EnfantTerrible
"Level 3"
- Messaggi
- 24
- Punteggio reazione
- 470
- Punti
- 48
Questa è una serie di storie reali, leggermente romanzate, e più o meno collegate tra di loro che ho pensato potessero essere "interessanti" da narrare e da leggere. Il filo conduttore è sempre - ovviamente - una certa tensione sessuale di fondo: sono storie secondo me eccitanti. Spero lo siano anche per il lettore.
Mi presento, sono Samuele (nome inventato, in realtà, come tutti quelli che seguiranno). Non mi perderò nei dettagli fisici miei (vi importa?) o dei protagonisti delle storie: le caratteristiche importanti verranno snocciolate nei racconti quando necessario.
Farò delle premesse.
Non scenderò nei dettagli, ma mi limiterò a dire che erano state molestate durante una serata in spiaggia e il fatto aveva fatto presto il giro della scuola, scatenando una giustissima indignazione e la condanna dell'accaduto e dei molestatori.
Tuttavia, la nostra professoressa non sembrava completamente dello stesso avviso
"Alla fine bisogna aspettarsi che gli altri si comportino con noi in conseguenza a come noi ci poniamo..." La professoressa Mossi sapevo dove stava andando a parare.
"In che senso, scusi?" La provocai. Lo sapeva.
"Ora, non voglio dire cose come "era vestita così e se l'è cercata", ci mancherebbe..." Non lo voleva dire, ma lo stava decisamente sottintendendo. "Però a parte le violenze, che non vanno bene...è chiaro che se ci si pone in determinati modi si ricevono determinate attenzioni."
"È chiaro, ma non dovrebbe essere così, no?"
"Be', però è naturale che si suscitino certe reazioni in risposta a tali comportamenti..."
"No?! Molestare qualcuno non è mai naturale, non scherziamo!"
"No, certo..." Rispose col suo solito tono accondiscendente. "Però gli uomini sono uomini. È normale che se, per esempio, un uomo per tutta la giornata ha visto una ragazza in spiaggia in perizoma poi la sera si aspetti..."
Era troppo. "Eh no! Non è normale come non è normale che lei dica una cosa del genere, come se noi uomini fossimo bestie schiave del proprio cazzo!" Sì, dissi proprio cazzo...che magari a una professoressa di ruolo di cinquant'anni non andrebbe detto. "Posso vedere una ragazza per tutto il giorno anche in topless e perizoma, nulla mi dà nemmeno lontanamente il diritto di molestarla. Ma soprattutto..." Aggiunsi quando la vidi cercare di replicare. "...ma soprattutto, in quanto persona normale ed educata al rispetto altrui, donne comprese, un corpo femminile più o meno in mostra non mi scatena nessun istinto animale."
"Certo..." Ancora con quel tono. "Ma alla fine siamo animali, è naturale..."
"Se è vero che siamo animali..." La interruppi ancora. "È ancora più assurdo pensare una cosa del genere. Le voglio ricordare che gli animali non si vestono e la nudità non suscita proprio un bel niente, siamo solo noi che pensiamo stronzate del genere."
"No, ma..."
"'No, ma' un cazzo. Se vuole continuare coi suoi discorsi schifosamente sessisti faccia pure, ma lo farà senza di me."
Mi alzai e uscii dall'aula. La mia uscita fu accompagnata da un coro di applausi da parte dei miei compagni di classe.
Mi sentii come solo un diciottenne a scuola acclamato dalla propria classe poteva sentirsi: un idolo. Non rimpiango una sola parola: dissi quello che pensavo e che penso tutt'oggi.
Ero nel corridoio, a sbollire la rabbia e il nervoso, quando mi raggiunse Claudia. Eravamo diventati amici durante quell'ultimo anno anche se era della sezione accanto alla mia.
"Ehi Sam, dovresti urlare un po' più forte la prossima volta. Credo che qualcuno dalla strada potrebbe non averti sentito."
"Azz...avete sentito anche voi?"
"Ma sei serio? Hai urlato come un dannato..."
"Ma porca..." Sbuffai. Non mi piaceva perdere il controllo.
"Non preoccuparti. Anche la Medici ti ha applaudito dalla nostra classe. Mi ha mandato lei fuori a calmarti."
"Ma dai..." Mi sedetti a terra, mentalmente sfinito.
"Nessuno oserebbe mai sostenere la Mossi e il suo bigottismo. Sei in una botte di ferro."
"Macché...quella andrà dalla preside ora..."
Non feci in tempo a dirlo che la professoressa Mossi uscì dall'aula e andò proprio in direzione della presidenza, lanciandomi uno sguardo di fuoco.
"Visto?"
"Tranquillo...la Pugliese (cioè la preside, NdA) la odia. Ti farà chiedere scusa per i toni usati, al massimo. Che ci sta eh..."
"Ci sta un cazzo, ma l'hai sentita..."
"Sì, e per far perdere il controllo a te ce ne vuole. E lo sappiamo tutti, non preoccuparti."
Claudia ci aveva visto giusto. La Mossi era andata dalla preside, la preside aveva dato ragione a me per aver difeso la mia opinione ma mi aveva fatto chiedere scusa per i toni utilizzati.
Aveva ragione, incassai la cosa e chiesi scusa esclusivamente per i toni, di certo non per le mie opinioni o per averle dato della sessista. Cosa che mi premurai di specificare esplicitamente. La Mossi dovette incassare la mezza sconfitta, e io me la cavai con un semplice richiamo informale.
Giunse l'intervallo e mi raggiunse nuovamente Claudia.
"Siga?"
"Sì, ma non potremmo trovare un'altra scusa per uscire fuori?"
"...uffa." Non mi piaceva che Claudia fumasse. Ci tenevo a lei, e lei stava anche cercando di smettere. "D'accordo, tanto a fumare da sola non c'è nemmeno gusto. Però usciamo a prendere un po' d'aria ugualmente."
Felice della mia vittoria, uscimmo dall'edificio a fare una camminata.
Il tempo invogliava a stare all'aria aperta. Per essere maggio, anzi, era decisamente caldo.
"Come va? Meglio?" Mi chiese con fare preoccupato.
"Sì, sì, mi sono calmato, grazie."
"Questi esami di stato ti stanno proprio uccidendo, eh?"
"Ma figurati..." Mi misi a ridere. "È l'ultimo pensiero che mi passa per la mente, e lo sai."
"Lo so, sto scherzando!" Si mise a ridere e mi passò un braccio attorno alle spalle. "Comunque complimenti per aver dimostrato oggi di essere probabilmente più femminista della medie delle donne della scuola."
"Be', grazie..." Pensai un attimo. "Ma ho paura che non ci voglia molto se ci sono soggetti come la Mossi."
"Hai ragione...ma comunque meriti del riconoscimento. Fossero tutti come te vivremmo in mondo migliore."
Mi abbracciò e continuammo a camminare rientrando verso scuola.
Il rapporto che avevo con Claudia era quanto di più spontaneo potesse esserci. Eravamo sinceramente affezionati uno all'altra e avevamo quel livello di confidenza che puoi avere solo con gli amici davvero intimi.
Era l'unica persona con cui potesse parlare di tutto, ma davvero di tutto. Era con lei che riuscivo a sfogarmi dei miei problemi in famiglia ed era sempre con lei che potevo parlare liberamente di sesso e delle mie partner del tempo.
Potevamo anche liberamente farci complimenti e apprezzamenti fisici senza che nessuno dei due fraintendesse l'altro come interesse romantica. Era bellissima, non mancavo di farglielo notare, ma lo facevo sempre senza alcun secondo fine. Certo, mi piaceva fisicamente e anche io piacevo a lei, e i suoi complimenti lo dimostravano. Ma mai questo era sfociato in un flirt.
Probabilmente questo rapporto così ingenuo era stato facilitato dal fatto che quando ci siamo conosciuti eravamo entrambi impegnati e innamorati (per quanto un diciottenne che è insieme a una sua coetanea da qualche mese può esserlo, si intende) e quindi il nostro rapporto si evolvette mentre il nostro cuore era impegnato altrove.
Durante la penultima ora, Claudia mi contattò su WhatsApp.
Claudia: Ohi, stronzo!
Claudia: Che hai da fare per pranzo?
Claudia: Visto che si schiatta schifosamente dal caldo...che ne dici di prenderci una cosa da mangiare al volo e andare un po' in mezzo alla natura?
Claudia: YESSSSS
Claudia: Naaah, sono con la macchina di mia mamma, che tanto lei è in trasferta questi giorni.
Andiamo al fiume comunque, che ne pensi? Così stiamo un po' al fresco e in questo periodo è anche tranquillo
Claudia: Ma come no? E quando c'è caldo dove vai?!
Claudia: NOIOSO!
Dai dai, ci prendiamo due piadine e saliamo verso monte. Sono 20 minuti di auto, più o meno.
Il posto è molto bello, fidati. E con un po' di fortuna, anche deserto.
Claudia: No no, in macchina ci sono già un paio di asciugamani e la coperta da pic-nic. Mamma lascia sempre tutto l'occorrente per la spiaggia in macchina anche in pieno inverno. C'è anche un ombrellone, ma quello non ci serve!
Uscii da scuola (finalmente!) e mi ritrovai con Claudia per andare a comprare il pranzo.
"Dio, che CALDO!" Claudia stava leggermente soffrendo le temperature insolitamente alte.
"Non posso biasimarti...si muore..."
"E come se non bastasse dobbiamo indossare queste cazzo di gonne lunghe!" Aveva una lunga gonna in un tessuto che sembrava lino abbinata a una camicetta bianca. Sembrava...fresca. Io, con il mio jeans lungo e la mia T-shirt stavo morendo di caldo.
"Di che ti lamenti? Voi potete almeno indossare delle gonne...io sono in jeans!" La nostra scuola aveva imposto che l'abbigliamento fosse sempre consono e rispettoso (qualunque cosa significhi) ed erano vietati pantaloni e gonne più corte del ginocchio.
"Dovreste indossare delle gonne anche voi!" Disse ridendo "Non sono il massimo, ma sicuramente meglio dei pantaloni."
"Guarda...solo per vedere la faccia della Mossi, lo farei!" Risi con lei.
Procacciatici le nostre piadine, prendemmo la macchina della madre di Claudia e ci dirigemmo verso il fiume, salendo verso monte. Normalmente in quel periodo dell'anno sarebbe bastato aprire i finestrini per stare bene, ma quel giorno decidemmo che l'aria condizionata era l'opzione migliore.
"Oh, ma tutti semafori verdi, possibile?!" La lamentela di Claudia era insolita.
"...ed è un problema?" Chiesi dubbioso.
"Non proprio...ma se ne trovassimo uno rosso mi tornerebbe comodo..."
Come per magia, il semaforo successivo scattò rosso, e ci fermammo.
"Dio, finalmente!" Appena fermi, Claudia tirò il freno a mano, slacciò la cintura e portò le mani dietro la schiena, sotto la camicetta, slacciando il reggiseno con una velocità impensabile. "Ahhhh!" Fece un sospiro di sollievo, lo sfilò e me lo porse. "Me lo metteresti nel portaoggetti, per favore?"
"Certo." Feci come richiesto. "Certo che sembra proprio una rottura di palle il reggiseno con questo caldo..." Il suo seno non era esattamente piccolo, tutt'altro. Immaginai doverlo tenere sempre stretto in un reggiseno dovesse essere fastidioso.
"È una rottura di palle sempre...ma col caldo è peggio. Solo che se vado a scuola senza e la Mossi se ne accorge..." Alzò gli occhi al cielo. "Per qualche ora al giorno, sopravviverò." Fece spallucce, rimise la cintura e ripartimmo.
Il viaggio proseguì tranquillo, principalmente ascoltando musica e cantando. Uscimmo dall'ultimo centro urbano e ci addentrammo in una strada provinciale. Dopo qualche minuto, Claudia parcheggiò in uno spiazzo a lato della strada che dava su una boscaglia e scendemmo.
Aprì il bagagliaio e iniziò a rovistarci.
"Ottimo, c'è anche della crema solare." Ne prese un flacone. "Che numero fai di piede?"
"Eh? Perché?"
"Sono feticista dei piedi. MA SECONDO TE?! Se ti stanno, ti do le scarpette da scoglio di mio padre."
"Oh, ok. 43, 44...dipende?"
"Sono un 44, ti staranno di sicuro. Dammi lo zaino, metti le scarpette e prendi la coperta."
Le porsi il mio zaino e presi la coperta da pic-nic. "Non voglio fare il guastafeste...ma non ci dovremmo portare qualcosa da studiare?"
Mi guardò per un secondo. "...quanto ti odio. Sì, hai ragione. Prendi quello che ti serve, mettiamo tutto nel mio zaino così ce ne portiamo uno solo."
Presi il libro di filosofia, dato che avevo un'interrogazione il giorno dopo.
"Ahhh, anche tu filosofia domani, vero? Mi sa che interroga tutte le classi."
"Eh già. Mi sono già prenotato come volontario, domani è la mia ultima interrogazione di filosofia della vita, se escludi gli esami."
Caricammo il suo zaino con un paio di asciugamani, i nostri libri e porta penne, e io presi il pranzo e la coperta da pic-nic.
Ci addentrammo nella boscaglia, dove c'era una specie di sentiero, o quanto meno un percorso battuto. Dopo un paio di curve ci ritrovammo sul letto del fiume. E Claudia aveva ragione, il posto era davvero bello.
Il fiume scorreva davanti a noi da sinistra a destra, formando una piccola cascatella su una formazione rocciosa alla nostra sinistra. Formava una piccola piscina mediamente profonda davanti a noi e tramite un altro lieve dislivello proseguiva verso destra. Il livello dell'acqua si abbassava fino a un paio di decine di centimetri, passando tra delle piccole rocce che affioravano appena sopra il pelo dell'acqua. Tramite qualche altro dislivello il corso si stabilizzava in un letto più ampio, profondo forse un metro. Il letto aveva sulla destra la scarpata che svariati metri più in alto dava probabilmente sulla strada che avevamo percorso. Sulla sinistra vi era una parte sopraelevata, forse una spiaggia, con degli arbusti.
"Dobbiamo andare di là, fidati!" Claudia indicò la spiaggia sopraelevata in fondo sulla destra.
"Oh, ok! Dobbiamo saltare le rocce tipo videogioco?" Indicai le rocce che affioravano dal corso d'acqua.
"Esatto. Tranquillo, sono larghe, andiamo!"
Attraversammo un tratto di spiaggia rocciosa che finiva su una parte sabbiosa e riprendeva a essere roccioso. Attraversammo quindi le rocce per passare dall'altro lato del letto del fiume. Queste finivano su un tratto con grosse rocce, un po' meno agevole, che infine si apriva sulla parte sopraelevata vista prima. Qui era abbastanza sabbioso e molto più agevole. Inoltre, gli arbusti fornivano un riparo dal sole e dall'ingresso della zona, formando una sorta di rifugio naturale.
"Ma che bellino che è qui!"
"Te l'ho detto! Ora dai, poggiamo la coperta all'ombra e mangiamo, che sto morendo di caldo...ma soprattutto di fame!"
Ci sistemammo, finalmente, sotto gli alberi e pranzammo.
"Ahhhh, qui si sta decisamente meglio." Commentai. "È più fresco, almeno un paio di gradi in meno della città."
"Certo, qui è sempre più fresco. E il corso d'acqua secondo me aiuta. Oltretutto trovo il suono dell'acqua che scorre così rilassante..."
"Concordo..." Chiusi gli occhi. C'era un leggerissimo vento e il suono dell'acqua era davvero rilassante. "Come l'hai scoperto questo posto?"
"Ci venivo ogni tanto con i miei, soprattutto da più piccola. Loro poi preferiscono il mare, quindi ormai non vengono più. Io invece lo trovo ancora un posto magico, a modo suo. E se riesci a venire quando è vuoto, anche molto rilassante. E poi anche senza auto, ci si può venire comodamente anche in moto."
"Giusto, avrei voluto scoprirlo prima." Un filo di vinto ci colpì ed ebbi un piccolo brivido. Avevo ancora la T-shirt sudata lungo la schiena a causa della giornata calda. "Mai sudato tanto come oggi. Ho tutta la schiena fradicia..." Nel dirlo, mi sfilai la maglietta e la poggiai su una roccia vicina ad asciugare.
"Davvero, anche io sono un pezzo d'acqua, poi questa camicetta non è che sia molto traspirante." Effettivamente sembrava di un tessuto sintetico, non il massimo, insomma. "Sarà bene che anche io la metta ad asciugare..."
"Ah, cazzo, ma hai lasciato il reggiseno in macchina, vero? Vuoi che te lo vada a prendere?" Mi offrii. Non mi sembrava giusto che lei dovesse soffrire in camicia mentre io ero bello tranquillo senza maglietta.
"Eh? No, ma sei scemo? Ho aspettato tutta la mattina per toglierlo, e ora me lo dovrei rimettere?!"
"Be', oddio...pensavo che il reggiseno fosse comunque più comodo ora della camicetta che hai addosso. O di sicuro più fresco." Feci spallucce.
"...eh?" Nel frattempo Claudia aveva slacciato qualche bottone della camicetta. "Sì, cioè...rispetto alla camicetta sarebbe sicuramente meglio. Ma..." Si bloccò e mi guardò interrogativa. "...scusami, forse non ho capito io. Ti dà fastidio se mi tolgo la camicetta?"
A quel punto, realizzai cosa intendesse. "...oh, no, no! Non avevo capito io, pensavo volessi tenerla per...scusa, errore mio!" Risi. "Figuriamoci se mi dà fastidio!"
"Ah be'. Dopo la tua sfuriata di stamattina a scuola mi sembrava strano..."
Claudia a quel punto finì di sbottonarsi e sfilò la sua camicetta, scoprendo il suo seno. Avevo sempre saputo fosse molto grosso, non si risparmiava con le scollature o gli abiti attillati sul seno, quindi le notevoli dimensioni non furono esattamente una sorpresa. Ma avendo fatto amicizia in autunno e essendo diventati più intimi solo da un paio di mesi, non avevo avuto modo di vederla nemmeno in costume, figuriamoci in topless.
Essendo ancora l'inizio della stagione calda, non vi erano segni di abbronzatura e tutta la pelle era ancora abbastanza chiara. Risaltavano, ovviamente, i capezzoli scuri e larghi che, complice probabilmente il vento che soffiava, erano leggermente turgidi.
"A questo punto mi spoglio direttamente e mi metto un po' al sole, visto che si sta così bene."
E detto ciò si alzò in piedi e sfilò la lunga gonna che aveva indosso, svelando un semplice perizoma color carne in cotone. Di primo acchito sembrava quasi nuda.
Prese un asciugamano e si mise al sole, iniziando a spalmare la crema protettiva su tutto il corpo.
Rimasi qualche secondo imbambolato dalla bellezza del suo corpo, e ovviamente lo notò.
"E dai, Samu, non hai mai visto una ragazza in topless?! Ti sei incantato!" Rise.
Mi ridestai. "No, no...cioè, è raro, ma ne ho viste. Scusami, ma hai proprio delle tette bellissime, mi sono un attimo incantato." Non era raro che ci facessimo complimenti, anche espliciti, e le sue nudità non mi creavano alcun disagio. Ma la trovai innegabilmente attraente, sebbene non in maniera morbosa.
"Lo so tesoro, le mie tette sono bellissime. Fanno sempre questo effetto sulle persone la prima volta che le vedono!" Scoppiò a ridere. "Dai, vieni qui al sole, guarda che si sta benissimo!"
"Sì, sì, arrivo". Mi alzai e presi un asciugamano.
"Ehm...scusa, ma resti così?" Mi guardò le gambe, ero ancora in jeans.
"Mah, sì, sto bene così." Mentii spudoratamente.
"Scusami eh, Samu...ma già sei pessimo con le bugie, poi se spari stronzate così grosse è fin troppo semplice beccarti. Qual è il problema?"
"No, no, nessun problema..." Tergiversai.
"...ti vergogni? C'è qualcosa di particolare di cui ti preoccupi? Tipo qualche cicatrice, qualcosa alla pelle...?" Mi guardò tra il preoccupato e l'interrogativo.
"No, no, ma figurati, niente del genere..."
"E allora proprio non capisco." Mi guardò fissa. "Non voglio dire che se io mi sono spogliata debba farlo anche tu eh, puoi rimanere così. È solo che...non è da te questa vergogna. Soprattutto con me. Sono perplessa...ma fai come ti senti più a tuo agio, ci mancherebbe!" Mi sorrise molto dolcemente.
"No, cioè, sì...hai ragione, è solo che..." Continuò a guardarmi mentre cercavo le parole.
"Ohhh, forse ho capito!" Esclamò Claudia, mettendosi a ridere. "Guarda che non importa se ti è venuta un'erezione, scemo! Mica mi offendo!"
"Eh?! No, ma che hai capito, non è quello!" Mi affrettai a correggerla. "Oh, sai che c'è? Fanculo, faccio prima se mi spoglio e basta."
Mi decisi a sbottonare i jeans e sfilarli. Il motivo del mio imbarazzo era che sotto i jeans indossavo un perizoma e, per qualche ragione, lo trovavo più imbarazzante che se non avessi avuto nulla.
Dal davanti magari non si notava, perché il suo sguardo era ancora perplesso. Decisi che era il caso di scoprire le carte (e il culo), quindi nel sistemare l'asciugamano le diedi le spalle.
"Ahhh! Era per questo, che ti stavi vergognando?!" Rise di gusto. "Ma dai, mi sento quasi offesa, pensavi ti giudicassi?!"
"No, non lo pensavo...è solo che è una cosa non proprio comune, quindi ero titubante. Poi so bene che tu, tra tutti, non avresti mai giudicato."
"Ma figuriamoci, appunto! Anzi...ti sta anche benissimo! Però, non pensavo che Intimissimi facesse perizomi da uomo!" La marca era evidente, visto che era scritta in grande sul capo intimo.
"Neanche io, l'ho scoperto per caso sul loro sito e ho deciso di provare." Feci spallucce. "Non li espongono mica, cosa credi?"
"È un peccato..." Claudia scrollò il capo. "Non vedo perché solo a noi donne debba essere concesso di sfoggiare il culetto." Ridacchiò.
"Sono d'accordo. Poi oh...per molte cose è anche più comodo. Tipo quando faccio sport o se, come oggi, ho dei jeans molto attillati."
"Lo so bene, cosa credi? Ne sono una grande utilizzatrice!"
Il discorso "perizoma" andò avanti per un po', mentre anche io mi premuravo di spalmarmi la crema solare, dietro coercizione di Claudia ("Proteggiti bene e non rompere le palle!").
Claudia si premurò anche di spalmare per bene la crema sui suoi seni, cosa che mi aspettavo che avrei trovato molto interessante. E lo era, per carità, ma solo perché le sue tette erano interessanti a prescindere da ciò. L'atto di spalmare la crema era così naturale che ci smisi di far caso immediatamente.
A un certo punto, decidemmo di metterci a studiare al sole. Claudia era molto più capace di me in filosofia, e studiare assieme si rivelò molto più semplice che farlo in solitudine.
"Ma...come cazzo è che spacchi così tanto in filosofia? Ho capito più in questa ora che in un anno con Cervi." (Cervi era il prof. di filosofia, NdA)
"Ma non è vero. È solo che a me presti più attenzione e in classe non ne hai voglia."
"Mah, mica tanto. Anzi, con te è più difficile concentrarsi considerando quanto mi distraggono le tue tette." La presi in giro.
"È qui che ti sbagli. Le tette forniscono un incentivo, non una distrazione." Ci mettemmo a ridere.
"Seriamente...io sto attento anche in classe, sei te che sei particolarmente brava."
"Be'..." Claudia si smosse i capelli in un gesto plateale. "Grazie caro, mi piace che mi vengano riconosciute le mie innate doti di insegnante."
Ridemmo ancora su questa riga per un po'. Poi Claudia si sollevò in piedi per stiracchiarsi un po' e si guardò intorno. Era pieno pomeriggio e non c'era ancora nessuno in giro.
Stiracchiandosi mi diede le spalle e mi presi quegli attimi per osservarle bene il sedere. Era abbondante, non per niente veniva spesso additata come "culona" da alcune ragazze della scuola (invidia?).
Lei, dal canto suo, non si era mai verognata delle dimensioni del suo sedere, anzi, tendeva a metterlo spesso in risalto con indumenti attillati. Quel giorno scoprii anche che non provava alcuna vergogna nemmeno per le smagliature e la cellulite, che d'altronde sarebbe stato irrealistico non avere su forme di quelle dimensioni.
Mi stupii in quel momento di come nonostante la trovassi incredibilmente attraente non avevo alcun accenno di erezione. Ero perfettamente a mio agio, probabilmente proprio perché per prima lo era lei.
"Non c'è ancora nessuno..." Commentò girandosi verso di me.
"Vero, evidentemente non conoscono in molti questo posto."
"Nah, lo conoscono, è che non è ancora il periodo in cui ci viene la gente. Di solito inizia a riempirsi a giugno. Comunque..." Si guardò nuovamente attorno. "Visto che non c'è ancora nessuno e che dubito che venga qualcuno proprio ora, che ne dici se ci facessimo un bagno?"
Questa volta colsi immediatamente il sottinteso. "Oh, oddio...si potrebbe. Dici che non ci becca nessuno?"
"Ti dirò...anche se fosse, qui ogni tanto qualcuno nudo l'ho visto anche in estate. Raramente eh...e comunque il massimo che ho visto è stato una sola volta che qualcuno chiedesse di rivestirsi, nessuno ha mai chiamato la polizia o i carabinieri."
"Allora non c'è problema, direi!"
"Rimaniamo di qua, così vediamo da lontano l'ingresso e se arriva qualcuno facciamo in tempo a vederlo, uscire, e coprirci."
A quel punto, Claudia si sfilò il perizoma senza aggiungere altro. Notai che era completamente depilata tra le gambe, ma distolsi immediatamente lo sguardo per non risultare molesto.
Mi alzai anche io in piedi e mi sfilai l'intimo, ridendo tra me e me su come stessi trovando molto più semplice denudarmi completamente rispetto al rivelare un perizoma.
A quel punto, mi avviai verso l'acqua, precedendo la mia amica. Cercai di farlo anche perché all'aria aperta mi stava venendo un'erezione e non volevo "sbandierarla".
"Certo che hai un culo da fare invidia a un sacco di donne!" Commentò Claudia, dietro di me.
"Oh, sì, lo penso anche io!" Risposi ridendo.
"Be', a questo punto me ne ero accorta che ne fossi consapevole! Vai vai, entra in acqua con calma, che ti squadro quel culetto fino all'ultimo secondo!"
"Onesto! In cambio dopo mi prendo la libertà di squadrarti le tette allora!"
"Perché, non l'hai già fatto?"
"Be', no, sai, non così spudoratamente come te adesso col mio culo!" Ero in acqua, mi fermai prima poter immergere il sedere e mi girai a guardarla.
Claudia mi applaudì platealmente. "Va bene, va bene, hai vinto tu! Fermo ancora un attimo..." Abbassò lo sguardo sul mio sedere un'altra volta. "Ok, adesso puoi immergerti!"
Avanzai ancora nel punto più profondo, dove l'acqua era comunque bassina arrivando a mezzo busto. Ma era sufficiente a nascondere quella che ormai era diventata un'erezione rampante, nonostante l'acqua gelida.
Mi immersi fino alle spalle e mi voltai verso di lei. Mi godetti l'intera camminata per entrare in acqua fissandole spudoratamente le tette, più di quanto avrei avuto bisogno, solo per ricambiarle il favore.
"Guarda che le tette sono davanti, non c'è bisogno che me le consumi tutte ora. Sono sempre davanti!"
Infine entrò anche lei in acqua e si immerse fino alla testa. Ne riemerse rabbrividendo (l'acqua di fiume era gelida!) e notai che i suoi capezzoli ora erano rigidissimi.
"Sì, lo so, diventano enormi quando ho freddo." Aveva notato che li avevo notati. "Cioè...non solo quando ho freddo. Be' ci siamo capiti..."
"Va be', ma è normale. Non vedo dove sia il problema."
"Lo so, lo so, mica me ne stavo lamentando eh!" Mi fece una linguaccia. "Anzi, tutt'altro..." Si prese le tette tra le mani e le soppesò, guardandosele languidamente. "Oh, Sam...ma secondo te, mi starebbe bene un piercing al capezzolo?"
"Claudietta, non mi prendere per il culo." La canzonai. "Non ti interessa se secondo me ti starebbe bene. Se me l'hai chiesto è perché hai già deciso!"
"...certo che ho già deciso! Ma era giusto per sentire il tuo parere. Lo sai che ho rispetto dei tuoi gusti estetici!"
"Oh be', allora sì. Secondo me ti starebbero benissimo. Ti farebbero anche un sacco porca!"
"Che non sarebbe così lontano dalla realtà..." Nel farlo tornò a guardarsi le tette, ma lo sguardo durante il percorso dalla mia faccia alle sue tette, si fermò nel mezzo. L'acqua era trasparente e la mia erezione si poteva notare. "EDDAI!"
Claudia mi diede una spinta bene assestata alle spalle, facendomi cadere gambe all'aria. "Mi hai vista nuda tutto il tempo e poi ti viene duro pensando a un piercing?!" Il tono di voce era scherzoso.
Mi risollevai lentamente, togliendomi l'acqua dagli occhi. "Sei una cogliona, ma secondo te?!" Questa volta la spinsi io. Quando si riprese e si rialzò, continuai. "Ce l'ho duro da quando mi sono spogliato. È stata l'aria aperta, non sono abituato!"
"Sì, va be', l'aria aperta..." Mi guardò con sguardo ammiccante. "Ci credo proprio eh!"
"Be', ora ho capito che sei gnocca e tutto, ma ho ancora dell'autocontrollo eh!" Ribattei con tono offeso.
"Va beeeeene...ti credo soltanto perché altrimenti saresti esploso già guardandomi le tette. Non è che col perizoma coprissi tanto, alla fine" Fece spallucce.
"Esatto. Tante storie per la gente nuda...non è che con i costumi copriamo troppo eh."
"Be', dai, voi uomini di solito sì. Usate dei cazzo di pantaloncini!" Fece uno sguardo che diceva chiaramente "Ma siete scemi?!"
"Ah, non guardare me." Replicai. "Frega un cazzo a me, io ho solo slip, super fuori moda. Vedi te se al mare devo stare più vestito che a casa."
"La parte peggiore sono le donne che incentivano queste stronzate. Cioè, oh, io voglio vedere le vostre belle gambine e i vostri bei culetti!"
Feci pallucce. "Non guardare me, ok? Di certo non mi faccio problemi a mostrare gambine e culetto!"
Parlammo ancora un po'. Il mio pene finalmente aveva deciso di calmarsi, quindi mi sentii finalmente a mio agio a poggiarmi fuori dall'acqua su delle rocce vicine.
Claudia mi mandò immediatamente di nuovo sulla spiaggia a prendere la crema solare ovunque. Le diedi ascolto, ustionarmi il pene suonava come una cosa molto poco piacevole. Ringraziai che dovetti farlo a quel punto, perché non avrei saputo come fare a spalmarmi la crema solare sul cazzo eretto senza farlo sembrare inappropriato!
Durante la conversazione, sentimmo dei rumore provenire dagli alberi dietro i nostri asciugamani. Non facemmo in tempo a renderci conto di cosa stesse succedendo che poco più in là spuntò una donna armata di vestitino a fiori, largo cappello di paglia e borsa da spiaggia.
Il panico non ebbe tempo di insinuarsi: istintivamente ci tuffammo in acqua per nascondere le nostre nudità. Nella commozione del momento, probabilmente, attirammo ulteriormente l'attenzione.
"State, state! Non c'è problema ragazzi!" La donna, che ci aveva ovviamente notati, fece un cenno con la mano e rise.
"No, no, è che siamo..." Iniziò Claudia.
"Nudi, lo so, vi ho visti eh!" Rise ancora. "Se non dà fastidio a voi, ovviamente, potete pure restare nudi."
"Ehm..." Guardai Claudia. Per me era decisamente una situazione insolita.
"Be'...già per me non ci sarebbe problema, poi tra donne..." Mi sorrise Claudia. "Ma se a te imbarazza, ci rivestiamo."
"Signora, è sicura che non ci sia problema? Non vorrei darle fastidio, davvero."
La donna formò una "O" con la bocca, fingendo stupore. "Sì, ma a due condizioni."
"Cioè...?"
"Che mi lasciate un po' dell'ombra sotto gli alberi e che soprattutto nessuno di voi due osi chiamarmi nuovamente 'signora'. Mi chiamo Giusy e gradirei anche mi deste del tu...non sono così vecchia!"
Enunciammo anche noi i nostri nomi. "No, ma figuriamoci!" Aggiunsi. "Era solo perché è più...sei più grande di noi. Poi se posso tenere il 'lei' fuori dalla scuola, lo faccio più che volentieri!"
"Oddio, ma andate ancora a scuola?!" Giusy sembrava preoccupata.
"Per poco...un paio di mesi e abbiamo finito." Replicò Claudia in fretta.
"Bei tempi i vostri..." Sospirò. "Dai, non fatevi problemi, io mi metto qui e voi state pure comodi."
Giusy poggiò la sua borsa e iniziò a sistemarsi. Io e Claudia ci guardammo dubbiosi: non sapevamo se fosse il caso di approfittare della situazione e non volevamo correre dei guai. Proposi che probabilmente era meglio asciugarci e rimettere almeno l'intimo.
"Non so...ne vale la pena? Tanto ci ha visti oramai e ci vedrà di nuovo mentre usciamo." Replicò Claudia.
"Lo so, ma non vorrei dare fastidio, insomma. Ha detto che non c'è problema, ma magari è in imbarazzo."
"Scusami...Samuele, giusto?" Giusy si rivolse a me.
"Sì?"
Giusy aveva finito di poggiare le sue cose. Aveva ancora il suo vestito addosso ed era vicino al letto del fiume. "Mi spiace aver origliato la vostra conversazione, ma si sentiva proprio tutto. Il fiume fa da cassa di risonanza, credo."
Io e Claudia ci guardammo, stupiti. Giusy continuò. "Se vi ho detto che non c'è problema, è perché non c'è davvero alcun problema. Ne ho vista di gente nuda...due in più non faranno una gran differenza!"
"Scusami se te lo chiedo ancora, ma...sicura sicura?"
"Certo! Anzi, almeno mi rifaccio un po' gli occhi vedendo due corpi giovani, per una volta!" Si mise a ridere.
A quel punto, decisi che non era più il caso di farmi problemi e mi sollevai finalmente dall'acqua, mostrando il mio corpo nudo. Claudia fece lo stesso subito dopo.
Giusy ci guardò per mezzo secondo ognuno, ci fece un grande sorriso e applaudì scherzosamente.
A quel punto prese il telefono per fare delle foto ("Tranquilli, non vi inquadro mica!") e mentre faceva delle foto al panorama, uscimmo dall'acqua per andare ad asciugarci.
Essere nudo davanti a una donna ancora vestita di punto, inizialmente, mi dava una strana sensazione. Non proprio di disagio, ma di "inusualità", se esiste come termine. Non durò a lungo, comunque.
"Certo che il tempo è incredibile, questi giorni. C'è un caldo..." Giusy stava ancora scattando delle foto.
"Davvero, non sembra maggio, ma agosto." Replicai.
"Credo andrò a fare un bagno anche io, ora. Andrei verso le cascatelle, chiedo troppo se vi chiedo di dare un'occhiata alle mie cose?"
"Certo che no!" Rispondemmo all'unisono.
Giusy sfilò il proprio vestito e mentre sistemava il telefono e la sua borsa, potei osservarla.
Al di sotto, aveva un bikini che definire striminzito era un eufemismo. Il pezzo di sopra constava di due triangolini che coprivano a malapena i capezzoli, sostenendo il suo seno di medie dimensioni.
Il pezzo di sotto era un perizoma piuttosto ridotto. Era con i laccetti e i triangolini, sia l'anteriore che il posteriore, erano piuttosto ridotti.
Ora capisco perché non aveva problemi con le nostre nudità. Lei non era molto più vestita di noi.
"Vado di là, grazie per guardami la borsa."
"Figurati!" Risposi.
Si incamminò ma dopo qualche passo: "Ah!" Tornò verso di noi. "Questo non mi serve, inutile sporcarlo."
Giusy slacciò velocemente il proprio reggiseno e lo poggiò sulla sua borsa. Ci fece un occhiolino (o lo fece a Claudia?) e andò nuovamente verso le cascatelle a farsi il bagno.
"Devo chiederle dove ha trovato quel perizomino, lo voglio!" Commentò Claudia appena Giusy si allontanò a sufficienza.
"Lungi da me lamentarmene, sia chiaro, ma...a quel punto tanto vale star nudi!"
"Certo...ma tornerebbe utile nei casi in cui non si potesse star nudi."
"Uhm, vero, in effetti."
"Dovresti prenderne uno così anche tu!" Mi punzecchiò Claudia.
"Sì, e il cazzo dove me lo infilo?!" Ribattei.
"Scemo! Non uno uguale uguale, uno con un po' più di spazio sul davanti!"
"Se ci tieni così tanto, ne prenderò uno per farti contenta!" Le lanciai un bacio, prendendola in giro.
"Tesoro, ti ho davanti nudo, me ne fregherà granché!" Si mise a ridere. "Però seriamente...non staresti affatto male, lo dico senza malizia eh!"
"Può darsi..." Ragionai. "Ma non è una cosa propriamente accettata, non possiamo negarlo. Non lo trovo giusto eh, ma è così..."
"Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo..." Citò Claudia.
"Senti, Gandhi...lo so, hai ragione, ma non è mica così semplice. Io verrei additato come pervertito e qualcuno metterebbe in mezzo i bambini. Nah, il gioco non vale la candela." Feci spallucce.
"In effetti non hai tutti i torti...è un peccato che tu abbia ragione."
Ci stendemmo al sole, cercando di non addormentarci per continuare a dare un occhio alla borsa della nostra vicina di asciugamano. Riprendemmo a chiacchierare per restare svegli.
La conversazione, a un certo punto, virò su Giusy.
"Secondo te quanti anni ha Giusy?" Mi chiese Claudia.
"Oddio...non saprei, meno di quaranta sicuramente."
"Sicuramente. Dall'aspetto direi anche trentacinque, ma..." Si fermò un attimo per pensare. "Non so, hai presente quando ha detto che 'finalmente vede due corpi giovani'? Se fosse ancora trentenne si considererebbe anche lei giovane, no?"
"Oh...oddio, potresti avere ragione. Forse va verso i quaranta e se li porta molto bene? Non so...trentotto, trentanove...?" Proposi io.
"Mah, forse sì. Eppure quella frase mi sembra proprio da quarantenne...ma non può avere più di quarant'anni e dimostrarne dieci in meno, dai!"
"No..." Replicai ancora. "Massimo massimo quaranta e ne dimostra cinque in meno, dai. E mi sembra già esagerato."
"Ehm ehm." Sentimmo due colpetti di tosse alle nostre spalle. Eravamo stesi proni e dovettimo girarci per guardare. Era Giusy, imperlata d'acqua. "Sul serio ragazzi...dovreste stare attenti a chi vi ascolta quando parlate."
Per l'ennesima volta, io e Claudia ci guardammo sorpresi come dei cervi in autostrada.
Giusy rise di gusto. "Dai, dai, non avete detto nulla di male!" Rise ancora. "Quindi...ne dimostro trentacinque, ma pensate ne abbia quaranta, eh?" Nel frattempo rimase in piedi al sole, di fronte a noi.
Claudia si ricompose in fretta dallo stupore. "Direi proprio di sì, se ne avessi meno non avresti considerato noi 'giovani'. Spero di non sbagliarmi, altrimenti sarebbe una gran figura di merda!" Era sicura della sua supposizione.
"Non preoccuparti, ne ho di più, quindi mi avete fatto a prescindere un complimento. Ma ora dovete indovinare la mia vera età!"
Ci guardammo, azzardai io per primo. "Secondo me meno di quaranta, dai. Trentotto. Massimo trentanove."
"Naaah!" Esclamò Claudia. "Io dico quaranta o quarantuno, ma portati tremendamente bene."
"Bene, benissimo!" Giusy applaudì leggermente. "Ora potete riprovarci, ma senza mentire!"
Claudia inarcò un sopracciglio. "Nessuno di noi ha mentito. Non puoi averne che un paio in più di quaranta, dai."
"Quarantasei."
Spalancammo la bocca, sia io che Claudia. "Impossibile." Aggiunse Claudia. "Non ci credo mai nella vita!"
"Oh be', se non ci credete non ci posso far nulla."
Ci superò, andò verso la borsa e si chinò a novanta gradi per frugarci dentro. Non potei fare a meno di guardare. Giusy aveva un bel sedere, piccolo e tonico, probabilmente proprio di una persona sportiva, considerando anche la sua muscolatura tonica nel resto del corpo.
Sebbene fossi più un tipo da forme abbondanti, non potei fare a meno di apprezzare quello che era un corpo in perfetta forma sportiva.
Soprattutto quando mi offriva una visione così spudorata del proprio culo coperto - si fa per dire - da una minuscola striscia di stoffa.
"Ah! Eccola!" Giusy si rialzò con una tessera in mano. Si avvicinò a Claudia e gliela porse. "Giudicate voi!"
Guardammo assieme: era la patente di Giusy. Era del 1973. Aveva quarantasei anni.
"Non è possibile..." Claudia era incredula mentre le riporgeva la patente.
"E invece...!" Continuò a ridere. "Be', se una ragazza nemmeno ventenne mi dice che dimostro oltre dieci anni in meno, lo prendo come un enorme complimento!"
"Secondo me è notevole...ma pensandoci, non così impossibile." Ragionai a voce alta, mentre senza rendermene conto le stavo squadrando il corpo.
"Sì? E come mai?" Giusy era molto divertita, e ne aveva ben donde.
"Si vede che sei una persona sportiva. Chiaramente tenersi in forma fa invecchiare molto più tardi il corpo!"
"Oh, grazie, si vede che mi hai osservata bene!"
"Eh? Io? Ah, no, cioè..." Colto in flagrante, ancora.
"Sì, faccio tanto sport e sono istruttrice di pallavolo. Direi che non ho problemi a tenermi in forma!" Dal tono di voce era chiaramente fiera del suo corpo e felice dell'osservazione. "Ma c'è un altro trucchetto che non avete intuito..." Nel frattempo prese l'asciugamano e lo mise al sole, stendendosi a poca distanza da noi.
"Mi sfugge, onestamente..." Mentre pensavo, per la prima volta ebbi l'occasione di osservare i seni di Giusy, adesso davanti a me. Era sul suo asciugamano, sollevata sui gomiti e rivolta verso di noi, che eravamo seduti al sole.
"Dai, hai un chiaro indizio proprio dove stai guardando ora!"
"Eh, ma che cazzo oh!" Mi arrabbiai, con me stesso più che altro. "È tutta la giornata che mi beccate. Da vestite non siete così attente!"
Claudia rise di gusto. "Guarda che tu osservi un sacco la gente eh! E ce ne accorgiamo anche da vestite, solo che da nude o mezze nude fa un po' sorridere...sei così innocente!"
"Ma sì! Guarda che uno sguardo viscido lo si distingue subito. Si vede che mi stai guardando le tette come mi guarderesti la caviglia, tranquillo!"
Ci mettemmo tutti a ridere. Giusy aveva preso confidenza con noi a una velocità incredibile, noncurante dei diciassette anni di differenza.
"Ma, seriamente...le mie tette potrebbero essere un altro indizio sul come faccio a sembrare così giovane e attraente!" Attraente l'aveva aggiunto lei in autonomia. Non che avesse torto.
A quel punto mi sentii autorizzato ad osservarle con attenzione. Erano di medie dimensioni, perciò erano piuttosto toniche e non scendevano. I capezzoli erano piccoli e insieme alle modeste dimensioni del seno davano un piacevole senso di eleganza.
Pensavo stesse suggerendo che avesse ricorso alla chirurgia plastica. Ma non sembrava proprio quello il caso, a meno che il suo chirurgo non avesse un bisturi magico. Il seno era naturale, non c'era dubbio. Era tonico, certo, ma non così tanto da sembrare finto: un po' di effetti della gravità si notavano.
A quel punto, ebbi l'intuizione. Spostai lo sguardo sul ventre, perfettamente piatto, con un accenno di addominali e senza alcuna cicatrice. Capii.
"Non hai figli." Lo affermai, non era una domanda.
"Indovinato! È raro che una donna della mia età non ne abbia, ecco perché avete un'idea più vecchia delle quarantenni!"
"Ah!" Esclamò Claudia. "Quindi il trucco è non avere figli, ricevuto. Lo terrò a mente!"
"Sì cara. Vedo abbastanza bambini tutto il giorno...a casa ne faccio volentieri a meno."
Caduto il discorso, io e Claudia riprendemmo a studiare, lasciando Giusy a risolvere un sudoku.
Potei ritenermi di sicuro fortunato, quel pomeriggio. Avevo accanto a me una mia amica bellissima e nuda. Davanti a me una donna molto attraente e quasi nuda.
Più di tutto mi stupii di come il mio pene non sembrava reagire in maniera inappropriata, rimanendo al suo posto e non eretto.
Mentre studiavamo potevo lanciare delle fugaci occhiate alle due donne vicino a me, godere brevemente della loro bellezza e tornare a concentrarmi sul libro di filosofia senza particolari turbamenti. Tutto era molto naturale e anzi, mi sembrava che avere quei corpi così liberi davanti a me mi avesse privato di qualunque morbosità.
"Cosa state studiando di bello? Se non vi disturbo, eh!"
"Hannah Arendt, filosofia politica..." Replicai annoiato.
"Oh, accidenti, ma è roba interessante! Pensavo fosse affossati con Kant ed Hegel!" Giusy sembrava entusiasta.
Parlammo un po' di filosofia (sì, davvero), argomento di cui Giusy e Claudia erano particolarmente appassionate. Ma alla fine riuscii a tenermi anche io all'interno della conversazione.
"Ma quindi...siete in quinta liceo, giusto? Che liceo fate?"
"Scientifico." Rispondemmo all'unisono.
"Bello, ho fatto anche io lo scientifico!"
Scoprimmo che aveva frequentato il nostro stesso istituto, e parlammo un po' della scuola e dei prof che aveva avuto e insegnavano ancora lì.
"Ma..." Interruppi io. "Tu invece? Che lavoro fai?"
"Oh, non l'ho detto! Faccio l'insegnante di scuola dell'infanzia! Per questo vi dicevo che vedo abbastanza bambini da non volerne altri!"
"Accidenti...non potrei mai farlo come lavoro, impazzirei! I bambini sono così...difficili." Replicò Claudia.
"Lo sono, credimi. Sono anche molto carini, quando vogliono. Ma solo quelli degli altri." Ridemmo. "Solo che questo lavoro mi mette in una posizione...delicata, ecco."
"...cioè?" Chiesi io.
"Diciamo che devo stare attenta a non prendere nulla di più di una multa per eccesso di velocità."
Io e Claudia la guardammo evidentemente perplessi, perché poi aggiunse. "Diciamo così...se non facessi un lavoro così delicato, vi avrei fatto volentieri compagnia togliendimo questi minuscolo perizoma!"
"Aaaaah!" Esclamammo all'unisono. "Però scusami...non sarebbe un problema anche se ti vedessero così, in teoria?" Incalzai.
"Un problema...forse, ma non legalmente. Stare in topless è legale, e i genitali sono coperti. Magari farei scandalo, ma sarei legalmente coperta. Il problema è se mi denudo dove non posso. Se qualcuno dovesse denunciarmi perderei molto probabilmente il lavoro!"
"Ma...non è giusto. Non sono mica atti osceni in luogo pubblico!" Esclamò Claudia.
"Lo so, ma che ci volete fare?" Giusy fece spallucce. "Così almeno posso dire ai Carabinieri che sono coperta...e faccio anche contento mio marito, che quasi quasi mi preferisce in perizoma invece che nuda." Si mise a ridere.
"Ma, a proposito!" Interruppe Claudia. "Ma se volessi un perizomino come quello...dove lo potrei trovare?"
"Oh, piace anche a te?!"
"È stupendo!" Ribattè Claudia.
"L'ho preso su questo sito internet..." Citò un noto shop online di sex toys e intimo.
"E immagino che il reggiseno fosse coordinato?"
"Più o meno! Stessa collezione, ma venduto a parte. Se ti interessa solo il perizoma, puoi prendere solo quello!"
"...ma io prenderei anche il reggiseno, mi piace un sacco anche quello! Ma non so se mi sta..."
"Oh, secondo me ti sta eccome! Non sembra, ma sta al suo posto più di tanti reggiseni più ingombranti!"
"Oh, non saprei..." Ribattè Claudia. "Io di roba da coprire ne ho tanta." Rise. Effettivamente i suoi seni erano molto grandi, capivo il dubbio.
"Secondo me ti sta. Alla fine non è che prova a sollevarti le tette, compito che fallirebbe miseramente qualunque reggiseno. Si adatta al seno e copre il capezzolo. Tutto qui."
"Eh, che è un po' il problema!" Claudia sollevò le sue tette con le mani. "Non so se riuscirebbe a coprire anche i miei, di capezzoli!"
Ridemmo tutti quanti. Poi Giusy continuò. "Sono grandi, ma non così tanto, dai! Ascolta, vuoi provarlo? Ti farei provare anche il perizoma, ma non sarebbe troppo igienico..."
"Sul perizoma sono tranquilla che mi starebbe...il reggiseno un po' meno, quindi proverei!"
Seguì una scena a metà tra il sexy e il comico.
Giusy prestò il suo reggiseno a Claudia, che indossò pur senza alcuna parte di sotto, in una sorta di topless al contrario (bottomless?).
Il reggiseno, in effetti, riusciva a coprirle efficacemente i capezzoli (e poco altro), e rimaneva sorprendentemente al suo posto anche durante movimenti, saltelli e pose varie.
"Se posso dirlo..." Iniziò Giusy. "Con questo reggiseno sei molto sexy, più che in topless!"
"È vero." Commentai cercando di suonare il più oggettivo possibile.
"Non so...Sam, mi fai una foto? Voglio vedermi!"
Procedetti. La feci col mio telefono, e lei era nuda sotto la vita. Oggi mi rendo conto di quanto il fatto che lei non mi abbia mai chiesto di cancellare quella foto (cosa che ho comunque fatto, ovviamente) o non me l'abbia fatta direttamente scattare col suo telefono fosse un atto di incredibile fiducia.
"Oh...cazzo, ma mi fa delle tette incredibili! Pensavo l'effetto che facevano su di te fosse dovuto al fatto che le tue sono più sode e sollevate, ma funziona anche con me."
"Te l'ho detto!" Aggiunse Giusy. "Copre il giusto, mette in risalto il resto...ero certa che su di te che le hai enormi sarebbe stato perfetto!"
"Dai, non sono enormi!" Fece la finta modesta, Claudia, mentre si toglieva e restituiva il reggiseno. Le dimensioni del suo seno erano davvero notevoli, soprattutto in risalto sulla sua vita stretta.
"Ragazze, se poteste smetterla di farvi saffici complimenti alle reciproche tette ve ne sarei grato. Ok che ho autocontrollo, ma ho un limite anche io!" Le ripresi scherzando.
"...mi hai dato della ragazza?!" Giusy si rivolse a me con teatrale commozione.
"Dai, una trentenne possiamo ancora definirla ragazza, no?" La adulai volontariamente.
"Smettila di adularmi! Sono una donna sposata, non mi avrai!"
"Perché? I complimenti li faccio a chiunque li meriti, mica solo alle donne con cui voglio scop...fare sesso!"
"Guarda che ho più di quarant'anni..." Continuò Giusy. "Non mi scandalizzo se dici 'scopare'!"
"Comunque Sam dice la verità, se c'è una cosa in cui è bravo e fare complimenti sinceri senza secondi fini!"
"Aspettate, ma..." Giusy ci guardò. "Voi non state assieme, siete amici!"
"...sì, esatto." Rispose Claudia. "Non si capiva?!"
"...e nessuno di voi due è omosessuale?"
"Non che io sappia!" Risposi io, ridendo.
"Io...pensavo vi stesse trattenendo dalle effusioni perché ci sono io. Ma effettivamente nemmeno un bacino e il vostro canzonarvi a vicenda era più una cosa tra amici. Solo che la nudità e la nonchalance con cui vi fate complimenti anche espliciti mi aveva confusa."
Risi. "No no, solo amici! Non c'è proprio interesse romantico, non funzionerebbe mai tra noi due!"
"Be', mi fa piacere che una coppia di amici di sesso diverso riesca a essere così intima. È una cosa molto bella, davvero. E dice tanto di come avete un rapporto sano con nudità e sessualità...vi fa onore."
"Io...be', non è che ci abbia mai pensato." Risposi. "È un corpo nudo ed è attraente, ovviamente. Ma non è che per due capezzoli divento scemo, quindi non è così diverso dal vedere Claudia in costume, per dire, no?"
"Questo lo dici tu. E ti do anche ragione..." Replicò Giusy. "Ma credimi che non è un modo così ovvio di pensare. Tanti ragazzi fraintenderebbero anche un'uscita al mare perfettamente costumati, figuriamoci nudi!"
"Ma Sam su questo è imbattibile!" Claudia sorrideva. "Non ti fa mai sentire giudicata e non è mai inappropriato. Ed è sempre sincero...anzi, spesso anche troppo! Però almeno sei sempre certa che non ha secondi fini: è esattamente come lo vedi e pensa esattamente quello che dice!"
Le parole di Claudia mi fecero un enorme piacere, e infatti arrossii un po'. Continuò. "E poi è alla fine un timidone ed è completamente incapace di dire bugie! Gli voglio bene per questo!" Detto ciò mi abbracciò forte e mi sentii coccolato da quell'abbraccio, che ricambiai. Essere nudi, in quel momento, rappresentò una forte connessione e una forte fiducia, che non aveva nulla di sessuale.
Dopo questo atto di affetto, ci fu un attimo di silenzio. Non c'era più molto da dire e ci ristendemmo al sole. Giusy continuò il suo Sudoku, noi a studiare. Il pomeriggio si inoltrava, c'era ancora caldo ma il sole ormai stava calando.
Di comune accordo, io e Claudia decidemmo di rivestirci per andar via prima che calasse il sole. Giusy disse che sarebbe rimasta ancora un po', quindi la salutammo.
"Oh, bella comunque come gita fuori porta. Dovremmo venirci più spesso!" Affermai durante il viaggio di rientro.
"Sì certo, soprattutto quando sei circondato da tette." Mi rispose ridendo Claudia.
"Lo sai che non è per quello Cla, dai. Nonostante io sia un grande fan delle tue tette da sempre, sia chiaro."
"Lo so, lo so..." Continuò. "Però sì, ci sta. Ma la prossima volta stiamo più attenti alla gente che arriva. Ci è andata bene che Giusy fosse una a posto, ma non vorrei dover litigare con qualcuno."
"Hai ragione..." Concordai. "Ma...tu vieni spesso nuda qui?"
"No, qui no, di solito ci vengo da sola e non mi sembra troppo sicuro denudarmi. In tua compagnia è diverso...mi sento più al sicuro."
Fu un piacere constatare che Claudia contasse su di me e si sentisse al sicuro, ma dall'altro mi fece tristezza il fatto che non si potesse sentire al sicuro da sola.
"È un peccato, ma va be', ci torniamo assieme quando vuoi!"
Mi presento, sono Samuele (nome inventato, in realtà, come tutti quelli che seguiranno). Non mi perderò nei dettagli fisici miei (vi importa?) o dei protagonisti delle storie: le caratteristiche importanti verranno snocciolate nei racconti quando necessario.
Farò delle premesse.
- Innanzitutto: il sesso non sarà sempre presente (anzi, soprattutto all'inizio ce ne sarà poco e niente!). Nonostante tutto, non è che vado a scopare a destra e a manca ogni giorno. Non ci crederebbe nessuno (nemmeno io)
- Non chiedete foto. Di nessuno dei personaggi coinvolti. Non è mia intenzione divulgare materiale privato senza consenso.
- Non narrerò eventi precedenti perché alcuni personaggi diventerebbero minorenni.
- Ho tuttavia il consenso per narrare questi fatti, a patto di rimuovere o cambiare alcuni specifici dettagli. Se notate delle piccole incongruenze...probabilmente è per questo (o per il cambio dei nomi che mi ha confuso). Ciononostante, i luoghi e le persone potrebbero essere riconoscibili dalle persone che si trovavano negli stessi luoghi in quei momenti. Potete farmelo notare ma vi prego, in tal caso, di tenere i dettagli per voi per evitare che le persone in questione vengano riconosciute.
- Vorrei tenere la discussione sul thread quanto più possibile, anziché DM/PM.
- Vi pregherei di tenere educati i toni e gli epiteti nei confronti dei personaggi - soprattutto quelli femminili.
- Il titolo fa schifo, fatevene una ragione 🙃
Capitolo 1
Si parlava in classe, con la nostra professoressa di inglese, di alcuni fatti recentemente avvenuti che avevano coinvolto un paio di ragazze della nostra scuola.Non scenderò nei dettagli, ma mi limiterò a dire che erano state molestate durante una serata in spiaggia e il fatto aveva fatto presto il giro della scuola, scatenando una giustissima indignazione e la condanna dell'accaduto e dei molestatori.
Tuttavia, la nostra professoressa non sembrava completamente dello stesso avviso
"Alla fine bisogna aspettarsi che gli altri si comportino con noi in conseguenza a come noi ci poniamo..." La professoressa Mossi sapevo dove stava andando a parare.
"In che senso, scusi?" La provocai. Lo sapeva.
"Ora, non voglio dire cose come "era vestita così e se l'è cercata", ci mancherebbe..." Non lo voleva dire, ma lo stava decisamente sottintendendo. "Però a parte le violenze, che non vanno bene...è chiaro che se ci si pone in determinati modi si ricevono determinate attenzioni."
"È chiaro, ma non dovrebbe essere così, no?"
"Be', però è naturale che si suscitino certe reazioni in risposta a tali comportamenti..."
"No?! Molestare qualcuno non è mai naturale, non scherziamo!"
"No, certo..." Rispose col suo solito tono accondiscendente. "Però gli uomini sono uomini. È normale che se, per esempio, un uomo per tutta la giornata ha visto una ragazza in spiaggia in perizoma poi la sera si aspetti..."
Era troppo. "Eh no! Non è normale come non è normale che lei dica una cosa del genere, come se noi uomini fossimo bestie schiave del proprio cazzo!" Sì, dissi proprio cazzo...che magari a una professoressa di ruolo di cinquant'anni non andrebbe detto. "Posso vedere una ragazza per tutto il giorno anche in topless e perizoma, nulla mi dà nemmeno lontanamente il diritto di molestarla. Ma soprattutto..." Aggiunsi quando la vidi cercare di replicare. "...ma soprattutto, in quanto persona normale ed educata al rispetto altrui, donne comprese, un corpo femminile più o meno in mostra non mi scatena nessun istinto animale."
"Certo..." Ancora con quel tono. "Ma alla fine siamo animali, è naturale..."
"Se è vero che siamo animali..." La interruppi ancora. "È ancora più assurdo pensare una cosa del genere. Le voglio ricordare che gli animali non si vestono e la nudità non suscita proprio un bel niente, siamo solo noi che pensiamo stronzate del genere."
"No, ma..."
"'No, ma' un cazzo. Se vuole continuare coi suoi discorsi schifosamente sessisti faccia pure, ma lo farà senza di me."
Mi alzai e uscii dall'aula. La mia uscita fu accompagnata da un coro di applausi da parte dei miei compagni di classe.
Mi sentii come solo un diciottenne a scuola acclamato dalla propria classe poteva sentirsi: un idolo. Non rimpiango una sola parola: dissi quello che pensavo e che penso tutt'oggi.
Ero nel corridoio, a sbollire la rabbia e il nervoso, quando mi raggiunse Claudia. Eravamo diventati amici durante quell'ultimo anno anche se era della sezione accanto alla mia.
"Ehi Sam, dovresti urlare un po' più forte la prossima volta. Credo che qualcuno dalla strada potrebbe non averti sentito."
"Azz...avete sentito anche voi?"
"Ma sei serio? Hai urlato come un dannato..."
"Ma porca..." Sbuffai. Non mi piaceva perdere il controllo.
"Non preoccuparti. Anche la Medici ti ha applaudito dalla nostra classe. Mi ha mandato lei fuori a calmarti."
"Ma dai..." Mi sedetti a terra, mentalmente sfinito.
"Nessuno oserebbe mai sostenere la Mossi e il suo bigottismo. Sei in una botte di ferro."
"Macché...quella andrà dalla preside ora..."
Non feci in tempo a dirlo che la professoressa Mossi uscì dall'aula e andò proprio in direzione della presidenza, lanciandomi uno sguardo di fuoco.
"Visto?"
"Tranquillo...la Pugliese (cioè la preside, NdA) la odia. Ti farà chiedere scusa per i toni usati, al massimo. Che ci sta eh..."
"Ci sta un cazzo, ma l'hai sentita..."
"Sì, e per far perdere il controllo a te ce ne vuole. E lo sappiamo tutti, non preoccuparti."
Claudia ci aveva visto giusto. La Mossi era andata dalla preside, la preside aveva dato ragione a me per aver difeso la mia opinione ma mi aveva fatto chiedere scusa per i toni utilizzati.
Aveva ragione, incassai la cosa e chiesi scusa esclusivamente per i toni, di certo non per le mie opinioni o per averle dato della sessista. Cosa che mi premurai di specificare esplicitamente. La Mossi dovette incassare la mezza sconfitta, e io me la cavai con un semplice richiamo informale.
Giunse l'intervallo e mi raggiunse nuovamente Claudia.
"Siga?"
"Sì, ma non potremmo trovare un'altra scusa per uscire fuori?"
"...uffa." Non mi piaceva che Claudia fumasse. Ci tenevo a lei, e lei stava anche cercando di smettere. "D'accordo, tanto a fumare da sola non c'è nemmeno gusto. Però usciamo a prendere un po' d'aria ugualmente."
Felice della mia vittoria, uscimmo dall'edificio a fare una camminata.
Il tempo invogliava a stare all'aria aperta. Per essere maggio, anzi, era decisamente caldo.
"Come va? Meglio?" Mi chiese con fare preoccupato.
"Sì, sì, mi sono calmato, grazie."
"Questi esami di stato ti stanno proprio uccidendo, eh?"
"Ma figurati..." Mi misi a ridere. "È l'ultimo pensiero che mi passa per la mente, e lo sai."
"Lo so, sto scherzando!" Si mise a ridere e mi passò un braccio attorno alle spalle. "Comunque complimenti per aver dimostrato oggi di essere probabilmente più femminista della medie delle donne della scuola."
"Be', grazie..." Pensai un attimo. "Ma ho paura che non ci voglia molto se ci sono soggetti come la Mossi."
"Hai ragione...ma comunque meriti del riconoscimento. Fossero tutti come te vivremmo in mondo migliore."
Mi abbracciò e continuammo a camminare rientrando verso scuola.
Il rapporto che avevo con Claudia era quanto di più spontaneo potesse esserci. Eravamo sinceramente affezionati uno all'altra e avevamo quel livello di confidenza che puoi avere solo con gli amici davvero intimi.
Era l'unica persona con cui potesse parlare di tutto, ma davvero di tutto. Era con lei che riuscivo a sfogarmi dei miei problemi in famiglia ed era sempre con lei che potevo parlare liberamente di sesso e delle mie partner del tempo.
Potevamo anche liberamente farci complimenti e apprezzamenti fisici senza che nessuno dei due fraintendesse l'altro come interesse romantica. Era bellissima, non mancavo di farglielo notare, ma lo facevo sempre senza alcun secondo fine. Certo, mi piaceva fisicamente e anche io piacevo a lei, e i suoi complimenti lo dimostravano. Ma mai questo era sfociato in un flirt.
Probabilmente questo rapporto così ingenuo era stato facilitato dal fatto che quando ci siamo conosciuti eravamo entrambi impegnati e innamorati (per quanto un diciottenne che è insieme a una sua coetanea da qualche mese può esserlo, si intende) e quindi il nostro rapporto si evolvette mentre il nostro cuore era impegnato altrove.
Durante la penultima ora, Claudia mi contattò su WhatsApp.
Claudia: Ohi, stronzo!
Samuele: Dimmi cogliona!
Claudia: Che hai da fare per pranzo?
Samuele: Nulla di particolare, perché?
Claudia: Visto che si schiatta schifosamente dal caldo...che ne dici di prenderci una cosa da mangiare al volo e andare un po' in mezzo alla natura?
Samuele: Certo, avviso mio padre che non ci sono a pranzo?
Claudia: YESSSSS
Samuele: Dove andiamo? Devo chiedere la macchina ai miei?
Claudia: Naaah, sono con la macchina di mia mamma, che tanto lei è in trasferta questi giorni.
Andiamo al fiume comunque, che ne pensi? Così stiamo un po' al fresco e in questo periodo è anche tranquillo
Samuele: Uh, sai che non sono mai stato al fiume?
Claudia: Ma come no? E quando c'è caldo dove vai?!
Samuele: ...in camera con l'aria condizionata?
Claudia: NOIOSO!
Dai dai, ci prendiamo due piadine e saliamo verso monte. Sono 20 minuti di auto, più o meno.
Il posto è molto bello, fidati. E con un po' di fortuna, anche deserto.
Samuele: Devo prendere qualcosa da casa per poggiarci? Tipo degli asciugamani?
Claudia: No no, in macchina ci sono già un paio di asciugamani e la coperta da pic-nic. Mamma lascia sempre tutto l'occorrente per la spiaggia in macchina anche in pieno inverno. C'è anche un ombrellone, ma quello non ci serve!
Uscii da scuola (finalmente!) e mi ritrovai con Claudia per andare a comprare il pranzo.
"Dio, che CALDO!" Claudia stava leggermente soffrendo le temperature insolitamente alte.
"Non posso biasimarti...si muore..."
"E come se non bastasse dobbiamo indossare queste cazzo di gonne lunghe!" Aveva una lunga gonna in un tessuto che sembrava lino abbinata a una camicetta bianca. Sembrava...fresca. Io, con il mio jeans lungo e la mia T-shirt stavo morendo di caldo.
"Di che ti lamenti? Voi potete almeno indossare delle gonne...io sono in jeans!" La nostra scuola aveva imposto che l'abbigliamento fosse sempre consono e rispettoso (qualunque cosa significhi) ed erano vietati pantaloni e gonne più corte del ginocchio.
"Dovreste indossare delle gonne anche voi!" Disse ridendo "Non sono il massimo, ma sicuramente meglio dei pantaloni."
"Guarda...solo per vedere la faccia della Mossi, lo farei!" Risi con lei.
Procacciatici le nostre piadine, prendemmo la macchina della madre di Claudia e ci dirigemmo verso il fiume, salendo verso monte. Normalmente in quel periodo dell'anno sarebbe bastato aprire i finestrini per stare bene, ma quel giorno decidemmo che l'aria condizionata era l'opzione migliore.
"Oh, ma tutti semafori verdi, possibile?!" La lamentela di Claudia era insolita.
"...ed è un problema?" Chiesi dubbioso.
"Non proprio...ma se ne trovassimo uno rosso mi tornerebbe comodo..."
Come per magia, il semaforo successivo scattò rosso, e ci fermammo.
"Dio, finalmente!" Appena fermi, Claudia tirò il freno a mano, slacciò la cintura e portò le mani dietro la schiena, sotto la camicetta, slacciando il reggiseno con una velocità impensabile. "Ahhhh!" Fece un sospiro di sollievo, lo sfilò e me lo porse. "Me lo metteresti nel portaoggetti, per favore?"
"Certo." Feci come richiesto. "Certo che sembra proprio una rottura di palle il reggiseno con questo caldo..." Il suo seno non era esattamente piccolo, tutt'altro. Immaginai doverlo tenere sempre stretto in un reggiseno dovesse essere fastidioso.
"È una rottura di palle sempre...ma col caldo è peggio. Solo che se vado a scuola senza e la Mossi se ne accorge..." Alzò gli occhi al cielo. "Per qualche ora al giorno, sopravviverò." Fece spallucce, rimise la cintura e ripartimmo.
Il viaggio proseguì tranquillo, principalmente ascoltando musica e cantando. Uscimmo dall'ultimo centro urbano e ci addentrammo in una strada provinciale. Dopo qualche minuto, Claudia parcheggiò in uno spiazzo a lato della strada che dava su una boscaglia e scendemmo.
Aprì il bagagliaio e iniziò a rovistarci.
"Ottimo, c'è anche della crema solare." Ne prese un flacone. "Che numero fai di piede?"
"Eh? Perché?"
"Sono feticista dei piedi. MA SECONDO TE?! Se ti stanno, ti do le scarpette da scoglio di mio padre."
"Oh, ok. 43, 44...dipende?"
"Sono un 44, ti staranno di sicuro. Dammi lo zaino, metti le scarpette e prendi la coperta."
Le porsi il mio zaino e presi la coperta da pic-nic. "Non voglio fare il guastafeste...ma non ci dovremmo portare qualcosa da studiare?"
Mi guardò per un secondo. "...quanto ti odio. Sì, hai ragione. Prendi quello che ti serve, mettiamo tutto nel mio zaino così ce ne portiamo uno solo."
Presi il libro di filosofia, dato che avevo un'interrogazione il giorno dopo.
"Ahhh, anche tu filosofia domani, vero? Mi sa che interroga tutte le classi."
"Eh già. Mi sono già prenotato come volontario, domani è la mia ultima interrogazione di filosofia della vita, se escludi gli esami."
Caricammo il suo zaino con un paio di asciugamani, i nostri libri e porta penne, e io presi il pranzo e la coperta da pic-nic.
Ci addentrammo nella boscaglia, dove c'era una specie di sentiero, o quanto meno un percorso battuto. Dopo un paio di curve ci ritrovammo sul letto del fiume. E Claudia aveva ragione, il posto era davvero bello.
Il fiume scorreva davanti a noi da sinistra a destra, formando una piccola cascatella su una formazione rocciosa alla nostra sinistra. Formava una piccola piscina mediamente profonda davanti a noi e tramite un altro lieve dislivello proseguiva verso destra. Il livello dell'acqua si abbassava fino a un paio di decine di centimetri, passando tra delle piccole rocce che affioravano appena sopra il pelo dell'acqua. Tramite qualche altro dislivello il corso si stabilizzava in un letto più ampio, profondo forse un metro. Il letto aveva sulla destra la scarpata che svariati metri più in alto dava probabilmente sulla strada che avevamo percorso. Sulla sinistra vi era una parte sopraelevata, forse una spiaggia, con degli arbusti.
"Dobbiamo andare di là, fidati!" Claudia indicò la spiaggia sopraelevata in fondo sulla destra.
"Oh, ok! Dobbiamo saltare le rocce tipo videogioco?" Indicai le rocce che affioravano dal corso d'acqua.
"Esatto. Tranquillo, sono larghe, andiamo!"
Attraversammo un tratto di spiaggia rocciosa che finiva su una parte sabbiosa e riprendeva a essere roccioso. Attraversammo quindi le rocce per passare dall'altro lato del letto del fiume. Queste finivano su un tratto con grosse rocce, un po' meno agevole, che infine si apriva sulla parte sopraelevata vista prima. Qui era abbastanza sabbioso e molto più agevole. Inoltre, gli arbusti fornivano un riparo dal sole e dall'ingresso della zona, formando una sorta di rifugio naturale.
"Ma che bellino che è qui!"
"Te l'ho detto! Ora dai, poggiamo la coperta all'ombra e mangiamo, che sto morendo di caldo...ma soprattutto di fame!"
Ci sistemammo, finalmente, sotto gli alberi e pranzammo.
"Ahhhh, qui si sta decisamente meglio." Commentai. "È più fresco, almeno un paio di gradi in meno della città."
"Certo, qui è sempre più fresco. E il corso d'acqua secondo me aiuta. Oltretutto trovo il suono dell'acqua che scorre così rilassante..."
"Concordo..." Chiusi gli occhi. C'era un leggerissimo vento e il suono dell'acqua era davvero rilassante. "Come l'hai scoperto questo posto?"
"Ci venivo ogni tanto con i miei, soprattutto da più piccola. Loro poi preferiscono il mare, quindi ormai non vengono più. Io invece lo trovo ancora un posto magico, a modo suo. E se riesci a venire quando è vuoto, anche molto rilassante. E poi anche senza auto, ci si può venire comodamente anche in moto."
"Giusto, avrei voluto scoprirlo prima." Un filo di vinto ci colpì ed ebbi un piccolo brivido. Avevo ancora la T-shirt sudata lungo la schiena a causa della giornata calda. "Mai sudato tanto come oggi. Ho tutta la schiena fradicia..." Nel dirlo, mi sfilai la maglietta e la poggiai su una roccia vicina ad asciugare.
"Davvero, anche io sono un pezzo d'acqua, poi questa camicetta non è che sia molto traspirante." Effettivamente sembrava di un tessuto sintetico, non il massimo, insomma. "Sarà bene che anche io la metta ad asciugare..."
"Ah, cazzo, ma hai lasciato il reggiseno in macchina, vero? Vuoi che te lo vada a prendere?" Mi offrii. Non mi sembrava giusto che lei dovesse soffrire in camicia mentre io ero bello tranquillo senza maglietta.
"Eh? No, ma sei scemo? Ho aspettato tutta la mattina per toglierlo, e ora me lo dovrei rimettere?!"
"Be', oddio...pensavo che il reggiseno fosse comunque più comodo ora della camicetta che hai addosso. O di sicuro più fresco." Feci spallucce.
"...eh?" Nel frattempo Claudia aveva slacciato qualche bottone della camicetta. "Sì, cioè...rispetto alla camicetta sarebbe sicuramente meglio. Ma..." Si bloccò e mi guardò interrogativa. "...scusami, forse non ho capito io. Ti dà fastidio se mi tolgo la camicetta?"
A quel punto, realizzai cosa intendesse. "...oh, no, no! Non avevo capito io, pensavo volessi tenerla per...scusa, errore mio!" Risi. "Figuriamoci se mi dà fastidio!"
"Ah be'. Dopo la tua sfuriata di stamattina a scuola mi sembrava strano..."
Claudia a quel punto finì di sbottonarsi e sfilò la sua camicetta, scoprendo il suo seno. Avevo sempre saputo fosse molto grosso, non si risparmiava con le scollature o gli abiti attillati sul seno, quindi le notevoli dimensioni non furono esattamente una sorpresa. Ma avendo fatto amicizia in autunno e essendo diventati più intimi solo da un paio di mesi, non avevo avuto modo di vederla nemmeno in costume, figuriamoci in topless.
Essendo ancora l'inizio della stagione calda, non vi erano segni di abbronzatura e tutta la pelle era ancora abbastanza chiara. Risaltavano, ovviamente, i capezzoli scuri e larghi che, complice probabilmente il vento che soffiava, erano leggermente turgidi.
"A questo punto mi spoglio direttamente e mi metto un po' al sole, visto che si sta così bene."
E detto ciò si alzò in piedi e sfilò la lunga gonna che aveva indosso, svelando un semplice perizoma color carne in cotone. Di primo acchito sembrava quasi nuda.
Prese un asciugamano e si mise al sole, iniziando a spalmare la crema protettiva su tutto il corpo.
Rimasi qualche secondo imbambolato dalla bellezza del suo corpo, e ovviamente lo notò.
"E dai, Samu, non hai mai visto una ragazza in topless?! Ti sei incantato!" Rise.
Mi ridestai. "No, no...cioè, è raro, ma ne ho viste. Scusami, ma hai proprio delle tette bellissime, mi sono un attimo incantato." Non era raro che ci facessimo complimenti, anche espliciti, e le sue nudità non mi creavano alcun disagio. Ma la trovai innegabilmente attraente, sebbene non in maniera morbosa.
"Lo so tesoro, le mie tette sono bellissime. Fanno sempre questo effetto sulle persone la prima volta che le vedono!" Scoppiò a ridere. "Dai, vieni qui al sole, guarda che si sta benissimo!"
"Sì, sì, arrivo". Mi alzai e presi un asciugamano.
"Ehm...scusa, ma resti così?" Mi guardò le gambe, ero ancora in jeans.
"Mah, sì, sto bene così." Mentii spudoratamente.
"Scusami eh, Samu...ma già sei pessimo con le bugie, poi se spari stronzate così grosse è fin troppo semplice beccarti. Qual è il problema?"
"No, no, nessun problema..." Tergiversai.
"...ti vergogni? C'è qualcosa di particolare di cui ti preoccupi? Tipo qualche cicatrice, qualcosa alla pelle...?" Mi guardò tra il preoccupato e l'interrogativo.
"No, no, ma figurati, niente del genere..."
"E allora proprio non capisco." Mi guardò fissa. "Non voglio dire che se io mi sono spogliata debba farlo anche tu eh, puoi rimanere così. È solo che...non è da te questa vergogna. Soprattutto con me. Sono perplessa...ma fai come ti senti più a tuo agio, ci mancherebbe!" Mi sorrise molto dolcemente.
"No, cioè, sì...hai ragione, è solo che..." Continuò a guardarmi mentre cercavo le parole.
"Ohhh, forse ho capito!" Esclamò Claudia, mettendosi a ridere. "Guarda che non importa se ti è venuta un'erezione, scemo! Mica mi offendo!"
"Eh?! No, ma che hai capito, non è quello!" Mi affrettai a correggerla. "Oh, sai che c'è? Fanculo, faccio prima se mi spoglio e basta."
Mi decisi a sbottonare i jeans e sfilarli. Il motivo del mio imbarazzo era che sotto i jeans indossavo un perizoma e, per qualche ragione, lo trovavo più imbarazzante che se non avessi avuto nulla.
Dal davanti magari non si notava, perché il suo sguardo era ancora perplesso. Decisi che era il caso di scoprire le carte (e il culo), quindi nel sistemare l'asciugamano le diedi le spalle.
"Ahhh! Era per questo, che ti stavi vergognando?!" Rise di gusto. "Ma dai, mi sento quasi offesa, pensavi ti giudicassi?!"
"No, non lo pensavo...è solo che è una cosa non proprio comune, quindi ero titubante. Poi so bene che tu, tra tutti, non avresti mai giudicato."
"Ma figuriamoci, appunto! Anzi...ti sta anche benissimo! Però, non pensavo che Intimissimi facesse perizomi da uomo!" La marca era evidente, visto che era scritta in grande sul capo intimo.
"Neanche io, l'ho scoperto per caso sul loro sito e ho deciso di provare." Feci spallucce. "Non li espongono mica, cosa credi?"
"È un peccato..." Claudia scrollò il capo. "Non vedo perché solo a noi donne debba essere concesso di sfoggiare il culetto." Ridacchiò.
"Sono d'accordo. Poi oh...per molte cose è anche più comodo. Tipo quando faccio sport o se, come oggi, ho dei jeans molto attillati."
"Lo so bene, cosa credi? Ne sono una grande utilizzatrice!"
Il discorso "perizoma" andò avanti per un po', mentre anche io mi premuravo di spalmarmi la crema solare, dietro coercizione di Claudia ("Proteggiti bene e non rompere le palle!").
Claudia si premurò anche di spalmare per bene la crema sui suoi seni, cosa che mi aspettavo che avrei trovato molto interessante. E lo era, per carità, ma solo perché le sue tette erano interessanti a prescindere da ciò. L'atto di spalmare la crema era così naturale che ci smisi di far caso immediatamente.
A un certo punto, decidemmo di metterci a studiare al sole. Claudia era molto più capace di me in filosofia, e studiare assieme si rivelò molto più semplice che farlo in solitudine.
"Ma...come cazzo è che spacchi così tanto in filosofia? Ho capito più in questa ora che in un anno con Cervi." (Cervi era il prof. di filosofia, NdA)
"Ma non è vero. È solo che a me presti più attenzione e in classe non ne hai voglia."
"Mah, mica tanto. Anzi, con te è più difficile concentrarsi considerando quanto mi distraggono le tue tette." La presi in giro.
"È qui che ti sbagli. Le tette forniscono un incentivo, non una distrazione." Ci mettemmo a ridere.
"Seriamente...io sto attento anche in classe, sei te che sei particolarmente brava."
"Be'..." Claudia si smosse i capelli in un gesto plateale. "Grazie caro, mi piace che mi vengano riconosciute le mie innate doti di insegnante."
Ridemmo ancora su questa riga per un po'. Poi Claudia si sollevò in piedi per stiracchiarsi un po' e si guardò intorno. Era pieno pomeriggio e non c'era ancora nessuno in giro.
Stiracchiandosi mi diede le spalle e mi presi quegli attimi per osservarle bene il sedere. Era abbondante, non per niente veniva spesso additata come "culona" da alcune ragazze della scuola (invidia?).
Lei, dal canto suo, non si era mai verognata delle dimensioni del suo sedere, anzi, tendeva a metterlo spesso in risalto con indumenti attillati. Quel giorno scoprii anche che non provava alcuna vergogna nemmeno per le smagliature e la cellulite, che d'altronde sarebbe stato irrealistico non avere su forme di quelle dimensioni.
Mi stupii in quel momento di come nonostante la trovassi incredibilmente attraente non avevo alcun accenno di erezione. Ero perfettamente a mio agio, probabilmente proprio perché per prima lo era lei.
"Non c'è ancora nessuno..." Commentò girandosi verso di me.
"Vero, evidentemente non conoscono in molti questo posto."
"Nah, lo conoscono, è che non è ancora il periodo in cui ci viene la gente. Di solito inizia a riempirsi a giugno. Comunque..." Si guardò nuovamente attorno. "Visto che non c'è ancora nessuno e che dubito che venga qualcuno proprio ora, che ne dici se ci facessimo un bagno?"
Questa volta colsi immediatamente il sottinteso. "Oh, oddio...si potrebbe. Dici che non ci becca nessuno?"
"Ti dirò...anche se fosse, qui ogni tanto qualcuno nudo l'ho visto anche in estate. Raramente eh...e comunque il massimo che ho visto è stato una sola volta che qualcuno chiedesse di rivestirsi, nessuno ha mai chiamato la polizia o i carabinieri."
"Allora non c'è problema, direi!"
"Rimaniamo di qua, così vediamo da lontano l'ingresso e se arriva qualcuno facciamo in tempo a vederlo, uscire, e coprirci."
A quel punto, Claudia si sfilò il perizoma senza aggiungere altro. Notai che era completamente depilata tra le gambe, ma distolsi immediatamente lo sguardo per non risultare molesto.
Mi alzai anche io in piedi e mi sfilai l'intimo, ridendo tra me e me su come stessi trovando molto più semplice denudarmi completamente rispetto al rivelare un perizoma.
A quel punto, mi avviai verso l'acqua, precedendo la mia amica. Cercai di farlo anche perché all'aria aperta mi stava venendo un'erezione e non volevo "sbandierarla".
"Certo che hai un culo da fare invidia a un sacco di donne!" Commentò Claudia, dietro di me.
"Oh, sì, lo penso anche io!" Risposi ridendo.
"Be', a questo punto me ne ero accorta che ne fossi consapevole! Vai vai, entra in acqua con calma, che ti squadro quel culetto fino all'ultimo secondo!"
"Onesto! In cambio dopo mi prendo la libertà di squadrarti le tette allora!"
"Perché, non l'hai già fatto?"
"Be', no, sai, non così spudoratamente come te adesso col mio culo!" Ero in acqua, mi fermai prima poter immergere il sedere e mi girai a guardarla.
Claudia mi applaudì platealmente. "Va bene, va bene, hai vinto tu! Fermo ancora un attimo..." Abbassò lo sguardo sul mio sedere un'altra volta. "Ok, adesso puoi immergerti!"
Avanzai ancora nel punto più profondo, dove l'acqua era comunque bassina arrivando a mezzo busto. Ma era sufficiente a nascondere quella che ormai era diventata un'erezione rampante, nonostante l'acqua gelida.
Mi immersi fino alle spalle e mi voltai verso di lei. Mi godetti l'intera camminata per entrare in acqua fissandole spudoratamente le tette, più di quanto avrei avuto bisogno, solo per ricambiarle il favore.
"Guarda che le tette sono davanti, non c'è bisogno che me le consumi tutte ora. Sono sempre davanti!"
Infine entrò anche lei in acqua e si immerse fino alla testa. Ne riemerse rabbrividendo (l'acqua di fiume era gelida!) e notai che i suoi capezzoli ora erano rigidissimi.
"Sì, lo so, diventano enormi quando ho freddo." Aveva notato che li avevo notati. "Cioè...non solo quando ho freddo. Be' ci siamo capiti..."
"Va be', ma è normale. Non vedo dove sia il problema."
"Lo so, lo so, mica me ne stavo lamentando eh!" Mi fece una linguaccia. "Anzi, tutt'altro..." Si prese le tette tra le mani e le soppesò, guardandosele languidamente. "Oh, Sam...ma secondo te, mi starebbe bene un piercing al capezzolo?"
"Claudietta, non mi prendere per il culo." La canzonai. "Non ti interessa se secondo me ti starebbe bene. Se me l'hai chiesto è perché hai già deciso!"
"...certo che ho già deciso! Ma era giusto per sentire il tuo parere. Lo sai che ho rispetto dei tuoi gusti estetici!"
"Oh be', allora sì. Secondo me ti starebbero benissimo. Ti farebbero anche un sacco porca!"
"Che non sarebbe così lontano dalla realtà..." Nel farlo tornò a guardarsi le tette, ma lo sguardo durante il percorso dalla mia faccia alle sue tette, si fermò nel mezzo. L'acqua era trasparente e la mia erezione si poteva notare. "EDDAI!"
Claudia mi diede una spinta bene assestata alle spalle, facendomi cadere gambe all'aria. "Mi hai vista nuda tutto il tempo e poi ti viene duro pensando a un piercing?!" Il tono di voce era scherzoso.
Mi risollevai lentamente, togliendomi l'acqua dagli occhi. "Sei una cogliona, ma secondo te?!" Questa volta la spinsi io. Quando si riprese e si rialzò, continuai. "Ce l'ho duro da quando mi sono spogliato. È stata l'aria aperta, non sono abituato!"
"Sì, va be', l'aria aperta..." Mi guardò con sguardo ammiccante. "Ci credo proprio eh!"
"Be', ora ho capito che sei gnocca e tutto, ma ho ancora dell'autocontrollo eh!" Ribattei con tono offeso.
"Va beeeeene...ti credo soltanto perché altrimenti saresti esploso già guardandomi le tette. Non è che col perizoma coprissi tanto, alla fine" Fece spallucce.
"Esatto. Tante storie per la gente nuda...non è che con i costumi copriamo troppo eh."
"Be', dai, voi uomini di solito sì. Usate dei cazzo di pantaloncini!" Fece uno sguardo che diceva chiaramente "Ma siete scemi?!"
"Ah, non guardare me." Replicai. "Frega un cazzo a me, io ho solo slip, super fuori moda. Vedi te se al mare devo stare più vestito che a casa."
"La parte peggiore sono le donne che incentivano queste stronzate. Cioè, oh, io voglio vedere le vostre belle gambine e i vostri bei culetti!"
Feci pallucce. "Non guardare me, ok? Di certo non mi faccio problemi a mostrare gambine e culetto!"
Parlammo ancora un po'. Il mio pene finalmente aveva deciso di calmarsi, quindi mi sentii finalmente a mio agio a poggiarmi fuori dall'acqua su delle rocce vicine.
Claudia mi mandò immediatamente di nuovo sulla spiaggia a prendere la crema solare ovunque. Le diedi ascolto, ustionarmi il pene suonava come una cosa molto poco piacevole. Ringraziai che dovetti farlo a quel punto, perché non avrei saputo come fare a spalmarmi la crema solare sul cazzo eretto senza farlo sembrare inappropriato!
Durante la conversazione, sentimmo dei rumore provenire dagli alberi dietro i nostri asciugamani. Non facemmo in tempo a renderci conto di cosa stesse succedendo che poco più in là spuntò una donna armata di vestitino a fiori, largo cappello di paglia e borsa da spiaggia.
Il panico non ebbe tempo di insinuarsi: istintivamente ci tuffammo in acqua per nascondere le nostre nudità. Nella commozione del momento, probabilmente, attirammo ulteriormente l'attenzione.
"State, state! Non c'è problema ragazzi!" La donna, che ci aveva ovviamente notati, fece un cenno con la mano e rise.
"No, no, è che siamo..." Iniziò Claudia.
"Nudi, lo so, vi ho visti eh!" Rise ancora. "Se non dà fastidio a voi, ovviamente, potete pure restare nudi."
"Ehm..." Guardai Claudia. Per me era decisamente una situazione insolita.
"Be'...già per me non ci sarebbe problema, poi tra donne..." Mi sorrise Claudia. "Ma se a te imbarazza, ci rivestiamo."
"Signora, è sicura che non ci sia problema? Non vorrei darle fastidio, davvero."
La donna formò una "O" con la bocca, fingendo stupore. "Sì, ma a due condizioni."
"Cioè...?"
"Che mi lasciate un po' dell'ombra sotto gli alberi e che soprattutto nessuno di voi due osi chiamarmi nuovamente 'signora'. Mi chiamo Giusy e gradirei anche mi deste del tu...non sono così vecchia!"
Enunciammo anche noi i nostri nomi. "No, ma figuriamoci!" Aggiunsi. "Era solo perché è più...sei più grande di noi. Poi se posso tenere il 'lei' fuori dalla scuola, lo faccio più che volentieri!"
"Oddio, ma andate ancora a scuola?!" Giusy sembrava preoccupata.
"Per poco...un paio di mesi e abbiamo finito." Replicò Claudia in fretta.
"Bei tempi i vostri..." Sospirò. "Dai, non fatevi problemi, io mi metto qui e voi state pure comodi."
Giusy poggiò la sua borsa e iniziò a sistemarsi. Io e Claudia ci guardammo dubbiosi: non sapevamo se fosse il caso di approfittare della situazione e non volevamo correre dei guai. Proposi che probabilmente era meglio asciugarci e rimettere almeno l'intimo.
"Non so...ne vale la pena? Tanto ci ha visti oramai e ci vedrà di nuovo mentre usciamo." Replicò Claudia.
"Lo so, ma non vorrei dare fastidio, insomma. Ha detto che non c'è problema, ma magari è in imbarazzo."
"Scusami...Samuele, giusto?" Giusy si rivolse a me.
"Sì?"
Giusy aveva finito di poggiare le sue cose. Aveva ancora il suo vestito addosso ed era vicino al letto del fiume. "Mi spiace aver origliato la vostra conversazione, ma si sentiva proprio tutto. Il fiume fa da cassa di risonanza, credo."
Io e Claudia ci guardammo, stupiti. Giusy continuò. "Se vi ho detto che non c'è problema, è perché non c'è davvero alcun problema. Ne ho vista di gente nuda...due in più non faranno una gran differenza!"
"Scusami se te lo chiedo ancora, ma...sicura sicura?"
"Certo! Anzi, almeno mi rifaccio un po' gli occhi vedendo due corpi giovani, per una volta!" Si mise a ridere.
A quel punto, decisi che non era più il caso di farmi problemi e mi sollevai finalmente dall'acqua, mostrando il mio corpo nudo. Claudia fece lo stesso subito dopo.
Giusy ci guardò per mezzo secondo ognuno, ci fece un grande sorriso e applaudì scherzosamente.
A quel punto prese il telefono per fare delle foto ("Tranquilli, non vi inquadro mica!") e mentre faceva delle foto al panorama, uscimmo dall'acqua per andare ad asciugarci.
Essere nudo davanti a una donna ancora vestita di punto, inizialmente, mi dava una strana sensazione. Non proprio di disagio, ma di "inusualità", se esiste come termine. Non durò a lungo, comunque.
"Certo che il tempo è incredibile, questi giorni. C'è un caldo..." Giusy stava ancora scattando delle foto.
"Davvero, non sembra maggio, ma agosto." Replicai.
"Credo andrò a fare un bagno anche io, ora. Andrei verso le cascatelle, chiedo troppo se vi chiedo di dare un'occhiata alle mie cose?"
"Certo che no!" Rispondemmo all'unisono.
Giusy sfilò il proprio vestito e mentre sistemava il telefono e la sua borsa, potei osservarla.
Al di sotto, aveva un bikini che definire striminzito era un eufemismo. Il pezzo di sopra constava di due triangolini che coprivano a malapena i capezzoli, sostenendo il suo seno di medie dimensioni.
Il pezzo di sotto era un perizoma piuttosto ridotto. Era con i laccetti e i triangolini, sia l'anteriore che il posteriore, erano piuttosto ridotti.
Ora capisco perché non aveva problemi con le nostre nudità. Lei non era molto più vestita di noi.
"Vado di là, grazie per guardami la borsa."
"Figurati!" Risposi.
Si incamminò ma dopo qualche passo: "Ah!" Tornò verso di noi. "Questo non mi serve, inutile sporcarlo."
Giusy slacciò velocemente il proprio reggiseno e lo poggiò sulla sua borsa. Ci fece un occhiolino (o lo fece a Claudia?) e andò nuovamente verso le cascatelle a farsi il bagno.
"Devo chiederle dove ha trovato quel perizomino, lo voglio!" Commentò Claudia appena Giusy si allontanò a sufficienza.
"Lungi da me lamentarmene, sia chiaro, ma...a quel punto tanto vale star nudi!"
"Certo...ma tornerebbe utile nei casi in cui non si potesse star nudi."
"Uhm, vero, in effetti."
"Dovresti prenderne uno così anche tu!" Mi punzecchiò Claudia.
"Sì, e il cazzo dove me lo infilo?!" Ribattei.
"Scemo! Non uno uguale uguale, uno con un po' più di spazio sul davanti!"
"Se ci tieni così tanto, ne prenderò uno per farti contenta!" Le lanciai un bacio, prendendola in giro.
"Tesoro, ti ho davanti nudo, me ne fregherà granché!" Si mise a ridere. "Però seriamente...non staresti affatto male, lo dico senza malizia eh!"
"Può darsi..." Ragionai. "Ma non è una cosa propriamente accettata, non possiamo negarlo. Non lo trovo giusto eh, ma è così..."
"Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo..." Citò Claudia.
"Senti, Gandhi...lo so, hai ragione, ma non è mica così semplice. Io verrei additato come pervertito e qualcuno metterebbe in mezzo i bambini. Nah, il gioco non vale la candela." Feci spallucce.
"In effetti non hai tutti i torti...è un peccato che tu abbia ragione."
Ci stendemmo al sole, cercando di non addormentarci per continuare a dare un occhio alla borsa della nostra vicina di asciugamano. Riprendemmo a chiacchierare per restare svegli.
La conversazione, a un certo punto, virò su Giusy.
"Secondo te quanti anni ha Giusy?" Mi chiese Claudia.
"Oddio...non saprei, meno di quaranta sicuramente."
"Sicuramente. Dall'aspetto direi anche trentacinque, ma..." Si fermò un attimo per pensare. "Non so, hai presente quando ha detto che 'finalmente vede due corpi giovani'? Se fosse ancora trentenne si considererebbe anche lei giovane, no?"
"Oh...oddio, potresti avere ragione. Forse va verso i quaranta e se li porta molto bene? Non so...trentotto, trentanove...?" Proposi io.
"Mah, forse sì. Eppure quella frase mi sembra proprio da quarantenne...ma non può avere più di quarant'anni e dimostrarne dieci in meno, dai!"
"No..." Replicai ancora. "Massimo massimo quaranta e ne dimostra cinque in meno, dai. E mi sembra già esagerato."
"Ehm ehm." Sentimmo due colpetti di tosse alle nostre spalle. Eravamo stesi proni e dovettimo girarci per guardare. Era Giusy, imperlata d'acqua. "Sul serio ragazzi...dovreste stare attenti a chi vi ascolta quando parlate."
Per l'ennesima volta, io e Claudia ci guardammo sorpresi come dei cervi in autostrada.
Giusy rise di gusto. "Dai, dai, non avete detto nulla di male!" Rise ancora. "Quindi...ne dimostro trentacinque, ma pensate ne abbia quaranta, eh?" Nel frattempo rimase in piedi al sole, di fronte a noi.
Claudia si ricompose in fretta dallo stupore. "Direi proprio di sì, se ne avessi meno non avresti considerato noi 'giovani'. Spero di non sbagliarmi, altrimenti sarebbe una gran figura di merda!" Era sicura della sua supposizione.
"Non preoccuparti, ne ho di più, quindi mi avete fatto a prescindere un complimento. Ma ora dovete indovinare la mia vera età!"
Ci guardammo, azzardai io per primo. "Secondo me meno di quaranta, dai. Trentotto. Massimo trentanove."
"Naaah!" Esclamò Claudia. "Io dico quaranta o quarantuno, ma portati tremendamente bene."
"Bene, benissimo!" Giusy applaudì leggermente. "Ora potete riprovarci, ma senza mentire!"
Claudia inarcò un sopracciglio. "Nessuno di noi ha mentito. Non puoi averne che un paio in più di quaranta, dai."
"Quarantasei."
Spalancammo la bocca, sia io che Claudia. "Impossibile." Aggiunse Claudia. "Non ci credo mai nella vita!"
"Oh be', se non ci credete non ci posso far nulla."
Ci superò, andò verso la borsa e si chinò a novanta gradi per frugarci dentro. Non potei fare a meno di guardare. Giusy aveva un bel sedere, piccolo e tonico, probabilmente proprio di una persona sportiva, considerando anche la sua muscolatura tonica nel resto del corpo.
Sebbene fossi più un tipo da forme abbondanti, non potei fare a meno di apprezzare quello che era un corpo in perfetta forma sportiva.
Soprattutto quando mi offriva una visione così spudorata del proprio culo coperto - si fa per dire - da una minuscola striscia di stoffa.
"Ah! Eccola!" Giusy si rialzò con una tessera in mano. Si avvicinò a Claudia e gliela porse. "Giudicate voi!"
Guardammo assieme: era la patente di Giusy. Era del 1973. Aveva quarantasei anni.
"Non è possibile..." Claudia era incredula mentre le riporgeva la patente.
"E invece...!" Continuò a ridere. "Be', se una ragazza nemmeno ventenne mi dice che dimostro oltre dieci anni in meno, lo prendo come un enorme complimento!"
"Secondo me è notevole...ma pensandoci, non così impossibile." Ragionai a voce alta, mentre senza rendermene conto le stavo squadrando il corpo.
"Sì? E come mai?" Giusy era molto divertita, e ne aveva ben donde.
"Si vede che sei una persona sportiva. Chiaramente tenersi in forma fa invecchiare molto più tardi il corpo!"
"Oh, grazie, si vede che mi hai osservata bene!"
"Eh? Io? Ah, no, cioè..." Colto in flagrante, ancora.
"Sì, faccio tanto sport e sono istruttrice di pallavolo. Direi che non ho problemi a tenermi in forma!" Dal tono di voce era chiaramente fiera del suo corpo e felice dell'osservazione. "Ma c'è un altro trucchetto che non avete intuito..." Nel frattempo prese l'asciugamano e lo mise al sole, stendendosi a poca distanza da noi.
"Mi sfugge, onestamente..." Mentre pensavo, per la prima volta ebbi l'occasione di osservare i seni di Giusy, adesso davanti a me. Era sul suo asciugamano, sollevata sui gomiti e rivolta verso di noi, che eravamo seduti al sole.
"Dai, hai un chiaro indizio proprio dove stai guardando ora!"
"Eh, ma che cazzo oh!" Mi arrabbiai, con me stesso più che altro. "È tutta la giornata che mi beccate. Da vestite non siete così attente!"
Claudia rise di gusto. "Guarda che tu osservi un sacco la gente eh! E ce ne accorgiamo anche da vestite, solo che da nude o mezze nude fa un po' sorridere...sei così innocente!"
"Ma sì! Guarda che uno sguardo viscido lo si distingue subito. Si vede che mi stai guardando le tette come mi guarderesti la caviglia, tranquillo!"
Ci mettemmo tutti a ridere. Giusy aveva preso confidenza con noi a una velocità incredibile, noncurante dei diciassette anni di differenza.
"Ma, seriamente...le mie tette potrebbero essere un altro indizio sul come faccio a sembrare così giovane e attraente!" Attraente l'aveva aggiunto lei in autonomia. Non che avesse torto.
A quel punto mi sentii autorizzato ad osservarle con attenzione. Erano di medie dimensioni, perciò erano piuttosto toniche e non scendevano. I capezzoli erano piccoli e insieme alle modeste dimensioni del seno davano un piacevole senso di eleganza.
Pensavo stesse suggerendo che avesse ricorso alla chirurgia plastica. Ma non sembrava proprio quello il caso, a meno che il suo chirurgo non avesse un bisturi magico. Il seno era naturale, non c'era dubbio. Era tonico, certo, ma non così tanto da sembrare finto: un po' di effetti della gravità si notavano.
A quel punto, ebbi l'intuizione. Spostai lo sguardo sul ventre, perfettamente piatto, con un accenno di addominali e senza alcuna cicatrice. Capii.
"Non hai figli." Lo affermai, non era una domanda.
"Indovinato! È raro che una donna della mia età non ne abbia, ecco perché avete un'idea più vecchia delle quarantenni!"
"Ah!" Esclamò Claudia. "Quindi il trucco è non avere figli, ricevuto. Lo terrò a mente!"
"Sì cara. Vedo abbastanza bambini tutto il giorno...a casa ne faccio volentieri a meno."
Caduto il discorso, io e Claudia riprendemmo a studiare, lasciando Giusy a risolvere un sudoku.
Potei ritenermi di sicuro fortunato, quel pomeriggio. Avevo accanto a me una mia amica bellissima e nuda. Davanti a me una donna molto attraente e quasi nuda.
Più di tutto mi stupii di come il mio pene non sembrava reagire in maniera inappropriata, rimanendo al suo posto e non eretto.
Mentre studiavamo potevo lanciare delle fugaci occhiate alle due donne vicino a me, godere brevemente della loro bellezza e tornare a concentrarmi sul libro di filosofia senza particolari turbamenti. Tutto era molto naturale e anzi, mi sembrava che avere quei corpi così liberi davanti a me mi avesse privato di qualunque morbosità.
"Cosa state studiando di bello? Se non vi disturbo, eh!"
"Hannah Arendt, filosofia politica..." Replicai annoiato.
"Oh, accidenti, ma è roba interessante! Pensavo fosse affossati con Kant ed Hegel!" Giusy sembrava entusiasta.
Parlammo un po' di filosofia (sì, davvero), argomento di cui Giusy e Claudia erano particolarmente appassionate. Ma alla fine riuscii a tenermi anche io all'interno della conversazione.
"Ma quindi...siete in quinta liceo, giusto? Che liceo fate?"
"Scientifico." Rispondemmo all'unisono.
"Bello, ho fatto anche io lo scientifico!"
Scoprimmo che aveva frequentato il nostro stesso istituto, e parlammo un po' della scuola e dei prof che aveva avuto e insegnavano ancora lì.
"Ma..." Interruppi io. "Tu invece? Che lavoro fai?"
"Oh, non l'ho detto! Faccio l'insegnante di scuola dell'infanzia! Per questo vi dicevo che vedo abbastanza bambini da non volerne altri!"
"Accidenti...non potrei mai farlo come lavoro, impazzirei! I bambini sono così...difficili." Replicò Claudia.
"Lo sono, credimi. Sono anche molto carini, quando vogliono. Ma solo quelli degli altri." Ridemmo. "Solo che questo lavoro mi mette in una posizione...delicata, ecco."
"...cioè?" Chiesi io.
"Diciamo che devo stare attenta a non prendere nulla di più di una multa per eccesso di velocità."
Io e Claudia la guardammo evidentemente perplessi, perché poi aggiunse. "Diciamo così...se non facessi un lavoro così delicato, vi avrei fatto volentieri compagnia togliendimo questi minuscolo perizoma!"
"Aaaaah!" Esclamammo all'unisono. "Però scusami...non sarebbe un problema anche se ti vedessero così, in teoria?" Incalzai.
"Un problema...forse, ma non legalmente. Stare in topless è legale, e i genitali sono coperti. Magari farei scandalo, ma sarei legalmente coperta. Il problema è se mi denudo dove non posso. Se qualcuno dovesse denunciarmi perderei molto probabilmente il lavoro!"
"Ma...non è giusto. Non sono mica atti osceni in luogo pubblico!" Esclamò Claudia.
"Lo so, ma che ci volete fare?" Giusy fece spallucce. "Così almeno posso dire ai Carabinieri che sono coperta...e faccio anche contento mio marito, che quasi quasi mi preferisce in perizoma invece che nuda." Si mise a ridere.
"Ma, a proposito!" Interruppe Claudia. "Ma se volessi un perizomino come quello...dove lo potrei trovare?"
"Oh, piace anche a te?!"
"È stupendo!" Ribattè Claudia.
"L'ho preso su questo sito internet..." Citò un noto shop online di sex toys e intimo.
"E immagino che il reggiseno fosse coordinato?"
"Più o meno! Stessa collezione, ma venduto a parte. Se ti interessa solo il perizoma, puoi prendere solo quello!"
"...ma io prenderei anche il reggiseno, mi piace un sacco anche quello! Ma non so se mi sta..."
"Oh, secondo me ti sta eccome! Non sembra, ma sta al suo posto più di tanti reggiseni più ingombranti!"
"Oh, non saprei..." Ribattè Claudia. "Io di roba da coprire ne ho tanta." Rise. Effettivamente i suoi seni erano molto grandi, capivo il dubbio.
"Secondo me ti sta. Alla fine non è che prova a sollevarti le tette, compito che fallirebbe miseramente qualunque reggiseno. Si adatta al seno e copre il capezzolo. Tutto qui."
"Eh, che è un po' il problema!" Claudia sollevò le sue tette con le mani. "Non so se riuscirebbe a coprire anche i miei, di capezzoli!"
Ridemmo tutti quanti. Poi Giusy continuò. "Sono grandi, ma non così tanto, dai! Ascolta, vuoi provarlo? Ti farei provare anche il perizoma, ma non sarebbe troppo igienico..."
"Sul perizoma sono tranquilla che mi starebbe...il reggiseno un po' meno, quindi proverei!"
Seguì una scena a metà tra il sexy e il comico.
Giusy prestò il suo reggiseno a Claudia, che indossò pur senza alcuna parte di sotto, in una sorta di topless al contrario (bottomless?).
Il reggiseno, in effetti, riusciva a coprirle efficacemente i capezzoli (e poco altro), e rimaneva sorprendentemente al suo posto anche durante movimenti, saltelli e pose varie.
"Se posso dirlo..." Iniziò Giusy. "Con questo reggiseno sei molto sexy, più che in topless!"
"È vero." Commentai cercando di suonare il più oggettivo possibile.
"Non so...Sam, mi fai una foto? Voglio vedermi!"
Procedetti. La feci col mio telefono, e lei era nuda sotto la vita. Oggi mi rendo conto di quanto il fatto che lei non mi abbia mai chiesto di cancellare quella foto (cosa che ho comunque fatto, ovviamente) o non me l'abbia fatta direttamente scattare col suo telefono fosse un atto di incredibile fiducia.
"Oh...cazzo, ma mi fa delle tette incredibili! Pensavo l'effetto che facevano su di te fosse dovuto al fatto che le tue sono più sode e sollevate, ma funziona anche con me."
"Te l'ho detto!" Aggiunse Giusy. "Copre il giusto, mette in risalto il resto...ero certa che su di te che le hai enormi sarebbe stato perfetto!"
"Dai, non sono enormi!" Fece la finta modesta, Claudia, mentre si toglieva e restituiva il reggiseno. Le dimensioni del suo seno erano davvero notevoli, soprattutto in risalto sulla sua vita stretta.
"Ragazze, se poteste smetterla di farvi saffici complimenti alle reciproche tette ve ne sarei grato. Ok che ho autocontrollo, ma ho un limite anche io!" Le ripresi scherzando.
"...mi hai dato della ragazza?!" Giusy si rivolse a me con teatrale commozione.
"Dai, una trentenne possiamo ancora definirla ragazza, no?" La adulai volontariamente.
"Smettila di adularmi! Sono una donna sposata, non mi avrai!"
"Perché? I complimenti li faccio a chiunque li meriti, mica solo alle donne con cui voglio scop...fare sesso!"
"Guarda che ho più di quarant'anni..." Continuò Giusy. "Non mi scandalizzo se dici 'scopare'!"
"Comunque Sam dice la verità, se c'è una cosa in cui è bravo e fare complimenti sinceri senza secondi fini!"
"Aspettate, ma..." Giusy ci guardò. "Voi non state assieme, siete amici!"
"...sì, esatto." Rispose Claudia. "Non si capiva?!"
"...e nessuno di voi due è omosessuale?"
"Non che io sappia!" Risposi io, ridendo.
"Io...pensavo vi stesse trattenendo dalle effusioni perché ci sono io. Ma effettivamente nemmeno un bacino e il vostro canzonarvi a vicenda era più una cosa tra amici. Solo che la nudità e la nonchalance con cui vi fate complimenti anche espliciti mi aveva confusa."
Risi. "No no, solo amici! Non c'è proprio interesse romantico, non funzionerebbe mai tra noi due!"
"Be', mi fa piacere che una coppia di amici di sesso diverso riesca a essere così intima. È una cosa molto bella, davvero. E dice tanto di come avete un rapporto sano con nudità e sessualità...vi fa onore."
"Io...be', non è che ci abbia mai pensato." Risposi. "È un corpo nudo ed è attraente, ovviamente. Ma non è che per due capezzoli divento scemo, quindi non è così diverso dal vedere Claudia in costume, per dire, no?"
"Questo lo dici tu. E ti do anche ragione..." Replicò Giusy. "Ma credimi che non è un modo così ovvio di pensare. Tanti ragazzi fraintenderebbero anche un'uscita al mare perfettamente costumati, figuriamoci nudi!"
"Ma Sam su questo è imbattibile!" Claudia sorrideva. "Non ti fa mai sentire giudicata e non è mai inappropriato. Ed è sempre sincero...anzi, spesso anche troppo! Però almeno sei sempre certa che non ha secondi fini: è esattamente come lo vedi e pensa esattamente quello che dice!"
Le parole di Claudia mi fecero un enorme piacere, e infatti arrossii un po'. Continuò. "E poi è alla fine un timidone ed è completamente incapace di dire bugie! Gli voglio bene per questo!" Detto ciò mi abbracciò forte e mi sentii coccolato da quell'abbraccio, che ricambiai. Essere nudi, in quel momento, rappresentò una forte connessione e una forte fiducia, che non aveva nulla di sessuale.
Dopo questo atto di affetto, ci fu un attimo di silenzio. Non c'era più molto da dire e ci ristendemmo al sole. Giusy continuò il suo Sudoku, noi a studiare. Il pomeriggio si inoltrava, c'era ancora caldo ma il sole ormai stava calando.
Di comune accordo, io e Claudia decidemmo di rivestirci per andar via prima che calasse il sole. Giusy disse che sarebbe rimasta ancora un po', quindi la salutammo.
"Oh, bella comunque come gita fuori porta. Dovremmo venirci più spesso!" Affermai durante il viaggio di rientro.
"Sì certo, soprattutto quando sei circondato da tette." Mi rispose ridendo Claudia.
"Lo sai che non è per quello Cla, dai. Nonostante io sia un grande fan delle tue tette da sempre, sia chiaro."
"Lo so, lo so..." Continuò. "Però sì, ci sta. Ma la prossima volta stiamo più attenti alla gente che arriva. Ci è andata bene che Giusy fosse una a posto, ma non vorrei dover litigare con qualcuno."
"Hai ragione..." Concordai. "Ma...tu vieni spesso nuda qui?"
"No, qui no, di solito ci vengo da sola e non mi sembra troppo sicuro denudarmi. In tua compagnia è diverso...mi sento più al sicuro."
Fu un piacere constatare che Claudia contasse su di me e si sentisse al sicuro, ma dall'altro mi fece tristezza il fatto che non si potesse sentire al sicuro da sola.
"È un peccato, ma va be', ci torniamo assieme quando vuoi!"