Buongiorno a tutti... Visto che il mio precedente racconto in "diretta" non procede (sia per colpa mia che sua... solo chiacchere e qualche rimembranza attraverso messenger), vorrei raccontarvi una mia avventura di qualche anno fa, quando mi sono mantenuto per qualche mese facendo ripetizioni di matematica ed inglese.
Premetto subito che sarà a "puntate" e che non saranno regolari... non ho tantissimissimo tempo e soprattutto devo ricordare molti particolari di cose accadute tempo fa, ma recentemente ho ripreso a impartire lezioni alla sorella della protagonista e piano piano tutto sta riaffiorando nella mia mente.
Parliamo di almeno 5 o 6 annetti fa, lavoravo saltuariamente qua e là, senza soluzione di continuità e con lavori al limite dello sfruttamento, quando mi viene in mente di mettere qualche annuncio come tutor per matematica ed inglese, spesso le due materie dove un alunno ha più difficoltà.
Rispondono in molti, la maggior parte si rivela un buco nell'acqua ma piano piano inizio a crearmi il mio giretto, una decina di ragazzi che bene o male mi fanno sbarcare il lunario senza tanti sacrifici.
Tra questi poveri disgraziati c'è G. terza/quarta liceo scientifico mi pare, siciliana (ho un debole per le "terrone" e per le siciliane in particolare) non molto alta ma con una cascata di capelli neri, due occhi nocciola e un viso talmente dolce e carino che, beh, sono rimasto a bocca aperta appena l'ho vista.
Già l'inizio è stato molto particolare. Parlo esclusivamente col padre, una persona spettacolare, simpatica, estremamente intelligente e pratica, tanto che entriamo subito in sintonia e non ha problemi a lasciarmi solo con lei, cosa stranissima conoscendo io abbastanza bene la parte possessiva dei padri siciliani con le figlie.
Entro nella casa dopo i primi accordi telefonici e cerco con gli occhi G. che non trovo, di fronte ho solo i genitori e la sorella piccola (a cui sto dando lezioni proprio in questo periodo, maledettamente solo in dad). Dopo i convenevoli e qualche risata mi indicano le scale con un solenne "G. è di sopra che ti aspetta... buona lezione!"
Saluto e vado, un attimo inquietato e forse anche impaurito, quasi come se andassi verso l'ignoto e una morte lenta.
Apro la porta e mi trovo G. seduta al tavolo, con libri, matite, penne e quaderni davanti, le mani giunte sulle gambe e lo sguardo basso.
Appena la saluto alza gli occhi, anche lei leggermente intimorita e la vedo.
Una bambolina, lineamenti delicati ma insieme forti e decisi, un sorriso ammezzato e dolce, occhi grandi e nocciola, tanto che sembrava di affondare in un bosco d'autunno, pelle candida e leggermente arrossata sule guance.
E, passando ad argomenti più terra terra, due seni enormi sotto una felpa rosa molto larga, cosce ben tornite coperte da jeans azzurri che sfociavano in quello che, a primo sguardo, sembrava un gran gran bel culo.
Ripeto, sono rimasto a bocca aperta per almeno 2 secondi prima di sorridere verso quel viso struccato ma bellissimo e sedermi vicino a lei per iniziare la lezione.
Sinceramente ho iniziato a ripetermi in testa "bono R.... è minorenne... lascia stare, ti denunciano, ti fanno sparire in un pilone di cemento dentro un capannone, stai bono 17 anni DICIASSETTE!!!!!!!", per non fare cazzate e non andare nei casini... anche perchè era una cliente veramente ottima e (venalmente parlando) c'ho fatto dei bei soldini.
La lezione inizia, titubanti entrambi, io che cerco di capire come possa insegnarle per bene e lei che, palesemente, deve superare sia la propria timidezza che lo scoglio della materia.
Professionalmente non è stato facilissimo, visto che mi ci sono volute almeno 3 o 4 lezioni per capire tutto e iniziare davvero a insegnarle per bene (niente battute, sembrano metafore per dire che l'ho sdraiata sul tavolo ma non lo sono... non è sempre facile mettersi in sintonia con un alunno, men che meno se deve recuperare, è una ragazza tenuta al guinzaglio dal padre e si trova un energumeno sconosciuto che le tira addosso formule e simboli sconosciuti!).
Dopo circa 2 settimane di fatica si vedono i risultati, interrogazioni sufficienti, esercizi fatti bene, domande mirate e anche una certa scioltezza nel parlare, tanto che spesso si chiacchera amabilmente tra un esercizio e l'altro.
Qua scatta qualcosa, io inizio ad accarezzarle la spalla, toccarle la mano mentre scrive o mi chiede qualcosa, a volte anche i capelli senza però dare adito a malizia o sperare di avere qualcosa in più.
Una volta, durante un esercizio più impegnativo e difficile le metto una mano sulla coscia. Panico da parte mia, panico totale anche se la cosa non era assolutamente stata volontaria o fatta con intenti sporcellosi.
Anche se avevamo raggiunto un discreto livello di confidenza, l'ho ritirata subito e le ho chiesto scusa
"Cazzarola G. scusami... non volevo... perdonami... " sorrido a mezza bocca sentendo ancora il calore della sua coscia e anche la sua morbidezza sul palmo
G. "Ma dai.. .non ti preoccupare... non è successo niente!" trilla lei sorridendo (la timidezza era già sparita, niente malizia o doppi sensi ma si parlava tranquillamente di qualsiasi cosa)
R."fiuuuu... ci mancherebbe anche che mi prendessi per uno che ci prova con le minorenni... poi dopo tuo padre mi rincorre con un bastone e mi ammazza!" ridiamo di gusto fino a che lei non si ferma e mi guarda seria
G."R.... guarda che sono bocciata un anno... ho fatto 18 anni 2 mesi fa e sono maggiorenne! Non te l'ha detto papà?"
Tutto questo con un viso innocente e dolce, privo di malizia, pieno di ingenuità con un poco di orgoglio nell'avere 18 anni da poco.
Io imbambolato, un vetro che si infrange nella mia testa e pensieri di morte e carcere che si dissolvono.
R. "eh no... non sapevo nulla... brava eh... sei bocciata.. allora dobbiamo fare le cose più seriamente e non perderci in chiacchere... Forza... Esercizio e studio!"
Indico il foglio, riniziamo a studiare e lei sorride apertamente, applicandosi senza sosta.
Da qua però la cosa inizia a farsi molto "strana".
Messaggi, sia per studio che anche per parlare tranquillamente, lei che, da un inizio a capelli legati e felpe, inizia a presentarsi un po' più curata (anche se, effettivamente, non ne avrebbe avuto bisogno!) capelli ben fatti e pettinati, t shirt larghe (all'inizio era estate e d'inverno i caloriferi erano almeno a 25 gradi, per me un inferno XD) unghie sistemate e spesso trucco leggero.
Impossibile non notarlo e inizio a fare qualche battuta su un possibile fidanzato o ragazzo, essendo anche lei a conoscenza della mia relazione.
Si apre e iniziamo qualche volta a parlare di questo "amico" ma niente di più di qualche accenno o risatina imbarazzata.
Sinceramente mi faceva tenerezza, era dolcissima ed impacciata su tutto quello che riguardava la sfera sentimentale e io, lungi dal darle consigli in ogni campo, cercavo di tranquillizzarla e di dirle le solite cose, tutta una sequela di "stai tranquilla e fai quello che ti senti, se non va bene il tempo cura tutto, non forzarti a fare nulla, inevitabilmente starai male ma tutto passa senza conseguenze."
Ancora un leggero cambiamento, non stava sempre seduta vicino a me ma a volte si alzava, poggiandosi poi sul tavolo coi gomiti, palesemente per stiracchiarsi un attimo la schiena visto che spesso le lezioni duravano almeno un paio d'ore o più.
E in quei momenti non riuscivo a non sbirciare sotto le magliette o le felpe che indossava, perdendomi un poco tra quei seni decisamente visibili (incredibilmente si capiva che non se ne rendeva conto!) o non rinunciavo ad andarle accanto ed a sfiorarle la schiena, scendendo fino ai fianchi mentre guardavamo insieme quello che aveva scritto.
Devo dirlo, a volte ero di marmo quando succedevano queste situazioni, dissimulare era difficile ma ero spesso aiutato dalla sua ingenuità.
Fino ad un giorno preciso in cui arrivai da lei per una lezione abbastanza importante prima di una verifica.
La trovo splendida, veramente splendida, si vedeva lontano un miglio che era appena tornata dal parrucchiere, capelli mossi e appena schiariti, viso truccato leggermente ma che accentuava i tratti mediterranei e gli occhi nocciola, unghie perfette, un top a spalline finissime ed una mini che arrivava a metà coscia, a pieghe, larga e svolazzante ma non volgare, solo un po' sexy.
Capii subito che c'era qualcosa in ballo e scherzai con lei
R"Ehi G. che succede? hai un appuntamento galante dopo la lezione?"
G."Ma no! è il compleanno della mia migliore amica e andiamo a cena e dopo a ballare... scusami se mi sono presentata così ma dopo lezione scappo subito e non ho tempo di sistemarmi!"
R."Tranquilla! Dai iniziamo che abbiamo poco tempo... Non voglio farti fare tardi e sprecare tempo al divertimento!"
La lezione inizia, pesante, ricordo che abbiamo tirato per almeno un'ora e mezzo senza smettere o prendere fiato, io che dovevo rimanere concentrato davanti a quello splendore (cosa ardua!) con un cazzo di marmo e due tette enormi che mi si stagliavano davanti ogni 2 secondi.
Anche qua successe la stessa cosa di poco tempo prima, inavvertitamente le metto una mano sulla coscia, nuda stavolta, mentre mi sporgo per farle notare un errore.
Ancora panico ma la mano non si toglie, la guardo imbarazzatissimo e li non fa una piega, sempre attenta al foglio.
Il piccolo R. dentro di me che urla "e allora vaffanculo cazzarola!"
Non faccio niente se non saggiare la sua pelle con la mano e sfiorare appena appena sotto la gonna, al massimo 2 falangi, incontrando solo la pelle della gamba e niente altro, nulla di più.
Un sospiro da parte mia, lei che apre appena le gambe con un gesto involontario accompagnato da un leggerissimo colpo di tosse.
Così è iniziato.... Volete che continui o vi sto annoiando? Fatemi sapere perchè vorrei continuare a dirvi cosa è successo e, magari, vedere anche se con la sorella va bene! (è maggiorenne anche lei.... tranquilli!)
Premetto subito che sarà a "puntate" e che non saranno regolari... non ho tantissimissimo tempo e soprattutto devo ricordare molti particolari di cose accadute tempo fa, ma recentemente ho ripreso a impartire lezioni alla sorella della protagonista e piano piano tutto sta riaffiorando nella mia mente.
Parliamo di almeno 5 o 6 annetti fa, lavoravo saltuariamente qua e là, senza soluzione di continuità e con lavori al limite dello sfruttamento, quando mi viene in mente di mettere qualche annuncio come tutor per matematica ed inglese, spesso le due materie dove un alunno ha più difficoltà.
Rispondono in molti, la maggior parte si rivela un buco nell'acqua ma piano piano inizio a crearmi il mio giretto, una decina di ragazzi che bene o male mi fanno sbarcare il lunario senza tanti sacrifici.
Tra questi poveri disgraziati c'è G. terza/quarta liceo scientifico mi pare, siciliana (ho un debole per le "terrone" e per le siciliane in particolare) non molto alta ma con una cascata di capelli neri, due occhi nocciola e un viso talmente dolce e carino che, beh, sono rimasto a bocca aperta appena l'ho vista.
Già l'inizio è stato molto particolare. Parlo esclusivamente col padre, una persona spettacolare, simpatica, estremamente intelligente e pratica, tanto che entriamo subito in sintonia e non ha problemi a lasciarmi solo con lei, cosa stranissima conoscendo io abbastanza bene la parte possessiva dei padri siciliani con le figlie.
Entro nella casa dopo i primi accordi telefonici e cerco con gli occhi G. che non trovo, di fronte ho solo i genitori e la sorella piccola (a cui sto dando lezioni proprio in questo periodo, maledettamente solo in dad). Dopo i convenevoli e qualche risata mi indicano le scale con un solenne "G. è di sopra che ti aspetta... buona lezione!"
Saluto e vado, un attimo inquietato e forse anche impaurito, quasi come se andassi verso l'ignoto e una morte lenta.
Apro la porta e mi trovo G. seduta al tavolo, con libri, matite, penne e quaderni davanti, le mani giunte sulle gambe e lo sguardo basso.
Appena la saluto alza gli occhi, anche lei leggermente intimorita e la vedo.
Una bambolina, lineamenti delicati ma insieme forti e decisi, un sorriso ammezzato e dolce, occhi grandi e nocciola, tanto che sembrava di affondare in un bosco d'autunno, pelle candida e leggermente arrossata sule guance.
E, passando ad argomenti più terra terra, due seni enormi sotto una felpa rosa molto larga, cosce ben tornite coperte da jeans azzurri che sfociavano in quello che, a primo sguardo, sembrava un gran gran bel culo.
Ripeto, sono rimasto a bocca aperta per almeno 2 secondi prima di sorridere verso quel viso struccato ma bellissimo e sedermi vicino a lei per iniziare la lezione.
Sinceramente ho iniziato a ripetermi in testa "bono R.... è minorenne... lascia stare, ti denunciano, ti fanno sparire in un pilone di cemento dentro un capannone, stai bono 17 anni DICIASSETTE!!!!!!!", per non fare cazzate e non andare nei casini... anche perchè era una cliente veramente ottima e (venalmente parlando) c'ho fatto dei bei soldini.
La lezione inizia, titubanti entrambi, io che cerco di capire come possa insegnarle per bene e lei che, palesemente, deve superare sia la propria timidezza che lo scoglio della materia.
Professionalmente non è stato facilissimo, visto che mi ci sono volute almeno 3 o 4 lezioni per capire tutto e iniziare davvero a insegnarle per bene (niente battute, sembrano metafore per dire che l'ho sdraiata sul tavolo ma non lo sono... non è sempre facile mettersi in sintonia con un alunno, men che meno se deve recuperare, è una ragazza tenuta al guinzaglio dal padre e si trova un energumeno sconosciuto che le tira addosso formule e simboli sconosciuti!).
Dopo circa 2 settimane di fatica si vedono i risultati, interrogazioni sufficienti, esercizi fatti bene, domande mirate e anche una certa scioltezza nel parlare, tanto che spesso si chiacchera amabilmente tra un esercizio e l'altro.
Qua scatta qualcosa, io inizio ad accarezzarle la spalla, toccarle la mano mentre scrive o mi chiede qualcosa, a volte anche i capelli senza però dare adito a malizia o sperare di avere qualcosa in più.
Una volta, durante un esercizio più impegnativo e difficile le metto una mano sulla coscia. Panico da parte mia, panico totale anche se la cosa non era assolutamente stata volontaria o fatta con intenti sporcellosi.
Anche se avevamo raggiunto un discreto livello di confidenza, l'ho ritirata subito e le ho chiesto scusa
"Cazzarola G. scusami... non volevo... perdonami... " sorrido a mezza bocca sentendo ancora il calore della sua coscia e anche la sua morbidezza sul palmo
G. "Ma dai.. .non ti preoccupare... non è successo niente!" trilla lei sorridendo (la timidezza era già sparita, niente malizia o doppi sensi ma si parlava tranquillamente di qualsiasi cosa)
R."fiuuuu... ci mancherebbe anche che mi prendessi per uno che ci prova con le minorenni... poi dopo tuo padre mi rincorre con un bastone e mi ammazza!" ridiamo di gusto fino a che lei non si ferma e mi guarda seria
G."R.... guarda che sono bocciata un anno... ho fatto 18 anni 2 mesi fa e sono maggiorenne! Non te l'ha detto papà?"
Tutto questo con un viso innocente e dolce, privo di malizia, pieno di ingenuità con un poco di orgoglio nell'avere 18 anni da poco.
Io imbambolato, un vetro che si infrange nella mia testa e pensieri di morte e carcere che si dissolvono.
R. "eh no... non sapevo nulla... brava eh... sei bocciata.. allora dobbiamo fare le cose più seriamente e non perderci in chiacchere... Forza... Esercizio e studio!"
Indico il foglio, riniziamo a studiare e lei sorride apertamente, applicandosi senza sosta.
Da qua però la cosa inizia a farsi molto "strana".
Messaggi, sia per studio che anche per parlare tranquillamente, lei che, da un inizio a capelli legati e felpe, inizia a presentarsi un po' più curata (anche se, effettivamente, non ne avrebbe avuto bisogno!) capelli ben fatti e pettinati, t shirt larghe (all'inizio era estate e d'inverno i caloriferi erano almeno a 25 gradi, per me un inferno XD) unghie sistemate e spesso trucco leggero.
Impossibile non notarlo e inizio a fare qualche battuta su un possibile fidanzato o ragazzo, essendo anche lei a conoscenza della mia relazione.
Si apre e iniziamo qualche volta a parlare di questo "amico" ma niente di più di qualche accenno o risatina imbarazzata.
Sinceramente mi faceva tenerezza, era dolcissima ed impacciata su tutto quello che riguardava la sfera sentimentale e io, lungi dal darle consigli in ogni campo, cercavo di tranquillizzarla e di dirle le solite cose, tutta una sequela di "stai tranquilla e fai quello che ti senti, se non va bene il tempo cura tutto, non forzarti a fare nulla, inevitabilmente starai male ma tutto passa senza conseguenze."
Ancora un leggero cambiamento, non stava sempre seduta vicino a me ma a volte si alzava, poggiandosi poi sul tavolo coi gomiti, palesemente per stiracchiarsi un attimo la schiena visto che spesso le lezioni duravano almeno un paio d'ore o più.
E in quei momenti non riuscivo a non sbirciare sotto le magliette o le felpe che indossava, perdendomi un poco tra quei seni decisamente visibili (incredibilmente si capiva che non se ne rendeva conto!) o non rinunciavo ad andarle accanto ed a sfiorarle la schiena, scendendo fino ai fianchi mentre guardavamo insieme quello che aveva scritto.
Devo dirlo, a volte ero di marmo quando succedevano queste situazioni, dissimulare era difficile ma ero spesso aiutato dalla sua ingenuità.
Fino ad un giorno preciso in cui arrivai da lei per una lezione abbastanza importante prima di una verifica.
La trovo splendida, veramente splendida, si vedeva lontano un miglio che era appena tornata dal parrucchiere, capelli mossi e appena schiariti, viso truccato leggermente ma che accentuava i tratti mediterranei e gli occhi nocciola, unghie perfette, un top a spalline finissime ed una mini che arrivava a metà coscia, a pieghe, larga e svolazzante ma non volgare, solo un po' sexy.
Capii subito che c'era qualcosa in ballo e scherzai con lei
R"Ehi G. che succede? hai un appuntamento galante dopo la lezione?"
G."Ma no! è il compleanno della mia migliore amica e andiamo a cena e dopo a ballare... scusami se mi sono presentata così ma dopo lezione scappo subito e non ho tempo di sistemarmi!"
R."Tranquilla! Dai iniziamo che abbiamo poco tempo... Non voglio farti fare tardi e sprecare tempo al divertimento!"
La lezione inizia, pesante, ricordo che abbiamo tirato per almeno un'ora e mezzo senza smettere o prendere fiato, io che dovevo rimanere concentrato davanti a quello splendore (cosa ardua!) con un cazzo di marmo e due tette enormi che mi si stagliavano davanti ogni 2 secondi.
Anche qua successe la stessa cosa di poco tempo prima, inavvertitamente le metto una mano sulla coscia, nuda stavolta, mentre mi sporgo per farle notare un errore.
Ancora panico ma la mano non si toglie, la guardo imbarazzatissimo e li non fa una piega, sempre attenta al foglio.
Il piccolo R. dentro di me che urla "e allora vaffanculo cazzarola!"
Non faccio niente se non saggiare la sua pelle con la mano e sfiorare appena appena sotto la gonna, al massimo 2 falangi, incontrando solo la pelle della gamba e niente altro, nulla di più.
Un sospiro da parte mia, lei che apre appena le gambe con un gesto involontario accompagnato da un leggerissimo colpo di tosse.
Così è iniziato.... Volete che continui o vi sto annoiando? Fatemi sapere perchè vorrei continuare a dirvi cosa è successo e, magari, vedere anche se con la sorella va bene! (è maggiorenne anche lei.... tranquilli!)