Esperienza reale La cugina appena maggiorenne

Ho tanti episodi in ballo da raccontare. Quale volete per primi? Max 2 risposte


  • Total voters
    320
  • Poll closed .
OP
T

Tanacca71

Guest
CAPITOLO: IN CASA DEL NEMICO. PRIMA PARTE

La settimana era passata abbastanza velocemente

Non avevo ancora parlato a mio padre dell’intenzione di sostituire il socio con Michela

Ma l’avevo comunque fatta venire in negozio per iniziare a prendere mano con il noleggio

Se mio padre vedeva che ci sapeva fare, forse era più facile che prendesse sul serio la candidatura

E comunque una presenza femminile non faceva male al negozio, anzi

Molti marpioni venivano in negozio solo per lei

Michela aveva cambiato umore già da subito

E faceva la scema e la maliziosa

Insomma la classica rizza cazzi

I noleggi nei primi giorni erano aumentati.

Molti venivano per lei che si vestiva in modo molto provocante

Ma lo faceva quando di turno c’ero io

Molto meno quando era presente papà, con il socio

Devo dire che era una continua provocazione nei miei confronti

Quando passavo dietro di lei, sporgeva il culo per sentire il mio pacco

O si chinava davanti per farmi ammirare il suo culetto , facilitata dalle gonne corte

E lo faceva anche con i clienti , quando doveva mettere a posto il cartellino della presenza della cassetta.

La gente ci andava di fuori

Qualche volta ero io che in assenza di clienti lo appoggiavo sul quel culo sodo

L’ avrei voluta chiavare all’istante

Ma l’affluenza dei clienti era davvero importante.

E tantissimi stazionavano dentro il negozio facendo finta di scegliere, mentre aspettavano che lei si chinasse sul bancone per vedere quelle tette bellissime senza reggiseno che ballonzolavano.

Fu nel turno di mattina che ricevetti la telefonata del professore

Mi invitava il sabato sera a casa sua

Scrissi su un foglietto la via e il civico

Michela cercò di sbirciare ma strappai il foglio dal block notes

E me lo misi in tasca

M: dai Antonio, fammi vedere dove abita il prof

A: non se ne parla

Come minimo lo vai a trovare e succede un casino

M: é quello che si merita

A: non ti preoccupare, ci penso io



Tentò in tutti i modi di prendersi il biglietto

In un momento di stanca in negozio mi apri la cerniera e lo prese in bocca

Avevo una voglia matta di lei

Mi fece un pompino devastante

Non durai nemmeno cinque minuti

Esplosi in bocca un quantitativo da record

Come Lauretta non fece nemmeno cadere una goccia

M: mi mancava la tua sborra calda in gola

Ora mi devi dire dove abita

Le dissi la città ma non la via

Era una cittadina con ventimila abitanti, non l’avrebbe mai scoperto

Si incazzò come una iena, ma dal suo atteggiamento capì che quella del biglietto era una palese scusa.

Mi voleva

Stavo cedendo

Avrei chiuso in anticipo la saracinesca la mattina per poi scoparla

Avevo un gran voglia di lei

Ma Lauretta fece la comparsa poco prima della chiusura e mandò tutto a monte

Mi era venuta a prendere per mangiare un boccone fuori

Si salutarono appena

Laura stava diventando insofferente

Non digeriva la presenza di Michela in negozio

Un po’ perché si aspettava di esserci lei al posto suo in negozio , un po’ perché negli ultimi tempi finalmente mi aveva tutto per se e la presenza della cugina la turbava

E aveva ragione da vendere

Queste cose le donne le sentono al volo

Ma doveva aver avuto anche l’imbeccata da Simona

Si, perché la mia ragazzina non aveva mollato l’amicizia con Simona.

Anzi, ci scopava insieme

L’ultima volta Laura mi raccontò che finita la cena guardò un film con lei

Erano sdraiate sul divano insieme e si coccolavano

Alla fine finirono per scoparsi a vicenda

Simona le chiese come era andata l’ultimo dell’anno

Fu contenta che il suo gesto era stato decisivo, ma la vide andare via con una lacrima

Ci soffriva ancora

Probabilmente dovevo andare da lei

Ma ero troppo incasinato

Il cazzo aveva la meglio sul cervello in quel periodo



Sabato sera chiusi il negozio, salutai la cugina e mi avviai verso casa del prof

Feci un paio di giri fuori città per controllare di non essere seguito da Michela

Avevo paura che si mettesse sulle mie tracce con il motorino

Quando fui sicuro che non c’era nessuno mi tranquillizzai

Ma la tranquillità svanì come era venuta

Ogni chilometro che mi avvicinavo la tensione mi mangiava

Vederlo di nuovo mi faceva vomitare

Ma lo facevo per Giada



Mi aprirono la porta

Il prof mi accolse con un abbraccio, come un vecchio amico che non vedevo da tempo

Dietro c’era Giada

Completamente struccata in una vestaglia da anziana di casa

Indossava delle ciabatte di pelo

I capelli raccolti da una crocchia

Era lontana anni luce da essere quella ragazza vista alla Villa

Ma anche così conciata acqua e sapone era bellissima

Ma si vedeva che c’era qualcosa che non andava

Un velo di tristezza nel suo volto

Mi salutò con un ciao

Il prof si girò verso di lei con sguardo minaccioso

Lei abbassò subito la testa



Mi fece vedere la sua casa

Molto spartana

Notai subito le innumerevoli foto che erano appese al muro e sui mobili

Erano tutte raffiguranti il professore con i suoi amici o colleghi

Oppure lui nel giorno di Laurea o ancora con il fucile da caccia

In quella casa non una foto di Giada

La casa era molto grande e in quasi tutte le stanze si gelava

Solo nell’ingresso c’era un stufa a metano che doveva riscaldare tutte le stanze adiacenti, ma non lo faceva in modo corretto

Mentre mi faceva fare il tour notai che Giada che si era fermata davanti alla stufa

Si stava riscaldando le mani e tremava abbastanza vistosamente

Ritornammo verso di lei

P: vai di là e finisci di preparare la cena invece di non fare un cazzo come al tuo solito

Facci scaldare noi

G: subito signore



Signore??

Questo stronzo si faceva chiamare signore

Roba da matti

Mi faceva una pena

Avrei voluto spaccarli la faccia in quel istante

Ma ormai dovevo e volevo stare al gioco



Mi stavo per rimettere il giaccone dal freddo che faceva

Ma fortunatamente la sala da pranzo veniva riscaldata appena

Notai che era apparecchiato per due

A: mi ha invitato per vedervi mangiare?

P: ah dici dei due posti

Non ti preoccupare, sono per noi due

Lei mangia da sola in cucina

La cucina come la chiamava lui era composta da dei fornelli e un tavolo striminzito

L’apparecchiatura di Giada non era altro che un straccio con sopra un bicchiere e un piatto

Il prof parlava del più e del meno durante l’antipasto, commentava il telegiornale

Io ne stavo zitto e guardavo in direzione di Giada

Un buonissimo odore veniva dal cucinotto

Sembrava aver ritrovato un po’ di gioia tra i fornelli

Si vedeva che gli piaceva cucinare

Cambio espressione quando si presentò al nostro cospetto

Ci portò la pasta al forno

Aspettava in silenzio il nostro giudizio

La prima forchettata era un paradiso per il palato

Le feci i complimenti

Lei mi fece un gran sorriso

Ma durò pochissimo

P: potevi fare meglio, non è quello che ti avevo chiesto

G: mi scusi signore, farò meglio la prossima volta

A: ma che dici? È buonissima

P: che fai così in piedi? Vai di là che è quasi l’ora

Giada affretto il passo

E girò l’angolo della porta, però soffermandosi un momento

Mi guardò intensamente senza farsi vedere dal prof

Il suo viso era al limite del pianto

Quasi non mi venne più fame a vederla così

Ma mangiai di gusto proprio perché la pasta l’aveva fatta lei è non volevo darla vinta al prof.

Dopo una decina di minuti, il prof mi spiegava i suoi trascorsi militari e le avventure che aveva fatto da giovane, ma suonarono alla porta

Giada si avvicinò alla porta mentre aspettava in mezzo all’ingresso

Aveva sempre addosso la vecchia vestaglia ma era completamente truccata

I lunghi capelli mossi erano sciolti

P:togliti quella vestaglia di merda

Notai che portava dei tacchi a spillo neri

Si tolse la vestaglia e io rimasi basito

Vestiva delle calze velate di nero

Reggicalze e guêpière di pizzo

Anche il tanga era dello stesso materiale

Le grandi tette si facevano strada verso l’esterno

Cercava di non tremare, ma il freddo in quella casa era pungente

Ma chi doveva accogliere così ?

P: chiudi la porta Antonio, fammi un favore

Prima di chiudere la porta la guardai per cinque secondi

A: vieni via con me

G: non posso

E affrettò la chiusura della porta



Quando mi sedetti il prof mi guardava

P: Bella vero?

A: è un delitto che stia con lei

P: ora ti racconto qualcosa di lei

Mentre si apprestava ad iniziare il suo racconto, vidi attraverso la porta

C’erano dei vetri opachi nella parte inferiore

Vidi chiaramente sfilare un paio di persone oltre a Giada

Il prof aspettò ancora con il racconto

Apri la porta e si diresse in sala

Mise un disco e richiuse

Molto probabile che non volesse che io sentissi i rumori che venivano dalla stanza accanto

Ma riuscì comunque a sentire che stavano chiavando

A: anche Giada è stata abbordata a scuola?

P: certamente

è sempre stata una timidona

Non parlava con nessuno

Molti ragazzi le davano il giro, ma lei era come Laura

Mi ci è voluto un paio d’anni per plasmarla e poi ho aspettato che lei avesse diciotto anni

Ho conquistato la sua fiducia pian piano

Poi per un periodo non andava bene a scuola in altre materie

Allora ho fatto il magnanimo e le ho detto che se aveva bisogno di ripetizioni io ero disponibile

Non riuscivo a convincerla fintanto che non gli ho fatto capire che se continuava così sarebbe bocciata

Dopo qualche ripetizione si è un po’ sciolta

Le avevo chiesto se avesse il fidanzato

Mi disse che non aveva mai avuto nessuno

A quel punto li feci notare che c’era la fila per lei

Ma mi confidò che era molto vergognosa

Un giorno mentre era al tavolo che studiava , lasciai la porta aperta del bagno mentre mi facevo la doccia

Per tutto il tempo lei guardava il mio uccello.

Ebbi un erezione fortissima, mi segai all’istante

Lei non toglieva lo sguardo dal mio cazzo

Da quell’istante capii che lei era cosi curiosa del sesso ma la sua timidezza le impediva di andare oltre

Ci volle qualche ripetizione per convincerla a prenderlo in mano

Ma poi fu tutto in discesa

Era veramente bella, la più bella che io avessi scopato in vita mia

Dopo la scuola la volli con me

Era completamente dedita a me e al sesso

L’odore della verginità

L’iniziazione al sesso mi stravolse

In vita mia avevo solo chiavato gente che lo aveva già fatto

Avere invece il comando, che dipendevano da me che eseguivano quello che gli dicevo di fare mi faceva stare bene

Le mire si erano spostate su Michela e su Laura

Ma quando venni a conoscenza che Michela era stata sverginata da te persi il senno della ragione

Me l’avevi fregata da sotto il naso

La mia attenzione si spostò su Laura



Si, ti ho usato per arrivare a lei

Ed ero quasi riuscito nel mio intento

Se non ci fossi stato tu, probabilmente l’avrei rotto il culo

Mi hai tolto quella soddisfazione

Fu lì che decisi di farti soffrire, togliendoti per sempre la disponibilità della cugina



Fummo interrotti da Giada

Entrò e si diresse verso un grande vaso

Si tolse dei soldi arrotolati dalla tasca della vestaglia e li mise dentro

P: brava la mia puledrina

Ora vai di là che tra poco ti raggiungiamo

Quel gran pezzo di merda faceva prostituire anche lei

Avevo deciso di passare all’azione

Ma non feci in tempo.

Suonarono alla porta

Giada e il prof si guardarono straniti

Capii subito che non aspettassero nessuno oltre ai due clienti di prima

Il prof si affacciò alla finestra

Poi con uno scatto improvviso si tirò indietro

P: cazzo

Dalla strada udii urlare

“ vieni giù maledetto sennò sveglio tutto il vicinato e faccio sapere che razza di pezzo di merda sei”

Era Michela !
 
Ultima modifica:

Belle fiche

"Level 8"
1 Anno di Phica.net
Élite Fase 1
Messaggi
9,378
Punteggio reazione
12,045
Punti
134
Age
37
CAPITOLO: IN CASA DEL NEMICO. PRIMA PARTE

La settimana era passata abbastanza velocemente

Non avevo ancora parlato a mio padre dell’intenzione di sostituire il socio con Michela

Ma l’avevo comunque fatta venire in negozio per iniziare a prendere mano con il noleggio

Se mio padre vedeva che ci sapeva fare, forse era più facile che prendesse sul serio la candidatura

E comunque una presenza femminile non faceva male al negozio, anzi

Molti marpioni venivano in negozio solo per lei

Michela aveva cambiato umore già da subito

E faceva la scema e la maliziosa

Insomma la classica rizza cazzi

I noleggi nei primi giorni erano aumentati.

Molti venivano per lei che si vestiva in modo molto provocante

Ma lo faceva quando di turno c’ero io

Molto meno quando era presente papà, con il socio

Devo dire che era una continua provocazione nei miei confronti

Quando passavo dietro di lei, sporgeva il culo per sentire il mio pacco

O si chinava davanti per farmi ammirare il suo culetto , facilitata dalle gonne corte

E lo faceva anche con i clienti , quando doveva mettere a posto il cartellino della presenza della cassetta.

La gente ci andava di fuori

Qualche volta ero io che in assenza di clienti lo appoggiavo sul quel culo sodo

L’ avrei voluta chiavare all’istante

Ma l’affluenza dei clienti era davvero importante.

E tantissimi stazionavano dentro il negozio facendo finta di scegliere, mentre aspettavano che lei si chinasse sul bancone per vedere quelle tette bellissime senza reggiseno che ballonzolavano.

Fu nel turno di mattina che ricevetti la telefonata del professore

Mi invitava il sabato sera a casa sua

Scrissi su un foglietto la via e il civico

Michela cercò di sbirciare ma strappai il foglio dal block notes

E me lo misi in tasca

M: dai Antonio, fammi vedere dove abita il prof

A: non se ne parla

Come minimo lo vai a trovare e succede un casino

M: é quello che si merita

A: non ti preoccupare, ci penso io



Tentò in tutti i modi di prendersi il biglietto

In un momento di stanca in negozio mi apri la cerniera e lo prese in bocca

Avevo una voglia matta di lei

Mi fece un pompino devastante

Non durai nemmeno cinque minuti

Esplosi in bocca un quantitativo da record

Come Lauretta non fece nemmeno cadere una goccia

M: mi mancava la tua sborra calda in gola

Ora mi devi dire dove abita

Le dissi la città ma non la via

Era una cittadina con ventimila abitanti, non l’avrebbe mai scoperto

Si incazzò come una iena, ma dal suo atteggiamento capì che quella del biglietto era una palese scusa.

Mi voleva

Stavo cedendo

Avrei chiuso in anticipo la saracinesca la mattina per poi scoparla

Avevo un gran voglia di lei

Ma Lauretta fece la comparsa poco prima della chiusura e mandò tutto a monte

Mi era venuta a prendere per mangiare un boccone fuori

Si salutarono appena

Laura stava diventando insofferente

Non digeriva la presenza di Michela in negozio

Un po’ perché si aspettava di esserci lei al posto suo in negozio , un po’ perché negli ultimi tempi finalmente mi aveva tutto per se e la presenza della cugina la turbava

E aveva ragione da vendere

Queste cose le donne le sentono al volo

Ma doveva aver avuto anche l’imbeccata da Simona

Si, perché la mia ragazzina non aveva mollato l’amicizia con Simona.

Anzi, ci scopava insieme

L’ultima volta Laura mi raccontò che finita la cena guardò un film con lei

Erano sdraiate sul divano insieme e si coccolavano

Alla fine finirono per scoparsi a vicenda

Simona le chiese come era andata l’ultimo dell’anno

Fu contenta che il suo gesto era stato decisivo, ma la vide andare via con una lacrima

Ci soffriva ancora

Probabilmente dovevo andare da lei

Ma ero troppo incasinato

Il cazzo aveva la meglio sul cervello in quel periodo



Sabato sera chiusi il negozio, salutai la cugina e mi avviai verso casa del prof

Feci un paio di giri fuori città per controllare di non essere seguito da Michela

Avevo paura che si mettesse sulle mie tracce con il motorino

Quando fui sicuro che non c’era nessuno mi tranquillizzai

Ma la tranquillità svanì come era venuta

Ogni chilometro che mi avvicinavo la tensione mi mangiava

Vederlo di nuovo mi faceva vomitare

Ma lo facevo per Giada



Mi aprirono la porta

Il prof mi accolse con un abbraccio, come un vecchio amico che non vedevo da tempo

Dietro c’era Giada

Completamente struccata in una vestaglia da anziana di casa

Indossava delle ciabatte di pelo

I capelli raccolti da una crocchia

Era lontana anni luce da essere quella ragazza vista alla Villa

Ma anche così conciata acqua e sapone era bellissima

Ma si vedeva che c’era qualcosa che non andava

Un velo di tristezza nel suo volto

Mi salutò con un ciao

Il prof si girò verso di lei con sguardo minaccioso

Lei abbassò subito la testa



Mi fece vedere la sua casa

Molto spartana

Notai subito le innumerevoli foto che erano appese al muro e sui mobili

Erano tutte raffiguranti il professore con i suoi amici o colleghi

Oppure lui nel giorno di Laurea o ancora con il fucile da caccia

In quella casa non una foto di Giada

La casa era molto grande e in quasi tutte le stanze si gelava

Solo nell’ingresso c’era un stufa a metano che doveva riscaldare tutte le stanze adiacenti, ma non lo faceva in modo corretto

Mentre mi faceva fare il tour notai che Giada che si era fermata davanti alla stufa

Si stava riscaldando le mani e tremava abbastanza vistosamente

Ritornammo verso di lei

P: vai di là e finisci di preparare la cena invece di non fare un cazzo come al tuo solito

Facci scaldare noi

G: subito signore



Signore??

Questo stronzo si faceva chiamare signore

Roba da matti

Mi faceva una pena

Avrei voluto spaccarli la faccia in quel istante

Ma ormai dovevo e volevo stare al gioco



Mi stavo per rimettere il giaccone dal freddo che faceva

Ma fortunatamente la sala da pranzo veniva riscaldata appena

Notai che era apparecchiato per due

A: mi ha invitato per vedervi mangiare?

P: ah dici dei due posti

Non ti preoccupare, sono per noi due

Lei mangia da sola in cucina

La cucina come la chiamava lui era composta da dei fornelli e un tavolo striminzito

L’apparecchiatura di Giada non era altro che un straccio con sopra un bicchiere e un piatto

Il prof parlava del più e del meno durante l’antipasto, commentava il telegiornale

Io ne stavo zitto e guardavo in direzione di Giada

Un buonissimo odore veniva dal cucinotto

Sembrava aver ritrovato un po’ di gioia tra i fornelli

Si vedeva che gli piaceva cucinare

Cambio espressione quando si presentò al nostro cospetto

Ci portò la pasta al forno

Aspettava in silenzio il nostro giudizio

La prima forchettata era un paradiso per il palato

Le feci i complimenti

Lei mi fece un gran sorriso

Ma durò pochissimo

P: potevi fare meglio, non è quello che ti avevo chiesto

G: mi scusi signore, farò meglio la prossima volta

A: ma che dici? È buonissima

P: che fai così in piedi? Vai di là che è quasi l’ora

Giada affretto il passo

E girò l’angolo della porta, però soffermandosi un momento

Mi guardò intensamente senza farsi vedere dal prof

Il suo viso era al limite del pianto

Quasi non mi venne più fame a vederla così

Ma mangiai di gusto proprio perché la pasta l’aveva fatta lei è non volevo darla vinta al prof.

Dopo una decina di minuti, il prof mi spiegava i suoi trascorsi militari e le avventure che aveva fatto da giovane, ma suonarono alla porta

Giada si avvicinò alla porta mentre aspettava in mezzo all’ingresso

Aveva sempre addosso la vecchia vestaglia ma era completamente truccata

I lunghi capelli mossi erano sciolti

P:togliti quella vestaglia di merda

Notai che portava dei tacchi a spillo neri

Si tolse la vestaglia e io rimasi basito

Vestiva delle calze velate di nero

Reggicalze e guêpière di pizzo

Anche il tanga era dello stesso materiale

Le grandi tette si facevano strada verso l’esterno

Cercava di non tremare, ma il freddo in quella casa era pungente

Ma chi doveva accogliere così ?

P: chiudi la porta Antonio, fammi un favore

Prima di chiudere la porta la guardai per cinque secondi

A: vieni via con me

G: non posso

E affrettò la chiusura della porta



Quando mi sedetti il prof mi guardava

P: Bella vero?

A: è un delitto che stia con lei

P: ora ti racconto qualcosa di lei

Mentre si apprestava ad iniziare il suo racconto, vidi attraverso la porta

C’erano dei vetri opachi nella parte inferiore

Vidi chiaramente sfilare un paio di persone oltre a Giada

Il prof aspettò ancora con il racconto

Apri la porta e si diresse in sala

Mise un disco e richiuse

Molto probabile che non volesse che io sentissi i rumori che venivano dalla stanza accanto

Ma riuscì comunque a sentire che stavano chiavando

A: anche Giada è stata abbordata a scuola?

P: certamente

è sempre stata una timidona

Non parlava con nessuno

Molti ragazzi le davano il giro, ma lei era come Laura

Mi ci è voluto un paio d’anni per plasmarla e poi ho aspettato che lei avesse diciotto anni

Ho conquistato la sua fiducia pian piano

Poi per un periodo non andava bene a scuola in altre materie

Allora ho fatto il magnanimo e le ho detto che se aveva bisogno di ripetizioni io ero disponibile

Non riuscivo a convincerla fintanto che non gli ho fatto capire che se continuava così sarebbe bocciata

Dopo qualche ripetizione si è un po’ sciolta

Le avevo chiesto se avesse il fidanzato

Mi disse che non aveva mai avuto nessuno

A quel punto li feci notare che c’era la fila per lei

Ma mi confidò che era molto vergognosa

Un giorno mentre era al tavolo che studiava , lasciai la porta aperta del bagno mentre mi facevo la doccia

Per tutto il tempo lei guardava il mio uccello.

Ebbi un erezione fortissima, mi segai all’istante

Lei non toglieva lo sguardo dal mio cazzo

Da quell’istante capii che lei era cosi curiosa del sesso ma la sua timidezza le impediva di andare oltre

Ci volle qualche ripetizione per convincerla a prenderlo in mano

Ma poi fu tutto in discesa

Era veramente bella, la più bella che io avessi scopato in vita mia

Dopo la scuola la volli con me

Era completamente dedita a me e al sesso

L’odore della verginità

L’iniziazione al sesso mi stravolse

In vita mia avevo solo chiavato gente che lo aveva già fatto

Avere invece il comando, che dipendevano da me che eseguivano quello che gli dicevo di fare mi faceva stare bene

Le mire si erano spostate su Michela e su Laura

Ma quando venni a conoscenza che Michela era stata sverginata da te persi il senno della ragione

Me l’avevi fregata da sotto il naso

La mia attenzione si spostò su Laura



Si, ti ho usato per arrivare a lei

Ed ero quasi riuscito nel mio intento

Se non ci fossi stato tu, probabilmente l’avrei rotto il culo

Mi hai tolto quella soddisfazione

Fu lì che decisi di farti soffrire, togliendoti per sempre la disponibilità della cugina



Fummo interrotti da Giada

Entrò e si diresse verso un grande vaso

Si tolse dei soldi arrotolati dalla tasca della vestaglia e li mise dentro

P: brava la mia puledrina

Ora vai di là che tra poco ti raggiungiamo

Quel gran pezzo di merda faceva prostituire anche lei

Avevo deciso di passare all’azione

Ma non feci in tempo.

Suonarono alla porta

Giada e il prof si guardarono straniti

Capii subito che non aspettassero nessuno oltre ai due clienti di prima

Il prof si affacciò alla finestra

Poi con uno scatto improvviso si tirò indietro

P: cazzo

Dalla strada udii urlare

“ vieni giù maledetto sennò sveglio tutto il vicinato e faccio sapere che razza di pezzo di merda sei”

Era Michela !
Diciamo che il fattore avere una persona vergine da plasmare col sesso ecc ti avvicina un sacco al. Prof... Anche se lui poi le fa prostituire 😡😡😡😡
 

Penetrator

"Level 7"
Da 10 Anni su Phica.net
Élite Fase 1
Messaggi
6,408
Punteggio reazione
9,779
Punti
139
CAPITOLO: IN CASA DEL NEMICO. PRIMA PARTE

La settimana era passata abbastanza velocemente

Non avevo ancora parlato a mio padre dell’intenzione di sostituire il socio con Michela

Ma l’avevo comunque fatta venire in negozio per iniziare a prendere mano con il noleggio

Se mio padre vedeva che ci sapeva fare, forse era più facile che prendesse sul serio la candidatura

E comunque una presenza femminile non faceva male al negozio, anzi

Molti marpioni venivano in negozio solo per lei

Michela aveva cambiato umore già da subito

E faceva la scema e la maliziosa

Insomma la classica rizza cazzi

I noleggi nei primi giorni erano aumentati.

Molti venivano per lei che si vestiva in modo molto provocante

Ma lo faceva quando di turno c’ero io

Molto meno quando era presente papà, con il socio

Devo dire che era una continua provocazione nei miei confronti

Quando passavo dietro di lei, sporgeva il culo per sentire il mio pacco

O si chinava davanti per farmi ammirare il suo culetto , facilitata dalle gonne corte

E lo faceva anche con i clienti , quando doveva mettere a posto il cartellino della presenza della cassetta.

La gente ci andava di fuori

Qualche volta ero io che in assenza di clienti lo appoggiavo sul quel culo sodo

L’ avrei voluta chiavare all’istante

Ma l’affluenza dei clienti era davvero importante.

E tantissimi stazionavano dentro il negozio facendo finta di scegliere, mentre aspettavano che lei si chinasse sul bancone per vedere quelle tette bellissime senza reggiseno che ballonzolavano.

Fu nel turno di mattina che ricevetti la telefonata del professore

Mi invitava il sabato sera a casa sua

Scrissi su un foglietto la via e il civico

Michela cercò di sbirciare ma strappai il foglio dal block notes

E me lo misi in tasca

M: dai Antonio, fammi vedere dove abita il prof

A: non se ne parla

Come minimo lo vai a trovare e succede un casino

M: é quello che si merita

A: non ti preoccupare, ci penso io



Tentò in tutti i modi di prendersi il biglietto

In un momento di stanca in negozio mi apri la cerniera e lo prese in bocca

Avevo una voglia matta di lei

Mi fece un pompino devastante

Non durai nemmeno cinque minuti

Esplosi in bocca un quantitativo da record

Come Lauretta non fece nemmeno cadere una goccia

M: mi mancava la tua sborra calda in gola

Ora mi devi dire dove abita

Le dissi la città ma non la via

Era una cittadina con ventimila abitanti, non l’avrebbe mai scoperto

Si incazzò come una iena, ma dal suo atteggiamento capì che quella del biglietto era una palese scusa.

Mi voleva

Stavo cedendo

Avrei chiuso in anticipo la saracinesca la mattina per poi scoparla

Avevo un gran voglia di lei

Ma Lauretta fece la comparsa poco prima della chiusura e mandò tutto a monte

Mi era venuta a prendere per mangiare un boccone fuori

Si salutarono appena

Laura stava diventando insofferente

Non digeriva la presenza di Michela in negozio

Un po’ perché si aspettava di esserci lei al posto suo in negozio , un po’ perché negli ultimi tempi finalmente mi aveva tutto per se e la presenza della cugina la turbava

E aveva ragione da vendere

Queste cose le donne le sentono al volo

Ma doveva aver avuto anche l’imbeccata da Simona

Si, perché la mia ragazzina non aveva mollato l’amicizia con Simona.

Anzi, ci scopava insieme

L’ultima volta Laura mi raccontò che finita la cena guardò un film con lei

Erano sdraiate sul divano insieme e si coccolavano

Alla fine finirono per scoparsi a vicenda

Simona le chiese come era andata l’ultimo dell’anno

Fu contenta che il suo gesto era stato decisivo, ma la vide andare via con una lacrima

Ci soffriva ancora

Probabilmente dovevo andare da lei

Ma ero troppo incasinato

Il cazzo aveva la meglio sul cervello in quel periodo



Sabato sera chiusi il negozio, salutai la cugina e mi avviai verso casa del prof

Feci un paio di giri fuori città per controllare di non essere seguito da Michela

Avevo paura che si mettesse sulle mie tracce con il motorino

Quando fui sicuro che non c’era nessuno mi tranquillizzai

Ma la tranquillità svanì come era venuta

Ogni chilometro che mi avvicinavo la tensione mi mangiava

Vederlo di nuovo mi faceva vomitare

Ma lo facevo per Giada



Mi aprirono la porta

Il prof mi accolse con un abbraccio, come un vecchio amico che non vedevo da tempo

Dietro c’era Giada

Completamente struccata in una vestaglia da anziana di casa

Indossava delle ciabatte di pelo

I capelli raccolti da una crocchia

Era lontana anni luce da essere quella ragazza vista alla Villa

Ma anche così conciata acqua e sapone era bellissima

Ma si vedeva che c’era qualcosa che non andava

Un velo di tristezza nel suo volto

Mi salutò con un ciao

Il prof si girò verso di lei con sguardo minaccioso

Lei abbassò subito la testa



Mi fece vedere la sua casa

Molto spartana

Notai subito le innumerevoli foto che erano appese al muro e sui mobili

Erano tutte raffiguranti il professore con i suoi amici o colleghi

Oppure lui nel giorno di Laurea o ancora con il fucile da caccia

In quella casa non una foto di Giada

La casa era molto grande e in quasi tutte le stanze si gelava

Solo nell’ingresso c’era un stufa a metano che doveva riscaldare tutte le stanze adiacenti, ma non lo faceva in modo corretto

Mentre mi faceva fare il tour notai che Giada che si era fermata davanti alla stufa

Si stava riscaldando le mani e tremava abbastanza vistosamente

Ritornammo verso di lei

P: vai di là e finisci di preparare la cena invece di non fare un cazzo come al tuo solito

Facci scaldare noi

G: subito signore



Signore??

Questo stronzo si faceva chiamare signore

Roba da matti

Mi faceva una pena

Avrei voluto spaccarli la faccia in quel istante

Ma ormai dovevo e volevo stare al gioco



Mi stavo per rimettere il giaccone dal freddo che faceva

Ma fortunatamente la sala da pranzo veniva riscaldata appena

Notai che era apparecchiato per due

A: mi ha invitato per vedervi mangiare?

P: ah dici dei due posti

Non ti preoccupare, sono per noi due

Lei mangia da sola in cucina

La cucina come la chiamava lui era composta da dei fornelli e un tavolo striminzito

L’apparecchiatura di Giada non era altro che un straccio con sopra un bicchiere e un piatto

Il prof parlava del più e del meno durante l’antipasto, commentava il telegiornale

Io ne stavo zitto e guardavo in direzione di Giada

Un buonissimo odore veniva dal cucinotto

Sembrava aver ritrovato un po’ di gioia tra i fornelli

Si vedeva che gli piaceva cucinare

Cambio espressione quando si presentò al nostro cospetto

Ci portò la pasta al forno

Aspettava in silenzio il nostro giudizio

La prima forchettata era un paradiso per il palato

Le feci i complimenti

Lei mi fece un gran sorriso

Ma durò pochissimo

P: potevi fare meglio, non è quello che ti avevo chiesto

G: mi scusi signore, farò meglio la prossima volta

A: ma che dici? È buonissima

P: che fai così in piedi? Vai di là che è quasi l’ora

Giada affretto il passo

E girò l’angolo della porta, però soffermandosi un momento

Mi guardò intensamente senza farsi vedere dal prof

Il suo viso era al limite del pianto

Quasi non mi venne più fame a vederla così

Ma mangiai di gusto proprio perché la pasta l’aveva fatta lei è non volevo darla vinta al prof.

Dopo una decina di minuti, il prof mi spiegava i suoi trascorsi militari e le avventure che aveva fatto da giovane, ma suonarono alla porta

Giada si avvicinò alla porta mentre aspettava in mezzo all’ingresso

Aveva sempre addosso la vecchia vestaglia ma era completamente truccata

I lunghi capelli mossi erano sciolti

P:togliti quella vestaglia di merda

Notai che portava dei tacchi a spillo neri

Si tolse la vestaglia e io rimasi basito

Vestiva delle calze velate di nero

Reggicalze e guêpière di pizzo

Anche il tanga era dello stesso materiale

Le grandi tette si facevano strada verso l’esterno

Cercava di non tremare, ma il freddo in quella casa era pungente

Ma chi doveva accogliere così ?

P: chiudi la porta Antonio, fammi un favore

Prima di chiudere la porta la guardai per cinque secondi

A: vieni via con me

G: non posso

E affrettò la chiusura della porta



Quando mi sedetti il prof mi guardava

P: Bella vero?

A: è un delitto che stia con lei

P: ora ti racconto qualcosa di lei

Mentre si apprestava ad iniziare il suo racconto, vidi attraverso la porta

C’erano dei vetri opachi nella parte inferiore

Vidi chiaramente sfilare un paio di persone oltre a Giada

Il prof aspettò ancora con il racconto

Apri la porta e si diresse in sala

Mise un disco e richiuse

Molto probabile che non volesse che io sentissi i rumori che venivano dalla stanza accanto

Ma riuscì comunque a sentire che stavano chiavando

A: anche Giada è stata abbordata a scuola?

P: certamente

è sempre stata una timidona

Non parlava con nessuno

Molti ragazzi le davano il giro, ma lei era come Laura

Mi ci è voluto un paio d’anni per plasmarla e poi ho aspettato che lei avesse diciotto anni

Ho conquistato la sua fiducia pian piano

Poi per un periodo non andava bene a scuola in altre materie

Allora ho fatto il magnanimo e le ho detto che se aveva bisogno di ripetizioni io ero disponibile

Non riuscivo a convincerla fintanto che non gli ho fatto capire che se continuava così sarebbe bocciata

Dopo qualche ripetizione si è un po’ sciolta

Le avevo chiesto se avesse il fidanzato

Mi disse che non aveva mai avuto nessuno

A quel punto li feci notare che c’era la fila per lei

Ma mi confidò che era molto vergognosa

Un giorno mentre era al tavolo che studiava , lasciai la porta aperta del bagno mentre mi facevo la doccia

Per tutto il tempo lei guardava il mio uccello.

Ebbi un erezione fortissima, mi segai all’istante

Lei non toglieva lo sguardo dal mio cazzo

Da quell’istante capii che lei era cosi curiosa del sesso ma la sua timidezza le impediva di andare oltre

Ci volle qualche ripetizione per convincerla a prenderlo in mano

Ma poi fu tutto in discesa

Era veramente bella, la più bella che io avessi scopato in vita mia

Dopo la scuola la volli con me

Era completamente dedita a me e al sesso

L’odore della verginità

L’iniziazione al sesso mi stravolse

In vita mia avevo solo chiavato gente che lo aveva già fatto

Avere invece il comando, che dipendevano da me che eseguivano quello che gli dicevo di fare mi faceva stare bene

Le mire si erano spostate su Michela e su Laura

Ma quando venni a conoscenza che Michela era stata sverginata da te persi il senno della ragione

Me l’avevi fregata da sotto il naso

La mia attenzione si spostò su Laura



Si, ti ho usato per arrivare a lei

Ed ero quasi riuscito nel mio intento

Se non ci fossi stato tu, probabilmente l’avrei rotto il culo

Mi hai tolto quella soddisfazione

Fu lì che decisi di farti soffrire, togliendoti per sempre la disponibilità della cugina



Fummo interrotti da Giada

Entrò e si diresse verso un grande vaso

Si tolse dei soldi arrotolati dalla tasca della vestaglia e li mise dentro

P: brava la mia puledrina

Ora vai di là che tra poco ti raggiungiamo

Quel gran pezzo di merda faceva prostituire anche lei

Avevo deciso di passare all’azione

Ma non feci in tempo.

Suonarono alla porta

Giada e il prof si guardarono straniti

Capii subito che non aspettassero nessuno oltre ai due clienti di prima

Il prof si affacciò alla finestra

Poi con uno scatto improvviso si tirò indietro

P: cazzo

Dalla strada udii urlare

“ vieni giù maledetto sennò sveglio tutto il vicinato e faccio sapere che razza di pezzo di merda sei”

Era Michela !
colpo di scena finale! comunque bastava una "semplice" denuncia anonima per sfruttamento della prostituzione e via..
 

sormarco

"Level 7"
Messaggi
12,973
Punteggio reazione
7,755
Punti
124
Posizione
taranto
Imfatti, per la matita.
Il viscido era proprio malato, come lo si può definire spregevole rifiuto umano. Che sia morto in un letto di dolore con tutti i sensi sensienti dalla mente a la fisico che l'abbia sentita tutta la morte.
Forse sono stato troppo severo?
 

chichio

"Level 7"
Messaggi
2,166
Punteggio reazione
9,330
Punti
113
Age
41
Il professore comunque era da galera, non so c'è finito mai, ma era da denuncia immediata.

Comunque se Michela ti ha trovato senza un semplice seguimento...avrà usato la tecnica dei film o telefilm polizieschi ecc, ovvero...se tu avevi scritto l'indirizzo su un bigliettino ancora attaccato al blocnotes e poi staccato il foglietto, allora lei può aver disegnato con la matita sul foglietto di sotto quello staccato, e aver visto l'indirizzo...non so se mi spiego?! 😁
 

Top Bottom