Un brivido virtuale

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Un brivido virtuale...parte 5^

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Ci rivestiamo, ci guardiamo negli occhi...
"E adesso???"
Non mi serviva una sua risposta, bastava guardarla per capire la sua felicità, la sua spensieratezza ma intravedevo anche una sua speranza...la speranza di essere solo suo.
Sono certo di deluderla ma non posso farlo, non posso cancellare tutto quello che mi sono costruito negli anni...famiglia, rispetto, reputazione. Lei mi piace, mi fa star bene, mi fa dimenticare le frustrazioni giornaliere, mi capisce...ma, c'è sempre quel ma.
Dopo aver parlato un bel po' decidiamo di lasciare le cose così come stanno, senza forzare nulla, senza pretese.

Ed è così che i giorni passano.
Un pensiero per lei non manca mai. Purtroppo si tratta solo di pensieri, di chat, di foto visto che non ci siamo più incontrati da quella sera. E' mancata l'occasione e la paura di essere beccato ha fatto il resto.
Anche il rapporto con mia moglie migliora. E' strano ma sembra quasi riesca ad assorbire la positività del tempo trascorso con Deborah per poi trasmetterla nel rapporto con lei.

Nel frattempo, come non avessi abbastanza impegni, entro a far parte del consiglio comunale.
Proprio per questo mio nuovo "incarico" devo recarmi in città. Una sorta di incontro con un funzionario provinciale con la speranza di far entrare qualche fondo nelle casse comunali.
L'incontro, anche se breve, porta a un risultato per il mio paese impensabile e proficuo. Non lo faccio mai ma stavolta mi elogio da solo, sono stato bravo. Sarebbe il caso di festeggiare e visto che Deborah lavora nella biblioteca, proprio qui in città, le faccio visita.
Non so bene quali siano le sue mansioni ma certamente non sarà difficile trovarla. Non passa certo inosservata.

La fortuna mi assiste...mentre sto entrando nella grande sala principale, sbuca fuori da una stanza. Io vedo lei, lei non si accorge di me. Mi limito ad osservare. Non so cosa scaturisca in me questa donna. Ogni volta che la vedo il mio corpo è in subbuglio, i miei ormoni si risvegliano improvvisamente e vengo attraversato da un senso di felicità non indifferente.
Lei, jeans, maglioncino aderente fino al polso per poi allargarsi a coprirle mezza mano, stivaletto basso, forme talmente definite da lasciare la mente occupata da mille fantasie, sorriso solare, labbra rosse e immancabilmente i suoi capelli lunghi e sciolti.
Io, calamitato dalla sua visione, appoggiato a un pilastro, fermo a guardarla.
Noto un particolare. Infilati tra i capelli un paio di occhiali. Non mi aveva mai accennato a un problema di vista ma forse li usa solo per leggere. Comunque sia le donano molto, le danno un'aria più professionale e tremendamente sexy.
Si avvicina a un collega. In mano ha un foglio e una penna.
La scena che mi si presenta sembra tratta da un film sexy degli anni ottanta dove la protagonista femminile era sempre al centro di pensieri maliziosi, di scene con doppi sensi per rapire lo spettatore e farlo fantasticare.
Si siede vicino a lui, forse un po' troppo. Foglio in mano, infila gli occhiali. Mentre sta leggendo avvicina la penna alle labbra rosse della sua bocca socchiusa.
In questo istante stacco la spina dal resto del mondo...io, lei e il suo collega. Sensazione nuova...gelosia. Non lo sono mai stato ma vederla così mi dava un senso di fastidio.
Questa donna è pericolosa. Mi sta facendo cambiare il mio modo di vivere, il mio modo di pensare, il mio modo di agire ma mi prende sempre di più.
Mi allontano dal pilastro cercando di farmi vedere. Mi vede. Sgrana gli occhi sorridendo e si avvicina.
"Ciao, passavo di qua e ho pensato di farti un saluto ma vedo che sei in compagnia, se sei impegnata magari ritorno un'altra volta"
"Sciocchino, che sei geloso???"
Un po' paonazzo penso a quanto possa essere scemo e se le mie azioni possano essere così prevedibili.
Le rispondo infastidito "Io geloso!!!...non lo sono mai...ma perchè mi chiedi questo, dovrei forse esserlo???"
Con tono malizioso "Sì...sempre!!!" e si mette a ridere...
 
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...Quando ride così potrebbe dirmi qualunque cosa...sono vulnerabile, troppo.

Le racconto del successo avuto dall'incontro con il funzionario e che mi piacerebbe festeggiare con lei magari invitandola a pranzo ma, ancora una volta, c'è sempre quel maledetto "ma" che mi perseguita.
"Mi spiace tanto ma non posso muovermi da qui...sono molto impegnata"
Ci rimango un po' ma senza darlo a vedere.
Ci spostiamo in una stanza fuori da occhi indiscreti e, soprattutto, lontani dal suo collega visto che continuava ad osservarci. Ma questo non ha altro da fare???...mah!!!

Le faccio i complimenti
"Sai, gli occhiali ti donano molto"
"Grazie, li uso solo per leggere, altrimenti li tengo infilati nei capelli...li uso come fermaglio".

Tra chiacchierate, risate e qualche bacetto si è fatto tardi, dovrei rientrare.
"Ma dai, dove vuoi andare...rimani un altro po'!!!" (è pazza di me)
"Farebbe piacere anche a me ma sai che non posso" (sono un maestro a raccontarle...le bugie)
"Insisto" (adoro quando mi supplica)
"Ok, se proprio ti fa piacere" (in questo momento mi tengo aggrappato a qualcosa per non ritrovarmi per aria per la contentezza)
"Visto che sei qui, devo svolgere un lavoro che non mi piace molto...magari potresti darmi una mano...aspettami, arrivo subito"
La vedo allontanarsi verso il suo collega...(ancora!!!). Si fa dare qualcosa, penso un mazzo di chiavi...è un mazzo di chiavi.
"Vieni con me, devo riordinare un po' di cose in archivio"
Abbandoniamo la grande sala per spostarci al piano superiore dove, appunto, si trova l'archivio.
Entriamo. Odora di carta vecchia. E' molto grande. Tanti scaffali alti e pieni di documenti, fascicoli, libri vecchi e altro ancora. Al centro una scrivania con delle cartelline sopra.
Mentre io osservo sento chiudere la porta con doppia mandata
"Che fai???"
"Chiudo, stiamo più tranquilli...così non ci rompe nessuno, nemmeno il collega giù"...e sorride
"Ancora...dobbiamo forse passare il tempo parlando di lui???"
"No...veramente ci sarebbe di meglio per farlo passare"
Si avvicina. Sfila gli occhiali dai capelli e li appoggia da qualche parte. In un attimo mi ritrovo la sua lingua scontrarsi con la mia. Ci avvinghiamo, ci stringiamo. Sembriamo affamati uno dell'altra. Le mie mani si perdono nei suoi capelli per poi scivolare sul suo culo sodo senza tralasciare il seno. In questo momento potrei essere paragonato ad un polipo da quanto sia freneticamente preso nel toccarla.

La prendo in braccio, mi sposto verso la scrivania. Con una manata la libero dalle cartelline e la faccio sedere.
le tolgo il maglione, gli stivali, i jeans, le calze. A differenza dell'altra volta, in auto, c'è molta più luce; mi permette di ammirarla ancora di più in tutta la sua bellezza.
Il reggiseno è talmente stretto da sembrare di una taglia in meno, da l'impressione che prima o poi debba scoppiare; il perizoma di raso viola striminzito a tal punto da coprirle a malapena la sua cosina.
Continuo a spogliarla. La voglio completamente nuda.
Mi spoglio anch'io. Nel mentre, si sdraia e gioca con il suo corpo. Si accarezza le tette, le stringe...strizza i capezzoli. Una mano abbandona il seno, scivola sempre più giù. Si massaggia delicatamente prima il pube poi le labbra per lasciar scivolare un dito all'interno; il tutto accompagnato da sospiri di piacere.
"Dai, sbrigati, ho tanta voglia, fallo tu"
"No, gli occhiali...dove sono gli occhiali"
Mi giro. Sono sopra un cartone. Li prendo.
"Infilali!!!"
La figura che mi si presenta davanti è a dir poco spettacolare, un sogno ricorrente: una donna bellissima completamente nuda con addosso solo un paio di occhiali.

Mi inginocchio. Le afferro le gambe per le caviglie appoggiandole i piedi sul bordo della scrivania. Con le mani allargo leggermente. Noto subito la sua eccitazione, è già tutta bagnata. Mi avvicino con la lingua. Passo e ripasso più volte interrompendo il movimento con succhiate e morsi alle labbra. Esploro il suo buchino del culo. Nessuna presenza di pelo...fantastico. Stacco un attimo per assaporare le sue cosce morbide e vellutate. Mi sposto più in giù...polpacci sodi, caviglie sottili, piedini piccoli, ad occhio porta un 35, proporzionati a lei e molto graziosi. Mi soffermo su di essi, mi piace leccarli.
Mi rialzo, sposto le sue gambe prendendole ancora per le caviglie appoggiandole sulle mie spalle. Strofino il membro duro e pulsante sulla fica caldissima, dalla punta ai testicoli ma senza penetrarla. Voglio farla impazzire di piacere. Ci sto riuscendo e a conferma di questo il suo respiro, il suo ansimare, le sue parole "Dai, dai, continua, mi fai morire così...entra, dai, entra!!!".
Mi aggrappo in estasi alle sue meravigliose tette. Un solo colpo preciso e diretto. Sono dentro di lei. Movimenti decisi e convulsi a scandire la voglia di entrambi.
Mi manca qualcosa. Mi ritorna alla mente la scena dell'auto. Il suo culo.
Aiutandomi con la saliva e il suo umore inizio a bagnarla dietro per poi entrarci con un dito.
"Sì, dai, così, sembra di essere posseduta da due cazzi"
Io, porco più del solito "Ne vorresti un altro, vero??? Magari quello del tuo collega"...annuisce con lo sguardo.
In quel preciso istante prendo le sue mani, le posiziono dietro le ginocchia per farle tenere le gambe piegate. Con due dita della mano sostituisco il membro, con l'altra lo stringo forte alla base per aumentarne la grossezza ed entro prepotentemente sfondando quel buco che sempre mi era stato negato in passato. Un urlo secco, un grido di dolore ma che cambia da lì a poco in versi di piacere. Quattro, cinque colpi e godiamo all'unisono; io venendo dentro di lei e lei bagnandomi tutta la mano.
Sfinito ho solo la forza per dirle "Vedi che non serviva il tuo collega???"

A volte mi chiedo se il destino esista o se la vita è solo un insieme di coincidenze. Sta di fatto che da quando c'è lei io sono diverso...potere delle donne.
 
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Il Natale si avvicina e come ogni anno lo festeggerò con la mia famiglia e quella di mia moglie. Allo stesso tempo, però, mi spiace non poterlo passare con lei. Non so ma ultimamente sono confuso. Non so più cosa voglio. Sembra che tutto mi scivoli tra le mani.
Sono combattuto da entrambi le parti: da una mia moglie e dall'altra c'è lei che mi ha, in qualche modo, cambiato. Ne parlo spesso in chat ed è sempre lei a tranquilizzarmi dicendomi che non farà mai pressioni per crearmi problemi. E' solo che non mi va di pensarla e chiamarla "amante" ma non so come definirla: forse amica, forse più di un'amica, forse...ecco che si ripresenta la confusione.
Dopo quello che ci siamo detti in chat l'ultima volta e che praticamente lei prova dei sentimenti nei miei riguardi, che vorrebbe poter starmi più vicino e che le spiace vivere la nostra "relazione" all'oscuro da tutto e da tutti, mi sento colpevole di non poterle dare quello che sarebbe giusto avesse: felicità e amore alla luce del sole.

Tra un impegno e l'altro cerco di organizzarmi per queste feste. Devo acquistare i regali per moglie e figlio, per gli amici e i parenti e sicuramente quest'anno penserò anche a lei. Ma mentre a mia moglie regalerò un profumo, per mio figlio mi orienterò verso un regalo tecnologico e per gli amici e parenti punterò a qualche gadget simpatico in tema con il periodo, lei voglio stupirla. Quindi non le solite cose tipo un completino intimo, un indumento, una borsa o cose simili ma un regalo che possa rimanerle impresso per sempre ma non so cosa. Dovrò pensarci attentamente.

I preparativi fervono anche in paese. Si cerca di far sentire il clima di festa anche ai concittadini, cercando di strappare qualche sorriso visto il periodo nero che sta attraversando il Bel Paese, abbellendo piazza e vie con luci natalizie e albero ben addobbato ahimè però stando attenti alla spesa in quanto le casse comunali riportano il colore che più si addice in questo periodo...il rosso.

Mancano pochi giorni a Natale. In comune siamo tutti euforici per l'arrivo di una mail da molto lontano. Esattamente arriva dall'isola di Unguja che detta così, per molti, non può dire nulla ma se specificata la posizione geografica, il discorso cambia.
E' situata in un paradiso terrestre...l'Arcipelago di Zanzibar. Abbiamo una sorta di gemellaggio con loro da molti anni, prima ancora del boom turistico. Quando posso mi dò da fare, a nome di tutti, per raccogliere medicinali e oggetti scolastici per dare un po' di felicità ai bambini del posto, molto poveri.
Ho un referente lì, Pietro, un amico trasferitosi tanti anni fa, una persona fidata che mi tiene informato sulla situazione e su quello di cui hanno più bisogno.

La mail inizia con i ringraziamenti, con le novità e anche con i tanti problemi che ancora bisognerebbe risolvere. In allegato ci sono anche le foto. Vedere che anche un piccolo gesto possa regalare un sorriso a dei bambini che dalla vita hanno avuto tanta miseria, mi gratifica e non rende vano il mio impegno. Conclude con un p.s. che attira la mia attenzione e il mio stupore. Si tratta di un invito, per il mese di febbraio, per me e la mia famiglia, per toccare con mano quello che il mio referente cerca sempre di trasmettermi. Ovviamente ne sono molto felice e non vedo l'ora di dirlo a mia moglie.

Termino le ultime faccende frettolosamente per anticipare il mio rientro a casa anche se forse immagino già la risposta di mia moglie...ma io ci spero fino all'ultimo.
Arrivo, parcheggio, entro in casa.
"Ciao...sai, è arrivata una mail da Pietro. Mi ha ringraziato e mi ha allegato anche delle foto. Te le farò vedere quando apro il pc. Vedessi, tutti quei bambini con i quaderni, le penne, le matite colorate in mano e vedessi i loro sorrisi...bellissimi"
Lei accennando un sorriso "Son contenta per te, per tutto l'impegno che ci metti...te lo meriti proprio"
"Ci sarebbe anche un'altra cosa"
"Dimmi"
"Un invito per noi, a febbraio...diciamo una settimana"
"Cosa???...forse ho capito ma non se ne parla...sai che odio volare e poi in febbraio non posso, lo sai...il lavoro non me lo permette"
Ecco, lo sapevo come andava a finire. Siamo alle solite. Qualsiasi cosa di bello possa capitarmi me lo smonta in un attimo.
Cerco di farle cambiare idea ma è inutile. Quando si impunta non c'è modo di convincerla. "Sarebbe un modo per complementare il mio lavoro e poi anche una vacanza per noi visto che è tanto che la rinviamo"
"No, ti ho detto di no, non insistere...se vuoi vacci da solo. So quanto è importante per te e comunque là non sarai solo, c'è Pietro"
All'udire di queste parole il mio pensiero va subito a Deborah.
Mi allontano con una scusa e la chiamo. Ci diamo appuntamento in città, quando smonta dal lavoro, visto che ci devo andare per gli ultimi acquisti.

Arrivo in anticipo, sono troppo eccitato all'idea di noi due in viaggio insieme.
Eccola, sta uscendo. Mi avvicino, la prendo per mano. Mi dirigo verso una via laterale poco frequentata e senza darle il tempo di parlare la incollo alle mie labbra. Sembro un ragazzino alla sua prima cotta, eccitato e frastornato.
"Ehi, avevi così voglia di vedermi?"
"Non solo...anche di assaporarti, di stringerti e di dirti una cosa"
Le racconto della mail, dell'invito e le chiedo se a febbraio è impegnata.
Senza pensarci tanto mi fissa con il suo sguardo magnetico, intreccia le sue mani con le mie e, avvicinandosi all'orecchio, mi sussurra "Non vedo l'ora...finalmente sarai solo mio".

Ancora una volta è lei a farmi sentire importante e a capire le mie esigenze...che donna!!!...
 
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Un brivido virtuale...parte 8^

Un brivido virtuale...parte 8^

Ormai ci siamo. Biglietti aerei in tasca, bagaglio quasi ultimato. Ho contattato anche Pietro per gli ultimi dettagli, visto che non andremo certamente in un resort turistico altrimenti non avrebbe senso questo viaggio. Saremo ospitati in un paesino tipico, meglio chiamarlo villaggio viste le dimensioni, dove lui già ci abita. Ovviamente gli ho accennato di Deborah. Non potrei capitare là e, una volta incontrato, presentarla come "la mia amante"...non sarebbe carino nei confronti di lei. Ho solo detto che con me non ci sarà mia moglie ma un'amica che fa parte di un progetto...effettivamente rendermi felice è un bel progetto.
Dovrò anche pensare al modo per arrivare all'aeroporto. Non potrò certo andarla a prendere io e magari farmi vedere mentre carico il suo bagaglio nella mia auto...le malelingue avrebbero il loro da farsi per non pensare agli affaracci propri.

I giorni che ci dividono dalla partenza sono riempiti da continue chiamate ed è impossibile non percepire la felicità nelle sue parole. Come in una delle ultime chiamate, mentre commentavamo delle foto viste su internet del posto dove andremo, si bloccò di colpo..."Ehi, che hai? E' successo qualcosa?" E lei, con la voce rotta da un nodo in gola "No no, nulla, è che immaginavo noi due..."
Sapevo di piacerle, sapevo di esserle entrato nel cuore, sapevo anche di rappresentare un punto fermo per lei, ma mai avrei immaginato potesse arrivare ad emozionarsi pensando a me.

Siamo agli sgoccioli. Domani, ore 7, il volo.
Le ultime direttive al lavoro le ho date, il bagalio è ormai pronto, il piano per non farci beccare insieme prima della partenza l'ho escogitato, che poi non è nulla di che: arriverà con l'autobus di linea nelle vicinanze della biblioteca dove lavora, come fa di solito, e da lì partiremo insieme. Non mi resta che riposare e cercare di dormire un po' nonostante la mia agitazione.
Controllo per l'ennesima volta i biglietti, il passaporto e inizio a chiedermi se nella valigia ho messo tutto; praticamente inizio a sclerare: ansia da viaggio.

E' mattino, mi alzo prima della sveglia. Solite cose e sono pronto. Saluto moglie, figlio e vado.
Tutto procede secondo la tabella di marcia. Arrivo in città assieme all'autobus. Ci bastano cinque minuti per svanire verso la meta.

Il viaggio dura all'incirca 8 ore ma con lei accanto nemmeno me ne accorgerò.
Infatti così è stato. Ascoltarla mentre parla, sentirla ridere, percepire la sua solarità, fa crescere un fuoco dentro di me che alimenta pian piano la mia passione, il mio volerla in ogni istante. Come adesso, se fossimo soli, non so che le farei. Al solo pensiero lo sento pulsare. Forse è meglio se mi calmo altrimenti la vecchietta che ho a fianco o mi denuncia per atti osceni in luogo pubblico o mi muore di crepacuore.

Atterrati. Ad accoglierci un singolare aeroporto, molto spartano, con poliziotti folcloristici.
Il controllo dei passaporti sembra una pesca di beneficenza: un poliziotto fa il giro e raccoglie tutti i passaporti con dentro i soldi per il visto che li consegna ad altri due che controllano e registrano i nomi e, urlando, li riconsegnano a chi assomiglia di più alla foto sul documento.
Stesso dicasi per la consegna delle valige. Una stanzetta a cielo aperto le accoglie buttandole e ammassandole nel mezzo, seguite da un gregge di persone che si fa stada tra la folla sperando di acciuffare il proprio bagaglio prima che qualche turista grande e grosso scambi una valigia per l'altra e cerchi di rivendicarla con tutta la grazia che lo contaddistingue.
Mi guardo intorno. Dovrebbe esserci Pietro...eccolo là.
Ci abbracciamo come fratelli, era una vita che non ci incontravamo. E' stato uno degli amici più importanti della mia gioventù.
Gli presento Deborah e subito mi rivolge un sorriso che non serve commentare, avevo già capito. Pareva volesse chiedermi dove mai avessi trovato una donna così bella. Gli ho solo detto "Ho capito, dopo ti spiego".
Ci aspetta un altro viaggetto, circa un'ora a bordo di una jeep, per raggiungere il villaggio e considerando le condizioni delle strade e il caldo torrido, cercherò di munirmi di tanta pazienza.

Arrivati, scendiamo e la sofferenza per i colpi ricevuti alla schiena per via delle buche viene subito ripagata da quello che mi sta accadendo. Uno, due, cinque, venti. Ormai non riesco a contarli da quanti sono. I bambini del villaggio ci avevano accerchiato. In quel momento un nodo in gola si faceva strada su di me e non riuscivo a trattenere le lacrime per la gioia nel vederli. Qualcuno indossava degli indumenti che avevo fatto arrivare dall'Italia.
Un bimbo, avrà avuto all'incirca 5 anni, si fa strada nel gruppo, si avvicina, mi fissa con i suoi occhioni neri. Portava una canottiera che per miracolo rimaneva appesa al suo corpo. Mi sono girato, ho aperto lo sportello della jepp, aperta la valigia ho preso una delle mie magliette. Tolto la canottiera, gli ho infilato la maglietta di almeno 3 taglie più grandi. I suoi occhioni si sono spalancati sfoderando un sorriso bianchissimo. Non ho saputo resistere e l'ho preso in braccio stringendolo a me. Sensazione che nessuna mail o foto potrà mai ripagare.

Il tempo sembra volar via. Pietro mi fa toccare con mano, per tastare concretamente, la realtà del posto.
Visitai la scuola, il punto sanità (chiamarlo ospedale mi sembra troppo), il centro raccolta dove ogni cosa materiale che arriva viene catalogata, divisa e consegnata.
Non mancarono le escursioni a Stone Town dove abbiamo visto il mercato del pesce, della carne e della frutta. Inoltre abbiamo fatto un salto all’ex Palazzo del Sultano, alla Chiesa Anglicana e siamo stati in giro per la città tra le viuzze e i vari negozietti. Siamo stati anche nella Foresta Jozani dove abbiamo avuto l’opportunità d’incontrare da vicino le simpatiche scimmiette rosse dal pelo fulvo sul dorso che vivono solo in questa foresta.

Mancano due giorni al rientro e Pietro, in un momento confidenziale tra noi, mi dice: "Capisco che lo scopo del viaggio non era per pura vacanza ma da quando sei arrivato non ti ho mai visto solo con lei...e sai che questo è considerato un paradiso terrestre...facciamo così: domani vi porto in un posto e vengo a riprendervi verso sera...al mangiare provvedo io, tu pensa al costume e alla crema protettiva"
Senza fiatare non posso fare altro che accettare.

All'indomani si parte. Percorso qualche chilometro, Pietro ferma la jeep e ci fa scendere. Attorno a me tanta vegetazione e null'altro.
"Ehi, ma dove ci hai portato?"
"Non preoccuparti, questo posto è sconosciuto ai turisti...entrate e percorrete quel sentiero. Non più di 10 minuti e sarete arrivati"
Dubbiosi, prendiamo gli zaini e ci incamminiamo. Pochi minuti e un rumore d'acqua si fa strada nella vegetazione.
Ultimi passi e...non potevamo credere ai nostri occhi: sabbia fina, bianca e morbida come borotalco, acqua verde/azzurra talmente trasparente da poter vedere anche il più piccolo sassolino nel fondale...e noi due. Solamente noi due ad assaporare quel ben di Dio...un paradiso!!!...
 
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Ormai ci siamo. Biglietti aerei in tasca, bagaglio quasi ultimato. Ho contattato anche Pietro per gli ultimi dettagli, visto che non andremo certamente in un resort turistico altrimenti non avrebbe senso questo viaggio. Saremo ospitati in un paesino tipico, meglio chiamarlo villaggio viste le dimensioni, dove lui già ci abita. Ovviamente gli ho accennato di Deborah. Non potrei capitare là e, una volta incontrato, presentarla come "la mia amante"...non sarebbe carino nei confronti di lei. Ho solo detto che con me non ci sarà mia moglie ma un'amica che fa parte di un progetto...effettivamente rendermi felice è un bel progetto.
Dovrò anche pensare al modo per arrivare all'aeroporto. Non potrò certo andarla a prendere io e magari farmi vedere mentre carico il suo bagaglio nella mia auto...le malelingue avrebbero il loro da farsi per non pensare agli affaracci propri.

I giorni che ci dividono dalla partenza sono riempiti da continue chiamate ed è impossibile non percepire la felicità nelle sue parole. Come in una delle ultime chiamate, mentre commentavamo delle foto viste su internet del posto dove andremo, si bloccò di colpo..."Ehi, che hai? E' successo qualcosa?" E lei, con la voce rotta da un nodo in gola "No no, nulla, è che immaginavo noi due..."
Sapevo di piacerle, sapevo di esserle entrato nel cuore, sapevo anche di rappresentare un punto fermo per lei, ma mai avrei immaginato potesse arrivare ad emozionarsi pensando a me.

Siamo agli sgoccioli. Domani, Ore 7, il volo.
Le ultime direttive al lavoro le ho date, il bagalio è ormai pronto, il piano per non farci beccare insieme prima della partenza l'ho escogitato, che poi non è nulla di che: arriverà con l'autobus di linea nelle vicinanze della biblioteca dove lavora, come fa di solito, e da lì partiremo insieme. Non mi resta che riposare e cercare di dormire un po' nonostante la mia agitazione.
Controllo per l'ennesima volta i biglietti, il passaporto e inizio a chiedermi se nella valigia ho messo tutto; praticamente inizio a sclerare: ansia da viaggio.

E' mattino, mi alzo prima della sveglia. Solite cose e sono pronto. Saluto moglie, figlio e vado.
Tutto procede secondo la tabella di marcia. Arrivo in città assieme all'autobus. Ci bastano cinque minuti per svanire verso la meta.

Il viaggio dura all'incirca 8 ore ma con lei accanto nemmeno me ne accorgerò.
Infatti così è stato. Ascoltarla mentre parla, sentirla ridere, percepire la sua solarità, fa crescere un fuoco dentro di me che alimenta pian piano la mia passione, il mio volerla in ogni istante. Come adesso, se fossimo soli, non so che le farei. Al solo pensiero lo sento pulsare. Forse è meglio se mi calmo altrimenti la vecchietta che ho a fianco o mi denuncia per atti osceni in luogo pubblico o mi muore di crepacuore.

Atterrati. Ad accoglierci un singolare aeroporto, molto spartano, con poliziotti folcloristici.
Il controllo dei passaporti sembra una pesca di beneficenza: un poliziotto fa il giro e raccoglie tutti i passaporti con dentro i soldi per il visto che li consegna ad altri due che controllano e registrano i nomi e, urlando, li riconsegnano a chi assomiglia di più alla foto sul documento.
Stesso dicasi per la consegna delle valige. Una stanzetta a cielo aperto le accoglie buttandole e ammassandole nel mezzo, seguite da un gregge di persone che si fa stada tra la folla sperando di acciuffare il proprio bagaglio prima che qualche turista grande e grosso scambi una valigia per l'altra e cerchi di rivendicarla con tutta la grazia che lo contaddistingue.
Mi guardo intorno. Dovrebbe esserci Pietro...eccolo là.
Ci abbracciamo come fratelli, era una vita che non ci incontravamo. E' stato uno degli amici più importanti della mia gioventù.
Gli presento Deborah e subito mi rivolge un sorriso che non serve commentare, avevo già capito. Pareva volesse chiedermi dove mai avessi trovato una donna così bella. Gli ho solo detto "Ho capito, dopo ti spiego".
Ci aspetta un altro viaggetto, circa un'ora a bordo di una jeep, per raggiungere il villaggio e considerando le condizioni delle strade e il caldo torrido, cercherò di munirmi di tanta pazienza.

Arrivati, scendiamo e la sofferenza per i colpi ricevuti alla schiena per via delle buche viene subito ripagata da quello che mi sta accadendo. Uno, due, cinque, venti. Ormai non riesco a contarli da quanti sono. I bambini del villaggio ci avevano accerchiato. In quel momento un nodo in gola si faceva strada su di me e non riuscivo a trattenere le lacrime per la gioia nel vederli. Qualcuno indossava degli indumenti che avevo fatto arrivare dall'Italia.
Un bimbo, avrà avuto all'incirca 5 anni, si fa strada nel gruppo, si avvicina, mi fissa con i suoi occhioni neri. Portava una canottiera che per miracolo rimaneva appesa al suo corpo. Mi sono girato, ho aperto lo sportello della jepp, aperta la valigia ho preso una delle mie magliette. Tolto la canottiera, gli ho infilato la maglietta di almeno 3 taglie più grandi. I suoi occhioni si sono spalancati sfoderando un sorriso bianchissimo. Non ho saputo resistere e l'ho preso in braccio stringendolo a me. Sensazione che nessuna mail o foto potrà mai ripagare.

Il tempo sembra volar via. Pietro mi fa toccare con mano, per tastare concretamente, la realtà del posto.
Visitai la scuola, il punto sanità (chiamarlo ospedale mi sembra troppo), il centro raccolta dove ogni cosa materiale che arriva viene catalogata, divisa e consegnata.
Non mancarono le escursioni a Stone Town dove abbiamo visto il mercato del pesce, della carne e della frutta. Inoltre abbiamo fatto un salto all’ex Palazzo del Sultano, alla Chiesa Anglicana e siamo stati in giro per la città tra le viuzze e i vari negozietti. Siamo stati anche nella Foresta Jozani dove abbiamo avuto l’opportunità d’incontrare da vicino le simpatiche scimmiette rosse dal pelo fulvo sul dorso che vivono solo in questa foresta.

Mancano due giorni al rientro e Pietro, in un momento confidenziale tra noi, mi dice: "Capisco che lo scopo del viaggio non era per pura vacanza ma da quando sei arrivato non ti ho mai visto solo con lei...e sai che questo è considerato un paradiso terrestre...facciamo così: domani vi porto in un posto e vengo a riprendervi verso sera...al mangiare provvedo io, tu pensa al costume e alla crema protettiva"
Senza fiatare non posso fare altro che accettare.

All'indomani si parte. Percorso qualche chilometro, Pietro ferma la jeep e ci fa scendere. Attorno a me tanta vegetazione e null'altro.
"Ehi, ma dove ci hai portato?"
"Non preoccuparti, questo posto è sconosciuto ai turisti...entrate e percorrete quel sentiero. Non più di 10 minuti e sarete arrivati"
Dubbiosi, prendiamo gli zaini e ci incamminiamo. Pochi minuti e un rumore d'acqua si fa strada nella vegetazione.
Ultimi passi e...non potevamo credere ai nostri occhi: sabbia fina, bianca e morbida come borotalco, acqua verde/azzurra talmente trasparente da poter vedere anche il più piccolo sassolino nel fondale e noi due. Solamente noi due ad assaporare quel ben di Dio...un paradiso!!!...

Bravissimo socino....che te possino!!! 🤭 :vicini:
 
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Un brivido virtuale...parte 9^

Un brivido virtuale...parte 9^

Ipnotizzato da tutto quel vedere, a piccoli passi mi avvicino alla riva. Mi inginocchio e con la mano sfioro l'acqua quasi impaurito di poterla sporcare tanto è cristallina. Mi spoglio, rimanendo in costume, per poter entrare quando Deborah mi fa: "Hei, ti piace?".
Mi giro. Una dea, una statua, un'immagine che rimarrà impressa in me per tanto tempo. Indossa un micro costume bianco che lasciava poco spazio all'immaginazione.
"L'ho preso prima di partire ma non so se l'avrei mai indossato viste le dimensioni ridotte", mi dice sorridendo..."Ma visto che siamo soli quale occasione migliore per provarlo...però ho paura di scottarmi, mi spalmeresti la crema solare?".
Abbandono immediatamente l'idea di buttarmi in acqua e mi dirigo verso di lei. Prendo la crema e inizio a spalmarla. Un massaggio morbido che parte dalle spalle passando per la schiena soffermandomi sul suo meraviglioso culo proseguendo per le gambe arrivando alle caviglie. La faccio girare e dal collo mi dirigo sempre più giù passando per il seno, pancia e...più le mie mani scivolavano attorno a quel triangolino di tessuto più la mia eccitazione saliva a dismisura.
"Basta altrimenti il sole riflette e rimango bianca", sghignazza.
"Ma ora tocca a me", immaginando già la scena.
Invece prende di scatto si alza e si dirige in acqua e io rimango lì come un baccalà.

Vederla mentre prende confidenza con l'acqua, mentre gioca tra le onde, mentre si prende i capelli tra le mani per dargli una forma è qualcosa di indescrivibile.
Al suo cenno di seguirla, obbedisco.
Entro piano perchè l'acqua è alquanto freddina e subito inizia a fare la dispettosa buttandomi manate di acqua. Mentre il pelo d'oca ricopre il mio corpo penso al dilemma: esco, facendo una magra figura, o entro e mi faccio scaldare?...ovviamente scelgo la seconda e con un balzo mi immergo completamente ritrovandomi faccia a faccia con il suo culo.
Lo afferro a mani piene e poco mi basta perchè il pel d'oca lasci posto a un ardore proveniente dal basso.
Riemergo e, senza lasciarle il tempo di parlare, mi incollo alle sue labbra. Il suo sapore si mescola con il salato dell'acqua. Nel mentre le mie mani tringono i grossi seni con i capezzoli già inturgiditi dall'eccitazione e dal tepore dell'acqua. La voglia aumenta aumentando la consistenza del membro che ad ogni movimento delle onde si strofina sul suo ventre.
Mi avvicino all'orecchio: "Ti voglio scopare qui, ora, subito...non l'ho mai fatto in acqua".
Mi abbasso il costume. La prendo in braccio. scosto il suo e...un attimo e il membro scivola dentro di lei mentre la mia lingua affonda nella sua. Lo sento pulsare quando, all'improvviso, si stacca.
"Anch'io non ho mai provato una cosa". Prende un grande respiro e tappandosi il naso si immerge. Che sensazione meravilgiosa: un pompino subacqueo.
Le labbra aderiscoso completamente alla pelle per non far entrare nemmeno una goccia d'acqua. Assomiglia ad una ventosa.
Compiaciuto dalla sua voglia di scoprire qualcosa di nuovo, alzando lo sguardo, mi accorgo di non essere solo. Stavamo dando spettacolo. Tre ragazzi, all'incirca 16/17enni, scuri di carnagione, quindi del posto, si erano posizionati accanto ad un cespuglio.
Potrei fermarla, alzare la voce per farli andar via ma sto in silenzio. Sapere di essere visti aumentava la libido.
Riemerge. La faccio girare dandomi le spalle e mettendola di fronte alla loro vista. Non si accorge di nulla. Prendo i seni a mani piene strizzando i capezzoli e nel mentre la penetro da dietro. Aiutato dal dondolio dell'acqua aumento l'intensità del movimento..."Sì, dai...ancora...non fermarti...scopami così", inarcandosi ed emettendo urletti di piacere fino al godimento.
Si leva dal mio cazzo. Girandosi e guardandomi lo afferra e inizia a segarmi. Poche manovre e un getto di sperma conferma la mia goduta.
La abbraccio e le dico di non girarsi. Non mi ascolta e girandosi di scatto si accorge della loro presenza tanto da farli scappare.
"Porco...sei un porco maiale", sorridendo..."E'colpa tua che mi hai fatto riscoprire di esserlo".

Usciamo dall'acqua e rimaniamo tutto il giorno a coccolarci tra il sole e l'ombra della vegetazione.
Il tempo, però, è tiranno e come tutte le cose hanno un inizio e una fine.
Ci rivestiamo e ci incamminiamo per il sentiero lasciandoci alle spalle l'emozione di quel tramonto che non dimenticheremo mai.
 
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Endorfina

Boss' Girl
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Scusa? 3 mesi per scrivere un'altra parte?
Ora devo rileggermi tutte le altre, che vuoi che mi ricordi :D
Prrrrr

Grazie cip, appena leggo ti do il mio responso :*
 
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cipolla65

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Scusa? 3 mesi per scrivere un'altra parte?
Ora devo rileggermi tutte le altre, che vuoi che mi ricordi :D
Prrrrr

Grazie cip, appena leggo ti do il mio responso :*

Eh sì, Ina...il corso sub per farle perdere la paura dell'immersione è durato appunto 3 mesi 🤭...ma ne è valsa la pena :victory: :lingua:
 

Yessa!

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Letto tutto, tutti i capitoli e tutti d'un fiato! Bravissimoooooooo!!!!
Intrigante, scorrevole, eccitante, e mi incuriosisce pure! Quindi vai avanti!

Mi trasformo per un attimo in Deborah e ti dico: "Ti prego continua! Non ti fermare!!"

Bravissimo Cipollino!! :kiss:
 
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cipolla65

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Letto tutto, tutti i capitoli e tutti d'un fiato! Bravissimoooooooo!!!!
Intrigante, scorrevole, eccitante, e mi incuriosisce pure! Quindi vai avanti!

Mi trasformo per un attimo in Deborah e ti dico: "Ti prego continua! Non ti fermare!!"

Bravissimo Cipollino!! :kiss:

Però detta così non vale...sono vulnerabile, molto vulnerabile al richiamo di una donna intrigante e misteriosa quale ti considero.
Ci penserò ma non ti prometto nulla. Dal resto devo essere ispirato per continuare...anche se tu saresti una buona fonte di ispirazione.

Grazie per aver fatto le pulizie di inizio estate...l'hai rispolverato alla grande 🤭
 
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Yessa!

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Però detta così non vale...sono vulnerabile, molto vulnerabile al richiamo di una donna intrigante e misteriosa quale ti considero.
Ci penserò ma non ti prometto nulla. Dal resto devo essere ispirato per continuare...anche se tu saresti una buona fonte di ispirazione.

Grazie per aver fatto le pulizie di inizio estate...l'hai rispolverato alla grande 🤭

Certo, merita l'attenzione di chi ancora non l'ha letto!!!
 

sormarco

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taranto
Però detta così non vale...sono vulnerabile, molto vulnerabile al richiamo di una donna intrigante e misteriosa quale ti considero.
Ci penserò ma non ti prometto nulla. Dal resto devo essere ispirato per continuare...anche se tu saresti una buona fonte di ispirazione.

Grazie per aver fatto le pulizie di inizio estate...l'hai rispolverato alla grande 🤭
grazie a te per averlo scritto
Certo, merita l'attenzione di chi ancora non l'ha letto!!!

ringrazio anche io Yessa! di aver riportato su questo racconto, che ho letto avidamente, per la prima parte mi è sembrata una storia già vissuta.
certo lei come musa ispiratrice è una delle numero 1.
 
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cipolla65

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Buonasera carissimi utenti di Phica.net. Sono passati diversi mesi dal mio ultimo intervento letterario :)ubho?:). In questo periodo di assenza sono stato molto in ombra anche nel resto del sito ma, dopo insistenti incitamenti venuti dal mio fans club (🤭), ho deciso di ritornare a scrivere. Mi scuso in anticipo se non dovesse essere all'altezza degli altri capitoli ma il tempo scorre anche per me e l'età si fa sentire 🤭
Un ringraziamento particolare va senza ombra di dubbio alla musa ispiratrice che ha permesso questo.
 
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cipolla65

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Un brivido virtuale...parte 10^

Un brivido virtuale...parte 10^

...Ahimè, la vacanza sta giungendo al termine. Il tempo che ci rimane lo trascorriamo con i bambini del villaggio, vero scopo di questo viaggio, ritagliandoci comunque qualche momento per noi due, specialmente di tarda sera, quando il silenzio prevale su tutto.

Ed è infatti così che l’ultima sera, dopo aver cenato con Pietro per fare il punto sulla situazione degli aiuti, mi ritiro con lei nella nostra camera per sistemare le ultime cose da mettere in valigia. Veramente un’ultima cosa mi sarebbe rimasta da fare e che già prima di arrivare qui mi balenava in testa avendola letta da qualche parte.
Mollo tutto, le prendo la mano e facendo un cenno di seguirmi, usciamo. Prendo con me anche uno zaino con una coperta e due cuscini.
“Ma dove mi porti?”
“Vieni e non te ne pentirai”
Attraversiamo il villaggio prendendo un sentiero che ci porterà in una spiaggia poco distante. Arrivati, poso lo zaino, estraggo la coperta e i cuscini, stendo il tutto a mò di letto. Una volta sdraiati, spalanco gli occhi verso il cielo, estasiato da quello che la natura ci stava offrendo. La fortuna mi assiste. L’assenza di qualsiasi forma di nuvola lascia spazio ad uno spettacolo ricco di magia: una stellata a perdita d’occhio impreziosita dalla Luna piena che rispecchia tutta la sua luminosità nella profondità dell’acqua. Sembra, metaforicamente, di avere il cielo a portata di mano. Ed è così che allungo un braccio e con il dito inizio ad accarezzarle una ad una quasi a volerne sentire la consistenza o semplicemente il calore che possono emanare. Le onde del mare, il loro rumore, l’odore dell’acqua salata e una brezza leggera completano l’insieme di quel momento: un’esplosione di emozioni.

Lei è sempre lì vicino a me, in silenzio.
Quasi tremante mi dice: “Ho freddo”.
Abbasso il braccio per cingerlo attorno a lei e abbracciarla quando, inspiegabilmente, inizia a piangere. Gelo da parte mia, non capisco. Doveva essere un’altra serata speciale, unica.
“Ehi, che hai?”. E più le chiedo qualcosa più si stringe a me come un riccio e piange.
Dopo qualche minuto di rigoroso silenzio si calma. Allenta la presa e senza che io chieda nulla inizia a raccontarmi del suo passato. Argomento che finora avevo provato ad esplorare ma senza risultato visto il suo continuo eludere ogni mia domanda o curiosità.

“C’è una parte della mia vita che pensavo aver rimossa. Oggi mi trovi una donna forte, indipendente, sicura di sé, estroversa e pure sessualmente più aperta…ma non è sempre stato così. L’adolescenza l’ho vissuta in ombra, da ragazza chiusa ed introversa. In quel periodo, e poco dopo, sono stata fidanzata con un unico ragazzo che un bel giorno decide di lasciarmi per un’altra senza darmi nessuna spiegazione. Da quel momento ho trovato la forza di reagire e riscattarmi per dare un taglio netto al passato, riuscendoci. Fino a qualche tempo fa la mia situazione mi piaceva, non sentivo mancanze…e poi sei sbucato tu. Una piacevole sorpresa. Anche adesso, vivendo questa situazione, il rammarico di non averti incontrato prima a volte prevale sulla mia felicità…e il pensiero di ritornare in Italia e non poterti vivere così mi rattrista.”

Non sapevo cosa dire, mi aveva completamente spiazzato. Mi giro verso di lei, lo sguardo fisso nei suoi occhi lucidi, le asciugo le lacrime accarezzando il viso con movimenti delicati e mi avvicino alle labbra.
E’ un bacio diverso, intenso a tal punto da farmi restringere lo stomaco.
A questo punto verrebbe facile pensare al prosieguo vista la presenza di tutti gli elementi per una nottata di fuoco: lei, le stelle, la Luna, il mare. E invece saranno baci e coccole a farla da padrone fino all’arrivo della stanchezza e, di conseguenza, del sonno…
 
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Yessa!

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Seguito fantastico, la componente romantica che si aggiunge a quella erotica, il cambio improvviso di "personalità" di Deborah, la suspance su cosa potrebbe accadere ora nella vita privata e sentimentale dei due... c'è tutto!

Bravo! Bravo! Bravo!

Non vorrai mica fermarti eh...? :nono:
 
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cipolla65

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Seguito fantastico, la componente romantica che si aggiunge a quella erotica, il cambio improvviso di "personalità" di Deborah, la suspance su cosa potrebbe accadere ora nella vita privata e sentimentale dei due... c'è tutto!

Bravo! Bravo! Bravo!

Non vorrai mica fermarti eh...? :nono:

Mah...non saprei...dipende...;)
 

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