Esperienza reale Laura, le avventure continuano...

bullpv

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Mi piacerebbe incontrare Laura e portarla con me ad allenarsi
12km, 700mt di dislivello per poi sottomertela e farla mia sotto una bella doccia rigenerante
 

timassaggio

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L' INCONTRO CON LAURA

Ho conosciuto Laura durante una cena con amici, anni fa.
[...]
se.

Comunque Laura non c'era mai. In quel periodo era a Londra, un' altra volta a Roma, poi un gara su montagne lontane e così via.
[...]
A un certo punto dei fari illuminarono il cortile e la padrona di casa mi si avvicinò alle spalle e mi disse qualcosa tipo: deve essere Laura, mi ero dimenticata di dirti che stasera ci sarebbe stata anche lei. Poi si avviò alla porta senza darmi il tempo di replicare.
Sentii la porta aprirsi, delle voci, poi rumore di passi...
Maldido.
Non si fa così.
Non puoi lasciare la gente sul più bello... :rolleyes:
 

Grandel

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Allora ci potrebbe essere una quarta via: Grandel aggiunge il capitolo a modo suo, poi scrivo come andarono le cose realmente.
Sarebbe una cosa sfidante. Sulle fantasie ancora ancora, sulle affinità di coppia è molto complicato. Complicato perché Laura in un certo modo me la immagino, ma tu no, non ne ho idea. Finirebbe che narrerei un mio possibile incontro con Lei e non il Vostro. E allora adieu .....
 

timassaggio

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Oh mio Dio... ho scatenato un casino!

Se mi offri un Remy Martin 1738 accetto ad occhi chiusi.....
Mi rendo conto che bere brandy invecchiato da 4 a 20 anni in botti di rovere del Limousin è più raffinato di chi vuole bere un whiskey di malto leggermente torbato invecchiato 12 anni in botti di quercia da Porto...
Diciamo che non me lo posso permettere ...
Però apprezzo la proposta.
 
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Grandel

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Oh mio Dio... ho scatenato un casino!


Mi rendo conto che bere brandy invecchiato da 4 a 20 anni in botti di rovere del Limousin è più raffinato di chi vuole bere un whiskey di malto leggermente torbato invecchiato 12 anni in botti di quercia da Porto...
Diciamo che non me lo posso permettere ...
Però apprezzo la proposta.
Uno che descrive questi nettari in questo modo penso che lo possa fare. Grazie Maestro
 

Grandel

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Allora ci potrebbe essere una quarta via: Grandel aggiunge il capitolo a modo suo, poi scrivo come andarono le cose realmente.
L'INCONTRO CON LAURA-IL SEGUITO.......ROMANZATO

Avendo avuto la "licenza di scrivere" (e di immaginare) da @ks421 qui di seguito quello che la mia fantasia ha partorito come seguito alla cronaca da Lui riportato. Mi scuso in anticipo con Lui e con Laura per quello che involontariamente ho scritto e non avrei dovuto........

Sentii la porta aprirsi, delle voci, poi rumore di passi…..

Girai il mio sguardo verso l’ingresso ma feci in tempo a vedere di sfuggita una bruna chioma sparire dietro l’angolo verso la stanza che fungeva da guardaroba. Bah pensai, adesso viene il bello. Ancora qualche secondo ed ecco che la stessa figura spariva dal lato opposto. “il bagno” ci disse C. entrando in salotto “Laura è andata a rinfrescarsi un attimo”. Bah pensai, adesso viene il bello ma devo aspettare ancora!!!

Non aspettai in realtà tanto, ne io ne gli altri commensali. Giusto un minutino e Laura fece il suo ingresso fra di Noi. La vidi dal vivo per la prima volta, la vidi con una sorta di aura che l’avvolgeva. Laura e la l’aura che si porta sempre appresso e che in molti le riconoscono. Rimasi di stucco perché che fosse bella lo sapevo, che fosse magnetica lo avrei scoperto quella sera. Sorridente e semplice fece il suo ingresso. Un paio di jeans vissuti e bisognosi di una lavatrice (cit), felpa e maglietta nera (cit) e al collo una sciarpa di seta grezza nera (cit). Sembrava uno scherzo ma era vestita come me. L’unica differenza che ai piedi aveva un paio di New Balance 574 Classic, vissute anch’esse (mi disse più tardi che erano le scarpe più comode se avevi mal di piedi).

Fece il suo ingresso con un sorriso radioso, scusandosi per il ritardo con la padrona di casa e con tutti gli altri. Il ritardo ed il sorriso avevano la medesima spiegazione: aveva corso in giornata, vincendola, una gara molto impegnativa in montagna.

Mi venne subito incontro senza darmi il temo di fare qualcosa: “Piacere, sono Laura” disse allungando la mano destra in un saluto formale e amicale insieme “ Tu sei ks421, se non sbaglio” aggiunse.

Non feci altro che confermare la mia identità senza ricordare neppure le parole che usai. Ricordo invece la sua stretta, forte, decisa. E ricordo molto bene il suo profumo vaniglia e saldalo.

Finimmo brevemente la cena e poi mentre gli altri discutevano di beghe politico-legali io e Laura ci ritrovammo a chiacchierare davanti al grande camino. Io sorseggiando un Oban, dono di un amico, che avevo ritrovato in macchina e che avevo portato ai miei ospiti, Lei un succo di frutta.

Parlammo, parlammo come se ci conoscessimo da sempre. La corsa, il lavoro, le letture. Laura si meravigliò molto quando le chiesi del suo ginocchio. La sorprese questa cosa. Avevo notato un leggero fastidio che immaginavo nascesse da li. Mi confermò che era caduta durante la gara ma che sicuramente era una schiocchezza.

Laura era eccitatissima. La gara vinta l’aveva davvero caricata nonostante la fatica della lunga giornata. Tutti i presenti se ne accorsero, me compreso. La sua voglia di parlare non era passata inosservata ed era da tempo che non si vedeva una Laura cosi. La corsa e la mia presenza mi confessò Laura poi.

Eccitato lo ero anch’io. Laura era magnifica. Quando si tolse la felpa per il caldo svelò ai miei occhi un seno davvero incredibile. I pantaloni attillati rivelavano già da soli la bontà del resto. Gambe lunghe e un sedere come poche.

Fu una serata piacevolissima, la prima dopo tanto tempo.

Quando fu l’ora di lasciare la casa di C. Laura fece una battuta che suonò come una previsione. “Bello abitare in un posto come questo, quanto mi piacerebbe poterlo fare anch’io” e chiese con lo sguardo una sorte di mia opinione. “Già” risposi “proprio bella…..bello scusami” correggendomi.

Uscimmo insieme. Davanti alle nostre auto ci salutammo con un casto bacio che mosse l’elettricità in ognuno di Noi.

“Fai strada e vai piano che ti seguo” mi disse. E ognuno partì.

Dopo qualche centinaio di metri insieme vidi un messaggio che Laura mi stava inviando:

“Che fai adesso?”

“Vado a casa “ risposi nella maniera più semplice che potevo. L’eccitazione della serata e di quel bacio casto mi avevano caricato come non mai.

“Tutto solo?” aggiunse di rimando Laura

“Pensavo di chiederti la stessa cosa” osai scrivere e mai idea fu migliore.

Ci dirigemmo verso il mio nuovo appartamento, non arrivammo neanche alla camera. Il divano era perfetto. Laura era una furia, per tutta notte non smettemmo mai.

Entrò quella sera nel mio letto e ancora oggi ne è la regina.
 
OP
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ks421

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Letto 3 volte...
Penso che hai fatto bene a immaginare come potrebbero essere andate le cose.
Sei stato tirato dentro per scherzo e, ci tengo a dirlo, non ci siamo scambiati testi o anteprime.
Per completezza aggiungo che non hai fatto domande anche se te ne è stata offerta la possibilità.
Analogie sorprendenti nell' incipit con ciò che posterò tra poco.
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L' INCONTRO CON LAURA, QUELLO VERO


Dopo un attimo di incertezza realizzai che era proprio lei, quella della foto!
Ma con i capelli in ordine e senza fango, pensai mentre prendevo consapevolezza che le birre erano state troppe...
Camminava a fianco di C parlando velocemente e tenendo un giubbotto nero di pelle sul braccio. Aveva un tailleur rosso bordeaux con i pantaloni un pò troppo corti. A completare il quadro una camicia bianca con disegni di Keith Haring non molto scollata e stivali Dr. Martens.
Al collo una catena d' argento sovradimensionata. Al polso un orologio massiccio che sembrava brillare di luce propria.
Pensai che forse ai 30 non ci arrivava nemmeno; in realtà ne aveva 34.
Diede un' occhiata alla tavolata mentre appoggiava il giubbotto su una sedia.
Ero incantato, come gli altri del resto. Emanava fascino in modo incontrollabile e ne era ben consapevole; le varie minigonnate presenti, a quel punto, potevano anche nascondersi o andarsene.
Salutò tutti uno a uno girando intorno al grande tavolo.
Non si atteggiava a primadonna, lo era.
Occhi e sorriso erano strepitosi. Un vero incanto.
Nel frattempo faticavo ad associarla a tutto ciò che sapevo.
Quindi era lei la self made woman che tutti avrebbero voluto farsi, l' atleta dilettante che ogni tanto piegava i professionisti, la trentenne che tutte ma proprio tutte invidiavano e che avrebbero voluto essere o imitare...
Una battuta a quello, un abbraccio all' altro e arrivò il mio turno.
Consapevole di essere a un passo dall' essere sbronzo quando me la ritrovai di fianco mi alzai, e mentre le davo la mano sfoderando il mio miglior sorriso mi uscì dalla bocca qualcosa tipo: "ciao, sono M, direttamente dalle vette... temo di avere addosso un tasso etilico non indifferente, praticamente alpino..." conclusi.
Rise di gusto, poi facendo un passo indietro mi squadrò dalla testa ai piedi e si presentò come Laura. Disse qualcosa tipo che veniva dalla presentazione di un libro in una cittadina sull' Adriatico, e che sia C, che altri le avevano parlato di me.
"Allora sono rovinato, dicono sempre molte sciocchezze, non farci caso..." risposi mentre tornavo a sedermi nell' ilarità generale. "Non si fanno queste cose" dissi rivolgendomi a C che rispose sorridendo, alzando poi un bicchiere di vino per un brindisi immaginario. Gli altri si limitarono a ridere.
Ubriaco, ma ancora brillante pensai congratulandomi con me stesso.
Nonostante i 2 rally con un cinquantenne svitato, le imprudenze montane, la spossatezza e le birre ero ancora in grado di fare battute.
Proseguì il suo giro e finì piuttosto lontana da me.
La mangiavo con gli occhi e più volte incrociai il suo sguardo. Una volta mentre ci guardavamo piegò la testa da un lato, poi tornò a conversare con qualcuno. Ho ancora in mente quell' immagine.
Gli altri per me erano spariti, non c'erano più.
Poi i presenti iniziarono ad alzarsi per sparpagliarsi su divani e poltrone.
Poco dopo era su un divano con un gruppetto intorno. C' erano pochi dubbi su chi fosse la star della serata; anche le donne partecipavano alla conversazione con interesse, vero o simulato che fosse.
Tutti ridevano spesso. Era sempre più bella.
Non ero in grado di lanciarmi nella mischia.
Avevo bisogno di aria per contenere la sbornia. Ero in maglietta ma dovevo uscire. Lo stavo facendo quando C mi fermò e mi chiese cosa ne pensassi. "Di cosa?" le risposi. "Di Laura, rimbambito!" mi disse con tono di rimprovero. "È troppo!" balbettai mentre afferravo sciarpa e felpa per uscire a fumare. "Troppo cosa?" mi chiese ridendo.
"Troppo tutto" risposi.
Non era quella la serata giusta per strafarsi di birra.
Ero stordito. Mi appoggiai a una colonna del porticato, sfiancato nel fisico e con tanti pensieri nella testa. Il freddo di febbraio mi faceva stare meglio.
Non sono in grado di dire quanto tempo restai lì fuori. A un certo punto ebbi la sensazione di non essere solo.
Girai la testa. Laura mi stava fissando da un divanetto nella penombra con le gambe incrociate.

Devo aggiungere altro?
 
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timassaggio

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@Grandel e @ks421 : WOW!!!
Se non sapessi, direi che l'idea che mi ero formato di Laura era più simile a quella descritta da Grandel.
Poi, arriva KS421 che, SBAM!, sbatte sul tavola la descrizione della sua VERA Laura.
Pazzesca la similitudine tra le due atmosfere.

@Grandel: ma non preferivi il Remy Martin?
@ks421: c'è da domandare se devi aggiungere altro? E non ci si ferma così, ex abrupto.
Magici tutti e due.
Grazie!
 

Grandel

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@Grandel e @ks421 : WOW!!!
Se non sapessi, direi che l'idea che mi ero formato di Laura era più simile a quella descritta da Grandel.
Poi, arriva KS421 che, SBAM!, sbatte sul tavola la descrizione della sua VERA Laura.
Pazzesca la similitudine tra le due atmosfere.

@Grandel: ma non preferivi il Remy Martin?
@ks421: c'è da domandare se devi aggiungere altro? E non ci si ferma così, ex abrupto.
Magici tutti e due.
Grazie!
Bellissima atmosfera, la classe non e,' acqua!!!
Si, confermo @timassaggio, io preferisco il brandy francese al wiskey. Ma l' Oban era un regalo di un caro amico.....
 
OP
K

ks421

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L'INCONTRO CON LAURA-IL SEGUITO.......ROMANZATO

Avendo avuto la "licenza di scrivere" (e di immaginare) da @ks421 qui di seguito quello che la mia fantasia ha partorito come seguito alla cronaca da Lui riportato. Mi scuso in anticipo con Lui e con Laura per quello che involontariamente ho scritto e non avrei dovuto........

Sentii la porta aprirsi, delle voci, poi rumore di passi…..

Girai il mio sguardo verso l’ingresso ma feci in tempo a vedere di sfuggita una bruna chioma sparire dietro l’angolo verso la stanza che fungeva da guardaroba. Bah pensai, adesso viene il bello. Ancora qualche secondo ed ecco che la stessa figura spariva dal lato opposto. “il bagno” ci disse C. entrando in salotto “Laura è andata a rinfrescarsi un attimo”. Bah pensai, adesso viene il bello ma devo aspettare ancora!!!

Non aspettai in realtà tanto, ne io ne gli altri commensali. Giusto un minutino e Laura fece il suo ingresso fra di Noi. La vidi dal vivo per la prima volta, la vidi con una sorta di aura che l’avvolgeva. Laura e la l’aura che si porta sempre appresso e che in molti le riconoscono. Rimasi di stucco perché che fosse bella lo sapevo, che fosse magnetica lo avrei scoperto quella sera. Sorridente e semplice fece il suo ingresso. Un paio di jeans vissuti e bisognosi di una lavatrice (cit), felpa e maglietta nera (cit) e al collo una sciarpa di seta grezza nera (cit). Sembrava uno scherzo ma era vestita come me. L’unica differenza che ai piedi aveva un paio di New Balance 574 Classic, vissute anch’esse (mi disse più tardi che erano le scarpe più comode se avevi mal di piedi).

Fece il suo ingresso con un sorriso radioso, scusandosi per il ritardo con la padrona di casa e con tutti gli altri. Il ritardo ed il sorriso avevano la medesima spiegazione: aveva corso in giornata, vincendola, una gara molto impegnativa in montagna.

Mi venne subito incontro senza darmi il temo di fare qualcosa: “Piacere, sono Laura” disse allungando la mano destra in un saluto formale e amicale insieme “ Tu sei ks421, se non sbaglio” aggiunse.

Non feci altro che confermare la mia identità senza ricordare neppure le parole che usai. Ricordo invece la sua stretta, forte, decisa. E ricordo molto bene il suo profumo vaniglia e saldalo.

Finimmo brevemente la cena e poi mentre gli altri discutevano di beghe politico-legali io e Laura ci ritrovammo a chiacchierare davanti al grande camino. Io sorseggiando un Oban, dono di un amico, che avevo ritrovato in macchina e che avevo portato ai miei ospiti, Lei un succo di frutta.

Parlammo, parlammo come se ci conoscessimo da sempre. La corsa, il lavoro, le letture. Laura si meravigliò molto quando le chiesi del suo ginocchio. La sorprese questa cosa. Avevo notato un leggero fastidio che immaginavo nascesse da li. Mi confermò che era caduta durante la gara ma che sicuramente era una schiocchezza.

Laura era eccitatissima. La gara vinta l’aveva davvero caricata nonostante la fatica della lunga giornata. Tutti i presenti se ne accorsero, me compreso. La sua voglia di parlare non era passata inosservata ed era da tempo che non si vedeva una Laura cosi. La corsa e la mia presenza mi confessò Laura poi.

Eccitato lo ero anch’io. Laura era magnifica. Quando si tolse la felpa per il caldo svelò ai miei occhi un seno davvero incredibile. I pantaloni attillati rivelavano già da soli la bontà del resto. Gambe lunghe e un sedere come poche.

Fu una serata piacevolissima, la prima dopo tanto tempo.

Quando fu l’ora di lasciare la casa di C. Laura fece una battuta che suonò come una previsione. “Bello abitare in un posto come questo, quanto mi piacerebbe poterlo fare anch’io” e chiese con lo sguardo una sorte di mia opinione. “Già” risposi “proprio bella…..bello scusami” correggendomi.

Uscimmo insieme. Davanti alle nostre auto ci salutammo con un casto bacio che mosse l’elettricità in ognuno di Noi.

“Fai strada e vai piano che ti seguo” mi disse. E ognuno partì.

Dopo qualche centinaio di metri insieme vidi un messaggio che Laura mi stava inviando:

“Che fai adesso?”

“Vado a casa “ risposi nella maniera più semplice che potevo. L’eccitazione della serata e di quel bacio casto mi avevano caricato come non mai.

“Tutto solo?” aggiunse di rimando Laura

“Pensavo di chiederti la stessa cosa” osai scrivere e mai idea fu migliore.

Ci dirigemmo verso il mio nuovo appartamento, non arrivammo neanche alla camera. Il divano era perfetto. Laura era una furia, per tutta notte non smettemmo mai.

Entrò quella sera nel mio letto e ancora oggi ne è la regina.

@Grandel e @ks421 : WOW!!!
Se non sapessi, direi che l'idea che mi ero formato di Laura era più simile a quella descritta da Grandel.
Poi, arriva KS421 che, SBAM!, sbatte sul tavola la descrizione della sua VERA Laura.
Pazzesca la similitudine tra le due atmosfere.

@Grandel: ma non preferivi il Remy Martin?
@ks421: c'è da domandare se devi aggiungere altro? E non ci si ferma così, ex abrupto.
Magici tutti e due.
Grazie!

Bellissima atmosfera, la classe non e,' acqua!!!
Si, confermo @timassaggio, io preferisco il brandy francese al wiskey. Ma l' Oban era un regalo di un caro amico.....

Dopo aver letto la versione romanzata magistralmente da Grandel ieri sera, adesso trovo il tempo per rispondere.
Chiaro che le cene nelle case di campagna alla fine si somigliano (quasi) tutte.
Interessante che abbiamo iniziato entrambi con una descrizione dell' oufit...
Non posso che confermare che era una bomba. In senso stretto...
Capisco che la Laura di Grandel corrisponda a ciò che uno può immaginare con più facilità.
Nell' insieme il suo racconto esprime stile, eleganza in ogni frase. Vero poi che intesa e complicità furono immediate, spontanee e totalizzanti.
Effettivamente era come se la conoscessi da sempre. Sei stato molto bravo, e capace, a mettere in luce questo aspetto.
La realtà era che ero sfiancato nel corpo e bollito nel cervello.
La serata, poi, andò avanti.
Vedrò di provvedere a un terzo capitolo...
 
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Durello81

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Dovrei fare troppo "quote" ma mi complimento in primis con @Grandel per una stesura che poi, seguita da quella originale di @ks421, sembrava quasi la copia perfetta da confondersi perfettamente alla realtà e difficilmente riconoscibile! 👏
Poi su @ks421 e Laura che dire... semplicemente magici e meravigliosi, due parole "semplici" ma piene di significato. 👍🏻
Riprendendo le varie citazioni, il terzo capitolo, quando arriverà, lo leggerò sorseggiando un amaro.. gli altri sono troopo.forti per me 😀
 
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ks421

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Che dire... grazie!
Quanto al bere qualcosa la birra sarebbe più in tema, ma le digressione etiliche, giustamente, sono a discrezione di ognuno...
Da sottolineare, ancora una volta, che Grandel è uno scrittore vero (anche se accetta poco la cosa). Io mi limito a fare la telecronaca.
La differenza, quella vera, è tutta lì.
 

timassaggio

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Che dire... grazie!
Quanto al bere qualcosa la birra sarebbe più in tema, ma le digressione etiliche, giustamente, sono a discrezione di ognuno...
Da sottolineare, ancora una volta, che Grandel è uno scrittore vero (anche se accetta poco la cosa). Io mi limito a fare la telecronaca.
La differenza, quella vera, è tutta lì.
...si, vabbè, e c'erano le marmotte che incartavano la cioccolata... :rolleyes:
 

Grandel

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Dovrei fare troppo "quote" ma mi complimento in primis con @Grandel per una stesura che poi, seguita da quella originale di @ks421, sembrava quasi la copia perfetta da confondersi perfettamente alla realtà e difficilmente riconoscibile! 👏
Poi su @ks421 e Laura che dire... semplicemente magici e meravigliosi, due parole "semplici" ma piene di significato. 👍🏻
Riprendendo le varie citazioni, il terzo capitolo, quando arriverà, lo leggerò sorseggiando un amaro.. gli altri sono troopo.forti per me 😀
Grazie, birra, whisky, brandy e amaro vanno sempre bene. L’occasione è quella che conta, lo strumento diventa secondario.
Sugli amari poi, caro @Durello81 , mi cogli preparato. Da qualche anno con alcuni amici stiamo ricercando, assaggiando e riflettendo sulla vastità del mondo di questa bevanda da meditazione. Il nostro obiettivo è quello di trovare e testare quelli più amari che ci sono. Viaggi e nicchie sono i momenti di scouting. Le serate in compagnia poi diventano i panel per giudicarli.
Grazie, del giudizio e dello stimolo che mi hai ricordato...
 
OP
K

ks421

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L' INCONTRO CON LAURA, 3


"Sei lì da molto?"
""Da un pò" disse passando una mano tra i capelli.
Era una fortuna che avessi bevuto più del necessario: pesavo ogni parola e tenevo a freno l' impulsività.
Ero certo che anche a lei era fosse stata fatta la domanda fatidica, chissà cosa aveva risposto...
Pensavo a molte cose; una su tutte a che intimo avesse, ma avvicinandomi, le dissi che ero reduce da una giornata psichedelica che non era ancora finita.
Se potessi tornare indietro glielo chiederei.
Seduto all' angolo opposto del divanetto le parlai delle 2 cime, della bellezza senza pari della montagna che mi aveva condizionato la vita fin da adolescente, ma anche della guida sconsiderata di un cinquantenne fresco di divorzio e dell' amicizia di lunga data con C e qualcuno degli altri commensali.
Evitai ogni riferimento a lei e a ciò che mi avevano raccontato nel tempo; non volevo fare passi falsi, e il rischio di farli era altissimo.
Era spontanea e riflessiva al tempo stesso, domande e considerazioni non erano mai banali. La battuta era sempre pronta, la grinta malcelata. Quella era una tipa tosta.
Non fece parola sulla sua eccentrica e sorprendente carriera sportiva; la cosa mi sembrò strana, mentre la immaginavo in lingerie pronta a tutto e di più.
Era entrata nella cerchia di C prima come cliente, poi come amica.
La cara vecchia C, nata un anno dopo di me; aveva un atteggiamento da sorella maggiore nei miei confronti.
Era nata in una famiglia tanto ricca quanto disastrata, di riflesso aveva, e ha tutt' ora, un atteggiamento molto protettivo verso gli amici più stretti.
Ero in testa con un vantaggio enorme su tutti gli altri nel darle preoccupazioni.
Troppi viaggi, troppe montagne, troppe avventure, qualche incidente, troppe fidanzate... era sinceramente allarmata per il mio stile di vita.
Avevo vissuto una vita da sogno, non era un segreto. Ovviamente c' era anche l' altro lato della medaglia, le conseguenze si pagano. Ma quella è un' altra storia.
Restando seduta con le gambe incrociate mi disse che conosceva quelle montagne, ma solo in versione estiva. Adorava camminare sui pascoli e sui pendii che precedevano la salita vera e propria.
Mi chiese dell' Asia, dell' Africa, del sud America, ma anche dell' oceano Indiano e dei Caraibi...
Sapeva tutto; C, e forse non solo lei, si era data molto da fare.
La temperatura era glaciale, le proposi di rientrare. Si alzò da divano con agilità, io no, ero pur sempre imbottito di birra.
Per ovvi motivi andai subito in bagno, poi giocai l' ultima carta: misi la testa sotto il rubinetto. Niente, ero sempre bollito.
Nel grande stanzone che fungeva da ingresso, salotto e cucina erano tutti divisi a gruppetti. Laura stava prendendo un caffè con C e altre 2 ragazze.
Mi aggregai a loro, ma il mio arrivo spense la conversazione, quindi stavano parlando del sottoscritto...
'Ho interrotto qualcosa?"
Si misero a ridere. Chiesi aiuto a un amico lì vicino. "Arrivo io e le donne si mettono a ridere... cosa mi consigli?"
"Racconta di quando facevi il tagliatore di teste nel Borneo, poi ti prendono sul serio, garantito..." altre risate...
Era perfetta, impossibile non guardarla. Non mi capacitavo che fosse single da tempo. E chissà cosa aveva sotto quei vestiti...
Era uno spettacolo anche se beveva un caffè o si passava una mano tra i capelli.
Non parlai del Borneo, dove peraltro non ho mai messo piede, ma a un certo punto ebbi la certezza che ero arrivato. Era lei quella giusta. La guardai per l' ennesima volta chiedendomi se anche lei pensasse la stessa cosa. Anni dopo ha confermato.
Si parlava di tutto, scrittori, musica, viaggi, moda. Ogni tanto qualcuno si aggregava, poi magari un altro se ne andava.
A un certo punto C mi consigliò di guardare l' orologio. Era tardi, spaventosamente tardi. Oppure presto, dipende dai punti di vista.
Prenderne atto mi svegliò di colpo, la sbornia era svanita.
Non mi ero neanche accorto che erano andati via quasi tutti.
Il momento dei saluti fu molto veloce. Ci guardammo negli occhi ancora una volta, 2 bacetti e appoggiandole una mano sul fianco sentii che era durissima, un fascio di muscoli pazzesco.
Non ricordo cosa ci uscì dalla bocca.
Il giorno dopo, a pranzo, mi arrivò una telefonata di C. Voleva sapere se ero arrivato a casa vivo e aggiunse che Laura l' aveva chiamata per ringraziarla della serata. Poi mi informò che le aveva detto che mi aveva trovato... interessante. Aveva aggiunto anche altro mi disse, ma quello non poteva rivelarlo...
Non è difficile indovinare a cosa pensavo nei giorni seguenti.
Volevo proporle qualcosa di speciale e le idee non mi mancavano. Non volevo ne essere precipitoso, ne far passare troppo tempo.
Una sera, qualche giorno dopo, mi dimenticai di avere in telefono in modalità silenziosa. Mi ero perso dei messaggi; erano di persone presenti in rubrica tranne uno. Non lo lessi subito, prima cliccai sull' avatar.
Era una foto in bianco e nero, Laura di profilo con un flûte in mano in un salone pieno di specchi sfuocati sullo sfondo.
Una meraviglia...
Poi cliccai sulle informazioni. C' era una frase di Borges. Un gran bella frase.
Era un lungo messaggio. Mi invitava a passare una giornata in campagna da lei. Era per il sabato seguente.
Nessun accenno alla serata da C.
C' erano le indicazioni su come fare a raggiungerla, e la raccomandazione di non portare birra...
Era piuttosto tardi, le mandai ugualmente un messaggio per chiedere se la potevo chiamare. Dalle spunte vedevo che il messaggio era arrivato, ma la risposta non ci fu.
A notte fonda arrivò la sua telefonata, in sottofondo un frastuono infernale. Capivo una parola su 3, lei probabilmente anche meno. Era in un locale in una città vicina.
In qualche modo le dissi che per sabato era ok.
Il giorno dopo le scrissi, la risposta arrivò in serata. Sarebbe stata a casa tutto il giorno, ero libero per l' orario.
Non era una che amava messaggi e telefonate, e alla lunga non riusciva a nasconderlo molto bene. È così ancora oggi.
Alla fine il sabato arrivò.
Ero nervoso e sicuro di me al tempo stesso, pensavo a che piega avrebbe preso la giornata e tutto il resto.
Conoscevo vagamente la zona grazie a dei giri in mountain bike. Ringraziai il cielo di avere un fuoristrada perché già la strada principale era peggio di come la ricordavo. La strada secondaria che mi avrebbe portato da lei saliva a strappi ed era veramente messa male. All' improvviso vidi la casa. In pietra, non molto grande, a ridosso di un bosco.
Sul lato opposto il panorama permetteva di vedere la valle e la città in lontananza.
Quindi era qui che si rifugiava la globetrotter delle capitali europee.
La ragazza aveva coraggio da vendere per vivere sola in un posto del genere. Ma non era sola.
Stavo per scendere quando mi fermai giusto in tempo. Una coppia di pastori tedeschi si era materializzata dal niente a fianco della mia auto. Erano 2 grigioni, seppi poi che venivano da un prestigioso allevamento europeo che forniva cani perfettamente addestrati a chi ne aveva bisogno (a patto fosse in grado di pagare una cifra esorbitante).
Laura apparve sulla porta.
Aveva stivali e un vestito lungo blu scuro.
Bisbigliò qualcosa ai cani ed ebbi via libera.
Ci guardammo e poi ci baciamo.
Finimmo direttamente a letto e lì passammo quasi tutta la giornata.
L' accoppiata classica autoreggenti e intimo nero le stava a meraviglia.
Era lasciva, sottomessa, affettuosa e lussuriosa. In una parola era perfetta, impossibile chiedere di più.
Facemmo qualunque cosa, tranne legarla e frustarla diedi fondo a tutte le fantasie possibili. Il sesso per lei non era mai abbastanza.
Andammo a cena in un ristorante non molto distante. Si parlava di tutto, era come se la conoscessi da sempre. Non avevo mai vissuto una cosa del genere.
Dormimmo insieme, e dopo l' ennesima scopata mi ritrovai a pensare su ciò che ci riserva la vita.
Il giorno dopo aveva una gara non molto lontano. Per la prima volta la vidi in azione.
In realtà vidi poco; in partenza si tratta di una massa di gente che scalpita, all' arrivo rimasi sorpreso dalla velocità con la quale tagliavano il traguardo. Arrivò all' improvviso, a velocità sostenuta, era tra i primissimi, ma non soddisfatta.
Quelli del suo gruppo, tranne uno che arrivò qualche minuto dopo di lei, erano molto staccati.
Qualche settimana dopo vinse, ho già accennato alla cosa nel racconto "il primo anno con Laura". Fu la prima di 4 vittorie di una stagione irripetibile.
Nella tarda primavera mi trasferii da Laura e tutt' ora viviamo in quella casa. Ho raccontato altrove come la comprò.

La foto che Grandel ha allegato, recentemente, nel suo racconto ispirato a Laura, è scattata a 200m da casa.
L' ingegnere rallysta non fa più l' ingegnere; qualche anno fa ha sposato un' amica di Laura molto più giovane di lui. Hanno aperto un' attività insieme e vivono in una famosa località di villeggiatura alpina. Continua a correre con l' auto e arrampicare con modalità non proprio da manuale del bravo alpinista. Tenendo conto dell' età dubito che possa ravvedersi.
C continua a fare l' avvocato, a organizzare cene e feste, e a preoccuparsi per me, anche se molto meno che in passato.
Beve più del dovuto, e la cosa le crea qualche problema. Ora sono preoccupato anch'io.
 
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Grandel

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L' INCONTRO CON LAURA, 3


"Sei lì da molto?"
""Da un pò" disse passando una mano tra i capelli.
Era una fortuna che avessi bevuto più del necessario: pesavo ogni parola e tenevo a freno l' impulsività.
Ero certo che anche a lei era fosse stata fatta la domanda fatidica, chissà cosa aveva risposto...
Pensavo a molte cose; una su tutte a che intimo avesse, ma avvicinandomi, le dissi che ero reduce da una giornata psichedelica che non era ancora finita.
Se potessi tornare indietro glielo chiederei.
Seduto all' angolo opposto del divanetto le parlai delle 2 cime, della bellezza senza pari della montagna che mi aveva condizionato la vita fin da adolescente, ma anche della guida sconsiderata di un cinquantenne fresco di divorzio e dell' amicizia di lunga data con C e qualcuno degli altri commensali.
Evitai ogni riferimento a lei e a ciò che mi avevano raccontato nel tempo; non volevo fare passi falsi, e il rischio di farli era altissimo.
Era spontanea e riflessiva al tempo stesso, domande e considerazioni non erano mai banali. La battuta era sempre pronta, la grinta malcelata. Quella era una tipa tosta.
Non fece parola sulla sua eccentrica e sorprendente carriera sportiva; la cosa mi sembrò strana, mentre la immaginavo in lingerie pronta a tutto e di più.
Era entrata nella cerchia di C prima come cliente, poi come amica.
La cara vecchia C, nata un anno dopo di me; aveva un atteggiamento da sorella maggiore nei miei confronti.
Era nata in una famiglia tanto ricca quanto disastrata, di riflesso aveva, e ha tutt' ora, un atteggiamento molto protettivo verso gli amici più stretti.
Ero in testa con un vantaggio enorme su tutti gli altri nel darle preoccupazioni.
Troppi viaggi, troppe montagne, troppe avventure, qualche incidente, troppe fidanzate... era sinceramente allarmata per il mio stile di vita.
Avevo vissuto una vita da sogno, non era un segreto. Ovviamente c' era anche l' altro lato della medaglia, le conseguenze si pagano. Ma quella è un' altra storia.
Restando seduta con le gambe incrociate mi disse che conosceva quelle montagne, ma solo in versione estiva. Adorava camminare sui pascoli e sui pendii che precedevano la salita vera e propria.
Mi chiese dell' Asia, dell' Africa, del sud America, ma anche dell' oceano Indiano e dei Caraibi...
Sapeva tutto; C, e forse non solo lei, si era data molto da fare.
La temperatura era glaciale, le proposi di rientrare. Si alzò da divano con agilità, io no, ero pur sempre imbottito di birra.
Per ovvi motivi andai subito in bagno, poi giocai l' ultima carta: misi la testa sotto il rubinetto. Niente, ero sempre bollito.
Nel grande stanzone che fungeva da ingresso, salotto e cucina erano tutti divisi a gruppetti. Laura stava prendendo un caffè con C e altre 2 ragazze.
Mi aggregai a loro, ma il mio arrivo spense la conversazione, quindi stavano parlando del sottoscritto...
'Ho interrotto qualcosa?"
Si misero a ridere. Chiesi aiuto a un amico lì vicino. "Arrivo io e le donne si mettono a ridere... cosa mi consigli?"
"Racconta di quando facevi il tagliatore di teste nel Borneo, poi ti prendono sul serio, garantito..." altre risate...
Era perfetta, impossibile non guardarla. Non mi capacitavo che fosse single da tempo. E chissà cosa aveva sotto quei vestiti...
Era uno spettacolo anche se beveva un caffè o si passava una mano tra i capelli.
Non parlai del Borneo, dove peraltro non ho mai messo piede, ma a un certo punto ebbi la certezza che ero arrivato. Era lei quella giusta. La guardai per l' ennesima volta chiedendomi se anche lei pensasse la stessa cosa. Anni dopo ha confermato.
Si parlava di tutto, scrittori, musica, viaggi, moda. Ogni tanto qualcuno si aggregava, poi magari un altro se ne andava.
A un certo punto C mi consigliò di guardare l' orologio. Era tardi, spaventosamente tardi. Oppure presto, dipende dai punti di vista.
Prenderne atto mi svegliò di colpo, la sbornia era svanita.
Non mi ero neanche accorto che erano andati via quasi tutti.
Il momento dei saluti fu molto veloce. Ci guardammo negli occhi ancora una volta, 2 bacetti e appoggiandole una mano sul fianco sentii che era durissima, un fascio di muscoli pazzesco.
Non ricordo cosa ci uscì dalla bocca.
Il giorno dopo, a pranzo, mi arrivò una telefonata di C. Voleva sapere se ero arrivato a casa vivo e aggiunse che Laura l' aveva chiamata per ringraziarla della serata. Poi mi informò che le aveva detto che mi aveva trovato... interessante. Aveva aggiunto anche altro mi disse, ma quello non poteva rivelarlo...
Non è difficile indovinare a cosa pensavo nei giorni seguenti.
Volevo proporle qualcosa di speciale e le idee non mi mancavano. Non volevo ne essere precipitoso, ne far passare troppo tempo.
Una sera, qualche giorno dopo, mi dimenticai di avere in telefono in modalità silenziosa. Mi ero perso dei messaggi; erano di persone presenti in rubrica tranne uno. Non lo lessi subito, prima cliccai sull' avatar.
Era una foto in bianco e nero, Laura di profilo con un flûte in mano in un salone pieno di specchi sfuocati sullo sfondo.
Una meraviglia...
Poi cliccai sulle informazioni. C' era una frase di Borges. Un gran bella frase.
Era un lungo messaggio. Mi invitava a passare una giornata in campagna da lei. Era per il sabato seguente.
Nessun accenno alla serata da C.
C' erano le indicazioni su come fare a raggiungerla, e la raccomandazione di non portare birra...
Era piuttosto tardi, le mandai ugualmente un messaggio per chiedere se la potevo chiamare. Dalle spunte vedevo che il messaggio era arrivato, ma la risposta non ci fu.
A notte fonda arrivò la sua telefonata, in sottofondo un frastuono infernale. Capivo una parola su 3, lei probabilmente anche meno. Era in un locale in una città vicina.
In qualche modo le dissi che per sabato era ok.
Il giorno dopo le scrissi, la risposta arrivò in serata. Sarebbe stata a casa tutto il giorno, ero libero per l' orario.
Non era una che amava messaggi e telefonate, e alla lunga non riusciva a nasconderlo molto bene. È così ancora oggi.
Alla fine il sabato arrivò.
Ero nervoso e sicuro di me al tempo stesso, pensavo a che piega avrebbe preso la giornata e tutto il resto.
Conoscevo vagamente la zona grazie a dei giri in mountain bike. Ringraziai il cielo di avere un fuoristrada perché già la strada principale era peggio di come la ricordavo. La strada secondaria che mi avrebbe portato da lei saliva a strappi ed era veramente messa male. All' improvviso vidi la casa. In pietra, non molto grande, a ridosso di un bosco.
Sul lato opposto il panorama permetteva di vedere la valle e la città in lontananza.
Quindi era qui che si rifugiava la globetrotter delle capitali europee.
La ragazza aveva coraggio da vendere per vivere sola in un posto del genere. Ma non era sola.
Stavo per scendere quando mi fermai giusto in tempo. Una coppia di pastori tedeschi si era materializzata dal niente a fianco della mia auto. Erano 2 grigioni, seppi poi che venivano da un prestigioso allevamento europeo che forniva cani perfettamente addestrati a chi ne aveva bisogno (a patto fosse in grado di pagare una cifra esorbitante).
Laura apparve sulla porta.
Aveva stivali e un vestito lungo blu scuro.
Bisbigliò qualcosa ai cani ed ebbi via libera.
Ci guardammo e poi ci baciamo.
Finimmo direttamente a letto e lì passammo quasi tutta la giornata.
L' accoppiata classica autoreggenti e intimo nero le stava a meraviglia.
Era lasciva, sottomessa, affettuosa e lussuriosa. In una parola era perfetta, impossibile chiedere di più.
Facemmo qualunque cosa, tranne legarla e frustarla diedi fondo a tutte le fantasie possibili. Il sesso per lei non era mai abbastanza.
Andammo a cena in un ristorante non molto distante. Si parlava di tutto, era come se la conoscessi da sempre. Non avevo mai vissuto una cosa del genere.
Dormimmo insieme, e dopo l' ennesima scopata mi ritrovai a pensare su ciò che ci riserva la vita.
Il giorno dopo aveva una gara non molto lontano. Per la prima volta la vidi in azione.
In realtà vidi poco; in partenza si tratta di una massa di gente che scalpita, all' arrivo rimasi sorpreso dalla velocità con la quale tagliavano il traguardo. Arrivò all' improvviso, a velocità sostenuta, era tra i primissimi, ma non soddisfatta.
Quelli del suo gruppo, tranne uno che arrivò qualche minuto dopo di lei, erano molto staccati.
Qualche settimana dopo vinse, ho già accennato alla cosa nel racconto "il primo anno con Laura". Fu la prima di 4 vittorie di una stagione irripetibile.
Nella tarda primavera mi trasferii da Laura e tutt' ora viviamo in quella casa. Ho raccontato altrove come la comprò.

La foto che Grandel ha allegato, recentemente, nel suo racconto ispirato a Laura, è scattata a 200m da casa.
L' ingegnere rallysta non fa più l' ingegnere; qualche anno fa ha sposato un' amica di Laura molto più giovane di lui. Hanno aperto un' attività insieme e vivono in una famosa località di villeggiatura alpina. Continua a correre con l' auto e arrampicare con modalità non proprio da manuale del bravo alpinista. Tenendo conto dell' età dubito che possa ravvedersi.
C continua a fare l' avvocato, a organizzare cene e feste, e a preoccuparsi per me, anche se molto meno che in passato.
Beve più del dovuto, e la cosa le crea qualche problema. Ora sono preoccupato anch'io.
Sembra una storia ma probsbilmente e' una splendida storia vera. Forse, a mio parere, la piu' bella che hai scritto. Saro' romantico, ma mi e' piaciuta tanto
 
OP
K

ks421

Guest
Ti ringrazio, ma non so se sia la cosa migliore che ho scritto o meno.
Di sicuro le ultime 3 sono giocoforza diverse da tutte le altre.
In questa sono stato costretto a inquadrare l' episodio, altrimenti avrei pubblicato una serie di frasi scomposte e per certi versi scollegate tra loro.
E non essendo scrittore il risultato sarebbe stato veramente triste (nella migliore delle ipotesi...).
 

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