9. Amici per sempre (parte 1)
Sebbene dentro Camilla fosse scattata una molla, tradurre tutto in pratica fu molto più difficile. Furono settimane di estrema confusione, nelle quali si alternavano rabbia, voglia di rivalsa, consapevolezza ma anche pentimento e rimorso nei confronti di Emanuele. Tra le decisioni che prese di impulso, ci fu anche quella di farsi un tatuaggio.
Quella sera, Camilla voleva tornare a sentirsi sexy. Indossò un vestito beige lungo con uno spacco vertiginoso sulla coscia ed un paio di stivali alti. Si fece un trucco leggero, calcando però sul rossetto, suo marchio di fabbrica.
Ludovico avrebbe accompagnato lei ed Azzurra durante la serata, facendo praticamente da taxi. Non so perché si prestasse a tutto ciò. Probabilmente per via di quello che sentiva per Camilla. E visto che lei era tornata single, pensava di poter avere qualche chance.
Parcheggiarono e passeggiarono verso Campo de’ Fiori. Cominciarono a girare per diversi locali. Primo locale, una birra. Secondo, uno shot. Terzo, altri due shot.
Con qualche bicchiere in corpo, Camilla era più spensierata che mai. Rideva e lanciava a distanza sguardi maliziosi ad un ragazzo seduto al tavolo vicino, venendo ricambiata. Lei, Azzurra e Ludovico uscirono fuori a fumare ed il ragazzo si avvicinò per parlarle. Per lasciare spazio di manovra all’amica, Azzurra suggerì a Ludovico di allontanarsi. Quest’ultimo, seppur riluttante ed un po’ geloso, accolse l’invito della ragazza pur continuando a seguire Camilla con gli occhi come un radar.
Camilla ed il ragazzo, dopo qualche battuta, si infilarono in un vicolo buio poco distante. Si avvicinarono appena, poi il bacio nacque da solo. Lei si slacciò la giacca e per il ragazzo fu un richiamo irresistibile a prenderla per i fianchi e palparle a mani aperte il sedere. Poi le sue dita scivolarono dietro, infilandosi nella fessura delle natiche.
Per tutta risposta, Camilla giochicchiò con i bottoni dei suoi jeans, avvertendo la risposta silenziosa del suo corpo. Lo massaggiò per qualche secondo, poi infilò la mano sotto l’elastico dei suoi boxer sfiorandolo solamente. Dopodiché, gli diede un ultimo bacio profondo e lo lasciò a bocca asciutta, senza andare oltre. Il ragazzo rimase incredulo, ma lei tornò dai suoi amici come se niente fosse, con un sorriso beffardo disegnato sul volto.
Altro locale, altro shot di tequila. Ormai Camilla era barcollante e per fortuna aveva Azzurra e Ludovico a sostenerla. Il ragazzo, poi, venne quasi alle mani con un turista tedesco che ci stava provando insistentemente, nonostante i tentativi della ragazza di allontanarsi con andatura incerta.
Ludovico concluse la sua serata da tassista accompagnando Azzurra, che scendendo si raccomandò di prendersi cura dell’amica. Lei, in fondo, sperava che tra loro due nascesse qualcosa. Vedeva Ludovico come un bravo ragazzo, perfetto per mettere un freno a Camilla ed allontanarla da quello stile di vita che stava intraprendendo. Ma l’amica era ormai allergica alle cose semplici e ai bravi ragazzi.
Arrivarono sotto casa di Camilla, ma lei era ancora tutt’altro che lucida.
“Mi accompagni su?” – chiese infatti all’amico.
Ludovico, ancora una volta, non poté sottrarsi ai suoi doveri di migliore amico né alla sua voglia di passare ancora del tempo con lei.
Viste le condizioni di Camilla, l’aiuto di Ludovico era effettivamente necessario. Lei si appoggiò sulla sua spalla, arrivò faticosamente di fronte alla porta di casa e la aprì dopo aver litigato per qualche secondo con le chiavi. Poi corse verso il bagno, mentre lui rimase in piedi, interdetto, al centro del salotto.
Udì un suono di pipì che scorreva, la porta socchiusa non lasciava nulla all’immaginazione. La cosa lo eccitò. Poi sentì Camilla biascicare.
“Mi dai una mano?”
Si avvicinò timidamente, bussando piano con le nocche.
“Posso?”
“Sì, aiutami.”
Le gambe le tremavano, incapaci di sostenerla del tutto, e gli stivali rendevano più difficoltoso il tutto. Si alzò in piedi appoggiandosi a Ludovico, il quale non poté fare a meno di dare una sbirciatina tra le sue cosce, notando un corto pelo castano sotto il vestito tirato su. Lei, in un barlume di lucidità, lo pizzicò a guardarla.
“Non guardarmi però…” – farfugliò, aggiungendo poi sarcastica – “Tanto mica è la prima che vedi, no?”
Lui sospirò. In effetti non era la prima che vedeva, ma la seconda. E comunque, quella di Camilla aveva per lui un valore estremamente superiore a tutte le altre.
Rimase appoggiata a lui mentre si passava la carta igienica sulla fessura, asciugandosi e facendo involontariamente eccitare ancora di più l’amico con quel gesto.
Usciti dal bagno, lei lo cinse, stringendolo in un tenero ed innocente abbraccio. Si staccò e, ancora frastornata dall’alcol, gli diede un morbido bacio sulle labbra, accorgendosene a malapena. Ludovico, però, se ne accorse eccome e si avviò verso la porta con gli occhi che brillavano.
“Beh, io vado. Mi raccomando.”
Non fece in tempo a poggiare la mano sulla maniglia, che Camilla lo fermò.
“Dormi qui?” – disse – “Tanto sto da sola. Così poi domani mi accompagni anche a fare il tatuaggio.”
Ludovico, timidamente, accettò, ma per non voler esagerare si mise a dormire sul divano. Camilla inizialmente non disse niente e lo lasciò fare. Si infilò in camera dei suoi genitori, si tolse gli stivali dopo una dura lotta, si spogliò del vestito e si mise, faticosamente, la canottiera del pigiama. Sotto rimase con gli slip.
Provò a prendere sonno, la sbronza le stava passando. Ma sentiva ancora quell’eccitazione che l’aveva accompagnata per tutta la serata, specie durante il momento intimo con quel ragazzo. Le balenò in mente un’idea malsana. Era sicura di stare per fare una cazzata, ma ormai pensava solo a sé stessa, al suo piacere e alle sue esigenze. Non le interessava altro.
Sul divano del salotto, Ludovico si rigirava invano cercando di addormentarsi; il suo cervello gli proiettava in testa le immagini del bacio a stampo che Camilla gli aveva appena dato. Per un attimo pensò che forse si stava immaginando tutto. Poi la voce della ragazza lo riportò alla realtà.
“Ludo…”
Il richiamo flebile di Camilla arrivò a stento alle orecchie di Ludovico.
“Ludo…” – insistette lei – “Dormi con me?”
Ludovico realizzò che non stava sognando, anche se la realtà ormai stava diventando più bella di un sogno. Si alzò e la raggiunse a letto. Intimorito, quasi in soggezione, si sdraiò in un angolo tutto rannicchiato. Camilla, sgusciando tra le lenzuola, gli si avvicinò e lo abbracciò da dietro.
“Sto sognando…” - pensò Ludovico tra sé e sé – “non può essere vero. Mi sto immaginando tutto.”
Continuò a fare questi pensieri fin quando Camilla, dopo averlo coperto col suo abbraccio, gli accarezzò l’addome ed il petto.
In realtà, Ludovico non era un brutto ragazzo. Aveva un viso particolare, quello era vero, con un naso piuttosto pronunciato e delle occhiaie che non lo abbandonavano mai. Ma aveva anche un bel fisico. Il problema, però, era che Camilla proprio non riusciva a vederlo che come un amico, forse per via del carattere. Tranne quella sera però…