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LA FEMMINILITA’ DI MAMMA – 16
Il negozio era molto bello ed aveva una varietà di prodotti che spaziavano da quelli commerciali e quelli di qualità, veramente molto belli.
Girammo per farci un’idea di quello che cercavamo ed inevitabilmente ci si fermò nell’angolo dove erano esposti quelli più costosi, veramente molto ma molto belli, ma anche molto ma molto costosi. Ci guardammo negli occhi e decidemmo di orientarci verso una fascia media, ma anche di provare qualche cosina di altissima qualità, quale altra occasione avremmo avuto per indossare certi completini?
La commessa, sempre lei (oramai era molto presa da noi e non ci avrebbe assolutamente mollate) arrivò e ci chiese cosa cercavamo e come avrebbe potuto esserci utile. Le rispondemmo subito che cercavamo qualche cosa per lei, da poter indossare con l’abitino appena scelto e che volevamo fosse un qualche cosina di bello e molto sexy, un qualche cosa che mettesse in risalto la bellezza di Anna.
Immediatamente, andando contro il suo compito di venditrice, la ragazza disse che con quel vestitino forse era meglio che Anna non indossasse nulla, almeno il reggiseno avrebbe dovuto non portarlo in modo che la sua fisicità fosse messa nella giusta evidenza, e girandosi regalò ad Anna un sorrisetto molto malizioso. Concordando con lei dicendo che un completino non lo si indossa una volta sola e soprattutto a volte lo si indossa per situazioni particolari senza poi metterci sopra altro . . . . . . ci fu un secondo di silenzio, poi le giovanissime mie compagne di shopping scoppiarono in una risata liberatoria. Da quel punto anche la commessa divenne parte della compagnia, la barriera cliente venditrice sparì e tutte e tre sembravamo delle amichette in un parco di divertimento.
Decidemmo che ognuna delle tre avrebbe scelto un completino, a seconda del gusto personale (sempre pensando al corpo di Anna chiaramente) e che poi la fidanzatina di mio figlio li avrebbe provati e quindi avremmo espresso tutte i nostri giudizi.
Anna scelse un abbinato perizoma e reggiseno a fascia in pizzo bianco, la commessa perizoma e reggiseno a balconcino in pizzo nero ed io, la più vecchia, mi buttai sul colore, un verde bottiglia con mutandina a brasiliana ridotta e reggiseno a balconcino, il tutto in pizzo e raso . . . . magnifico ed al di la della banalità di quanto espresso dalle giovani amiche.
Provò tutto in un camerino molto ampio (era quello per disabili) dove, mantenendo la tendina aperta (era l’ultimo in fondo, abbastanza isolato) rimanevamo tutte a vista, godendo dello spettacolo del corpo della più giovane del gruppo. Era innegabile che eravamo tutte abbastanza eccitate, evidentemente tutte e tre godevamo nel guardare un bel corpo femminile nudo, ma soprattutto abbellito da dei completini che lo valorizzavano ancora di più, se possibile.
Le stavano bene tutti chiaramente, ma quello scelto da me sia per il colore sia per la malizia che la brasiliana dona alle chiappette dei culetti femminili ebbe la meglio; quindi era deciso di prendere quello verde bottiglia, ma prima di avviarci in cassa proposi, se possibile, di provare qualche cosina che non avremmo mai comprato perché fuori dal nostro portafoglio, ma che ci sarebbe proprio piaciuto provare. Giuliana, la commessa che oramai chiamavamo per nome, acconsentì, anzi disse che correva a prendere lei alcuni completini ma che pure io avrei dovuto provarne uno . . . . . un favore lo faceva lei ed uno lo avremmo dovuto fare noi.
Feci un po la timidina, dissi che mi sarei vergognata nel confronto con loro, ma alla fine accettai, anzi sotto sotto ne ero felice, perché approfittavo della situazione per mostrarmi ad Anna come altrimenti avrei avuto molte difficoltà a fare.
Ritornò con delle cosine deliziose, un completino in seta beige con inserti in pizzo bianco per Anna ed una similare in seta nera con pizzi in oro per me, quello per la giovincella con mutandina string e reggiseno che sorreggeva lascando però la parte alta del seno completamente in vista, il mio invece a brasiliana e con un reggiseno pushup che avrebbe messo in evidenza ed esaltato quel poco che evidentemente anche Giuliana aveva capito io avessi; comunque entrambi bellissimi e di grandissimo fascino e sensualità.
La prima a provare fu Anna in quanto già mezza nuda (mamma mia che corpicino che ha la ragazza, ho subito pensato a quanto si eccitasse il mio Marchino al suo cospetto). Si tolse quel poco che indossava e notai come la commessa se la mangiava con gli occhi, sono certa che se avesse potuto le sarebbe saltata addosso (beh non che io non ci avessi pensato eh eh eh); aveva un seno magnifico e l’eccitazione della situazione le rendeva il capezzolo ritto e bellissimo, veramente metteva voglio di prenderlo fra le labbra. La fighetta era deliziosa, tutta rasata di fresco con solo un ciuffettino che risaltava appena sopra, un vezzo giovanile che metteva le stesse voglie e leccare e succhiare quel meraviglioso frutto prettamente femminile, una di quelle cose provate in gioventù che avrei assolutamente voluto riprovare.
Indossò il suo completino ed era una meraviglia, una modella di quelle che si vede quando si apre la pagina web di Intimissimi, sarei rimasta li ore ad ammirarla, magari massaggiandomi il sesso bollente che avevo. Cavoli proprio a quello pensavo, ero talmente eccitata che sicuramente ero bagnata la sotto e provare l’intimo con la figa umida non è proprio la cosa migliore . . . andai in panico totale.
Giuliana mi guardò intensamente e mi disse che ora toccava a me, che avrei potuto spogliarmi lasciando Anna con il completino addosso in modo che poi avremmo potuto fare il confronto. Diventai rossa e se ne accorsero entrambe chiedendomi che accadeva, che non avrei dovuto vergognarmi, che ero una bella donna anche se più matura di loro; dissi che non era per quello ma che . . . . . beh la situazione di quel pomeriggio aveva provocato in me eccitazione inevitabile e che quindi forse non era il caso che provassi nulla con il rischio di macchiarlo. Si misero a ridere e ridere ancora, aumentando a dismisura il mio imbarazzo, ma Giuliana tirò fuori subito delle salviettine umidificate con le quali mi avrebbe ripulita a dovere prima di indossare quelle cosine così preziose. Non feci caso al fatto che dicesse che “mi” avrebbe pulito e quindi sorridendo cominciai a spogliarmi.
Sentivo gli occhi di entrambe su di me, mi sentivo mangiare con gli occhi, provai una sensazione strana ma piacevole, capivo che piacevo ad entrambe ed entrambe non aspettavano altro che vedermi nuda per vedere quel corpo da donna matura che loro si aspettavano di vedere. Da brava esibizionista ne fui felici e mi rilassai evidenziando, da puttanella quale sono, tutta la gestualità del togliere i vestiti, così come fino ad ora avevo fatto solo davanti a uomini.
Mi sentivo bella e così quando fui completamente nuda mi girai e chiesi le salviettine, ma non accadde quello che pensavo, la commessa mi abbasso il braccio proteso e si avvicinò, mi fece allargare le gambe mettendo in vista il mio sesso glabro e, con una esperta e sorprendente gestualità che faceva pensare non fosse la prima volta che lo faceva, mi passò la mano con la salvietta fra le gambe. Una prima passata che mi fece vibrare, poi una seconda e quindi, aiutandosi con l’altra mano, mi aprì le labbra insinuando dito e salvietta quasi dentro scorrendo lungo tutto il solco umido e caldo. Ero bloccata, piacevolmente bloccata, eccitata e stimolata ma non sapevo che fare. Guardai Anna che pure era esterefatta ma decisamente eccitata, quindi spostai gli occhi su Giuliana che, tranquillamente mi disse “eccoti pulita, ora puoi tranquillamente provare quel favoloso completino che merita un corpo come il tuo”.
Come un robot cominciai ad infilarmi quel gioiellino sempre sognato ma fino ad allora solo ammirato sulle riviste, mi rilassai e dimenticai la situazione appena subita. L’intimo era spettacolare e devo dire che guardandomi allo specchio mi vedevo come le modelle delle riviste glomour che spesso sfoglio. Lo specchio mi regalava una immagine di una donna bellissima anche se matura, di una donna sensuale con una gran voglia di vivere.
Mi girai per farmi ammirare dalle compagne di avventura che non mi staccavano gli occhi di dosso e che sfoggiavano un sorriso di approvazione. Giuliana fece mettere Anna vicino a me; eravamo proprio bellissime e la commessa disse che non sapeva chi delle due era più bella, più sensuale, che eravamo perfette e che non potevamo permetterci di non acquistare quei due completini, che se costavano troppo ci avrebbe fatto uno sconto super ma che eravamo troppo belle.
Poi volle scattarci una foto, perché, pur non ci fosse la possibilità di dimenticare quella visione, potere riguardarci ogni volta che voleva era troppo allettante. Non avemmo tempo di rispondere che già aveva fatto tre o quattro scatti, riprendendoci di fronte di fianco e da dietro.
Non mi dilungo nei commenti che a quel punto facevamo l’una dell’altra, alle carezze che inconsciamente arrivarono da una e dall’altra e che fecevamo all’una ed all’altra. Eravamo in un modo tutto nostro, avevamo perso la percezione del luogo e del tempo ed infatti non ci eravamo accorte che altre persone venute a provare praticamente ci stavano ammirando così, senza veli; anzi addirittura una cliente guardandoci chiese a Giuliana se poteva pure lei provare il mio completino.
Si era fatto tardi, ci rivestimmo assieme nel camerino avendo la cura di chiudere le tendine mentre Giuliana andava in cassa a preparare i pacchetti ed il conto. Nessuna di noi due lo avrebbe mai pensato, ma gli spazi ridotti, il contatto inevitabile dei corpi nudi, l’eccitazione incamerata ci avvicinò moltissimo e ci trovammo nude quasi abbracciate, con le bocche vicinissime, talmente vicine che un bacio a sfioro ci sorprese bloccandoci per un secondo e per quel secondo le nostre lingue desiderarono solo di potersi assaggiare, ma solo un lieve, lievissimo contatto ci fu, poi tutto rientrò e finì . . . . forse meglio così altrimenti poi che sarebbe accaduto nel camerino?
Andammo imbarazzatissime in cassa dove ci aspettava la nuova amica, pagammo, scambiammo qualche battuta ed infine scambiammo pure i numeri di cellulare con la promessa di trovarci per un aperitivo con le foto del matrimonio da guardare.
CONTINUA
Il negozio era molto bello ed aveva una varietà di prodotti che spaziavano da quelli commerciali e quelli di qualità, veramente molto belli.
Girammo per farci un’idea di quello che cercavamo ed inevitabilmente ci si fermò nell’angolo dove erano esposti quelli più costosi, veramente molto ma molto belli, ma anche molto ma molto costosi. Ci guardammo negli occhi e decidemmo di orientarci verso una fascia media, ma anche di provare qualche cosina di altissima qualità, quale altra occasione avremmo avuto per indossare certi completini?
La commessa, sempre lei (oramai era molto presa da noi e non ci avrebbe assolutamente mollate) arrivò e ci chiese cosa cercavamo e come avrebbe potuto esserci utile. Le rispondemmo subito che cercavamo qualche cosa per lei, da poter indossare con l’abitino appena scelto e che volevamo fosse un qualche cosina di bello e molto sexy, un qualche cosa che mettesse in risalto la bellezza di Anna.
Immediatamente, andando contro il suo compito di venditrice, la ragazza disse che con quel vestitino forse era meglio che Anna non indossasse nulla, almeno il reggiseno avrebbe dovuto non portarlo in modo che la sua fisicità fosse messa nella giusta evidenza, e girandosi regalò ad Anna un sorrisetto molto malizioso. Concordando con lei dicendo che un completino non lo si indossa una volta sola e soprattutto a volte lo si indossa per situazioni particolari senza poi metterci sopra altro . . . . . . ci fu un secondo di silenzio, poi le giovanissime mie compagne di shopping scoppiarono in una risata liberatoria. Da quel punto anche la commessa divenne parte della compagnia, la barriera cliente venditrice sparì e tutte e tre sembravamo delle amichette in un parco di divertimento.
Decidemmo che ognuna delle tre avrebbe scelto un completino, a seconda del gusto personale (sempre pensando al corpo di Anna chiaramente) e che poi la fidanzatina di mio figlio li avrebbe provati e quindi avremmo espresso tutte i nostri giudizi.
Anna scelse un abbinato perizoma e reggiseno a fascia in pizzo bianco, la commessa perizoma e reggiseno a balconcino in pizzo nero ed io, la più vecchia, mi buttai sul colore, un verde bottiglia con mutandina a brasiliana ridotta e reggiseno a balconcino, il tutto in pizzo e raso . . . . magnifico ed al di la della banalità di quanto espresso dalle giovani amiche.
Provò tutto in un camerino molto ampio (era quello per disabili) dove, mantenendo la tendina aperta (era l’ultimo in fondo, abbastanza isolato) rimanevamo tutte a vista, godendo dello spettacolo del corpo della più giovane del gruppo. Era innegabile che eravamo tutte abbastanza eccitate, evidentemente tutte e tre godevamo nel guardare un bel corpo femminile nudo, ma soprattutto abbellito da dei completini che lo valorizzavano ancora di più, se possibile.
Le stavano bene tutti chiaramente, ma quello scelto da me sia per il colore sia per la malizia che la brasiliana dona alle chiappette dei culetti femminili ebbe la meglio; quindi era deciso di prendere quello verde bottiglia, ma prima di avviarci in cassa proposi, se possibile, di provare qualche cosina che non avremmo mai comprato perché fuori dal nostro portafoglio, ma che ci sarebbe proprio piaciuto provare. Giuliana, la commessa che oramai chiamavamo per nome, acconsentì, anzi disse che correva a prendere lei alcuni completini ma che pure io avrei dovuto provarne uno . . . . . un favore lo faceva lei ed uno lo avremmo dovuto fare noi.
Feci un po la timidina, dissi che mi sarei vergognata nel confronto con loro, ma alla fine accettai, anzi sotto sotto ne ero felice, perché approfittavo della situazione per mostrarmi ad Anna come altrimenti avrei avuto molte difficoltà a fare.
Ritornò con delle cosine deliziose, un completino in seta beige con inserti in pizzo bianco per Anna ed una similare in seta nera con pizzi in oro per me, quello per la giovincella con mutandina string e reggiseno che sorreggeva lascando però la parte alta del seno completamente in vista, il mio invece a brasiliana e con un reggiseno pushup che avrebbe messo in evidenza ed esaltato quel poco che evidentemente anche Giuliana aveva capito io avessi; comunque entrambi bellissimi e di grandissimo fascino e sensualità.
La prima a provare fu Anna in quanto già mezza nuda (mamma mia che corpicino che ha la ragazza, ho subito pensato a quanto si eccitasse il mio Marchino al suo cospetto). Si tolse quel poco che indossava e notai come la commessa se la mangiava con gli occhi, sono certa che se avesse potuto le sarebbe saltata addosso (beh non che io non ci avessi pensato eh eh eh); aveva un seno magnifico e l’eccitazione della situazione le rendeva il capezzolo ritto e bellissimo, veramente metteva voglio di prenderlo fra le labbra. La fighetta era deliziosa, tutta rasata di fresco con solo un ciuffettino che risaltava appena sopra, un vezzo giovanile che metteva le stesse voglie e leccare e succhiare quel meraviglioso frutto prettamente femminile, una di quelle cose provate in gioventù che avrei assolutamente voluto riprovare.
Indossò il suo completino ed era una meraviglia, una modella di quelle che si vede quando si apre la pagina web di Intimissimi, sarei rimasta li ore ad ammirarla, magari massaggiandomi il sesso bollente che avevo. Cavoli proprio a quello pensavo, ero talmente eccitata che sicuramente ero bagnata la sotto e provare l’intimo con la figa umida non è proprio la cosa migliore . . . andai in panico totale.
Giuliana mi guardò intensamente e mi disse che ora toccava a me, che avrei potuto spogliarmi lasciando Anna con il completino addosso in modo che poi avremmo potuto fare il confronto. Diventai rossa e se ne accorsero entrambe chiedendomi che accadeva, che non avrei dovuto vergognarmi, che ero una bella donna anche se più matura di loro; dissi che non era per quello ma che . . . . . beh la situazione di quel pomeriggio aveva provocato in me eccitazione inevitabile e che quindi forse non era il caso che provassi nulla con il rischio di macchiarlo. Si misero a ridere e ridere ancora, aumentando a dismisura il mio imbarazzo, ma Giuliana tirò fuori subito delle salviettine umidificate con le quali mi avrebbe ripulita a dovere prima di indossare quelle cosine così preziose. Non feci caso al fatto che dicesse che “mi” avrebbe pulito e quindi sorridendo cominciai a spogliarmi.
Sentivo gli occhi di entrambe su di me, mi sentivo mangiare con gli occhi, provai una sensazione strana ma piacevole, capivo che piacevo ad entrambe ed entrambe non aspettavano altro che vedermi nuda per vedere quel corpo da donna matura che loro si aspettavano di vedere. Da brava esibizionista ne fui felici e mi rilassai evidenziando, da puttanella quale sono, tutta la gestualità del togliere i vestiti, così come fino ad ora avevo fatto solo davanti a uomini.
Mi sentivo bella e così quando fui completamente nuda mi girai e chiesi le salviettine, ma non accadde quello che pensavo, la commessa mi abbasso il braccio proteso e si avvicinò, mi fece allargare le gambe mettendo in vista il mio sesso glabro e, con una esperta e sorprendente gestualità che faceva pensare non fosse la prima volta che lo faceva, mi passò la mano con la salvietta fra le gambe. Una prima passata che mi fece vibrare, poi una seconda e quindi, aiutandosi con l’altra mano, mi aprì le labbra insinuando dito e salvietta quasi dentro scorrendo lungo tutto il solco umido e caldo. Ero bloccata, piacevolmente bloccata, eccitata e stimolata ma non sapevo che fare. Guardai Anna che pure era esterefatta ma decisamente eccitata, quindi spostai gli occhi su Giuliana che, tranquillamente mi disse “eccoti pulita, ora puoi tranquillamente provare quel favoloso completino che merita un corpo come il tuo”.
Come un robot cominciai ad infilarmi quel gioiellino sempre sognato ma fino ad allora solo ammirato sulle riviste, mi rilassai e dimenticai la situazione appena subita. L’intimo era spettacolare e devo dire che guardandomi allo specchio mi vedevo come le modelle delle riviste glomour che spesso sfoglio. Lo specchio mi regalava una immagine di una donna bellissima anche se matura, di una donna sensuale con una gran voglia di vivere.
Mi girai per farmi ammirare dalle compagne di avventura che non mi staccavano gli occhi di dosso e che sfoggiavano un sorriso di approvazione. Giuliana fece mettere Anna vicino a me; eravamo proprio bellissime e la commessa disse che non sapeva chi delle due era più bella, più sensuale, che eravamo perfette e che non potevamo permetterci di non acquistare quei due completini, che se costavano troppo ci avrebbe fatto uno sconto super ma che eravamo troppo belle.
Poi volle scattarci una foto, perché, pur non ci fosse la possibilità di dimenticare quella visione, potere riguardarci ogni volta che voleva era troppo allettante. Non avemmo tempo di rispondere che già aveva fatto tre o quattro scatti, riprendendoci di fronte di fianco e da dietro.
Non mi dilungo nei commenti che a quel punto facevamo l’una dell’altra, alle carezze che inconsciamente arrivarono da una e dall’altra e che fecevamo all’una ed all’altra. Eravamo in un modo tutto nostro, avevamo perso la percezione del luogo e del tempo ed infatti non ci eravamo accorte che altre persone venute a provare praticamente ci stavano ammirando così, senza veli; anzi addirittura una cliente guardandoci chiese a Giuliana se poteva pure lei provare il mio completino.
Si era fatto tardi, ci rivestimmo assieme nel camerino avendo la cura di chiudere le tendine mentre Giuliana andava in cassa a preparare i pacchetti ed il conto. Nessuna di noi due lo avrebbe mai pensato, ma gli spazi ridotti, il contatto inevitabile dei corpi nudi, l’eccitazione incamerata ci avvicinò moltissimo e ci trovammo nude quasi abbracciate, con le bocche vicinissime, talmente vicine che un bacio a sfioro ci sorprese bloccandoci per un secondo e per quel secondo le nostre lingue desiderarono solo di potersi assaggiare, ma solo un lieve, lievissimo contatto ci fu, poi tutto rientrò e finì . . . . forse meglio così altrimenti poi che sarebbe accaduto nel camerino?
Andammo imbarazzatissime in cassa dove ci aspettava la nuova amica, pagammo, scambiammo qualche battuta ed infine scambiammo pure i numeri di cellulare con la promessa di trovarci per un aperitivo con le foto del matrimonio da guardare.
CONTINUA