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mancavo da venerdì, speravo di trovare qualche capitolo in più, bellissimo racconto
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Non so e non voglio sapere perché mancavi, ma avrà anche lui una vitamancavo da venerdì, speravo di trovare qualche capitolo in più, bellissimo racconto
CAPITOLO 12 – IN VIAGGIO
Il giorno seguente dopo pranzo, Elena e Luca si misero in viaggio con destinazione Livorno da dove avrebbero preso il traghetto che viaggia di notte per Olbia. Inizialmente aveva prenotato una cabina matrimoniale per lui e Arianna ed una cabina singola per Elena ma quest’ultima era stata disdetta dopo che Arianna era dovuta partire in aereo.
Il clima in auto era abbastanza disteso. Luca aveva abbastanza velocemente nella notte metabolizzato l’accaduto. Era rientrato a casa in anticipo e aveva visto qualcosa che non avrebbe dovuto. Normale che poi la scena l’avesse fatto eccitare e che si fosse masturbato, finita lì.
Elena come sempre aveva invece molte domanda che le frullavano in testa: Luca aveva visto davvero la scena o era andato dritto in camera e non si era accorto di nulla? Se si, cosa aveva pensato, cosa aveva provato e cosa pensava ora? E se… se avesse raccontato l’accaduto ad Arianna? Questo pensiero le metteva paura. Guardò Luca impegnato alla guida, se così fosse stato ci avrebbe pensato, avrebbe affrontato la situazione, anche l’amica, ora voleva godersi le ultime ore della sua compagnia in solitaria.
Arrivarono all’imbarco in anticipo ed ebbero il tempo di fare un aperitivo prima di salire sulla nave. Arrivati andarono alla reception dove gli diedero il badge della cabina che raggiunsero subito.
Luca era solito prenotare per lui e la moglie quella che la compagnia chiamava ‘suite’. La differenza rispetto alle altre cabine era che il letto invece che a castello, in cuccetta, era un letto matrimoniale, o meglio a una piazza e mezza abbondante e che la cabina era leggermente più grande. Per il resto aria condizionata semirotta, bagno come quello di un camper, pulizia ampiamente rivedibile.
- Questo letto me lo ricordavo più grande. Scusa, vuoi che andiamo a chiedere alla reception se c’è ancora una cabina libera per te?-
-Per me Luca va bene così, si tratta solo di una notte se per te non è un problema.--No, per me non lo è, mi preoccupavo che potesse metterti a disagio-
-Non c’è problema, non spendiamo soldi inutilmente, l’unica cosa ti avviso che mi muovo molto durante il sonno, ma al massimo mi butterei giù dal letto-
I due si misero a ridere. In effetti era vero che Elena si muoveva molto nel letto, ma lei lo aveva esplicitato a Luca perché un’idea le stava balenando in testa e aveva bisogno di una scusa per giustificarla.
Luca ed Elena si diressero quindi al ristorante del traghetto per una breve cena. Elena era raggiante. Non le importava se quella non era una nave da crociera nei Caraibi né che la cabina di ‘suite’ avesse solo il nome. Si sentiva una principessa in viaggio con il suo principe e tanto bastava. Pensò che chiunque li avesse guardati avrebbe pensato che erano una coppia e questo le accendeva la fantasia e la rendeva felice. Voleva godersi appieno ogni singolo momento di quella serata.
Dopo la cena passeggiarono un po’ sul ponte guardando la costa allontanarsi, quindi presero un drink al piano bar per poi ritornare in cabina.
Luca andò per primo a lavarsi e cambiarsi in bagno mettendosi a letto solo con i boxer. Poi toccò a lei che uscì dal bagno con una canottiera aderente rosa che mostrava perfettamente la forma dei capezzoli e un paio di pantaloncini corti, senza indossare sotto mutandine. Si diedero la buonanotte e spensero la luce.
Passarono i minuti ed Elena non riusciva a dormire, i minuti divennero ore e nulla da fare stava a letto con gli occhi spalancati. Dal respiro di Luca capiva che invece lui stava dormendo profondamente. Troppi pensieri, troppe sensazioni nell’essere li stesa, praticamente attaccata a lui. Sentiva il calore del suo corpo, del suo respiro, vedeva il petto salire e scendere dolcemente, quel petto su cui avrebbe voluto appoggiare la testa, che avrebbe voluto abbracciare, che avrebbe voluto baciare.
Ad un certo punto si trovò con il dito indice allungato che lentamente accarezzava proprio il petto di Luca, poi i fianchi, la pancia, arrivò sino a sentire il tessuto dei boxer. Iniziò a percorrere l’elastico lungo la vita. Luca non aveva reazioni. Rimase lì a pensarci per qualche minuto. E se si fosse svegliato? Come avrebbe reagito? Ma nulla ormai aveva deciso e non si sarebbe fermata. Fece scivolare lentissimo l’indice dentro i boxer. Incontrò una lieve peluria ma non si fermò. Incontrò quella che pareva la base dell’asta ma non si fermò. Incontrò l’inizio della cappella ma non si fermò. Incontrò quella punta di pelle e lentamente la percorse in circolo.
Le sensazioni erano contrastanti e ormai si era resa conto che era proprio questo mix sensoriale ad iper eccitarla. Paura che Luca si svegliasse accusandola, andandosene, minacciandola di dire tutto ad Arianna; desiderio che Luca si svegliasse, la abbracciasse, la baciasse facendole sentire il suo calore, sussurrandole parole dolci all’orecchio; voglia che Luca si svegliasse, le togliesse di forza i pantaloncini e si prendesse li la sua verginità facendole godere dell’orgasmo non con lo strisciare delle mani ma con la penetrazione della sua verga; eccitazione perché anche solo sfiorandolo con un dito, per la prima volta il suo corpo era a contatto con un genitale maschile.
Tolse il dito, ora aveva trovato il coraggio per fare quello che voleva. Alzò la gamba destra e la portò sul corpo di Luca.
Il destino doveva volerle bene perché fu del tutto casuale che cercando di fare aderire il suo corpo a quello di Luca si ritrovò con la mano di lui, che aveva il braccio steso lungo il corpo, esattamente in mezzo alle sue gambe.
Questo risultato inaspettato la fece bagnare immediatamente. Iniziò a muovere il bacino in maniera impercettibile. Se qualcuno l’avesse osservata a mezzo metro di distanza l’avrebbe vista immobile, ma i muscoli invece si muovevano in maniera impercettibile avanti e indietro molto lentamente portando le sue labbra e il suo clitoride a sfiorare la mano di Luca. La sua fantasia la portò a sentire che la mano altrettanto impercettibilmente assecondava il suo movimento. Immaginò che non fosse lei a strusciarsi su Luca ma lui a toccarla.
Non ce la faceva più. Era fradicia, calda, il cuore batteva, ora rischiava seriamente di svegliare Luca. Si alzò, andò in bagno, abbassò i pantaloncini. Le bastò toccare ritmicamente il clitoride per pochi secondi con l’indice. L’indice che aveva toccato il petto di Luca, gli addominali di Luca, i peli pubici di Luca, la sua cappella, aveva percorso per il lungo tutto il suo membro. Venne con una vibrazione del bacino e una serie indefinita di smorfie, frutto dello sforzo di trattenersi dal fare rumore.
Si ricompose, tirò l’acqua dello sciacquone, nel caso Luca si fosse svegliato avrebbe pensato che era andata in bagno, tornò a letto e si addormentò.
La sveglia suonò alle sei, Luca ed Elena si vestirono ed andarono a fare colazione al bar della nave. Sbarcarono e in un paio d’ore arrivarono a casa dove Arianna li attendeva. Trascorsero il pomeriggio alla spiaggia su cui affacciava la casa.
La sera in camera Arianna iniziò a baciare Luca sul collo. Lui restio si girò dall’altra parte. Disse di scusarlo ma che era stanco e spense la luce.
E' semper meraviglioso collegarsi e trovare un nuovo capitolo!CAPITOLO 12 – IN VIAGGIO
Il giorno seguente dopo pranzo, Elena e Luca si misero in viaggio con destinazione Livorno da dove avrebbero preso il traghetto che viaggia di notte per Olbia. Inizialmente aveva prenotato una cabina matrimoniale per lui e Arianna ed una cabina singola per Elena ma quest’ultima era stata disdetta dopo che Arianna era dovuta partire in aereo.
Il clima in auto era abbastanza disteso. Luca aveva abbastanza velocemente nella notte metabolizzato l’accaduto. Era rientrato a casa in anticipo e aveva visto qualcosa che non avrebbe dovuto. Normale che poi la scena l’avesse fatto eccitare e che si fosse masturbato, finita lì.
Elena come sempre aveva invece molte domanda che le frullavano in testa: Luca aveva visto davvero la scena o era andato dritto in camera e non si era accorto di nulla? Se si, cosa aveva pensato, cosa aveva provato e cosa pensava ora? E se… se avesse raccontato l’accaduto ad Arianna? Questo pensiero le metteva paura. Guardò Luca impegnato alla guida, se così fosse stato ci avrebbe pensato, avrebbe affrontato la situazione, anche l’amica, ora voleva godersi le ultime ore della sua compagnia in solitaria.
Arrivarono all’imbarco in anticipo ed ebbero il tempo di fare un aperitivo prima di salire sulla nave. Arrivati andarono alla reception dove gli diedero il badge della cabina che raggiunsero subito.
Luca era solito prenotare per lui e la moglie quella che la compagnia chiamava ‘suite’. La differenza rispetto alle altre cabine era che il letto invece che a castello, in cuccetta, era un letto matrimoniale, o meglio a una piazza e mezza abbondante e che la cabina era leggermente più grande. Per il resto aria condizionata semirotta, bagno come quello di un camper, pulizia ampiamente rivedibile.
- Questo letto me lo ricordavo più grande. Scusa, vuoi che andiamo a chiedere alla reception se c’è ancora una cabina libera per te?-
-Per me Luca va bene così, si tratta solo di una notte se per te non è un problema.--No, per me non lo è, mi preoccupavo che potesse metterti a disagio-
-Non c’è problema, non spendiamo soldi inutilmente, l’unica cosa ti avviso che mi muovo molto durante il sonno, ma al massimo mi butterei giù dal letto-
I due si misero a ridere. In effetti era vero che Elena si muoveva molto nel letto, ma lei lo aveva esplicitato a Luca perché un’idea le stava balenando in testa e aveva bisogno di una scusa per giustificarla.
Luca ed Elena si diressero quindi al ristorante del traghetto per una breve cena. Elena era raggiante. Non le importava se quella non era una nave da crociera nei Caraibi né che la cabina di ‘suite’ avesse solo il nome. Si sentiva una principessa in viaggio con il suo principe e tanto bastava. Pensò che chiunque li avesse guardati avrebbe pensato che erano una coppia e questo le accendeva la fantasia e la rendeva felice. Voleva godersi appieno ogni singolo momento di quella serata.
Dopo la cena passeggiarono un po’ sul ponte guardando la costa allontanarsi, quindi presero un drink al piano bar per poi ritornare in cabina.
Luca andò per primo a lavarsi e cambiarsi in bagno mettendosi a letto solo con i boxer. Poi toccò a lei che uscì dal bagno con una canottiera aderente rosa che mostrava perfettamente la forma dei capezzoli e un paio di pantaloncini corti, senza indossare sotto mutandine. Si diedero la buonanotte e spensero la luce.
Passarono i minuti ed Elena non riusciva a dormire, i minuti divennero ore e nulla da fare stava a letto con gli occhi spalancati. Dal respiro di Luca capiva che invece lui stava dormendo profondamente. Troppi pensieri, troppe sensazioni nell’essere li stesa, praticamente attaccata a lui. Sentiva il calore del suo corpo, del suo respiro, vedeva il petto salire e scendere dolcemente, quel petto su cui avrebbe voluto appoggiare la testa, che avrebbe voluto abbracciare, che avrebbe voluto baciare.
Ad un certo punto si trovò con il dito indice allungato che lentamente accarezzava proprio il petto di Luca, poi i fianchi, la pancia, arrivò sino a sentire il tessuto dei boxer. Iniziò a percorrere l’elastico lungo la vita. Luca non aveva reazioni. Rimase lì a pensarci per qualche minuto. E se si fosse svegliato? Come avrebbe reagito? Ma nulla ormai aveva deciso e non si sarebbe fermata. Fece scivolare lentissimo l’indice dentro i boxer. Incontrò una lieve peluria ma non si fermò. Incontrò quella che pareva la base dell’asta ma non si fermò. Incontrò l’inizio della cappella ma non si fermò. Incontrò quella punta di pelle e lentamente la percorse in circolo.
Le sensazioni erano contrastanti e ormai si era resa conto che era proprio questo mix sensoriale ad iper eccitarla. Paura che Luca si svegliasse accusandola, andandosene, minacciandola di dire tutto ad Arianna; desiderio che Luca si svegliasse, la abbracciasse, la baciasse facendole sentire il suo calore, sussurrandole parole dolci all’orecchio; voglia che Luca si svegliasse, le togliesse di forza i pantaloncini e si prendesse li la sua verginità facendole godere dell’orgasmo non con lo strisciare delle mani ma con la penetrazione della sua verga; eccitazione perché anche solo sfiorandolo con un dito, per la prima volta il suo corpo era a contatto con un genitale maschile.
Tolse il dito, ora aveva trovato il coraggio per fare quello che voleva. Alzò la gamba destra e la portò sul corpo di Luca.
Il destino doveva volerle bene perché fu del tutto casuale che cercando di fare aderire il suo corpo a quello di Luca si ritrovò con la mano di lui, che aveva il braccio steso lungo il corpo, esattamente in mezzo alle sue gambe.
Questo risultato inaspettato la fece bagnare immediatamente. Iniziò a muovere il bacino in maniera impercettibile. Se qualcuno l’avesse osservata a mezzo metro di distanza l’avrebbe vista immobile, ma i muscoli invece si muovevano in maniera impercettibile avanti e indietro molto lentamente portando le sue labbra e il suo clitoride a sfiorare la mano di Luca. La sua fantasia la portò a sentire che la mano altrettanto impercettibilmente assecondava il suo movimento. Immaginò che non fosse lei a strusciarsi su Luca ma lui a toccarla.
Non ce la faceva più. Era fradicia, calda, il cuore batteva, ora rischiava seriamente di svegliare Luca. Si alzò, andò in bagno, abbassò i pantaloncini. Le bastò toccare ritmicamente il clitoride per pochi secondi con l’indice. L’indice che aveva toccato il petto di Luca, gli addominali di Luca, i peli pubici di Luca, la sua cappella, aveva percorso per il lungo tutto il suo membro. Venne con una vibrazione del bacino e una serie indefinita di smorfie, frutto dello sforzo di trattenersi dal fare rumore.
Si ricompose, tirò l’acqua dello sciacquone, nel caso Luca si fosse svegliato avrebbe pensato che era andata in bagno, tornò a letto e si addormentò.
La sveglia suonò alle sei, Luca ed Elena si vestirono ed andarono a fare colazione al bar della nave. Sbarcarono e in un paio d’ore arrivarono a casa dove Arianna li attendeva. Trascorsero il pomeriggio alla spiaggia su cui affacciava la casa.
La sera in camera Arianna iniziò a baciare Luca sul collo. Lui restio si girò dall’altra parte. Disse di scusarlo ma che era stanco e spense la luce.
non so dove scrivi se cellulare o pc ma comunque ci vuole il suo tempo, ma ti assicuro che a leggere anche accuratamente il tempo vola e si vorrebbe non finisse mai.CAPITOLO 13 – AMMISSIONI
Il giorno dopo nel pomeriggio i tre amici si trovavano in spiaggia insieme. Con una scusa Arianna, che notava il marito continuare ad essere freddo e distaccato, si fece accompagnare da lui a casa mentre Elena si fermò ancora per un po’.
Bisogna premettere che Luca e Arianna erano una coppia che parlava tantissimo. Un dialogo aperto e continuo su tutto ciò che riguardava la loro relazione come coppia e come singoli all’interno della stessa. Dopo alcune difficoltà nella fase iniziale del loro matrimonio ed il rischio di naufragare, si erano accorti che il dialogo fosse l’elemento indispensabile per tenere viva e aperta la loro coppia.
Per questo Arianna ci teneva a dialogare al un più presto con il marito, capire che cosa gli passasse per la testa, il perché di quel suo comportamento.
Ho riflettuto molto su come rendere questo lungo dialogo, del quale io ascoltai chiaramente solo il resoconto di Luca in una delle sue confessioni. Mi sono reso conto che inventare e trascrivere un dialogo con i pochi elementi a disposizione sarebbe stato troppo lungo e noioso per me e risulterebbe in un qualcosa di drammaticamente finto ed inverosimile per chi si apprestasse a leggerlo e pertanto ho deciso di stilare un rapido e semplificativo resoconto, ricordandovi però come questo dialogo fu carico di tensione, ansia, paure e silenzi da parte di entrambi.
Arianna insistette con Luca nel sapere il perché del suo atteggiamento, del suo distacco ma ottenne solo divagazioni e non risposte. A quel punto ricordò al marito la difficoltà dei loro inizi, la promessa di dirsi tutto, di affrontare qualunque prova della vita insieme.
Luca a quel punto lentamente si aprì. Raccontò quello che era successo a casa la sera prima di partire, quello che aveva visto e raccontò come si era eccitato, come si era masturbato pensando di fare sesso con Elena.
Dopo la confessione pensò di scatenare le ire della moglie. Arianna però si sentiva più in colpa di lui, era lei che per prima aveva la responsabilità di non aver raccontato al marito gli eventi dei mesi precedenti.
Abbracciando Luca e piangendo confessò tutto anche lei, di come aveva scoperto che Elena li ascoltava fare sesso, di come si masturbava ascoltandoli e di come questa cosa la eccitasse portandola ad avere fantasie bisessuali.
I due si dissero tutto o meglio quasi tutto. Arianna non raccontò di come la sera del compleanno di Luca aveva masturbato Elena nel loro bagno mentre il marito dormiva. Luca dal canto suo non raccontò di come la notte prima in nave avesse sentito Elena infilargli un dito nei boxer, di come lei si fosse messa su di lui, appoggiando la sua figa sulla sua mano, di come iniziò lentamente a strusciarsi e soprattutto di come lui irrigidì la mano muovendola impercettibilmente per assecondare il suo piacere.
Quando Arianna smise di piangere Luca le asciugò le lacrime e la baciò. Si baciarono a lungo, abbracciati, le mani si muovevano, si amavano, si volevano.
Luca slacciò il costume, baciò i seni, leccò il corpo. Sfilò il pezzo sotto dando piacere con la bocca ad Arianna fino a darle un orgasmo.
Fu il turno di lei, estrasse il pene dal costume, lei seduta sul letto, lui di fronte in piedi, lo spompinò famelica finché non divenne duro come lo desiderava. Iniziò a segarlo, sapeva quanto il marito amasse le sue seghe. Voleva segarlo fino a farne bagnare un po’ la punta perché entrasse meglio ma mentre ragionava sul suo intento le balenò un’idea in testa.
Voleva trattenerla questa idea, non era il caso di condividerla, ma non ce la fece. Segando il marito alzò lo sguardo e lo fissò negli occhi.
- Te la vorresti scopare?-
-Chi?-
-Elena. Te la vorresti scopare vero?-
-Ma che dici?-
Elena strinse di più, iniziò a muovere il braccio molto velocemente, fissò intensamente il marito negli occhi, a quel punto Luca sentiva quasi più dolore che piacere.
- Luca, ho bisogno che tu mi dica la verità. Non mi farebbe rabbia, ma devi essere sincero come sempre e ricordarti che ti amo. Te la vorresti scopare?-
-… Si -
–E provi qualcosa per lei? -
–Arianna no te lo giuro, è solo un’attrazione fisica-
-Ti credo Luca, ti credo davvero –
Arianna prese il marito con le dita, tra la cappella e l’asta, aveva imparato come in quel punto riuscisse a dargli un orgasmo molto molto lento che lo metteva completamente in suo dominio.
- Ti eccita che sia una santarellina vero?-
-Si-
-Che sia una santarellina che si masturba ascoltandoci-
-Si-
-E che sia vergine, che potresti sverginarla come hai fatto con me… quando mi hai presa la prima volta che ero stretta vero? Stretta così Luca vero?-
-Si-
-E ti piacerebbe guardarmi fare sesso con lei?-
-Si-
-Prendimi il culo Luca, voglio che me lo prendi-
Luca amava molto il sesso anale ma non trovava in questo corrispondenza in Arianna che era sempre restia a farlo.
La moglie quel pomeriggio aveva però deciso di volerlo fare felice in ogni modo e Luca conscio di questo non se lo fece ripetere due volte.
Accompagnò Arianna a mettersi a pecorina, puntò il pene contro l’ano e lentamente penetrò la moglie gemente nel culo.
Era così stretta, come piaceva a lui e complice la sega precedente non gli ci volle molto a venire e inondare la moglie nell’ano.
Fecero giusto in tempo a farsi una doccia prima che Elena rientrasse per la cena.
Complimenti.CAPITOLO 13 – AMMISSIONI
Il giorno dopo nel pomeriggio i tre amici si trovavano in spiaggia insieme. Con una scusa Arianna, che notava il marito continuare ad essere freddo e distaccato, si fece accompagnare da lui a casa mentre Elena si fermò ancora per un po’.
Bisogna premettere che Luca e Arianna erano una coppia che parlava tantissimo. Un dialogo aperto e continuo su tutto ciò che riguardava la loro relazione come coppia e come singoli all’interno della stessa. Dopo alcune difficoltà nella fase iniziale del loro matrimonio ed il rischio di naufragare, si erano accorti che il dialogo fosse l’elemento indispensabile per tenere viva e aperta la loro coppia.
Per questo Arianna ci teneva a dialogare al un più presto con il marito, capire che cosa gli passasse per la testa, il perché di quel suo comportamento.
Ho riflettuto molto su come rendere questo lungo dialogo, del quale io ascoltai chiaramente solo il resoconto di Luca in una delle sue confessioni. Mi sono reso conto che inventare e trascrivere un dialogo con i pochi elementi a disposizione sarebbe stato troppo lungo e noioso per me e risulterebbe in un qualcosa di drammaticamente finto ed inverosimile per chi si apprestasse a leggerlo e pertanto ho deciso di stilare un rapido e semplificativo resoconto, ricordandovi però come questo dialogo fu carico di tensione, ansia, paure e silenzi da parte di entrambi.
Arianna insistette con Luca nel sapere il perché del suo atteggiamento, del suo distacco ma ottenne solo divagazioni e non risposte. A quel punto ricordò al marito la difficoltà dei loro inizi, la promessa di dirsi tutto, di affrontare qualunque prova della vita insieme.
Luca a quel punto lentamente si aprì. Raccontò quello che era successo a casa la sera prima di partire, quello che aveva visto e raccontò come si era eccitato, come si era masturbato pensando di fare sesso con Elena.
Dopo la confessione pensò di scatenare le ire della moglie. Arianna però si sentiva più in colpa di lui, era lei che per prima aveva la responsabilità di non aver raccontato al marito gli eventi dei mesi precedenti.
Abbracciando Luca e piangendo confessò tutto anche lei, di come aveva scoperto che Elena li ascoltava fare sesso, di come si masturbava ascoltandoli e di come questa cosa la eccitasse portandola ad avere fantasie bisessuali.
I due si dissero tutto o meglio quasi tutto. Arianna non raccontò di come la sera del compleanno di Luca aveva masturbato Elena nel loro bagno mentre il marito dormiva. Luca dal canto suo non raccontò di come la notte prima in nave avesse sentito Elena infilargli un dito nei boxer, di come lei si fosse messa su di lui, appoggiando la sua figa sulla sua mano, di come iniziò lentamente a strusciarsi e soprattutto di come lui irrigidì la mano muovendola impercettibilmente per assecondare il suo piacere.
Quando Arianna smise di piangere Luca le asciugò le lacrime e la baciò. Si baciarono a lungo, abbracciati, le mani si muovevano, si amavano, si volevano.
Luca slacciò il costume, baciò i seni, leccò il corpo. Sfilò il pezzo sotto dando piacere con la bocca ad Arianna fino a darle un orgasmo.
Fu il turno di lei, estrasse il pene dal costume, lei seduta sul letto, lui di fronte in piedi, lo spompinò famelica finché non divenne duro come lo desiderava. Iniziò a segarlo, sapeva quanto il marito amasse le sue seghe. Voleva segarlo fino a farne bagnare un po’ la punta perché entrasse meglio ma mentre ragionava sul suo intento le balenò un’idea in testa.
Voleva trattenerla questa idea, non era il caso di condividerla, ma non ce la fece. Segando il marito alzò lo sguardo e lo fissò negli occhi.
- Te la vorresti scopare?-
-Chi?-
-Elena. Te la vorresti scopare vero?-
-Ma che dici?-
Elena strinse di più, iniziò a muovere il braccio molto velocemente, fissò intensamente il marito negli occhi, a quel punto Luca sentiva quasi più dolore che piacere.
- Luca, ho bisogno che tu mi dica la verità. Non mi farebbe rabbia, ma devi essere sincero come sempre e ricordarti che ti amo. Te la vorresti scopare?-
-… Si -
–E provi qualcosa per lei? -
–Arianna no te lo giuro, è solo un’attrazione fisica-
-Ti credo Luca, ti credo davvero –
Arianna prese il marito con le dita, tra la cappella e l’asta, aveva imparato come in quel punto riuscisse a dargli un orgasmo molto molto lento che lo metteva completamente in suo dominio.
- Ti eccita che sia una santarellina vero?-
-Si-
-Che sia una santarellina che si masturba ascoltandoci-
-Si-
-E che sia vergine, che potresti sverginarla come hai fatto con me… quando mi hai presa la prima volta che ero stretta vero? Stretta così Luca vero?-
-Si-
-E ti piacerebbe guardarmi fare sesso con lei?-
-Si-
-Prendimi il culo Luca, voglio che me lo prendi-
Luca amava molto il sesso anale ma non trovava in questo corrispondenza in Arianna che era sempre restia a farlo.
La moglie quel pomeriggio aveva però deciso di volerlo fare felice in ogni modo e Luca conscio di questo non se lo fece ripetere due volte.
Accompagnò Arianna a mettersi a pecorina, puntò il pene contro l’ano e lentamente penetrò la moglie gemente nel culo.
Era così stretta, come piaceva a lui e complice la sega precedente non gli ci volle molto a venire e inondare la moglie nell’ano.
Fecero giusto in tempo a farsi una doccia prima che Elena rientrasse per la cena.