Esperienza reale Verso una cattiva strada

29. Finalmente

L’amica la riaccompagnò a casa. Quando furono davanti al portone, Camilla ricevette un messaggio di Edoardo, il quale le chiedeva di vedersi per parlare. Lei sospirò. Non era arrabbiata con lui, piuttosto non sapeva come comportarsi dopo quello che era successo durante la serata.

“Sono quasi arrivata a casa, mi sta accompagnando Monica.”
“Aspettami, per favore. Tra dieci minuti sono lì.”

Camilla ci penso più e più volte, scrivendo e cancellando il messaggio. Poi optò per un semplice e freddo ok. L’amica aspettò che arrivasse l’auto di Edoardo, poi la salutò.

Lui si accostò al marciapiede.
“Che fai, sali?”
Lei annuì ed aprì lo sportello.

Edoardo guidò fino a un parcheggio poco distante. In macchina c’era un silenzio di tomba, e tutto intorno anche. La città si era ritirata dopo una notte di follie, e nell’aria rimaneva solo un leggero odore di fuochi d’artificio che penetrava dai finestrini chiusi, mentre i vetri dell’abitacolo si stavano appannando.

“Senti…” - cominciò lui – “mi dispiace.”
Camilla aspettò che lui dicesse altro, ma Edoardo era tipo di poche parole.
“Bene, ok, ti dispiace.”
Edoardo non si aspettava certo i salti di gioia, ma si auspicava comunque una reazione migliore. Si girò chinando lo sguardo, Camilla incrociò il suo occhio che stava cominciando a farsi violaceo per via del cazzotto ricevuto da Christian, e si intenerì.
“Ti fa male?” – gli chiese, facendogli una carezza.
“Ahi!” – fece lui con una smorfia di dolore – “Quel coglione di Christian…”
“Puoi dirlo forte!” - disse lei sorridendo.
L’atmosfera si stava rilassando.
“Adesso vedrai come scalderà la panchina, e sticazzi dei play-off…”

Camilla rise ancora. D’altronde, sentir parlare male di Christian, vuoi o non vuoi la faceva stare perfidamente meglio. Sentì la voglia di abbracciare Edoardo e gli si gettò al collo accarezzandolo. Lui rimase rigido come uno stoccafisso.

“Non ti capisco…” – disse sussurrando.
“Non mi capisco neanche io.” – replicò lei. Poi gli diede un bacio sulla guancia e tornò al suo posto. Ma lui chiuse gli occhi e si avvicinò alle sue labbra. Camilla si sentì confusa.
“Aspetta, forse dovremmo…” – provò a dire prima che le loro bocche si toccassero. Ma Edoardo era ormai troppo vicino e tutti i pensieri e le parole furono superati dalla voglia che la stava prendendo.

Fuori le temperature erano rigide, ma dentro l’aria cominciava a surriscaldarsi tanto che i ragazzi dovettero levarsi pesanti giacconi. Era faticoso e scomodo muoversi all’interno della Smart di Edoardo. Si incastrarono l’uno sopra l’altro sul sedile del passeggero, per non avere l’ulteriore impiccio del volante. Limitarono i movimenti allo stretto indispensabile per permettere di congiungersi. Lui si abbassò quanto bastava i pantaloni; lei si alzò il vestito, fece scivolare le calze fino alle ginocchia e si sedette sopra di lui.

Non sapevano se fosse più la scomodità o il piacere di fare quella cosa. Per strada non c’era ormai quasi nessuno, se non qualche persona isolata che rientrava dopo i bagordi dell’ultimo dell’anno. Il loro amplesso era nascosto al mondo esterno dai vetri totalmente appannati dai loro fiati che continuavano a scambiarsi baci. Camilla si reggeva come poteva alle pareti dell’abitacolo, mentre Edoardo con forza la prendeva dai fianchi e la spingeva su di lui.

Durò pochi minuti, poi esplose di piacere dentro di lei. Nella concitazione e scomodità della situazione, lo sperma colò dappertutto, e si macchiarono entrambi. Si dovettero pulire rapidamente con una salvietta, ma il vestito viola di Camilla rimase in parte imbrattato.

Godettero del calore dei loro corpi ancora un po’, rimanendo l’uno dentro l’altro come la chiave in un lucchetto, baciandosi e lasciandosi andare a tenere carezze. Camilla realizzò in quel momento di volere qualcosa di più serio e si lasciò sfuggire una frase.
“Proviamoci, dai…”

A Edoardo brillarono gli occhi. La baciò ancora appassionatamente e poi la strinse forte a sé. Si rivestirono con calma, nello spazio angusto dell’abitacolo. Una volta tornati sotto casa di Camilla, Edoardo la afferrò per le guance e le tastò di nuovo le labbra. Fu un bacio così lungo che non voleva lasciarla andare, la guardò sognante sparire dentro il portone tra le prime luci dell’alba.

Camilla si appoggiò al vetro gelido del portone, e fece un respiro profondo, portandosi le mani al petto. Forse stavolta era la volta buona per cambiare. Forse lasciarsi andare a quello che provava ed iniziare una relazione seria poteva essere il primo passo verso un cambiamento, il primo passo per abbandonare la cattiva strada. Entrambi si addormentarono sereni e felici di aver finalmente cominciato la loro relazione.
 
29. Finalmente

L’amica la riaccompagnò a casa. Quando furono davanti al portone, Camilla ricevette un messaggio di Edoardo, il quale le chiedeva di vedersi per parlare. Lei sospirò. Non era arrabbiata con lui, piuttosto non sapeva come comportarsi dopo quello che era successo durante la serata.

“Sono quasi arrivata a casa, mi sta accompagnando Monica.”
“Aspettami, per favore. Tra dieci minuti sono lì.”

Camilla ci penso più e più volte, scrivendo e cancellando il messaggio. Poi optò per un semplice e freddo ok. L’amica aspettò che arrivasse l’auto di Edoardo, poi la salutò.

Lui si accostò al marciapiede.
“Che fai, sali?”
Lei annuì ed aprì lo sportello.

Edoardo guidò fino a un parcheggio poco distante. In macchina c’era un silenzio di tomba, e tutto intorno anche. La città si era ritirata dopo una notte di follie, e nell’aria rimaneva solo un leggero odore di fuochi d’artificio che penetrava dai finestrini chiusi, mentre i vetri dell’abitacolo si stavano appannando.

“Senti…” - cominciò lui – “mi dispiace.”
Camilla aspettò che lui dicesse altro, ma Edoardo era tipo di poche parole.
“Bene, ok, ti dispiace.”
Edoardo non si aspettava certo i salti di gioia, ma si auspicava comunque una reazione migliore. Si girò chinando lo sguardo, Camilla incrociò il suo occhio che stava cominciando a farsi violaceo per via del cazzotto ricevuto da Christian, e si intenerì.
“Ti fa male?” – gli chiese, facendogli una carezza.
“Ahi!” – fece lui con una smorfia di dolore – “Quel coglione di Christian…”
“Puoi dirlo forte!” - disse lei sorridendo.
L’atmosfera si stava rilassando.
“Adesso vedrai come scalderà la panchina, e sticazzi dei play-off…”

Camilla rise ancora. D’altronde, sentir parlare male di Christian, vuoi o non vuoi la faceva stare perfidamente meglio. Sentì la voglia di abbracciare Edoardo e gli si gettò al collo accarezzandolo. Lui rimase rigido come uno stoccafisso.

“Non ti capisco…” – disse sussurrando.
“Non mi capisco neanche io.” – replicò lei. Poi gli diede un bacio sulla guancia e tornò al suo posto. Ma lui chiuse gli occhi e si avvicinò alle sue labbra. Camilla si sentì confusa.
“Aspetta, forse dovremmo…” – provò a dire prima che le loro bocche si toccassero. Ma Edoardo era ormai troppo vicino e tutti i pensieri e le parole furono superati dalla voglia che la stava prendendo.

Fuori le temperature erano rigide, ma dentro l’aria cominciava a surriscaldarsi tanto che i ragazzi dovettero levarsi pesanti giacconi. Era faticoso e scomodo muoversi all’interno della Smart di Edoardo. Si incastrarono l’uno sopra l’altro sul sedile del passeggero, per non avere l’ulteriore impiccio del volante. Limitarono i movimenti allo stretto indispensabile per permettere di congiungersi. Lui si abbassò quanto bastava i pantaloni; lei si alzò il vestito, fece scivolare le calze fino alle ginocchia e si sedette sopra di lui.

Non sapevano se fosse più la scomodità o il piacere di fare quella cosa. Per strada non c’era ormai quasi nessuno, se non qualche persona isolata che rientrava dopo i bagordi dell’ultimo dell’anno. Il loro amplesso era nascosto al mondo esterno dai vetri totalmente appannati dai loro fiati che continuavano a scambiarsi baci. Camilla si reggeva come poteva alle pareti dell’abitacolo, mentre Edoardo con forza la prendeva dai fianchi e la spingeva su di lui.

Durò pochi minuti, poi esplose di piacere dentro di lei. Nella concitazione e scomodità della situazione, lo sperma colò dappertutto, e si macchiarono entrambi. Si dovettero pulire rapidamente con una salvietta, ma il vestito viola di Camilla rimase in parte imbrattato.

Godettero del calore dei loro corpi ancora un po’, rimanendo l’uno dentro l’altro come la chiave in un lucchetto, baciandosi e lasciandosi andare a tenere carezze. Camilla realizzò in quel momento di volere qualcosa di più serio e si lasciò sfuggire una frase.
“Proviamoci, dai…”

A Edoardo brillarono gli occhi. La baciò ancora appassionatamente e poi la strinse forte a sé. Si rivestirono con calma, nello spazio angusto dell’abitacolo. Una volta tornati sotto casa di Camilla, Edoardo la afferrò per le guance e le tastò di nuovo le labbra. Fu un bacio così lungo che non voleva lasciarla andare, la guardò sognante sparire dentro il portone tra le prime luci dell’alba.

Camilla si appoggiò al vetro gelido del portone, e fece un respiro profondo, portandosi le mani al petto. Forse stavolta era la volta buona per cambiare. Forse lasciarsi andare a quello che provava ed iniziare una relazione seria poteva essere il primo passo verso un cambiamento, il primo passo per abbandonare la cattiva strada. Entrambi si addormentarono sereni e felici di aver finalmente cominciato la loro relazione.
Bello ben scritto come sempre ma ho il sentore che al povero Edoardo aspetta un futuro da cornuto:D
 
Come molti, si tende a cambiare, a tradire perché non ci viene migliorare con l'altro... Aveva sfiorato la cosa col ritorno di interesse con l'ex, ho dimenticato il nome scusate. Lo specchio è la sua discontinuità nella pallavolo.
Sarò scettico ma difficilmente un carattere difficile come il suo tende a cambiare
 
Ci hanno abbindolato col carattere, ma non è quello, il vero protagonista delle nostre vite, ma sono le dipendenze emotive, ovvero il vincere la noia con il violare delle norme di vita o comportamento. Chiamatele come vi pare. Parere mio. Ovviamente opinabile.
 
Come molti, si tende a cambiare, a tradire perché non ci viene migliorare con l'altro... Aveva sfiorato la cosa col ritorno di interesse con l'ex, ho dimenticato il nome scusate. Lo specchio è la sua discontinuità nella pallavolo.
Per quello che ho conosciuto Camilla secondo me hai centrato in pieno la questione. Il suo non essere abituata ad impegnarsi, nella pallavolo, si riflette anche nelle relazioni, le quali per essere portate avanti aivoglia se hanno bisogno di impegnano.
Ma la vedo una cosa piuttosto comune in molte ragazze oggi come oggi.
 
Per quello che ho conosciuto Camilla secondo me hai centrato in pieno la questione. Il suo non essere abituata ad impegnarsi, nella pallavolo, si riflette anche nelle relazioni, le quali per essere portate avanti aivoglia se hanno bisogno di impegnano.
Ma la vedo una cosa piuttosto comune in molte ragazze oggi come oggi.
Ma la voglia di scopartela pure tu Camilla ti è mai venuta?
 
Ma la voglia di scopartela pure tu Camilla ti è mai venuta?
Lei bellissima per carità, ma quanto di più lontano cercavo (e cerco) in una ragazza, specie poi avendo accanto Azzurra che era l'esatto opposto, mi dava più rabbia che eccitazione.
Tuttalpiù mi è venuta voglia di darle due pizzoni (metaforici) per cercare di farla rinsavire.
 
Lei bellissima per carità, ma quanto di più lontano cercavo (e cerco) in una ragazza, specie poi avendo accanto Azzurra che era l'esatto opposto, mi dava più rabbia che eccitazione.
Tuttalpiù mi è venuta voglia di darle due pizzoni (metaforici) per cercare di farla rinsavire.
Ma lei con te non ci ha mai provato?
 
30. Weekend fuori porta

Camilla non era mai stata così felice. Fino a quel momento, la storia con Edoardo era senza dubbio la migliore della sua vita, seppur nata con qualche travaglio.

I primi mesi furono a dir poco idilliaci, e Camilla non aveva la minima voglia di cercare altro al di fuori della relazione. Temeva soltanto che Giorgio potesse raccontare a Edoardo del bacio della notte di Capodanno, ma era un amico fedele e non fece niente di tutto quello.

Anche se il suo atteggiamento non la convinceva del tutto. Da quella sera, infatti, il loro rapporto si fece più stretto, ma cercò di considerarlo normale, dal momento che era un amico stretto di Edoardo. Lei, d’altra parte, lo vedeva semplicemente come un confidente e un amico del suo ragazzo.

E dopo due mesi di relazione – e quattro di frequentazione - ormai stavano uscendo allo scoperto: foto su Instagram, baci e abbracci appassionati tra un allenamento e l’altro, sotto gli occhi gelosi e risentiti di Christian e quelli di Giorgio che li guardava in un mix di ammirazione e invidia.

In tutto quel tempo, però, non erano ancora riusciti ad avere del tempo per loro, per fare le cose comodi e con calma: il più delle volte, infatti, si vedevano e consumavano in macchina e le rare volte in cui non c’erano occhi indiscreti in palestra, battezzavano spogliatoi e sgabuzzino.

Così Edoardo le regalò – e si regalò - un weekend in un hotel in Umbria con annessa spa, dove avrebbero avuto tempo e spazio per godersi il sesso senza fretta, oltre al relax e al buon cibo. L’albergo era ricavato in un grazioso casale in pietra del ‘700, con un enorme giardino, immerso nel verde e con una piccola spa privata che gli ospiti potevano prenotare e godersi interamente in autonomia. La zona benessere era composta da una piccola vasca idromassaggio, una sauna, docce emozionali con cromoterapia e dei lettini per rilassarsi.

Coperti dal caldo accappatoio fornito dall’albergo, raggiunsero la spa posta al piano interrato. L’atmosfera era umida ma gradevole e nell’aria c’era un gradevole aroma di patchouli con note agrumate. Edoardo entrò subito dentro la vasca per rilassarsi nell’acqua calda, Camilla ne approfittò per fare qualche scatto da postare su Instagram.

Si sa che la spa, oltre a essere rilassante, ha anche un aspetto vagamente erotico: sarà il calore, saranno gli aromi sensuali, sarà il fatto che due corpi seminudi sono appiccicati. Stettero qualche minuto in totale relax, con le braccia dietro la nuca a godersi il calore e guardare il soffitto buio che riproduceva in maniera un po’ azzeccata un cielo stellato. Camilla diede il via alle danze baciando dolcemente il ragazzo. La spa era ad uso privato ed in quell’ora non era permesso agli altri ospiti di accedervi.

“Guarda che ti faccio vedere!” – disse lei maliziosa, tirando fuori le tette dal costume.
Edoardo le coprì subito con i palmi delle sue mani per palparle. Le sentì morbide e tiepide per via dell’acqua, ma con i capezzoli che cominciavano ad inturgidirsi.
“Me lo tolgo?” – chiese ancora lei ammiccando.
“Tienilo addosso, spostalo solo. Mi intriga così!”

Camilla si tenne addosso il costume, spostandolo sotto i seni lasciati nudi; poi, cominciarono a baciarsi. Il tepore dell’acqua rendeva tutto più eccitante ed i pantaloncini di Edoardo cominciavano ad andargli stretti a causa del movimento che c’era al loro interno.

La mano di Camilla nuotò sotto l’acqua e trafficò con i lacci del costume di Edoardo fino a slacciarli completamente. Lui si guardò intorno circospetto, per assicurarsi che effettivamente non potesse entrare nessun’altro.

Il pene di Edoardo saltò fuori dal costume in un turbinio di piccole bolle, e fu afferrato immediatamente da Camilla. Le sue dita lo accarezzavano ed il movimento era fluido nonostante la resistenza dell’acqua. Lui ricambiò subito, spostando gli slip di Camilla di lato e incontrando le sue labbra morbide. Camilla era perfettamente liscia, in ogni parte del corpo: si era fatta la ceretta per l’occasione e la sua pelle era morbida e setosa. Anche le cosce lucide goderono delle carezze di Edoardo, così come il suo ventre.

Infilò piano un dito che lei accolse senza difficoltà e cominciarono a darsi piacere reciprocamente. Camilla si immerse sotto l’acqua per provare qualcosa di molto difficoltoso ed infatti fu costretta a riemergere subito date le difficoltà di fare un bocchino subacqueo.

Abbandonò quel tentativo e si tolse gli slip sotto lo sguardo compiaciuto di Edoardo e sotto il suo tocco delicato. Si mise in braccio a lui facendo entrare tutta la sua asta dentro di sé. L’acqua rendeva il movimento frenato, ma l’atmosfera era davvero eccitante grazie a quel calore e quegli odori che solleticavano i loro sensi. Lui la sfiorava, la toccava e la stringeva a sé, percorrendo tutti i bordi del suo corpo. Prima i fianchi, poi la vita, per arrivare ai glutei e palparli, per poi ancora tornare con delicatezza sulle cosce. Camilla apprezzava quei gesti gentili che così contrastavano con il loro bacio profondo che proseguiva ininterrotto e con i movimenti di bacino vigorosi che facevano schizzare l’acqua dappertutto dentro e fuori dalla piccola vasca.

Per variare la posizione, Camilla si mise di spalle. In effetti, quelle due erano le sole posizioni possibili nella strettezza dell’idromassaggio. Mostrò la sua bellissima schiena a Edoardo che ne seguì le curve con le dita. Si toccò il clitoride con una mano per incrementare il suo piacere, mentre l’altra, ogni tanto, si scuoteva i capelli che ondeggiavano bagnati finendo sul viso di Edoardo. Ma lui era talmente concentrato ed eccitato che quasi non se ne rese conto, impegnato com’era a perlustrare con le sue mani il corpo di Camilla e a stuzzicarle le tette ancora semi coperte dal costume. Ogni tanto, a causa del movimento, un seno tornava sotto il bikini, ballonzolante per il movimento, ma lui prontamente lo tirava di nuovo fuori per continuare a massaggiarlo.

Edoardo era sul punto di venire, ma non voleva farlo dentro la vasca per evitare di lasciare la loro mancata prole galleggiante nell’acqua, alla mercè dei successivi ospiti della spa. Avvisò quindi Camilla con un po’ di anticipo.

“Mi manca poco…” – ansimò.
Nell’udire quelle parole, Camilla diede qualche colpo più forte per raggiungere anche lei l’orgasmo. Poi si sfilò, mentre Edoardo si sedette sul bordo della vasca, con il respiro rotto. Camilla si chinò su di lui e completò l’opera assaporando l’esplosione di piacere di Edoardo e si assicurò che nemmeno una goccia cadesse nell’acqua.

Rimasero abbracciati nel tepore, riscaldati dal tocco vellutato delle bolle dell’idromassaggio che li cullavano in quell’atmosfera romantica e semi illuminata. A malincuore, scaduta l’ora che avevano a disposizione, si alzarono e si sciacquarono nella doccia emozionale, circondati da luci colorate.
 
30. Weekend fuori porta

Camilla non era mai stata così felice. Fino a quel momento, la storia con Edoardo era senza dubbio la migliore della sua vita, seppur nata con qualche travaglio.

I primi mesi furono a dir poco idilliaci, e Camilla non aveva la minima voglia di cercare altro al di fuori della relazione. Temeva soltanto che Giorgio potesse raccontare a Edoardo del bacio della notte di Capodanno, ma era un amico fedele e non fece niente di tutto quello.

Anche se il suo atteggiamento non la convinceva del tutto. Da quella sera, infatti, il loro rapporto si fece più stretto, ma cercò di considerarlo normale, dal momento che era un amico stretto di Edoardo. Lei, d’altra parte, lo vedeva semplicemente come un confidente e un amico del suo ragazzo.

E dopo due mesi di relazione – e quattro di frequentazione - ormai stavano uscendo allo scoperto: foto su Instagram, baci e abbracci appassionati tra un allenamento e l’altro, sotto gli occhi gelosi e risentiti di Christian e quelli di Giorgio che li guardava in un mix di ammirazione e invidia.

In tutto quel tempo, però, non erano ancora riusciti ad avere del tempo per loro, per fare le cose comodi e con calma: il più delle volte, infatti, si vedevano e consumavano in macchina e le rare volte in cui non c’erano occhi indiscreti in palestra, battezzavano spogliatoi e sgabuzzino.

Così Edoardo le regalò – e si regalò - un weekend in un hotel in Umbria con annessa spa, dove avrebbero avuto tempo e spazio per godersi il sesso senza fretta, oltre al relax e al buon cibo. L’albergo era ricavato in un grazioso casale in pietra del ‘700, con un enorme giardino, immerso nel verde e con una piccola spa privata che gli ospiti potevano prenotare e godersi interamente in autonomia. La zona benessere era composta da una piccola vasca idromassaggio, una sauna, docce emozionali con cromoterapia e dei lettini per rilassarsi.

Coperti dal caldo accappatoio fornito dall’albergo, raggiunsero la spa posta al piano interrato. L’atmosfera era umida ma gradevole e nell’aria c’era un gradevole aroma di patchouli con note agrumate. Edoardo entrò subito dentro la vasca per rilassarsi nell’acqua calda, Camilla ne approfittò per fare qualche scatto da postare su Instagram.

Si sa che la spa, oltre a essere rilassante, ha anche un aspetto vagamente erotico: sarà il calore, saranno gli aromi sensuali, sarà il fatto che due corpi seminudi sono appiccicati. Stettero qualche minuto in totale relax, con le braccia dietro la nuca a godersi il calore e guardare il soffitto buio che riproduceva in maniera un po’ azzeccata un cielo stellato. Camilla diede il via alle danze baciando dolcemente il ragazzo. La spa era ad uso privato ed in quell’ora non era permesso agli altri ospiti di accedervi.

“Guarda che ti faccio vedere!” – disse lei maliziosa, tirando fuori le tette dal costume.
Edoardo le coprì subito con i palmi delle sue mani per palparle. Le sentì morbide e tiepide per via dell’acqua, ma con i capezzoli che cominciavano ad inturgidirsi.
“Me lo tolgo?” – chiese ancora lei ammiccando.
“Tienilo addosso, spostalo solo. Mi intriga così!”

Camilla si tenne addosso il costume, spostandolo sotto i seni lasciati nudi; poi, cominciarono a baciarsi. Il tepore dell’acqua rendeva tutto più eccitante ed i pantaloncini di Edoardo cominciavano ad andargli stretti a causa del movimento che c’era al loro interno.

La mano di Camilla nuotò sotto l’acqua e trafficò con i lacci del costume di Edoardo fino a slacciarli completamente. Lui si guardò intorno circospetto, per assicurarsi che effettivamente non potesse entrare nessun’altro.

Il pene di Edoardo saltò fuori dal costume in un turbinio di piccole bolle, e fu afferrato immediatamente da Camilla. Le sue dita lo accarezzavano ed il movimento era fluido nonostante la resistenza dell’acqua. Lui ricambiò subito, spostando gli slip di Camilla di lato e incontrando le sue labbra morbide. Camilla era perfettamente liscia, in ogni parte del corpo: si era fatta la ceretta per l’occasione e la sua pelle era morbida e setosa. Anche le cosce lucide goderono delle carezze di Edoardo, così come il suo ventre.

Infilò piano un dito che lei accolse senza difficoltà e cominciarono a darsi piacere reciprocamente. Camilla si immerse sotto l’acqua per provare qualcosa di molto difficoltoso ed infatti fu costretta a riemergere subito date le difficoltà di fare un bocchino subacqueo.

Abbandonò quel tentativo e si tolse gli slip sotto lo sguardo compiaciuto di Edoardo e sotto il suo tocco delicato. Si mise in braccio a lui facendo entrare tutta la sua asta dentro di sé. L’acqua rendeva il movimento frenato, ma l’atmosfera era davvero eccitante grazie a quel calore e quegli odori che solleticavano i loro sensi. Lui la sfiorava, la toccava e la stringeva a sé, percorrendo tutti i bordi del suo corpo. Prima i fianchi, poi la vita, per arrivare ai glutei e palparli, per poi ancora tornare con delicatezza sulle cosce. Camilla apprezzava quei gesti gentili che così contrastavano con il loro bacio profondo che proseguiva ininterrotto e con i movimenti di bacino vigorosi che facevano schizzare l’acqua dappertutto dentro e fuori dalla piccola vasca.

Per variare la posizione, Camilla si mise di spalle. In effetti, quelle due erano le sole posizioni possibili nella strettezza dell’idromassaggio. Mostrò la sua bellissima schiena a Edoardo che ne seguì le curve con le dita. Si toccò il clitoride con una mano per incrementare il suo piacere, mentre l’altra, ogni tanto, si scuoteva i capelli che ondeggiavano bagnati finendo sul viso di Edoardo. Ma lui era talmente concentrato ed eccitato che quasi non se ne rese conto, impegnato com’era a perlustrare con le sue mani il corpo di Camilla e a stuzzicarle le tette ancora semi coperte dal costume. Ogni tanto, a causa del movimento, un seno tornava sotto il bikini, ballonzolante per il movimento, ma lui prontamente lo tirava di nuovo fuori per continuare a massaggiarlo.

Edoardo era sul punto di venire, ma non voleva farlo dentro la vasca per evitare di lasciare la loro mancata prole galleggiante nell’acqua, alla mercè dei successivi ospiti della spa. Avvisò quindi Camilla con un po’ di anticipo.

“Mi manca poco…” – ansimò.
Nell’udire quelle parole, Camilla diede qualche colpo più forte per raggiungere anche lei l’orgasmo. Poi si sfilò, mentre Edoardo si sedette sul bordo della vasca, con il respiro rotto. Camilla si chinò su di lui e completò l’opera assaporando l’esplosione di piacere di Edoardo e si assicurò che nemmeno una goccia cadesse nell’acqua.

Rimasero abbracciati nel tepore, riscaldati dal tocco vellutato delle bolle dell’idromassaggio che li cullavano in quell’atmosfera romantica e semi illuminata. A malincuore, scaduta l’ora che avevano a disposizione, si alzarono e si sciacquarono nella doccia emozionale, circondati da luci colorate.
Wow piccolo capolavoro hai descritto una scopata emozionante
 
31. Sempre la solita

Dopo essere risaliti ed essersi preparati, scesero per andare a cena. Camilla, in quei primi mesi di frequentazione era stata fedele, senza lasciarsi andare a tradimenti né tantomeno a flirt di vario genere, come era solita fare. Quella sera, però, la sua attenzione fu catturata a più riprese dal cameriere dell’hotel, un ragazzo alto, moro, dai tratti mediorientali. Accadde in maniera piuttosto inconsapevole; senza rendersene conto, il suo sguardo più volte seguì il corpo del cameriere che si aggirava tra i tavoli e tornava in cucina a prendere le comande. Camilla non ci fece caso più di tanto, ma Edoardo sì. E, sebbene non inizialmente non avesse dato peso alla cosa, le chiese a bruciapelo, ed aspettandosi un sonoro “no” come risposta: “Ma tu hai mai tradito?”

Camilla si sentì urtata da quella domanda che toccava il suo tallone d’Achille, e della quale sapeva che la risposta era invece un gigantesco “sì”. Tentennò, distolse lo sguardo e poi rispose balbettando.
“Edo, perché mi chiedi questo?”
Lui capì che il suo tentennare non era un buon segno, e cercò di alleggerire l’atmosfera. Ma il linguaggio del corpo di Camilla l’aveva già turbato e non poco.
“Così, pour parler.”
Lei stette ancora in silenzio, prima di farfugliare nuovamente una risposta.
“Mmh, forse sì, al liceo, ma insomma ero piccola…” – disse mentendo.
Edoardo provò a fare finta di niente, ma non credette fino in fondo alle sue parole. Non toccò più cibo.
“Io ho una visione precisa su questo.” – aggiunse – “Credo che chi tradisca una volta, possa farlo sempre.”
Camilla gli prese la mano che stringeva nervosamente la forchetta, ma lui la ritrasse, facendola cadere a terra con uno scatto. Il rumore metallico fece calare il silenzio nella sala, e tutti si voltarono verso di loro. Camilla arrossì, guardandosi intorno. Edoardo proseguì, con tono serio.

“Ho visto come stavi guardando quel ragazzo…”
Camilla si sentì toccata nel suo essere, capì che il suo punto debole stava venendo a galla, ma cercò ancora di dissimulare. Non disse niente, ma cercò soltanto di accarezzare nuovamente la mano di Edoardo che era tornata a posarsi sul tavolo. Lui la ritrasse nuovamente.
“Non mi prendere per il culo.” – disse borbottando sottovoce – “Mi ha detto che l’hai fatto, no? Quindi perché non potrebbe risuccedere.”

La cena virò verso un’atmosfera molto tesa, e i due bisticciarono per qualche secondo a bassa voce, per evitare di essere nuovamente l’attrazione principale della sala. Alla fine, Camilla sembrò convincere Edoardo.
“Guardami negli occhi. Lo vedi, no?”
Lui si domandò cosa dovesse vedere, ma gli occhi brillanti di Camilla che lo cercavano insistentemente erano così belli che bastò quello per far crollare in un attimo tutti i suoi dubbi.

Tornarono in camera e, dopo essersi lavati i denti, si misero a letto, stanchi per la giornata appena trascorsa e per tutte le emozioni – positive e negative – che aveva loro regalato. Ma dopo qualche minuto, Edoardo cominciò a palpare con vigore Camilla, di nuovo voglioso.
“Dai, ho sonno.” – provò a ritrarsi lei.
Ma lui insistette e dopo qualche palpata alle zone intime di Camilla che cominciarono a risvegliarsi, lei si girò e cominciarono a baciarsi.

Edoardo cercava di scacciare dalla mente il pensiero di Camilla che tradiva e che lo tradiva, ma più cercava di mandarlo via più questo si fissava prepotentemente nel suo cervello. Aumentò l’impeto del suo tocco, palpandola quasi con rabbia, come se avesse voglia di rivalsa. Dopo averla umidificata abbastanza, la fece nuovamente girare e quando lei gli diede le spalle, glielo infilò con prepotenza.

Camilla fu presa alla sprovvista da quella vigoria, e subodorò qualcosa di strano.
“Tutto bene?” – gli chiese. Lui però non rispose, limitandosi ad alitarle pesantemente sul collo e dandole ogni tanto anche qualche morso. Lei capì che i discorsi della cena dovevano averlo sfasato più di quanto non credesse.

Preso dalla rabbia, arrivò presto al limite e scaricò diversi fiotti di risentimento dentro Camilla. Fece due fiati profondi e poi si rigirò nel letto senza dire una parola.
“Buonanotte…” – sussurrò invece debolmente Camilla, senza ricevere risposta. Poi si limitò a pulire ciò che di quell’amplesso veloce e furioso era rimasto dentro di lei e a gettare il fazzoletto sporco ai piedi del letto.

Non riuscì a prendere sonno, i suoi soliti tormenti cominciarono a turbinarle nel cervello. Fissò il soffitto con occhi sbarrati fino alle tre del mattino, pensando che probabilmente anche in quel caso sarebbe finita con il rovinare quella relazione.
 
31. Sempre la solita

Dopo essere risaliti ed essersi preparati, scesero per andare a cena. Camilla, in quei primi mesi di frequentazione era stata fedele, senza lasciarsi andare a tradimenti né tantomeno a flirt di vario genere, come era solita fare. Quella sera, però, la sua attenzione fu catturata a più riprese dal cameriere dell’hotel, un ragazzo alto, moro, dai tratti mediorientali. Accadde in maniera piuttosto inconsapevole; senza rendersene conto, il suo sguardo più volte seguì il corpo del cameriere che si aggirava tra i tavoli e tornava in cucina a prendere le comande. Camilla non ci fece caso più di tanto, ma Edoardo sì. E, sebbene non inizialmente non avesse dato peso alla cosa, le chiese a bruciapelo, ed aspettandosi un sonoro “no” come risposta: “Ma tu hai mai tradito?”

Camilla si sentì urtata da quella domanda che toccava il suo tallone d’Achille, e della quale sapeva che la risposta era invece un gigantesco “sì”. Tentennò, distolse lo sguardo e poi rispose balbettando.
“Edo, perché mi chiedi questo?”
Lui capì che il suo tentennare non era un buon segno, e cercò di alleggerire l’atmosfera. Ma il linguaggio del corpo di Camilla l’aveva già turbato e non poco.
“Così, pour parler.”
Lei stette ancora in silenzio, prima di farfugliare nuovamente una risposta.
“Mmh, forse sì, al liceo, ma insomma ero piccola…” – disse mentendo.
Edoardo provò a fare finta di niente, ma non credette fino in fondo alle sue parole. Non toccò più cibo.
“Io ho una visione precisa su questo.” – aggiunse – “Credo che chi tradisca una volta, possa farlo sempre.”
Camilla gli prese la mano che stringeva nervosamente la forchetta, ma lui la ritrasse, facendola cadere a terra con uno scatto. Il rumore metallico fece calare il silenzio nella sala, e tutti si voltarono verso di loro. Camilla arrossì, guardandosi intorno. Edoardo proseguì, con tono serio.

“Ho visto come stavi guardando quel ragazzo…”
Camilla si sentì toccata nel suo essere, capì che il suo punto debole stava venendo a galla, ma cercò ancora di dissimulare. Non disse niente, ma cercò soltanto di accarezzare nuovamente la mano di Edoardo che era tornata a posarsi sul tavolo. Lui la ritrasse nuovamente.
“Non mi prendere per il culo.” – disse borbottando sottovoce – “Mi ha detto che l’hai fatto, no? Quindi perché non potrebbe risuccedere.”

La cena virò verso un’atmosfera molto tesa, e i due bisticciarono per qualche secondo a bassa voce, per evitare di essere nuovamente l’attrazione principale della sala. Alla fine, Camilla sembrò convincere Edoardo.
“Guardami negli occhi. Lo vedi, no?”
Lui si domandò cosa dovesse vedere, ma gli occhi brillanti di Camilla che lo cercavano insistentemente erano così belli che bastò quello per far crollare in un attimo tutti i suoi dubbi.

Tornarono in camera e, dopo essersi lavati i denti, si misero a letto, stanchi per la giornata appena trascorsa e per tutte le emozioni – positive e negative – che aveva loro regalato. Ma dopo qualche minuto, Edoardo cominciò a palpare con vigore Camilla, di nuovo voglioso.
“Dai, ho sonno.” – provò a ritrarsi lei.
Ma lui insistette e dopo qualche palpata alle zone intime di Camilla che cominciarono a risvegliarsi, lei si girò e cominciarono a baciarsi.

Edoardo cercava di scacciare dalla mente il pensiero di Camilla che tradiva e che lo tradiva, ma più cercava di mandarlo via più questo si fissava prepotentemente nel suo cervello. Aumentò l’impeto del suo tocco, palpandola quasi con rabbia, come se avesse voglia di rivalsa. Dopo averla umidificata abbastanza, la fece nuovamente girare e quando lei gli diede le spalle, glielo infilò con prepotenza.

Camilla fu presa alla sprovvista da quella vigoria, e subodorò qualcosa di strano.
“Tutto bene?” – gli chiese. Lui però non rispose, limitandosi ad alitarle pesantemente sul collo e dandole ogni tanto anche qualche morso. Lei capì che i discorsi della cena dovevano averlo sfasato più di quanto non credesse.

Preso dalla rabbia, arrivò presto al limite e scaricò diversi fiotti di risentimento dentro Camilla. Fece due fiati profondi e poi si rigirò nel letto senza dire una parola.
“Buonanotte…” – sussurrò invece debolmente Camilla, senza ricevere risposta. Poi si limitò a pulire ciò che di quell’amplesso veloce e furioso era rimasto dentro di lei e a gettare il fazzoletto sporco ai piedi del letto.

Non riuscì a prendere sonno, i suoi soliti tormenti cominciarono a turbinarle nel cervello. Fissò il soffitto con occhi sbarrati fino alle tre del mattino, pensando che probabilmente anche in quel caso sarebbe finita con il rovinare quella relazione.
Troppo geloso Edoardo dai in fondo al cameriere lo ha solo guardato:D:D:D
 
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