Esperienza reale Mia mamma mi ha beccato

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Alessio Lucci

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Dopo il pomeriggio in cui sborrai davanti a lei il rapporto con mamma inevitabilmente si intensificò. Sempre più spesso le chiedevo il permesso di finire la sega in soggiorno, richiesta che quasi sempre lei accoglieva senza grossi problemi. L'unica raccomandazione, come al solito, era quella di non sporcare in giro.

Venire nei fazzoletti però mi costringeva di fatto a coprirmi proprio nel momento clou mentre mi sarebbe piaciuto mostrare a mamma il momento dell'eiaculazione. Volevo che guardasse la potenza dei miei schizzi, che apprezzasse appieno la crescita del suo 'bambino'. Ma non trovavo il coraggio di chiederglielo, in mio soccorso arrivò un lieve fastidio al glande.

Tornato da scuola, prima di metterci a tavola, informai mia madre del problema. Mamma mi chiese di andare in camera e di abbassare pantaloncini e slip: "Tanto non è la prima volta che ti vedo, no?".

Ero seduto sul letto, il pene era a pochi centimetri dal viso di mia madre che si era inginocchiata per controllare da vicino la situazione. In pochi istanti raggiunsi il massimo dell'erezione.

Mamma sorrise. "E' vero tesoro, è leggermente arrossato, ti fa molto male?". "Un po', mamma", le risposi con la voce piagnucolante.

"Tesoro, stai tranquillo, non è niente di grave", mi rassicurò mamma accarezzandomi i capelli. "Forse i fazzoletti hanno provocato questa leggera irritazione...facciamo così, da oggi in quel momento vai in bagno come facevi prima e vediamo come va".

"Mamma, ma io...non voglio stare da solo", la implorai.

Mia madre si alzò da terra sedendosi accanto a me sul letto e restò pensierosa per alcuni secondi: "Dai, per oggi resto qui accanto a te così verifichiamo anche se nonostante l'arrossamento funziona tutto regolarmente".

"Ma....dove...vengo?" le chiesi incerto. Mamma mi guardò negli occhi e sorrise dolcemente: "Per oggi puoi sul pavimento, poi lo laviamo, non ti preoccupare. Ci penso io. Ora sbrigati che è ora di pranzo".

Mi sfilai completamente pantaloni e slip, quindi seduto sul letto della mia camera inizia a segarmi accanto a mamma che stavolta non era distratta dalla tv ma osservava solo il mio cazzo. Dopo un paio di minuti gli schizzi raggiunsero il pavimento mentre le ultime gocce colavano lungo l'asta.

Mamma si alzò rapidamente, prese dei fazzoletti rinfrescanti e avvicinandosi a me toccò per la prima volta il mio pene ancora semieretto ripulendolo a fondo dai rimasugli di sperma.

"Ora vai a farti una bella doccia, così io pulisco tutto e metto a tavola il pranzo", mi ordinò dandomi un bacio sulla fronte.

Prima di raggiungere il bagno mi voltai a guardarla. Mamma si era chinata sul pavimento e stava togliendo le chiazze di sperma con lo scottex prima di passare il mocio.

Durante il pranzo tra noi c'era molto imbarazzo, per la prima volta avevo letteralmente schizzato sotto gli occhi di mamma e lei mi aveva toccato il cazzo. Cercavo in tutti i modi di capire cosa provasse ma era come sempre all'apparenza imperturbabile.

Finché, a fine pasto, non fu lei a prendere l'argomento: "Tesoro, vista la situazione per un po' di giorni è meglio che eviti di toccarti da solo. Quando ne senti il bisogno vieni da me e lo facciamo insieme come poco fa. Non c'è nulla di male, sei il mio bambino e voglio aiutarti. Ovviamente sono tua madre e non posso fare di più ma voglio assicurarmi che tu lo faccia nel modo giusto e soprattutto che elimini tutti i residui dopo, altrimenti questa infiammazione rischia di peggiorare e dovremo andare da un medico".

"Ok, mamma, grazie".

Non potevo sperare in qualcosa di meglio. Ero davvero al settimo cielo e anche se cercai di nascondere il mio entusiasmo mamma era consapevole di aver realizzato un altro mio sogno.

Come d'accordo da quel giorno, per circa una settimana, ogni volta che sentivo il bisogno di masturbarmi chiedevo aiuto a mamma. Lei era sempre disponibile, solitamente andavamo in camera mia, ci sedevamo uno accanto all'altro sul letto, io nudo dalla cintola in giù libero di toccarmi e schizzare sul pavimento che mamma poi ripuliva mentre io andavo a lavarmi. Una routine eccitante che fece nascere in me nuove voglie. L'obiettivo adesso era convincerla a toccarmi direttamente con le sue mani anche se sapevo che l'impresa era quasi impossibile.

Dopo una settimana dissi a mamma che l'arrossamento mi sembrava passato e le chiesi di controllare meglio. Eravamo in cucina, mamma mi disse di seguirla in camera e di spogliarmi in modo che potesse verificare la situazione. Poi mi invitò a sdraiarmi mentre lei prese una sedia e si accomodò a bordo del letto. Il pene era completamente normale e bastò che lei tirasse leggermente il prepuzio per raggiungere l'erezione.

Mamma sorrise e fece per togliere la mano ma stavolta trovai il coraggio di bloccarla con la mia mano sul cazzo, guidandola in quella che era a tutti gli effetti una sega.

"Mamma ti prego...." la implorai...."Solo una volta, te lo giuro".

Restammo così con qualche secondo, la mia mano sulla sua che massaggiava lentamente il cazzo. Mamma però mollò quasi subito la presa.

"Tesoro, sai che sono sempre disponibile ad aiutarti ma questo non posso farlo. Sono tua madre, capisco le tue esigenze di giovane uomo ma per queste cose devi trovarti una ragazzina", mi disse dolcemente.

Ero deluso e mortificato: "Scusa, non volevo offenderti".

"Non mi hai offeso tesoro, anzi...ho capito che mi trovi bella ma tra madre e figlio c'è un limite che non si può superare. Finché si tratta di osservarti per me non ci sono problemi, sei il mio piccolo e non mi scandalizzo. Ma oltre non posso andare", cercò di spiegarmi mamma.

"Posso almeno continuare a farlo con te?", le chiesi piagnucoloso.

Mamma sorrise amorevolmente: "Certo che puoi, non mi dai nessun fastidio. Finché ne sentirai il bisogno io ci sarò. Ma non chiedermi di più".

Mia madre era stata chiarissima, tra noi non ci sarebbero mai stati contatti diretti.

La mia fantasia però non conosceva limiti e così, mentre lei si allontanava per andare a sistemare la cucina, me la vidi inginocchiata tra le mie gambe a succhiarmi il cazzo. Un sogno destinato a restare tale, forse...
 

wizard6971

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attendiamo il continuo!
Come d'accordo da quel giorno, per circa una settimana, ogni volta che sentivo il bisogno di masturbarmi chiedevo aiuto a mamma. Lei era sempre disponibile, solitamente andavamo in camera mia, ci sedevamo uno accanto all'altro sul letto, io nudo dalla cintola in giù libero di toccarmi e schizzare sul pavimento che mamma poi ripuliva mentre io andavo a lavarmi. Una routine eccitante che fece nascere in me nuove voglie. L'obiettivo adesso era convincerla a toccarmi direttamente con le sue mani anche se sapevo che l'impresa era quasi impossibile.

Dopo una settimana dissi a mamma che l'arrossamento mi sembrava passato e le chiesi di controllare meglio. Eravamo in cucina, mamma mi disse di seguirla in camera e di spogliarmi in modo che potesse verificare la situazione. Poi mi invitò a sdraiarmi mentre lei prese una sedia e si accomodò a bordo del letto. Il pene era completamente normale e bastò che lei tirasse leggermente il prepuzio per raggiungere l'erezione.

Mamma sorrise e fece per togliere la mano ma stavolta trovai il coraggio di bloccarla con la mia mano sul cazzo, guidandola in quella che era a tutti gli effetti una sega.

"Mamma ti prego...." la implorai...."Solo una volta, te lo giuro".

Restammo così con qualche secondo, la mia mano sulla sua che massaggiava lentamente il cazzo. Mamma però mollò quasi subito la presa.

"Tesoro, sai che sono sempre disponibile ad aiutarti ma questo non posso farlo. Sono tua madre, capisco le tue esigenze di giovane uomo ma per queste cose devi trovarti una ragazzina", mi disse dolcemente.

Ero deluso e mortificato: "Scusa, non volevo offenderti".

"Non mi hai offeso tesoro, anzi...ho capito che mi trovi bella ma tra madre e figlio c'è un limite che non si può superare. Finché si tratta di osservarti per me non ci sono problemi, sei il mio piccolo e non mi scandalizzo. Ma oltre non posso andare", cercò di spiegarmi mamma.

"Posso almeno continuare a farlo con te?", le chiesi piagnucoloso.

Mamma sorrise amorevolmente: "Certo che puoi, non mi dai nessun fastidio. Finché ne sentirai il bisogno io ci sarò. Ma non chiedermi di più".

Mia madre era stata chiarissima, tra noi non ci sarebbero mai stati contatti diretti.

La mia fantasia però non conosceva limiti e così, mentre lei si allontanava per andare a sistemare la cucina, me la vidi inginocchiata tra le mie gambe a succhiarmi il cazzo. Un sogno destinato a restare tale, forse...
 

IlMastro

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Come d'accordo da quel giorno, per circa una settimana, ogni volta che sentivo il bisogno di masturbarmi chiedevo aiuto a mamma. Lei era sempre disponibile, solitamente andavamo in camera mia, ci sedevamo uno accanto all'altro sul letto, io nudo dalla cintola in giù libero di toccarmi e schizzare sul pavimento che mamma poi ripuliva mentre io andavo a lavarmi. Una routine eccitante che fece nascere in me nuove voglie. L'obiettivo adesso era convincerla a toccarmi direttamente con le sue mani anche se sapevo che l'impresa era quasi impossibile.

Dopo una settimana dissi a mamma che l'arrossamento mi sembrava passato e le chiesi di controllare meglio. Eravamo in cucina, mamma mi disse di seguirla in camera e di spogliarmi in modo che potesse verificare la situazione. Poi mi invitò a sdraiarmi mentre lei prese una sedia e si accomodò a bordo del letto. Il pene era completamente normale e bastò che lei tirasse leggermente il prepuzio per raggiungere l'erezione.

Mamma sorrise e fece per togliere la mano ma stavolta trovai il coraggio di bloccarla con la mia mano sul cazzo, guidandola in quella che era a tutti gli effetti una sega.

"Mamma ti prego...." la implorai...."Solo una volta, te lo giuro".

Restammo così con qualche secondo, la mia mano sulla sua che massaggiava lentamente il cazzo. Mamma però mollò quasi subito la presa.

"Tesoro, sai che sono sempre disponibile ad aiutarti ma questo non posso farlo. Sono tua madre, capisco le tue esigenze di giovane uomo ma per queste cose devi trovarti una ragazzina", mi disse dolcemente.

Ero deluso e mortificato: "Scusa, non volevo offenderti".

"Non mi hai offeso tesoro, anzi...ho capito che mi trovi bella ma tra madre e figlio c'è un limite che non si può superare. Finché si tratta di osservarti per me non ci sono problemi, sei il mio piccolo e non mi scandalizzo. Ma oltre non posso andare", cercò di spiegarmi mamma.

"Posso almeno continuare a farlo con te?", le chiesi piagnucoloso.

Mamma sorrise amorevolmente: "Certo che puoi, non mi dai nessun fastidio. Finché ne sentirai il bisogno io ci sarò. Ma non chiedermi di più".

Mia madre era stata chiarissima, tra noi non ci sarebbero mai stati contatti diretti.

La mia fantasia però non conosceva limiti e così, mentre lei si allontanava per andare a sistemare la cucina, me la vidi inginocchiata tra le mie gambe a succhiarmi il cazzo. Un sogno destinato a restare tale, forse...
bel racconto complimenti
 
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Alessio Lucci

Alessio Lucci

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Come d'accordo da quel giorno, per circa una settimana, ogni volta che sentivo il bisogno di masturbarmi chiedevo aiuto a mamma. Lei era sempre disponibile, solitamente andavamo in camera mia, ci sedevamo uno accanto all'altro sul letto, io nudo dalla cintola in giù libero di toccarmi e schizzare sul pavimento che mamma poi ripuliva mentre io andavo a lavarmi. Una routine eccitante che fece nascere in me nuove voglie. L'obiettivo adesso era convincerla a toccarmi direttamente con le sue mani anche se sapevo che l'impresa era quasi impossibile.

Dopo una settimana dissi a mamma che l'arrossamento mi sembrava passato e le chiesi di controllare meglio. Eravamo in cucina, mamma mi disse di seguirla in camera e di spogliarmi in modo che potesse verificare la situazione. Poi mi invitò a sdraiarmi mentre lei prese una sedia e si accomodò a bordo del letto. Il pene era completamente normale e bastò che lei tirasse leggermente il prepuzio per raggiungere l'erezione.

Mamma sorrise e fece per togliere la mano ma stavolta trovai il coraggio di bloccarla con la mia mano sul cazzo, guidandola in quella che era a tutti gli effetti una sega.

"Mamma ti prego...." la implorai...."Solo una volta, te lo giuro".

Restammo così con qualche secondo, la mia mano sulla sua che massaggiava lentamente il cazzo. Mamma però mollò quasi subito la presa.

"Tesoro, sai che sono sempre disponibile ad aiutarti ma questo non posso farlo. Sono tua madre, capisco le tue esigenze di giovane uomo ma per queste cose devi trovarti una ragazzina", mi disse dolcemente.

Ero deluso e mortificato: "Scusa, non volevo offenderti".

"Non mi hai offeso tesoro, anzi...ho capito che mi trovi bella ma tra madre e figlio c'è un limite che non si può superare. Finché si tratta di osservarti per me non ci sono problemi, sei il mio piccolo e non mi scandalizzo. Ma oltre non posso andare", cercò di spiegarmi mamma.

"Posso almeno continuare a farlo con te?", le chiesi piagnucoloso.

Mamma sorrise amorevolmente: "Certo che puoi, non mi dai nessun fastidio. Finché ne sentirai il bisogno io ci sarò. Ma non chiedermi di più".

Mia madre era stata chiarissima, tra noi non ci sarebbero mai stati contatti diretti.

La mia fantasia però non conosceva limiti e così, mentre lei si allontanava per andare a sistemare la cucina, me la vidi inginocchiata tra le mie gambe a succhiarmi il cazzo. Un sogno destinato a restare tale, forse...
La situazione andò avanti così per mesi. La sega insieme a mamma era ormai diventata una piacevolissima routine. Io seduto accanto a lei sul divano dopo pranzo, l'erezione che cresce nei pantaloni, lei che se ne accorge e mi invita a fare ciò che devo: "Dai, così vai in camera a fare i compiti". Spesso le chiedevo di poter finire davanti a lei senza usare i fazzoletti, schizzando direttamente sul pavimento che poi mamma puliva.

Solo l'idea che venisse in contatto con la mia sborra mi eccitava da pazzi, forse per questo un pomeriggio che ero solo a casa, particolarmente preso dall'eccitazione del momento per la prima volta rovistati nel cesto della biancheria sporca. Mi ritrovai tra le mani uno slip di mamma. Nulla di particolarmente sexy, nero, in cotone. A renderlo unico ovviamente era l'odore che emanava. Odore di femmina. Un odore che non avevo ancora mai sentito.

Da quel giorno iniziai regolarmente a rubare l'intimo di mia madre e usarlo per le mie seghe solitarie. Una mattina però, preso dalla fretta di andare a scuola, dimenticai un suo slip sotto il cuscino e quando me lo ricordai era ormai troppo tardi. Al suono della campanella tornai a casa di corsa sperando che mamma non si fosse accorta di niente. Entrai, lei era come sempre in cucina a preparare il pranzo, quindi raggiunsi velocemente la mia camera e con mia grande sorpresa trovai lo slip in bella vista sopra la coperta. Eppure ero sicuro di averlo lasciato sotto il cuscino....

Mentre cercavo di capire cosa fosse successo sentì la voce di mamma dietro di me: "Quello era sotto il tuo cuscino....devi dirmi qualcosa?".

Mi voltai e incrociai il suo sguardo. Severo, ma non arrabbiato come avrei temuto. "Mamma, io....".

Lo slip era evidentemente macchiato di sperma e mia madre, ovviamente, se n'era accorta. La chiazza e l'odore erano inequivocabili.

"Non c'è bisogno che mi spieghi....dimmi solo perché fai le cose di nascosto? Non sono sempre stata aperta al dialogo e disponibile ad ascoltarti?", mi chiese delusa.

"Scusami mamma...", mi prese per mano e ci sedemmo uno accanto all'altra sul letto.

"La mamma non è stupida, mi ero accorta da tempo di questo ma ti ho lasciato fare sperando che prima o poi venissi a parlarmene. Non sono arrabbiata per le mutandine, quelle si lavano. Mi dispiace che non ti fidi di me", mi spiegò accarezzandomi i capelli.

Ero davvero mortificato, non sapevo cosa dire. Mamma mi aveva stupito ancora una volta. E ancora una volta fu lei a rompere il ghiaccio.

"Mi prometti che d'ora in avanti invece di rubare le cose di nascosto verrai da me a parlare? Se ogni tanto hai bisogno di questo tipo di aiuto vedrò cosa posso fare per venirti incontro. Ma non sopporto le bugie".

"Te lo prometto, mamma".

Ci abbracciammo e mia madre si alzò per tornare in cucina, ma prima di uscire dalla mia stanza si girò di nuovo verso di me: "Quelle ormai puoi tenerle, è un regalo" mi disse indicando le sue mutandine sporche del mio sperma ancora in bella vista sul letto.
 

AmanteMI

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La situazione andò avanti così per mesi. La sega insieme a mamma era ormai diventata una piacevolissima routine. Io seduto accanto a lei sul divano dopo pranzo, l'erezione che cresce nei pantaloni, lei che se ne accorge e mi invita a fare ciò che devo: "Dai, così vai in camera a fare i compiti". Spesso le chiedevo di poter finire davanti a lei senza usare i fazzoletti, schizzando direttamente sul pavimento che poi mamma puliva.

Solo l'idea che venisse in contatto con la mia sborra mi eccitava da pazzi, forse per questo un pomeriggio che ero solo a casa, particolarmente preso dall'eccitazione del momento per la prima volta rovistati nel cesto della biancheria sporca. Mi ritrovai tra le mani uno slip di mamma. Nulla di particolarmente sexy, nero, in cotone. A renderlo unico ovviamente era l'odore che emanava. Odore di femmina. Un odore che non avevo ancora mai sentito.

Da quel giorno iniziai regolarmente a rubare l'intimo di mia madre e usarlo per le mie seghe solitarie. Una mattina però, preso dalla fretta di andare a scuola, dimenticai un suo slip sotto il cuscino e quando me lo ricordai era ormai troppo tardi. Al suono della campanella tornai a casa di corsa sperando che mamma non si fosse accorta di niente. Entrai, lei era come sempre in cucina a preparare il pranzo, quindi raggiunsi velocemente la mia camera e con mia grande sorpresa trovai lo slip in bella vista sopra la coperta. Eppure ero sicuro di averlo lasciato sotto il cuscino....

Mentre cercavo di capire cosa fosse successo sentì la voce di mamma dietro di me: "Quello era sotto il tuo cuscino....devi dirmi qualcosa?".

Mi voltai e incrociai il suo sguardo. Severo, ma non arrabbiato come avrei temuto. "Mamma, io....".

Lo slip era evidentemente macchiato di sperma e mia madre, ovviamente, se n'era accorta. La chiazza e l'odore erano inequivocabili.

"Non c'è bisogno che mi spieghi....dimmi solo perché fai le cose di nascosto? Non sono sempre stata aperta al dialogo e disponibile ad ascoltarti?", mi chiese delusa.

"Scusami mamma...", mi prese per mano e ci sedemmo uno accanto all'altra sul letto.

"La mamma non è stupida, mi ero accorta da tempo di questo ma ti ho lasciato fare sperando che prima o poi venissi a parlarmene. Non sono arrabbiata per le mutandine, quelle si lavano. Mi dispiace che non ti fidi di me", mi spiegò accarezzandomi i capelli.

Ero davvero mortificato, non sapevo cosa dire. Mamma mi aveva stupito ancora una volta. E ancora una volta fu lei a rompere il ghiaccio.

"Mi prometti che d'ora in avanti invece di rubare le cose di nascosto verrai da me a parlare? Se ogni tanto hai bisogno di questo tipo di aiuto vedrò cosa posso fare per venirti incontro. Ma non sopporto le bugie".

"Te lo prometto, mamma".

Ci abbracciammo e mia madre si alzò per tornare in cucina, ma prima di uscire dalla mia stanza si girò di nuovo verso di me: "Quelle ormai puoi tenerle, è un regalo" mi disse indicando le sue mutandine sporche del mio sperma ancora in bella vista sul letto.

intrigante... son curioso di vedere come si evolvera' la situazione..
 

katayama66

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La situazione andò avanti così per mesi. La sega insieme a mamma era ormai diventata una piacevolissima routine. Io seduto accanto a lei sul divano dopo pranzo, l'erezione che cresce nei pantaloni, lei che se ne accorge e mi invita a fare ciò che devo: "Dai, così vai in camera a fare i compiti". Spesso le chiedevo di poter finire davanti a lei senza usare i fazzoletti, schizzando direttamente sul pavimento che poi mamma puliva.

Solo l'idea che venisse in contatto con la mia sborra mi eccitava da pazzi, forse per questo un pomeriggio che ero solo a casa, particolarmente preso dall'eccitazione del momento per la prima volta rovistati nel cesto della biancheria sporca. Mi ritrovai tra le mani uno slip di mamma. Nulla di particolarmente sexy, nero, in cotone. A renderlo unico ovviamente era l'odore che emanava. Odore di femmina. Un odore che non avevo ancora mai sentito.

Da quel giorno iniziai regolarmente a rubare l'intimo di mia madre e usarlo per le mie seghe solitarie. Una mattina però, preso dalla fretta di andare a scuola, dimenticai un suo slip sotto il cuscino e quando me lo ricordai era ormai troppo tardi. Al suono della campanella tornai a casa di corsa sperando che mamma non si fosse accorta di niente. Entrai, lei era come sempre in cucina a preparare il pranzo, quindi raggiunsi velocemente la mia camera e con mia grande sorpresa trovai lo slip in bella vista sopra la coperta. Eppure ero sicuro di averlo lasciato sotto il cuscino....

Mentre cercavo di capire cosa fosse successo sentì la voce di mamma dietro di me: "Quello era sotto il tuo cuscino....devi dirmi qualcosa?".

Mi voltai e incrociai il suo sguardo. Severo, ma non arrabbiato come avrei temuto. "Mamma, io....".

Lo slip era evidentemente macchiato di sperma e mia madre, ovviamente, se n'era accorta. La chiazza e l'odore erano inequivocabili.

"Non c'è bisogno che mi spieghi....dimmi solo perché fai le cose di nascosto? Non sono sempre stata aperta al dialogo e disponibile ad ascoltarti?", mi chiese delusa.

"Scusami mamma...", mi prese per mano e ci sedemmo uno accanto all'altra sul letto.

"La mamma non è stupida, mi ero accorta da tempo di questo ma ti ho lasciato fare sperando che prima o poi venissi a parlarmene. Non sono arrabbiata per le mutandine, quelle si lavano. Mi dispiace che non ti fidi di me", mi spiegò accarezzandomi i capelli.

Ero davvero mortificato, non sapevo cosa dire. Mamma mi aveva stupito ancora una volta. E ancora una volta fu lei a rompere il ghiaccio.

"Mi prometti che d'ora in avanti invece di rubare le cose di nascosto verrai da me a parlare? Se ogni tanto hai bisogno di questo tipo di aiuto vedrò cosa posso fare per venirti incontro. Ma non sopporto le bugie".

"Te lo prometto, mamma".

Ci abbracciammo e mia madre si alzò per tornare in cucina, ma prima di uscire dalla mia stanza si girò di nuovo verso di me: "Quelle ormai puoi tenerle, è un regalo" mi disse indicando le sue mutandine sporche del mio sperma ancora in bella vista sul letto.
Cavoli credevo un cazziatone con i controcoglioni devo ammettere che una madre e anche un educatrice come poche
 
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La situazione andò avanti così per mesi. La sega insieme a mamma era ormai diventata una piacevolissima routine. Io seduto accanto a lei sul divano dopo pranzo, l'erezione che cresce nei pantaloni, lei che se ne accorge e mi invita a fare ciò che devo: "Dai, così vai in camera a fare i compiti". Spesso le chiedevo di poter finire davanti a lei senza usare i fazzoletti, schizzando direttamente sul pavimento che poi mamma puliva.

Solo l'idea che venisse in contatto con la mia sborra mi eccitava da pazzi, forse per questo un pomeriggio che ero solo a casa, particolarmente preso dall'eccitazione del momento per la prima volta rovistati nel cesto della biancheria sporca. Mi ritrovai tra le mani uno slip di mamma. Nulla di particolarmente sexy, nero, in cotone. A renderlo unico ovviamente era l'odore che emanava. Odore di femmina. Un odore che non avevo ancora mai sentito.

Da quel giorno iniziai regolarmente a rubare l'intimo di mia madre e usarlo per le mie seghe solitarie. Una mattina però, preso dalla fretta di andare a scuola, dimenticai un suo slip sotto il cuscino e quando me lo ricordai era ormai troppo tardi. Al suono della campanella tornai a casa di corsa sperando che mamma non si fosse accorta di niente. Entrai, lei era come sempre in cucina a preparare il pranzo, quindi raggiunsi velocemente la mia camera e con mia grande sorpresa trovai lo slip in bella vista sopra la coperta. Eppure ero sicuro di averlo lasciato sotto il cuscino....

Mentre cercavo di capire cosa fosse successo sentì la voce di mamma dietro di me: "Quello era sotto il tuo cuscino....devi dirmi qualcosa?".

Mi voltai e incrociai il suo sguardo. Severo, ma non arrabbiato come avrei temuto. "Mamma, io....".

Lo slip era evidentemente macchiato di sperma e mia madre, ovviamente, se n'era accorta. La chiazza e l'odore erano inequivocabili.

"Non c'è bisogno che mi spieghi....dimmi solo perché fai le cose di nascosto? Non sono sempre stata aperta al dialogo e disponibile ad ascoltarti?", mi chiese delusa.

"Scusami mamma...", mi prese per mano e ci sedemmo uno accanto all'altra sul letto.

"La mamma non è stupida, mi ero accorta da tempo di questo ma ti ho lasciato fare sperando che prima o poi venissi a parlarmene. Non sono arrabbiata per le mutandine, quelle si lavano. Mi dispiace che non ti fidi di me", mi spiegò accarezzandomi i capelli.

Ero davvero mortificato, non sapevo cosa dire. Mamma mi aveva stupito ancora una volta. E ancora una volta fu lei a rompere il ghiaccio.

"Mi prometti che d'ora in avanti invece di rubare le cose di nascosto verrai da me a parlare? Se ogni tanto hai bisogno di questo tipo di aiuto vedrò cosa posso fare per venirti incontro. Ma non sopporto le bugie".

"Te lo prometto, mamma".

Ci abbracciammo e mia madre si alzò per tornare in cucina, ma prima di uscire dalla mia stanza si girò di nuovo verso di me: "Quelle ormai puoi tenerle, è un regalo" mi disse indicando le sue mutandine sporche del mio sperma ancora in bella vista sul letto.
Ovviamente rispettai la promessa fatta a mia madre così, quando saliva la voglia di sentire il suo odore, le chiedevo il permesso di prendere un suo paio di mutandine. Permesso che mamma mi accordava sempre a una condizione: "Dopo che hai fatto portamele subito che le metto a lavare altrimenti la macchia non va più via".

Quindi prendevo gli slip dal cesto della biancheria sporca, mi sedevo sul divano e sotto i suoi occhi le stringevo intorno al mio cazzo duro masturbandomi fino a venire dentro. Una volta finito di sborrare era lei stessa ad avvicinarsi e prenderle dalle mie mani intrise di sperma.

Il rapporto tra noi col passare dei mesi era inevitabilmente cambiato, la complicità era sempre più forte e la mamma spesso si lasciava andare a battutine che finivano per aumentare il mio grado di eccitazione del tipo: "Oggi eri particolarmente carico...", "Si vede che ti faccio mangiare bene" e cose del genere.

Insieme alla complicità notai che cresceva anche la sua curiosità tanto che una sera, mentre mio padre era già a letto e io le massaggiavo i piedi sotto il plaid mamma guardandomi negli occhi mi sorprese con una domanda molto diretta: "Pensi qualcosa in particolare mentre ti tocchi, vero?".

"Mamma, io....ecco....non mi sembra il caso..." provai a farfugliare imbarazzato.

"Tesoro, ora fai il timido? Non mi sembra che ti faccia troppi problemi in altri momenti...Ricordati, massima sincerità. Non ti preoccupare, te l'ho chiesto io, puoi essere diretto. Non mi offendo", mi tranquillizzò.

"Sei sicura?". "Sì, tesoro, sono sicura".

A quel punto l'eccitazione prese il sopravvento sull'imbarazzo, posizionai i suoi piedi nudi all'altezza della mia patta strofinandoli sul cazzo duro da sopra i vestiti, la guardai e confessai tutto: "Penso alle tue mani sul mio cazzo, penso a te inginocchiata tra le mie gambe che me lo succhi, penso di venirti in faccia..."

"Ok, ok, va bene così..." mi interruppe lei distogliendo lo sguardo.

Calò il silenzio ma io continuavo a massaggiarmi il cazzo con i suoi piedi e lei non li ritrasse, tanto che dopo un paio di minuti sentì l'impellente stimolo di venire riempiendo i boxer di sperma. La chiazza si allargò anche sui pantaloni e mamma percepì l'umido sotto le piante dei suoi piedi.

Solo allora si alzò rapidamente dal divano e mi diede un bacio sulla fronte: "Buonanotte, tesoro".
 

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