte del nuovo capitolo!

Mi scuso per il notevole ritardo, ma si sono susseguite una serie di incombenze una dietro l'altra. Prima ero occupato io, poi era occupato chi doveva rileggere il capitolo, poi di nuovo occupato io...

Cose della vita reale, sapete com'è.

Venendo a noi, questo sarà una parte introduttiva per il capitolo (i capitoli?) che riguardano la nostra vacanza alle Canarie. Capisco potrebbe risultare poco interessante, ma era importante fare una specie di "introduzione".

Buona lettura!



Capitolo 4
Parte 1


Carlotta: Mi raccomando, non fate tardi o vi ammazzo uno per uno, è una promessa!

Carlotta ci diede appuntamento nel primo pomeriggio in aeroporto, assicurandosi con grande calma e pace interiore che nessuno di noi facesse tardi. Riuscimmo a organizzarci con i miei genitori e quelli di Carlotta per farci accompagnare in aeroporto, e Carlotta si organizzò così bene che anche i nostri genitori sapevano dove saremmo andati, dove avremmo dormito, e quando saremmo partiti. Gli unici all'oscuro eravamo io, Claudia e Michele.

Tuttavia, io feci le mie ricerche sulle base dell'orario di partenza, e le destinazioni possibili erano due: Lanzarote e Tenerife. Almeno fui in grado di restringere il campo. Sapendo che Carmen aveva una casa in una delle isole Canarie, provai a contattarla nella speranza di poterci incontrare durante la vacanza. Ovviamente anche lei sapeva dove saremmo andati, ma ci disse che purtroppo la sua casa era già affittata per quel periodo. Un buco nell'acqua.

Una volta ritrovati tutti all'ingresso dell'aeroporto, finalmente Carlotta ci consegnò i biglietti e scoprimmo la destinazione: Lanzarote. E per di più sembrava avere organizzato tutto con grande attenzione. Si era occupata di avere un'automobile per muoverci e per il primo giorno, che non avremmo avuto l'auto, avevamo anche il transfer verso il posto dove avremmo soggiornato - che comunque era ancora un mistero.

Il morale era alle stelle, come prevedibile. Carlotta continuava a vantarsi di aver organizzato la vacanza perfetta, di aver trovato un posto bellissimo dove dormire e di essersi informata moltissimo sui posti da vedere e che il proprietario del posto dove avremmo alloggiato fosse anche disposto a farci da guida o darci indicazioni in base al bisogno.

Il viaggio procedette senza intoppi e il volo fu particolarmente comodo e piacevole (per quanto comodo e piacevole si possa definire un volo in una compagnia low-cost senza spazio per le gambe, si intende) e all'atterraggio sebbene fosse pomeriggio inoltrato c'era ancora molta luce. Ritirati i bagagli, uscimmo dall'aeroporto dove ci avrebbe dovuto aspettare il nostro transfer. Immaginavo avrebbe tenuto il classico foglietto con il cognome di Carlotta, ma in realtà riconoscerlo fu ancora più semplice del previsto: il nostro transfer era Carmen.

Le corsi incontro lasciando la valigia agli altri - con Claudia che nel frattempo urlava per la sorpresa - e ci avvolgemmo in un abbraccio lungo e intenso. Erano mesi che non ci vedevamo e io che mi ero bevuto la sua storia della casa già affittata non mi aspettavo affatto di trovarla lì ad accoglierci. Non ci fu bisogno di dirsi nulla, eravamo genuinamente felici di vederci. Fu un susseguirsi di baci e abbracci colmi di emozione con tutti gli altri, e ci volle qualche minuto prima che riuscimmo a parlare.

"Sei-una-maledetta-STRONZA!" Rimproverò Claudia a Carlotta, dandole dei colpi sulla spalla.
"AHIA AHIA!" Replicò Carlotta. "E io che pensavo vi avrebbe fatto piacere!"
"Piacere?!" Intervenne Michele. "Siamo felicissimi! Ma potevi dircelo, maledetta!"
"E poi che sorpresa sarebbe stata?!" Sostenne Carlotta.

Nel frattempo io e Carmen eravamo nuovamente abbracciati. Il mio rapporto con Carmen era secondo solo a quello con Claudia, e ciò non aveva nulla a che fare con il sesso - nonostante fosse una piacevole aggiunta. Averla potuta vedere così, all'improvviso, fu un'emozione così forte che mi fece venire gli occhi lucidi. In quel momento ero la persona più felice del mondo: ero in compagnia delle persone a cui volevo più bene in assoluto e con cui avrei passato una vacanza che non sarebbe potuta essere altro che indimenticabile.

"Ehm-ehm." Claudia si schiarì la gola per interromperci. "Lungi da me interrompere il vostro momento romantico, ma vorremmo parlare anche con Carmen, sapete!"
Ci sciogliemmo dall'abbraccio e finalmente Carmen prese la parola. "Non sapete quanto sia stato difficile non dirvi nulla! Sam mi aveva anche chiesto se per caso ero in zona e potevamo vederci, non credo di aver mai mentito con così tanta difficoltà. Sono così felice di vedervi!"

Anche gli altri avevano un bel rapporto con Carmen. Lei veniva spesso in Italia e sebbene inizialmente lo facesse per venire a trovare me, si integrò ben presto con il resto del gruppo e quando era in Italia ne era una parte fondamentale. Sembrava sempre che ci conoscesse da una vita, anche se forse questo era dovuto alla sua innata socialità e capacità di andare d'accordo con chiunque.

"Credo che ormai sia ovvio, ma siete miei ospiti!" Affermò Carmen.
"Ah, giusto!" Disse Carlotta, colpendosi la fronte con la mano. "Che sbadata, devo ridarvi parte dei soldi che mi avete dato!"

Ci furono degli attimi di lotta tra di noi. Carlotta ci aveva chiesto una quota più alta del necessario (che comprendeva anche l'ipotetico costo per l'alloggio) per non farci insospettire, con l'intenzione di restituircela a carte scoperte. A quel punto però io e Claudia insistemmo per dare comunque quella quota a Carmen, visto che la casa lei e la sua famiglia la affittavano spesso e quindi per loro era una entrata mancata.

"Non ditelo neanche. Anche se la affittiamo, la usiamo spesso anche noi per passarci le vacanze. Per un paio di settimane non è un problema." Cercò di dissuaderci Carmen.
"Non se ne parla!" Insistette Claudia. "Come minimo hai una villetta sul mare con piscina privata."
Carmen rimase un attimo in silenzio. "No, dai, non è proprio sul mare, almeno dieci minuti, bisogna..."
"Visto?!" Continuò Claudia. "Non rompere le palle e accettali!"

Battibeccammo per un po', poi decidemmo saggiamente di riprendere il discorso una volta a casa di Carmen. Entrammo in un SUV grande abbastanza per ospitare tutti i nostri bagagli (con un po' di tecniche da Tetris). In poco più di mezz'ora percorremmo la strada che portava verso il sud dell'isola, costeggiando le affascinanti catene montuose di origine vulcanica che caratterizzano l'isola. Rocce e sabbia a perdita d'occhio costituivano un paesaggio a cui nessuno di noi era abituato. Certo, avevamo avuto la fortuna di viaggiare per l'Europa nonostante la nostra giovane età, ma era evidente come ci trovassimo in un ambiente completamente alieno a quello europeo o mediterraneo.

Un paio di svolte, e qualche paesino dopo, giungemmo a Castillo del Aguila, quello che potremmo definire un sobborgo prettamente residenziale affacciato alla costa sud dell'isola. Quando arrivammo a casa di Carmen fummo accolti in una piccola villetta con tanto di piscina privata annessa, come aveva correttamente predetto Claudia.

Ho già detto che Carmen è di famiglia ricca, e questo penso aiuti a consolidare l'idea. Eravamo in una villetta nel sud di Lanzarote, con tre camere da letto matrimoniali, due bagni, arredata splendidamente, e con una piscina privata e coperta da sguardi indiscreti. E aveva potuto permettersi di non affittarla per due settimane e concederla gratuitamente a un gruppo di amici.

"Ma questa casa è spaziale!" Commentò Claudia.
"Azz, Carmen...mi avevi detto che era grande, ma non pensavo così tanto!" Sostenne Carlotta.
"Dai, non è enorme. In 6 ci si sta bene, ma non larghi. Di solito la affittiamo a famiglie tedesche..." Rispose Carmen. Da brava ospite, aveva riempito il frigorifero di cibo e preparato tutte le camere come fossimo in un albergo. "Oh, non preoccupatevi per la pulizia e cose del genere, vengono a dare una rassettata tutte le mattine e puliscono una volta a settimana."

Cogliemmo al volo l'affermazione e ci accordammo almeno per pagare il servizio di pulizia della casa. Fortunatamente per i nostri sensi di colpa, accettò l'offerta. Il secondo dilemma, fu la divisione delle camere.

"Dai!" Insistette Claudia dopo alcuni scambi. "È casa tua, tieniti almeno una camera per te! Io e Sam abbiamo già dormito assieme, non c'è mica problema!"
"...ascolta Claudia, come te lo devo spiegare? Quando due persone si vogliono molto bene..." Iniziò Carmen.
"Oh. Ooooooh! Che stupida!" Reallizò Claudia improvvisamente. E per fortuna, perché io avevo una voglia matta di fare sesso con Carmen. "Certo che vi lascio in camera assieme, non ci avevo pensato che giustamente volevate anche scopare! Be', meglio così, ora ho un posto libero per ospitare Carlita ogni tanto!" Urlò verso Carlotta, che era nella sua camera.
"Ogni poco, vorrai dire!" Urlò in risposta Carlotta.
"Va bene, ma non lasciare Mic a secco!" Disse Claudia, ridendo.
"Impossibile, fidati! Anzi, almeno ci dividiamo il lavoro, che io non riesco a starle dietro." Disse Michele, uscendo dalla stanza a petto nudo.
"Mic, ma hai messo su più muscoli dall'ultima estate?" Disse languidamente Carmen, posando lo sguardo a lungo sul suo corpo.
"Uhm, può darsi? Mi sono allenato un bel po' per le gare quest'anno." Rispose Michele, senza farci troppo caso.
"Oh, Carmen, non me lo consumare!" Sentimmo nuovamente urlare Carlotta dalla sua camera.

Alcune risate e battutine dopo, e dopo aver finito di sistemare i nostri bagagli, decidemmo di fare una rapida doccia per rinfrescarci dalla fatica del viaggio. Ci dividemmo in coppie: iniziammo io e Michele e ci saremmo dati il cambio rispettivamente con Claudia e Carlotta (Carmen a differenza nostra era ancora pulita e profumata).

Essendo tra amici così intimi, non mi scomodai di entrare in bagno vestito o di portarmi il cambio. Lasciai i vestiti in camera per andare in bagno semplicemente in intimo.

"Samu, ma possibile che hai un culo più bello del mio?" Mi disse Carmen mentre uscivo.

Incassato volentieri il complimento di Carmen, per andare in bagno passai davanti alla camera di Michele e Carlotta, dove quest'ultima era stesa sul letto con il proprio smartphone in mano, in attesa di Michele. Si era liberata del vestito svolazzante che indossava poco prima e aveva addosso solo la parte di sotto dell'intimo. Alzò lo sguardo sentendomi passare.

"Aspetta, Sam! Ma...quello è un perizoma?!" Mi fermò alla soglia della porta.
"Sì...? Cos'è questo stupore? Mi pare che li usi anche tu!" Risposi con finto sarcasmo.
"Be', scusa se vederlo su un uomo è una vista insolita! Oh, sta meglio a te che a me eh, non fraintendermi...sai che hai proprio un bel culo?" Chiese retoricamente.
"Grazie tesoro, me lo state dicendo tutti! E tu sai che hai proprio delle belle tette?" Rilanciai.
"Sì, lo so!" Si strizzò le tette tra le mani e mi fece una linguaccia.

Mi avviai finalmente in doccia, e feci relativamente in fretta per lasciare il posto a Claudia il prima possibile. Legato un asciugamano in vita, uscii dal bagno, avvisai Claudia che era libero, e andai in camera. Lì Carmen era stesa prona sul letto. I pantaloncini sportivi che indossava erano così corti che lasciavano scoperta la parte iniziale delle natiche. La leggera canottiera le scopriva le spalle. Aveva un'abbronzatura dorata uniforme su tutta la pelle e fu inevitabile provare un po' di eccitazione a quella vista.

Mi slegai l'asciugamano dando le spalle a Carmen per cercare nella mia valigia qualcosa da indossare. Claudia fece un piccolo applauso alla vista del mio sedere, finché mi voltai verso di lei.

"Cazzo, Samu!" Commentò Carmen.

La vista delle tette di Carlotta prima, del culo di Carmen ora, e in generale una certa astinenza, mi avevano lasciato il pene in uno stato barzotto, nonostante non fosse completamente eretto.

"Sì?" Chiesi ironicamente.
"Non puoi starmi davanti così, col cazzo in vista!" Lamentò Carmen.
"Perché?! Non mi pare sia la prima volta!" Non era inizialmente mia intenzione provocarla, ma non mi lasciai sfuggire l'occasione. "E poi scusa, non morivi dalla voglia di succhiarlo fino all'altro giorno?"
"Certo che ho voglia, è proprio quello il problema!" Carmen sbuffò. Il discorso mi fece passare molto velocemente da "barzotto" a "quasi eretto". "Ho capito, ho capito!" Aggiunse, alla vista della mia erezione.

Carmen si alzò e chiuse la porta della camera, poi si sedette sul bordo del letto e mi fece cenno di avvicinarmi a lei.

"Vieni, fattelo succhiare, forza! E facciamo in fretta, non voglio far aspettare troppo gli altri."

Non me lo feci ripetere e appena fui nel suo raggio d'azione mi afferrò per il sedere e si tuffò sul mio cazzo, prendendolo fino in fondo e tenendolo in fondo alla gola per alcuni secondi, per poi staccarsi con un forte rumore di risucchio e lasciandomi il cazzo ricoperto della sua saliva.

"Ti sono mancata?" Mi chiese, guardandomi dal basso con un sorriso ammiccante.
"Da morire!" Risposi, sorridendole a mia volta.

Carmen amava il sesso orale, sia riceverlo che darlo. Normalmente avrei insistito per ricambiare, ma lei era ancora vestita di tutto punto e a breve saremmo usciti tutti assieme. Quindi, per una volta, mi godetti il movimento delle sue labbra su e giù lungo l'asta del mio cazzo senza pensare ad altro.

Mentre si muoveva avanti e indietro aveva l'accortezza di muovere la lingua sul glande ogni volta che le sue labbra erano vicine alla corona, per poi riaffondare fino a toccare il mio pube con il suo naso. Tutto ciò facendolo sembrare semplicissimo, come se fosse un atto completamente naturale.

Qualche minuto dopo si staccò con un forte suono bagnato, me lo prese nella sua mano destra e iniziò a muoverla, mentre con la sinistra mi afferrava i testicoli. Mi guardò con gli occhi spalancati.

"Succhiamele." Dissi semplicemente.

Li prese in bocca e iniziò a succhiarli e a rotearci attorno con la lingua, mentre con la mano continuava a masturbarmi. Sapevo che non era la sua cosa preferita e che lo faceva principalmente perché piaceva a me. Ma il punto era proprio questo: sapere che lo faceva per semplice dedizione rendeva tutto più eccitante.

Mentre lavorava sui miei testicoli con la lingua, aumentò la velocità della sua mano. I pompini erano la sua specialità, ma non è che non si difendesse bene con i lavori manuali. Anzi: iniziai presto ad ansimare, vicino all'orgasmo.

"Stai già per sborrare?" Mi disse con tono ironico, staccandosi dai miei testicoli e continuando a segarmi energicamente.
"Cazzo, se continui così ovvio..."
"Ottimo! Non fare lo stronzo e avvisami quanto stai sborrando, così ingoio tutto."

A questo punto ritengo doveroso rendervi partecipi di un particolare che la scrittura non può rendere in modo naturale e automatico. Non è un caso che Carmen utilizzasse il termine "sborra" e i suoi derivati così frequentemente. Di base, mi e sempre piaciuto che il sesso comprendesse un po' di conversazione e un po' di volgarità, ma l'accento spagnolo di Carmen le faceva pronunciare la parola "sborra" in un modo particolare che per qualche motivo trovavo molto eccitante.

Quando lo confessai a Carmen, iniziò a utilizzare il termine in maniera consapevole, più o meno spesso sulla base di quanto e come voleva eccitarmi. In quel momento voleva venissi in fretta, quindi lo utilizzò abbastanza spesso.

Proprio mentre la sua sega aumentava di ritmo e stavo per raggiungere l'orgasmo, bussarono alla nostra porta. "Scusate ragazzi, non voglio disturbare...ma non troviamo il fon da nessuna parte!" Era Carlotta, che stava chiaramente ridacchiando.
"Ma porca..." Sbottai.
Carmen si staccò dai miei testicoli per rispondere. "Arrivo!" Si alzò e mi lasciò col cazzo in tiro. "Mi spiace, più tardi continuiamo!" E mi lanciò un bacio.

Col cazzo ancora in completa erezione, fui costretto a guardare Carmen uscire dalla stanza per aiutare i nosti amici nella importantissima ricerca dell'asciugacapelli. "Non so nemmeno io dove sia, cerchiamolo." la sentii dire da dietro la porta. Conscio che quindi non sarebbe stata una ricerca veloce, decisi di rinunciare alle prestazioni orali della mia amica per il momento e mi rivestii.

Presi un paio di pantaloni in lino bianco e una semplice maglietta e uscii dalla camera. Nel frattempo la ricerca dell'asciugacapelli era andata a buon fine e mentre Claudia e Carlotta finivano di prepararsi, raggiunsi Carmen e Michele che erano seduti all'esterno. Carmen stava elogiando il fisico di Michele, e d'altronde non la si poteva biasimare: aveva indossato una T-shirt attillata che metteva in risalto i suoi muscoli prominenti.

"Ma c'è qualcuno con cui non ci provi?" Commentai scherzando, mentre prendevo posto accanto a loro.
"Quelli che non mi piacciono!" Mi replicò prontamente. "Siete tutti a rischio in questa vacanza!"
"Ti prego, non anche tu, già devo stare dietro a Carlotta..." Commentò Michele, scrollando la testa. "Non riuscirei a star dietro anche a te!"
"Che peccato! Meno male che c'è Sam allora!"
"Ah! Quindi ora io sarei il ripiego?!" Commentai con tono offeso.
"Non essere stupido, lo sai che per me non esistono ripieghi. Il problema è che mi piace troppa gente!" Mi lanciò sarcasticamente un bacio.
Scossi la testa. "Sarà una vacanza lunga." Mentii. In realtà sapevo che sarebbe passata troppo in fretta.
"Ma quindi voi scopate ancora, giusto?" Chiese Michele.
Annuimmo entrambi. "Quando nessuno dei due è impegnato, ovviamente." Aggiunse Carmen. "Che poi...se trovassi un ragazzo o una ragazza a cui non importa, io continuerei anche da impegnata eh."
"Va be', non è facile ma nemmeno impossibile." Replicò Michele. "Prendi me e Carlotta...cioè, non è che andiamo a farlo a destra e a sinistra, ma con persone fidate come Claudia..."
"Quindi è vero?!" Esclamò Carmen. "Non avevo capito se scherzavate o eravate seri..."
"Guarda...io sono uno che fa sesso spesso e volentieri, ma Carlotta è impossibile. Quindi, già per me non ci sarebbero problemi...ma così ho anche un po' di supporto per soddisfare l'assatanata." Scrollò le spalle. "Poi, che l'idea di Carlotta e Claudia che scopano me lo faccia venire duro, è un altro discorso."
"A proposito..." Intervenne Carmen. "Dove sono quelle due? La doccia l'avevano finita, no?" Si alzò e si guardò attorno.
"Io un'idea ce l'avrei..." Suggerì Michele, ridendo sotto i baffi.
"Anche io, ma non ho intenzione di farle divertire come vorebbero..."

Carmen si diresse a tutta velocità verso l'unica stanza con la porta chiusa e bussò forte. "Eh no principesse, continuate più tardi! Vestitevi che usciamo!"
"E daaaai, un minuto e veniamo!" Urlò da dentro la porta Carlotta. Non capii se il doppio senso fosse intenzionale...
"No no, io il mio pompino prima l'ho interrotto. Ora vi fermate anche voi!"
"Vai a finire il pompino allora!" Ribattè Carlotta.
"No, perché poi lasceremmo Mic da solo!"
"Fanne uno anche a lui!" Rispose di nuovo Carlotta, ridendo.
"Non rompete le palle e venite fuori!"
"Va bene, va bene, arriviamo!" Rispose Claudia, in un misto tra una risata e una lamentela.
"No, no, ora aprite la porta, non mi fido mica!"

Pochi attimi dopo la porta della stanza effettivamente si aprì. Ne uscì una Carlotta sorprendentemente vestita, che ci raggiunse con Carmen al seguito. Aveva uno dei suoi soliti abiti lunghi molto svolazzanti, probabilmente un abito da mare, bianco e con uno spacco molto alto a lato di una gamba. Anche lo scollo sul seno era molto generoso e mostrava una porzione abbondante del suo seno.

"Oh, non si può più nemmeno avere un momento di privacy qui!" Sbuffò Carlotta, sedendosi accanto a me.
"Lo stai dicendo proprio a me?" La rimproverai.
"Ops, vero, tu eri nella mia stessa posizione! Scusami!" Ridacchiò Carlotta. "Dai, siamo pari, hai ragione tu! Pace fatta?"
"Andata." Concordai. Ci stringemmo la mano in segno di pace.

Qualche minuto dopo uscì anche Claudia dalla sua stanza, indossando un paio di shorts in jeans e un semplice crop top bianco.

"Scusa Claudia, tesoro...ma sei sicura di voler uscire con quel top?" Chiese Carmen.
Claudia reagì stupita alla domanda di Carmen. "Sì...perché scusa?" Di certo Carmen non era tipa da farsi problemi per degli abiti troppo succinti, e comunque l'abbigliamento di Claudia non lo sembrava.
"Guarda che appena sollevi le braccia ti ritrovi con le tette di fuori!"
"Ma non è vero, guarda che copre abbastanza!" Detto ciò Claudio sollevò le braccia...e si ritrovò con le tette di fuori. "Ah." Esclamò semplicemente.
"Te l'avevo detto...oh, sei a Lanzarote, per carità, un paio di tette non stupiscono nessuno. Però magari se metti un reggiseno eviti di lasciarle di fuori contro la tua volontà!" Disse Carmen.
"Sì, certo, peccato che non ho mica portato reggiseni." Replicò Claudia. "E dubito che quelli di Carlotta mi starebbero."
"Magari il reggiseno di un costume?" Propose Carmen.
"No, non è un'opzione valida con i miei costumi...va be', il mio tentativo di non avere per una volta le tette di fuori è fallito miseramente, ci riprovo. Vado a cambiarmi il top."

Claudia rientrò in camera e ne uscì con un nuovo top decisamente più stabile: corto ma annodato sotto il seno, che lo metteva comunque molto in risalto - essendo piuttosto aderente - ma senza il rischio che uscisse tutto di fuori.

Carmen si assicurò che tutti ci portassimo una giacca per coprirci, dato che la sera col vento poteva fare anche molto fresco. Un avvertimento che si sarebbe rivelato presto fondamentale.

Il sole volgeva già al tramonto, ed eravamo tutti stanchi e affamati, motivo per cui rimandammo il nostro primo giro in spiaggia al giorno dopo. Carmen insistette per portarci a cena fuori (offrendo lei, ça va sans dire, nonostante le innumerevoli lamentele dei miei compagni di viaggio).

Dopo l'opera di convincimento di Carmen, riuscimmo a salire in auto alla volta di Playa Blanca, il paese adiacente a Castillo del Aguila, anch'esso con un'ampia zona residenziale ma caratterizzato anche da un lungomare ricco di locali e ristoranti. Carmen ci portò in un ristorante di pesce affacciato sul mare dai prezzi non esosi, ma di certo non economici.

"Qui in realtà è pieno di italiani e pizzerie, ma farvi mangiare pizza mi sarebbe sembrato offensivo." Disse saggiamente.

La cena fu estremamente piacevole. Pesce e crostacei erano ottimi, ma a farla da padrone fu la Malvasia Vulcanica, il vino bianco dolce tipico proprio dell'isola di Lanzarote. Per nostra fortuna, Michele è sempre stato un bevitore molto moderato e si prestò volentieri a farci da autista per il ritorno sorseggiando appena due calici in tutta la serata e permettendo a noi altri di darci dentro. E indovinate dove vanno a parare i discorsi di un gruppo di ragazzi appena diplomati che hanno bevuto un po'?

"Ma quindi? Questa storia che ora fate le robe a tre con Claudia?" Chiese incuriosita Carmen, rivolgendosi a Michele e Carlotta.
"Non facciamo robe a tre!" Commentò l'unico sobrio del gruppo.
"Non ancora, almeno! Prima o poi vi convincerò!" Aggiunse Carlotta.
"Non esiste, sei già abbastanza impegnativa dividendoci il lavoro. Non voglio fare di nuovo gli straordinari!" Ribattè Michele, facendoci ridere tutti quanti.
"E io mi sono un po' stancata di scopare con gli uomini." Aggiunse Claudia, più seria. "Onestamente? Per un po' preferirei far sesso solo con delle donne."
"E che problema c'è? C'è Carmen qui con noi, abbiamo trovato la terza!" Disse Carlotta, chiaramente più avanti di noi con l'alcol da come trascinava le parole.
"Ehi, ehi, non tiratemi in mezzo senza avvertire!" Replicò Carmen. "Io non sono pazza come te, ho un limite. E al contrario di Claudia, di solito faccio sesso sempre con Daniela, quindi per un po' ho voglia di cazzo."
"Uffaaaaaa!" Cantilenò Carlotta. "Poi dite sempre che sono pazza...non voglio scopare così tanto. Solo tre o quattro volte al giorno..." Continuò, un po' demoralizzata.
"Cazzo, Carlita!" Commentai. "Quattro volte al giorno è davvero tanto!"
"Per questo vi dicevo che me la smezzo con Claudia. Due volte io, due lei, e siamo tutti contenti. Io dopo la seconda onestamente proprio non riesco."
"Uffa, uffa, uffa!" Carlotta sbattè i piedi per terra come una bambina. "Va bene, niente cose a tre. Carmen ha voglia di cazzo, Claudia non ha voglia di cazzo...Sam, mi sei rimasto solo tu! Qualche volta che Carmen ti lascia libero fai un salto in camera mia. Dai, mi faccio perdonare per il pompino che ho interroto oggi pomeriggio...se Carmen non è gelosa." In quel momento, devo ammetterlo, mi montò quasi istantaneamente un'erezione.
"Io? Gelosa?!" Carmen si mise a ridere. "Non stiamo mica assieme! L'importante è che a fine giornata abbia abbastanza energia per pagare l'affitto alla padrona di casa..." E mi lanciò un'occhiata di avvertimento.
"Dai, dai, non te lo consumo mica! Giusto un pompino, una spagnola, cose così..." Il tono di voce di Carlotta si era alzato e iniziavamo a temere di essere compresi dagli altri commensali.
"Vaaa bene, va bene, tu amore hai bevuto troppo. Ne parliamo quando sei sobria eh?" Intervenne Michele, un po' esasperato. "Quando beve è sempre così, ci sono abituato, tranquilli."
"Non è colpa mia se ho sempre voglia, daaaai." Biascicò Carlotta. Poi diede un bacio lungo e pieno di lingua al suo ragazzo, seguito da qualcosa sussurrato nell'orecchio.
Michele scosse la testa, ma sorrise. "Va bene, va bene, promesso!"

Carlotta già di suo non aveva molti freni inibitori, e di sesso si parlava spesso anche da sobri. Ma quando alzava troppo il gomito diventava particolarmente schietta e disinibita, al punto che rischiava facilmente di essere troppo diretta o troppo esplicita in ambienti poco adatti.

Per questo motivo, decidemmo che era il momento giusto per lasciare il locale dove ci trovavamo e dirigerci verso casa di Carmen. Carlotta si aggrappò al mio braccio da un lato e a quello di Michele dall'altro per riuscire a camminare dritta. Quando giungemmo all'auto di Carmen, Carlotta mi abbracciò improvvisamente.

"Sam, guarda che io ti voglio bene anche se non vuoi scopare con me eh!" Improvvisamente Carlotta si sentì in colpa, lo percepii chiaramente dal tono di voce.
"Lo so Carlita, lo so, tranquilla." Ricambiai l'abbraccio, stringendola più forte che potevo. "Ti voglio bene anche io."
"Anche se prima ti ho interrotto il pompino di Carmen?" Lo chiese con tono serio e preoccupato. "Lo so che non fate tutti sesso mille volte al giorno come me, scusami..."
"Certo, tranquilla." La rincuorai "Però non farci l'abitudine, ok?" Aggiunsi, scherzando.

Rimanemmo abbracciati. L'alcol, oltre a rimuovere freni inibitori di Carlotta, amplificava la sua già enorme empatia. In quel momento era seriamente preoccupata e dispiaciuta per aver interrotto il pompino di Carmen durante il pomeriggio, per quanto possa sembrare strano a dirsi. Mi sentii in dovere di offrirle il mio affetto e rassicurarla lasciando che decidesse lei il momento in cui sciogliere l'abbraccio.

In silenzio, restò tra le mie braccia per un minuto abbondante prima di ritenersi soddisfatta. "Grazie" fu l'unica altra parola che aggiunse. Le rivolsi il miglior sorriso che potessi fare per una delle mie migliori amiche.

In auto le ragazze - che erano sedute nei sedili di dietro - si addormentarono immediatamente, nonostante il tragitto fosse comunque abbastanza breve. Io tenni compagnia a Michele, essendo un po' più sobrio delle ragazze e riuscendo a rimanere sveglio.

Non conoscendo la strada e avendo bevuto un po' anche Michele, guidammo piano e scambiammo qualche parola.

"Tutto bene con Carlita, vero?" Chiesi verso la fine del tragitto. Ero leggermente preoccupato dalle rocambolesche avance di Carlotta nei miei confronti.
"Ma va, figurati. Quando beve fa sempre così, ci sono abituato."
"No, intendevo..."
"Lo so cosa intendevi, tranquillo. Lo so già da una vita che le piaci. Ormai lo sapete, siamo una coppia aperta." Mi disse con calma.
"Io non so esattamente come fate...non ci riuscirei con una persona di cui sono innamorato."
"Ognuno è diverso, no?" Disse saggiamente. "L'importante è che entrambi sappiamo e approviamo con chi andiamo, che si faccia sempre sesso sicuro...e basta. Il sesso è sesso, l'amore per noi è una cosa separata." Si prese un attimo di pausa. "È come andare a bere qualcosa, ok? Certo, la mia persona preferita con uscire a bere è Carlotta, ma nonostante ciò mi diverto anche a bere con gli amici."
"Oh, ok...un paragone un po' strano, ma ho capito cosa intendi."

La discussione morì a quel punto, perché fummo costretti a svegliare Carmen per capire dove girare tra le mille vie del sobborgo residenziale.

Arrivati a casa, ci prendemmo giusto il tempo necessario per andare tutti velocemente al bagno. Avevamo viaggiato tutti, avevamo bevuto...eravamo stanchi.

Dopo una rinfrescata diedi il cambio a Carmen. Rientrato in camera mi liberai dell'asciugamano e mi buttai nudo supino sul letto, ancora piuttosto stordito dall'alcool. Rimasi in uno stato di parziale torpore per un tempo non meglio definito, finché non sentii la porta della camera chiudersi.

Carmen aveva finito di farsi la doccia e la osservai pigramente mentre si liberava dell'asciugamano. La trovai bellissima, ma in quel momento ero abbastanza steso dall'alcool e dal sonno che mi limitai all'osservazione platonica. Credo che Carmen fu dello stesso avviso, si stese semplicemente accanto a me.

"Mi ero dimenticata che tu dormi nudo." Osservò ridacchiando.
"...è un problema?" Chiesi ironicamente.
"No no, anzi!" Ridacchiò nuovamente. "Oggi provo a dormire nuda anche io!" Lo disse come se fosse una grande proposta.
"Non si torna più indietro, ti avviso..." Avevo capito perfettamente che stava cercando di provocarmi, ma in quel momento il sonno dovuto all'alcol stava avendo la meglio e provai a sviare il discorso. "Non hai mai provato prima?"
"No...non so perché, non ci ho mai pensato. Ma vedere te nudo mi ha fatto venir voglia di provare!" Dal tono di voce, sembrò desistere dal tentativo provocatorio.

Mentre entrambi stavamo lentamente scivolando verso il meritato sonno, fummo bruscamente interrotti da degli inequivocabili gemiti provenienti dalla stanza accando alla nostra, dove dormivano Michele e Carlotta.

"Davvero...?" Commentò Carmen, infastidita per il risveglio inaspettato.
"Non ci provano nemmeno a trattenersi..." Commentai, un po' in fastidito anche io.

Potevamo sentire i gemiti e i sospiri di entrambi, ma Carlotta passò presto a urlare senza ritegno alcuno.

"Shhh, ci sentono!" Sentimmo lamentarsi Michele.
"Lo so!" Rispose Carlotta, rilasciando un altro gemito di piacere.

Io e Carmen ci guardammo, e contemporaneamente sospirammo e scotemmo la testa. Chiaramente non era ancora del tutto sobria.

"Be', almeno Mic ci ha provato." Sorrisi.
"Dai, sfondami!" Sentimmo ancora urlare Carlotta dall'altra parte del muro.
"Ma...sul serio?" Intervenne a bassa voce Carmen. "Ti stai eccitando?!" Esclamò, sorpresa.
Non aveva torto. Ero ancora infastidito dal risveglio, ma forse l'essere in debito di un orgasmo fece prevalere altre parti del mio corpo. "Non l'ho fatto apposta, davvero." Ed era vero.
"Va be', ormai siamo svegli, no?" Nel dirlo raggiunse il mio pene in erezione con la sua mano sinistra, muovendola lentamente lungo l'asta. "Avevamo lasciato qualcosa in sospeso oggi pomeriggio..."

Carmen scese tra le mie gambe e mi accolse delicamente in bocca. Iniziò un lento pompino, in palese contrasto con l'amplesso energico e fomentato che stava avvenendo dall'altra parte del muro. Non c'era esattamente passione in quel momento, quanto molta calma e grande fiducia. Sapevamo che quell'atto piaceva a entrambi e non c'era alcun motivo di fare in fretta, considerando soprattutto che non saremmo potuti tornare a dormire presto a causa della performance della nostra amica non troppo sobria.

Senza troppe cerimonie, Carmen interruppe temporaneamente il lavoro con la sua bocca per mettere le sue gambe ai lati della mia testa, sbattendomi letteralmente in faccia la sua vagina. Non ci fu bisogno di parlare: ricominciò il pompino solo dopo che iniziai a leccarla tra le gambe. Ci lasciammo quindi andare in un lento e pigro sessantanove, qualcosa di rodato e rilassante che portasse facilmente entrambi all'orgasmo. Venimmo qualche minuto dopo il rumoroso orgasmo di Carlotta, senza alcuna fanfara, e crollammo di nuovo nel sonno poco dopo senza nemmeno rendercene conto.



Come avrete potuto notare, niente sole e mare. Ho ritenuto fondamentale introdurre ancora un po' Carmen, anche sessualmente. Non c'è molto, ma c'è abbastanza per dare un'idea del tipo di persona che è...è ovvio che altri dettagli salteranno fuori col tempo.

Come sapete non sono un grande fan delle scene più "esplicite", nonostante mi diverta scriverle - ovviamente! Ma qui...capirete a un certo punto che era necessario rendervi partecipi.

La parte successiva è già in scrittura e sarà certamente più nelle corde della vera essenza di questi racconti. Se non saltano fuori altri improvvisi lavorativi e personali, dovrebbe arrivare presto!

Grazie a tutti per la pazienza :)
 

Bobsteve97

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Finalmente sono riuscito a consegnarvi la prima parte del nuovo capitolo!

Mi scuso per il notevole ritardo, ma si sono susseguite una serie di incombenze una dietro l'altra. Prima ero occupato io, poi era occupato chi doveva rileggere il capitolo, poi di nuovo occupato io...

Cose della vita reale, sapete com'è.

Venendo a noi, questo sarà una parte introduttiva per il capitolo (i capitoli?) che riguardano la nostra vacanza alle Canarie. Capisco potrebbe risultare poco interessante, ma era importante fare una specie di "introduzione".

Buona lettura!



Capitolo 4
Parte 1


Carlotta: Mi raccomando, non fate tardi o vi ammazzo uno per uno, è una promessa!

Carlotta ci diede appuntamento nel primo pomeriggio in aeroporto, assicurandosi con grande calma e pace interiore che nessuno di noi facesse tardi. Riuscimmo a organizzarci con i miei genitori e quelli di Carlotta per farci accompagnare in aeroporto, e Carlotta si organizzò così bene che anche i nostri genitori sapevano dove saremmo andati, dove avremmo dormito, e quando saremmo partiti. Gli unici all'oscuro eravamo io, Claudia e Michele.

Tuttavia, io feci le mie ricerche sulle base dell'orario di partenza, e le destinazioni possibili erano due: Lanzarote e Tenerife. Almeno fui in grado di restringere il campo. Sapendo che Carmen aveva una casa in una delle isole Canarie, provai a contattarla nella speranza di poterci incontrare durante la vacanza. Ovviamente anche lei sapeva dove saremmo andati, ma ci disse che purtroppo la sua casa era già affittata per quel periodo. Un buco nell'acqua.

Una volta ritrovati tutti all'ingresso dell'aeroporto, finalmente Carlotta ci consegnò i biglietti e scoprimmo la destinazione: Lanzarote. E per di più sembrava avere organizzato tutto con grande attenzione. Si era occupata di avere un'automobile per muoverci e per il primo giorno, che non avremmo avuto l'auto, avevamo anche il transfer verso il posto dove avremmo soggiornato - che comunque era ancora un mistero.

Il morale era alle stelle, come prevedibile. Carlotta continuava a vantarsi di aver organizzato la vacanza perfetta, di aver trovato un posto bellissimo dove dormire e di essersi informata moltissimo sui posti da vedere e che il proprietario del posto dove avremmo alloggiato fosse anche disposto a farci da guida o darci indicazioni in base al bisogno.

Il viaggio procedette senza intoppi e il volo fu particolarmente comodo e piacevole (per quanto comodo e piacevole si possa definire un volo in una compagnia low-cost senza spazio per le gambe, si intende) e all'atterraggio sebbene fosse pomeriggio inoltrato c'era ancora molta luce. Ritirati i bagagli, uscimmo dall'aeroporto dove ci avrebbe dovuto aspettare il nostro transfer. Immaginavo avrebbe tenuto il classico foglietto con il cognome di Carlotta, ma in realtà riconoscerlo fu ancora più semplice del previsto: il nostro transfer era Carmen.

Le corsi incontro lasciando la valigia agli altri - con Claudia che nel frattempo urlava per la sorpresa - e ci avvolgemmo in un abbraccio lungo e intenso. Erano mesi che non ci vedevamo e io che mi ero bevuto la sua storia della casa già affittata non mi aspettavo affatto di trovarla lì ad accoglierci. Non ci fu bisogno di dirsi nulla, eravamo genuinamente felici di vederci. Fu un susseguirsi di baci e abbracci colmi di emozione con tutti gli altri, e ci volle qualche minuto prima che riuscimmo a parlare.

"Sei-una-maledetta-STRONZA!" Rimproverò Claudia a Carlotta, dandole dei colpi sulla spalla.
"AHIA AHIA!" Replicò Carlotta. "E io che pensavo vi avrebbe fatto piacere!"
"Piacere?!" Intervenne Michele. "Siamo felicissimi! Ma potevi dircelo, maledetta!"
"E poi che sorpresa sarebbe stata?!" Sostenne Carlotta.

Nel frattempo io e Carmen eravamo nuovamente abbracciati. Il mio rapporto con Carmen era secondo solo a quello con Claudia, e ciò non aveva nulla a che fare con il sesso - nonostante fosse una piacevole aggiunta. Averla potuta vedere così, all'improvviso, fu un'emozione così forte che mi fece venire gli occhi lucidi. In quel momento ero la persona più felice del mondo: ero in compagnia delle persone a cui volevo più bene in assoluto e con cui avrei passato una vacanza che non sarebbe potuta essere altro che indimenticabile.

"Ehm-ehm." Claudia si schiarì la gola per interromperci. "Lungi da me interrompere il vostro momento romantico, ma vorremmo parlare anche con Carmen, sapete!"
Ci sciogliemmo dall'abbraccio e finalmente Carmen prese la parola. "Non sapete quanto sia stato difficile non dirvi nulla! Sam mi aveva anche chiesto se per caso ero in zona e potevamo vederci, non credo di aver mai mentito con così tanta difficoltà. Sono così felice di vedervi!"

Anche gli altri avevano un bel rapporto con Carmen. Lei veniva spesso in Italia e sebbene inizialmente lo facesse per venire a trovare me, si integrò ben presto con il resto del gruppo e quando era in Italia ne era una parte fondamentale. Sembrava sempre che ci conoscesse da una vita, anche se forse questo era dovuto alla sua innata socialità e capacità di andare d'accordo con chiunque.

"Credo che ormai sia ovvio, ma siete miei ospiti!" Affermò Carmen.
"Ah, giusto!" Disse Carlotta, colpendosi la fronte con la mano. "Che sbadata, devo ridarvi parte dei soldi che mi avete dato!"

Ci furono degli attimi di lotta tra di noi. Carlotta ci aveva chiesto una quota più alta del necessario (che comprendeva anche l'ipotetico costo per l'alloggio) per non farci insospettire, con l'intenzione di restituircela a carte scoperte. A quel punto però io e Claudia insistemmo per dare comunque quella quota a Carmen, visto che la casa lei e la sua famiglia la affittavano spesso e quindi per loro era una entrata mancata.

"Non ditelo neanche. Anche se la affittiamo, la usiamo spesso anche noi per passarci le vacanze. Per un paio di settimane non è un problema." Cercò di dissuaderci Carmen.
"Non se ne parla!" Insistette Claudia. "Come minimo hai una villetta sul mare con piscina privata."
Carmen rimase un attimo in silenzio. "No, dai, non è proprio sul mare, almeno dieci minuti, bisogna..."
"Visto?!" Continuò Claudia. "Non rompere le palle e accettali!"

Battibeccammo per un po', poi decidemmo saggiamente di riprendere il discorso una volta a casa di Carmen. Entrammo in un SUV grande abbastanza per ospitare tutti i nostri bagagli (con un po' di tecniche da Tetris). In poco più di mezz'ora percorremmo la strada che portava verso il sud dell'isola, costeggiando le affascinanti catene montuose di origine vulcanica che caratterizzano l'isola. Rocce e sabbia a perdita d'occhio costituivano un paesaggio a cui nessuno di noi era abituato. Certo, avevamo avuto la fortuna di viaggiare per l'Europa nonostante la nostra giovane età, ma era evidente come ci trovassimo in un ambiente completamente alieno a quello europeo o mediterraneo.

Un paio di svolte, e qualche paesino dopo, giungemmo a Castillo del Aguila, quello che potremmo definire un sobborgo prettamente residenziale affacciato alla costa sud dell'isola. Quando arrivammo a casa di Carmen fummo accolti in una piccola villetta con tanto di piscina privata annessa, come aveva correttamente predetto Claudia.

Ho già detto che Carmen è di famiglia ricca, e questo penso aiuti a consolidare l'idea. Eravamo in una villetta nel sud di Lanzarote, con tre camere da letto matrimoniali, due bagni, arredata splendidamente, e con una piscina privata e coperta da sguardi indiscreti. E aveva potuto permettersi di non affittarla per due settimane e concederla gratuitamente a un gruppo di amici.

"Ma questa casa è spaziale!" Commentò Claudia.
"Azz, Carmen...mi avevi detto che era grande, ma non pensavo così tanto!" Sostenne Carlotta.
"Dai, non è enorme. In 6 ci si sta bene, ma non larghi. Di solito la affittiamo a famiglie tedesche..." Rispose Carmen. Da brava ospite, aveva riempito il frigorifero di cibo e preparato tutte le camere come fossimo in un albergo. "Oh, non preoccupatevi per la pulizia e cose del genere, vengono a dare una rassettata tutte le mattine e puliscono una volta a settimana."

Cogliemmo al volo l'affermazione e ci accordammo almeno per pagare il servizio di pulizia della casa. Fortunatamente per i nostri sensi di colpa, accettò l'offerta. Il secondo dilemma, fu la divisione delle camere.

"Dai!" Insistette Claudia dopo alcuni scambi. "È casa tua, tieniti almeno una camera per te! Io e Sam abbiamo già dormito assieme, non c'è mica problema!"
"...ascolta Claudia, come te lo devo spiegare? Quando due persone si vogliono molto bene..." Iniziò Carmen.
"Oh. Ooooooh! Che stupida!" Reallizò Claudia improvvisamente. E per fortuna, perché io avevo una voglia matta di fare sesso con Carmen. "Certo che vi lascio in camera assieme, non ci avevo pensato che giustamente volevate anche scopare! Be', meglio così, ora ho un posto libero per ospitare Carlita ogni tanto!" Urlò verso Carlotta, che era nella sua camera.
"Ogni poco, vorrai dire!" Urlò in risposta Carlotta.
"Va bene, ma non lasciare Mic a secco!" Disse Claudia, ridendo.
"Impossibile, fidati! Anzi, almeno ci dividiamo il lavoro, che io non riesco a starle dietro." Disse Michele, uscendo dalla stanza a petto nudo.
"Mic, ma hai messo su più muscoli dall'ultima estate?" Disse languidamente Carmen, posando lo sguardo a lungo sul suo corpo.
"Uhm, può darsi? Mi sono allenato un bel po' per le gare quest'anno." Rispose Michele, senza farci troppo caso.
"Oh, Carmen, non me lo consumare!" Sentimmo nuovamente urlare Carlotta dalla sua camera.

Alcune risate e battutine dopo, e dopo aver finito di sistemare i nostri bagagli, decidemmo di fare una rapida doccia per rinfrescarci dalla fatica del viaggio. Ci dividemmo in coppie: iniziammo io e Michele e ci saremmo dati il cambio rispettivamente con Claudia e Carlotta (Carmen a differenza nostra era ancora pulita e profumata).

Essendo tra amici così intimi, non mi scomodai di entrare in bagno vestito o di portarmi il cambio. Lasciai i vestiti in camera per andare in bagno semplicemente in intimo.

"Samu, ma possibile che hai un culo più bello del mio?" Mi disse Carmen mentre uscivo.

Incassato volentieri il complimento di Carmen, per andare in bagno passai davanti alla camera di Michele e Carlotta, dove quest'ultima era stesa sul letto con il proprio smartphone in mano, in attesa di Michele. Si era liberata del vestito svolazzante che indossava poco prima e aveva addosso solo la parte di sotto dell'intimo. Alzò lo sguardo sentendomi passare.

"Aspetta, Sam! Ma...quello è un perizoma?!" Mi fermò alla soglia della porta.
"Sì...? Cos'è questo stupore? Mi pare che li usi anche tu!" Risposi con finto sarcasmo.
"Be', scusa se vederlo su un uomo è una vista insolita! Oh, sta meglio a te che a me eh, non fraintendermi...sai che hai proprio un bel culo?" Chiese retoricamente.
"Grazie tesoro, me lo state dicendo tutti! E tu sai che hai proprio delle belle tette?" Rilanciai.
"Sì, lo so!" Si strizzò le tette tra le mani e mi fece una linguaccia.

Mi avviai finalmente in doccia, e feci relativamente in fretta per lasciare il posto a Claudia il prima possibile. Legato un asciugamano in vita, uscii dal bagno, avvisai Claudia che era libero, e andai in camera. Lì Carmen era stesa prona sul letto. I pantaloncini sportivi che indossava erano così corti che lasciavano scoperta la parte iniziale delle natiche. La leggera canottiera le scopriva le spalle. Aveva un'abbronzatura dorata uniforme su tutta la pelle e fu inevitabile provare un po' di eccitazione a quella vista.

Mi slegai l'asciugamano dando le spalle a Carmen per cercare nella mia valigia qualcosa da indossare. Claudia fece un piccolo applauso alla vista del mio sedere, finché mi voltai verso di lei.

"Cazzo, Samu!" Commentò Carmen.

La vista delle tette di Carlotta prima, del culo di Carmen ora, e in generale una certa astinenza, mi avevano lasciato il pene in uno stato barzotto, nonostante non fosse completamente eretto.

"Sì?" Chiesi ironicamente.
"Non puoi starmi davanti così, col cazzo in vista!" Lamentò Carmen.
"Perché?! Non mi pare sia la prima volta!" Non era inizialmente mia intenzione provocarla, ma non mi lasciai sfuggire l'occasione. "E poi scusa, non morivi dalla voglia di succhiarlo fino all'altro giorno?"
"Certo che ho voglia, è proprio quello il problema!" Carmen sbuffò. Il discorso mi fece passare molto velocemente da "barzotto" a "quasi eretto". "Ho capito, ho capito!" Aggiunse, alla vista della mia erezione.

Carmen si alzò e chiuse la porta della camera, poi si sedette sul bordo del letto e mi fece cenno di avvicinarmi a lei.

"Vieni, fattelo succhiare, forza! E facciamo in fretta, non voglio far aspettare troppo gli altri."

Non me lo feci ripetere e appena fui nel suo raggio d'azione mi afferrò per il sedere e si tuffò sul mio cazzo, prendendolo fino in fondo e tenendolo in fondo alla gola per alcuni secondi, per poi staccarsi con un forte rumore di risucchio e lasciandomi il cazzo ricoperto della sua saliva.

"Ti sono mancata?" Mi chiese, guardandomi dal basso con un sorriso ammiccante.
"Da morire!" Risposi, sorridendole a mia volta.

Carmen amava il sesso orale, sia riceverlo che darlo. Normalmente avrei insistito per ricambiare, ma lei era ancora vestita di tutto punto e a breve saremmo usciti tutti assieme. Quindi, per una volta, mi godetti il movimento delle sue labbra su e giù lungo l'asta del mio cazzo senza pensare ad altro.

Mentre si muoveva avanti e indietro aveva l'accortezza di muovere la lingua sul glande ogni volta che le sue labbra erano vicine alla corona, per poi riaffondare fino a toccare il mio pube con il suo naso. Tutto ciò facendolo sembrare semplicissimo, come se fosse un atto completamente naturale.

Qualche minuto dopo si staccò con un forte suono bagnato, me lo prese nella sua mano destra e iniziò a muoverla, mentre con la sinistra mi afferrava i testicoli. Mi guardò con gli occhi spalancati.

"Succhiamele." Dissi semplicemente.

Li prese in bocca e iniziò a succhiarli e a rotearci attorno con la lingua, mentre con la mano continuava a masturbarmi. Sapevo che non era la sua cosa preferita e che lo faceva principalmente perché piaceva a me. Ma il punto era proprio questo: sapere che lo faceva per semplice dedizione rendeva tutto più eccitante.

Mentre lavorava sui miei testicoli con la lingua, aumentò la velocità della sua mano. I pompini erano la sua specialità, ma non è che non si difendesse bene con i lavori manuali. Anzi: iniziai presto ad ansimare, vicino all'orgasmo.

"Stai già per sborrare?" Mi disse con tono ironico, staccandosi dai miei testicoli e continuando a segarmi energicamente.
"Cazzo, se continui così ovvio..."
"Ottimo! Non fare lo stronzo e avvisami quanto stai sborrando, così ingoio tutto."

A questo punto ritengo doveroso rendervi partecipi di un particolare che la scrittura non può rendere in modo naturale e automatico. Non è un caso che Carmen utilizzasse il termine "sborra" e i suoi derivati così frequentemente. Di base, mi e sempre piaciuto che il sesso comprendesse un po' di conversazione e un po' di volgarità, ma l'accento spagnolo di Carmen le faceva pronunciare la parola "sborra" in un modo particolare che per qualche motivo trovavo molto eccitante.

Quando lo confessai a Carmen, iniziò a utilizzare il termine in maniera consapevole, più o meno spesso sulla base di quanto e come voleva eccitarmi. In quel momento voleva venissi in fretta, quindi lo utilizzò abbastanza spesso.

Proprio mentre la sua sega aumentava di ritmo e stavo per raggiungere l'orgasmo, bussarono alla nostra porta. "Scusate ragazzi, non voglio disturbare...ma non troviamo il fon da nessuna parte!" Era Carlotta, che stava chiaramente ridacchiando.
"Ma porca..." Sbottai.
Carmen si staccò dai miei testicoli per rispondere. "Arrivo!" Si alzò e mi lasciò col cazzo in tiro. "Mi spiace, più tardi continuiamo!" E mi lanciò un bacio.

Col cazzo ancora in completa erezione, fui costretto a guardare Carmen uscire dalla stanza per aiutare i nosti amici nella importantissima ricerca dell'asciugacapelli. "Non so nemmeno io dove sia, cerchiamolo." la sentii dire da dietro la porta. Conscio che quindi non sarebbe stata una ricerca veloce, decisi di rinunciare alle prestazioni orali della mia amica per il momento e mi rivestii.

Presi un paio di pantaloni in lino bianco e una semplice maglietta e uscii dalla camera. Nel frattempo la ricerca dell'asciugacapelli era andata a buon fine e mentre Claudia e Carlotta finivano di prepararsi, raggiunsi Carmen e Michele che erano seduti all'esterno. Carmen stava elogiando il fisico di Michele, e d'altronde non la si poteva biasimare: aveva indossato una T-shirt attillata che metteva in risalto i suoi muscoli prominenti.

"Ma c'è qualcuno con cui non ci provi?" Commentai scherzando, mentre prendevo posto accanto a loro.
"Quelli che non mi piacciono!" Mi replicò prontamente. "Siete tutti a rischio in questa vacanza!"
"Ti prego, non anche tu, già devo stare dietro a Carlotta..." Commentò Michele, scrollando la testa. "Non riuscirei a star dietro anche a te!"
"Che peccato! Meno male che c'è Sam allora!"
"Ah! Quindi ora io sarei il ripiego?!" Commentai con tono offeso.
"Non essere stupido, lo sai che per me non esistono ripieghi. Il problema è che mi piace troppa gente!" Mi lanciò sarcasticamente un bacio.
Scossi la testa. "Sarà una vacanza lunga." Mentii. In realtà sapevo che sarebbe passata troppo in fretta.
"Ma quindi voi scopate ancora, giusto?" Chiese Michele.
Annuimmo entrambi. "Quando nessuno dei due è impegnato, ovviamente." Aggiunse Carmen. "Che poi...se trovassi un ragazzo o una ragazza a cui non importa, io continuerei anche da impegnata eh."
"Va be', non è facile ma nemmeno impossibile." Replicò Michele. "Prendi me e Carlotta...cioè, non è che andiamo a farlo a destra e a sinistra, ma con persone fidate come Claudia..."
"Quindi è vero?!" Esclamò Carmen. "Non avevo capito se scherzavate o eravate seri..."
"Guarda...io sono uno che fa sesso spesso e volentieri, ma Carlotta è impossibile. Quindi, già per me non ci sarebbero problemi...ma così ho anche un po' di supporto per soddisfare l'assatanata." Scrollò le spalle. "Poi, che l'idea di Carlotta e Claudia che scopano me lo faccia venire duro, è un altro discorso."
"A proposito..." Intervenne Carmen. "Dove sono quelle due? La doccia l'avevano finita, no?" Si alzò e si guardò attorno.
"Io un'idea ce l'avrei..." Suggerì Michele, ridendo sotto i baffi.
"Anche io, ma non ho intenzione di farle divertire come vorebbero..."

Carmen si diresse a tutta velocità verso l'unica stanza con la porta chiusa e bussò forte. "Eh no principesse, continuate più tardi! Vestitevi che usciamo!"
"E daaaai, un minuto e veniamo!" Urlò da dentro la porta Carlotta. Non capii se il doppio senso fosse intenzionale...
"No no, io il mio pompino prima l'ho interrotto. Ora vi fermate anche voi!"
"Vai a finire il pompino allora!" Ribattè Carlotta.
"No, perché poi lasceremmo Mic da solo!"
"Fanne uno anche a lui!" Rispose di nuovo Carlotta, ridendo.
"Non rompete le palle e venite fuori!"
"Va bene, va bene, arriviamo!" Rispose Claudia, in un misto tra una risata e una lamentela.
"No, no, ora aprite la porta, non mi fido mica!"

Pochi attimi dopo la porta della stanza effettivamente si aprì. Ne uscì una Carlotta sorprendentemente vestita, che ci raggiunse con Carmen al seguito. Aveva uno dei suoi soliti abiti lunghi molto svolazzanti, probabilmente un abito da mare, bianco e con uno spacco molto alto a lato di una gamba. Anche lo scollo sul seno era molto generoso e mostrava una porzione abbondante del suo seno.

"Oh, non si può più nemmeno avere un momento di privacy qui!" Sbuffò Carlotta, sedendosi accanto a me.
"Lo stai dicendo proprio a me?" La rimproverai.
"Ops, vero, tu eri nella mia stessa posizione! Scusami!" Ridacchiò Carlotta. "Dai, siamo pari, hai ragione tu! Pace fatta?"
"Andata." Concordai. Ci stringemmo la mano in segno di pace.

Qualche minuto dopo uscì anche Claudia dalla sua stanza, indossando un paio di shorts in jeans e un semplice crop top bianco.

"Scusa Claudia, tesoro...ma sei sicura di voler uscire con quel top?" Chiese Carmen.
Claudia reagì stupita alla domanda di Carmen. "Sì...perché scusa?" Di certo Carmen non era tipa da farsi problemi per degli abiti troppo succinti, e comunque l'abbigliamento di Claudia non lo sembrava.
"Guarda che appena sollevi le braccia ti ritrovi con le tette di fuori!"
"Ma non è vero, guarda che copre abbastanza!" Detto ciò Claudio sollevò le braccia...e si ritrovò con le tette di fuori. "Ah." Esclamò semplicemente.
"Te l'avevo detto...oh, sei a Lanzarote, per carità, un paio di tette non stupiscono nessuno. Però magari se metti un reggiseno eviti di lasciarle di fuori contro la tua volontà!" Disse Carmen.
"Sì, certo, peccato che non ho mica portato reggiseni." Replicò Claudia. "E dubito che quelli di Carlotta mi starebbero."
"Magari il reggiseno di un costume?" Propose Carmen.
"No, non è un'opzione valida con i miei costumi...va be', il mio tentativo di non avere per una volta le tette di fuori è fallito miseramente, ci riprovo. Vado a cambiarmi il top."

Claudia rientrò in camera e ne uscì con un nuovo top decisamente più stabile: corto ma annodato sotto il seno, che lo metteva comunque molto in risalto - essendo piuttosto aderente - ma senza il rischio che uscisse tutto di fuori.

Carmen si assicurò che tutti ci portassimo una giacca per coprirci, dato che la sera col vento poteva fare anche molto fresco. Un avvertimento che si sarebbe rivelato presto fondamentale.

Il sole volgeva già al tramonto, ed eravamo tutti stanchi e affamati, motivo per cui rimandammo il nostro primo giro in spiaggia al giorno dopo. Carmen insistette per portarci a cena fuori (offrendo lei, ça va sans dire, nonostante le innumerevoli lamentele dei miei compagni di viaggio).

Dopo l'opera di convincimento di Carmen, riuscimmo a salire in auto alla volta di Playa Blanca, il paese adiacente a Castillo del Aguila, anch'esso con un'ampia zona residenziale ma caratterizzato anche da un lungomare ricco di locali e ristoranti. Carmen ci portò in un ristorante di pesce affacciato sul mare dai prezzi non esosi, ma di certo non economici.

"Qui in realtà è pieno di italiani e pizzerie, ma farvi mangiare pizza mi sarebbe sembrato offensivo." Disse saggiamente.

La cena fu estremamente piacevole. Pesce e crostacei erano ottimi, ma a farla da padrone fu la Malvasia Vulcanica, il vino bianco dolce tipico proprio dell'isola di Lanzarote. Per nostra fortuna, Michele è sempre stato un bevitore molto moderato e si prestò volentieri a farci da autista per il ritorno sorseggiando appena due calici in tutta la serata e permettendo a noi altri di darci dentro. E indovinate dove vanno a parare i discorsi di un gruppo di ragazzi appena diplomati che hanno bevuto un po'?

"Ma quindi? Questa storia che ora fate le robe a tre con Claudia?" Chiese incuriosita Carmen, rivolgendosi a Michele e Carlotta.
"Non facciamo robe a tre!" Commentò l'unico sobrio del gruppo.
"Non ancora, almeno! Prima o poi vi convincerò!" Aggiunse Carlotta.
"Non esiste, sei già abbastanza impegnativa dividendoci il lavoro. Non voglio fare di nuovo gli straordinari!" Ribattè Michele, facendoci ridere tutti quanti.
"E io mi sono un po' stancata di scopare con gli uomini." Aggiunse Claudia, più seria. "Onestamente? Per un po' preferirei far sesso solo con delle donne."
"E che problema c'è? C'è Carmen qui con noi, abbiamo trovato la terza!" Disse Carlotta, chiaramente più avanti di noi con l'alcol da come trascinava le parole.
"Ehi, ehi, non tiratemi in mezzo senza avvertire!" Replicò Carmen. "Io non sono pazza come te, ho un limite. E al contrario di Claudia, di solito faccio sesso sempre con Daniela, quindi per un po' ho voglia di cazzo."
"Uffaaaaaa!" Cantilenò Carlotta. "Poi dite sempre che sono pazza...non voglio scopare così tanto. Solo tre o quattro volte al giorno..." Continuò, un po' demoralizzata.
"Cazzo, Carlita!" Commentai. "Quattro volte al giorno è davvero tanto!"
"Per questo vi dicevo che me la smezzo con Claudia. Due volte io, due lei, e siamo tutti contenti. Io dopo la seconda onestamente proprio non riesco."
"Uffa, uffa, uffa!" Carlotta sbattè i piedi per terra come una bambina. "Va bene, niente cose a tre. Carmen ha voglia di cazzo, Claudia non ha voglia di cazzo...Sam, mi sei rimasto solo tu! Qualche volta che Carmen ti lascia libero fai un salto in camera mia. Dai, mi faccio perdonare per il pompino che ho interroto oggi pomeriggio...se Carmen non è gelosa." In quel momento, devo ammetterlo, mi montò quasi istantaneamente un'erezione.
"Io? Gelosa?!" Carmen si mise a ridere. "Non stiamo mica assieme! L'importante è che a fine giornata abbia abbastanza energia per pagare l'affitto alla padrona di casa..." E mi lanciò un'occhiata di avvertimento.
"Dai, dai, non te lo consumo mica! Giusto un pompino, una spagnola, cose così..." Il tono di voce di Carlotta si era alzato e iniziavamo a temere di essere compresi dagli altri commensali.
"Vaaa bene, va bene, tu amore hai bevuto troppo. Ne parliamo quando sei sobria eh?" Intervenne Michele, un po' esasperato. "Quando beve è sempre così, ci sono abituato, tranquilli."
"Non è colpa mia se ho sempre voglia, daaaai." Biascicò Carlotta. Poi diede un bacio lungo e pieno di lingua al suo ragazzo, seguito da qualcosa sussurrato nell'orecchio.
Michele scosse la testa, ma sorrise. "Va bene, va bene, promesso!"

Carlotta già di suo non aveva molti freni inibitori, e di sesso si parlava spesso anche da sobri. Ma quando alzava troppo il gomito diventava particolarmente schietta e disinibita, al punto che rischiava facilmente di essere troppo diretta o troppo esplicita in ambienti poco adatti.

Per questo motivo, decidemmo che era il momento giusto per lasciare il locale dove ci trovavamo e dirigerci verso casa di Carmen. Carlotta si aggrappò al mio braccio da un lato e a quello di Michele dall'altro per riuscire a camminare dritta. Quando giungemmo all'auto di Carmen, Carlotta mi abbracciò improvvisamente.

"Sam, guarda che io ti voglio bene anche se non vuoi scopare con me eh!" Improvvisamente Carlotta si sentì in colpa, lo percepii chiaramente dal tono di voce.
"Lo so Carlita, lo so, tranquilla." Ricambiai l'abbraccio, stringendola più forte che potevo. "Ti voglio bene anche io."
"Anche se prima ti ho interrotto il pompino di Carmen?" Lo chiese con tono serio e preoccupato. "Lo so che non fate tutti sesso mille volte al giorno come me, scusami..."
"Certo, tranquilla." La rincuorai "Però non farci l'abitudine, ok?" Aggiunsi, scherzando.

Rimanemmo abbracciati. L'alcol, oltre a rimuovere freni inibitori di Carlotta, amplificava la sua già enorme empatia. In quel momento era seriamente preoccupata e dispiaciuta per aver interrotto il pompino di Carmen durante il pomeriggio, per quanto possa sembrare strano a dirsi. Mi sentii in dovere di offrirle il mio affetto e rassicurarla lasciando che decidesse lei il momento in cui sciogliere l'abbraccio.

In silenzio, restò tra le mie braccia per un minuto abbondante prima di ritenersi soddisfatta. "Grazie" fu l'unica altra parola che aggiunse. Le rivolsi il miglior sorriso che potessi fare per una delle mie migliori amiche.

In auto le ragazze - che erano sedute nei sedili di dietro - si addormentarono immediatamente, nonostante il tragitto fosse comunque abbastanza breve. Io tenni compagnia a Michele, essendo un po' più sobrio delle ragazze e riuscendo a rimanere sveglio.

Non conoscendo la strada e avendo bevuto un po' anche Michele, guidammo piano e scambiammo qualche parola.

"Tutto bene con Carlita, vero?" Chiesi verso la fine del tragitto. Ero leggermente preoccupato dalle rocambolesche avance di Carlotta nei miei confronti.
"Ma va, figurati. Quando beve fa sempre così, ci sono abituato."
"No, intendevo..."
"Lo so cosa intendevi, tranquillo. Lo so già da una vita che le piaci. Ormai lo sapete, siamo una coppia aperta." Mi disse con calma.
"Io non so esattamente come fate...non ci riuscirei con una persona di cui sono innamorato."
"Ognuno è diverso, no?" Disse saggiamente. "L'importante è che entrambi sappiamo e approviamo con chi andiamo, che si faccia sempre sesso sicuro...e basta. Il sesso è sesso, l'amore per noi è una cosa separata." Si prese un attimo di pausa. "È come andare a bere qualcosa, ok? Certo, la mia persona preferita con uscire a bere è Carlotta, ma nonostante ciò mi diverto anche a bere con gli amici."
"Oh, ok...un paragone un po' strano, ma ho capito cosa intendi."

La discussione morì a quel punto, perché fummo costretti a svegliare Carmen per capire dove girare tra le mille vie del sobborgo residenziale.

Arrivati a casa, ci prendemmo giusto il tempo necessario per andare tutti velocemente al bagno. Avevamo viaggiato tutti, avevamo bevuto...eravamo stanchi.

Dopo una rinfrescata diedi il cambio a Carmen. Rientrato in camera mi liberai dell'asciugamano e mi buttai nudo supino sul letto, ancora piuttosto stordito dall'alcool. Rimasi in uno stato di parziale torpore per un tempo non meglio definito, finché non sentii la porta della camera chiudersi.

Carmen aveva finito di farsi la doccia e la osservai pigramente mentre si liberava dell'asciugamano. La trovai bellissima, ma in quel momento ero abbastanza steso dall'alcool e dal sonno che mi limitai all'osservazione platonica. Credo che Carmen fu dello stesso avviso, si stese semplicemente accanto a me.

"Mi ero dimenticata che tu dormi nudo." Osservò ridacchiando.
"...è un problema?" Chiesi ironicamente.
"No no, anzi!" Ridacchiò nuovamente. "Oggi provo a dormire nuda anche io!" Lo disse come se fosse una grande proposta.
"Non si torna più indietro, ti avviso..." Avevo capito perfettamente che stava cercando di provocarmi, ma in quel momento il sonno dovuto all'alcol stava avendo la meglio e provai a sviare il discorso. "Non hai mai provato prima?"
"No...non so perché, non ci ho mai pensato. Ma vedere te nudo mi ha fatto venir voglia di provare!" Dal tono di voce, sembrò desistere dal tentativo provocatorio.

Mentre entrambi stavamo lentamente scivolando verso il meritato sonno, fummo bruscamente interrotti da degli inequivocabili gemiti provenienti dalla stanza accando alla nostra, dove dormivano Michele e Carlotta.

"Davvero...?" Commentò Carmen, infastidita per il risveglio inaspettato.
"Non ci provano nemmeno a trattenersi..." Commentai, un po' in fastidito anche io.

Potevamo sentire i gemiti e i sospiri di entrambi, ma Carlotta passò presto a urlare senza ritegno alcuno.

"Shhh, ci sentono!" Sentimmo lamentarsi Michele.
"Lo so!" Rispose Carlotta, rilasciando un altro gemito di piacere.

Io e Carmen ci guardammo, e contemporaneamente sospirammo e scotemmo la testa. Chiaramente non era ancora del tutto sobria.

"Be', almeno Mic ci ha provato." Sorrisi.
"Dai, sfondami!" Sentimmo ancora urlare Carlotta dall'altra parte del muro.
"Ma...sul serio?" Intervenne a bassa voce Carmen. "Ti stai eccitando?!" Esclamò, sorpresa.
Non aveva torto. Ero ancora infastidito dal risveglio, ma forse l'essere in debito di un orgasmo fece prevalere altre parti del mio corpo. "Non l'ho fatto apposta, davvero." Ed era vero.
"Va be', ormai siamo svegli, no?" Nel dirlo raggiunse il mio pene in erezione con la sua mano sinistra, muovendola lentamente lungo l'asta. "Avevamo lasciato qualcosa in sospeso oggi pomeriggio..."

Carmen scese tra le mie gambe e mi accolse delicamente in bocca. Iniziò un lento pompino, in palese contrasto con l'amplesso energico e fomentato che stava avvenendo dall'altra parte del muro. Non c'era esattamente passione in quel momento, quanto molta calma e grande fiducia. Sapevamo che quell'atto piaceva a entrambi e non c'era alcun motivo di fare in fretta, considerando soprattutto che non saremmo potuti tornare a dormire presto a causa della performance della nostra amica non troppo sobria.

Senza troppe cerimonie, Carmen interruppe temporaneamente il lavoro con la sua bocca per mettere le sue gambe ai lati della mia testa, sbattendomi letteralmente in faccia la sua vagina. Non ci fu bisogno di parlare: ricominciò il pompino solo dopo che iniziai a leccarla tra le gambe. Ci lasciammo quindi andare in un lento e pigro sessantanove, qualcosa di rodato e rilassante che portasse facilmente entrambi all'orgasmo. Venimmo qualche minuto dopo il rumoroso orgasmo di Carlotta, senza alcuna fanfara, e crollammo di nuovo nel sonno poco dopo senza nemmeno rendercene conto.



Come avrete potuto notare, niente sole e mare. Ho ritenuto fondamentale introdurre ancora un po' Carmen, anche sessualmente. Non c'è molto, ma c'è abbastanza per dare un'idea del tipo di persona che è...è ovvio che altri dettagli salteranno fuori col tempo.

Come sapete non sono un grande fan delle scene più "esplicite", nonostante mi diverta scriverle - ovviamente! Ma qui...capirete a un certo punto che era necessario rendervi partecipi.

La parte successiva è già in scrittura e sarà certamente più nelle corde della vera essenza di questi racconti. Se non saltano fuori altri improvvisi lavorativi e personali, dovrebbe arrivare presto!

Grazie a tutti per la pazienza :)
Aspettare un tuo racconto vale sempre la pena. Meraviglioso, il modo in cui scrivi e stupendo e riesci a rendermi partecipe del racconto con una semplicità unica. TOP
 

w la fica

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Finalmente sono riuscito a consegnarvi la prima parte del nuovo capitolo!

Mi scuso per il notevole ritardo, ma si sono susseguite una serie di incombenze una dietro l'altra. Prima ero occupato io, poi era occupato chi doveva rileggere il capitolo, poi di nuovo occupato io...

Cose della vita reale, sapete com'è.

Venendo a noi, questo sarà una parte introduttiva per il capitolo (i capitoli?) che riguardano la nostra vacanza alle Canarie. Capisco potrebbe risultare poco interessante, ma era importante fare una specie di "introduzione".

Buona lettura!



Capitolo 4
Parte 1


Carlotta: Mi raccomando, non fate tardi o vi ammazzo uno per uno, è una promessa!

Carlotta ci diede appuntamento nel primo pomeriggio in aeroporto, assicurandosi con grande calma e pace interiore che nessuno di noi facesse tardi. Riuscimmo a organizzarci con i miei genitori e quelli di Carlotta per farci accompagnare in aeroporto, e Carlotta si organizzò così bene che anche i nostri genitori sapevano dove saremmo andati, dove avremmo dormito, e quando saremmo partiti. Gli unici all'oscuro eravamo io, Claudia e Michele.

Tuttavia, io feci le mie ricerche sulle base dell'orario di partenza, e le destinazioni possibili erano due: Lanzarote e Tenerife. Almeno fui in grado di restringere il campo. Sapendo che Carmen aveva una casa in una delle isole Canarie, provai a contattarla nella speranza di poterci incontrare durante la vacanza. Ovviamente anche lei sapeva dove saremmo andati, ma ci disse che purtroppo la sua casa era già affittata per quel periodo. Un buco nell'acqua.

Una volta ritrovati tutti all'ingresso dell'aeroporto, finalmente Carlotta ci consegnò i biglietti e scoprimmo la destinazione: Lanzarote. E per di più sembrava avere organizzato tutto con grande attenzione. Si era occupata di avere un'automobile per muoverci e per il primo giorno, che non avremmo avuto l'auto, avevamo anche il transfer verso il posto dove avremmo soggiornato - che comunque era ancora un mistero.

Il morale era alle stelle, come prevedibile. Carlotta continuava a vantarsi di aver organizzato la vacanza perfetta, di aver trovato un posto bellissimo dove dormire e di essersi informata moltissimo sui posti da vedere e che il proprietario del posto dove avremmo alloggiato fosse anche disposto a farci da guida o darci indicazioni in base al bisogno.

Il viaggio procedette senza intoppi e il volo fu particolarmente comodo e piacevole (per quanto comodo e piacevole si possa definire un volo in una compagnia low-cost senza spazio per le gambe, si intende) e all'atterraggio sebbene fosse pomeriggio inoltrato c'era ancora molta luce. Ritirati i bagagli, uscimmo dall'aeroporto dove ci avrebbe dovuto aspettare il nostro transfer. Immaginavo avrebbe tenuto il classico foglietto con il cognome di Carlotta, ma in realtà riconoscerlo fu ancora più semplice del previsto: il nostro transfer era Carmen.

Le corsi incontro lasciando la valigia agli altri - con Claudia che nel frattempo urlava per la sorpresa - e ci avvolgemmo in un abbraccio lungo e intenso. Erano mesi che non ci vedevamo e io che mi ero bevuto la sua storia della casa già affittata non mi aspettavo affatto di trovarla lì ad accoglierci. Non ci fu bisogno di dirsi nulla, eravamo genuinamente felici di vederci. Fu un susseguirsi di baci e abbracci colmi di emozione con tutti gli altri, e ci volle qualche minuto prima che riuscimmo a parlare.

"Sei-una-maledetta-STRONZA!" Rimproverò Claudia a Carlotta, dandole dei colpi sulla spalla.
"AHIA AHIA!" Replicò Carlotta. "E io che pensavo vi avrebbe fatto piacere!"
"Piacere?!" Intervenne Michele. "Siamo felicissimi! Ma potevi dircelo, maledetta!"
"E poi che sorpresa sarebbe stata?!" Sostenne Carlotta.

Nel frattempo io e Carmen eravamo nuovamente abbracciati. Il mio rapporto con Carmen era secondo solo a quello con Claudia, e ciò non aveva nulla a che fare con il sesso - nonostante fosse una piacevole aggiunta. Averla potuta vedere così, all'improvviso, fu un'emozione così forte che mi fece venire gli occhi lucidi. In quel momento ero la persona più felice del mondo: ero in compagnia delle persone a cui volevo più bene in assoluto e con cui avrei passato una vacanza che non sarebbe potuta essere altro che indimenticabile.

"Ehm-ehm." Claudia si schiarì la gola per interromperci. "Lungi da me interrompere il vostro momento romantico, ma vorremmo parlare anche con Carmen, sapete!"
Ci sciogliemmo dall'abbraccio e finalmente Carmen prese la parola. "Non sapete quanto sia stato difficile non dirvi nulla! Sam mi aveva anche chiesto se per caso ero in zona e potevamo vederci, non credo di aver mai mentito con così tanta difficoltà. Sono così felice di vedervi!"

Anche gli altri avevano un bel rapporto con Carmen. Lei veniva spesso in Italia e sebbene inizialmente lo facesse per venire a trovare me, si integrò ben presto con il resto del gruppo e quando era in Italia ne era una parte fondamentale. Sembrava sempre che ci conoscesse da una vita, anche se forse questo era dovuto alla sua innata socialità e capacità di andare d'accordo con chiunque.

"Credo che ormai sia ovvio, ma siete miei ospiti!" Affermò Carmen.
"Ah, giusto!" Disse Carlotta, colpendosi la fronte con la mano. "Che sbadata, devo ridarvi parte dei soldi che mi avete dato!"

Ci furono degli attimi di lotta tra di noi. Carlotta ci aveva chiesto una quota più alta del necessario (che comprendeva anche l'ipotetico costo per l'alloggio) per non farci insospettire, con l'intenzione di restituircela a carte scoperte. A quel punto però io e Claudia insistemmo per dare comunque quella quota a Carmen, visto che la casa lei e la sua famiglia la affittavano spesso e quindi per loro era una entrata mancata.

"Non ditelo neanche. Anche se la affittiamo, la usiamo spesso anche noi per passarci le vacanze. Per un paio di settimane non è un problema." Cercò di dissuaderci Carmen.
"Non se ne parla!" Insistette Claudia. "Come minimo hai una villetta sul mare con piscina privata."
Carmen rimase un attimo in silenzio. "No, dai, non è proprio sul mare, almeno dieci minuti, bisogna..."
"Visto?!" Continuò Claudia. "Non rompere le palle e accettali!"

Battibeccammo per un po', poi decidemmo saggiamente di riprendere il discorso una volta a casa di Carmen. Entrammo in un SUV grande abbastanza per ospitare tutti i nostri bagagli (con un po' di tecniche da Tetris). In poco più di mezz'ora percorremmo la strada che portava verso il sud dell'isola, costeggiando le affascinanti catene montuose di origine vulcanica che caratterizzano l'isola. Rocce e sabbia a perdita d'occhio costituivano un paesaggio a cui nessuno di noi era abituato. Certo, avevamo avuto la fortuna di viaggiare per l'Europa nonostante la nostra giovane età, ma era evidente come ci trovassimo in un ambiente completamente alieno a quello europeo o mediterraneo.

Un paio di svolte, e qualche paesino dopo, giungemmo a Castillo del Aguila, quello che potremmo definire un sobborgo prettamente residenziale affacciato alla costa sud dell'isola. Quando arrivammo a casa di Carmen fummo accolti in una piccola villetta con tanto di piscina privata annessa, come aveva correttamente predetto Claudia.

Ho già detto che Carmen è di famiglia ricca, e questo penso aiuti a consolidare l'idea. Eravamo in una villetta nel sud di Lanzarote, con tre camere da letto matrimoniali, due bagni, arredata splendidamente, e con una piscina privata e coperta da sguardi indiscreti. E aveva potuto permettersi di non affittarla per due settimane e concederla gratuitamente a un gruppo di amici.

"Ma questa casa è spaziale!" Commentò Claudia.
"Azz, Carmen...mi avevi detto che era grande, ma non pensavo così tanto!" Sostenne Carlotta.
"Dai, non è enorme. In 6 ci si sta bene, ma non larghi. Di solito la affittiamo a famiglie tedesche..." Rispose Carmen. Da brava ospite, aveva riempito il frigorifero di cibo e preparato tutte le camere come fossimo in un albergo. "Oh, non preoccupatevi per la pulizia e cose del genere, vengono a dare una rassettata tutte le mattine e puliscono una volta a settimana."

Cogliemmo al volo l'affermazione e ci accordammo almeno per pagare il servizio di pulizia della casa. Fortunatamente per i nostri sensi di colpa, accettò l'offerta. Il secondo dilemma, fu la divisione delle camere.

"Dai!" Insistette Claudia dopo alcuni scambi. "È casa tua, tieniti almeno una camera per te! Io e Sam abbiamo già dormito assieme, non c'è mica problema!"
"...ascolta Claudia, come te lo devo spiegare? Quando due persone si vogliono molto bene..." Iniziò Carmen.
"Oh. Ooooooh! Che stupida!" Reallizò Claudia improvvisamente. E per fortuna, perché io avevo una voglia matta di fare sesso con Carmen. "Certo che vi lascio in camera assieme, non ci avevo pensato che giustamente volevate anche scopare! Be', meglio così, ora ho un posto libero per ospitare Carlita ogni tanto!" Urlò verso Carlotta, che era nella sua camera.
"Ogni poco, vorrai dire!" Urlò in risposta Carlotta.
"Va bene, ma non lasciare Mic a secco!" Disse Claudia, ridendo.
"Impossibile, fidati! Anzi, almeno ci dividiamo il lavoro, che io non riesco a starle dietro." Disse Michele, uscendo dalla stanza a petto nudo.
"Mic, ma hai messo su più muscoli dall'ultima estate?" Disse languidamente Carmen, posando lo sguardo a lungo sul suo corpo.
"Uhm, può darsi? Mi sono allenato un bel po' per le gare quest'anno." Rispose Michele, senza farci troppo caso.
"Oh, Carmen, non me lo consumare!" Sentimmo nuovamente urlare Carlotta dalla sua camera.

Alcune risate e battutine dopo, e dopo aver finito di sistemare i nostri bagagli, decidemmo di fare una rapida doccia per rinfrescarci dalla fatica del viaggio. Ci dividemmo in coppie: iniziammo io e Michele e ci saremmo dati il cambio rispettivamente con Claudia e Carlotta (Carmen a differenza nostra era ancora pulita e profumata).

Essendo tra amici così intimi, non mi scomodai di entrare in bagno vestito o di portarmi il cambio. Lasciai i vestiti in camera per andare in bagno semplicemente in intimo.

"Samu, ma possibile che hai un culo più bello del mio?" Mi disse Carmen mentre uscivo.

Incassato volentieri il complimento di Carmen, per andare in bagno passai davanti alla camera di Michele e Carlotta, dove quest'ultima era stesa sul letto con il proprio smartphone in mano, in attesa di Michele. Si era liberata del vestito svolazzante che indossava poco prima e aveva addosso solo la parte di sotto dell'intimo. Alzò lo sguardo sentendomi passare.

"Aspetta, Sam! Ma...quello è un perizoma?!" Mi fermò alla soglia della porta.
"Sì...? Cos'è questo stupore? Mi pare che li usi anche tu!" Risposi con finto sarcasmo.
"Be', scusa se vederlo su un uomo è una vista insolita! Oh, sta meglio a te che a me eh, non fraintendermi...sai che hai proprio un bel culo?" Chiese retoricamente.
"Grazie tesoro, me lo state dicendo tutti! E tu sai che hai proprio delle belle tette?" Rilanciai.
"Sì, lo so!" Si strizzò le tette tra le mani e mi fece una linguaccia.

Mi avviai finalmente in doccia, e feci relativamente in fretta per lasciare il posto a Claudia il prima possibile. Legato un asciugamano in vita, uscii dal bagno, avvisai Claudia che era libero, e andai in camera. Lì Carmen era stesa prona sul letto. I pantaloncini sportivi che indossava erano così corti che lasciavano scoperta la parte iniziale delle natiche. La leggera canottiera le scopriva le spalle. Aveva un'abbronzatura dorata uniforme su tutta la pelle e fu inevitabile provare un po' di eccitazione a quella vista.

Mi slegai l'asciugamano dando le spalle a Carmen per cercare nella mia valigia qualcosa da indossare. Claudia fece un piccolo applauso alla vista del mio sedere, finché mi voltai verso di lei.

"Cazzo, Samu!" Commentò Carmen.

La vista delle tette di Carlotta prima, del culo di Carmen ora, e in generale una certa astinenza, mi avevano lasciato il pene in uno stato barzotto, nonostante non fosse completamente eretto.

"Sì?" Chiesi ironicamente.
"Non puoi starmi davanti così, col cazzo in vista!" Lamentò Carmen.
"Perché?! Non mi pare sia la prima volta!" Non era inizialmente mia intenzione provocarla, ma non mi lasciai sfuggire l'occasione. "E poi scusa, non morivi dalla voglia di succhiarlo fino all'altro giorno?"
"Certo che ho voglia, è proprio quello il problema!" Carmen sbuffò. Il discorso mi fece passare molto velocemente da "barzotto" a "quasi eretto". "Ho capito, ho capito!" Aggiunse, alla vista della mia erezione.

Carmen si alzò e chiuse la porta della camera, poi si sedette sul bordo del letto e mi fece cenno di avvicinarmi a lei.

"Vieni, fattelo succhiare, forza! E facciamo in fretta, non voglio far aspettare troppo gli altri."

Non me lo feci ripetere e appena fui nel suo raggio d'azione mi afferrò per il sedere e si tuffò sul mio cazzo, prendendolo fino in fondo e tenendolo in fondo alla gola per alcuni secondi, per poi staccarsi con un forte rumore di risucchio e lasciandomi il cazzo ricoperto della sua saliva.

"Ti sono mancata?" Mi chiese, guardandomi dal basso con un sorriso ammiccante.
"Da morire!" Risposi, sorridendole a mia volta.

Carmen amava il sesso orale, sia riceverlo che darlo. Normalmente avrei insistito per ricambiare, ma lei era ancora vestita di tutto punto e a breve saremmo usciti tutti assieme. Quindi, per una volta, mi godetti il movimento delle sue labbra su e giù lungo l'asta del mio cazzo senza pensare ad altro.

Mentre si muoveva avanti e indietro aveva l'accortezza di muovere la lingua sul glande ogni volta che le sue labbra erano vicine alla corona, per poi riaffondare fino a toccare il mio pube con il suo naso. Tutto ciò facendolo sembrare semplicissimo, come se fosse un atto completamente naturale.

Qualche minuto dopo si staccò con un forte suono bagnato, me lo prese nella sua mano destra e iniziò a muoverla, mentre con la sinistra mi afferrava i testicoli. Mi guardò con gli occhi spalancati.

"Succhiamele." Dissi semplicemente.

Li prese in bocca e iniziò a succhiarli e a rotearci attorno con la lingua, mentre con la mano continuava a masturbarmi. Sapevo che non era la sua cosa preferita e che lo faceva principalmente perché piaceva a me. Ma il punto era proprio questo: sapere che lo faceva per semplice dedizione rendeva tutto più eccitante.

Mentre lavorava sui miei testicoli con la lingua, aumentò la velocità della sua mano. I pompini erano la sua specialità, ma non è che non si difendesse bene con i lavori manuali. Anzi: iniziai presto ad ansimare, vicino all'orgasmo.

"Stai già per sborrare?" Mi disse con tono ironico, staccandosi dai miei testicoli e continuando a segarmi energicamente.
"Cazzo, se continui così ovvio..."
"Ottimo! Non fare lo stronzo e avvisami quanto stai sborrando, così ingoio tutto."

A questo punto ritengo doveroso rendervi partecipi di un particolare che la scrittura non può rendere in modo naturale e automatico. Non è un caso che Carmen utilizzasse il termine "sborra" e i suoi derivati così frequentemente. Di base, mi e sempre piaciuto che il sesso comprendesse un po' di conversazione e un po' di volgarità, ma l'accento spagnolo di Carmen le faceva pronunciare la parola "sborra" in un modo particolare che per qualche motivo trovavo molto eccitante.

Quando lo confessai a Carmen, iniziò a utilizzare il termine in maniera consapevole, più o meno spesso sulla base di quanto e come voleva eccitarmi. In quel momento voleva venissi in fretta, quindi lo utilizzò abbastanza spesso.

Proprio mentre la sua sega aumentava di ritmo e stavo per raggiungere l'orgasmo, bussarono alla nostra porta. "Scusate ragazzi, non voglio disturbare...ma non troviamo il fon da nessuna parte!" Era Carlotta, che stava chiaramente ridacchiando.
"Ma porca..." Sbottai.
Carmen si staccò dai miei testicoli per rispondere. "Arrivo!" Si alzò e mi lasciò col cazzo in tiro. "Mi spiace, più tardi continuiamo!" E mi lanciò un bacio.

Col cazzo ancora in completa erezione, fui costretto a guardare Carmen uscire dalla stanza per aiutare i nosti amici nella importantissima ricerca dell'asciugacapelli. "Non so nemmeno io dove sia, cerchiamolo." la sentii dire da dietro la porta. Conscio che quindi non sarebbe stata una ricerca veloce, decisi di rinunciare alle prestazioni orali della mia amica per il momento e mi rivestii.

Presi un paio di pantaloni in lino bianco e una semplice maglietta e uscii dalla camera. Nel frattempo la ricerca dell'asciugacapelli era andata a buon fine e mentre Claudia e Carlotta finivano di prepararsi, raggiunsi Carmen e Michele che erano seduti all'esterno. Carmen stava elogiando il fisico di Michele, e d'altronde non la si poteva biasimare: aveva indossato una T-shirt attillata che metteva in risalto i suoi muscoli prominenti.

"Ma c'è qualcuno con cui non ci provi?" Commentai scherzando, mentre prendevo posto accanto a loro.
"Quelli che non mi piacciono!" Mi replicò prontamente. "Siete tutti a rischio in questa vacanza!"
"Ti prego, non anche tu, già devo stare dietro a Carlotta..." Commentò Michele, scrollando la testa. "Non riuscirei a star dietro anche a te!"
"Che peccato! Meno male che c'è Sam allora!"
"Ah! Quindi ora io sarei il ripiego?!" Commentai con tono offeso.
"Non essere stupido, lo sai che per me non esistono ripieghi. Il problema è che mi piace troppa gente!" Mi lanciò sarcasticamente un bacio.
Scossi la testa. "Sarà una vacanza lunga." Mentii. In realtà sapevo che sarebbe passata troppo in fretta.
"Ma quindi voi scopate ancora, giusto?" Chiese Michele.
Annuimmo entrambi. "Quando nessuno dei due è impegnato, ovviamente." Aggiunse Carmen. "Che poi...se trovassi un ragazzo o una ragazza a cui non importa, io continuerei anche da impegnata eh."
"Va be', non è facile ma nemmeno impossibile." Replicò Michele. "Prendi me e Carlotta...cioè, non è che andiamo a farlo a destra e a sinistra, ma con persone fidate come Claudia..."
"Quindi è vero?!" Esclamò Carmen. "Non avevo capito se scherzavate o eravate seri..."
"Guarda...io sono uno che fa sesso spesso e volentieri, ma Carlotta è impossibile. Quindi, già per me non ci sarebbero problemi...ma così ho anche un po' di supporto per soddisfare l'assatanata." Scrollò le spalle. "Poi, che l'idea di Carlotta e Claudia che scopano me lo faccia venire duro, è un altro discorso."
"A proposito..." Intervenne Carmen. "Dove sono quelle due? La doccia l'avevano finita, no?" Si alzò e si guardò attorno.
"Io un'idea ce l'avrei..." Suggerì Michele, ridendo sotto i baffi.
"Anche io, ma non ho intenzione di farle divertire come vorebbero..."

Carmen si diresse a tutta velocità verso l'unica stanza con la porta chiusa e bussò forte. "Eh no principesse, continuate più tardi! Vestitevi che usciamo!"
"E daaaai, un minuto e veniamo!" Urlò da dentro la porta Carlotta. Non capii se il doppio senso fosse intenzionale...
"No no, io il mio pompino prima l'ho interrotto. Ora vi fermate anche voi!"
"Vai a finire il pompino allora!" Ribattè Carlotta.
"No, perché poi lasceremmo Mic da solo!"
"Fanne uno anche a lui!" Rispose di nuovo Carlotta, ridendo.
"Non rompete le palle e venite fuori!"
"Va bene, va bene, arriviamo!" Rispose Claudia, in un misto tra una risata e una lamentela.
"No, no, ora aprite la porta, non mi fido mica!"

Pochi attimi dopo la porta della stanza effettivamente si aprì. Ne uscì una Carlotta sorprendentemente vestita, che ci raggiunse con Carmen al seguito. Aveva uno dei suoi soliti abiti lunghi molto svolazzanti, probabilmente un abito da mare, bianco e con uno spacco molto alto a lato di una gamba. Anche lo scollo sul seno era molto generoso e mostrava una porzione abbondante del suo seno.

"Oh, non si può più nemmeno avere un momento di privacy qui!" Sbuffò Carlotta, sedendosi accanto a me.
"Lo stai dicendo proprio a me?" La rimproverai.
"Ops, vero, tu eri nella mia stessa posizione! Scusami!" Ridacchiò Carlotta. "Dai, siamo pari, hai ragione tu! Pace fatta?"
"Andata." Concordai. Ci stringemmo la mano in segno di pace.

Qualche minuto dopo uscì anche Claudia dalla sua stanza, indossando un paio di shorts in jeans e un semplice crop top bianco.

"Scusa Claudia, tesoro...ma sei sicura di voler uscire con quel top?" Chiese Carmen.
Claudia reagì stupita alla domanda di Carmen. "Sì...perché scusa?" Di certo Carmen non era tipa da farsi problemi per degli abiti troppo succinti, e comunque l'abbigliamento di Claudia non lo sembrava.
"Guarda che appena sollevi le braccia ti ritrovi con le tette di fuori!"
"Ma non è vero, guarda che copre abbastanza!" Detto ciò Claudio sollevò le braccia...e si ritrovò con le tette di fuori. "Ah." Esclamò semplicemente.
"Te l'avevo detto...oh, sei a Lanzarote, per carità, un paio di tette non stupiscono nessuno. Però magari se metti un reggiseno eviti di lasciarle di fuori contro la tua volontà!" Disse Carmen.
"Sì, certo, peccato che non ho mica portato reggiseni." Replicò Claudia. "E dubito che quelli di Carlotta mi starebbero."
"Magari il reggiseno di un costume?" Propose Carmen.
"No, non è un'opzione valida con i miei costumi...va be', il mio tentativo di non avere per una volta le tette di fuori è fallito miseramente, ci riprovo. Vado a cambiarmi il top."

Claudia rientrò in camera e ne uscì con un nuovo top decisamente più stabile: corto ma annodato sotto il seno, che lo metteva comunque molto in risalto - essendo piuttosto aderente - ma senza il rischio che uscisse tutto di fuori.

Carmen si assicurò che tutti ci portassimo una giacca per coprirci, dato che la sera col vento poteva fare anche molto fresco. Un avvertimento che si sarebbe rivelato presto fondamentale.

Il sole volgeva già al tramonto, ed eravamo tutti stanchi e affamati, motivo per cui rimandammo il nostro primo giro in spiaggia al giorno dopo. Carmen insistette per portarci a cena fuori (offrendo lei, ça va sans dire, nonostante le innumerevoli lamentele dei miei compagni di viaggio).

Dopo l'opera di convincimento di Carmen, riuscimmo a salire in auto alla volta di Playa Blanca, il paese adiacente a Castillo del Aguila, anch'esso con un'ampia zona residenziale ma caratterizzato anche da un lungomare ricco di locali e ristoranti. Carmen ci portò in un ristorante di pesce affacciato sul mare dai prezzi non esosi, ma di certo non economici.

"Qui in realtà è pieno di italiani e pizzerie, ma farvi mangiare pizza mi sarebbe sembrato offensivo." Disse saggiamente.

La cena fu estremamente piacevole. Pesce e crostacei erano ottimi, ma a farla da padrone fu la Malvasia Vulcanica, il vino bianco dolce tipico proprio dell'isola di Lanzarote. Per nostra fortuna, Michele è sempre stato un bevitore molto moderato e si prestò volentieri a farci da autista per il ritorno sorseggiando appena due calici in tutta la serata e permettendo a noi altri di darci dentro. E indovinate dove vanno a parare i discorsi di un gruppo di ragazzi appena diplomati che hanno bevuto un po'?

"Ma quindi? Questa storia che ora fate le robe a tre con Claudia?" Chiese incuriosita Carmen, rivolgendosi a Michele e Carlotta.
"Non facciamo robe a tre!" Commentò l'unico sobrio del gruppo.
"Non ancora, almeno! Prima o poi vi convincerò!" Aggiunse Carlotta.
"Non esiste, sei già abbastanza impegnativa dividendoci il lavoro. Non voglio fare di nuovo gli straordinari!" Ribattè Michele, facendoci ridere tutti quanti.
"E io mi sono un po' stancata di scopare con gli uomini." Aggiunse Claudia, più seria. "Onestamente? Per un po' preferirei far sesso solo con delle donne."
"E che problema c'è? C'è Carmen qui con noi, abbiamo trovato la terza!" Disse Carlotta, chiaramente più avanti di noi con l'alcol da come trascinava le parole.
"Ehi, ehi, non tiratemi in mezzo senza avvertire!" Replicò Carmen. "Io non sono pazza come te, ho un limite. E al contrario di Claudia, di solito faccio sesso sempre con Daniela, quindi per un po' ho voglia di cazzo."
"Uffaaaaaa!" Cantilenò Carlotta. "Poi dite sempre che sono pazza...non voglio scopare così tanto. Solo tre o quattro volte al giorno..." Continuò, un po' demoralizzata.
"Cazzo, Carlita!" Commentai. "Quattro volte al giorno è davvero tanto!"
"Per questo vi dicevo che me la smezzo con Claudia. Due volte io, due lei, e siamo tutti contenti. Io dopo la seconda onestamente proprio non riesco."
"Uffa, uffa, uffa!" Carlotta sbattè i piedi per terra come una bambina. "Va bene, niente cose a tre. Carmen ha voglia di cazzo, Claudia non ha voglia di cazzo...Sam, mi sei rimasto solo tu! Qualche volta che Carmen ti lascia libero fai un salto in camera mia. Dai, mi faccio perdonare per il pompino che ho interroto oggi pomeriggio...se Carmen non è gelosa." In quel momento, devo ammetterlo, mi montò quasi istantaneamente un'erezione.
"Io? Gelosa?!" Carmen si mise a ridere. "Non stiamo mica assieme! L'importante è che a fine giornata abbia abbastanza energia per pagare l'affitto alla padrona di casa..." E mi lanciò un'occhiata di avvertimento.
"Dai, dai, non te lo consumo mica! Giusto un pompino, una spagnola, cose così..." Il tono di voce di Carlotta si era alzato e iniziavamo a temere di essere compresi dagli altri commensali.
"Vaaa bene, va bene, tu amore hai bevuto troppo. Ne parliamo quando sei sobria eh?" Intervenne Michele, un po' esasperato. "Quando beve è sempre così, ci sono abituato, tranquilli."
"Non è colpa mia se ho sempre voglia, daaaai." Biascicò Carlotta. Poi diede un bacio lungo e pieno di lingua al suo ragazzo, seguito da qualcosa sussurrato nell'orecchio.
Michele scosse la testa, ma sorrise. "Va bene, va bene, promesso!"

Carlotta già di suo non aveva molti freni inibitori, e di sesso si parlava spesso anche da sobri. Ma quando alzava troppo il gomito diventava particolarmente schietta e disinibita, al punto che rischiava facilmente di essere troppo diretta o troppo esplicita in ambienti poco adatti.

Per questo motivo, decidemmo che era il momento giusto per lasciare il locale dove ci trovavamo e dirigerci verso casa di Carmen. Carlotta si aggrappò al mio braccio da un lato e a quello di Michele dall'altro per riuscire a camminare dritta. Quando giungemmo all'auto di Carmen, Carlotta mi abbracciò improvvisamente.

"Sam, guarda che io ti voglio bene anche se non vuoi scopare con me eh!" Improvvisamente Carlotta si sentì in colpa, lo percepii chiaramente dal tono di voce.
"Lo so Carlita, lo so, tranquilla." Ricambiai l'abbraccio, stringendola più forte che potevo. "Ti voglio bene anche io."
"Anche se prima ti ho interrotto il pompino di Carmen?" Lo chiese con tono serio e preoccupato. "Lo so che non fate tutti sesso mille volte al giorno come me, scusami..."
"Certo, tranquilla." La rincuorai "Però non farci l'abitudine, ok?" Aggiunsi, scherzando.

Rimanemmo abbracciati. L'alcol, oltre a rimuovere freni inibitori di Carlotta, amplificava la sua già enorme empatia. In quel momento era seriamente preoccupata e dispiaciuta per aver interrotto il pompino di Carmen durante il pomeriggio, per quanto possa sembrare strano a dirsi. Mi sentii in dovere di offrirle il mio affetto e rassicurarla lasciando che decidesse lei il momento in cui sciogliere l'abbraccio.

In silenzio, restò tra le mie braccia per un minuto abbondante prima di ritenersi soddisfatta. "Grazie" fu l'unica altra parola che aggiunse. Le rivolsi il miglior sorriso che potessi fare per una delle mie migliori amiche.

In auto le ragazze - che erano sedute nei sedili di dietro - si addormentarono immediatamente, nonostante il tragitto fosse comunque abbastanza breve. Io tenni compagnia a Michele, essendo un po' più sobrio delle ragazze e riuscendo a rimanere sveglio.

Non conoscendo la strada e avendo bevuto un po' anche Michele, guidammo piano e scambiammo qualche parola.

"Tutto bene con Carlita, vero?" Chiesi verso la fine del tragitto. Ero leggermente preoccupato dalle rocambolesche avance di Carlotta nei miei confronti.
"Ma va, figurati. Quando beve fa sempre così, ci sono abituato."
"No, intendevo..."
"Lo so cosa intendevi, tranquillo. Lo so già da una vita che le piaci. Ormai lo sapete, siamo una coppia aperta." Mi disse con calma.
"Io non so esattamente come fate...non ci riuscirei con una persona di cui sono innamorato."
"Ognuno è diverso, no?" Disse saggiamente. "L'importante è che entrambi sappiamo e approviamo con chi andiamo, che si faccia sempre sesso sicuro...e basta. Il sesso è sesso, l'amore per noi è una cosa separata." Si prese un attimo di pausa. "È come andare a bere qualcosa, ok? Certo, la mia persona preferita con uscire a bere è Carlotta, ma nonostante ciò mi diverto anche a bere con gli amici."
"Oh, ok...un paragone un po' strano, ma ho capito cosa intendi."

La discussione morì a quel punto, perché fummo costretti a svegliare Carmen per capire dove girare tra le mille vie del sobborgo residenziale.

Arrivati a casa, ci prendemmo giusto il tempo necessario per andare tutti velocemente al bagno. Avevamo viaggiato tutti, avevamo bevuto...eravamo stanchi.

Dopo una rinfrescata diedi il cambio a Carmen. Rientrato in camera mi liberai dell'asciugamano e mi buttai nudo supino sul letto, ancora piuttosto stordito dall'alcool. Rimasi in uno stato di parziale torpore per un tempo non meglio definito, finché non sentii la porta della camera chiudersi.

Carmen aveva finito di farsi la doccia e la osservai pigramente mentre si liberava dell'asciugamano. La trovai bellissima, ma in quel momento ero abbastanza steso dall'alcool e dal sonno che mi limitai all'osservazione platonica. Credo che Carmen fu dello stesso avviso, si stese semplicemente accanto a me.

"Mi ero dimenticata che tu dormi nudo." Osservò ridacchiando.
"...è un problema?" Chiesi ironicamente.
"No no, anzi!" Ridacchiò nuovamente. "Oggi provo a dormire nuda anche io!" Lo disse come se fosse una grande proposta.
"Non si torna più indietro, ti avviso..." Avevo capito perfettamente che stava cercando di provocarmi, ma in quel momento il sonno dovuto all'alcol stava avendo la meglio e provai a sviare il discorso. "Non hai mai provato prima?"
"No...non so perché, non ci ho mai pensato. Ma vedere te nudo mi ha fatto venir voglia di provare!" Dal tono di voce, sembrò desistere dal tentativo provocatorio.

Mentre entrambi stavamo lentamente scivolando verso il meritato sonno, fummo bruscamente interrotti da degli inequivocabili gemiti provenienti dalla stanza accando alla nostra, dove dormivano Michele e Carlotta.

"Davvero...?" Commentò Carmen, infastidita per il risveglio inaspettato.
"Non ci provano nemmeno a trattenersi..." Commentai, un po' in fastidito anche io.

Potevamo sentire i gemiti e i sospiri di entrambi, ma Carlotta passò presto a urlare senza ritegno alcuno.

"Shhh, ci sentono!" Sentimmo lamentarsi Michele.
"Lo so!" Rispose Carlotta, rilasciando un altro gemito di piacere.

Io e Carmen ci guardammo, e contemporaneamente sospirammo e scotemmo la testa. Chiaramente non era ancora del tutto sobria.

"Be', almeno Mic ci ha provato." Sorrisi.
"Dai, sfondami!" Sentimmo ancora urlare Carlotta dall'altra parte del muro.
"Ma...sul serio?" Intervenne a bassa voce Carmen. "Ti stai eccitando?!" Esclamò, sorpresa.
Non aveva torto. Ero ancora infastidito dal risveglio, ma forse l'essere in debito di un orgasmo fece prevalere altre parti del mio corpo. "Non l'ho fatto apposta, davvero." Ed era vero.
"Va be', ormai siamo svegli, no?" Nel dirlo raggiunse il mio pene in erezione con la sua mano sinistra, muovendola lentamente lungo l'asta. "Avevamo lasciato qualcosa in sospeso oggi pomeriggio..."

Carmen scese tra le mie gambe e mi accolse delicamente in bocca. Iniziò un lento pompino, in palese contrasto con l'amplesso energico e fomentato che stava avvenendo dall'altra parte del muro. Non c'era esattamente passione in quel momento, quanto molta calma e grande fiducia. Sapevamo che quell'atto piaceva a entrambi e non c'era alcun motivo di fare in fretta, considerando soprattutto che non saremmo potuti tornare a dormire presto a causa della performance della nostra amica non troppo sobria.

Senza troppe cerimonie, Carmen interruppe temporaneamente il lavoro con la sua bocca per mettere le sue gambe ai lati della mia testa, sbattendomi letteralmente in faccia la sua vagina. Non ci fu bisogno di parlare: ricominciò il pompino solo dopo che iniziai a leccarla tra le gambe. Ci lasciammo quindi andare in un lento e pigro sessantanove, qualcosa di rodato e rilassante che portasse facilmente entrambi all'orgasmo. Venimmo qualche minuto dopo il rumoroso orgasmo di Carlotta, senza alcuna fanfara, e crollammo di nuovo nel sonno poco dopo senza nemmeno rendercene conto.



Come avrete potuto notare, niente sole e mare. Ho ritenuto fondamentale introdurre ancora un po' Carmen, anche sessualmente. Non c'è molto, ma c'è abbastanza per dare un'idea del tipo di persona che è...è ovvio che altri dettagli salteranno fuori col tempo.

Come sapete non sono un grande fan delle scene più "esplicite", nonostante mi diverta scriverle - ovviamente! Ma qui...capirete a un certo punto che era necessario rendervi partecipi.

La parte successiva è già in scrittura e sarà certamente più nelle corde della vera essenza di questi racconti. Se non saltano fuori altri improvvisi lavorativi e personali, dovrebbe arrivare presto!

Grazie a tutti per la pazienza :)
Sempre sul pezzo! Grande…
 

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