Si, ma io intendevo il continuo 😊Non hai letto le ultime storie
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Per rispetto di @Tanacca71 non è il posto giusto per parlaneSi, ma io intendevo il continuo
Si, hai ragione scusami ☹️ e scusa @tanacca ☹️Per rispetto di @Tanacca71 non è il posto giusto per parlane
Non vediamo l'oraBuonasera ragazzi
domani pubblico
scusate l’assenza ma è stata una settimana impegnativa
Diciamo che il fattore avere una persona vergine da plasmare col sesso ecc ti avvicina un sacco al. Prof... Anche se lui poi le fa prostituire 😡😡😡😡CAPITOLO: IN CASA DEL NEMICO. PRIMA PARTE
La settimana era passata abbastanza velocemente
Non avevo ancora parlato a mio padre dell’intenzione di sostituire il socio con Michela
Ma l’avevo comunque fatta venire in negozio per iniziare a prendere mano con il noleggio
Se mio padre vedeva che ci sapeva fare, forse era più facile che prendesse sul serio la candidatura
E comunque una presenza femminile non faceva male al negozio, anzi
Molti marpioni venivano in negozio solo per lei
Michela aveva cambiato umore già da subito
E faceva la scema e la maliziosa
Insomma la classica rizza cazzi
I noleggi nei primi giorni erano aumentati.
Molti venivano per lei che si vestiva in modo molto provocante
Ma lo faceva quando di turno c’ero io
Molto meno quando era presente papà, con il socio
Devo dire che era una continua provocazione nei miei confronti
Quando passavo dietro di lei, sporgeva il culo per sentire il mio pacco
O si chinava davanti per farmi ammirare il suo culetto , facilitata dalle gonne corte
E lo faceva anche con i clienti , quando doveva mettere a posto il cartellino della presenza della cassetta.
La gente ci andava di fuori
Qualche volta ero io che in assenza di clienti lo appoggiavo sul quel culo sodo
L’ avrei voluta chiavare all’istante
Ma l’affluenza dei clienti era davvero importante.
E tantissimi stazionavano dentro il negozio facendo finta di scegliere, mentre aspettavano che lei si chinasse sul bancone per vedere quelle tette bellissime senza reggiseno che ballonzolavano.
Fu nel turno di mattina che ricevetti la telefonata del professore
Mi invitava il sabato sera a casa sua
Scrissi su un foglietto la via e il civico
Michela cercò di sbirciare ma strappai il foglio dal block notes
E me lo misi in tasca
M: dai Antonio, fammi vedere dove abita il prof
A: non se ne parla
Come minimo lo vai a trovare e succede un casino
M: é quello che si merita
A: non ti preoccupare, ci penso io
Tentò in tutti i modi di prendersi il biglietto
In un momento di stanca in negozio mi apri la cerniera e lo prese in bocca
Avevo una voglia matta di lei
Mi fece un pompino devastante
Non durai nemmeno cinque minuti
Esplosi in bocca un quantitativo da record
Come Lauretta non fece nemmeno cadere una goccia
M: mi mancava la tua sborra calda in gola
Ora mi devi dire dove abita
Le dissi la città ma non la via
Era una cittadina con ventimila abitanti, non l’avrebbe mai scoperto
Si incazzò come una iena, ma dal suo atteggiamento capì che quella del biglietto era una palese scusa.
Mi voleva
Stavo cedendo
Avrei chiuso in anticipo la saracinesca la mattina per poi scoparla
Avevo un gran voglia di lei
Ma Lauretta fece la comparsa poco prima della chiusura e mandò tutto a monte
Mi era venuta a prendere per mangiare un boccone fuori
Si salutarono appena
Laura stava diventando insofferente
Non digeriva la presenza di Michela in negozio
Un po’ perché si aspettava di esserci lei al posto suo in negozio , un po’ perché negli ultimi tempi finalmente mi aveva tutto per se e la presenza della cugina la turbava
E aveva ragione da vendere
Queste cose le donne le sentono al volo
Ma doveva aver avuto anche l’imbeccata da Simona
Si, perché la mia ragazzina non aveva mollato l’amicizia con Simona.
Anzi, ci scopava insieme
L’ultima volta Laura mi raccontò che finita la cena guardò un film con lei
Erano sdraiate sul divano insieme e si coccolavano
Alla fine finirono per scoparsi a vicenda
Simona le chiese come era andata l’ultimo dell’anno
Fu contenta che il suo gesto era stato decisivo, ma la vide andare via con una lacrima
Ci soffriva ancora
Probabilmente dovevo andare da lei
Ma ero troppo incasinato
Il cazzo aveva la meglio sul cervello in quel periodo
Sabato sera chiusi il negozio, salutai la cugina e mi avviai verso casa del prof
Feci un paio di giri fuori città per controllare di non essere seguito da Michela
Avevo paura che si mettesse sulle mie tracce con il motorino
Quando fui sicuro che non c’era nessuno mi tranquillizzai
Ma la tranquillità svanì come era venuta
Ogni chilometro che mi avvicinavo la tensione mi mangiava
Vederlo di nuovo mi faceva vomitare
Ma lo facevo per Giada
Mi aprirono la porta
Il prof mi accolse con un abbraccio, come un vecchio amico che non vedevo da tempo
Dietro c’era Giada
Completamente struccata in una vestaglia da anziana di casa
Indossava delle ciabatte di pelo
I capelli raccolti da una crocchia
Era lontana anni luce da essere quella ragazza vista alla Villa
Ma anche così conciata acqua e sapone era bellissima
Ma si vedeva che c’era qualcosa che non andava
Un velo di tristezza nel suo volto
Mi salutò con un ciao
Il prof si girò verso di lei con sguardo minaccioso
Lei abbassò subito la testa
Mi fece vedere la sua casa
Molto spartana
Notai subito le innumerevoli foto che erano appese al muro e sui mobili
Erano tutte raffiguranti il professore con i suoi amici o colleghi
Oppure lui nel giorno di Laurea o ancora con il fucile da caccia
In quella casa non una foto di Giada
La casa era molto grande e in quasi tutte le stanze si gelava
Solo nell’ingresso c’era un stufa a metano che doveva riscaldare tutte le stanze adiacenti, ma non lo faceva in modo corretto
Mentre mi faceva fare il tour notai che Giada che si era fermata davanti alla stufa
Si stava riscaldando le mani e tremava abbastanza vistosamente
Ritornammo verso di lei
P: vai di là e finisci di preparare la cena invece di non fare un cazzo come al tuo solito
Facci scaldare noi
G: subito signore
Signore??
Questo stronzo si faceva chiamare signore
Roba da matti
Mi faceva una pena
Avrei voluto spaccarli la faccia in quel istante
Ma ormai dovevo e volevo stare al gioco
Mi stavo per rimettere il giaccone dal freddo che faceva
Ma fortunatamente la sala da pranzo veniva riscaldata appena
Notai che era apparecchiato per due
A: mi ha invitato per vedervi mangiare?
P: ah dici dei due posti
Non ti preoccupare, sono per noi due
Lei mangia da sola in cucina
La cucina come la chiamava lui era composta da dei fornelli e un tavolo striminzito
L’apparecchiatura di Giada non era altro che un straccio con sopra un bicchiere e un piatto
Il prof parlava del più e del meno durante l’antipasto, commentava il telegiornale
Io ne stavo zitto e guardavo in direzione di Giada
Un buonissimo odore veniva dal cucinotto
Sembrava aver ritrovato un po’ di gioia tra i fornelli
Si vedeva che gli piaceva cucinare
Cambio espressione quando si presentò al nostro cospetto
Ci portò la pasta al forno
Aspettava in silenzio il nostro giudizio
La prima forchettata era un paradiso per il palato
Le feci i complimenti
Lei mi fece un gran sorriso
Ma durò pochissimo
P: potevi fare meglio, non è quello che ti avevo chiesto
G: mi scusi signore, farò meglio la prossima volta
A: ma che dici? È buonissima
P: che fai così in piedi? Vai di là che è quasi l’ora
Giada affretto il passo
E girò l’angolo della porta, però soffermandosi un momento
Mi guardò intensamente senza farsi vedere dal prof
Il suo viso era al limite del pianto
Quasi non mi venne più fame a vederla così
Ma mangiai di gusto proprio perché la pasta l’aveva fatta lei è non volevo darla vinta al prof.
Dopo una decina di minuti, il prof mi spiegava i suoi trascorsi militari e le avventure che aveva fatto da giovane, ma suonarono alla porta
Giada si avvicinò alla porta mentre aspettava in mezzo all’ingresso
Aveva sempre addosso la vecchia vestaglia ma era completamente truccata
I lunghi capelli mossi erano sciolti
P:togliti quella vestaglia di merda
Notai che portava dei tacchi a spillo neri
Si tolse la vestaglia e io rimasi basito
Vestiva delle calze velate di nero
Reggicalze e guêpière di pizzo
Anche il tanga era dello stesso materiale
Le grandi tette si facevano strada verso l’esterno
Cercava di non tremare, ma il freddo in quella casa era pungente
Ma chi doveva accogliere così ?
P: chiudi la porta Antonio, fammi un favore
Prima di chiudere la porta la guardai per cinque secondi
A: vieni via con me
G: non posso
E affrettò la chiusura della porta
Quando mi sedetti il prof mi guardava
P: Bella vero?
A: è un delitto che stia con lei
P: ora ti racconto qualcosa di lei
Mentre si apprestava ad iniziare il suo racconto, vidi attraverso la porta
C’erano dei vetri opachi nella parte inferiore
Vidi chiaramente sfilare un paio di persone oltre a Giada
Il prof aspettò ancora con il racconto
Apri la porta e si diresse in sala
Mise un disco e richiuse
Molto probabile che non volesse che io sentissi i rumori che venivano dalla stanza accanto
Ma riuscì comunque a sentire che stavano chiavando
A: anche Giada è stata abbordata a scuola?
P: certamente
è sempre stata una timidona
Non parlava con nessuno
Molti ragazzi le davano il giro, ma lei era come Laura
Mi ci è voluto un paio d’anni per plasmarla e poi ho aspettato che lei avesse diciotto anni
Ho conquistato la sua fiducia pian piano
Poi per un periodo non andava bene a scuola in altre materie
Allora ho fatto il magnanimo e le ho detto che se aveva bisogno di ripetizioni io ero disponibile
Non riuscivo a convincerla fintanto che non gli ho fatto capire che se continuava così sarebbe bocciata
Dopo qualche ripetizione si è un po’ sciolta
Le avevo chiesto se avesse il fidanzato
Mi disse che non aveva mai avuto nessuno
A quel punto li feci notare che c’era la fila per lei
Ma mi confidò che era molto vergognosa
Un giorno mentre era al tavolo che studiava , lasciai la porta aperta del bagno mentre mi facevo la doccia
Per tutto il tempo lei guardava il mio uccello.
Ebbi un erezione fortissima, mi segai all’istante
Lei non toglieva lo sguardo dal mio cazzo
Da quell’istante capii che lei era cosi curiosa del sesso ma la sua timidezza le impediva di andare oltre
Ci volle qualche ripetizione per convincerla a prenderlo in mano
Ma poi fu tutto in discesa
Era veramente bella, la più bella che io avessi scopato in vita mia
Dopo la scuola la volli con me
Era completamente dedita a me e al sesso
L’odore della verginità
L’iniziazione al sesso mi stravolse
In vita mia avevo solo chiavato gente che lo aveva già fatto
Avere invece il comando, che dipendevano da me che eseguivano quello che gli dicevo di fare mi faceva stare bene
Le mire si erano spostate su Michela e su Laura
Ma quando venni a conoscenza che Michela era stata sverginata da te persi il senno della ragione
Me l’avevi fregata da sotto il naso
La mia attenzione si spostò su Laura
Si, ti ho usato per arrivare a lei
Ed ero quasi riuscito nel mio intento
Se non ci fossi stato tu, probabilmente l’avrei rotto il culo
Mi hai tolto quella soddisfazione
Fu lì che decisi di farti soffrire, togliendoti per sempre la disponibilità della cugina
Fummo interrotti da Giada
Entrò e si diresse verso un grande vaso
Si tolse dei soldi arrotolati dalla tasca della vestaglia e li mise dentro
P: brava la mia puledrina
Ora vai di là che tra poco ti raggiungiamo
Quel gran pezzo di merda faceva prostituire anche lei
Avevo deciso di passare all’azione
Ma non feci in tempo.
Suonarono alla porta
Giada e il prof si guardarono straniti
Capii subito che non aspettassero nessuno oltre ai due clienti di prima
Il prof si affacciò alla finestra
Poi con uno scatto improvviso si tirò indietro
P: cazzo
Dalla strada udii urlare
“ vieni giù maledetto sennò sveglio tutto il vicinato e faccio sapere che razza di pezzo di merda sei”
Era Michela !
colpo di scena finale! comunque bastava una "semplice" denuncia anonima per sfruttamento della prostituzione e via..CAPITOLO: IN CASA DEL NEMICO. PRIMA PARTE
La settimana era passata abbastanza velocemente
Non avevo ancora parlato a mio padre dell’intenzione di sostituire il socio con Michela
Ma l’avevo comunque fatta venire in negozio per iniziare a prendere mano con il noleggio
Se mio padre vedeva che ci sapeva fare, forse era più facile che prendesse sul serio la candidatura
E comunque una presenza femminile non faceva male al negozio, anzi
Molti marpioni venivano in negozio solo per lei
Michela aveva cambiato umore già da subito
E faceva la scema e la maliziosa
Insomma la classica rizza cazzi
I noleggi nei primi giorni erano aumentati.
Molti venivano per lei che si vestiva in modo molto provocante
Ma lo faceva quando di turno c’ero io
Molto meno quando era presente papà, con il socio
Devo dire che era una continua provocazione nei miei confronti
Quando passavo dietro di lei, sporgeva il culo per sentire il mio pacco
O si chinava davanti per farmi ammirare il suo culetto , facilitata dalle gonne corte
E lo faceva anche con i clienti , quando doveva mettere a posto il cartellino della presenza della cassetta.
La gente ci andava di fuori
Qualche volta ero io che in assenza di clienti lo appoggiavo sul quel culo sodo
L’ avrei voluta chiavare all’istante
Ma l’affluenza dei clienti era davvero importante.
E tantissimi stazionavano dentro il negozio facendo finta di scegliere, mentre aspettavano che lei si chinasse sul bancone per vedere quelle tette bellissime senza reggiseno che ballonzolavano.
Fu nel turno di mattina che ricevetti la telefonata del professore
Mi invitava il sabato sera a casa sua
Scrissi su un foglietto la via e il civico
Michela cercò di sbirciare ma strappai il foglio dal block notes
E me lo misi in tasca
M: dai Antonio, fammi vedere dove abita il prof
A: non se ne parla
Come minimo lo vai a trovare e succede un casino
M: é quello che si merita
A: non ti preoccupare, ci penso io
Tentò in tutti i modi di prendersi il biglietto
In un momento di stanca in negozio mi apri la cerniera e lo prese in bocca
Avevo una voglia matta di lei
Mi fece un pompino devastante
Non durai nemmeno cinque minuti
Esplosi in bocca un quantitativo da record
Come Lauretta non fece nemmeno cadere una goccia
M: mi mancava la tua sborra calda in gola
Ora mi devi dire dove abita
Le dissi la città ma non la via
Era una cittadina con ventimila abitanti, non l’avrebbe mai scoperto
Si incazzò come una iena, ma dal suo atteggiamento capì che quella del biglietto era una palese scusa.
Mi voleva
Stavo cedendo
Avrei chiuso in anticipo la saracinesca la mattina per poi scoparla
Avevo un gran voglia di lei
Ma Lauretta fece la comparsa poco prima della chiusura e mandò tutto a monte
Mi era venuta a prendere per mangiare un boccone fuori
Si salutarono appena
Laura stava diventando insofferente
Non digeriva la presenza di Michela in negozio
Un po’ perché si aspettava di esserci lei al posto suo in negozio , un po’ perché negli ultimi tempi finalmente mi aveva tutto per se e la presenza della cugina la turbava
E aveva ragione da vendere
Queste cose le donne le sentono al volo
Ma doveva aver avuto anche l’imbeccata da Simona
Si, perché la mia ragazzina non aveva mollato l’amicizia con Simona.
Anzi, ci scopava insieme
L’ultima volta Laura mi raccontò che finita la cena guardò un film con lei
Erano sdraiate sul divano insieme e si coccolavano
Alla fine finirono per scoparsi a vicenda
Simona le chiese come era andata l’ultimo dell’anno
Fu contenta che il suo gesto era stato decisivo, ma la vide andare via con una lacrima
Ci soffriva ancora
Probabilmente dovevo andare da lei
Ma ero troppo incasinato
Il cazzo aveva la meglio sul cervello in quel periodo
Sabato sera chiusi il negozio, salutai la cugina e mi avviai verso casa del prof
Feci un paio di giri fuori città per controllare di non essere seguito da Michela
Avevo paura che si mettesse sulle mie tracce con il motorino
Quando fui sicuro che non c’era nessuno mi tranquillizzai
Ma la tranquillità svanì come era venuta
Ogni chilometro che mi avvicinavo la tensione mi mangiava
Vederlo di nuovo mi faceva vomitare
Ma lo facevo per Giada
Mi aprirono la porta
Il prof mi accolse con un abbraccio, come un vecchio amico che non vedevo da tempo
Dietro c’era Giada
Completamente struccata in una vestaglia da anziana di casa
Indossava delle ciabatte di pelo
I capelli raccolti da una crocchia
Era lontana anni luce da essere quella ragazza vista alla Villa
Ma anche così conciata acqua e sapone era bellissima
Ma si vedeva che c’era qualcosa che non andava
Un velo di tristezza nel suo volto
Mi salutò con un ciao
Il prof si girò verso di lei con sguardo minaccioso
Lei abbassò subito la testa
Mi fece vedere la sua casa
Molto spartana
Notai subito le innumerevoli foto che erano appese al muro e sui mobili
Erano tutte raffiguranti il professore con i suoi amici o colleghi
Oppure lui nel giorno di Laurea o ancora con il fucile da caccia
In quella casa non una foto di Giada
La casa era molto grande e in quasi tutte le stanze si gelava
Solo nell’ingresso c’era un stufa a metano che doveva riscaldare tutte le stanze adiacenti, ma non lo faceva in modo corretto
Mentre mi faceva fare il tour notai che Giada che si era fermata davanti alla stufa
Si stava riscaldando le mani e tremava abbastanza vistosamente
Ritornammo verso di lei
P: vai di là e finisci di preparare la cena invece di non fare un cazzo come al tuo solito
Facci scaldare noi
G: subito signore
Signore??
Questo stronzo si faceva chiamare signore
Roba da matti
Mi faceva una pena
Avrei voluto spaccarli la faccia in quel istante
Ma ormai dovevo e volevo stare al gioco
Mi stavo per rimettere il giaccone dal freddo che faceva
Ma fortunatamente la sala da pranzo veniva riscaldata appena
Notai che era apparecchiato per due
A: mi ha invitato per vedervi mangiare?
P: ah dici dei due posti
Non ti preoccupare, sono per noi due
Lei mangia da sola in cucina
La cucina come la chiamava lui era composta da dei fornelli e un tavolo striminzito
L’apparecchiatura di Giada non era altro che un straccio con sopra un bicchiere e un piatto
Il prof parlava del più e del meno durante l’antipasto, commentava il telegiornale
Io ne stavo zitto e guardavo in direzione di Giada
Un buonissimo odore veniva dal cucinotto
Sembrava aver ritrovato un po’ di gioia tra i fornelli
Si vedeva che gli piaceva cucinare
Cambio espressione quando si presentò al nostro cospetto
Ci portò la pasta al forno
Aspettava in silenzio il nostro giudizio
La prima forchettata era un paradiso per il palato
Le feci i complimenti
Lei mi fece un gran sorriso
Ma durò pochissimo
P: potevi fare meglio, non è quello che ti avevo chiesto
G: mi scusi signore, farò meglio la prossima volta
A: ma che dici? È buonissima
P: che fai così in piedi? Vai di là che è quasi l’ora
Giada affretto il passo
E girò l’angolo della porta, però soffermandosi un momento
Mi guardò intensamente senza farsi vedere dal prof
Il suo viso era al limite del pianto
Quasi non mi venne più fame a vederla così
Ma mangiai di gusto proprio perché la pasta l’aveva fatta lei è non volevo darla vinta al prof.
Dopo una decina di minuti, il prof mi spiegava i suoi trascorsi militari e le avventure che aveva fatto da giovane, ma suonarono alla porta
Giada si avvicinò alla porta mentre aspettava in mezzo all’ingresso
Aveva sempre addosso la vecchia vestaglia ma era completamente truccata
I lunghi capelli mossi erano sciolti
P:togliti quella vestaglia di merda
Notai che portava dei tacchi a spillo neri
Si tolse la vestaglia e io rimasi basito
Vestiva delle calze velate di nero
Reggicalze e guêpière di pizzo
Anche il tanga era dello stesso materiale
Le grandi tette si facevano strada verso l’esterno
Cercava di non tremare, ma il freddo in quella casa era pungente
Ma chi doveva accogliere così ?
P: chiudi la porta Antonio, fammi un favore
Prima di chiudere la porta la guardai per cinque secondi
A: vieni via con me
G: non posso
E affrettò la chiusura della porta
Quando mi sedetti il prof mi guardava
P: Bella vero?
A: è un delitto che stia con lei
P: ora ti racconto qualcosa di lei
Mentre si apprestava ad iniziare il suo racconto, vidi attraverso la porta
C’erano dei vetri opachi nella parte inferiore
Vidi chiaramente sfilare un paio di persone oltre a Giada
Il prof aspettò ancora con il racconto
Apri la porta e si diresse in sala
Mise un disco e richiuse
Molto probabile che non volesse che io sentissi i rumori che venivano dalla stanza accanto
Ma riuscì comunque a sentire che stavano chiavando
A: anche Giada è stata abbordata a scuola?
P: certamente
è sempre stata una timidona
Non parlava con nessuno
Molti ragazzi le davano il giro, ma lei era come Laura
Mi ci è voluto un paio d’anni per plasmarla e poi ho aspettato che lei avesse diciotto anni
Ho conquistato la sua fiducia pian piano
Poi per un periodo non andava bene a scuola in altre materie
Allora ho fatto il magnanimo e le ho detto che se aveva bisogno di ripetizioni io ero disponibile
Non riuscivo a convincerla fintanto che non gli ho fatto capire che se continuava così sarebbe bocciata
Dopo qualche ripetizione si è un po’ sciolta
Le avevo chiesto se avesse il fidanzato
Mi disse che non aveva mai avuto nessuno
A quel punto li feci notare che c’era la fila per lei
Ma mi confidò che era molto vergognosa
Un giorno mentre era al tavolo che studiava , lasciai la porta aperta del bagno mentre mi facevo la doccia
Per tutto il tempo lei guardava il mio uccello.
Ebbi un erezione fortissima, mi segai all’istante
Lei non toglieva lo sguardo dal mio cazzo
Da quell’istante capii che lei era cosi curiosa del sesso ma la sua timidezza le impediva di andare oltre
Ci volle qualche ripetizione per convincerla a prenderlo in mano
Ma poi fu tutto in discesa
Era veramente bella, la più bella che io avessi scopato in vita mia
Dopo la scuola la volli con me
Era completamente dedita a me e al sesso
L’odore della verginità
L’iniziazione al sesso mi stravolse
In vita mia avevo solo chiavato gente che lo aveva già fatto
Avere invece il comando, che dipendevano da me che eseguivano quello che gli dicevo di fare mi faceva stare bene
Le mire si erano spostate su Michela e su Laura
Ma quando venni a conoscenza che Michela era stata sverginata da te persi il senno della ragione
Me l’avevi fregata da sotto il naso
La mia attenzione si spostò su Laura
Si, ti ho usato per arrivare a lei
Ed ero quasi riuscito nel mio intento
Se non ci fossi stato tu, probabilmente l’avrei rotto il culo
Mi hai tolto quella soddisfazione
Fu lì che decisi di farti soffrire, togliendoti per sempre la disponibilità della cugina
Fummo interrotti da Giada
Entrò e si diresse verso un grande vaso
Si tolse dei soldi arrotolati dalla tasca della vestaglia e li mise dentro
P: brava la mia puledrina
Ora vai di là che tra poco ti raggiungiamo
Quel gran pezzo di merda faceva prostituire anche lei
Avevo deciso di passare all’azione
Ma non feci in tempo.
Suonarono alla porta
Giada e il prof si guardarono straniti
Capii subito che non aspettassero nessuno oltre ai due clienti di prima
Il prof si affacciò alla finestra
Poi con uno scatto improvviso si tirò indietro
P: cazzo
Dalla strada udii urlare
“ vieni giù maledetto sennò sveglio tutto il vicinato e faccio sapere che razza di pezzo di merda sei”
Era Michela !
Farò anche un episodio su questoImfatti, per la matita.
Il viscido era proprio malato, come lo si può definire spregevole rifiuto umano. Che sia morto in un letto di dolore con tutti i sensi sensienti dalla mente a la fisico che l'abbia sentita tutta la morte.
Forse sono stato troppo severo?
AbbastanzaImfatti, per la matita.
Il viscido era proprio malato, come lo si può definire spregevole rifiuto umano. Che sia morto in un letto di dolore con tutti i sensi sensienti dalla mente a la fisico che l'abbia sentita tutta la morte.
Forse sono stato troppo severo?
Assolutamente noImfatti, per la matita.
Il viscido era proprio malato, come lo si può definire spregevole rifiuto umano. Che sia morto in un letto di dolore con tutti i sensi sensienti dalla mente a la fisico che l'abbia sentita tutta la morte.
Forse sono stato troppo severo?
grazieAssolutamente no
Un telefilm a luci rosseLa situazione si complica...certo che se gira bene ci starebbe quasi di fare un telefilm!