Esperienza reale Le memorie di Elena

Sei il miglior scrittore di Phica. @Captain Achab
Ci sono altri utenti che secondo me scrivono molto ma molto bene, ma tu li superi tutti
non solo per come scrive ma anche per la costanza e brevità tra un capitolo e l'altro.
grazie
 
CAPITOLO 10 – CORAGGIO

Passò circa un mese da quella sera che fu presto cancellata come se nulla fosse accaduto. Le due ragazze non ne avevano parlato e il mattino seguente come se nulla fosse avevano fatto colazione insieme riprendendo la loro vita normalmente.

La verità è che entrambe erano oppresse dal senso di colpa.

Arianna sapeva di aver sorpassato il limite e si chiedeva quale forza l’aveva spinta a fare quello che aveva fatto. Si sentiva in colpa verso Luca, totalmente ignaro di quello che era accaduto e si sentiva in colpa verso Elena per quello che aveva fatto.

Elena dal canto suo si colpevolizava per le confessioni fatte ad Arianna, per come spiava gli amici, per essersi messa a masturbarsi in bagno. Si era convinta davvero che quello dell’amica fosse stato un gesto quasi di pietà nei suoi confronti dopo le confessioni che lei le aveva fatto e mai avrebbe immaginato quello che Arianna sapeva ma che non voleva ammettetre ne a lei né a se stessa, ovvero che provava una sorta di attrazione sessuale nei confronti di Elena.

Il fatto che entrambe si ritenessero responsabili e colpevoli dell’accaduto aveva quindi fatto si che l’evento fosse presto cancellato.

Con un meccanismo psicologico che tutti mettiamo in pratica quando facciamo qualcosa di grave, di cui ci vergognamo, entrambe negavano a se stesse quello che era successo, come fosse stato un sogno, qualcosa avvenuto in una realtà parallela, qualcosa compiuto da un alter-ego e pertanto non c’era bisogno di parlarne perché nella realtà non era mai successo.

Fu così che si arrivò a metà luglio. Un sabato i tre sarebbero dovuti partire in nave per la Sardegna dove Luca e Arianna avevano una piccola casa. Senza neanche pensarci o discuterne anche Elena era stata inviata a trascorrere le vacanze con loro.

Successe però che quando la signora che si curava di pulirgli la casa e fargliela trovare in ordine andò per controllare che fosse tutto in ordine per il loro arrivo trovò una perdita piuttosto seria di acqua. Per poter valutare la cosa sul posto, dato che Luca stava ancora lavorando ma Arianna essendo insegnante era già in ferie, decisero che lei li avrebbe anticipati e che Luca ed Elena l’avrebbero raggiunta il sabato come da programma.

Fu cosi che il mercoledì mattina i due accompagnarono Arianna all’aeroporto di Linate per prendere un volo per Olbia, poi Luca riaccompagnò Elena a casa ed andò a lavorare.

Inutile discutere della felicità di Elena all’idea di rimanere tre giorni da sola in casa con Luca. Come già detto le era ben chiaro che non avrebbe mai potuto averlo come lei avrebbe voluto, ma la semplice opportunità per tre giorni di poterlo godere tutto per sé, anche solo per chiacchierare insieme, guardare un film, farsi compagnia a cena e prima di andare a dormire, senza la costante presenza di Arianna, era per lei motivo di gioia.

Si prodigò il pomeriggio a cucinare per la cena i piatti che sapeva essere i preferiti di Luca.

Quando la sera tornò a casa Luca come sempre da quando a Milano era scoppiato il caldone, dopo la doccia restò in boxer senza poter immaginare i pensieri di Elena nei suoi confronti.

La ragazza era ormai abituata al fatto che Luca stesse in casa solo con i boxer ma il fatto che Arianna non fosse lì con loro dava al tutto un sapore diverso. Il suo desiderio era lì ad un passo e lei avrebbe potuto provare a coglierlo ma no, non lo avrebbe fatto.

I due cenarono insieme e parlarono del più e del meno, poi Luca andò a dormire mentre ad Elena, pensando che il giorno dopo la scena si sarebbe ripetuta, balenò in mente un’idea. Non poteva avere Luca ma poteva quantomeno provare a stuzzicarlo seguendo il vecchio detto ‘guardare ma non toccare’, finché non avesse fatto qualcosa di veramente esplicito che male c’era?

Fu così che il giorno dopo Elena andò in un negozio di intimo, ma non per cercare i classici anonimi reggiseni che era solita comprare, ne le mutandone nere o grigie che in serie riempivano il primo cassetto del suo armadio. Voleva che Luca si accorgesse di lei, che la guardasse.

Era imbarazzatissima e quando la commessa del negozio l’avvicinò vedendola vagare da diversi minuti per il negozio, diventò come un peperone.

Si fece coraggio e proseguì la sua ricerca, uscì dal negozio con un reggiseno a fascia di tessuto morbido che sapeva avrebbe messo in risalto i suoi capezzoli abbastanza sporgenti, ed un perizoma che lasciava scoperto l'inguine.

Per tutto il tempo nel negozio il suo atteggiamento sembrava quello di una ladra, tant’è che le commesse la tennero d’occhio finché non si accertarono che stesse uscendo dopo aver pagato tutti gli articoli.

Andò alla cieca, perché solo a casa prese il coraggio per provare davanti ad uno specchio quello che aveva comprato. Il reggiseno le stava a pennello e anche il perizoma tutto sommato. Si fotografò il sedere e concluse che alla fine, nonostante il suo non fosse certo un fisico statuario, con un po’ di impegno anche lei poteva essere bella. Unica nota negativa a cui non aveva pensato, l'inguine scoperto da cui usciva tutta la sua peluria. Corse al supermercato, comprò una lametta e tornata a casa per la prima volta nella sua vita si depilò tra le gambe, ma solo il giusto per fare si che non si vedessero peli spuntare fuori dal suo nuovo acquisto.

Quando venne l’ora in cui Luca rientrava a casa si fece una doccia. Sentì la porta aprirsi, lui la chiamò.

– sto facendo la doccia! –

- Va bene, inizio a preparare la cena-

Era arrivato il momento. Improvvisamente tutto il suo coraggio sembrava essere scomparso. Ma cosa stava facendo? Che idea le era venuta? Dai Elena sei arrivata fin qui non mollare ora, fra qualche giorno sarete insieme al mare, la differenza è che qui sei a casa ma è la stessa cosa. Prese fiato, aprì la porta e si palesò in cucina davanti a Luca con i capelli bagnati, il reggiseno a fascia aderente da cui si vedevano i capezzoli turgidi e il perizoma che copriva i pochi centimetri tra i suoi inguini e con un filo sottile nero attraversava le sue natiche.

Si era sognata che Luca le saltasse addosso, che la prendesse di peso portandola a letto e facendole di tutto ma la reazione del suo amato fu quella di guardarla quasi indifferente e dirle

- Di contorno faccio un’insalata o dei pomodorini?-

In realtà nel corso della serata Luca la guardò ogni tanto ma più per la curiosità di osservare un corpo femminile che per desiderio sessuale che nei confronti di Elena non aveva mai provato. Osservò come il seno fosse senza dubbio il suo cavallo di battaglia. Tondo, avrebbe scommesso che ancora stava su senza aiuti e quei capezzoli così sporgenti dovevano essere uno spettacolo. Osservò anche il sedere che probabilmente dopo qualche anno sarebbe esploso che ma che ora invece si difendeva benissimo. Probabilmente un coetaneo di Elena l’avrebbe trovato abbondante ma per lui che aveva quasi dieci anni di più era ancora un gran bel culo.

Dopocena i due iniziarono a chiacchierare e spingendosi più nell’intimità parlarono delle difficoltà di Elena con i ragazzi. Quando ormai si era fatto tardi Luca cercando di capire alcuni ragionamenti di Elena che un po’ perché era donna, un po’ perché a questo si sommava il suo retaggio culturale, non riusciva proprio a comprendere disse

- Ma tu esattamente come lo vorresti questo ragazzo?-
-Ma non so… non saprei come spiegarlo… lo vorrei come te-

Elena era imbarazzatissima rendendosi conto di quello che aveva detto solo dopo che le parole le erano uscite di bocca. Diventò rossa ma Luca non colse minimamente nulla.

- Ah la mia bimba… vedrai che un giorno troverai l’uomo perfetto per te. Buonanotte bimba-

Le diede un bacio sulla fronte e andò in camera sua.

Elena rimase ferma sul divano in silenzio ma avrebbe voluto urlare ‘non sono la tua bambina, non sono una bambina! Luca ti prego guardami! Sono una donna!’

Si sentiva una stupida per quello che aveva fatto, era delusa e arrabbiata. A letto non riusciva a prendere sonno e quando non si prende sonno i nostri pensieri si fanno pericolosi. In quello stato di dormi-veglia la mente pensa cose strane, a cavallo tra sogno e realtà partorisce idee a cui non avremmo mai pensato desti, con i filtri del giorno, della società. Lì a letto da sola tra sogno e realtà Elena decise che avrebbe mostrato a Luca che non era la sua bambina ma una donna.
 
CAPITOLO 10 – CORAGGIO

Passò circa un mese da quella sera che fu presto cancellata come se nulla fosse accaduto. Le due ragazze non ne avevano parlato e il mattino seguente come se nulla fosse avevano fatto colazione insieme riprendendo la loro vita normalmente.

La verità è che entrambe erano oppresse dal senso di colpa.

Arianna sapeva di aver sorpassato il limite e si chiedeva quale forza l’aveva spinta a fare quello che aveva fatto. Si sentiva in colpa verso Luca, totalmente ignaro di quello che era accaduto e si sentiva in colpa verso Elena per quello che aveva fatto.

Elena dal canto suo si colpevolizava per le confessioni fatte ad Arianna, per come spiava gli amici, per essersi messa a masturbarsi in bagno. Si era convinta davvero che quello dell’amica fosse stato un gesto quasi di pietà nei suoi confronti dopo le confessioni che lei le aveva fatto e mai avrebbe immaginato quello che Arianna sapeva ma che non voleva ammettetre ne a lei né a se stessa, ovvero che provava una sorta di attrazione sessuale nei confronti di Elena.

Il fatto che entrambe si ritenessero responsabili e colpevoli dell’accaduto aveva quindi fatto si che l’evento fosse presto cancellato.

Con un meccanismo psicologico che tutti mettiamo in pratica quando facciamo qualcosa di grave, di cui ci vergognamo, entrambe negavano a se stesse quello che era successo, come fosse stato un sogno, qualcosa avvenuto in una realtà parallela, qualcosa compiuto da un alter-ego e pertanto non c’era bisogno di parlarne perché nella realtà non era mai successo.

Fu così che si arrivò a metà luglio. Un sabato i tre sarebbero dovuti partire in nave per la Sardegna dove Luca e Arianna avevano una piccola casa. Senza neanche pensarci o discuterne anche Elena era stata inviata a trascorrere le vacanze con loro.

Successe però che quando la signora che si curava di pulirgli la casa e fargliela trovare in ordine andò per controllare che fosse tutto in ordine per il loro arrivo trovò una perdita piuttosto seria di acqua. Per poter valutare la cosa sul posto, dato che Luca stava ancora lavorando ma Arianna essendo insegnante era già in ferie, decisero che lei li avrebbe anticipati e che Luca ed Elena l’avrebbero raggiunta il sabato come da programma.

Fu cosi che il mercoledì mattina i due accompagnarono Arianna all’aeroporto di Linate per prendere un volo per Olbia, poi Luca riaccompagnò Elena a casa ed andò a lavorare.

Inutile discutere della felicità di Elena all’idea di rimanere tre giorni da sola in casa con Luca. Come già detto le era ben chiaro che non avrebbe mai potuto averlo come lei avrebbe voluto, ma la semplice opportunità per tre giorni di poterlo godere tutto per sé, anche solo per chiacchierare insieme, guardare un film, farsi compagnia a cena e prima di andare a dormire, senza la costante presenza di Arianna, era per lei motivo di gioia.

Si prodigò il pomeriggio a cucinare per la cena i piatti che sapeva essere i preferiti di Luca.

Quando la sera tornò a casa Luca come sempre da quando a Milano era scoppiato il caldone, dopo la doccia restò in boxer senza poter immaginare i pensieri di Elena nei suoi confronti.

La ragazza era ormai abituata al fatto che Luca stesse in casa solo con i boxer ma il fatto che Arianna non fosse lì con loro dava al tutto un sapore diverso. Il suo desiderio era lì ad un passo e lei avrebbe potuto provare a coglierlo ma no, non lo avrebbe fatto.

I due cenarono insieme e parlarono del più e del meno, poi Luca andò a dormire mentre ad Elena, pensando che il giorno dopo la scena si sarebbe ripetuta, balenò in mente un’idea. Non poteva avere Luca ma poteva quantomeno provare a stuzzicarlo seguendo il vecchio detto ‘guardare ma non toccare’, finché non avesse fatto qualcosa di veramente esplicito che male c’era?

Fu così che il giorno dopo Elena andò in un negozio di intimo, ma non per cercare i classici anonimi reggiseni che era solita comprare, ne le mutandone nere o grigie che in serie riempivano il primo cassetto del suo armadio. Voleva che Luca si accorgesse di lei, che la guardasse.

Era imbarazzatissima e quando la commessa del negozio l’avvicinò vedendola vagare da diversi minuti per il negozio, diventò come un peperone.

Si fece coraggio e proseguì la sua ricerca, uscì dal negozio con un reggiseno a fascia di tessuto morbido che sapeva avrebbe messo in risalto i suoi capezzoli abbastanza sporgenti, ed un perizoma che lasciava scoperto l'inguine.

Per tutto il tempo nel negozio il suo atteggiamento sembrava quello di una ladra, tant’è che le commesse la tennero d’occhio finché non si accertarono che stesse uscendo dopo aver pagato tutti gli articoli.

Andò alla cieca, perché solo a casa prese il coraggio per provare davanti ad uno specchio quello che aveva comprato. Il reggiseno le stava a pennello e anche il perizoma tutto sommato. Si fotografò il sedere e concluse che alla fine, nonostante il suo non fosse certo un fisico statuario, con un po’ di impegno anche lei poteva essere bella. Unica nota negativa a cui non aveva pensato, l'inguine scoperto da cui usciva tutta la sua peluria. Corse al supermercato, comprò una lametta e tornata a casa per la prima volta nella sua vita si depilò tra le gambe, ma solo il giusto per fare si che non si vedessero peli spuntare fuori dal suo nuovo acquisto.

Quando venne l’ora in cui Luca rientrava a casa si fece una doccia. Sentì la porta aprirsi, lui la chiamò.

– sto facendo la doccia! –

- Va bene, inizio a preparare la cena-

Era arrivato il momento. Improvvisamente tutto il suo coraggio sembrava essere scomparso. Ma cosa stava facendo? Che idea le era venuta? Dai Elena sei arrivata fin qui non mollare ora, fra qualche giorno sarete insieme al mare, la differenza è che qui sei a casa ma è la stessa cosa. Prese fiato, aprì la porta e si palesò in cucina davanti a Luca con i capelli bagnati, il reggiseno a fascia aderente da cui si vedevano i capezzoli turgidi e il perizoma che copriva i pochi centimetri tra i suoi inguini e con un filo sottile nero attraversava le sue natiche.

Si era sognata che Luca le saltasse addosso, che la prendesse di peso portandola a letto e facendole di tutto ma la reazione del suo amato fu quella di guardarla quasi indifferente e dirle

- Di contorno faccio un’insalata o dei pomodorini?-

In realtà nel corso della serata Luca la guardò ogni tanto ma più per la curiosità di osservare un corpo femminile che per desiderio sessuale che nei confronti di Elena non aveva mai provato. Osservò come il seno fosse senza dubbio il suo cavallo di battaglia. Tondo, avrebbe scommesso che ancora stava su senza aiuti e quei capezzoli così sporgenti dovevano essere uno spettacolo. Osservò anche il sedere che probabilmente dopo qualche anno sarebbe esploso che ma che ora invece si difendeva benissimo. Probabilmente un coetaneo di Elena l’avrebbe trovato abbondante ma per lui che aveva quasi dieci anni di più era ancora un gran bel culo.

Dopocena i due iniziarono a chiacchierare e spingendosi più nell’intimità parlarono delle difficoltà di Elena con i ragazzi. Quando ormai si era fatto tardi Luca cercando di capire alcuni ragionamenti di Elena che un po’ perché era donna, un po’ perché a questo si sommava il suo retaggio culturale, non riusciva proprio a comprendere disse

- Ma tu esattamente come lo vorresti questo ragazzo?-
-Ma non so… non saprei come spiegarlo… lo vorrei come te-

Elena era imbarazzatissima rendendosi conto di quello che aveva detto solo dopo che le parole le erano uscite di bocca. Diventò rossa ma Luca non colse minimamente nulla.

- Ah la mia bimba… vedrai che un giorno troverai l’uomo perfetto per te. Buonanotte bimba-

Le diede un bacio sulla fronte e andò in camera sua.

Elena rimase ferma sul divano in silenzio ma avrebbe voluto urlare ‘non sono la tua bambina, non sono una bambina! Luca ti prego guardami! Sono una donna!’

Si sentiva una stupida per quello che aveva fatto, era delusa e arrabbiata. A letto non riusciva a prendere sonno e quando non si prende sonno i nostri pensieri si fanno pericolosi. In quello stato di dormi-veglia la mente pensa cose strane, a cavallo tra sogno e realtà partorisce idee a cui non avremmo mai pensato desti, con i filtri del giorno, della società. Lì a letto da sola tra sogno e realtà Elena decise che avrebbe mostrato a Luca che non era la sua bambina ma una donna.
Vai Capitano...fai andare la nostra mano!!!
 

Allegati

  • Le memorie di Elena di Captain Achab.pdf
    171.6 KB · Visualizzazioni: 66
Scrivi sempre in modo chiaro,limpido cristallino e rendi noi lettori consapevoli delle sensazioni che provano i personaggi proprio come va fatto in un romanzo erotico scaricandoci tanta andrenalina che è l'incipit dell'eccitazione:complimenti e continua così 😜 😜 😜
 
CAPITOLO 11 – LA SANTARELLINA

Elena passò la giornata successiva ad elaborare il suo piano nei minimi dettagli. La cosa le restituiva una sensazione che mai avrebbe pensato di trovare piacevole. Adrenalina derivante dall’attesa, il rischio, i dubbi. Sensazioni che dovrebbero lasciare addosso qualcosa di negativo e che lei invece percepiva come eccitanti. L’unico timore era quello all’ultimo di non trovare il coraggio di fare quello che aveva in mente.

Dopo pranzo si accorciò i peli del pube, mantenendo il tutto peloso ma più corto e ordinato. Un’ora prima del previsto arrivo di Luca che rientrava dal lavoro andò alla porta della sua camera e la lasciò socchiusa, posizionò la sedia poang dell’ikea che solitamente stava in un angolo esattamente di fronte alla visuale che si poteva avere guardando dallo spazio tra la porta e il muro.

Prese le cuffiette e le attaccò al telefono, si sedette sulla sedia e provò la posizione. Le gambe larghe, il cavo bianco delle cuffie e il telefono bene in vista. Buttò la testa all’indietro per vedere se riusciva a mantenere quella posizione per diversi minuti. Doveva assolutamente sembrare che lei non si fosse accorta del rientro a casa di Luca.

Tutto era come immaginato, poteva funzionare, aveva solo bisogno di trovare il coraggio di farlo per davvero. Mentre pensava a questo sentì il rumore di un auto nel cortile, si affacciò e vide che era Luca che rientrava con più di un’ora di anticipo.

Iniziò ad agitarsi, il tutto partiva già con un imprevisto, pensava di avere ancora tempo per rilassarsi, ripassare il suo piano ma ora doveva sbrigarsi. Dall’altra parte così sarebbe stato tutto più credibile, non poteva immaginare che Luca sarebbe rientrato prima.

Si sedette sulla sedia, indossò le cuffie ma non fece partire la musica, aveva bisogno di sentire.

Alzò il reggiseno liberando le tette, abbassò le mutandine e allargò le gambe il più che poteva.

Sentí il rumore dei piedi di Luca che saliva le scale.

Con la mano sinistra iniziò a giocare con un capezzolo, la destra la mise tra le gambe e prese a masturbarsi.

La porta di casa si aprì e lei buttò la testa all’indietro. L’unico senso che aveva per capire cosa stesse accadendo era l’udito .

Sentì i passi lungo il corridoio arrivare fino davanti la porta delle camere una di fronte all’altra. Poi silenzio.

Continuò a toccarsi, era fradicia. Chissà se Luca era lì, se la stava osservando, se il suo cazzo si stava rizzando vedendo quel corpo esposto lì per lui.

Passarono forse un paio di minuti, sembrarono infiniti, poi Elena sentì la porta dell’altra camera chiudersi. Allora per tutto quel tempo Luca era stato lì a guardarla.

Il suo corpo e la sua mente andarono in black-out. Troppi pensieri, troppe sensazioni esplodevano tutte insieme. L’aveva fatto, l’aveva fatto davvero, si era masturbata davanti ad un uomo per farlo eccitare, a questo era stata in grado di arrivare. E lui si era fermato. L’aveva guardata, squadrata, aveva fantasticato su ogni centimetro del suo corpo, sui suoi capezzoli duri e sulla sua figa che ora era un colabrodo che stava esplodendo di eccitazione e così arrivo, scoppiò, probabilmente gemette forte senza controllo mentre due piccoli schizzi finivano sul pavimento.

L’aveva fatto davvero.

Tutto iniziò a girare, il suo respiro era affannoso, tremava, uno stato di agitazione la prese all’improvviso. Voleva correre, scappare ma non poteva. Il cuore accelerava e sembrava le stesse scoppiando nel petto.

Pensò di star morendo. No, sapeva cos’era, le era capitato in passato. Si stese, cercò qualche pensiero positivo.. il mare… il mare era calmo e bello. Cercò di regolare il respiro, lungo, profondo, tranquilla va tutto bene. Il battito rallentò fino a normalizzarsi, poi un senso di stanchezza la pervase come se avesse appena finito di correre la maratona e crollò addormentata.

Quando Luca rientrò a casa il pensiero era a tutte le cose che doveva ancora finire di fare prima di partire tra chiudere le valigie e sistemare casa. Chiuse la porta, percorse il corridoio arrivando davanti alla porta delle stanze. Quella di Elena era leggermente aperta. Guardò dentro per scorgerla e salutarla ma ciò che vide lo sconvolse.

Elena era seduta sulla poltrona di fronte alla porta. Stava ascoltando della musica. Il collo appoggiato all’indietro sullo schienale, gli occhi verso il soffitto, non poteva vederlo.

Era nuda. Il reggiseno alzato, le mutandine a terra. Era nuda cazzo. Guardò il suo seno. Tondo e duro, con due capezzoli turgidi che uscivano come spuntoni. Era nuda e con una mano si stimolava un capezzolo.

La figa era pelosa ma curata. La cosa sconvolgente era che in mezzo alle gambe era talmente bagnata che nonostante i circa tre metri di distanza poteva percepirlo chiaramente. Era nuda e si stava masturbando, le sue dita giocavano sapientemente con il clitoride e con le labbra.

Luca rimase immobile per qualche minuto a fissarla, la testa nel pallone. Era figa. Non pensava che avrebbe mai potuto dire una cosa del genere di Elena ma cazzo lì così l'avrebbe presa. Poi tolse lo sguardo, andò in camera sua, chiuse la porta, si sdraiò sul letto e prese il cazzo in mano iniziando a segarlo. Qualche minuto dopo sentì chiaramente un forte gemito, Elena aveva avuto l’orgasmo. Accelerò e in pochi secondi anche lui stava riempiendo il lenzuolo di sperma immaginandosi sulla poang con lei mentre la penetrava nel profondo.

Mezz’ora dopo uscì di casa cercando di non farsi sentire. Mandò un messaggio ad Elena ‘devo finire delle cose al lavoro. Farò molto tardi, non aspettarmi’.

Un quarto d’ora dopo eravamo seduti al solito tavolo del solito pub dove da anni ci incontravamo quando volevamo fare due chiacchiere.

- Non starai davvero pensando che Elena, suor Elena, si sia masturbata davanti a te apposta?-
-Faccio fatica a crederlo ma sembrava proprio così -
–Ascolta, va bene pensavamo tutti che Elena fosse una santarellina e che non sapesse neanche di poter godere con la figa, evidentemente non è così, anche lei si masturba come tutte, ma pensare che lo abbia fatto apposta. Hai detto che sei rientrato prima, probabilmente non aveva pensato a questa possibilità e si è rilassata estraniandosi un po’ da tutto. Beh conoscendola pensa se sapesse che l’hai vista, si farebbe suora di clausura per penitenza -
–Boh quindi secondo te devo fare finta di nulla? -
–E cosa vuoi fare? Lascia perdere non infilarti in una cosa del genere, e se quella poi va da Arianna a dirle che hai insinuato una cosa del genere? Poi come lo spieghi a tua moglie che sei stato lì a goderti lo spettacolo?-
- Si si lo so hai ragione e mi sento anche in colpa perché la cosa mi ha fatto eccitare-
-Non fare sciocchezze, sei fortunato, Arianna cazzo ha tutto, figa, brillante, intelligente, cazzo non fare stronzate per suor Elena, quella al massimo vale una sega, niente di più-
-Tranquillo non faccio stronzate-

Ci fermammo al pub ancora per un po’ a parlare di altro poi ci salutammo augurandoci buone vacanze. Fu quella la prima volta in cui venni a sapere qualcosa sulla situazione che si stava delineando a casa di Luca, per ora solo quel pezzettino.

Prima di abbandonare la mia invasione nel racconto non posso non dire che vista la visione che avevo di Elena il racconto di Luca mi eccitò parecchio e tornato a casa le dedicai una lunga e piacevole sega.
 
CAPITOLO 11 – LA SANTARELLINA

Elena passò la giornata successiva ad elaborare il suo piano nei minimi dettagli. La cosa le restituiva una sensazione che mai avrebbe pensato di trovare piacevole. Adrenalina derivante dall’attesa, il rischio, i dubbi. Sensazioni che dovrebbero lasciare addosso qualcosa di negativo e che lei invece percepiva come eccitanti. L’unico timore era quello all’ultimo di non trovare il coraggio di fare quello che aveva in mente.

Dopo pranzo si accorciò i peli del pube, mantenendo il tutto peloso ma più corto e ordinato. Un’ora prima del previsto arrivo di Luca che rientrava dal lavoro andò alla porta della sua camera e la lasciò socchiusa, posizionò la sedia poang dell’ikea che solitamente stava in un angolo esattamente di fronte alla visuale che si poteva avere guardando dallo spazio tra la porta e il muro.

Prese le cuffiette e le attaccò al telefono, si sedette sulla sedia e provò la posizione. Le gambe larghe, il cavo bianco delle cuffie e il telefono bene in vista. Buttò la testa all’indietro per vedere se riusciva a mantenere quella posizione per diversi minuti. Doveva assolutamente sembrare che lei non si fosse accorta del rientro a casa di Luca.

Tutto era come immaginato, poteva funzionare, aveva solo bisogno di trovare il coraggio di farlo per davvero. Mentre pensava a questo sentì il rumore di un auto nel cortile, si affacciò e vide che era Luca che rientrava con più di un’ora di anticipo.

Iniziò ad agitarsi, il tutto partiva già con un imprevisto, pensava di avere ancora tempo per rilassarsi, ripassare il suo piano ma ora doveva sbrigarsi. Dall’altra parte così sarebbe stato tutto più credibile, non poteva immaginare che Luca sarebbe rientrato prima.

Si sedette sulla sedia, indossò le cuffie ma non fece partire la musica, aveva bisogno di sentire.

Alzò il reggiseno liberando le tette, abbassò le mutandine e allargò le gambe il più che poteva.

Sentí il rumore dei piedi di Luca che saliva le scale.

Con la mano sinistra iniziò a giocare con un capezzolo, la destra la mise tra le gambe e prese a masturbarsi.

La porta di casa si aprì e lei buttò la testa all’indietro. L’unico senso che aveva per capire cosa stesse accadendo era l’udito .

Sentì i passi lungo il corridoio arrivare fino davanti la porta delle camere una di fronte all’altra. Poi silenzio.

Continuò a toccarsi, era fradicia. Chissà se Luca era lì, se la stava osservando, se il suo cazzo si stava rizzando vedendo quel corpo esposto lì per lui.

Passarono forse un paio di minuti, sembrarono infiniti, poi Elena sentì la porta dell’altra camera chiudersi. Allora per tutto quel tempo Luca era stato lì a guardarla.

Il suo corpo e la sua mente andarono in black-out. Troppi pensieri, troppe sensazioni esplodevano tutte insieme. L’aveva fatto, l’aveva fatto davvero, si era masturbata davanti ad un uomo per farlo eccitare, a questo era stata in grado di arrivare. E lui si era fermato. L’aveva guardata, squadrata, aveva fantasticato su ogni centimetro del suo corpo, sui suoi capezzoli duri e sulla sua figa che ora era un colabrodo che stava esplodendo di eccitazione e così arrivo, scoppiò, probabilmente gemette forte senza controllo mentre due piccoli schizzi finivano sul pavimento.

L’aveva fatto davvero.

Tutto iniziò a girare, il suo respiro era affannoso, tremava, uno stato di agitazione la prese all’improvviso. Voleva correre, scappare ma non poteva. Il cuore accelerava e sembrava le stesse scoppiando nel petto.

Pensò di star morendo. No, sapeva cos’era, le era capitato in passato. Si stese, cercò qualche pensiero positivo.. il mare… il mare era calmo e bello. Cercò di regolare il respiro, lungo, profondo, tranquilla va tutto bene. Il battito rallentò fino a normalizzarsi, poi un senso di stanchezza la pervase come se avesse appena finito di correre la maratona e crollò addormentata.

Quando Luca rientrò a casa il pensiero era a tutte le cose che doveva ancora finire di fare prima di partire tra chiudere le valigie e sistemare casa. Chiuse la porta, percorse il corridoio arrivando davanti alla porta delle stanze. Quella di Elena era leggermente aperta. Guardò dentro per scorgerla e salutarla ma ciò che vide lo sconvolse.

Elena era seduta sulla poltrona di fronte alla porta. Stava ascoltando della musica. Il collo appoggiato all’indietro sullo schienale, gli occhi verso il soffitto, non poteva vederlo.

Era nuda. Il reggiseno alzato, le mutandine a terra. Era nuda cazzo. Guardò il suo seno. Tondo e duro, con due capezzoli turgidi che uscivano come spuntoni. Era nuda e con una mano si stimolava un capezzolo.

La figa era pelosa ma curata. La cosa sconvolgente era che in mezzo alle gambe era talmente bagnata che nonostante i circa tre metri di distanza poteva percepirlo chiaramente. Era nuda e si stava masturbando, le sue dita giocavano sapientemente con il clitoride e con le labbra.

Luca rimase immobile per qualche minuto a fissarla, la testa nel pallone. Era figa. Non pensava che avrebbe mai potuto dire una cosa del genere di Elena ma cazzo lì così l'avrebbe presa. Poi tolse lo sguardo, andò in camera sua, chiuse la porta, si sdraiò sul letto e prese il cazzo in mano iniziando a segarlo. Qualche minuto dopo sentì chiaramente un forte gemito, Elena aveva avuto l’orgasmo. Accelerò e in pochi secondi anche lui stava riempiendo il lenzuolo di sperma immaginandosi sulla poang con lei mentre la penetrava nel profondo.

Mezz’ora dopo uscì di casa cercando di non farsi sentire. Mandò un messaggio ad Elena ‘devo finire delle cose al lavoro. Farò molto tardi, non aspettarmi’.

Un quarto d’ora dopo eravamo seduti al solito tavolo del solito pub dove da anni ci incontravamo quando volevamo fare due chiacchiere.

- Non starai davvero pensando che Elena, suor Elena, si sia masturbata davanti a te apposta?-
-Faccio fatica a crederlo ma sembrava proprio così -
–Ascolta, va bene pensavamo tutti che Elena fosse una santarellina e che non sapesse neanche di poter godere con la figa, evidentemente non è così, anche lei si masturba come tutte, ma pensare che lo abbia fatto apposta. Hai detto che sei rientrato prima, probabilmente non aveva pensato a questa possibilità e si è rilassata estraniandosi un po’ da tutto. Beh conoscendola pensa se sapesse che l’hai vista, si farebbe suora di clausura per penitenza -
–Boh quindi secondo te devo fare finta di nulla? -
–E cosa vuoi fare? Lascia perdere non infilarti in una cosa del genere, e se quella poi va da Arianna a dirle che hai insinuato una cosa del genere? Poi come lo spieghi a tua moglie che sei stato lì a goderti lo spettacolo?-
- Si si lo so hai ragione e mi sento anche in colpa perché la cosa mi ha fatto eccitare-
-Non fare sciocchezze, sei fortunato, Arianna cazzo ha tutto, figa, brillante, intelligente, cazzo non fare stronzate per suor Elena, quella al massimo vale una sega, niente di più-
-Tranquillo non faccio stronzate-

Ci fermammo al pub ancora per un po’ a parlare di altro poi ci salutammo augurandoci buone vacanze. Fu quella la prima volta in cui venni a sapere qualcosa sulla situazione che si stava delineando a casa di Luca, per ora solo quel pezzettino.

Prima di abbandonare la mia invasione nel racconto non posso non dire che vista la visione che avevo di Elena il racconto di Luca mi eccitò parecchio e tornato a casa le dedicai una lunga e piacevole sega.
e adesso in sardegna quando luca racconterà cos'è successo ????
arianna racconterà cos'è successo ????
sant'elena la battezzeranno ben benino.
 
CAPITOLO 11 – LA SANTARELLINA

Elena passò la giornata successiva ad elaborare il suo piano nei minimi dettagli. La cosa le restituiva una sensazione che mai avrebbe pensato di trovare piacevole. Adrenalina derivante dall’attesa, il rischio, i dubbi. Sensazioni che dovrebbero lasciare addosso qualcosa di negativo e che lei invece percepiva come eccitanti. L’unico timore era quello all’ultimo di non trovare il coraggio di fare quello che aveva in mente.

Dopo pranzo si accorciò i peli del pube, mantenendo il tutto peloso ma più corto e ordinato. Un’ora prima del previsto arrivo di Luca che rientrava dal lavoro andò alla porta della sua camera e la lasciò socchiusa, posizionò la sedia poang dell’ikea che solitamente stava in un angolo esattamente di fronte alla visuale che si poteva avere guardando dallo spazio tra la porta e il muro.

Prese le cuffiette e le attaccò al telefono, si sedette sulla sedia e provò la posizione. Le gambe larghe, il cavo bianco delle cuffie e il telefono bene in vista. Buttò la testa all’indietro per vedere se riusciva a mantenere quella posizione per diversi minuti. Doveva assolutamente sembrare che lei non si fosse accorta del rientro a casa di Luca.

Tutto era come immaginato, poteva funzionare, aveva solo bisogno di trovare il coraggio di farlo per davvero. Mentre pensava a questo sentì il rumore di un auto nel cortile, si affacciò e vide che era Luca che rientrava con più di un’ora di anticipo.

Iniziò ad agitarsi, il tutto partiva già con un imprevisto, pensava di avere ancora tempo per rilassarsi, ripassare il suo piano ma ora doveva sbrigarsi. Dall’altra parte così sarebbe stato tutto più credibile, non poteva immaginare che Luca sarebbe rientrato prima.

Si sedette sulla sedia, indossò le cuffie ma non fece partire la musica, aveva bisogno di sentire.

Alzò il reggiseno liberando le tette, abbassò le mutandine e allargò le gambe il più che poteva.

Sentí il rumore dei piedi di Luca che saliva le scale.

Con la mano sinistra iniziò a giocare con un capezzolo, la destra la mise tra le gambe e prese a masturbarsi.

La porta di casa si aprì e lei buttò la testa all’indietro. L’unico senso che aveva per capire cosa stesse accadendo era l’udito .

Sentì i passi lungo il corridoio arrivare fino davanti la porta delle camere una di fronte all’altra. Poi silenzio.

Continuò a toccarsi, era fradicia. Chissà se Luca era lì, se la stava osservando, se il suo cazzo si stava rizzando vedendo quel corpo esposto lì per lui.

Passarono forse un paio di minuti, sembrarono infiniti, poi Elena sentì la porta dell’altra camera chiudersi. Allora per tutto quel tempo Luca era stato lì a guardarla.

Il suo corpo e la sua mente andarono in black-out. Troppi pensieri, troppe sensazioni esplodevano tutte insieme. L’aveva fatto, l’aveva fatto davvero, si era masturbata davanti ad un uomo per farlo eccitare, a questo era stata in grado di arrivare. E lui si era fermato. L’aveva guardata, squadrata, aveva fantasticato su ogni centimetro del suo corpo, sui suoi capezzoli duri e sulla sua figa che ora era un colabrodo che stava esplodendo di eccitazione e così arrivo, scoppiò, probabilmente gemette forte senza controllo mentre due piccoli schizzi finivano sul pavimento.

L’aveva fatto davvero.

Tutto iniziò a girare, il suo respiro era affannoso, tremava, uno stato di agitazione la prese all’improvviso. Voleva correre, scappare ma non poteva. Il cuore accelerava e sembrava le stesse scoppiando nel petto.

Pensò di star morendo. No, sapeva cos’era, le era capitato in passato. Si stese, cercò qualche pensiero positivo.. il mare… il mare era calmo e bello. Cercò di regolare il respiro, lungo, profondo, tranquilla va tutto bene. Il battito rallentò fino a normalizzarsi, poi un senso di stanchezza la pervase come se avesse appena finito di correre la maratona e crollò addormentata.

Quando Luca rientrò a casa il pensiero era a tutte le cose che doveva ancora finire di fare prima di partire tra chiudere le valigie e sistemare casa. Chiuse la porta, percorse il corridoio arrivando davanti alla porta delle stanze. Quella di Elena era leggermente aperta. Guardò dentro per scorgerla e salutarla ma ciò che vide lo sconvolse.

Elena era seduta sulla poltrona di fronte alla porta. Stava ascoltando della musica. Il collo appoggiato all’indietro sullo schienale, gli occhi verso il soffitto, non poteva vederlo.

Era nuda. Il reggiseno alzato, le mutandine a terra. Era nuda cazzo. Guardò il suo seno. Tondo e duro, con due capezzoli turgidi che uscivano come spuntoni. Era nuda e con una mano si stimolava un capezzolo.

La figa era pelosa ma curata. La cosa sconvolgente era che in mezzo alle gambe era talmente bagnata che nonostante i circa tre metri di distanza poteva percepirlo chiaramente. Era nuda e si stava masturbando, le sue dita giocavano sapientemente con il clitoride e con le labbra.

Luca rimase immobile per qualche minuto a fissarla, la testa nel pallone. Era figa. Non pensava che avrebbe mai potuto dire una cosa del genere di Elena ma cazzo lì così l'avrebbe presa. Poi tolse lo sguardo, andò in camera sua, chiuse la porta, si sdraiò sul letto e prese il cazzo in mano iniziando a segarlo. Qualche minuto dopo sentì chiaramente un forte gemito, Elena aveva avuto l’orgasmo. Accelerò e in pochi secondi anche lui stava riempiendo il lenzuolo di sperma immaginandosi sulla poang con lei mentre la penetrava nel profondo.

Mezz’ora dopo uscì di casa cercando di non farsi sentire. Mandò un messaggio ad Elena ‘devo finire delle cose al lavoro. Farò molto tardi, non aspettarmi’.

Un quarto d’ora dopo eravamo seduti al solito tavolo del solito pub dove da anni ci incontravamo quando volevamo fare due chiacchiere.

- Non starai davvero pensando che Elena, suor Elena, si sia masturbata davanti a te apposta?-
-Faccio fatica a crederlo ma sembrava proprio così -
–Ascolta, va bene pensavamo tutti che Elena fosse una santarellina e che non sapesse neanche di poter godere con la figa, evidentemente non è così, anche lei si masturba come tutte, ma pensare che lo abbia fatto apposta. Hai detto che sei rientrato prima, probabilmente non aveva pensato a questa possibilità e si è rilassata estraniandosi un po’ da tutto. Beh conoscendola pensa se sapesse che l’hai vista, si farebbe suora di clausura per penitenza -
–Boh quindi secondo te devo fare finta di nulla? -
–E cosa vuoi fare? Lascia perdere non infilarti in una cosa del genere, e se quella poi va da Arianna a dirle che hai insinuato una cosa del genere? Poi come lo spieghi a tua moglie che sei stato lì a goderti lo spettacolo?-
- Si si lo so hai ragione e mi sento anche in colpa perché la cosa mi ha fatto eccitare-
-Non fare sciocchezze, sei fortunato, Arianna cazzo ha tutto, figa, brillante, intelligente, cazzo non fare stronzate per suor Elena, quella al massimo vale una sega, niente di più-
-Tranquillo non faccio stronzate-

Ci fermammo al pub ancora per un po’ a parlare di altro poi ci salutammo augurandoci buone vacanze. Fu quella la prima volta in cui venni a sapere qualcosa sulla situazione che si stava delineando a casa di Luca, per ora solo quel pezzettino.

Prima di abbandonare la mia invasione nel racconto non posso non dire che vista la visione che avevo di Elena il racconto di Luca mi eccitò parecchio e tornato a casa le dedicai una lunga e piacevole sega.
mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm
 

Allegati

  • Le memorie di Elena di Captain Achab.pdf
    180.6 KB · Visualizzazioni: 56
Back
Top Bottom