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Il racconto che segue risale a parecchi anni fa
Frequentavo le medie e avevo scoperto da poco il magico mondo delle seghe. Un pomeriggio, pensando di essere solo a casa, ho preso il calendario di Alessia Marcuzzi che tenevo ben nascosto in camera, me lo sono tirato fuori e ho cominciato a masturbarmi ma proprio nel momento in cui stavo per venire sento aprire improvvisamente la porta e mi trovo davanti mia madre.
Ho provato a ricompormi ma era troppo tardi e venni praticamente di fronte a lei. Mamma rimase qualche secondo sull'uscio, poi mi chiese scusa imbarazzata e richiuse velocemente la porta.
Non ebbi il coraggio di uscire dalla mia stanza per un paio di ore, finché non fu lei a bussare e chiedermi di parlare.
Non era incazzata come pensavo, io ero sdraiato sul letto, mamma si sedette accanto a me e mi accarezzò i capelli dolcemente.
"Tesoro, non devi vergognarti, non è successo niente...Sei diventato un ometto e hai bisogno di fare certe cose. Anzi devi farle, altrimenti rischi di stare male. Ti chiedo solamente di chiudere bene la porta quando lo fai e possibilmente di farlo in bagno così non sporchi troppo in giro".
"Mi dispiace, mamma..."
"Non devi dispiacerti...non sono arrabbiata con te, stai tranquillo. Ora però vai di là così sistemo un po' la stanza e apriamo la finestra che c'è un odorino...", mi disse sorridente facendomi l'occhiolino.
Non so perché ma le parole di mamma ebbero su di me uno strano effetto. Sentì salire nuovamente l'eccitazione, mi chiusi in bagno e mi tirai un'altra sega ma stavolta non pensavo alla Marcuzzi...
Frequentavo le medie e avevo scoperto da poco il magico mondo delle seghe. Un pomeriggio, pensando di essere solo a casa, ho preso il calendario di Alessia Marcuzzi che tenevo ben nascosto in camera, me lo sono tirato fuori e ho cominciato a masturbarmi ma proprio nel momento in cui stavo per venire sento aprire improvvisamente la porta e mi trovo davanti mia madre.
Ho provato a ricompormi ma era troppo tardi e venni praticamente di fronte a lei. Mamma rimase qualche secondo sull'uscio, poi mi chiese scusa imbarazzata e richiuse velocemente la porta.
Non ebbi il coraggio di uscire dalla mia stanza per un paio di ore, finché non fu lei a bussare e chiedermi di parlare.
Non era incazzata come pensavo, io ero sdraiato sul letto, mamma si sedette accanto a me e mi accarezzò i capelli dolcemente.
"Tesoro, non devi vergognarti, non è successo niente...Sei diventato un ometto e hai bisogno di fare certe cose. Anzi devi farle, altrimenti rischi di stare male. Ti chiedo solamente di chiudere bene la porta quando lo fai e possibilmente di farlo in bagno così non sporchi troppo in giro".
"Mi dispiace, mamma..."
"Non devi dispiacerti...non sono arrabbiata con te, stai tranquillo. Ora però vai di là così sistemo un po' la stanza e apriamo la finestra che c'è un odorino...", mi disse sorridente facendomi l'occhiolino.
Non so perché ma le parole di mamma ebbero su di me uno strano effetto. Sentì salire nuovamente l'eccitazione, mi chiusi in bagno e mi tirai un'altra sega ma stavolta non pensavo alla Marcuzzi...