L' INCONTRO CON LAURA
Ho conosciuto Laura durante una cena con amici, anni fa.
Ero reduce da trasloco, cambio di lavoro e pochi mesi prima era finita l' ennesima relazione. Quella volta con una ragazza che per il fisico che aveva avrebbe potuto stare nel paginone centrale di Playboy a vita. Ma non era bastato.
Era un
gruppo variegato, sia per interessi che per estrazione sociale. Li frequentavo saltuariamente.
Spesso finivano per parlare di questa creatura misteriosa che si muoveva senza sosta tra gallerie d' arte, musei, corse, eventi e viaggi fantastici. Il tutto senza tregua e con una vita sentimentale piuttosto vivace.
Ho anch'io un curriculum vitae un pò sopra le righe e più di una volta mi dicevano che Laura mi sarebbe piaciuta e cose del genere. Probabilmente nella speranza di vedere qualcuno della banda accasarsi, o comunque mettere la testa a posto o almeno provarci.
Per inciso il denominatore del
gruppo era rappresentato dalla vita sentimentale allegramente devastata di ognuno.
Seppi poi che più o meno a lei avevano detto le stesse cose.
Comunque Laura non c'era mai. In quel periodo era a Londra, un' altra volta a Roma, poi un gara su montagne lontane e così via.
Per curiosità cercai sui social e non solo.
Mi apparvero molte foto; ne ingrandii una. Sullo schermo si materializzò una ragazza con shorts e top neri, una medaglia al collo e capelli arruffati. Era un pò sporca di fango e stava ridendo mentre guardava chi faceva la foto.
Ne vidi molte altre, ma quella era super. Poteva stare tranquillamente su Sport Illustrated. Non me la tolsi più dalla testa.
Una domenica andai, per certi versi sbagliando, con un amico molto più grande a fare una ciaspolata in montagna.
Guidava come un pazzo, ricordo poco della conversazione. Speravo che ci fosse un posto di blocco o qualcuno in divisa che gli facesse un verbale per calmarlo, ma le mie speranze furono deluse.
Invece ricordo bene che tirai un sospiro di sollievo quando fermò l' auto.
L' escursione fu un anello con 2 vette. L' amico, ingegnere affermato fresco di divorzio costosissimo, aveva un passo micidiale e tornammo all' auto a tempo record bruciati dal sole e piuttosto provati.
Avevamo superato, tra l' altro, un lungo crinale esposto e instabile slegati con picche e ramponi, e pur essendo piuttosto disinvolto in montagna, l' adrenalina non era mancata.
Il rientro fu la fotocopia dell' andata ma al buio...
Aveva "festeggiato" il divorzio regalandosi un' auto sportiva che gli avrebbe fatto fare un figurone per gli aperitivi. Ma non era, e non è tutt'ora uno da aperitivo; meglio un rally in montagna.
Eravamo in una zona senza segnale e quando iniziarono a arrivare le notifiche tirai fuori il telefono dallo zaino.
Le curve avevano stavano lasciando posto alla pianura e con un occhio alla strada e uno al telefono lessi i messaggi. L' ingegnere continuava a correre in modo insensato e non c' era modo di dissuaderlo. Mi stavo innervosendo.
Un messaggio era di C, una cara amica avvocato che si era trasferita nella bella casa di campagna dei suoi. Mi invitava a cena dicendo che non era necessario che portassi qualcosa perché tra tutti avevano già provveduto a qualunque cosa.
Risposi che li avrei raggiunti volentieri.
In realtà ero bollito, quando il pazzo parcheggiò accanto alla mia auto mi accesi una sigaretta pensando che ero troppo stanco per altri 20 km, una cena e tutto il resto.
Ricordo benissimo il vento gelido che mi svegliò mentre fumavo appoggiato all' auto felice per essere uscito incolume dall' auto dell' ingegnere.
Accesi il motore e arrivai a destinazione.
Dopo l' escursione ci eravamo cambiati sulla neve, così mi presentai alla cena con delle vecchie Cat, jeans vissuti e bisognosi di una lavatrice, maglietta e felpa nera. Unico tocco di classe una sciarpa in seta grezza nera pure quella.
Avevo la sensazione di avere un aspetto un pò sconvolto ma nessuno se ne curava. In fondo stavo recitando il mio ruolo, quello delle avventure in montagna.
Parlai della mia avventura, della guida dell' ingegnere e altre cose. L' atmosfera era allegra, il cibo ottimo e stavo bevendo diverse birre, forse troppe.
A un certo punto dei fari illuminarono il cortile e la padrona di casa mi si avvicinò alle spalle e mi disse qualcosa tipo: deve essere Laura, mi ero dimenticata di dirti che stasera ci sarebbe stata anche lei. Poi si avviò alla porta senza darmi il tempo di replicare.
Sentii la porta aprirsi, delle voci, poi rumore di passi...