Esperienza reale Tante amicizie, tanto sole, pochi pudori

EnfantTerrible

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Questa è una serie di storie reali, leggermente romanzate, e più o meno collegate tra di loro che ho pensato potessero essere "interessanti" da narrare e da leggere. Il filo conduttore è sempre - ovviamente - una certa tensione sessuale di fondo: sono storie secondo me eccitanti. Spero lo siano anche per il lettore.

Mi presento, sono Samuele (nome inventato, in realtà, come tutti quelli che seguiranno). Non mi perderò nei dettagli fisici miei (vi importa?) o dei protagonisti delle storie: le caratteristiche importanti verranno snocciolate nei racconti quando necessario.

Farò delle premesse.
  • Innanzitutto: il sesso non sarà sempre presente (anzi, soprattutto all'inizio ce ne sarà poco e niente!). Nonostante tutto, non è che vado a scopare a destra e a manca ogni giorno. Non ci crederebbe nessuno (nemmeno io)
  • Non chiedete foto. Di nessuno dei personaggi coinvolti. Non è mia intenzione divulgare materiale privato senza consenso.
  • Non narrerò eventi precedenti perché alcuni personaggi diventerebbero minorenni.
  • Ho tuttavia il consenso per narrare questi fatti, a patto di rimuovere o cambiare alcuni specifici dettagli. Se notate delle piccole incongruenze...probabilmente è per questo (o per il cambio dei nomi che mi ha confuso). Ciononostante, i luoghi e le persone potrebbero essere riconoscibili dalle persone che si trovavano negli stessi luoghi in quei momenti. Potete farmelo notare ma vi prego, in tal caso, di tenere i dettagli per voi per evitare che le persone in questione vengano riconosciute.
  • Vorrei tenere la discussione sul thread quanto più possibile, anziché DM/PM.
  • Vi pregherei di tenere educati i toni e gli epiteti nei confronti dei personaggi - soprattutto quelli femminili.
  • Il titolo fa schifo, fatevene una ragione 🙃
E dire che con le cose noiose la possiamo chiudere qui.

Capitolo 1​

Si parlava in classe, con la nostra professoressa di inglese, di alcuni fatti recentemente avvenuti che avevano coinvolto un paio di ragazze della nostra scuola.

Non scenderò nei dettagli, ma mi limiterò a dire che erano state molestate durante una serata in spiaggia e il fatto aveva fatto presto il giro della scuola, scatenando una giustissima indignazione e la condanna dell'accaduto e dei molestatori.

Tuttavia, la nostra professoressa non sembrava completamente dello stesso avviso

"Alla fine bisogna aspettarsi che gli altri si comportino con noi in conseguenza a come noi ci poniamo..." La professoressa Mossi sapevo dove stava andando a parare.

"In che senso, scusi?" La provocai. Lo sapeva.

"Ora, non voglio dire cose come "era vestita così e se l'è cercata", ci mancherebbe..." Non lo voleva dire, ma lo stava decisamente sottintendendo. "Però a parte le violenze, che non vanno bene...è chiaro che se ci si pone in determinati modi si ricevono determinate attenzioni."

"È chiaro, ma non dovrebbe essere così, no?"

"Be', però è naturale che si suscitino certe reazioni in risposta a tali comportamenti..."

"No?! Molestare qualcuno non è mai naturale, non scherziamo!"

"No, certo..." Rispose col suo solito tono accondiscendente. "Però gli uomini sono uomini. È normale che se, per esempio, un uomo per tutta la giornata ha visto una ragazza in spiaggia in perizoma poi la sera si aspetti..."

Era troppo. "Eh no! Non è normale come non è normale che lei dica una cosa del genere, come se noi uomini fossimo bestie schiave del proprio cazzo!" Sì, dissi proprio cazzo...che magari a una professoressa di ruolo di cinquant'anni non andrebbe detto. "Posso vedere una ragazza per tutto il giorno anche in topless e perizoma, nulla mi dà nemmeno lontanamente il diritto di molestarla. Ma soprattutto..." Aggiunsi quando la vidi cercare di replicare. "...ma soprattutto, in quanto persona normale ed educata al rispetto altrui, donne comprese, un corpo femminile più o meno in mostra non mi scatena nessun istinto animale."

"Certo..." Ancora con quel tono. "Ma alla fine siamo animali, è naturale..."

"Se è vero che siamo animali..." La interruppi ancora. "È ancora più assurdo pensare una cosa del genere. Le voglio ricordare che gli animali non si vestono e la nudità non suscita proprio un bel niente, siamo solo noi che pensiamo stronzate del genere."

"No, ma..."

"'No, ma' un cazzo. Se vuole continuare coi suoi discorsi schifosamente sessisti faccia pure, ma lo farà senza di me."

Mi alzai e uscii dall'aula. La mia uscita fu accompagnata da un coro di applausi da parte dei miei compagni di classe.

Mi sentii come solo un diciottenne a scuola acclamato dalla propria classe poteva sentirsi: un idolo. Non rimpiango una sola parola: dissi quello che pensavo e che penso tutt'oggi.

Ero nel corridoio, a sbollire la rabbia e il nervoso, quando mi raggiunse Claudia. Eravamo diventati amici durante quell'ultimo anno anche se era della sezione accanto alla mia.

"Ehi Sam, dovresti urlare un po' più forte la prossima volta. Credo che qualcuno dalla strada potrebbe non averti sentito."

"Azz...avete sentito anche voi?"

"Ma sei serio? Hai urlato come un dannato..."

"Ma porca..." Sbuffai. Non mi piaceva perdere il controllo.

"Non preoccuparti. Anche la Medici ti ha applaudito dalla nostra classe. Mi ha mandato lei fuori a calmarti."

"Ma dai..." Mi sedetti a terra, mentalmente sfinito.

"Nessuno oserebbe mai sostenere la Mossi e il suo bigottismo. Sei in una botte di ferro."

"Macché...quella andrà dalla preside ora..."

Non feci in tempo a dirlo che la professoressa Mossi uscì dall'aula e andò proprio in direzione della presidenza, lanciandomi uno sguardo di fuoco.

"Visto?"

"Tranquillo...la Pugliese (cioè la preside, NdA) la odia. Ti farà chiedere scusa per i toni usati, al massimo. Che ci sta eh..."

"Ci sta un cazzo, ma l'hai sentita..."

"Sì, e per far perdere il controllo a te ce ne vuole. E lo sappiamo tutti, non preoccuparti."

Claudia ci aveva visto giusto. La Mossi era andata dalla preside, la preside aveva dato ragione a me per aver difeso la mia opinione ma mi aveva fatto chiedere scusa per i toni utilizzati.

Aveva ragione, incassai la cosa e chiesi scusa esclusivamente per i toni, di certo non per le mie opinioni o per averle dato della sessista. Cosa che mi premurai di specificare esplicitamente. La Mossi dovette incassare la mezza sconfitta, e io me la cavai con un semplice richiamo informale.

Giunse l'intervallo e mi raggiunse nuovamente Claudia.

"Siga?"

"Sì, ma non potremmo trovare un'altra scusa per uscire fuori?"

"...uffa." Non mi piaceva che Claudia fumasse. Ci tenevo a lei, e lei stava anche cercando di smettere. "D'accordo, tanto a fumare da sola non c'è nemmeno gusto. Però usciamo a prendere un po' d'aria ugualmente."

Felice della mia vittoria, uscimmo dall'edificio a fare una camminata.

Il tempo invogliava a stare all'aria aperta. Per essere maggio, anzi, era decisamente caldo.

"Come va? Meglio?" Mi chiese con fare preoccupato.

"Sì, sì, mi sono calmato, grazie."

"Questi esami di stato ti stanno proprio uccidendo, eh?"

"Ma figurati..." Mi misi a ridere. "È l'ultimo pensiero che mi passa per la mente, e lo sai."

"Lo so, sto scherzando!" Si mise a ridere e mi passò un braccio attorno alle spalle. "Comunque complimenti per aver dimostrato oggi di essere probabilmente più femminista della medie delle donne della scuola."

"Be', grazie..." Pensai un attimo. "Ma ho paura che non ci voglia molto se ci sono soggetti come la Mossi."

"Hai ragione...ma comunque meriti del riconoscimento. Fossero tutti come te vivremmo in mondo migliore."

Mi abbracciò e continuammo a camminare rientrando verso scuola.

Il rapporto che avevo con Claudia era quanto di più spontaneo potesse esserci. Eravamo sinceramente affezionati uno all'altra e avevamo quel livello di confidenza che puoi avere solo con gli amici davvero intimi.

Era l'unica persona con cui potesse parlare di tutto, ma davvero di tutto. Era con lei che riuscivo a sfogarmi dei miei problemi in famiglia ed era sempre con lei che potevo parlare liberamente di sesso e delle mie partner del tempo.

Potevamo anche liberamente farci complimenti e apprezzamenti fisici senza che nessuno dei due fraintendesse l'altro come interesse romantica. Era bellissima, non mancavo di farglielo notare, ma lo facevo sempre senza alcun secondo fine. Certo, mi piaceva fisicamente e anche io piacevo a lei, e i suoi complimenti lo dimostravano. Ma mai questo era sfociato in un flirt.

Probabilmente questo rapporto così ingenuo era stato facilitato dal fatto che quando ci siamo conosciuti eravamo entrambi impegnati e innamorati (per quanto un diciottenne che è insieme a una sua coetanea da qualche mese può esserlo, si intende) e quindi il nostro rapporto si evolvette mentre il nostro cuore era impegnato altrove.

Durante la penultima ora, Claudia mi contattò su WhatsApp.

Claudia: Ohi, stronzo!

Samuele: Dimmi cogliona!​

Claudia: Che hai da fare per pranzo?

Samuele: Nulla di particolare, perché?​

Claudia: Visto che si schiatta schifosamente dal caldo...che ne dici di prenderci una cosa da mangiare al volo e andare un po' in mezzo alla natura?

Samuele: Certo, avviso mio padre che non ci sono a pranzo?​

Claudia: YESSSSS

Samuele: Dove andiamo? Devo chiedere la macchina ai miei?​

Claudia: Naaah, sono con la macchina di mia mamma, che tanto lei è in trasferta questi giorni.

Andiamo al fiume comunque, che ne pensi? Così stiamo un po' al fresco e in questo periodo è anche tranquillo

Samuele: Uh, sai che non sono mai stato al fiume?​

Claudia: Ma come no? E quando c'è caldo dove vai?!

Samuele: ...in camera con l'aria condizionata?​

Claudia: NOIOSO!

Dai dai, ci prendiamo due piadine e saliamo verso monte. Sono 20 minuti di auto, più o meno.

Il posto è molto bello, fidati. E con un po' di fortuna, anche deserto.

Samuele: Devo prendere qualcosa da casa per poggiarci? Tipo degli asciugamani?​

Claudia: No no, in macchina ci sono già un paio di asciugamani e la coperta da pic-nic. Mamma lascia sempre tutto l'occorrente per la spiaggia in macchina anche in pieno inverno. C'è anche un ombrellone, ma quello non ci serve!

Uscii da scuola (finalmente!) e mi ritrovai con Claudia per andare a comprare il pranzo.

"Dio, che CALDO!" Claudia stava leggermente soffrendo le temperature insolitamente alte.

"Non posso biasimarti...si muore..."

"E come se non bastasse dobbiamo indossare queste cazzo di gonne lunghe!" Aveva una lunga gonna in un tessuto che sembrava lino abbinata a una camicetta bianca. Sembrava...fresca. Io, con il mio jeans lungo e la mia T-shirt stavo morendo di caldo.

"Di che ti lamenti? Voi potete almeno indossare delle gonne...io sono in jeans!" La nostra scuola aveva imposto che l'abbigliamento fosse sempre consono e rispettoso (qualunque cosa significhi) ed erano vietati pantaloni e gonne più corte del ginocchio.

"Dovreste indossare delle gonne anche voi!" Disse ridendo "Non sono il massimo, ma sicuramente meglio dei pantaloni."

"Guarda...solo per vedere la faccia della Mossi, lo farei!" Risi con lei.

Procacciatici le nostre piadine, prendemmo la macchina della madre di Claudia e ci dirigemmo verso il fiume, salendo verso monte. Normalmente in quel periodo dell'anno sarebbe bastato aprire i finestrini per stare bene, ma quel giorno decidemmo che l'aria condizionata era l'opzione migliore.

"Oh, ma tutti semafori verdi, possibile?!" La lamentela di Claudia era insolita.

"...ed è un problema?" Chiesi dubbioso.

"Non proprio...ma se ne trovassimo uno rosso mi tornerebbe comodo..."

Come per magia, il semaforo successivo scattò rosso, e ci fermammo.

"Dio, finalmente!" Appena fermi, Claudia tirò il freno a mano, slacciò la cintura e portò le mani dietro la schiena, sotto la camicetta, slacciando il reggiseno con una velocità impensabile. "Ahhhh!" Fece un sospiro di sollievo, lo sfilò e me lo porse. "Me lo metteresti nel portaoggetti, per favore?"

"Certo." Feci come richiesto. "Certo che sembra proprio una rottura di palle il reggiseno con questo caldo..." Il suo seno non era esattamente piccolo, tutt'altro. Immaginai doverlo tenere sempre stretto in un reggiseno dovesse essere fastidioso.

"È una rottura di palle sempre...ma col caldo è peggio. Solo che se vado a scuola senza e la Mossi se ne accorge..." Alzò gli occhi al cielo. "Per qualche ora al giorno, sopravviverò." Fece spallucce, rimise la cintura e ripartimmo.

Il viaggio proseguì tranquillo, principalmente ascoltando musica e cantando. Uscimmo dall'ultimo centro urbano e ci addentrammo in una strada provinciale. Dopo qualche minuto, Claudia parcheggiò in uno spiazzo a lato della strada che dava su una boscaglia e scendemmo.

Aprì il bagagliaio e iniziò a rovistarci.

"Ottimo, c'è anche della crema solare." Ne prese un flacone. "Che numero fai di piede?"

"Eh? Perché?"

"Sono feticista dei piedi. MA SECONDO TE?! Se ti stanno, ti do le scarpette da scoglio di mio padre."

"Oh, ok. 43, 44...dipende?"

"Sono un 44, ti staranno di sicuro. Dammi lo zaino, metti le scarpette e prendi la coperta."

Le porsi il mio zaino e presi la coperta da pic-nic. "Non voglio fare il guastafeste...ma non ci dovremmo portare qualcosa da studiare?"

Mi guardò per un secondo. "...quanto ti odio. Sì, hai ragione. Prendi quello che ti serve, mettiamo tutto nel mio zaino così ce ne portiamo uno solo."

Presi il libro di filosofia, dato che avevo un'interrogazione il giorno dopo.

"Ahhh, anche tu filosofia domani, vero? Mi sa che interroga tutte le classi."

"Eh già. Mi sono già prenotato come volontario, domani è la mia ultima interrogazione di filosofia della vita, se escludi gli esami."

Caricammo il suo zaino con un paio di asciugamani, i nostri libri e porta penne, e io presi il pranzo e la coperta da pic-nic.

Ci addentrammo nella boscaglia, dove c'era una specie di sentiero, o quanto meno un percorso battuto. Dopo un paio di curve ci ritrovammo sul letto del fiume. E Claudia aveva ragione, il posto era davvero bello.

Il fiume scorreva davanti a noi da sinistra a destra, formando una piccola cascatella su una formazione rocciosa alla nostra sinistra. Formava una piccola piscina mediamente profonda davanti a noi e tramite un altro lieve dislivello proseguiva verso destra. Il livello dell'acqua si abbassava fino a un paio di decine di centimetri, passando tra delle piccole rocce che affioravano appena sopra il pelo dell'acqua. Tramite qualche altro dislivello il corso si stabilizzava in un letto più ampio, profondo forse un metro. Il letto aveva sulla destra la scarpata che svariati metri più in alto dava probabilmente sulla strada che avevamo percorso. Sulla sinistra vi era una parte sopraelevata, forse una spiaggia, con degli arbusti.

"Dobbiamo andare di là, fidati!" Claudia indicò la spiaggia sopraelevata in fondo sulla destra.

"Oh, ok! Dobbiamo saltare le rocce tipo videogioco?" Indicai le rocce che affioravano dal corso d'acqua.

"Esatto. Tranquillo, sono larghe, andiamo!"

Attraversammo un tratto di spiaggia rocciosa che finiva su una parte sabbiosa e riprendeva a essere roccioso. Attraversammo quindi le rocce per passare dall'altro lato del letto del fiume. Queste finivano su un tratto con grosse rocce, un po' meno agevole, che infine si apriva sulla parte sopraelevata vista prima. Qui era abbastanza sabbioso e molto più agevole. Inoltre, gli arbusti fornivano un riparo dal sole e dall'ingresso della zona, formando una sorta di rifugio naturale.

"Ma che bellino che è qui!"

"Te l'ho detto! Ora dai, poggiamo la coperta all'ombra e mangiamo, che sto morendo di caldo...ma soprattutto di fame!"

Ci sistemammo, finalmente, sotto gli alberi e pranzammo.

"Ahhhh, qui si sta decisamente meglio." Commentai. "È più fresco, almeno un paio di gradi in meno della città."

"Certo, qui è sempre più fresco. E il corso d'acqua secondo me aiuta. Oltretutto trovo il suono dell'acqua che scorre così rilassante..."

"Concordo..." Chiusi gli occhi. C'era un leggerissimo vento e il suono dell'acqua era davvero rilassante. "Come l'hai scoperto questo posto?"

"Ci venivo ogni tanto con i miei, soprattutto da più piccola. Loro poi preferiscono il mare, quindi ormai non vengono più. Io invece lo trovo ancora un posto magico, a modo suo. E se riesci a venire quando è vuoto, anche molto rilassante. E poi anche senza auto, ci si può venire comodamente anche in moto."

"Giusto, avrei voluto scoprirlo prima." Un filo di vinto ci colpì ed ebbi un piccolo brivido. Avevo ancora la T-shirt sudata lungo la schiena a causa della giornata calda. "Mai sudato tanto come oggi. Ho tutta la schiena fradicia..." Nel dirlo, mi sfilai la maglietta e la poggiai su una roccia vicina ad asciugare.

"Davvero, anche io sono un pezzo d'acqua, poi questa camicetta non è che sia molto traspirante." Effettivamente sembrava di un tessuto sintetico, non il massimo, insomma. "Sarà bene che anche io la metta ad asciugare..."

"Ah, cazzo, ma hai lasciato il reggiseno in macchina, vero? Vuoi che te lo vada a prendere?" Mi offrii. Non mi sembrava giusto che lei dovesse soffrire in camicia mentre io ero bello tranquillo senza maglietta.

"Eh? No, ma sei scemo? Ho aspettato tutta la mattina per toglierlo, e ora me lo dovrei rimettere?!"

"Be', oddio...pensavo che il reggiseno fosse comunque più comodo ora della camicetta che hai addosso. O di sicuro più fresco." Feci spallucce.

"...eh?" Nel frattempo Claudia aveva slacciato qualche bottone della camicetta. "Sì, cioè...rispetto alla camicetta sarebbe sicuramente meglio. Ma..." Si bloccò e mi guardò interrogativa. "...scusami, forse non ho capito io. Ti dà fastidio se mi tolgo la camicetta?"

A quel punto, realizzai cosa intendesse. "...oh, no, no! Non avevo capito io, pensavo volessi tenerla per...scusa, errore mio!" Risi. "Figuriamoci se mi dà fastidio!"

"Ah be'. Dopo la tua sfuriata di stamattina a scuola mi sembrava strano..."

Claudia a quel punto finì di sbottonarsi e sfilò la sua camicetta, scoprendo il suo seno. Avevo sempre saputo fosse molto grosso, non si risparmiava con le scollature o gli abiti attillati sul seno, quindi le notevoli dimensioni non furono esattamente una sorpresa. Ma avendo fatto amicizia in autunno e essendo diventati più intimi solo da un paio di mesi, non avevo avuto modo di vederla nemmeno in costume, figuriamoci in topless.

Essendo ancora l'inizio della stagione calda, non vi erano segni di abbronzatura e tutta la pelle era ancora abbastanza chiara. Risaltavano, ovviamente, i capezzoli scuri e larghi che, complice probabilmente il vento che soffiava, erano leggermente turgidi.

"A questo punto mi spoglio direttamente e mi metto un po' al sole, visto che si sta così bene."

E detto ciò si alzò in piedi e sfilò la lunga gonna che aveva indosso, svelando un semplice perizoma color carne in cotone. Di primo acchito sembrava quasi nuda.

Prese un asciugamano e si mise al sole, iniziando a spalmare la crema protettiva su tutto il corpo.

Rimasi qualche secondo imbambolato dalla bellezza del suo corpo, e ovviamente lo notò.

"E dai, Samu, non hai mai visto una ragazza in topless?! Ti sei incantato!" Rise.

Mi ridestai. "No, no...cioè, è raro, ma ne ho viste. Scusami, ma hai proprio delle tette bellissime, mi sono un attimo incantato." Non era raro che ci facessimo complimenti, anche espliciti, e le sue nudità non mi creavano alcun disagio. Ma la trovai innegabilmente attraente, sebbene non in maniera morbosa.

"Lo so tesoro, le mie tette sono bellissime. Fanno sempre questo effetto sulle persone la prima volta che le vedono!" Scoppiò a ridere. "Dai, vieni qui al sole, guarda che si sta benissimo!"

"Sì, sì, arrivo". Mi alzai e presi un asciugamano.

"Ehm...scusa, ma resti così?" Mi guardò le gambe, ero ancora in jeans.

"Mah, sì, sto bene così." Mentii spudoratamente.

"Scusami eh, Samu...ma già sei pessimo con le bugie, poi se spari stronzate così grosse è fin troppo semplice beccarti. Qual è il problema?"

"No, no, nessun problema..." Tergiversai.

"...ti vergogni? C'è qualcosa di particolare di cui ti preoccupi? Tipo qualche cicatrice, qualcosa alla pelle...?" Mi guardò tra il preoccupato e l'interrogativo.

"No, no, ma figurati, niente del genere..."

"E allora proprio non capisco." Mi guardò fissa. "Non voglio dire che se io mi sono spogliata debba farlo anche tu eh, puoi rimanere così. È solo che...non è da te questa vergogna. Soprattutto con me. Sono perplessa...ma fai come ti senti più a tuo agio, ci mancherebbe!" Mi sorrise molto dolcemente.

"No, cioè, sì...hai ragione, è solo che..." Continuò a guardarmi mentre cercavo le parole.

"Ohhh, forse ho capito!" Esclamò Claudia, mettendosi a ridere. "Guarda che non importa se ti è venuta un'erezione, scemo! Mica mi offendo!"

"Eh?! No, ma che hai capito, non è quello!" Mi affrettai a correggerla. "Oh, sai che c'è? Fanculo, faccio prima se mi spoglio e basta."

Mi decisi a sbottonare i jeans e sfilarli. Il motivo del mio imbarazzo era che sotto i jeans indossavo un perizoma e, per qualche ragione, lo trovavo più imbarazzante che se non avessi avuto nulla.

Dal davanti magari non si notava, perché il suo sguardo era ancora perplesso. Decisi che era il caso di scoprire le carte (e il culo), quindi nel sistemare l'asciugamano le diedi le spalle.

"Ahhh! Era per questo, che ti stavi vergognando?!" Rise di gusto. "Ma dai, mi sento quasi offesa, pensavi ti giudicassi?!"

"No, non lo pensavo...è solo che è una cosa non proprio comune, quindi ero titubante. Poi so bene che tu, tra tutti, non avresti mai giudicato."

"Ma figuriamoci, appunto! Anzi...ti sta anche benissimo! Però, non pensavo che Intimissimi facesse perizomi da uomo!" La marca era evidente, visto che era scritta in grande sul capo intimo.

"Neanche io, l'ho scoperto per caso sul loro sito e ho deciso di provare." Feci spallucce. "Non li espongono mica, cosa credi?"

"È un peccato..." Claudia scrollò il capo. "Non vedo perché solo a noi donne debba essere concesso di sfoggiare il culetto." Ridacchiò.

"Sono d'accordo. Poi oh...per molte cose è anche più comodo. Tipo quando faccio sport o se, come oggi, ho dei jeans molto attillati."

"Lo so bene, cosa credi? Ne sono una grande utilizzatrice!"

Il discorso "perizoma" andò avanti per un po', mentre anche io mi premuravo di spalmarmi la crema solare, dietro coercizione di Claudia ("Proteggiti bene e non rompere le palle!").

Claudia si premurò anche di spalmare per bene la crema sui suoi seni, cosa che mi aspettavo che avrei trovato molto interessante. E lo era, per carità, ma solo perché le sue tette erano interessanti a prescindere da ciò. L'atto di spalmare la crema era così naturale che ci smisi di far caso immediatamente.

A un certo punto, decidemmo di metterci a studiare al sole. Claudia era molto più capace di me in filosofia, e studiare assieme si rivelò molto più semplice che farlo in solitudine.

"Ma...come cazzo è che spacchi così tanto in filosofia? Ho capito più in questa ora che in un anno con Cervi." (Cervi era il prof. di filosofia, NdA)

"Ma non è vero. È solo che a me presti più attenzione e in classe non ne hai voglia."

"Mah, mica tanto. Anzi, con te è più difficile concentrarsi considerando quanto mi distraggono le tue tette." La presi in giro.

"È qui che ti sbagli. Le tette forniscono un incentivo, non una distrazione." Ci mettemmo a ridere.

"Seriamente...io sto attento anche in classe, sei te che sei particolarmente brava."

"Be'..." Claudia si smosse i capelli in un gesto plateale. "Grazie caro, mi piace che mi vengano riconosciute le mie innate doti di insegnante."

Ridemmo ancora su questa riga per un po'. Poi Claudia si sollevò in piedi per stiracchiarsi un po' e si guardò intorno. Era pieno pomeriggio e non c'era ancora nessuno in giro.

Stiracchiandosi mi diede le spalle e mi presi quegli attimi per osservarle bene il sedere. Era abbondante, non per niente veniva spesso additata come "culona" da alcune ragazze della scuola (invidia?).

Lei, dal canto suo, non si era mai verognata delle dimensioni del suo sedere, anzi, tendeva a metterlo spesso in risalto con indumenti attillati. Quel giorno scoprii anche che non provava alcuna vergogna nemmeno per le smagliature e la cellulite, che d'altronde sarebbe stato irrealistico non avere su forme di quelle dimensioni.

Mi stupii in quel momento di come nonostante la trovassi incredibilmente attraente non avevo alcun accenno di erezione. Ero perfettamente a mio agio, probabilmente proprio perché per prima lo era lei.

"Non c'è ancora nessuno..." Commentò girandosi verso di me.

"Vero, evidentemente non conoscono in molti questo posto."

"Nah, lo conoscono, è che non è ancora il periodo in cui ci viene la gente. Di solito inizia a riempirsi a giugno. Comunque..." Si guardò nuovamente attorno. "Visto che non c'è ancora nessuno e che dubito che venga qualcuno proprio ora, che ne dici se ci facessimo un bagno?"

Questa volta colsi immediatamente il sottinteso. "Oh, oddio...si potrebbe. Dici che non ci becca nessuno?"

"Ti dirò...anche se fosse, qui ogni tanto qualcuno nudo l'ho visto anche in estate. Raramente eh...e comunque il massimo che ho visto è stato una sola volta che qualcuno chiedesse di rivestirsi, nessuno ha mai chiamato la polizia o i carabinieri."

"Allora non c'è problema, direi!"

"Rimaniamo di qua, così vediamo da lontano l'ingresso e se arriva qualcuno facciamo in tempo a vederlo, uscire, e coprirci."

A quel punto, Claudia si sfilò il perizoma senza aggiungere altro. Notai che era completamente depilata tra le gambe, ma distolsi immediatamente lo sguardo per non risultare molesto.

Mi alzai anche io in piedi e mi sfilai l'intimo, ridendo tra me e me su come stessi trovando molto più semplice denudarmi completamente rispetto al rivelare un perizoma.

A quel punto, mi avviai verso l'acqua, precedendo la mia amica. Cercai di farlo anche perché all'aria aperta mi stava venendo un'erezione e non volevo "sbandierarla".

"Certo che hai un culo da fare invidia a un sacco di donne!" Commentò Claudia, dietro di me.

"Oh, sì, lo penso anche io!" Risposi ridendo.

"Be', a questo punto me ne ero accorta che ne fossi consapevole! Vai vai, entra in acqua con calma, che ti squadro quel culetto fino all'ultimo secondo!"

"Onesto! In cambio dopo mi prendo la libertà di squadrarti le tette allora!"

"Perché, non l'hai già fatto?"

"Be', no, sai, non così spudoratamente come te adesso col mio culo!" Ero in acqua, mi fermai prima poter immergere il sedere e mi girai a guardarla.

Claudia mi applaudì platealmente. "Va bene, va bene, hai vinto tu! Fermo ancora un attimo..." Abbassò lo sguardo sul mio sedere un'altra volta. "Ok, adesso puoi immergerti!"

Avanzai ancora nel punto più profondo, dove l'acqua era comunque bassina arrivando a mezzo busto. Ma era sufficiente a nascondere quella che ormai era diventata un'erezione rampante, nonostante l'acqua gelida.

Mi immersi fino alle spalle e mi voltai verso di lei. Mi godetti l'intera camminata per entrare in acqua fissandole spudoratamente le tette, più di quanto avrei avuto bisogno, solo per ricambiarle il favore.

"Guarda che le tette sono davanti, non c'è bisogno che me le consumi tutte ora. Sono sempre davanti!"

Infine entrò anche lei in acqua e si immerse fino alla testa. Ne riemerse rabbrividendo (l'acqua di fiume era gelida!) e notai che i suoi capezzoli ora erano rigidissimi.

"Sì, lo so, diventano enormi quando ho freddo." Aveva notato che li avevo notati. "Cioè...non solo quando ho freddo. Be' ci siamo capiti..."

"Va be', ma è normale. Non vedo dove sia il problema."

"Lo so, lo so, mica me ne stavo lamentando eh!" Mi fece una linguaccia. "Anzi, tutt'altro..." Si prese le tette tra le mani e le soppesò, guardandosele languidamente. "Oh, Sam...ma secondo te, mi starebbe bene un piercing al capezzolo?"

"Claudietta, non mi prendere per il culo." La canzonai. "Non ti interessa se secondo me ti starebbe bene. Se me l'hai chiesto è perché hai già deciso!"

"...certo che ho già deciso! Ma era giusto per sentire il tuo parere. Lo sai che ho rispetto dei tuoi gusti estetici!"

"Oh be', allora sì. Secondo me ti starebbero benissimo. Ti farebbero anche un sacco porca!"

"Che non sarebbe così lontano dalla realtà..." Nel farlo tornò a guardarsi le tette, ma lo sguardo durante il percorso dalla mia faccia alle sue tette, si fermò nel mezzo. L'acqua era trasparente e la mia erezione si poteva notare. "EDDAI!"

Claudia mi diede una spinta bene assestata alle spalle, facendomi cadere gambe all'aria. "Mi hai vista nuda tutto il tempo e poi ti viene duro pensando a un piercing?!" Il tono di voce era scherzoso.

Mi risollevai lentamente, togliendomi l'acqua dagli occhi. "Sei una cogliona, ma secondo te?!" Questa volta la spinsi io. Quando si riprese e si rialzò, continuai. "Ce l'ho duro da quando mi sono spogliato. È stata l'aria aperta, non sono abituato!"

"Sì, va be', l'aria aperta..." Mi guardò con sguardo ammiccante. "Ci credo proprio eh!"

"Be', ora ho capito che sei gnocca e tutto, ma ho ancora dell'autocontrollo eh!" Ribattei con tono offeso.

"Va beeeeene...ti credo soltanto perché altrimenti saresti esploso già guardandomi le tette. Non è che col perizoma coprissi tanto, alla fine" Fece spallucce.

"Esatto. Tante storie per la gente nuda...non è che con i costumi copriamo troppo eh."

"Be', dai, voi uomini di solito sì. Usate dei cazzo di pantaloncini!" Fece uno sguardo che diceva chiaramente "Ma siete scemi?!"

"Ah, non guardare me." Replicai. "Frega un cazzo a me, io ho solo slip, super fuori moda. Vedi te se al mare devo stare più vestito che a casa."

"La parte peggiore sono le donne che incentivano queste stronzate. Cioè, oh, io voglio vedere le vostre belle gambine e i vostri bei culetti!"

Feci pallucce. "Non guardare me, ok? Di certo non mi faccio problemi a mostrare gambine e culetto!"

Parlammo ancora un po'. Il mio pene finalmente aveva deciso di calmarsi, quindi mi sentii finalmente a mio agio a poggiarmi fuori dall'acqua su delle rocce vicine.

Claudia mi mandò immediatamente di nuovo sulla spiaggia a prendere la crema solare ovunque. Le diedi ascolto, ustionarmi il pene suonava come una cosa molto poco piacevole. Ringraziai che dovetti farlo a quel punto, perché non avrei saputo come fare a spalmarmi la crema solare sul cazzo eretto senza farlo sembrare inappropriato!

Durante la conversazione, sentimmo dei rumore provenire dagli alberi dietro i nostri asciugamani. Non facemmo in tempo a renderci conto di cosa stesse succedendo che poco più in là spuntò una donna armata di vestitino a fiori, largo cappello di paglia e borsa da spiaggia.

Il panico non ebbe tempo di insinuarsi: istintivamente ci tuffammo in acqua per nascondere le nostre nudità. Nella commozione del momento, probabilmente, attirammo ulteriormente l'attenzione.

"State, state! Non c'è problema ragazzi!" La donna, che ci aveva ovviamente notati, fece un cenno con la mano e rise.

"No, no, è che siamo..." Iniziò Claudia.

"Nudi, lo so, vi ho visti eh!" Rise ancora. "Se non dà fastidio a voi, ovviamente, potete pure restare nudi."

"Ehm..." Guardai Claudia. Per me era decisamente una situazione insolita.

"Be'...già per me non ci sarebbe problema, poi tra donne..." Mi sorrise Claudia. "Ma se a te imbarazza, ci rivestiamo."

"Signora, è sicura che non ci sia problema? Non vorrei darle fastidio, davvero."

La donna formò una "O" con la bocca, fingendo stupore. "Sì, ma a due condizioni."

"Cioè...?"

"Che mi lasciate un po' dell'ombra sotto gli alberi e che soprattutto nessuno di voi due osi chiamarmi nuovamente 'signora'. Mi chiamo Giusy e gradirei anche mi deste del tu...non sono così vecchia!"

Enunciammo anche noi i nostri nomi. "No, ma figuriamoci!" Aggiunsi. "Era solo perché è più...sei più grande di noi. Poi se posso tenere il 'lei' fuori dalla scuola, lo faccio più che volentieri!"

"Oddio, ma andate ancora a scuola?!" Giusy sembrava preoccupata.

"Per poco...un paio di mesi e abbiamo finito." Replicò Claudia in fretta.

"Bei tempi i vostri..." Sospirò. "Dai, non fatevi problemi, io mi metto qui e voi state pure comodi."

Giusy poggiò la sua borsa e iniziò a sistemarsi. Io e Claudia ci guardammo dubbiosi: non sapevamo se fosse il caso di approfittare della situazione e non volevamo correre dei guai. Proposi che probabilmente era meglio asciugarci e rimettere almeno l'intimo.

"Non so...ne vale la pena? Tanto ci ha visti oramai e ci vedrà di nuovo mentre usciamo." Replicò Claudia.

"Lo so, ma non vorrei dare fastidio, insomma. Ha detto che non c'è problema, ma magari è in imbarazzo."

"Scusami...Samuele, giusto?" Giusy si rivolse a me.

"Sì?"

Giusy aveva finito di poggiare le sue cose. Aveva ancora il suo vestito addosso ed era vicino al letto del fiume. "Mi spiace aver origliato la vostra conversazione, ma si sentiva proprio tutto. Il fiume fa da cassa di risonanza, credo."

Io e Claudia ci guardammo, stupiti. Giusy continuò. "Se vi ho detto che non c'è problema, è perché non c'è davvero alcun problema. Ne ho vista di gente nuda...due in più non faranno una gran differenza!"

"Scusami se te lo chiedo ancora, ma...sicura sicura?"

"Certo! Anzi, almeno mi rifaccio un po' gli occhi vedendo due corpi giovani, per una volta!" Si mise a ridere.

A quel punto, decisi che non era più il caso di farmi problemi e mi sollevai finalmente dall'acqua, mostrando il mio corpo nudo. Claudia fece lo stesso subito dopo.

Giusy ci guardò per mezzo secondo ognuno, ci fece un grande sorriso e applaudì scherzosamente.

A quel punto prese il telefono per fare delle foto ("Tranquilli, non vi inquadro mica!") e mentre faceva delle foto al panorama, uscimmo dall'acqua per andare ad asciugarci.

Essere nudo davanti a una donna ancora vestita di punto, inizialmente, mi dava una strana sensazione. Non proprio di disagio, ma di "inusualità", se esiste come termine. Non durò a lungo, comunque.

"Certo che il tempo è incredibile, questi giorni. C'è un caldo..." Giusy stava ancora scattando delle foto.

"Davvero, non sembra maggio, ma agosto." Replicai.

"Credo andrò a fare un bagno anche io, ora. Andrei verso le cascatelle, chiedo troppo se vi chiedo di dare un'occhiata alle mie cose?"

"Certo che no!" Rispondemmo all'unisono.

Giusy sfilò il proprio vestito e mentre sistemava il telefono e la sua borsa, potei osservarla.

Al di sotto, aveva un bikini che definire striminzito era un eufemismo. Il pezzo di sopra constava di due triangolini che coprivano a malapena i capezzoli, sostenendo il suo seno di medie dimensioni.

Il pezzo di sotto era un perizoma piuttosto ridotto. Era con i laccetti e i triangolini, sia l'anteriore che il posteriore, erano piuttosto ridotti.

Ora capisco perché non aveva problemi con le nostre nudità. Lei non era molto più vestita di noi.

"Vado di là, grazie per guardami la borsa."

"Figurati!" Risposi.

Si incamminò ma dopo qualche passo: "Ah!" Tornò verso di noi. "Questo non mi serve, inutile sporcarlo."

Giusy slacciò velocemente il proprio reggiseno e lo poggiò sulla sua borsa. Ci fece un occhiolino (o lo fece a Claudia?) e andò nuovamente verso le cascatelle a farsi il bagno.

"Devo chiederle dove ha trovato quel perizomino, lo voglio!" Commentò Claudia appena Giusy si allontanò a sufficienza.

"Lungi da me lamentarmene, sia chiaro, ma...a quel punto tanto vale star nudi!"

"Certo...ma tornerebbe utile nei casi in cui non si potesse star nudi."

"Uhm, vero, in effetti."

"Dovresti prenderne uno così anche tu!" Mi punzecchiò Claudia.

"Sì, e il cazzo dove me lo infilo?!" Ribattei.

"Scemo! Non uno uguale uguale, uno con un po' più di spazio sul davanti!"

"Se ci tieni così tanto, ne prenderò uno per farti contenta!" Le lanciai un bacio, prendendola in giro.

"Tesoro, ti ho davanti nudo, me ne fregherà granché!" Si mise a ridere. "Però seriamente...non staresti affatto male, lo dico senza malizia eh!"

"Può darsi..." Ragionai. "Ma non è una cosa propriamente accettata, non possiamo negarlo. Non lo trovo giusto eh, ma è così..."

"Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo..." Citò Claudia.

"Senti, Gandhi...lo so, hai ragione, ma non è mica così semplice. Io verrei additato come pervertito e qualcuno metterebbe in mezzo i bambini. Nah, il gioco non vale la candela." Feci spallucce.

"In effetti non hai tutti i torti...è un peccato che tu abbia ragione."

Ci stendemmo al sole, cercando di non addormentarci per continuare a dare un occhio alla borsa della nostra vicina di asciugamano. Riprendemmo a chiacchierare per restare svegli.

La conversazione, a un certo punto, virò su Giusy.

"Secondo te quanti anni ha Giusy?" Mi chiese Claudia.

"Oddio...non saprei, meno di quaranta sicuramente."

"Sicuramente. Dall'aspetto direi anche trentacinque, ma..." Si fermò un attimo per pensare. "Non so, hai presente quando ha detto che 'finalmente vede due corpi giovani'? Se fosse ancora trentenne si considererebbe anche lei giovane, no?"

"Oh...oddio, potresti avere ragione. Forse va verso i quaranta e se li porta molto bene? Non so...trentotto, trentanove...?" Proposi io.

"Mah, forse sì. Eppure quella frase mi sembra proprio da quarantenne...ma non può avere più di quarant'anni e dimostrarne dieci in meno, dai!"

"No..." Replicai ancora. "Massimo massimo quaranta e ne dimostra cinque in meno, dai. E mi sembra già esagerato."

"Ehm ehm." Sentimmo due colpetti di tosse alle nostre spalle. Eravamo stesi proni e dovettimo girarci per guardare. Era Giusy, imperlata d'acqua. "Sul serio ragazzi...dovreste stare attenti a chi vi ascolta quando parlate."

Per l'ennesima volta, io e Claudia ci guardammo sorpresi come dei cervi in autostrada.

Giusy rise di gusto. "Dai, dai, non avete detto nulla di male!" Rise ancora. "Quindi...ne dimostro trentacinque, ma pensate ne abbia quaranta, eh?" Nel frattempo rimase in piedi al sole, di fronte a noi.

Claudia si ricompose in fretta dallo stupore. "Direi proprio di sì, se ne avessi meno non avresti considerato noi 'giovani'. Spero di non sbagliarmi, altrimenti sarebbe una gran figura di merda!" Era sicura della sua supposizione.

"Non preoccuparti, ne ho di più, quindi mi avete fatto a prescindere un complimento. Ma ora dovete indovinare la mia vera età!"

Ci guardammo, azzardai io per primo. "Secondo me meno di quaranta, dai. Trentotto. Massimo trentanove."

"Naaah!" Esclamò Claudia. "Io dico quaranta o quarantuno, ma portati tremendamente bene."

"Bene, benissimo!" Giusy applaudì leggermente. "Ora potete riprovarci, ma senza mentire!"

Claudia inarcò un sopracciglio. "Nessuno di noi ha mentito. Non puoi averne che un paio in più di quaranta, dai."

"Quarantasei."

Spalancammo la bocca, sia io che Claudia. "Impossibile." Aggiunse Claudia. "Non ci credo mai nella vita!"

"Oh be', se non ci credete non ci posso far nulla."

Ci superò, andò verso la borsa e si chinò a novanta gradi per frugarci dentro. Non potei fare a meno di guardare. Giusy aveva un bel sedere, piccolo e tonico, probabilmente proprio di una persona sportiva, considerando anche la sua muscolatura tonica nel resto del corpo.

Sebbene fossi più un tipo da forme abbondanti, non potei fare a meno di apprezzare quello che era un corpo in perfetta forma sportiva.

Soprattutto quando mi offriva una visione così spudorata del proprio culo coperto - si fa per dire - da una minuscola striscia di stoffa.

"Ah! Eccola!" Giusy si rialzò con una tessera in mano. Si avvicinò a Claudia e gliela porse. "Giudicate voi!"

Guardammo assieme: era la patente di Giusy. Era del 1973. Aveva quarantasei anni.

"Non è possibile..." Claudia era incredula mentre le riporgeva la patente.

"E invece...!" Continuò a ridere. "Be', se una ragazza nemmeno ventenne mi dice che dimostro oltre dieci anni in meno, lo prendo come un enorme complimento!"

"Secondo me è notevole...ma pensandoci, non così impossibile." Ragionai a voce alta, mentre senza rendermene conto le stavo squadrando il corpo.

"Sì? E come mai?" Giusy era molto divertita, e ne aveva ben donde.

"Si vede che sei una persona sportiva. Chiaramente tenersi in forma fa invecchiare molto più tardi il corpo!"

"Oh, grazie, si vede che mi hai osservata bene!"

"Eh? Io? Ah, no, cioè..." Colto in flagrante, ancora.

"Sì, faccio tanto sport e sono istruttrice di pallavolo. Direi che non ho problemi a tenermi in forma!" Dal tono di voce era chiaramente fiera del suo corpo e felice dell'osservazione. "Ma c'è un altro trucchetto che non avete intuito..." Nel frattempo prese l'asciugamano e lo mise al sole, stendendosi a poca distanza da noi.

"Mi sfugge, onestamente..." Mentre pensavo, per la prima volta ebbi l'occasione di osservare i seni di Giusy, adesso davanti a me. Era sul suo asciugamano, sollevata sui gomiti e rivolta verso di noi, che eravamo seduti al sole.

"Dai, hai un chiaro indizio proprio dove stai guardando ora!"

"Eh, ma che cazzo oh!" Mi arrabbiai, con me stesso più che altro. "È tutta la giornata che mi beccate. Da vestite non siete così attente!"

Claudia rise di gusto. "Guarda che tu osservi un sacco la gente eh! E ce ne accorgiamo anche da vestite, solo che da nude o mezze nude fa un po' sorridere...sei così innocente!"

"Ma sì! Guarda che uno sguardo viscido lo si distingue subito. Si vede che mi stai guardando le tette come mi guarderesti la caviglia, tranquillo!"

Ci mettemmo tutti a ridere. Giusy aveva preso confidenza con noi a una velocità incredibile, noncurante dei diciassette anni di differenza.

"Ma, seriamente...le mie tette potrebbero essere un altro indizio sul come faccio a sembrare così giovane e attraente!" Attraente l'aveva aggiunto lei in autonomia. Non che avesse torto.

A quel punto mi sentii autorizzato ad osservarle con attenzione. Erano di medie dimensioni, perciò erano piuttosto toniche e non scendevano. I capezzoli erano piccoli e insieme alle modeste dimensioni del seno davano un piacevole senso di eleganza.

Pensavo stesse suggerendo che avesse ricorso alla chirurgia plastica. Ma non sembrava proprio quello il caso, a meno che il suo chirurgo non avesse un bisturi magico. Il seno era naturale, non c'era dubbio. Era tonico, certo, ma non così tanto da sembrare finto: un po' di effetti della gravità si notavano.

A quel punto, ebbi l'intuizione. Spostai lo sguardo sul ventre, perfettamente piatto, con un accenno di addominali e senza alcuna cicatrice. Capii.

"Non hai figli." Lo affermai, non era una domanda.

"Indovinato! È raro che una donna della mia età non ne abbia, ecco perché avete un'idea più vecchia delle quarantenni!"

"Ah!" Esclamò Claudia. "Quindi il trucco è non avere figli, ricevuto. Lo terrò a mente!"

"Sì cara. Vedo abbastanza bambini tutto il giorno...a casa ne faccio volentieri a meno."

Caduto il discorso, io e Claudia riprendemmo a studiare, lasciando Giusy a risolvere un sudoku.

Potei ritenermi di sicuro fortunato, quel pomeriggio. Avevo accanto a me una mia amica bellissima e nuda. Davanti a me una donna molto attraente e quasi nuda.

Più di tutto mi stupii di come il mio pene non sembrava reagire in maniera inappropriata, rimanendo al suo posto e non eretto.

Mentre studiavamo potevo lanciare delle fugaci occhiate alle due donne vicino a me, godere brevemente della loro bellezza e tornare a concentrarmi sul libro di filosofia senza particolari turbamenti. Tutto era molto naturale e anzi, mi sembrava che avere quei corpi così liberi davanti a me mi avesse privato di qualunque morbosità.

"Cosa state studiando di bello? Se non vi disturbo, eh!"

"Hannah Arendt, filosofia politica..." Replicai annoiato.

"Oh, accidenti, ma è roba interessante! Pensavo fosse affossati con Kant ed Hegel!" Giusy sembrava entusiasta.

Parlammo un po' di filosofia (sì, davvero), argomento di cui Giusy e Claudia erano particolarmente appassionate. Ma alla fine riuscii a tenermi anche io all'interno della conversazione.

"Ma quindi...siete in quinta liceo, giusto? Che liceo fate?"

"Scientifico." Rispondemmo all'unisono.

"Bello, ho fatto anche io lo scientifico!"

Scoprimmo che aveva frequentato il nostro stesso istituto, e parlammo un po' della scuola e dei prof che aveva avuto e insegnavano ancora lì.

"Ma..." Interruppi io. "Tu invece? Che lavoro fai?"

"Oh, non l'ho detto! Faccio l'insegnante di scuola dell'infanzia! Per questo vi dicevo che vedo abbastanza bambini da non volerne altri!"

"Accidenti...non potrei mai farlo come lavoro, impazzirei! I bambini sono così...difficili." Replicò Claudia.

"Lo sono, credimi. Sono anche molto carini, quando vogliono. Ma solo quelli degli altri." Ridemmo. "Solo che questo lavoro mi mette in una posizione...delicata, ecco."

"...cioè?" Chiesi io.

"Diciamo che devo stare attenta a non prendere nulla di più di una multa per eccesso di velocità."

Io e Claudia la guardammo evidentemente perplessi, perché poi aggiunse. "Diciamo così...se non facessi un lavoro così delicato, vi avrei fatto volentieri compagnia togliendimo questi minuscolo perizoma!"

"Aaaaah!" Esclamammo all'unisono. "Però scusami...non sarebbe un problema anche se ti vedessero così, in teoria?" Incalzai.

"Un problema...forse, ma non legalmente. Stare in topless è legale, e i genitali sono coperti. Magari farei scandalo, ma sarei legalmente coperta. Il problema è se mi denudo dove non posso. Se qualcuno dovesse denunciarmi perderei molto probabilmente il lavoro!"

"Ma...non è giusto. Non sono mica atti osceni in luogo pubblico!" Esclamò Claudia.

"Lo so, ma che ci volete fare?" Giusy fece spallucce. "Così almeno posso dire ai Carabinieri che sono coperta...e faccio anche contento mio marito, che quasi quasi mi preferisce in perizoma invece che nuda." Si mise a ridere.

"Ma, a proposito!" Interruppe Claudia. "Ma se volessi un perizomino come quello...dove lo potrei trovare?"

"Oh, piace anche a te?!"

"È stupendo!" Ribattè Claudia.

"L'ho preso su questo sito internet..." Citò un noto shop online di sex toys e intimo.

"E immagino che il reggiseno fosse coordinato?"

"Più o meno! Stessa collezione, ma venduto a parte. Se ti interessa solo il perizoma, puoi prendere solo quello!"

"...ma io prenderei anche il reggiseno, mi piace un sacco anche quello! Ma non so se mi sta..."

"Oh, secondo me ti sta eccome! Non sembra, ma sta al suo posto più di tanti reggiseni più ingombranti!"

"Oh, non saprei..." Ribattè Claudia. "Io di roba da coprire ne ho tanta." Rise. Effettivamente i suoi seni erano molto grandi, capivo il dubbio.

"Secondo me ti sta. Alla fine non è che prova a sollevarti le tette, compito che fallirebbe miseramente qualunque reggiseno. Si adatta al seno e copre il capezzolo. Tutto qui."

"Eh, che è un po' il problema!" Claudia sollevò le sue tette con le mani. "Non so se riuscirebbe a coprire anche i miei, di capezzoli!"

Ridemmo tutti quanti. Poi Giusy continuò. "Sono grandi, ma non così tanto, dai! Ascolta, vuoi provarlo? Ti farei provare anche il perizoma, ma non sarebbe troppo igienico..."

"Sul perizoma sono tranquilla che mi starebbe...il reggiseno un po' meno, quindi proverei!"

Seguì una scena a metà tra il sexy e il comico.

Giusy prestò il suo reggiseno a Claudia, che indossò pur senza alcuna parte di sotto, in una sorta di topless al contrario (bottomless?).

Il reggiseno, in effetti, riusciva a coprirle efficacemente i capezzoli (e poco altro), e rimaneva sorprendentemente al suo posto anche durante movimenti, saltelli e pose varie.

"Se posso dirlo..." Iniziò Giusy. "Con questo reggiseno sei molto sexy, più che in topless!"

"È vero." Commentai cercando di suonare il più oggettivo possibile.

"Non so...Sam, mi fai una foto? Voglio vedermi!"

Procedetti. La feci col mio telefono, e lei era nuda sotto la vita. Oggi mi rendo conto di quanto il fatto che lei non mi abbia mai chiesto di cancellare quella foto (cosa che ho comunque fatto, ovviamente) o non me l'abbia fatta direttamente scattare col suo telefono fosse un atto di incredibile fiducia.

"Oh...cazzo, ma mi fa delle tette incredibili! Pensavo l'effetto che facevano su di te fosse dovuto al fatto che le tue sono più sode e sollevate, ma funziona anche con me."

"Te l'ho detto!" Aggiunse Giusy. "Copre il giusto, mette in risalto il resto...ero certa che su di te che le hai enormi sarebbe stato perfetto!"

"Dai, non sono enormi!" Fece la finta modesta, Claudia, mentre si toglieva e restituiva il reggiseno. Le dimensioni del suo seno erano davvero notevoli, soprattutto in risalto sulla sua vita stretta.

"Ragazze, se poteste smetterla di farvi saffici complimenti alle reciproche tette ve ne sarei grato. Ok che ho autocontrollo, ma ho un limite anche io!" Le ripresi scherzando.

"...mi hai dato della ragazza?!" Giusy si rivolse a me con teatrale commozione.

"Dai, una trentenne possiamo ancora definirla ragazza, no?" La adulai volontariamente.

"Smettila di adularmi! Sono una donna sposata, non mi avrai!"

"Perché? I complimenti li faccio a chiunque li meriti, mica solo alle donne con cui voglio scop...fare sesso!"

"Guarda che ho più di quarant'anni..." Continuò Giusy. "Non mi scandalizzo se dici 'scopare'!"

"Comunque Sam dice la verità, se c'è una cosa in cui è bravo e fare complimenti sinceri senza secondi fini!"

"Aspettate, ma..." Giusy ci guardò. "Voi non state assieme, siete amici!"

"...sì, esatto." Rispose Claudia. "Non si capiva?!"

"...e nessuno di voi due è omosessuale?"

"Non che io sappia!" Risposi io, ridendo.

"Io...pensavo vi stesse trattenendo dalle effusioni perché ci sono io. Ma effettivamente nemmeno un bacino e il vostro canzonarvi a vicenda era più una cosa tra amici. Solo che la nudità e la nonchalance con cui vi fate complimenti anche espliciti mi aveva confusa."

Risi. "No no, solo amici! Non c'è proprio interesse romantico, non funzionerebbe mai tra noi due!"

"Be', mi fa piacere che una coppia di amici di sesso diverso riesca a essere così intima. È una cosa molto bella, davvero. E dice tanto di come avete un rapporto sano con nudità e sessualità...vi fa onore."

"Io...be', non è che ci abbia mai pensato." Risposi. "È un corpo nudo ed è attraente, ovviamente. Ma non è che per due capezzoli divento scemo, quindi non è così diverso dal vedere Claudia in costume, per dire, no?"

"Questo lo dici tu. E ti do anche ragione..." Replicò Giusy. "Ma credimi che non è un modo così ovvio di pensare. Tanti ragazzi fraintenderebbero anche un'uscita al mare perfettamente costumati, figuriamoci nudi!"

"Ma Sam su questo è imbattibile!" Claudia sorrideva. "Non ti fa mai sentire giudicata e non è mai inappropriato. Ed è sempre sincero...anzi, spesso anche troppo! Però almeno sei sempre certa che non ha secondi fini: è esattamente come lo vedi e pensa esattamente quello che dice!"

Le parole di Claudia mi fecero un enorme piacere, e infatti arrossii un po'. Continuò. "E poi è alla fine un timidone ed è completamente incapace di dire bugie! Gli voglio bene per questo!" Detto ciò mi abbracciò forte e mi sentii coccolato da quell'abbraccio, che ricambiai. Essere nudi, in quel momento, rappresentò una forte connessione e una forte fiducia, che non aveva nulla di sessuale.

Dopo questo atto di affetto, ci fu un attimo di silenzio. Non c'era più molto da dire e ci ristendemmo al sole. Giusy continuò il suo Sudoku, noi a studiare. Il pomeriggio si inoltrava, c'era ancora caldo ma il sole ormai stava calando.

Di comune accordo, io e Claudia decidemmo di rivestirci per andar via prima che calasse il sole. Giusy disse che sarebbe rimasta ancora un po', quindi la salutammo.

"Oh, bella comunque come gita fuori porta. Dovremmo venirci più spesso!" Affermai durante il viaggio di rientro.

"Sì certo, soprattutto quando sei circondato da tette." Mi rispose ridendo Claudia.

"Lo sai che non è per quello Cla, dai. Nonostante io sia un grande fan delle tue tette da sempre, sia chiaro."

"Lo so, lo so..." Continuò. "Però sì, ci sta. Ma la prossima volta stiamo più attenti alla gente che arriva. Ci è andata bene che Giusy fosse una a posto, ma non vorrei dover litigare con qualcuno."

"Hai ragione..." Concordai. "Ma...tu vieni spesso nuda qui?"

"No, qui no, di solito ci vengo da sola e non mi sembra troppo sicuro denudarmi. In tua compagnia è diverso...mi sento più al sicuro."

Fu un piacere constatare che Claudia contasse su di me e si sentisse al sicuro, ma dall'altro mi fece tristezza il fatto che non si potesse sentire al sicuro da sola.

"È un peccato, ma va be', ci torniamo assieme quando vuoi!"
 
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EnfantTerrible

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Che storia delicata e non avara di dettagli. Complimenti davvero. Letta tutta d'un fiato.
Ti ringrazio. I dettagli secondo me sono fondamentali per trasmettere le sensazioni del momento. Spero che la lentezza del racconto che ne consegue non annoi.
Davvero bella storia bravo scrivi bene
Grazie. Se notate errori, refusi, e cose del genere, potete farmeli notare!
 

DoubleDuck

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Davvero un bel racconto diciamo una specie soft erotico se posso, mi dato un senso di pace dei sensi e di rispetto del corpo umano sia maschile che femminile.
Spero che ne racconterai altri bravo👍
 
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Ringrazio tutti per i complimenti sulla scrittura, ovviamente fanno piacere!

Davvero un bel racconto diciamo una specie soft erotico se posso, mi dato un senso di pace dei sensi e di rispetto del corpo umano sia maschile che femminile.
Spero che ne racconterai altri bravo👍

L'idea che volevo dare era proprio questa: qualcosa di erotico ma in maniera realistica...e la realtà è spesso più delicata della fantasia.

Non dico che mancheranno anche parti un po' più dirette ed esplicite, tutt'altro. Ma seguendo più o meno un ordine cronologico e dei fatti reali...semplicemente il sesso non è presente ogni giorno e non è sempre interessante da raccontare (anche se è sempre interessante da vivere!).

So che qui vanno un po' più di moda racconti espliciti e diretti, dove il sesso è sbattuto in faccia subito e violentemente. E va benissimo così, a ognuno il suo! Spero che però un racconto un po' più lento e descrittivo possa far piacere a una fetta di pubblico.

E sempre ricollegandomi al commento di @DoubleDuck , vorrei trasmettere un rispetto del corpo umano di cui credo tutti avremmo bisogno. L'attrazione erotica e sessuale è sacrosanta, spesso inevitabile, e nulla di cui vergognarsi o da nascondere. E la si può vivere, secondo me, nel rispetto del prossimo e senza morbosità e ossessione.

Seguiranno altri racconti, ovviamente, e per un paio di capitoli non ci sarà molto da aspettare, le bozze sono già pronte. Poi probabilmente rallenterò un po': ho un lavoro, come molti, e in più i racconti (almeno le bozze) li faccio preventivamente leggere ai personaggi per correttezza per poter correggere o rimuovere dettagli.
 
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EnfantTerrible

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Lieto vi sia piaciuto, quindi parto con la prima parte del secondo capitolo! Ho deciso di dividere in più parti un po più corte, così magari la lettura è un filino più scorrevole. Se pensiate sia ancora troppo lunga e preferite spezzare in parti più piccole fatemelo sapere :)

Ho cercato di fare qualche aggiustamento all'impaginazione, soprattutto per quanto riguarda le chat. Siamo dei gen-z, c'è poco da fare, tanti discorsi passano dalle app di messaggistica. Quindi mi sembrava il caso di impaginarle bene nei limiti del possibile.

Infine, prima di iniziare, vorrei dirmi che mi farebbe piacere sentire le vostre opinioni, sensazioni, pareri...un po' di partecipazione alla discussione non dispiacerebbe affatto! Inoltre mi darebbe modo di aggiustare il tiro nella narrazione e nella selezione degli episodi da raccontare, se dovesse rivelarsi necessario.

Capitolo 2​

Parte 1​

Altre due persone di cui non ho ancora parlato sono Carlotta e Michele. Insieme a me e Claudia, eravamo un quartetto di amici davvero molto affiatato.

Stavano assieme e uscivano assieme a me e Claudia. Sembravamo quasi una "doppia coppia", sebbene non ci fosse nulla di romantico tra me e Claudia. Ma nelle rare occasioni in cui Carlotta e Michele decidevano di fare i piccioncini, io e Claudia potevamo stare per i fatti nostri senza essere a disagio.

Frequentavano un altro istituto, il liceo artistico della città, e ultimamente Carlotta era stata un po' assente a causa una serie di interrogazioni tremende che aveva dovuto sostenere per recuperare una serie di voti bassi. Era una ragazza molto intelligente, ma non aveva mai voglia di studiare, quindi a maggio era abbastanza comune che arrivasse con l'acqua alla gola. E la pressione per gli esami di stato da parte dei docenti non aveva aiutato.

Io e Claudia nel frattempo eravamo andati un altro paio di volte al fiume (e una volta avevamo incrociato di nuovo Giusy, con la quale decidemmo di scambiarci il numero di telefono). Dopo l'imbarazzo iniziale del primo giorno, le due volte successive ci eravamo denudati direttamente e la cosa stava piacendo molto a entrambi.

Poi era seguita una settimana di pioggia quasi ininterrotta, che aveva fatto saltare qualsiasi piano per qualsiasi tipo di gita fuori porta, figuriamoci le nostre scampagnate al fiume. Dopo la pioggia e un paio di giorni di temperature ancora fresche, ricominciò a fare un caldo estivo che poteva essere benissimo scambiato per il caldo di luglio.

Carlotta: Cicci, indovinate un po'?! HO FINITO!

Samuele: T'hanno bocciata alla fine?​

Carlotta: Ma che cazzo dici.

Ho recuperato tutto raga. TUTTO.

Claudia: Carlita...lo sai che ci sono ancora gli esami di stato da fare, vero?

Carlotta: CAZZOMENE DEGLI ESAMI DI STATO

Oh raga, sul serio, una volta ammessa sono in una botte di ferro, poi gli esami si fanno.

Samuele: Lo sai che gli esami di stato sono su TUTTO IL PROGRAMMA, sì?​

Carlotta: E su cosa credi mi abbiano voluto interrogare sti giorni?

Mi hanno chiesto pure Kant. CAPITO? KANT!

Michele: Raga, posso confermare, l'hanno stesa. A momenti le chiedevano pure gli assiri e i babilonesi...

Questa è così stronza che agli esami di stato prenderà più di me, ve lo assicuro.

Claudia: ...che spreco di cervello...

Carlotta: Ma quale spreco? Io così lo uso meno a scuola e di più per le cose davvero importanti!

Samuele: Tipo...? Perché sai, non ti ho vista spesso usarlo...​

Carlotta: COGLIONE

Tipo organizzare la nostra vacanzina post-diploma, avete presente? A chi è che l'avete sbolognata?

Michele: @samuele ahia...

Samuele: Touché​

Claudia: Ma quindi...torni tra noi? Possiamo vederti in carne e ossa?

Carlotta: RAGA FORSE NON AVETE CAPITO

IO NON APRO PIÙ LIBRO (fino alla settimana prossima).

Michele: Quelle parentesi mi hanno fatto tirare un sospiro di sollievo.

Claudia: Allora domani siete liberi, VERO?????????

Carlotta: Azz, già domani? Sei così impaziente cuoricino mio?

...sì, ci siamo, tranquilla!

Claudia: Domani andiamo al fiume, bon, deciso. Pranziamo lì. Chiedo la macchina a mia madre.

Carlotta: Oh, wow, mi avevi detto che ci andavi ogni tanto, vero! Dai, ci sto!

Michele: Sì certo. Ma si può anche fare il bagno, tipo?

Samuele: Certo che sì, c'è l'acqua!​

Michele: No, dico, non è pericoloso? Sai, nel fiume ci affoga spesso la gente...

Samuele: Ahhhh, no no, tranqui! È più un torrente, acqua bassa, non affoghi nemmeno se ti impegni.​

Michele: Allora sì, ci sto.

Ci organizzammo quindi su come e quando incontrarci il giorno dopo, poi contattai Claudia in privato.

Samuele: Cla...ma ci portiamo i costumi domani, vero?​

Claudia: Certo che sì, dai! Non possiamo spogliarci davanti a loro ahahah

...non subito, insomma.

Samuele: No no, chiaro, chiedevo per conferma.

...posso dire che un po' mi spiace?​

Claudia: Dai Sam, le mie tette si vedono bene anche in costume, non preoccuparti!

Samuele: ...sai che il mondo non gira tutto attorno alle tue tette, vero? Capisco che con quella massa creano un discreto campo gravitazionale, ma insomma, non esageriamo!​

Claudia: ...ooooook

Sì, spiace anche a me, ma oh, pazienza. Non è che si può sempre fare nudismo.

Sebbene fossimo molto a nostro agio con Michele e Carlotta, non avevamo con loro la stessa confidenza che avevamo tra di noi io e Claudia.

Non significava che tale confidenza non potesse nascere, ma in quel momento non ci sembrava l'idea migliore denudarci così, senza passare dal Via.


***
Il giorno dopo andammo a prendere da scuola Michele e Carlotta, e ci dirigemmo in auto verso il fiume.

L'atmosfera era molto allegra. Carlotta poi era un fiume in piena, finalmente salva dall'incombenza delle interrogazioni. Parlava a ruota libera e ci raccontava le sue mirabolanti avventure scolastiche.

"Dai dai raga, non vedo l'ora di farmi un bagno!" Disse Carlotta.

"Io voglio solo stendermi al sole e morire. Poi raccoglietemi in serata." Disse Michele.

"Dai, non fare il guastafeste!" Lo rimproverò Carlotta. "È una vita che non ci vediamo, dobbiamo divertirci!!!"

"Io mi diverto benissimo dormendo eh, ma se proprio ci tieni." Michele fece spallucce.

Arrivammo quindi al fiume tramite il solito percorso. Anche Michele e Carlotta furono entusiasti del posto, così vicino alla città ma che permetteva comunque sia il bagno di sole che il bagno in acqua.

Andammo al nostro solito posto, dove al momento non c'era ancora nessuno.

"Accidenti, ma siamo solo noi?!" Disse Carlotta, entusiasta.

"Sì, be', di solito non c'è troppa gente e qui in questo posto è ancora più isolato." Risposi.

"Ma è una figata!"

Carlotta poggiò il proprio zaino per terra e iniziò a stendere il proprio asciugamano. La seguimmo tutti a ruota.

Sulla scia del proprio entusiasmo, fu sempre Carlotta la prima a spogliarsi. Era una ragazza dalle forme abbondanti, in evidente sovrappeso, ma non se ne era mai vergognata, anzi: di solito mostrava le sue forme sfacciatamente.

A scuola era venuta con un vestito lungo color ocra molto svolazzante che sicuramente la teneva al fresco. Lo slacciò e se lo sfilò, sfoggiando un bikini azzurro molto carino. Sopra aveva delle coppe che cercavano di contenere i suoi seni molto abbondanti (fallendo miseramente), sotto aveva dei laccetti a tenere un triangolo che...copriva il necessario e poco più. Quando si girò per sistemare il vestito nello zaino fu chiaro a tutti che era un perizoma e che non faceva nemmeno finta di coprire il suo enorme sedere.

"E quello da dove salta fuori?!" Commentò Michele con gli occhi di fuori alla vista del culo della propria ragazza.

"Dal mio culo?" Alzò un sopracciglio Carlotta, guardandolo con sfida.

"Sì be', quello l'abbiamo notato tutti. Ma dove l'hai preso?!"

"Su internet, cos'è, mi sta male?" Carlotta lo disse ironicamente, non ammetteva chiaramente risposte negative.

"No, no, anzi..." Iniziò Michele.

"NON CI CREDO!" Lo interruppe Claudia. "Abbiamo lo stesso costume!"

Nel frattempo anche Claudia si era spogliata. E sì, avevano quasi lo stesso costume. Il perizoma era identico, ma il reggiseno di Claudia erano solo dei piccoli triangolini. Era quello che aveva provato con Giusy, solo di un colore diverso.

Nel frattempo anche io e Michele ci eravamo spogliati, entrambi con degli slip. Lui uno slip nero molto semplice, sportivo (ma d'altronde era un nuotatore), io un simpatico slip con delle paperelle disegnate.

"Be', non proprio!" Rispose Carlotta. "Con quel reggiseno io non ci copro nemmeno i capezzoli!"

"Be', e con quei perizomi non ci copri mica il culo, quindi non mi sembra un problema!" Rispose Michele.

E aveva ragione. Sebbene avessero lo stesso modello di perizoma, il sedere molto più abbondante di Carlotta lo faceva completamente scomparire in mezzo alle natiche.

"Cos'è, mi preferivi con quello a triangolo?" Carlotta le lanciò un occhiolino.

"...sì!" Michele era decisamente eccitato alla vista della propria ragazza così svestita.

"Dai, Mic, sii realista! Le tiene a malapena a me, non riuscirebbe mai a tenere le tettone di Carlita! Uscirebbero sempre fuori!" Claudia forse aveva ragione, oltre a essere grandi, essendo tutto il suo corpo più abbondante sarebbe stato sicuramente più difficile contenerle.

"Sì, be', sono sicuro che è proprio quello che vuole Mic!" Lo punzecchiai.

"Ma non è vero!" Rispose Michele, finto offeso. "Tanto le posso comunque vedere quando voglio, non è mica per quello!"

Io e Claudia facemmo una grossa O con la bocca, prendendo in giro la coppia. "...quando vuoi? Addirittura?!" Canzonò Claudia.

"Cosa c'è? Son tette oh, mica segreti di stato!" Ribatté Carlotta. "Le tette son fatte per essere apprezzate!" Continuò con sguardo di sfida.

"E io apprezzo sempre! Dal vivo, in foto, in video..." Ridacchiò Michele dopo di lei.

"Hai capito Carlita! Falle apprezzare anche a noi allora!" Rimpallò Claudia.

"Non se ne parla!" Carlotta replicò facendo la linguaccia. "Non ti darò questa soddisfazione a meno che tu non le rendi di pubblico dominio per prima!"

Seguì un istante di silenzio che forse notai solo io. "Se lo faccio, però, poi lo fai anche tu. Non ti tiri indietro!"

"Uh, fai sul serio?" Carlotta inarcò un sopracciglio. "Guarda che non ho problemi, io!" Fece cenno di "no" con il dito indice davanti al volto.

"Ah, perché pensi io ne abbia?" Incalzò Claudia. "Dammi il via, e il mio reggiseno vola alla velocità della luce."

"Vai, allora, toglilo!" Carlotta la sfidò.

Claudia slacciò velocemente il reggiseno dietro la schiena e lo sfilò lungo la testa, rimanendo in topless. Per me ormai era una visione normale, ma Michele sicuramente ebbe un attimo di stupore. "Finalmente!" Sospirò, libera dalle costrizioni. "Bene. Tocca a te."

Carlotta e Michele erano a bocca aperta, stupiti. Io, invece, me la ridevo sotto i baffi.

"Stiamo aspettando..." Incalzai io. Mi trattenni dallo scoppiare a ridere.

"Sì infatti, stiamo aspettando!" Mi venne in soccorso Michele.

"Hey, tu da che parte stai?!" Chiese ironicamente Claudia.

"Sempre dalla parte giusta, quando si tratta delle mie tette." Rispose Carlotta, facendo spallucce. "Oh be', non mi aspettavo avresti fatto proprio zero storie, ma come ho già detto, per me non c'è problema."

Carlotta slacciò prima i laccetti dietro il collo, lasciandoli cadere in avanti, poi portò le mani dietro la schiena per sciogliere l'ultimo nodo e sfilò il reggiseno. Le sue tette erano enormi, e quello l'avevamo intuito tutti, ma effettivamente aveva dei capezzoli così grandi che il reggiseno di Claudia avrebbe fatto seriamente fatica a coprirli.

"...Mic, posso rubarti la ragazza per qualche giorno? Giuro che te la restituisco poi, giusto il tempo di divertirmi con quelle tette!" Claudia non nascondeva l'apprezzamento verso i seni di Carlotta.

"Non sono una persona troppo gelosa...quindi se ci tieni così tanto, come potrei mai dire di no a un'amica!" Rispose Michele ridendo.

"Hey, state facendo i conti senza di me!" Intervenne Carlotta. "Non sono una a cui piace fare preferenze, se ci faccio giocare Claudia, deve avere la stessa opportunità anche Sam!"

"Grazie tesoro, pensi sempre anche a me!" Le feci un cuore con le mani in segno di affetto.

"...quel che è giusto è giusto." Michele fece spallucce. "Basta che poi me la riportate indietro intatta."

"AMORE! Fai almeno finta di opporti!" Carlotta lo rimproverò scherzosamente.

"Non potrei mai! Corpo tuo, scelte tue!"

"...stronzo, son queste cose che dici che mi fanno diventare scema." Alzò gli occhi al cielo e scosse la testa, ma aveva chiaramente un sorriso compiaciuto.

Continuammo a scherzare sulle tette di Carlotta per un po', ormai oggetto principale dell'attenzione di noi altri tre.

"Ragazzi...cioè, io sono contenta che le mie tette vi piacciano tanto. Però è ingiusto nei confronti di Claudia. Io ho le tette grosse anche perché sono grassa...lei ha delle bombe che non hanno senso!"

"Non lo so Carlita...le tue mi attirano di più, mi sembrano più...voluttuose!" Fu Claudia stessa a rispondere.

"Che vuol dire...tu non puoi fare paragoni, è ovvio che sei attratta dalle tette degli altri più che dalle tue! Lascia parlare i non tette-muniti!" Replicò Carlotta.

"Io direi anche la mia..." Intervenne Michele. "...ma poi direste che sono di parte." Scrollò le spalle.

"Saaam, contiamo tutti sulla tua opinione allora!" Claudia mi guardò con un sopracciglio sollevato.

"Oh, andiamo!" Mi lamentai. "Perché dovete proprio farmi scegliere?! Le tette sono tutte belle!"

"Dai, non mi offendo mica se dici che quelle di Claudia sono meglio!" Carlotta mi fece un occhiolino. "Nessuno sano di mente direbbe il contrario!"

"Ma no, non è vero!" Risposi. "È che sono tette diverse, non vedo perché dovrei fare una scelta."

E non stavo mentendo.

Sebbene Claudia, essendo più magra e avendo la vita più stretta, aveva delle bombe - come le aveva definite Carlotta - che risaltavano molto sul suo corpo, i seni di Carlotta non erano affatto spiacevoli, anzi. Il suo corpo era in generale più abbondante, e questo le donava delle tette davvero grandi e con cui sembrava ci si potesse davvero divertire un mondo.

"Dai, se proprio dovessi fare una scelta, con una pistola puntata alla testa, quali sceglieresti?" Claudia insisteva.

"Uff, morirei nell'indecisione, credo! Non posso averle tutte e basta?!" Risposi ridendo.

"Perché devi fare l'ingordo..." Claudia ridacchiò e scosse la testa.

"Te la giro in un altro modo!" Continuò Claudia. "Se potessi farti un giro con solo una di noi due, e basandoti solo sulle tette, chi sceglieresti?!"

"E dai, te l'ho già detto, non posso scegliere!"

"EH NO! Non fare l'ignavo!" Insistette Carlotta. "Giuro che se scegli le mie, ti ci faccio fare davvero un giro!" Rise.

"Va be', ma allora così sarebbe scorretto, è ovvio che sceglierei te!"

"Amore, posso far divertire un po' Sam se sceglie le mie tette?" Carlotta si rivolse al proprio ragazzo.

"Certo, non c'è problema!" Michele rispose prontamente.

"Visto? Ti garantisco che so come usarle, ti divertiresti un sacco!" Carlotta scherzava...ma aveva il suo tono aveva un lieve accenno di serietà che mi spiazzò.

"Posso fartici giocare anche io...ma non so, mi farebbe troppo strano!" Rispose Claudia, ridendo. "Però se vuoi palparmele, così, per la scienza...non c'è problema!"

"Io...vi odio!" Alzai le mani al cielo. "Non mi date false illusioni solo per farmi fare una scelta scomoda!"

"Nessuna falsa illusione, guarda che siamo serie." Fu Claudia a incalzare. Lei ero ancora sicuro stesse scherzando.

"A quel punto però non potrei fare un torto simile a Mic..."

"Guarda che non c'è problema per me. Non sono mica geloso eh!" Michele ridacchiò. Ma anche lui sembrava serio.

"...non sto capendo quanto siete seri o meno..." Iniziai a essere preoccupato ed eccitato contemporaneamente...

"Daaai, troppa pressione in così poco tempo, facciamo una tregua!" Disse Carlotta. "Ma grazie per aver addirittura messo le mie tette al pari di quelle di Claudia! Quasi quasi ti credo!" Mi lanciò un bacio.

Le disquisizioni sulle tette delle donzelle del gruppo si interruppero, e come ci si aspetterebbe da un gruppo di maturandi, iniziammo a parlare di scuola.

I seni di Carlotta mi distrassero per un po', essendo una novità. Ma come era abitudine nel nostro gruppo, nessuno si vergognava di guardare l'altro e nessuno lo faceva con particolare morbosità. E con questo atteggiamento, dopo qualche minuto in cui mi soffermai spesso su questo o quel dettaglio dei suoi seni, averceli nudi davanti era diventata velocemente una cosa normale.

"Ok, bagnetto?" Propose Carlotta.

"Certo!" Replicai entusiasta.

"Raga...occhio che è fredda." Intervenne Claudia

"Va be', sì, un po', ma ho provato di peggio."

"No, Sam, fidati. Ha piovuto una settimana, sarà gelida. Immergetevi piano."

Non aveva torto. Ci avviammo verso il letto del fiume, e immergendo i piedi capimmo subito a cosa si riferiva.

"Ma è gelida!" Esclamai.

"Te l'avevo detto!" Claudia fece spallucce.

"Ma sì, è giusto più freschina del mare." Carlotta avanzò imperterrita, immergendo gradualmente tutto il corpo finché non arrivò al centro del letto e si immerse completamente. La guardammo stupiti.

"...tu sei scema forte!" Esclamò Claudia.

"Lei il freddo non lo sente mai. Anche la doccia, sempre gelida." Rispose Michele.

"Esageraaaati! Dai che si sta benissimo!" Esclamò Carlotta.

Lentamente, anche noi altri cercammo di immergerci, con svariate difficoltà. Michele dopo un po' decisi di abbandonare la cautela e buttarsi.

"Brrrrr!" Esclamò Michele dopo essersi immerso.

"Quante storie...è un po' fredda, ma ci si abitua subito." Carlotta riemerse dall'acqua, si mise in piedi e ci fece cenno con una mano. "Dai dai, non è fredda come pensate!"

"Carlotta...il tuo corpo la pensa diversamente." Le feci notare.

"Oh, non iniziamo con la storia della congestione, mi basta mia madre..."

"No no, quale congestione! È che i tuoi capezzoli per il freddo sono diventati praticamente degli attaccapanni!" La canzonai.

Carlotta si guardò il petto. "Oh, vero." I suoi capezzoli, già grandi di loro, a contatto con l'acqua gelida erano diventati enormi. "Ma io non ho così freddo, giuro!"

Alla fine, tra una lamentela e l'altra, riuscimmo tutti quanti a immergerci nell'acqua gelida del torrente. Una volta immersi, non era così terribile e dava un piacevole sollievo dal caldo asfissiante che c'era quel giorno.

"Quindi..." Esordì a un certo punto carlotta. "...tu ti metti spesso in topless, vero?"

"...cosa te lo fa pensare?"

"A parte che non hai segni del costume...ma va be', è ancora presto, non sei tanto abbronzata, poi ci sono le lampade...ci sta. Più che altro il tuo 'Finalmente!' di prima ti ha tradita!"

"Ahhh, vero! Comunque sì, sono abbastanza abituata a stare in topless. Direi che per me è la normalità."

"Oh, davvero? Ma...ovunque?!"

"Oddio, dipende, ma di base sì. Cioè, non lo farei mai, che ne so...in Turchia, ovviamente!" Rispose saggiamente Claudia. "Però per il resto...sì, il reggiseno lo uso poco."

"Ma..." Carlotta ci pensò un momento. "Anche con i tuoi?"

"Be'...sì, non è che sia mai andata in vacanza da sola fin'ora, no?"

"No, no, certo...solo che con i propri genitori mi fa un po' strano. I miei non credo sarebbero troppo d'accordo!"

"Va be', Carlita...quello è un altro discorso." Rispose Claudia. "È questione di abitudine. Io ho imparato a stare in topless perché sia mia madre che mia sorella l'hanno sempre fatto!"

"Ahhhh!" Esclamò Carlotta, sorpresa. "Così è tutto più chiaro, è una cosa di famiglia, possiamo dire!"

"Sì, qualcosa del genere." Claudia fece spallucce. "Poi di base andiamo in posti non troppo affollati, non ci piacciono posti come la Riviera Romagnola. In Sardegna, Corsica, posti così...non è che sia così insolito, ecco."

"Ah, ecco, volevo vederti a Riccione a fare lo stesso!" Esclamò Michele, questa volta.

"...guarda che l'ho fatto anche lì, le poche volte che ci sono andata! Magari rimettevo il reggiseno per andare al bar, ecco, quello sì..." Claudia fece nuovamente spallucce.

"...Cla, ma posso venire sempre con voi in vacanza? I miei fanno facce strane anche quando scopro troppo le gambe."

"Tesoro, ti devo ricordare che quest'anno siamo in vacanza assieme? E che hai organizzato tutto tu?!"

"Ah!" Carlotta si colpì la fronte con una mano. "Che stupida, è vero!"

Il discorso andò avanti ancora per un po', senza nulla di troppo interessante. Finché:

"Ma..." Carlotta si rivolse a me e Claudia. "Voi da quant'è che non scopate?"

"Ma ancora?!" Replicai io. "Noi-non-scopiamo, pensavo fosse chiaro!"

"Non dicevo tra di voi, deficiente! Dicevo in generale!"

"Ahhhh!" Replicò Claudia. "Uhm, boh, troppo? Da quando ho mollato Walter."

Walter era il suo ex, sono stati insieme per un anno, circa. Era sempre stato leggermente geloso, ma le cose erano andate progressivamente peggiorando man mano che io e Claudia diventavamo sempre più amici.

Si erano lasciati a gennaio, qualche giorno dopo il primo dell'anno. Walter era andato a festeggiare il primo dell'anno con gli amici del paese natale dei suoi genitori, Claudia invece era uscita con me. Questo non gli andò a genio, soprattutto quando scoprì che si era vestita in maniera molto provocante.

Tra me e Claudia non c'era mai stato nemmeno mezzo bacio, non c'era alcun motivo di essere gelosi, ma Walter si scaldò molto per quella sera. Claudia cercò di farlo ragionare, ma quando disse che per lui non era concepibile che uscisse con un suo amico e vestita in quel modo...Claudia lo lasciò definitivamente.

"Io...da quando Carmen è tornata in Spagna, direi." Replicai.

Carmen era una mia amica spagnola che avevo conosciuto tramite uno scambio culturale due anni prima. Studiava italiano e la sua scuola era gemellata con la nostra. Inoltre era di famiglia ricca, quindi aveva spesso occasione di venire in Italia a trovarci.

Non stavamo assieme, ma se nessuno dei due era impegnato quando ci incontravamo, scopavamo sempre molto volentieri.

"Be', mica male, è andata via meno di un mese fa!" Commentò Claudia.

"Vero...però diciamo che non mi lamenterei se abitasse qui!" Risposi ridendo.

"Sei comunque messo meglio di me. Io sono sei mesi che non scopo...e non ho nessun tipo di scopamico, a differenza tua!" Si lamentò, sbuffando. "Carlita, non vorresti diventare la mia scopamica?"

"Io..." Carlotta fu colta alla sprovvista: la richiesta sembrava quasi seria. "Fammici pensare, ok tesoro? Devo almeno parlarne con Mic!"

"Ehi...aspetta, ma sei seria?" Fu il turno di Claudia di essere sorpresa.

"Chissà..." Carlotta fece spallucce.

"Ma..." Percepii il momento di difficoltà di Claudia, quindi cambiai discorso. "...io direi che quest'estate la riusciamo anche a beccare Carmen, no...? I genitori non avevano una casa da qualche parte alle Canarie?"

"Ah, vero!" Esclamò Carlotta. "Magari ci riusciamo a beccare, magari la sento uno di questi giorni!"

Fu un modo efficace di cambiare discorso. L'attenzione si spostò sulla nostra vacanza estiva, che aveva organizzato proprio Carlotta.

"Ma quindi...ci vuoi dare qualche dettaglio in più o no?" Chiese Claudia. Carlotta era stata molto misteriosa a riguardo: aveva organizzato tutto, aveva detto che saremmo andati alle Canarie, ci aveva detto che saremmo stati fuori due settimane e quanto avremmo pagato. Non sapevamo quale fosse l'isola di destinazione, dove avremmo dormito...nulla.

"Sapete già che giorno partiamo e che giorno torniamo, no? Non vi serve altro!" Carlotta fece una linguaccia.

Insistemmo ancora un po' per estorcerle delle informazioni, ma non ottenemmo altro che vaghe allusioni, linguacce, e cambi di discorso.

Il resto del pomeriggio passò abbastanza pigramente. Ogni tanto Carlotta e Claudia si lanciavano battute sulle reciproche tette, il che sdoganò la cosa anche per me e Michele, e ben presto i loro seni divennero una specie meme tra di noi.

A parte quello, il loro essere in topless divenne molto in fretta cosa di poco conto. Non che le loro tette non fossero oggetto di attenzione, tutt'altro, ma non lo erano diversamente da quanto sarebbero potuto esserlo con il reggiseno del costume.
 

Matteo1922

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Rinnovo i complimenti anche dopo questa seconda parte!
Hai mai scoperto / ne avete mai parlato esplicitamente di che taglia di tette hanno le due ragazze?
 
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EnfantTerrible

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Sono felice di aver ottenuto un piccolo seguito che apprezza!

Davvero scrivi bene, sembra un romanzo più che un racconto erotico, ma proprio per questo è fantastico
Da avido lettore di narrativa...magari!

Però è tutto organizzato come se lo fosse. A un certo punto potrei fornirvi dei PDF e degli ePub. Metti che qualcuno vuole leggere in metropolitana ahahah

(Ma per gli ePub mi ci vuole un attimo per capire come impaginare le conversazioni.)

Rinnovo i complimenti anche dopo questa seconda parte!
Hai mai scoperto / ne avete mai parlato esplicitamente di che taglia di tette hanno le due ragazze?

Ti ringrazio.

Domanda curiosa la tua...per certo posso dirti che si lamentano sempre che le loro taglie non le trovano.

Poi di preciso - soprattutto per Carlotta - non saprei dirti, mi spiace. Per quanto riguarda Claudia...credo prendesse quarte o quinte, a seconda della coppa, ma le stavano tutte troppo larghe sul busto.

...ti dovrebbe fare capire facilmente il perché del suo odio verso i reggiseni.

Complimenti! È un piacere leggerti sembra di essere lì presenti!

È il mio obiettivo. Condividere i miei ricordi e le mie sensazioni...quindi il tuo commento mi fa molto piacere!
 

Michele_80

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Interessante anche questo secondo racconto, col doppio topless delle ragazze e dell'imminente vacanza alle Canarie (che personalmente adoro, e quindi sono curioso di scoprire dove sarete andati)

Domanda: all'inizio, riferito a voi 4, dici che "eravamo un quartetto di amici davvero molto affiatato". Questo vuol per caso dire che ora non avete più lo stesso rapporto del tempo?
 
OP
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EnfantTerrible

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Interessante anche questo secondo racconto, col doppio topless delle ragazze e dell'imminente vacanza alle Canarie (che personalmente adoro, e quindi sono curioso di scoprire dove sarete andati)

Domanda: all'inizio, riferito a voi 4, dici che "eravamo un quartetto di amici davvero molto affiatato". Questo vuol per caso dire che ora non avete più lo stesso rapporto del tempo?
Come avrai e avrete modo di leggere, l'assenza di reggiseni è stata anche dovuta al trovarsi al posto giusto nel momento giusto e con le persone giuste.

Le Canarie sono magnifiche, concordo!

Riguardo alla tua domanda...errore mio, l'imperfetto non era forse il tempo verbale giusto e dà un'impressione sbagliata. Siamo ancora in gruppo di amici molto unito! Appena ho tempo magari modifico quella frase, può essere fraintesa :)
 

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